Italiano - Associazione San Marcellino
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ASSOCIAZIONE SAN MARCELLINO (I) ERLACHER HÖHE (D) FUNDACION SAN MARTIN DE PORRES (E) Partenariati di apprendimento Grundtvig “Fondare sul lavoro” Verbale del secondo incontro a Madrid (E), Fundación San Martín de Porres Prima giornata, giovedì 7 Maggio 2009 Arrivo e accoglienza della delegazione italiana alle ore 13.00 presso la sede della Fundación San Martín de Porres in Via Carpetana, 47. La delegazione tedesca è già presente, essendo giunta il giorno prima. Si comincia con un’attività di gruppo: un gioco di conoscenza che facilita l’interazione tra tutti i presenti. In abbinamenti casuali prima a due e poi a tre brevemente ci si racconta. Al termine del gioco Rocío (F) (F)= Fundación san martín de porres, spagna e Elena (F) svolgono la presentazione del programma per le tre giornate. Pranzo alle ore 14.00 presso la sede dell’organizzazione. 1 Dopo il pranzo, con inizio alle ore 15.30, si svolge una prima parte del programma di visite alle strutture della Fundación San Martín de Porres, in particolare per ciò che riguarda le diverse situazioni di laboratorio. Si comincia con il laboratorio pre-lavorativo; seguono visite al centro speciale di impiego “Creazione e montaggi” e all’impresa di inserimento “El Zaguan”. Infine si visita la sede del Progetto di Impiego con Appoggio (ECA) di cui vengono illustrati obiettivi e attività. Alle ore 16.30 ha inizio la riunione plenaria. Antonio (F), propone di proseguire nella discussione sulle competenze di base necessarie a favorire l’inserimento lavorativo. Sono presentate le due schede preparate dalla Fundación: la prima serve da riepilogo riportando l’indicazione delle varie competenze individuate, raggruppate in classi; la seconda costituisce una griglia per lo svolgimento di un’analisi per singola competenza. Si commenta insieme anche la scheda delle competenze preparata da Erlacher Höhe, compilata analogamente a quanto fatto dai colleghi spagnoli sulla base dell’esperienza di lavoro accumulata. A seguito della discussione e di alcune sistemazioni effettuate, si decide di adottare come strumenti di lavoro il materiale presentato per utilizzarlo per lo svolgimento del progetto. 2 A questo punto Antonio (F) passa a descrivere il sistema di interventi educativi per l’integrazione lavorativa sviluppato dalla Fundación. La sua relazione è supportata da proiezione di diapositive sui contenuti. Nel processo di inserimento lavorativo vi sono quattro fasi: accoglienza, diagnosi, messa alla prova in laboratorio, sostegno. L’accesso avviene dall’interno da parte di coloro che già usufruiscono dei servizi dell’istituzione; dall’esterno su invio di altri servizi della rete o per iniziativa diretta della persona. Durante il percorso di tipo socio-lavorativo è trattato anche il resto delle problematiche che emergono, come le dipendenze, gli aspetti in generale della sfera della salute salute, le capacità sociali. Le attività si suddividono nei diversi laboratori, nel Progetto di Impiego con Appoggio (ECA) e nel Centro di Appoggio all’Intermediazione Lavorativa (CAIL). L’aspetto delle competenze è evidentemente trasversale ed è trattato in ognuna delle situazioni. Durante la presentazione si approfondisce il funzionamento del servizio di orientamento lavorativo. Risulta infatti molto importante la funzione di sostegno offerto all’impiego, attraverso un lavoro di mediazione con le imprese. Il processo si svolge attraverso la selezione delle persone e delle imprese, l’analisi a livello individuale, l’accesso, il sostegno costante alla persona. 3 Sono state finora selezionate 195 imprese; con 15 di esse sono stati presi accordi diretti e sviluppato un progetto. Nell’anno 2008, grazie a tali interventi, hanno trovato lavoro 54 persone, su un centinaio di casi trattati. La relazione termina con una riflessione composta da una serie di interrogativi riguardanti il sistema nel suo complesso: anche se i risultati dell’integrazione sono soddisfacenti qual è il lavoro proposto? Quale tipo di inserimento, quale modello viene promosso? A che modello può tendere la struttura che utilizza gli strumenti visti e che opera nello scenario attuale? Quello dello sfruttamento? Al termine della riunione alle ore 19.00 si procede con lo spostamento all’albergo “Florida Norte” e in seguito cena comune al ristorante tipico “El Schotis”, nel centro di Madrid. 4 Seconda giornata, venerdì 8 Maggio 2009 Ritrovo alle ore 9.30 presso la sede della Fundación e partenza alla volta di Casa de Campo per la visita al “Laboratorio d’Impiego” del Progetto Giardinaggio, sviluppato dalla Croce Rossa Spagnola in collaborazione con il Comune di Madrid e la stessa Fundación. E’ presente all’incontro la Responsabile del progetto che guida il gruppo durante la visita alle diverse installazioni (organizzazione aree verdi, floricultura) e presenta quindi, all’interno dei locali, il funzionamento delle azioni formative di carattere occupazionale. Durante la discussione avviene un interessante confronto sui diversi strumenti economici a sostegno della persona, disponibili nei tre paesi rappresentati. Alle ore 12.00 ci si trasferisce in auto al quartiere periferico di Vicalvaro, per la visita al Centro di Accoglienza per persone senza dimora del Comune di Madrid, denominato “Luis Vives”. I partecipanti sono accolti dalla vice-direttrice del Centro; viene effettuata una visita completa del Centro che ha una capienza di 120 posti in differenti moduli. Successivamente, il gruppo viene raggiunto anche dal dirigente responsabile del Comune di Madrid per gli interventi attuati a favore delle persone senza dimora, Dario Peres. Insieme ai due funzionari del Comune di Madrid i rappresentanti delle rispettive istituzioni hanno potuto dunque approfondire la filosofia e le diverse fasi del lavoro con le persone senza dimora a Madrid, traendo spunti ed implicazioni interessanti riguardo alle rispettive realtà locali. 5 Alle ore 15.00 ritorno alla sede della Fundación per il pranzo. Alle ore 16.00 si riprende per la seconda sessione di lavoro in riunione plenaria. Viene stabilito innanzitutto che nel successivo incontro a Genova saranno organizzate da parte di Erlacher Höhe e Associazione San Marcellino due presentazioni sui rispettivi sistemi d’intervento educativo, con particolare riguardo agli obiettivi conseguiti nell’integrazione lavorativa. Le relazioni seguiranno uno schema analogo a quello utilizzato dalla Fundación nella prima giornata di lavoro e dovranno impiegare il tempo massimo di un’ora. A questo punto si prosegue nuovamente con la discussione sulla tematica delle competenze di base e anche per verificare l’efficacia dell’utilizzo della griglia creata, si declina congiuntamente una delle competenze individuate, ossia quella riguardante la Responsabilità. Secondo Annette (E) (E)= Erlacher höhe, germania, per quanto riguarda la sua definizione, questa consiste nella capacità e della prontezza della persona di essere responsabile per ciò che fa, non fa e dice. In altri termini, si tratta di saper accettare le conseguenze delle proprie azioni e saper spiegare il proprio agire. Inoltre, ci si riferisce alla Responsabilità rispetto allo sviluppo delle proprie azioni nel ruolo esercitato, secondo gli scopi definiti e in considerazione di ciò che gli altri si aspettano. Inoltre, spesso vi è una Responsabilità per l’altro. Francesca (A) (A)=Associazione san marcellino, italia osserva che la responsabilità si sostanzia non solamente attraverso l’agire individuale, ma anche sul piano collettivo, nel senso che anche gli altri e la società appaiono come responsabili rispetto alla posizione del singolo. In questo senso la nozione di Responsabilità deve legarsi a quella di “contratto sociale”. 6 Secondo Klaus (E) nella relazione che loro hanno le persone sono consapevoli che c’è qualcun altro che si occupa di loro e verso questa direzione hanno già agito una precisa delega; per questo, nel compiere l’analisi sulla competenza della Responsabilità, hanno preferito concentrarsi sull’aspetto individuale. Amedeo (A) fa notare, allo stesso proposito, come l’interessato possa apprendere e fare esperienza della Responsabilità attraverso la lettura dell’impatto dei propri comportamenti sugli altri e sulle reazioni che gli vengono così manifestate. Ed è così che la carenza di Responsabilità che spesso si osserva nelle persone senza dimora è legata al non riuscire a star dentro alla dimensione sociale. Annette (E) sostiene che sia fondamentale la consapevolezza da parte della persona dell’importanza della Responsabilità nel contesto lavorativo. Per quanto riguarda gli obiettivi connessi all’apprendimento di tale competenza, il confronto si sviluppa sulla necessità da una parte di permettere la crescita nella persona in base alle sue caratteristiche individuali, dall’altra di favorirne la consapevolezza anche nella direzione dei propri limiti, onde evitare anche il rischio da parte dell’educatore di proiettare sull’altro i propri desideri. Quanto alle metodologie adottate, seguendo l’ordine degli elementi individuati dalla griglia utilizzata, Annette (E) comprende quelle applicate all’apprendimento sia in gruppo che personale: il role-playing e lo svolgimento del feed-back attorno al patto stipulato con la persona, per giungere insieme ad una valutazione che possa diventare auto-valutazione. Altre applicazioni possono essere condotte a partire dall’utilizzo della revisione e della verifica attorno agli impegni presi. Amedeo (A) osserva che utilizzare il sistema del feed-back sul livello di prestazione può essere controproducente se condotto in gruppo perché penalizzante per il singolo. Elena (F) ribadisce che la restituzione si può fare solo in alcuni contesti (in gruppi omogenei), ad esempio durante la fase dell’inserimento lavorativo all’esterno presso l’impresa. Rocío (F) sottolinea l’importanza, nel lavoro da loro condotto, della verifica fatta con la persona rispetto all’impegno preso: attraverso piccoli passi e rimarcando via via gli obiettivi raggiunti si riesce a rafforzare la persona nei suoi intendimenti. 7 Si passa quindi ad analizzare le attività connesse all’apprendimento della competenza. Lorenzo (A) si riferisce ai colloqui individuali, adottati in via continuativa nel lavoro con la persona, e ai gruppi di discussione. Ines (F) descrive la distribuzione di compiti semplici all’interno del gruppo di lavoro, effettuata in maniera consensuale. Giovanni (A) parla del delegare, per favorire gli interessati ad andare avanti anche da soli. Annette (E) comprende tra le attività anche quelle necessarie a fornire le istruzioni per l’uso necessarie allo svolgimento delle singole attività. Spesso si tratta della formazione di un vero e proprio mansionario. Si discute a questo punto delle strategie. Rocío (F) indica come strategia centrale quella basata sulla costruzione di una relazione con la persona. Carlos (F), riguardo al livello di partecipazione da raggiungere, si chiede se alle persone si debba richiedere solo di obbedire alle indicazioni oppure anche di condividere il piano delle azioni, partecipare alle decisioni, diventarne perciò corresponsabili. Amedeo (A) sottolinea come gli elementi propri delle strategie utilizzate siano molto diversi a seconda delle caratteristiche individuali incontrate, mentre il piano delle attività che si svolgono prescinde da queste ed è tendenzialmente comune anche ciò che è sviluppato dai partner nelle diverse realtà di appartenenza. Giunti a questo punto nella discussione, si valuta il modo in cui si procederà nel lavoro sulle competenze di base. Per quanto riguarda la griglia da utilizzare per la definizione di ogni competenza, vengono confermate le voci presenti nella scheda, fatta eccezione per “Cronogramma” e “Livello di partecipazione dei beneficiari” che non verranno utilizzate. L’ultima parte della riunione viene utilizzata per verificare il programma con relativo calendario incontri da tenere. Sono confermate le date già fissate per il terzo incontro che si terrà dal 24 al 26 settembre 2009 a Genova e per il quarto incontro che si terrà dal 11 al 13 marzo 2010 a Erlach. Segue trasferimento in albergo e cena insieme in centro al ristorante “El Espejo”. 8 Terza giornata, sabato 9 Maggio 2009 Alle ore 9.00 alla Fundación San Martín de Porres ha inizio la riunione di coordinamento a cui partecipano i responsabilireferenti per ciascuna istituzione. Vengono definiti i contributi di ciascuno in riferimento all’avanzamento delle attività progettuali, con relativa tempistica: • • • • • 9 entro il 1° giugno la Fundación San Martín de Porres produrrà la relazione sul proprio sistema di interventi educativi oggetto d’indagine per unirla al materiale di lavoro del progetto; entro il 31 luglio 2009 ciascun partner dovrà trasmettere le schede compilate per le competenze che avrà selezionato come significative ed entro 1l 15 settembre 2009 la Fundación San Martín de Porres elabora il documento congiunto; entro il 9 settembre 2009, ossia 15 giorni prima dell’incontro, l’Associazione San Marcellino invierà ai partner oltre al programma una relazione preliminare in cui fornirà la propria chiave di lettura che intenderà dare alla tematica prescelta e che costituirà il punto di partenza su cui verrà sviluppato il confronto; si ricorda la compilazione dei questionari di monitoraggio da parte di ciascun partecipante; infine, l’Associazione San Marcellino provvederà a creare un’apposita pagina web per la pubblicazione delle notizie utili riguardo al progetto e la consultazione dei vari materiali di lavoro. Alle ore 10.30 trasferimento in auto per la visita ai due Centri Caritas “Calor y Café”, per l’accoglienza d’urgenza delle persone senza dimora, e “Vis”, per l’alloggiamento di famiglie in difficoltà. La visita viene illustrata dalla Responsabile delle attività. Al termine, alle ore 12.00, ci si sposta per una passeggiata libera in centro città dove si consuma un pranzo veloce di arrivederci. 10