Corso di Pesca Il lancetto Riccardo Zago75

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Corso di Pesca Il lancetto Riccardo Zago75
Corso di pesca
Il lancetto
A
gennaio e febbraio fa ancora freddo per
uscire con la barca, meglio restarsene vicino a casa in posti dove potersi scaldare e
ristorare ogni tanto, come le banchine dei paesi
che danno su spiagge miste a ciottoli, rocce e posidonie. Non pescheremo grandi pesci, ma almeno ne prederemo un bel po’… Tutti buoni per una
bella zuppa!
Nella pesca da riva non sempre
il galleggiante è protagonista
costringendoci a restare sempre molto concentrati. E il carniere si riempie facilmente.
Scogliere naturali
e artificiali
Con il lancetto si pesca dalle scogliere, soprattutto
naturali, dove il fondale digrada lentamente e il
ciottolame del sottoriva lascia progressivamente
spazio alla posidonia e alle rocce. Non sono comunque da escludere le scogliere artificiali, purché il fondo sia simile a quello descritto. In questi
posti troveremo pesci della famiglia dei Labridi,
donzelle, sciarrani e saraghi di tutti i tipi, come il
fasciato e lo sparlo. Senza contare che di tanto in
tanto potrebbero capitare una spigolotta, un’ora-
Basti pensare al surf casting o alla pesca a fondo,
compreso il beach legering. E, pur essendo un derivato della pesca dagli arenili, il nostro “lancetto” segue una linea propria sia per quanto riguarda l’attrezzatura sia
per terminali e accessori in genere.
Le prede, poi, non
sono proprio le più
ricercate, perché
spesso la pesca a
lancetto ha come
obiettivo la quantità e la cattura da
record rappresenta
un’evenienza rara.
Questo aspetto è
legato alla tipologia del fondale,
abitato da numerose specie che non
raggiungono quasi
mai dimensioni
notevoli. In queste
situazioni, però, le
abboccate arrivano
Il lancetto è una pesca di non eccessive
“zuppa” non manca mai
una dietro l’altra,
pretese ma si presta bene a questo periodo invernale… e la
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trezzo lungo intorno ai 5 metri,
misura adatta ai lanci lunghi e,
allo stesso tempo, a recuperare il
terminale anche su fondali accidentati con minori rischi d’incaglio. L’importante è che la punta
sia molto sensibile, meglio se del
tipo “riportato” in fibra di vetro.
Inoltre, l’azione della canna deve permetterci di lanciare lontano senza rischiare che si romperla ma, allo stesso tempo, l’attrezzo deve risultare leggero per non
stancare il polso, dato che si pesca sempre tenendo la canna in
mano. Un aiuto ce lo può dare
anche il portamulinello, che deve essere posizionato in modo
tale da bilanciare il peso della
canna e permetterci di lanciare
comodamente facendo leva con
le due mani. Per lanciare a 60-80
metri da riva bastano canne leggere e robuste dalla vetta intercambiabile con potenza fino a
100 grammi.
Lenze trecciate
sul mulinello
Nella pesca con il lancetto anche
il mulinello ha la sua importanDi taglia e combattività leggermente superiori a quella della donzella, lo sciarrano è
za: deve essere grosso, con un
l’altra preda principe della pesca con il lancetto
buon rapporto di recupero, potente e dotato di bobina conica
tella o un denticiotto che non hanno resistito al
per un’ottima uscita del filo che si traduce in lanci
pescetto o al verme di mare infilzato sull’amo.
più lunghi. Va caricato con nylon dello 0,30-0,35
oppure con multifili trecciati dallo 0,12 allo 0,14
Canne robuste ma leggere
di diametro. Il multifibra è più usato perché rigido, quindi più sensibile alle tocche dei pesci. I tere sensibili
minali sono a braccioli: se ne montano due, di
Il lancetto può essere praticato con diversi tipi di
lunghezza variabile secondo le prede e in diametri
canne: da quelle per il surfcasting leggero ad altre
dallo 0,15 allo 0,22, collegati ad un trave dello
dedicate alla pesca dalla barca. L’ideale è un at-
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0,25 lungo 60-90 centimetri. Per pesci leggeri
come donzelle e piccoli
sciarrani bastano terminali da 15 centimetri
dello 0,15-0,19 mentre
per i labridi aumentano
a 20 centimetri dello
0,17-0,22 e per saraghi
e sparidi si sale a 30
centimetri di nylon
dello 0,17-0,19.
Ami, accessori
ed esche
Gli ami adatti per il
lancetto sono i nichelati e i bronzati, purché
a gambo lungo, per facilitare l’innesco e la
slamatura delle prede,
di misura 10-14. Per
garantire una perfetta
rotazione degli spezzoni che reggono gli ami
e ridurre i rischi di accavallamento sul trave,
Pescando a non molta distanza da riva, su fondali che degradano progressivamente su rocce e posidonia, la sorpresa più gradita è forse l’incontro con un grosso tordo
possiamo collegare i
braccioli utilizzando
Come accennato, durante l’azione di pesca la candelle perline a doppio foro. Il sistema diventa
na va sempre tenuta in mano, lanci e recuperi si
quasi obbligatorio pescando le donzelle, che roripetono di continuo e il retino si colma in fretta.
teano in fase di recupero e finiscono per ingarbuAnche questa tecnica prevede trucchi e malizie
gliare i braccioli se questi non sono collegati attrapiù o meno catturanti ma ciò che è davvero imverso gli snodi. La piombatura finale va da 40 a
portante è l’esatta stima della profondità, così che
120 grammi in base alla distanza di lancio e alla
le mangiate arrivino subito. Nel caso di abboccata
profondità.
immediata, conviene sistemare una clip sulla boLe esche più usate per questa pesca sono i vermi
bina del mulinello per fermare il filo in uscita
di mare, con il coreano in testa: economico e di
sempre alla stessa lunghezza: in questo modo i
buona resa, attira tutte le specie che abitano i fonlanci successivi andranno tutti sull’obiettivo e sadali di roccia e posidonia. Un’ottima alternativa è
remo sicuri di fare una divertente pescata.
il filetto di calamaro, tagliato a piccole strisce e
Riccardo Zago
“cucito” sull’amo più volte.
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