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NEL PARCO PROTEZIONE CIVILE SI,
RONDE NO
In questi giorni si è molto parlato della necessità delle “ronde” per sopperire a carenze di tipo istituzionale
riguardo la pubblica sicurezza. Si discute molto sulla questione e con perplessità giustificate. Vi è il timore
che si trasformino in piccole milizie di fanatici, magari nemmeno formate da persone che risiedono nel
Comune ove dovrebbero operare e vi è il rischio fondato che esse attraggano i più esaltati spinti dal
desiderio nascosto di mettersi in mostra e di menare le mani. Il Regolamento di attuazione del decreto-legge
del 20.2.2009 che il Ministro dell’Interno dovrà scrivere entro 60 giorni è ancora in gestazione e, se pensato
in modo intelligente, può ridurre questi rischi.
Noi, comunque, crediamo molto nel senso civico da parte dei cittadini e nella loro partecipazione volontaria
per finalità di solidarietà sociale, ma le ronde sono ben altra cosa. Non si può giocare sulle paure e
sull’insicurezze, sui pregiudizi che possono sfociare in violenze e razzismo perché il rimedio è sicuramente
peggiore del male. Facciamo alcuni esempi. Quando eravamo ragazzi non era raro trovare, negli autobus o
nei locali pubblici, un anziano che, se il nostro atteggiamento era inopportuno e sgradevole, ci riprendeva.
Venivamo richiamati all’ordine e se provavamo a replicare c’era una sollevazione di persone adulte che ci
redarguivano imponendoci un comportamento urbano e civile. Questo era ed è senso civico, ma non accade
più. È questo che va ritrovato, non c’è bisogno di vigilanti sui autobus e metropolitane, nei parchi ma di
solidarietà civile. Tutti noi abbassiamo lo sguardo, o ci voltiamo dall’altra parte se il bullo di turno accende la
sigaretta in metropolitana, e se uno prova a lagnarsi è lasciato solo alla mercede dell’arroganza, del
turpiloquio o della violenza. Ci sono oggi, d’avanti alle scuole, molti “nonni” che indossano una casacca
fosforescente e aiutano i bambini ad attraversare, e controllano che non ci siano “orchi” pronti ad infierire.
Ma se un “pirata della strada” passa sulle strisce bianche a tutta velocità, trattengono il bambino e se ci
riescono prendono la targa, come può fare un qualsiasi cittadino, avvisando chi di dovere del pericolo. Non
possono elevare multe o mettersi ad inseguire con la propria auto il pirata. Infine provate in una cittadina
svizzera ad arrotolare un pezzo di carta e a lasciarlo cadere in terra sul marciapiede di fronte a dei passanti,
il loro sdegno e ostracismo vi costringeranno a chinarvi a raccogliere e raggiungere il più vicino cestino dei
rifiuti. Ma questo è senso civico, cioè cultura. Riappropriamoci di quello che è nostro.
Nelle nostre passeggiate domenicali a cavallo nel parco, c’è capitato spesso di incontrare genitori con i loro
bambini e ragazzi. La scena, il più delle volte, è stata la stessa ovvero, sguardi di stupore e meraviglia da
parte dei fanciulli che non avevano quasi mai visto un cavallo così da vicino. La nostra generazione,
almeno, aveva la possibilità di vedere, oltre che i tanti film western e storici, anche una tv dei ragazzi fatta di
Ivanhoe, Rin Tin Tin, Lancillotto e più tardi di Furia, dove il cavallo era un protagonista indiscusso. Inoltre
non era raro vedere per Roma le botticelle. Ma queste ormai sono sempre di meno, anche perché quei
cavalli sono costretti a trascinare su e giù per i sette colli i turisti e non sempre nelle condizioni ideali. La loro
diventa una morte lenta, ma non meno sofferente, tra il veleno dei tubi di scappamento, i sampietrini lisci e
sconnessi, le sirene delle scorte che schizzano ad ogni angolo del Centro e gli oltre 40 gradi di certe
giornate d'estate. Purtroppo ormai la cultura del cavallo sta scomparendo anche nei paesi e nelle campagne
dove le moto hanno preso il loro posto nel cuore dei giovani; infatti non è raro vedere questi arrampicarsi con
i loro bolidi sulle colline tracciando grossi solchi nei sentieri o sulle strade bianche ed interpoderali.
Ecco che il parco dell’Appia Antica e la valle della Caffarella sono “quasi” un’oasi protetta per tutti coloro che
vogliono correre in bicicletta o a piedi, o semplicemente passeggiare in mezzo al verde e alla natura, ma
anche tra siti archeologici di ineguale fascino e bellezza; il parco è anche, per tutti coloro che sono gli
appassionati di equitazione di campagna, un luogo ineguagliabile. In questo particolare contesto, a dicembre
2008 si è costituita una delegazione “Appia Antica” con la specializzazione di operazioni equestri nell’ambito
della Protezione Civile. La delegazione fa parte del ANVVFC
“Volontariato e Protezione Civile”
Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo (www.anvvfc.it). L'Associazione persegue
esclusivamente finalità di solidarietà sociale, tra i suoi obiettivi ci sono: osservazione e monitoraggio
all’interno dei parchi, per rilevare situazioni critiche concernenti, il degrado ambientale, il danneggiamento
dell’arredo urbano e di siti archeologici e artistici, gli insediamenti abusivi e l’insorgenza di possibili eventi di
pericolo (es.:incendi, straripamenti, alberi o rami pericolanti, ecc.) dandone tempestiva ed esauriente
comunicazione agli organi preposti. Vogliamo, inoltre, ridare vita alla cultura e all’uso del cavallo. Non a
caso un altro dei nostri obiettivi, che riproporremo con forza sia ai Responsabili del Parco Regionale
dell’Appia Antica che ai consiglieri del Comune di Roma, è quello di realizzare un ippovia che partendo dai
castelli, seguendo la vecchia storica “regina viarum”, giunga fino al centro di Roma. Il nostro progetto vuole
dare cosi la possibilità di rendere ancor più vivo il Parco con una presenza di cavalli e cavalieri fino al centro
di Roma, il tutto con la massima sicurezza per tutti, riproponendo una cultura del cavallo ormai da troppo
tempo sopita. Giovamento ne trarrebbe il turismo in generale nonché tutti i centri ippici limitrofi e tutti gli
agriturismi e i ristoratori della zona. Chi ama la natura e il cavallo, ma anche andare in bicicletta o effettuare
lunghe passeggiate a piedi ed è interessato al volontariato e alla protezione civile, è invitato ad abbracciare il
nostro progetto, che quindi non ha niente a che vedere con le “ronde”, ma solo con il riappropriarsi del
territorio svolgendo un servizio sociale. Sicuramente, una prima realizzazione di questa Ippovia
coinvolgerebbe l’area che va dalla stazione di Torricola fino al Campidoglio, attraversando buona parte della
area del parco Archeologico, la Via Appia Antica, tutta la Caffarella seguendo un itinerario che passa
davanti ad alcuni bei monumenti della storia di Roma. Forse l’idea che più ci anima nello spingere la
realizzazione di questa strada del cavallo e anche la possibilità che avremo una volta realizzata (nella
maniera giusta, ed in totale sicurezza) di poter far apprezzare alle persone diversamente abili, e della terza
età la bellezza di una passeggiata su di una carrozza trainata da cavalli, attraverso le vestigia di Roma
Antica.
Gianfranco Personè