Si - Il Giornale D`Italia
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Anno IV - Numero 145 - Sabato 20 giugno 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Roma Economia Scuola e gender, oggi in piazza Marino accerchiato pure Sel lo scarica Estate di crisi, turismo a picco Tarzia a pag 3 Sarra a pag 6 A pag 8 UN REATO ANACRONISTICO TORNA A COLPIRE. IN UN PAESE IN CUI SI MUORE DI FAME SI PROCESSA L'OPPOSIZIONE E NON CHI È AL POTERE di Francesco Storace ANCORA... ncora galera per Napolitano? Ma siete impazziti, signori della politica, della magistratura, delle istituzioni? E poi ci si lamenta se il popolo insorge contro la Casta che si perpetua a suon di mazzate giudiziarie. E il giornalismo tace, anziché dare voce alle trombe dell’indignazione. Sto parlando di un combattente di razza, uno del quale avrò detto le cose peggiori per qualche pezzo della mia vita, ma che prova le mie stesse sensazioni di qualche tempo fa. Un pubblico ministero di Bergamo - il nord profondo che ha voluto rappresentare per una vita - ha chiesto che Bossi sverni in galera per la bellezza di diciotto mesi. Diede del “terun”, in pieno ribaltone da Berlusconi a Monti via spread, a Giorgio Napolitano. E tanto basti per pagare una colpa pesantissima. Si deve ridere o incazzarsi? Peggio. Ci fosse stato un giornale ieri a dedicare un corsivetto di prima pagina per dare notizia di questo processo che ha dell’incredibile.... Era fine anno, 2011, il complotto era appena riuscito, Berlusconi buttato giù e Monti, neosenatore a vita, già all’opera con i suoi orribili ministri ad addentare alla gola gli italiani. Il Pdl assiepato sotto al A lusioni sessuali” all’indirizzo di Monti perché di fronte al “vaffa” esploso dal popolo leghista al comizio di Bossi, questi commentò al microfono provocando le solite grasse risate da cummenda “magari gli piace”... Embe’? Per questa autentica sciocchezza si mobilitano le forze dell’ordine? Si commissionano note di polizia? Si mette all’opera il palazzo di giustizia? Si prepara la cella? Vergogna. Indicibile vergogna per questo Paese in cui la gente muore di fame e si processa l’opposizione anziche’ il potere. La sentenza ci sarà il 22 settembre, mentre io attendo ancora il verdetto d’appello per quello che mi riguarda. Il Senato ha approvato la riforma del vilipendio al presidente della Repubblica - anziché eliminarlo - trasformando la reclusione in multa. Ora si sbrighi la Camera ad evitare quest’altra onta al diritto di critica politica. Magari togliendo di mezzo direttamente il reato. Lo si può fare in poche settimane, se Boldrini e Grasso (in caso di meritoria proposta di abrogazione totale della norma vigente) non si mettono di traverso per amor di casta. Ironia della sorte: questa volta, per evitare la galera, per Bossi potrebbe essere proprio Roma a fermare una macchina ridicola che si muove sulle strade di Bergamo. Il pm di Bergamo chiede un anno e mezzo di galera per vilipendio di Bossi verso Napolitano. Sarà Roma a salvare il fondatore della Lega? Colle a servire il nuovo governo e il delinquenziale Ordine europeo, la Lega contro. 29 dicembre, di sera, in un locale affollato, a destra Maroni e a sinistra Calderoli, Umberto Bossi attacca. Doveva tacere? Il centrodestra cadeva nella trappola quirinalizia, Berlusconi si innamorava del carnefice e chi voleva ANCHE COPENAGHEN SVOLTA A DESTRA rappresentare chi si opponeva doveva restare muto? Niente affatto, le immagini su YouTube sono eloquenti. Col sorriso su un volto pur offeso dalla malattia, il fondatore della Lega disse al suo popolo - era un comizio e non una messa - “mandiamo un saluto al presidente della Repubblica” se- guito da ovazioni non proprio di consenso verso il Colle e da quel “terun” che ti fa venire voglia più di uno sganassone che di un anno e mezzo di galera. E poi, non se l’era meritato l’attacco, il presidente della Repubblica? Addirittura gli inquirenti hanno depositato nel processo tracce di “al- IMMIGRATI? PER I NOSTRI RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI TUTTO SI RIDUCE A PASSERELLA Riecheggia l’Eco della solita Boldrini Renzi ‘tratta’ con i francesi assieme allo scrittore, la presidente nega l’emergenza DANESI E CONTENTI Pasquini Peruzzi a pag 5 di Igor Traboni he ci volete fare, siamo cronisti un po’ così. Forse per questo ieri abbiamo clamorosamente ‘bucato’ la notizia del deragliamento di una Freccia Fs sul Roma-Milano. Perché solo così si può spiegare il fatto che la presidente C Laura Boldrini ieri in realtà non abbia mai messo piede e tailleur nella stazione milanese, mentre quella signora che si aggirava tra giornalisti, fotografi e qualche immigrato, al massimo era una controfigura. Suvvia, non possiamo credere che la ‘vera’ presidente della Camera ieri non si sia accorta del girone infernale cui è ridotta la stazione di Milano, da giorni invasa dagli immigrati. D’accordo, le avranno fatto vedere solo determinati aspetti, come si conviene alle visite istituzionali. Però, dai, davvero la presidente in questi giorni non ha mai fatto zapping oltre Rai 3 e non ha visto le vere immagini della stazione di quella che una volta – in epoca pre-pisapiana – era la capitale morale d’Italia? Nel caso, non crediamo che ieri avrebbe pronunciato queste parole: “La questione dei migranti va gestita con strategia e sobrietà e senza inutili allarmismi. Questa non è un’emergenza”. Infatti, è un dramma. Come è un dramma la vicenda di Ventimiglia, con centina di immigrati respinti dai francesi. Di grazia, oggi Renzi si degnerà finalmente di incontrare Hollande (sulla passerella dell’Expo, mica in riva al mar Ligure). Per affrontare meglio il tema, Matteo e Francois avranno accanto un ‘intellettuale’ per uno: Hollande porterà Jack Lang , il socialista ex ministro della Cultura che i francesi ricordano per averne combinate più di Carlo (in Francia, per l’appunto). Renzi sfilerà con Umberto Eco, il semiologo ovviamente organico alla sinistra, che l’altro giorno ha detto peste e corna di quelli che vanno in Rete. Per uno come Fonzie-Matteo, che finora ha ‘governato’ a cinguettii di twitter, non c’è male come scelta. Tafazzi non avrebbe saputo fare di peggio. 2 Sabato 20 giugno 2015 ATTUALITA’ RENZI NON S’ARRENDE SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA E CONVOCA I SUOI PER EVITARE DI FARSI… BOCCIARE ANCORA Dietro la lavagna rispunta il voto di fiducia Si riaffaccia questa eventualità, smentita in precedenza dal premier, per salvare il salvabile CON IL MINISTRO MARTINA CAPOCORDATA di Igor Traboni ta diventando l’ennesimo tallone d’Achille del sempre più claudicante governo, questa riforma della..riforma della scuola. E così Matteo Renzi, che sulla partita dell’istruzione si sta giocando gran parte di quel poco di credibilità che ancora mantiene tra un tweet e un’intervista in tv, prova a dare una sferzata al cammino del ddl, provando ad accelerare al massimo il lavoro in commissione (che in realtà doveva essere già iniziato, mentre se ne riparlerà solo martedì prossimo), coinvolgendo anche il resto della truppa partita. Così da riuscire a chiudere quanto prima e riuscire nell’impresa – finora titanica – di sbloccare le centomila assunzioni promesse. Ieri il premier-segretario, sempre più in questa sua seconda funzione partitica, ha così riunito i parlamentari pd, presenti tra gli altri anche il ministro della pubblica istruzione Stefania Giannini (com’è normale che fosse, anche se l’ex montiana è sempre più in disparte) e l’onnipresente ministro delle Riforme Maria Elena Boschi “Da parte del governo e dei gruppi parlamentari c’è l’intenzione di andare avanti rapidamente, nei tempi previsti, anche per fare le assunzioni”, ha detto il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato, appena nominato e subito alle pre- I Pd di lotta e di governo si fanno un’altra corrente S on che tra i dem ci fosse qualcuno che ne sentisse particolarmente bisogno, ma nel Pd da ieri c’è una nuova corrente e il suo leader è quel Maurizio Martina che, se come ministro dell’Agricoltura sta lasciano poche tracce, evidentemente cerca di far parlare di sé da un punto di vista partitico. Questa nuova area interna del Pd si chiama 'La sinistra è cambiamento'. E immaginiamo si tratti soprattutto di un auspicio, visto che al governo finora han cambiato poco o nulla. Insomma, un "progetto nel solco del Pd" che riunisce esponenti della minoranza dem più dialogante, come la definiscono gli stessi proponenti, che ieri si sono ritrovati per presentarla, tra deja vu e semisconosciuti; tra gli altri, c’erano Cesare Damiano, Paola De Micheli, Franco Pizzetti, Micaela Campana, Enzo Amendola, Michele Meta, Francesco Russo, Matteo Mauri. "La sfida del Pd è la sfida del Paese, dobbiamo essere più forti delle nostre divisioni per rispondere alla domanda di cambiamento che c'è nel Paese", ha spiegato il ministro Martina, ag- N se con questa grana, al termine dell’incontro a palazzo Chigi. “Ci sarà un lavoro di miglioramento del testo al Senato, per fare tutto nel miglior modo possibile anche chiedendo la collaborazione dell’opposizione perché sulle assunzioni c’è un interesse comune – ha detto ancora Rosato, per poi aggiungere che “sul provvedimento ci può essere un confronto nel merito, perché con tremila emendamenti le assunzioni non si possono fare ma c’è solo la volontà di affossare il provvedimento”. E così, a quanto si apprende, lavo- reranno fino all’ultimo respiro, o quasi, i relatori per presentare martedì in commissione al Senato un pacchetto di modifiche al ddl scuola che possa soddisfare un po’ tutti. Ma se la proposta di mediazione e dialogo non verrà accolta, e i gruppi manterranno quindi il ‘fardello’ dei 3.000 emendamenti, non si esclude di portare in Aula il testo dei relatori e mettere la fiducia già giovedì o venerdì. Quel voto che invece Matteo Renzi aveva detto in più occasioni di voler evitare. Quando ancora la riforma della scuola sembrava una cosa fattibile. E seria. giungendo che: "Noi siamo perché il confronto sia sempre aperto ma anche per portare a compimento le riforme che il Paese aspetta da tempo e vogliamo contrastare chi vuole logorare il governo". Insomma, di lotta e di governo. Come usava una volta. E subito tanta carne al fuoco, forse troppa, con 50 tappe di ascolto nei territori partendo da 5 proposte concrete su partite Iva (riduzione aliquote) e Jobs act (incentivi strutturali al contratto a tutele crescenti), Scuola (sì a riforma e assunzioni), Riforme istituzionali (Senato modello Bundestrat) e un Forum nazionale sul partito. Ig. Tr. MARTEDÌ 30 GIUGNO A ROMA IL PRESIDENTE DELLA CAMPANIA OSTENTA SICUREZZA: “NON C’È E NON CI SARÀ ALCUN VUOTO DI POTERE” ForumDestra: 14 sigle per un nuovo appello De Luca al lavoro, in barba alla legge Un Appello e un Patto rivolto a tutti coloro che hanno a cuore il progetto di una nuova Casa comune della Destra. È questo l’obiettivo del seminario intitolato “NUOVA, VERA, UNITA: un Progetto per la Destra italiana” che si terrà martedì 30 giugno, dalle ore 10.30 alle15.00, presso la storica sede di Palazzo Wedekind, in Piazza Colonna a Roma. Ad organizzarlo 14 sigle della destra diffusa riunite attorno alla piattaforma web forumdestra.it : ASI, Comitati Tricolore, Fondazione “Italiani per l’Italia”, Istituto “Nova Civitas”, Lista Musumeci, Mezzogiorno Nazionale, Nazione Sovrana, Nuova Alleanza, Nuove Prospettive, Prima l’Italia, Pronti per il Sud, Rotta Futura, Scuola Politica, Valore Comune. “Vogliamo azzerare ogni rendita di posizione - hanno dichiarato i promotori di ForumDestra per garantire la massima trasparenza e rappresentatività in tutte le scelte da compiere per costruire la Casa comune della Destra. Non basta aggregare un’area politica che non può continuare a rimanere dispersa, dopo la diaspora cominciata con lo scioglimento di Alleanza Na- “ zionale. E’ necessario rigenerare la partecipazione politica, superando la logica dei partiti personali, dei cerchi magici e dei poteri forti. La sfida è costruire una Destra di identità e di governo che colmi il vuoto che oggi esiste tra il populismo grillino, gli equivoci padani della Lega e l’area del centrismo liberale e popolare. Vogliamo contribuire a ricostruire il centrodestra su basi radicalmente nuove, con battaglie di vera opposizione e di alternativa credibile al governo Renzi”. Hanno finora aderito al seminario: Claudio Barbaro, Luca Bellotti, Francesco Biava, Carmelo Briguglio, Guido Castelli, Giovanni Dima,Michele Facci, Daniele Franz, Mario Landolfi, Livio Marrocco, Roberto Menia, Marcello Meroi, Bruno Murgia, Domenico Nania, Ruggero Razza, Enzo Rivellini, Michele Saccomanno, Giuseppe Semeraro, Giuseppe Scalia, Salvatore Tatarella, Oreste Tofani, Alessandro Urzì, Pasquale Viespoli, Gianluca Vignale, Vincenzo Zaccheo, Marco Zacchera. Previsti gli interventi di saluto di Gian Marco Chiocci, Direttore de “IlTempo” e Franco Mugnai, Presidente della Fondazione Alleanza Nazionale. Ancora nessuna sospensione, opposizioni contro Renzi che rischia di finire sotto inchiesta di Marco Zappa incenzo De Luca se ne frega. Tira dritto. Indossa lo scudo riservatogli da Renzi e prova a schivare i colpi. Ostentando perfino sicurezza. Col governo che rimane in silenzio, ignorando la legge. Ma chi tace, il modo di dire, acconsente. Nessuna sospensione, tantomeno dimissioni. I “cittadini campani – assicura il neo presidente – possono stare tranquilli. Non c’è e non ci sarà nessun vuoto di potere. Tutto procede rego- V larmente, come previsto dalla legge”. Quella del Pd, forse. Che continua a difendere a spada tratta il suo esponente. O magari quella dell’esecutivo, giustizialista coi “nemici” politici e garantista solo con i suoi. Dopo la proclamazione a governatore da parte della Corte d’Appello di Napoli, l’ex sindaco di Salerno, condannato in primo grado a un anno per abuso d’ufficio, andava fermato immediatamente. Perché “sospendibile”, da parte del prefetto, ai sensi della legge Severino. Ma è ancora al suo posto. Eppure si tratterebbe di un provvedimento automatico come previsto dalla tanto discussa norma che vieta ai condannati di esercitare una funzione pubblica. Il premier continua a congelare una questione non più rinviabile. E non è detto che presto non possa decidere di presentare una modifica alla normativa del 2012 provando a risolvere il problema in Parlamento. Ma rischia di ustionarsi. Perché le opposizioni sono compatte e fanno scudo. Per il centrodestra e il M5s, De Luca è già in “fuori gioco”. Con i pentastellati che chiedono al Rottamatore di prenderne atto immediatamente, “disponendo gli atti necessari se vuole evitare una denuncia”. Il primo ministro rischia dunque di finire sotto inchiesta per abuso d’ufficio. Con diversi schieramenti pronti ad allearsi per lanciare una sfida totale a Palazzo Chigi. De Luca continua a non curarsi dei nemici, guarda e passa, potremmo dire. Spiega che “la campagna elettorale è finita. C’è chi pensa a timbri, ricorsi, carte bollate. Io penso al lavoro”. Un lavoro, quello di governatore, che la legge dovrebbe però impedirgli di esercitare. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 20 giugno 2015 ATTUALITA’ OGGI TUTTI IN PIAZZA SAN GIOVANNI A ROMA PER FERMARE LE IS TANZ E L GBT E IL DDL CIRINNÀ Difendiamo i nostri figli: stop gender nelle scuole D di Olimpia Tarzia a anni assistiamo al tentativo di imporre la cultura del gender per assecondare le pressanti richieste del mondo Lgbt, lobby ben strutturate, che si avvalgono anche dei contributi delle istituzioni, per finanziarie campagne che mirano ad alterare profondamente la visione della persona, della famiglia, della società. Vedi, ad esempio, le iniziative del Comune di Roma contro il bullismo omofobico, che si avvalgono di ‘esperti’ rappresentanti del mondo Lgbt. Ovviamente le persone omosessuali devono essere rispettate e devono essere loro riconosciuti pari dignità e diritti, ma questo non significa promuovere proposte sedicenti educative legate alla “teoria del gender”. In Parlamento, il ddl Cirinnà, spalanca le porte al gender e mette in discussione principi etici e valori generali ampiamente riconosciuti e condivisi, mirando a costruire autoritariamente la morale attraverso la legge. Alla Regione Lazio, grazie al bando “Per la realizzazione di progetti finalizzati alla promozione dei diritti umani e alla lotta all’omofobia destinato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del Lazio”, di iniziativa dell’assessorato Formazione, Ricerca, Scuola, Università, per l’anno scolastico 2014- ’15, sono stati destinati finanziamenti a realtà dichiaratamente Lgbt, che hanno l’obiettivo di introdurre nelle scuole l’ideologia del gender. In passato iniziative simili dell’assessorato (vedi il bando “Fuoriclasse”), sono già state oggetto di una mia interrogazione in Consiglio, con la quale chiedevo appunto chiarimenti circa le modalità di selezione dei progetti presentati. Lo stravolgimento antropologico e della legge naturale che la propaganda del gender porterà negli anni futuri, avrà ricadute sociali, culturali, legislative inimmaginabili. Il ‘colonialismo ideologico del gender’, come lo ha giustamente definito Papa Francesco, che sta sempre più diffondendosi nelle scuole (a par- tire dall’asilo!), porta ad imporre che l’espressione “famiglia naturale” non si debba più usare, né si possa più affermare che un bambino, per un suo armonioso sviluppo, ha bisogno di un padre e una madre; non si potrà più parlare di mamma e papà, perché sarebbe discriminatorio, ma di genitore 1 e genitore 2, né si potrà utilizzare l’espressione “utero in affitto”, perché dispregiativa ed andrà sostituita con “gestazione di sostegno”. Si vuole imporre una cultura intrisa di relativismo etico e di individualismo assoggettato al mercato, dove il desiderio viene considerato un diritto, dove da un lato si proclamano i diritti dell’infanzia e la dignità della donna, e dall’altro si incoraggia la demolizione dell’unico baluardo della tenuta sociale quale è la famiglia. Tutto ciò non è più tollerabile: urge un risveglio delle coscienze ed una mobilitazione generale. E allora, oggi a San Giovanni, tutti in piazza per fermare le istanze Lgbt e il ddl Cirinnà! Attendiamo famiglie da ogni parte d’Italia, perché sono le famiglie che hanno per prime la responsabilità educativa dei propri figli e devono per prime adoperarsi affinché le leggi e le istituzioni le sostengano e le difendano, altrimenti esse, come affermava S.Giovanni Paolo II, ‘saranno le prime vittime’ del drammatico stravolgimento antropologico in atto. NELL’INCHIESTA SUL CRAC SPUNTA UN’INTERCETTAZIONE CHE RISCHIA DI PROVOCARE UN TERREMOTO IN VATICANO Divina Provvidenza, nel mirino il cardinal Versaldi MIGLIAIA DI AGENTI PRONTI AD ESSERE MILITARIZZATI, DITO PUNTATO CONTRO IL GOVERNO Forestale con i Carabinieri? Polemica sulla “fusione” di Marco Zappa ancora incerto il destino degli uomini del Corpo Forestale. Ma le voci che continuano a rincorrersi parlano sempre più insistentemente di un imminente accorpamento con l’Arma dei Carabinieri. Uno scenario che quasi fa rabbrividire i diretti interessati, che se proprio devono confluire da qualche parte preferiscono una “fusione” con la Polizia di Stato. Tant’è, il dato sembra essere tratto. Nessun annuncio ufficiale, solo indiscrezioni. Che però non hanno provocato alcuna smentita. Monta la polemica con il segretario nazionale Funzione Pubblica della Cgil, Salvatore Chiaramonte, che punta il dito contro l’esecutivo: “L’ipotesi sempre più insistente che gira nei corridoi di palazzo, e promossa dal governo, è assolutamente intollerabile. Il Corpo Forestale ha una sua specializzazione sul settore ambientale che non ha nulla a che fare con i compiti di natura ‘istituzionale’ dell’Arma. Stiamo ancora aspettando la convocazione di un confronto. La nostra è una contrarietà È che non ci vede soli. Abbiamo al nostro fianco tutte le organizzazioni sindacali di settore e diverse forze politiche. Eppure questo progetto nefasto continua ad andare avanti, senza alcuna spiegazione accettabile, logica”. Ci si appresta dunque a militarizzare migliaia di agenti. Una scelta che andrebbe in controtendenza perfino con il buonsenso. Piccoli spiragli per provare a sistemare una “partita” che ad oggi sembra essere chiusa. Gli ottomila uomini con la divisa verde e le 1.000 stazioni disseminate nelle località minori del Paese, interessavano e molto alla Polizia di Stato, che probabilmente dovrà arrendersi. Trattasi di una decisione politica, destinata a far discutere. Con il probabile accorpamento che dovrebbe prevedere pure un iter di “militarizzazione” visto che il Corpo Forestale è una forza di polizia ad ordinamento civile. Specializzato, peraltro, nel settore ambientale. La sfida è entrata nei minuti di recupero. Si tenta l’ultimo assalto per evitare la frittata proprio al 90°. Basterà un’acrobazia per rimettere i “giochi” in sesto? Il prelato, che non è indagato, avrebbe suggerito al manager Profiti di non dire al Papa di una presunta distrazione di fondi pubblici, pari a 30 milioni di euro, a favore dell’Idi di Marcello Calvo i arricchisce dell’ennesimo colpo di scena l’inchiesta sul crac della casa di cura Divina Provvidenza, per cui sono stati chiesti gli arresti domiciliari per il senatore Ncd Antonio Azzolini. Spuntano nuove intercettazioni choc dalle quali emergerebbe una volontà di nascondere a Papa Francesco una presunta distrazione di fondi pubblici destinati all’ospedale pediatrico Bambino Gesù in favore dell’Idi. Con l’affaire che rischia di provocare un terremoto in Vaticano. Nelle telefonate captate dagli inquirenti, agli atti dell’inchiesta della Procura di Trani, spunta il nome del cardinal Giuseppe Versaldi, ora prefetto dell’Educazione Cattolica. Che in una conversazione (del 26 febbraio 2014) registrata con il manager Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesù e commissario straordinario della Provincia italiana dei Figli dell’Immacolata, chiede di tacere al Pontefice su 30 milioni (oltre altri 50) da indirizzare all’Idi. E assegnati al Bambino Gesù dalla Legge di Stabilità ma da utilizzare – secondo gli inquirenti – nelle intenzioni dei due per un’altra struttura sanitaria, l’Istituto dermopatico dell’Immacolata, in Amministrazione S Straordinaria e al centro di un’altra indagine giudiziaria. Lo scopo – sostengono i pm – sarebbe quello di far riacquisire l’Idi, che prima era della provincia italiana dei Figli dell’Immacolata, alla Congregazione religiosa generale, utilizzando risorse provenienti dal nostro Stato. Per la procura di Trani tali risultanze dell’inchiesta sono rilevanti per comprendere il modus operandi nel caso dell’Idi che troverebbe un parallelo pure per quanto accertato a proposito della bancarotta delle case di cura pugliesi della Divina Provvidenza, anche qui con Profiti nel presunto ruolo di trait d’union. Nell’inchiesta coordinata dai pm pugliesi, che finora ha portato a dieci misure cautelari fra cui, come già detto, la richiesta di arresto per Azzolini con la Giunta per le Immunità al Senato che il 24 giugno esprimerà il primo voto, il cardinal Versaldi non è comunque indagato. Tant’è, presto potrebbe finire sotto inchiesta. Oltre che nel mirino di Papa Francesco, che vorrà capire per filo e per sogno come sono andate realmente le cose. Prima di prendere eventuali e possibili decisioni. 4 Sabato 20 giugno 2015 ATTUALITA’ UNO SU 7 NASCE E CRESCE IN CONDIZIONI DI INDIGENZA ASSOLUTA: ECCO I DATI DELL’ULTIMO RAPPORTO Sempre più bambini poveri in Italia Ma il governo ancora non ha dato attuazione al Piano nazionale per l’infanzia E’ SCONTRO SU ALCUNI PASSAGGI DEL TESTO U n bambino su 7 in Italia nasce e cresce in condizioni di povertà assoluta, uno su 20 assiste a violenza domestica e uno su 100 è vittima di maltrattamenti. E questi sono solo alcuni dei dati che emergono dall'ottavo Rapporto di monitoraggio sull'attuazione della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, presentato alla presenza del ministro del Lavoro Poletti. Un bambino su 20 vive in aree inquinate e a rischio di mortalità; uno su 50 – si legge ancora nel Rapporto - soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all'età dell'ingresso nella scuola primaria e uno su 500 vive in strutture di accoglienza; 8 bambini su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell'età compresa tra i 3 e i 5 anni. "Parlare di infanzia – ha detto Arianna Saulini di Save the Children - non mette tutti d'accordo, come si potrebbe pensare, soprattutto quando si parla di risorse. Quello che chiediamo al ministro è di impegnarsi nelle politiche per l'infanzia: la crisi si affronta partendo da questo”. Diritti dei minori adottati: legge avanti a piccoli passi di Rita Di Rosa I Intervistata da Radio Vaticana, la Saulini ha poi aggiunto: “Prima di tutto, c’è un’aspettativa che il Piano nazionale infanzia venga adottato entro il 2015; ma c’è anche l’aspettativa che al piano vengano affiancate idonee risorse; così come ci aspettiamo che siano chiaramente identificati i soggetti responsabili delle azioni. E’ stata annunciata anche l’imminente adozione di un piano di contrasto alla povertà; le aspettative dell’associazione del Gruppo Crc è che questo piano contenga una particolare attenzione rispetto alla povertà minorile, proprio perché l’infanzia è la fascia della popolazione più colpita dal- GETTONATE ANCHE GRECIA E MALTA E dopo la maturità? Vacanze in Spagna iro di bora per i 489.962 maturandi che hanno già sostenuto le prime due prove di esame. Lunedì 22 giugno sarà la data della terza prova, prima dell’orale. Poi, finalmente per loro inizierà ufficialmente l'estate. E cosa c'è meglio di un viaggio per festeggiare la fine degli esami e quell'impagabile senso di liberta? Per questo PaesiOnLine, portale leader nel settore viaggi e turismo, ha deciso di dare qualche idea ai maturandi, analizzando le esperienze di chi il "viaggione post diploma" lo ha già fatto. Per il 40% degli utenti del portale, la caratteristica principale della destinazione è che offra una movida sfrenata con feste fino all'alba, il 35% vuole divertirsi, certo, ma in località che offrano sole e mare cristallino. Solo il 12% sceglie viaggi studio, coniugando divertimenti e possibilità di imparare o perfezionare una lingua straniera. La prima destinazione è la Spagna, e le località migliori sono la Costa Brava, in particolar modo Lloret de Mar, per la G l figlio non riconosciuto alla nascita potrà chiedere al Tribunale dei minori, ma solo una volta compiuti i 18 anni, di conoscere l’identità dei propri genitori biologici. Questo prevede in sintesi la legge approvata in prima lettura alla Camera con 307 sì e 22 voti contrari, mentre in 38 si sono astenuti. Ora il testo passa al Senato, dove si prevede un confronto non dei più semplici. Intanto arrivano le prime reazioni e l’Anfaa, l’Associazione che riunisce le famiglie adottive e affidatarie, parla di decisione inaccettabile. A livello politico, il centro-sinistra non si smentisce e montano le divisioni anche su questa materia, con quella che è stata definita anche una sorta di “strana alleanza” tra Gian Luigi Gigli (Per l’Italia-Cd e presidente del Movimento per la vita) e Daniele Farina (esponente dei vendoliani di Sel e già leader del Centro Leoncavallo): per tutti e due quale il 40% delle recensioni postate è stata scritta da utenti appartenenti alla categoria "giovani", ma anche le Baleari, Ibiza in primis, dove i "giovani" tra gli utenti del portale raggiungono addirittura il 45%, e dove si trovano due delle discoteche più in voga tra i giovani: il Pacha, a Ibiza, e Tito's, a Palma de Mallorca. Grecia scelta dal 40% di chi cerca "sole e mare". Le preferite secondo il portale sono Mikonos, Kos e Skiathos, dove un terzo degli utenti che le ha scelte è "giovane". Per gli amanti della musica hardcore, invece, la scelta migliore è indubbiamente Creta. Restando più vicino a casa, un'ottima scelta può essere Malta o la Croazia. Malta, e in special modo la capitale Valletta, è popolata tutto l'anno da giovani e studenti, e, proprio per questo, feste e locali notturni non mancano mai. Anche la Croazia offre un'interessante e sfrenata movida notturna, oltre a poter vantare limpide acque azzurre, scelta dal 10% di chi dà priorità a "sole e mare". l’incremento della povertà. Ci aspettiamo anche che ci sia una maggiore chiarezza rispetto ad alcuni dati: in particolare, non è ancora andata a regime la banca dati dei minori dichiarati adottabili e delle coppie disponibili all’adozione. Questo significa che a oggi, in Italia, dei 29 Tribunali per i minorenni, solo 11 sono andati a sistema e quindi che c’è un’incertezza e poca chiarezza rispetto al numero dei minori che sono dichiarati adottabili e che ancora non lo sono e sulle cause di questo”. Insomma, resta davvero molto da fare. Perché poco, pochissimo, è stato finora fatto per i nostri bambini. c’è il rischio che l’approvazione della legge finirà per aumentare gli abbandoni di neonati. E solo l’introduzione della possibilità per la donna di esprimere la sua contrarietà all’ipotesi di essere contattata dal tribunale (il cosiddetto "contact veto") alla fine ha permesso di arrivare all’accordo. “Ma l’apertura più grave – ha detto Frida Tonizzo dell’Anfaa – riguarda la possibilità di accedere ai dati dopo il decesso della madre, anche di fronte alla sua scelta di parto in anonimato. Un vero e proprio oltraggio alla memoria che, dal punto di vista umano, prima ancora che giuridico, è di una gravità assoluta. Senza considerare che questa decisione pregiudica la nascita di tanti bambini»”. Secondo Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio, la legge colma un vuoto legislativo, conciliando il dirotto della madre biologica di mantenere la segretezza e quello dei figlio di sapere chi lo ha generato. Eurosky Tower . L’investimento più solido è puntare in alto. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. 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CON ATENE DELLA CHE FA UN S ICURE ASSISTZ ZALLE A E “COLOMBE” DE L L’INT E GRAZ TEDESCHE IONE E UROPE A Danimarca, la Patria chiama e il popolo risponde Vele tese e virata verso destra, è qui che i danesi scelgono di andare: per Rasmussen 90 seggi su 179 di Claudio Pasquini Peruzzi lle elezioni politiche di giovedì 18 giugno ha vinto la coalizione di centro-destra guidata dal liberale Lars Lokke Rasmussen (leader del Venstre) il quale dopo quattro anni dal suo ultimo mandato (2009-2011) torna a presiedere il governo nazionale con 90 seggi su 179. Il partito Social Democratico della candidata uscente Helle Thorning-Schmidt rimane il primo partito del paese con il 26,3% dei voti ma deve arrendersi davanti alla forte e coesa coalizione di centro-destra. La Schmidt riconosce la sconfitta e annuncia le sue dimissioni da leader del partito. I socialdemocratici erano al governo dal 2011 quando il blocco di centro-sinistra aveva ottenuto 92 seggi, suddivisi fra i socialdemocratici, i social-liberali e i socialisti. Il dato sorprendente che emerge dagli esiti dell’elezione è il successo politico storico raggiunto dal Partito del Popolo Danese che ottiene il 21,1% dei consensi e 37 seggi (registra un aumento dell’8,8% rispetto alle elezioni nazionali del 2011) diventando il primo partito di destra del paese. Infatti, senza il sostegno del Partito del Popolo Danese di Kristian Thulesen Dahl (successore della storica fondatrice del partito Pia Kjaersgaard), il partito liberale Venstre, il quale ha ottenuto il 19,5% dei voti e 34 seggi, non avrebbe avuto i numeri sufficienti per sconfiggere i A socialisti e approdare al governo. Soddisfatto e pronto per il nuovo mandato Rasmussen che esordisce dicendo che “c’è una maggioranza che ritiene che la Danimarca abbia bisogno di un nuovo governo e ci ha dato la possibilità di riprendere quelle chiavi”. Non mancano i complimenti del segretario della Lega Nord Matteo Salvini che in maniera ironica esprime il proprio entusiasmo: “Anche in Danimarca il partito ‘populista e xenofobo’ vola, superando il 20% dei voti alle elezioni. Mi chiedo perché chi vuole vivere tranquillo, lavorare e controllare l’immigrazione diventa populista e xenofobo”. La campagna elettorale che ha caratterizzato le elezioni, e di conseguenza determinato gli esiti, si è concentrata sul problema dell’immigrazione, della sicurezza, e dell’integrazione europea, temi su cui la destra si è dimostrata intransigente e categorica trovando terreno fertile nell’elettorato danese. Se si considera la performance politica del Partito del Popolo alle ultime elezioni europee del 2014, dove aveva ottenuto uno storico 26,6%, e alle recenti elezioni nazionali, il partito di destra è indubbiamente ai vertici della classifica a dimostrazione del fatto che le battaglie contro l’immigrazione e le politiche monetarie dell’Unione Europea vengono premiati dal popolo. Il successo politico del Partito del Popolo è paragonabile a quello del Front National di Marine Le Pen, ovvero un partito che è riuscito negli anni ad aumentare il proprio radicamento territoriale (e anche oltre) percependo le esigenze e i bisogni reali dei loro rispettivi cittadini. La destra danese, come il FN in Francia, è una realtà politica e sociale la quale non può e non deve essere ignorata. Da oggi il partito è nelle condizioni di attualizzare il suo programma politico, ovviamente con gli accordi degli alleati, incominciando dall’opposizione all’immigrazione di massa e dal rifiuto del sistema di redistribuzione dei migranti stabilito dall’UE facendo appello alla clausola di esclusione che, come il Regno Unito e l’Irlanda, le permette di cessare le accoglienze. Poi si andrà avanti. No a una società multietnica e multiculturale che “sarebbero un disastro nazionale”, no all’integrazione europea perché la Danimarca deve rimanere danese. I partiti euroscettici e nazionalisti continuano a raccogliere consenso in giro per l’Europa affermando le loro ideologie: Identità nazionale, stato sociale, difesa dell’integrità territoriale, meno UE e più nazione. L’UE trema. Soffia un vento di destra in Danimarca. La patria chiama e il popolo risponde. TSIPRAS: "SVILUPPO POSITIVO VERSO L’ACCORDO" - MERKEL: "NEGOZIARE FINO ALL'ULTIMO MINUTO" Grecia, questione rimandata (ancora) a lunedì Tra due giorni il vertice, secondo Il Sole 24Ore dichiarare lo stato di insolvenza sarebbe il male minore di Emma Moriconi a Grecia cammina ancora sui carboni ardenti, la situazione è in continuo rinvio, ma secondo Tsipras il vertice politico di lunedì prossimo sarà decisivo, lo ha infatti definito "uno sviluppo positivo nel percorso verso l'accordo", secondo quanto diffuso da Bloomberg. "Ci sarà una soluzione - ha detto il premier ellenico - nel quadro delle regole Ue e della democrazia che permetterà alla Grecia di tornare alla crescita". E ancora: "Tutti quelli che hanno scommesso sulla crisi e su uno scenario di terrore dovranno riconoscersi in errore". A convocare il vertice il presidente del Consiglio Ue Tusk, secondo il quale sarebbe "giunto il momento di affrontare urgentemente la crisi greca al più alto livello politico". L Secondo quanto ha detto il leader di Syriza al quotidiano austriaco Kurier, "l'uscita della Grecia dall'euro sarebbe la fine dell'Eurozona". E Il Sole 24Ore in un articolo dello scorso 15 giugno ha analizzato la vicenda chiedendosi cosa in fondo abbia da perdere la Grecia qualora uscisse dall'Ue. Secondo il noto quotidiano economico, Atene ha due scenari davanti a sé: accettare l'offerta dei creditori da una parte, abbandonare l'Eurozona dall'altra. Nel primo caso "acconsentirebbe a un aggiustamento di bilancio dell'1,7% del pil nell'arco di sei mesi" e secondo uno studio di Martin Sandbu, rielaborato dall'articolista, la Grecia in quattro anni arriverebbe ad un rapporto debito/pil vicino al 200%, dunque accettare per Atene significherebbe uccidere l'economia e, dall'altra parte, costituirebbe un suicidio politico per Tsipras (che non solo mancherebbe così facendo alla parola data in campagna elettorale ai suoi elettori, ma lancerebbe il Paese verso lo sfacelo economico). Sempre secondo Il Sole, lo scenario opposto è di gran lunga migliore per gli ellenici perché intanto non dovrebbe più sottostare agli aggiustamenti di bilancio, poi certo dovrebbe provvedere ad un aggiustamento, un anno di sacrificio e poi si prospetterebbe una ripresa all'orizzonte. Dunque secondo il quotidiano economico la Grecia potrebbe dichiarare lo stato di insolvenza nei confronti di tutti i creditori ufficiali e sui prestiti bilaterali ricevuto dai creditori europei continuando a rifondere i prestiti privati per riguadagnare accesso ai mercati entro pochi anni. Il quotidiano con- sidera anche il fatto che quella greca è un'economia relativamente chiusa, per tre quarti basata sul pil e il quarto rimanente è oltretutto basato prevalentemente sul turismo, che beneficerebbe della svalutazione. Se questo è lo scenario che ha in mente il Governo di Atene è difficile a dirsi, fatto sta che intanto Tsipras va a trovare Putin e realizza un accordo con la Russia per la realizzazione di un gasdotto: il Turkish Stream passerebbe sul territorio greco e Mosca fornirebbe ad Atene un prestito pari al 100% dell'importo del gasdotto stesso. Angela Merkel, dal canto suo, fa sapere che negozierà con Atene" fino all'ultimo minuto" e Hollande intende "fare di tutto per trovare un compromesso". Intanto un miliardo di euro è stato ritirato dalle banche elleniche nella sola giornata di venerdì e nel corso della settimana si parla di una cifra che arriva quasi a 3 miliardi, un "fenomeno" che è stato descritto come "legato ai timori sul raggiungimento di un accordo tra Atene e i creditori" ma che sarebbe "calmo e graduale". Dalla banca centrale greca nessun commento, mentre la Bce ha riunito d'emergenza il direttivo per discutere la questione. LA PICCOLA NAZIONE STA DIVENTANDO ORAMAI UN PUNTO NEVRAL GICO, AL L E PORT E DE L L’E UROPA Immigrati e interessi atlantici: il caso Macedonia di Tatiana Ovidi entre tutte le luci del mondo sono puntate sugli sbarchi di profughi e clandestini, pochissimi si rendono conto del vero problema dell'Europa legato all'immigrazione. Barconi e Mediterraneo sono una "fals flag". Cosa vuol dire? In gergo militare "una falsa bandiera" è un falso problema, un obiettivo creato ad arte per distrarre il nemico. Da cosa ci distrae? M Questo ci porta a credere che gli immigrati siano solo quelli che sbarcano sulle nostre coste, invece questi rappresentano solo il 30% dei clandestini che stanno invadendo l'Italia e l'Europa. L'altro 70%, guarda caso, entra dalla Turchia per dirigersi verso il Kosovo, la Bosnia ed ora anche la Macedonia, tutte zone islamiche, sotto il patronato americano e piene di jihadisti. Molti di questi entrano in Italia, molti altri vanno verso l'Ungheria, le due nazioni oggi più soggette ad immigrazione. Proprio perché oggi è diventato un nuovo canale per l'immigrazione e per le sue politiche sovraniste e filorusse, la Macedonia è diventata una nuova bomba ad orologeria nel cuore d'Europa. Secondo l'intesa raggiunta a Skopje lo scorso 2 giugno, nel Paese si dovrebbero svolgere elezioni anticipate entro l'aprile prossimo, nel 2016. Ma la tensione resta altissima e la Macedonia non riesce a trovare una stabilità. Nel paese balcanico le forze d'opposizione non partecipano ai lavori parlamentari dal momento della rielezione del premier Gruevski, avvenuta in seguito alle elezioni anticipate del 30 aprile 2014. Ad aggravare la situazione, lo scandalo delle intercettazioni. L'aspetto critico che ha impedito ufficialmente di trovare un accordo tra maggioranza e opposizione è il ritorno del partito di Zaev (Sdsm) in parlamento. In questo caos Ue e Nato stanno cercando in ogni modo di sostenere l'opposizione e di condizionare la vita politica della Macedonia. E proprio mentre l'ex paese balcanico si riempie di soldati atlantici, ecco che diventa la nuova porta verso l'Europa e migliaia di immigrati, per lo più islamici, transitano ogni giorno per la Macedonia, direzione Italia o Ungheria. E si potrebbe pensare che Washington prima abbia innalzato la nuova cortina di ferro per dividere Russia ed Europa, poi abbia circondato Mosca con le basi Nato. Se questo è lo scenario, non si potrebbe escludere che l'approvazione del Ttip metterà in ginocchio l'economia europea e con l'immigrazione islamica scatenerà l'inferno tra gli europei. 6 Sabato 20 giugno 2015 DA ROMA E DAL LAZIO IL SECONDO ALLEATO DI GOVERNO ATTACCA RENZI, IL PD E METTE IN DISCUSSIONE ANCHE NIERI Sel: “Roma è già commissariata” Il braccio destro di Nichi Vendola chiede le dimissioni di Marino: “Possono essere lo shock necessario alla città” opo il Pd, ecco Sel: Marino è circondato. Ad alzare la voce, per il secondo giorno consecutivo, è stato il partito di Nichi Vendola, primo alleato del sindaco. Mettendo a segno un paio di bordate simili a quelle renziane. Mentre il primo cittadino continua a ripetere di essere il paladino della legalità e di aver cacciato “i cattivi” dal Campidoglio, ci ha pensato invece il procuratore Pignatone, l’altolà di Sinistra ecologia e libertà va ad aggiungersi a quelli del premier-segretario, dei radicali e del centrodestra. “A Roma serve una discontinuità forte, anzitutto sulle cose da fare”: è l’elettroshock chiesto dal coordinatore di Sel, Nicola Fratoianni. Una presa di posizione forte e chiara. Un mea culpa senza precedenti. Insomma, anche la sinistra romana ammette che sin qui è stato fatto ben poco. Almeno, rispetto alle aspettative e a quanto promesso in campagna elettorale. Non solo, Sel è andata diritto all’obiettivo tirando in ballo le questioni più scottanti: “Vogliamo sapere se Roma è già commissariata”. E’ un fallimento sotto ogni punto di pista. Fratoianni ha poi affrontato il caso del buco di 350 milioni di euro di salario accessorio, meglio conosciuto come produttività, che sarebbero stati erogati indebitamente ai dipendenti capitolini in questi anni. “Quando il Mef dice quelle cose sul salario accessorio dei dipendenti del Campidoglio, quando non ci sono risorse e il governo locale D fatica a dare risposte esaustive ai bifa molta sogni della città, vogliamo sapere se Roma è già commissariata”, ha sentenziato l’esponente di Sel, che ha poi puntato il dito contro il sindaco Marino per come sta affrontando lo scandalo di Mafia Capitale, cui il 70% degli indagati orbita nel centrosinistra. “L’illegalità e le mafie - ha aggiunto - si combattono non solo sul piano giudiziario ma anche ricostruendo un patto con gli abitanti della Capitale, ridando e riqualificando i servizi pubblici, intervenendo sui drammi sociali”. Mettendo in discussione il cammino dell’amministrazione: “Se questo però non è consentito, diventa tutto molto difficile”, ha scandito l’esponente di Sel, che ha chiesto a Marino e al Pd su quali punti provare a costruire un salto di qualità: “Bisognerebbe poi che Renzi si mettesse d’accordo con se stesso, e ci dicesse una volta per tutte se è il Renzi 1 o il Renzi 2: su Roma qualche dubbio legittimo lo abbiamo avuto in questi ultimi tempi”. La conclusione è al vetriolo: “Dunque ci dicano cosa vogliono fare. Sosteniamo Marino e la sua battaglia contro l’illegalità ma vogliamo che questa sua battaglia abbia i piedi per terra, e riesca a dare alla città le risposte che merita e di cui ha bisogno”. Ma non è finita. Un altro affondo è arrivato dal presidente del consiglio nazionale di Sel, Paolo Cento: “Roma è già di fatto commissariata dal governo nazionale: sul Giubileo ma anche e soprattutto sulla propria autonomia di bilancio”. Poi il colpo a sorpresa: “Per questo le dimissioni di Marino possono essere lo shock necessario alla città per chiamarla ad una mobilitazione, per il sindaco stesso nell’assumere un nuovo profilo politico capace di stanare il governo e sfidare il commissariamento economico”. Consentendo al sindaco dimissionario, entro i venti giorni previsti dalla legge, di “tornare in consiglio comunale e presentare un nuovo patto con la città e anche una giunta rinnovata”. Cento non ha dubbi: “La partita si può riaprire e allora il Pd dovrà scegliere se sostenere questa sfida anche da palazzo Chigi o lasciare Roma a un commissario vero”. Sel è uscita allo scoperto. Mettendo sul banco degli imputati anche Luigi Nieri, vicesindaco di Roma ed unico vendoliano in giunta, di cui in molti vorrebbero la testa per il suo appiattimento al Pd. Volano i piatti nel centrosinistra. Ormai sia il commissariamento che la sfiducia non sono più un tabù. SALVATO DAI CARABINIERI Mette benzina e scappa: rom rischia il linciaggio n rom ha rischiato di essere linciato. L’uomo, dopo aver messo benzina in un distributore, è scappato al momento di pagare a bordo del suo furgone, dicendo di non avere i soldi. A quel punto l’uomo è stato rincorso dai dipendenti della stazione di servizio per qualche centinaio di metri, facendo però perdere le sue tracce. Ma il benzinaio l’ha raggiunto nei pressi di piazza Bologna e intorno a lui si era fermato un capannello di persone che volevano picchiarlo. A salvare il rom, residente nel campo di Casal Lombroso, è stata una pattuglia dei carabinieri che transitava lungo la strada. E’ quanto accaduto nella tarda mattinata di ieri nella Capitale. Il nomade, medicato sul posto dagli operatori del 118, è stato poi portato in caserma e la sua posizione è al vaglio. Da una prima ricostruzione, sembra che intorno alle 12 il rom si sia fermato alla pompa di benzina nei pressi della Circonvallazione Nomentana per fare rifornimento al suo furgone, ma quando è arrivato il momento di pagare ha detto che non aveva soldi. Avrebbe ricevuto anche un pugno da uno dei dipendenti della stazione di servizio. L’uomo è poi scappato ma è stato inseguito e bloccato in una strada nei pressi di viale XXI Aprile. Lì è stato accerchiato e c’è stato un parapiglia. Fino all’intervento dei militari dell’Arma in transito. Nella fuga il rom avrebbe danneggiato alcune auto. U Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio 7 Sabato 20 giugno 2015 STORIA I VOTI DEL GIOVANE STUDENTE SONO MOLTO BUONI, SPECIALMENTE QUE L L I NE L L E DIS CIPL INE UMANIS T ICHE Anno 1900-1901, la pagella di Mussolini È l’anno del diploma di Maestro: episodi dell’epoca ci vengono raccontati da studiosi e da compagni di scuola ei giorni scorsi abbiamo esaminato la giovinezza di Benito Mussolini, da lì siamo tornati indietro nel tempo e abbiamo visto le origini della sua famiglia, tra realtà e fantasia, fino ad arrivare a parlare del padre Alessandro e della mamma Rosa. Ora riprendiamo il discorso là dove lo avevamo lasciato, e cioè nella Forlimpopoli della fine dell'Ottocento. Di quegli anni abbiamo raccontato episodi, momenti, testimonianze: abbiamo visto gli anni scolastici di Benito fanciullo e poi della sua prima giovinezza, ora arriviamo al suo diploma. L'anno è il 1901 e la prima cosa che vogliamo raccontare ai nostri lettori è la pagella dell'alunno Mussolini Benito. Anche questo documento fa parte del materiale che abbiamo reperito presso l'Archivio di Forlì. Leggiamo insieme: "Il giovane Mussolini Benito di Alessandro nato in Predappio, Circondario di Forlì, provincia di Forlì, il giorno 29 del mese di luglio 1883, avendo ottenuto l'idoneità in tutte le materie, nell'esame di promozione con punti 96/130, venne iscritto fra gli alunni della Classe 3 del Corso Normale di questa Scuola. Vediamo i voti per le singole materie: "Morale 10; Pedagogia 10, 10; Lingua e lettere italiane 9, 10; Matematica 7; Scienze naturali 9; Storia nazionale 9; Geo- N gelle venivano emesse a bimestri e, tra le carte d'archivio, abbiamo anche recuperato le votazioni relative ai quattro bimestri dell'intero anno scolastico del diploma di Benito: i voti sono sempre molto alti. Nel mucchio di carte, poi, ci sono gli appunti autografi degli insegnanti, abbiamo trovato quelli di storia e geografia dell'intera classe, i voti di Benito sono i più alti: tutti 10 e due 9, gli altri allievi viaggiano tutti tra il 3 e il 7,5 e soltanto altri due ragazzi riportano un solo 9. Vi sono anche pagelle degli anni precedenti, i voti sono sempre molto buoni. Quando Benito ottiene il diploma è l'8 luglio 1901. Qualche giorno prima era stato sospeso dal collegio per essere stato assente una notte intera. Lo riferiscono Pini e Susmel nel loro "Mussolini l'uomo e l'opera": "Non se ne preoccupò per nulla; si impegnò Domanda di Benito Mussolini al Sindaco di Castelnuovo Scrivia, nella preparazione degli esposta per la prima volta durante la mostra predappiese esami con tanto vigore che l'8 luglio 1901 congrafia 9; Agraria 7; Disegno 8; 9". A margine: "132/150 - Liseguì la licenza d'onore, eguaCalligrafia 8; Ginnastica 9; Canto cenziato". In quel tempo le pagliato soltanto dal compagno Alberto Calderara [...] Il 2 luglio - dicono ancora - alla vigilia degli esami, Mussolini aveva parlato in una festa di propaganda al Circolo 'Carlo Marx' di Forlì, presente Alessandro Balducci. Quattro parole fra un ballo e l'altro. Di quella seconda prova oratoria scrisse poi: 'Non dissi cose peregrine di molto. Ma il Balducci che mi stava accanto si congratulò meco stringendomi forte la mano. E cominciò a parlare quindi lumeggiando ciò che io non avevo chiarito, completando ciò che io avevo confusamente accennato". Luglio 1901, ecco un'altra testimonianza di questo periodo riferita ancora da Pini e Susmel traendo le informazioni da Rino Alessi e Sante Bedeschi: "Una studentessa della Scuola Normale femminile di Forlì, certa signorina Giulia Bolognesi che per malattia aveva dovuto rinviare la licenza a ottobre, ebbe necessità di appunti sulla storia della letteratura italiana e si rivolse per consiglio al Carducci. Il professore le promise di farle avere presto quanto le occorreva da un suo bravo alunno che si era diplomato allora. Infatti, poco dopo il giovane maestro Mussolini si presentò alla signorina recandole i propri appunti, che la Bolognesi promise di restituire in ottobre. Invece, per molti anni, le mancò l'occasione di raggiungere il giovane nomade. Solo quando Mussolini si fu fermato a Roma quale Capo del Governo, la studentessa del 1901 poté spedirgli quei lontani appunti sulla storia della letteratura, nel frattempo custoditi". E di quei giorni ecco cosa ci racconta Rino Alessi, suo compagno di scuola: "La sera della licenza l'andò a festeggiare con gli amici politici. Il più vicino era un colono il cui podere si apriva davanti alla facciata del collegio. Quanto avvenne quella sera lo seppi più tardi, dato che avevo lasciato la scuola per la vacanza estiva già da una settimana. L'amore per il sangiovese, un vino che nel sole ha riflessi del rubino, è una tradizione che i romagnoli non hanno mai smentito. Il fatto è che Mussolini, per sua natura astemio, quella sera fu ricondotto in collegio con un biroccino tirato a mano dagli amici. E quell'episodio restò nella sua vita come una remora sull'uso di alcolici di qualunque specie. Così - racconta ancora Alessi l'ultimo anno scolastico della mia permanenza a Forlimpopoli per affrontare gli esami di licenza fu tra i più tristi. L'assenza di Mussolini e dei suoi colleghi di corso, specie di Sante Bedeschi, che era con me uno tra i più vicini allo scolaro d'eccezione con sentimenti di verace amicizia, fu un vuoto che non riuscii a riempire". L’INSEGNAMENTO NON SARÀ IL SUO DESTINO, MA INTENDE PROVARCI Supplente a Gualtieri La domanda al Sindaco di Castelnuovo Scrivia e i ricordi di chi lo conobbe in gioventù B enito torna quindi a Dovia. Di questo periodo ci racconta Antonio Beltramelli: "Due lunghi mesi trascorsero nell'attesa; due mesi di noia, di accasciamento". Ancora Pini e Susmel riferiscono che "non aveva davanti una prospettiva sicura; anzi, piuttosto un vuoto improvviso, carico di bisogni e incertezze". Scrivono Pini e Susmel che "dal suo paese Benito cominciò ad indirizzare domande e domande per posti d'insegnamento elementare a vari comuni, e contemporaneamente si preparò a due esami di concorso". Lo scorso anno una di queste domande venne esposta presso la casa natale del Duce a Predappio in occasione della mostra dedicata agli anni giovanili di Mussolini. In seguito andammo a cercarla presso l'Archivio di Forlì e riuscimmo a trovarla. Eccola qui: è indirizzata al Sindaco di Castelnuovo Scrivia, è del 27 agosto 1901 e viene ricevuta il 30 dello stesso mese, come riporta il timbro recante il protocollo 1168. La calligrafia è curatissima, in alto a sinistra c'è una marca da 50 centesimi: "Ill.mo Sig. Sindaco - scrive il diciottenne Benito - Mussolini Benito di Alessandro e di Maltoni Rosa, nato e domiciliato nel Comune di Predappio (prov. Di Forlì), licenziato d'onore dalla Regia Scuola Normale Maschile Superiore di Forlimpopoli, fa rispettosa domanda alla S. V. Ill.ma per essere ammesso qual candidato al concorso per un posto di maestro elementare, vacante nel Capoluogo del Comune che la S. V. Ill.ma presiede. A giorni manderà documenti prescritti dall'Art. 128 del Regolamento gen. Fiducioso d'essere esaudito anticipa sentite grazie e si firma della S. V. Ill.ma devoto ed obbl.mo servo Mussolini Benito, Maestro elementare". La via dell'insegnamento non sarà il suo destino, ma ci prova comunque, inoltrando numerose domande. Rino Alessi confessa nella sua breve biografia del giovane Benito di essere stupito di non leggere la sua firma a margine di articoli di giornale: "Mi sembrava inverosimile - dice - che, con la fama fattasi di oratore e di polemista, la firma di Benito non comparisse su qualche giornale". Poi riferisce che Benito scrisse a Bedeschi: "Ho concorso a quattro posti, ma probabilmente rimarrò a piedi e io me ne vendicherò andando alla strada di Zeno a condurre la carriola". L'esperienza sulla cattedra però arriva, e Benito va a Gualtieri, dove insegna come supplente per sei mesi. Anche di questa esperienza abbiamo alcuni documenti: anch'essi li vedemmo per la prima volta esposti a Predappio e poi li andammo a cercare in Archivio. Il primo è una lettera di Benito al Sindaco di Gualtieri, è il 1902 e il giovane maestro scrive: "Ill.mo Sig. Sindaco, ho l'onore e mi fa un dovere comunicarle che ho aggiunto altri due bimbi all'elenco degli iscritti per la refezione gratuita. Essi sono Mingoli Virgilio e Bigi Carlo. Con perfetta stima e con ogni osservanza mi dichiaro obblig.mo Mussolini Benito". Gli alunni citati nella lettera - dice il volume dedicato alla mostra predappiese "Il giovane Mussolini" - risultano anche negli atti del Comune di Gualtieri. Di costoro i curatori della mostra rinvennero anche data e luogo di nascita e di morte. Mingoni era nato a Gualtieri il 23 dicembre 1889 e morto negli Stai Uniti il 22 novembre 1925 mentre Bigi, nato anch'egli a Gualtieri il 17 novembre 1891, ivi era anche deceduto il 17 agosto 1927. L'altro documento che abbiamo rinvenuto è la relazione finale del maestro Benito Mussolini al Sindaco del Comune di Gualtieri, ma ne parleremo nella prossima puntata. Uno scorcio di Gualtieri in Emilia Romagna 8 Sabato 20 giugno 2015 ECONOMIA LAUN VICENDA ALTROGRECA ANNOSINERO ARRICCHISCE PER IL DI TURISMO. UNA NUOVALA PUNTATA. PENISOLA, CON ATENE PERÒ, CHE È FA PIÙUNCARA ASSISTDE ALLE L L E“COLOMBE” ME T E S T RANIE TEDESCHE RE Il sogno di un italiano… andare in vacanza In molti preferiranno il “mordi e fuggi” con soggiorni sempre più brevi l sogno di un italiano? Andare in vacanza. Resterà, purtroppo, solo un sogno. La crisi economica ha infatti costretto milioni di persone a eliminare o, quantomeno, ridurre i propri desideri e abitudini. Sacrifici che, anno dopo anno, sono aumentati inevitabilmente pur di far quadrare i conti in casa. Una situazione surreale fino a una decina di anni fa. Sì, perché in pochissimi facevano a meno di una vacanza. Anche vicino casa, ma si concedevano un po’ di relax. Oggi non è più così. Messa da parte la villeggiatura, c’è chi ha addirittura ridotto il “mordi e fuggi” del weekend. Non conviene più, per molti. Un trend negativo in costante aumento. La situazione di forte crisi si conferma anche quest’anno per le vacanze degli italiani. Solo una percentuale esigua di persone si concederà la tradizionale vacanza estiva (di almeno una settimana), pari al 31% degli italiani (circa 18,6 milioni di cittadini). A segnalare un andamento niente affatto incoraggiante è l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori che ha analizzato lo status di vita degli italiani, interrogando un campione statistico, composto da famiglie residenti nello Stivale, sia nei piccoli centri che nelle grandi città, per sondare le intenzioni relative alle vacanze estive, approfondendo anche i primi dati sull’andamento di giugno per scattare una fotografia della realtà. Da cui emerge il malessere e le difficoltà degli italiani a trovare la quadra. I Dall’indagine compare che molte famiglie saranno costrette a rinunciare alle partenze come l’anno scorso. Si conferma in questo modo, purtroppo, la forte contrazione della domanda turistica iniziata in questi anni, infatti il numero di cittadini che vanno in vacanza è passato da 29,4 milioni nel 2008 a 18,6 milioni stimati nel 2015. Poco più della metà di sette anni fa. I pochi che partiranno, invece, lo faranno soprattutto all’insegna del risparmio, cercando l’ospitalità presso amici e parenti, nonché avventurandosi nella sperimentazioni di formule innovative come lo scambio casa. In molti preferiranno, però, le vacanze “mordi e fuggi”, con soggiorni sempre più brevi. Ma dove? Le tendenze, in questo senso, sono soprattutto orientate verso le capitali europee o esperienze e percorsi enogastronomici. Perché le mete italiane sono troppo care. Meglio concedersi un po’ di relax all’estero. Emerge in tal senso, sempre più chiaro, il contrasto con il 10% delle famiglie molto benestanti, che sceglieranno mete di lusso. “Un andamento drammatico, soprattutto se si pensa che il turismo è un settore chiave per l’economia del nostro Paese. Il rilancio del comparto rappresenta un’enorme op- portunità di crescita occupazionale e di sviluppo”, hanno fatto notare Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, rispettivamente presidenti di Federconsumator e Adusbef, dando qualche consiglio agli imprenditori italiani e al governo: “Per questo è fondamentale favorire il miglioramento dell’offerta turistica in Italia ed avviare, di pari passo, un serio piano di rilancio del potere di acquisto delle famiglie”. UN ESEMPIO DI GEMELLAGGIO VIRTUOSO COL CANADA FINISCE L’AGONIA DELLA CASSA INTEGRAZIONE PER I LAVORATORI DURATA SETTE ANNI Fiat Nola: ok ai contratti di solidarietà Agroalimentare: la ricerca che vince i va avanti. La Fiat Chrysler e le organizzazioni sindacati hanno trovato l’accordo per il centro logistico di Nola, in provincia di Napoli, dove dal primo di luglio per i 300 lavoratori dell’impianto sarà superata la cassa integrazione straordinaria e si passerà ai contratti di solidarietà. Una notizia certamente positiva. I nuovi contratti, infatti, sostituiranno la cassa integrazione durata ben sette anni, in scadenza per il 13 luglio. Soddisfazione è stata espressa dalle organizzazioni sindacali. “E’ un passo in avanti importante che permette finalmente l’allineamento del centro di Nola allo stabilimento di Pomigliano”, ha commentato il segretario regionale Uilm Campania, Giovanni Sgambati, che ha poi spostato i riflettori su un’altra realtà industriale strategica: “Ci rimane ancora un’ultima realtà - ha aggiunto Sgambati - quella di Magneti Marelli per cui va trovata una soluzione. Noi continueremo a insistere affinché ci sia lavoro aggiuntivo a Pomigliano che possa far rientrare definitivamente tutti i lavoratori”. Gli ha fatto anche il leader di Fim, Ferdinando Uliano, che, oltre ad esprimere la sua soddisfazione per la trattativa, ha indicato la strada da percorrere: na prospettiva positiva per la ricerca scientifica e innovazione nel campo agroalimentare. Un gemellaggio tra Italia e Canada che, in quest’occasione, ha portato i frutti sperati. Risultati inseriti nell’evento Fuori Expo LoDI2015 - Living Expo, che presenta l’attività scientifica svolta nel triennio di progetto, con particolare attenzione a: food safety, con la problematica della presenza di micotossine nelle derrate cerealicole di mais e frumento e la necessità di individuare metodologie sinergiche per il contrasto e la prevenzione; innovazione nei prodotti lattiero caseari, con riferimento alla qualità ed alla innovazione nelle formulazioni, tenendo conto sia del valore nutrizionale che delle richieste di mercato, in funzione della innovazione di processo e di prodotto; agroenergie, con studi genomici sul genere Arundo come pianta da biomassa per il suo impiego nel settore della ricerca di fonti energetiche rinnovabili. Obiettivi comuni dei ricercatori e degli studiosi italiani e canadesi coinvolti sono stati, da una parte, il reciproco scambio di know-how e la promozione di iniziative bilaterali per la condivisione e l’accrescimento della conoscenza, dall’altra, lo svi- S U “Abbiamo portato i contratti di solidarietà a Pomigliano, lo abbiamo fatto per Nola e nei prossimi giorni porteremo il lavoro e i contratti di solidarietà anche per la PCMA di Napoli”. Il prossimo obiettivo è chiaro: avere in ogni stabilimento campano tutti i lavoratori completamente impiegati entro il 2018. “Questo per noi è fare sindacato - ha concluso il segretario nazionale Fim-Cisl - non le chiacchiere al vento sentite in questi anni”. Ma è la polemica tra i sindacati. A mettere i puntini sulle ‘i’ ci ha pensato Crescenzo Auriemma, segretario regionale per il settore auto della Uilm. “Uno spiraglio per gli operai che smentisce qualche organizzazione sindacale che voleva questo reparto chiuso e decot- to”, ha scandito il sindacalista, che non si è nascosto dietro a un dito: “È chiaro che si tratta di un sacrificio forte - ha continuato - ma è in continuità con gli impegni presi finora dalle organizzazioni sindacali firmatarie sullo stabilimento di Pomigliano”. “Con l’accordo – ha spiegato invece Raffaele Apetino, segretario regionale Fim - tutti i 284 lavoratori del polo logistico di Nola saranno interessati dal contratto di solidarietà, con una riduzione complessiva della percentuale di orario di lavoro al 53 per cento, migliorativa rispetto anche a Pomigliano, sconfessando ancora una volta chi riteneva che il sito di Nola era un contenitore vuoto senza prospettiva, ed i lavoratori fossero abbandonati a se stessi”. luppo di innovazioni scientifico-tecnologiche. In questo ambito, il CRA, con il suo Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero casearie di Lodi, ha collaborato con l’Agriculture and Agri-Food Canada (AAFC), ente governativo di ricerca in campo agroalimentare, relativamente alla nutraceutica e all’innovazione dei prodotti lattiero-caseari. Tra gli studi condotti, vi è quello finalizzato alla creazione di un nuovo formaggio, tipo crescenza. Si tratta di un prodotto dietetico (70% di acqua), a basso contenuto di grassi e con un alto valore nutrizionale, arricchito in acido folico ed altri batteri lattici, ottenuti in modo naturale, senza apporto di ad- ditivi chimici e sfruttando unicamente l’attività microbica, col risultato di migliorarne anche struttura e gusto. Avviato nel 2012 e finanziato dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali, il progetto Canadair, è stato caratterizzato da un’intensa attività di scambi bilaterali e stage all’estero per la formazione del personale presso laboratori gemellati ed operanti nel medesimo settore di studio. “Canadair - afferma Ida Marandola, direttore generale Cra - è senz’altro un esempio virtuoso d’internazionalizzazione e scambio tra comunità scientifiche di Paesi diversi, nell’ambito della ricerca pubblica agro-alimentare”. 9 Sabato 20 giugno 2015 DALL’ITALIA ASSENTEISMO NEL CASERTANO: 24 PROVVEDIMENTI CAUTELARI Orta Atella: scoperta truffa al Comune I dipendenti indagati timbravano i cartellini al posto dei colleghi non presenti sul luogo di lavoro ono loro i più zelanti a timbrare il cartellino… dei colleghi. A raggiungere il triste primato sembra siano 84 dipendenti comunali di Orta Atella nel casertano. Ieri mattina sono state eseguite dai Carabinieri della Stazione di Orta di Atella e della Compagnia di Marcianise 24 ordinanze cautelari, con S obbligo di presentazione, nei confronti di altrettante persone, emesse dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con contestuale avviso di garanzia nei confronti di complessivi 85 indagati, di cui 84 dipendenti del comune di Orta di Atella e un soggetto estraneo al pubblico impiego. Un sistema consolidato da anni. Entravano e uscivano senza controllo dagli uffici comunali, ma il registro di presenza, li dava regolarmente in servizio. Tra marzo e maggio del 2013 i carabinieri locali, guidati dal capitano Nunzio Carbone, hanno installato delle telecamere nascoste presso i dispositivi in cui i dipendenti comunali timbravano l'uscita e l'entrata dal lavoro presso gli uffici del comune. Il sistema messo in piedi dai dipendenti infedeli, consisteva nell'affidare ad un dipendente a turno i badge di tutti gli altri per farlo marcare. Nei turni di notte un solo dipendente timbrava per tutti e poi rientrava tranquillamente a casa. Il mattino dopo era il turno di un dipendente diverso che effettuava la stessa il- SCANDALO NELLA MOTORIZZAZIONE CIVILE. SEQUESTRATI DUE CENTRI False revisioni, arresti tra Calabria e Sicilia lecita operazione sempre per conto di tutti gli altri dipendenti. I carabinieri hanno scoperto, inoltre, come si legge in una nota diffusa dagli inquirenti, che in molti casi, addirittura, la condotta truffaldina è stata consumata da alcuni esponenti della locale polizia municipale, i quali si sono avvalsi della collaborazione di altro dipendente comunale, che marcava il cartellino marcatempo al loro posto. Il sistema era attuato in particolare dagli addetti alla vigilanza del municipio e delle scuole. I delitti contestati ai dipendenti infedeli sono quelli di truffa aggravata in danno dell'ente locale di circa 85.000 euro. I tutto è stato inoltrato alla Procura presso la Corte dei Conti per l'avvio anche del procedimento di responsabilità contabile. Per i 24 dipendenti, ieri mattina, è scattato l'obbligo di presentarsi presso la caserma dei carabinieri prima e dopo il turno di lavoro. Gli indagati in tutto, sono 85 su 128 dipendenti. Quasi i due terzi dell'intera pianta organica era dedita, quindi, alla truffa ai danni della pubblica amministrazione. L'accusa nei confronti degli indagati è di truffa aggravata e false attestazioni. Da valutare la posizione dei dirigenti dei servizi comunali sotto i cui occhi avveniva l’imbroglio. Chantal Capasso Blitz a Nocera inferiore Le fiamme gialle hanno scoperto che i controlli sulla regolarità delle auto erano mendaci ed incompleti Danni per 40 milioni di euro all'Inps, fermate sette persone e un funzionario pubblico na maxi operazione dei finanzieri della Compagnia di Palmi ha messo a segno l’esecuzione di dieci misure cautelari fra la provincia di Reggio Calabria e Messina, di cui 6 nei confronti di funzionari della motorizzazione civile di Reggio Calabria, nonché il sequestro di 2 sedi del centro revisioni "Cmp revisioni" e di 125 carte di circolazione di mezzi pesanti ed autoveicoli. L'attività investigativa, coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza, e dal sostituto procuratore Luigi Iglio, e condotta dalla guardia di finanza, ha permesso di ricostruire un sistema truffaldino consolidato attraverso il quale venivano svolte false revisioni. Sempre oggetto dell’indagine scoprire l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati di falso in atto pubblico. Questo è stato l’epilogo di una complessa attività investigativa compiuta dalle fiamme gialle, ha potuto scovare che, presso il "Cmp revisioni2, i controlli venivano effettuati in maniera incompleta o, in molti casi, venivano svolti in assenza dei veicoli stessi. In particolare, alcuni funzionari della motorizzazione civile, per i quali la normativa prevede l’intervento obbligatorio per le revisioni di mezzi la cui massa a pieno carico risulta superiore a 3,5 tonnellate, nell'esercizio delle proprie funzioni e investiti della carica di pubblico ufficiale, in molte occasioni, facevano risultare come regolarmente eseguite le prescritte revisioni, omettendo di ese- ll'alba di ieri mattina, i carabinieri di Nocera Inferiore hanno eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare. Scoperti dalle forze dell’ordine contratti di lavoro fittizi e pratiche previdenziali fasulle creati ad hoc ed autorizzati da un funzionario dell’Inps di Nocera Inferiore, che in cambio riceveva compensi illeciti. Questo è quanto è emerso dall’inchiesta condotta dal pm di Nocera Inferiore Roberto Lenza che ha consentito di sgominare nel salernitano un’associazione a delinquere specializzata nelle truffe previdenziali. Ai domiciliari 8 persone, tra cui consulenti del lavoro, responsabili di patronati e commercialisti dell’agro nocerino sarnese, accusate di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il gruppo poteva contare sulla complicità di un 50enne, V.S., funzionario della sede Inps di Nocera Inferiore, accusato anche di corru- U A guire i controlli obbligatori e inserendo, nei report finali, prove strumentali relative ad altri mezzi. Inoltre, sempre i responsabili dei centri di revisione sotto inchiesta, per favorire alcuni clienti, inserivano i mezzi in condizioni particolarmente a rischio, a seconda di chi fosse di turno, fra funzionari della motorizzazione civile incaricati, al fine di evitare la bocciatura dei controlli. Il provvedimento restrittivo, disposto dal gip di Palmi, Fulvio Accurso, è stato emesso nei confronti del titolare e dei dipendenti dei centri di revisione, per i quali è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari e nei confronti di alcuni ingegneri della motorizzazione civile di Reggio Calabria oltre ad un altro socio del centro revisioni, per i quali è stato disposto la misura cautelare dell'obbligo di dimora. Contestualmente alle ordinanze è stato eseguito anche il sequestro della sede del centro revisioni a Cinquefrondi, consorziato con il 'cmp revisioni', e la sede del centro revisioni di Polistena, anche quest'ultimo consorziato con il 'cmp revisioni. Inoltre, altri elementi probanti dell'irregolare esecuzione delle revisioni sono pervenuti grazie alle risultanze delle attività di intercettazione telefonica e video, nonché dagli esiti delle attività di perquisizione e successiva acquisizione documentale. I dati così reperiti sono stati analizzati mettendo in evidenza numerose incongruenze tra il numero di veicoli che accedevano alle diverse sedi e il numero di revisioni effettuate nello stesso giorno nonché discrasie nelle tempistiche necessarie per una corretta esecuzione dei controlli. Elvira Mami zione, che per il riconoscimento di pratiche fasulle intascava mazzette dalla organizzazione. Risulta indagato a piede libero anche un funzionario dell’Inps di Castellamare di Stabia, interdetto per 12 mesi dai pubblici uffici. È stato anche eseguito un sequestro preventivo di somme di denaro, beni mobili e immobili, conti e depositi bancari, per un valore complessivo di circa 37 milioni di euro. Le persone coinvolte sono tutte ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata a una pluralità di truffe aggravate ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche, mentre il funzionario è ritenuto anche responsabile di corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Altri due funzionari, indagati per i medesimi reati, sono stati sospesi dall'esercizio del pubblico ufficio per la durata di un anno. Ch.C. 10 Sabato 20 giugno 2015 DALL’ITALIA LASICILIA: VICENDA GRECA SEICENTO SI ARRICCHISCE CITTADINIDIDICONO UNA NUOVA “ADESSO PUNTATA. BASTA” CON ATENE E PRESE CHE FANTANO UN ASSIST UN ALLE E S POS “COLOMBE” T O IN PROCURA TEDESCHE Crollo del viadotto Himera: dove sono finiti i fondi europei? L’avvocato: “Chiediamo alla magistratura di verificare se ci sono estremi di reato”. I tecnici: “La frana poteva essere evitata” P onte Himera, autostrada A19 Palermo Catania. Il cedimento di uno dei piloni del viadotto, avvenuto poco più di due mesi fa, finisce in Tribunale. O meglio, nei tribunali. Sono infatti tre (Termini Imerese, Caltanissetta e Messina) le procure presso le quali è stato in queste ore presentato un esposto sottoscritto da oltre seicento cittadini siciliani, che si sono coordinati nel gruppo “Adesso basta”, nato su facebook e decisamente agguerrito. L’avvocato Aldo Caruso spiega: “Nell’esposto riferiamo all’autorità giudiziaria cosa abbiamo scoperto sugli enti competenti preposti al controllo del territorio. Consultando la documentazione sul sito della Regione – ha dichiarato il legale nel corso di una conferenza stampa – abbiamo individuato un uso ‘dissennato’ di risorse comunitarie per attività di prevenzione, monitoraggio, controllo e gestione del rischio idrogeologico. Chiediamo alla magistratura di verificare se ci sono estremi di reato”. Sembra inoltre che oltre al miliardo e mezzo di euro i fondi europei attribuiti in seno al Programma operativo per lo sviluppo regionale e destinati alla sicurezza delle infrastrutture, ci siano anche “20 milioni per un database per il monitoraggio del territorio, tre milioni previsti dal Piano di azione e coesione, destinati a un tavolo tecnico per studi e indagini sulle alluvioni. E ancora: 730 mila euro per un progetto dell'Osservatorio delle acque, organo che ha il compito di monitorare il territorio con 255 stazioni”. Che fine hanno fatto i soldi che avrebbero dovuto essere impiegati per evitare non solo il crollo del viadotto Himera, ma anche gli altri problemi della viabilità siciliana? “Sperperati, dissipati in consulenze e progetti poco funzionali ad arginare il rischio idrogeologico in Sicilia benché destinati a questo - denuncia il gruppo ‘Adesso basta’ - e noi ci ritroviamo in una Sicilia in ginocchio. Per questo in tantissimi hanno deciso di reagire mettendoci la faccia e la firma”. E Maria Sole Vizzini, una delle promotrici, aggiunge: oltre all’esposto “abbiamo anche inviato una diffida alla Regione in cui chiediamo l’apertura di un’attività ispettiva interna e chiarezza e trasparenza sulla gestione delle somme”. E anche, si spera, sui tempi e modi di realizzazione dei lavori di riparazione. Per i quali non è però ancora stato presentato alcun progetto. Il commissario nominato dal Ministero delle Infrastrutture il 30 maggio dopo la dichiarazione dello stato di emergenza ha tempo fino al 29 giugno per presentare il programma degli interventi e indicare i tempi di realizzazione. E se appena insediato aveva dichiarato che si sarebbe preso tutti i giorni a disposizione, c’è chi ritiene possibile che forse si riuscirà ad anticipare, almeno un po’, anche se i nodi ancora da sciogliere sono tanti e non di poco conto (tra essi abbattere una sola o entrambe le carreggiate? Fare una gara d’appalto ristretta o una aperta?). Senza contare che, come riferisce l’Ansa, il ministero delle Infrastrutture ha trasmesso il dossier redatto dai suoi tecnici alla Procura competente e all’Anticorruzione: una relazione dettagliata, le cui conclusioni sono che la frana poteva essere evitata. Nel frattempo, la Sicilia resta divisa in due. Con tutti i problemi che tale situazione comporta. Clara Lupi REGGIO CALABRIA Il consigliere comunale e quelle esternazioni fuori misura Filippo Burrone e i suoi post offensivi contro la destra, i marò e le vittime delle foibe ilippo Burrone e le sue parole in libertà su facebook. Il consigliere comunale di Reggio Calabria, eletto nella lista Reset, si è in questi giorni trovato al centro di un’accesissima polemica per alcune sue esternazioni sul noto social network. A cominciare da quella sui suoi colleghi del centro destra, che ha apostrofato con epiteti come “fascistelli, topi di fogna indegni persino di mettere il naso fuori di casa, prezzolati, iene che hanno banchettato sulle carogne”. E altri che non è opportuno citare per educazione. Dichiarazioni pesantissime, alle quali se ne aggiungono altre che F non si limitano a prendersela con la controparte politica. Burrone ne aveva infatti avuto anche per i marò (“assassini e mercenari”), per Mussolini (del quale ha pubblicato un’immagine a piazzale Loreto, con il commento “a me piace ricordarlo così”) e per sua nipote Alessandra (“perché non si mette la maglietta con la scritta al contrario, così può leggerla anche quella m…. di suo nonno?”), per le vittime dei partigiani slavi (“W Tito e le foibe, W Stalin e i gulag, w i rossi che hanno fatto pulizia di collaborazionisti e negazionisti”) e per i sacerdoti. Esternazioni queste che, oltre a denotare una certa mancanza di misura, buon gusto, educazione e rispetto, appaiono decisamente inappropriate per un rappresentante delle istituzioni. L’inevitabile discussione che ne è derivata è stata ovviamente molto accesa. Ed ha visto scontrarsi da un lato i componenti di tutti i gruppi e partiti della destra reggina, che hanno chiesto le dimissioni immediate del consigliere Burrone e dall’altro i partiti di maggioranza, che hanno accusato l’opposizione di “alimentare una campagna di odio verso il sindaco e chi lavora con lui ogni giorno”. E se qualcuno ha espresso solidarietà a Burrone per quello che è stato definito un “terribile, sterile e infruttuoso stalking mediatico”, attuato nei confronti del consigliere da chi è “incurante del dolore causato alla sua famiglia e ai cittadini onesti che gli vogliono bene”, viene da chiedersi come mai quella stessa commossa e partecipata solidarietà non è stata manifestata nei confronti di coloro che, in misura anche molto grave, sono stati offesi dai post del consigliere. Il sindaco di Reggio Falcomatà dalla sua ha consigliato all’incauto Burrone di “pensare a quanto sta accadendo con un po’ di ironia” e lo ha rassicurato confermandogli pubblicamente la propria fiducia. “Si è trattato certamente di uno scivolone. Chiedo scusa alla città per il linguaggio politicamente non corretto e a tutti coloro che, non rivedendosi nelle mie accuse, si sono sentiti offesi. A tutti – ha dichiarato il consigliere - dico di giudicarmi per la persona che sono, per il mio percorso politico e umano. La mia storia parla per me”. Certo che ci si attiene a quanto scritto su facebook, non sembra una bella storia. Cristina Di Giorgi mini e una donna) mentre altri due risultano ad ora ricercati. L’accusa, per tutti, è di “associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, di tentate truffe, di falsi in atti documentali e di sostituzione di persona”. Nel corso del blitz, al quale hanno partecipato anche diverse pattuglie della guardia di finanza di Cuneo, sono stati sequestrati una villa nel cuneese ed una serie di beni mobili e rapporti bancari per un valore complessivo di oltre un milione di euro, oltre a documenti finanziari e altro materiale. Il complesso lavoro di indagine ha por- tato gli inquirenti a svelare un meccanismo attraverso il quale l’organizzazione criminale, per mezzo di società create ad hoc, acquistava da aziende piemontesi e nazionali operanti nel settore alimentare merci e prodotti, che successivamente, tramite aziende e rivendite compiacenti, reimmetteva sul mercato a prezzi inferiori. “L’associazione criminale aveva poi avviato – si legge nelle agenzie – il reinvestimento dei proventi illeciti anche all’estero, provvedendo alla costituzione di società per il riciclaggio degli utili derivanti dall’attività criminale”. CdG PIEMONTE Truffa nel settore agrolimentare Il blitz delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di quattro persone e al sequestro di beni per oltre un milione e mezzo di euro a squadra mobile di Asti, in collaborazione con i colleghi di Alessandria, Cuneo e Vercelli ed il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine del Piemonte e della Liguria, ha effettuato ieri mattina un blitz che ha L sgominato un’organizzazione criminale che aveva costruito una fitta rete di contatti commerciali attraverso i quali truffava diverse aziende nazionali e multinazionali operanti nell’ambito del settore agroalimentare. Nel corso dell’operazione, denominata “La svolta”, sono state eseguite numerose perquisizioni e vari provvedimenti di custodia cautelare. Le manette sono scattate ai polsi di quattro membri dell’associazione a delinquere (tre uo- 11 Sabato 20 giugno 2015 CINEMA E S ORDIO AL LA REGIA PER GIORGIO PASOTTI: UN FILM DIRETTO A QUATTRO MANI CON MAT T E O BINI ORA NE L L E S AL E ITAL IANE Io, arlecchino: sentimenti e nostalgie in una commedia favolistica Storia di due generazioni a confronto, due mondi distanti, quello superficiale della televisione e quello viscerale ed emotivo di una piccola compagnia teatrale di Luciana Caprara iorgio Pasotti da attore a regista, passa dietro la macchina da presa con Io, Arlecchino. La storia è quella di Paolo, noto conduttore di un talk show televisivo pomeridiano che viene raggiunto a Roma dalla notizia che il padre Giovanni è stato ricoverato in ospedale in provincia di Bergamo dove abita. Giovanni, oggi anziano attore teatrale e famoso Arlecchino di un tempo, vuole continuare a recitare con la piccola compagnia che lo segue con devozione. La figura di Arlecchino sembra essere, a poco a poco, al centro del copione. Il punto determinante è l’idea di un Arlecchino in cerca di se stesso, o meglio di Giovanni e di Paolo che prima ritrovano se stessi per poi riscoprirsi in una vita completamente nuova. Film semplice, sobrio e commovente. Le vicende narrate coinvolgono due mondi distanti, quello superficiale della televisione, freddo e calcolato, in contrasto con quello più viscerale ed emotivo di una piccola compagnia teatrale. E proprio da questo scontro nasce la necessità di recuperare le tradizioni del protagonista, abituato ai ritmi frenetici e a vivere rapporti impersonali, si ritrova catapultato in una valle angusta, con poche persone, animate da una forza vitale a lui finora sconosciuta. Arlecchino rappresenta proprio questa spontaneità, esponente di una Commedia dell’Arte che racconta vizi e virtù, nel modo più semplice ed immediato possibile. Una volta conosciuta questa realtà, tornare indietro diventa quasi impossibile, e come lo è stato per l’anziano Giovanni, così lo sarà per il figlio Paolo. Sicuramente ispirato al grande Ferruccio Soleri, dal 1959 protagonista della commedia “Arlecchino servitore di due padroni” di Giorgio Strehler, che ha fatto della famosa maschera bergamasca il G proprio alter ego. E se alcune voci dicevano potesse essere proprio lui ad interpretare Giovanni, per il ruolo del padre protagonista, alla fine si è optato sempre per un attore di spessore come Roberto Herlitzka. Insomma, questa opera prima e' leggera ma non superficiale, romantica ma non sentimentale è come un omaggio che un uomo di cinema ha voluto fare a una grandissima maschera del teatro: quell'Arlecchino che dalla metà del Cinquecento è la quintessenza di una libertà gioiosamente anarchica e di un'arguzia verbale mai premeditata. Nel suo invito a riconoscere l'importanza della tradizione, soprattutto in relazione a un mestiere sempre più battuto dal vento della sciatteria e del falso naturalismo, Giorgio Pasotti ha intrecciato vita vissuta a vita inventata, e da artista non più ragazzo ha voluto compiere un percorso a ritroso, verso le terre bergamasche che gli hanno dato i natali e da cui si è allontanato per trovare la propria strada prima in Cina e poi negli Stati Uniti. Io, Arlecchino compie il suo viaggio di riconciliazione con la scena buffonesca attraverso il classico rapporto padre-figlio (Herlitzka-Pasotti) sul punto di morte del primo, con una risoluzione forse scontata, ma priva di drammi e orpelli che appensantirebbero la commedia a cui si rende omaggio, pur in maniera semplicistica. Lo scontro tra i due, che porta con sé la contrapposizione fuori-campo dell'attività teatrale di Herlitzka e quella filmica di Pasotti, è rappresentato inoltre dal binomio teatro e televisione. Il regista-protagonista mette in scena la decadenza parallela dei due tipi di spettacolo, medievale e contemporaneo, nella carenza rispettiva di spettatori e di contenuto. In questo contesto, la figura di Arlecchino diviene congiunzione perfetta del discorso, quale personaggio: servitore, è vero, ma della sua libertà pur sempre il padrone. Grazie ad un cast di bravissimi attori, Herlizka su tutti, il film ricrea la magia del teatro sul grande schermo, purtroppo però, fatta eccezione per le sequenze che portano in scena le famose maschere veneziane, la cornice che fa da sfondo al film è infarcita di cliché e risvolti narrativi clamorosamente prevedibili. A partire dal conflitto teatro-televisione sembra però che il regista voglia puntare troppo su ciò che vi è di più riuscito, ovvero proprio sulla Commedia dell'Arte portata in scena dalla piccola compagnia teatrale, il film lo marginalizza. Il risultato finale mostra molte buone intuizioni, ma finisce per risultare a volte troppo rigido. E’ un film, insomma, che unisce commedia e dramma e coniuga alcuni momenti ben riusciti. DAL FUMETTO DI ANDREA PAZIENZA AL GRANDE SCHERMO CON UNA TRASPOSIZIONE DELL’OPERA NARRATIVA DI ALDO NOVE La vita oscena di Renato De Maria Romanzo di formazione intenso con un cast tecnico di prim’ordine che vede Daniele Ciprì direttore della fotografia e il montaggio di Jacopo Quadri rasposizione del dolente e sovvertente romanzo di Aldo Nove, La vita oscena conferma l'interesse di Renato De Maria per i personaggi che vanno incontro al nulla avendo come unica colpa l'innocenza. Dopo aver messo in schermo la vita perfetta e al contempo inadeguata di Andrea Pazienza “PAZ”, De Maria traduce in immagini trattenute e allentate la biografia di Antonio Centanin, in arte Aldo Nove. Scampato alla morte, ambita e lambita in seguito alla dipartita dei genitori, lo scrittore ha consegnato diversi anni dopo al linguaggio letterario la propria traiettoria esistenziale, ripatteggiando, ricucendo e riconciliandosi col presente. Gli 'effetti speciali', funzionali a interpretare i fantasmi di Andrea e a riprodurre il mondo allucinato dalla droga, impediscono al film di 'soffrire', di incarnare l'abuso di piacere e afflizione. Nondimeno La vita oscena diventa stimolo per una liberazione, un'occasione di fuga dal mondo uniformato e unifor- T mante del cinema italiano, trovando un linguaggio instabile, uno sguardo eccitato e un protagonista ardente e credibile nel convertire la maledizione in elezione. Se Andrea Pazienza trasfigurava vita e rifiuto col disegno, l'Andrea di De Maria lascia che la memoria di chi ha amato attraversi l'imbuto stretto del linguaggio, producendo pagine di poesia e una corsa febbrile, che è il grande motivo del film. Una corsa che dietro l'apparenza della resa urla la volontà del protagonista di restare nel flusso della vita e nella sua circolarità imperfetta. Ipercinetico e avviato verso il consumo spasmodico di oggetti perfetti e già morti il giorno dopo il loro trionfo, il film è ambientato nella Milano da bere e negli anni della Marlboro's way of life, La vita oscena è un 'romanzo' di formazione rincorso dal dolore di un lutto e alla ricerca di un confine con cui marcare la propria esperienza e il proprio mondo. Con cui testimoniare la vita, che è poi la vita (oscena) di tutti. È un viaggio allucinato e surreale. Una realtà distorta dall’eccessivo abuso di droghe, alcol e sesso. La storia di un dramma che si srotola attraverso percezioni alterate, in una soggettiva psicologica estremizzata oltremisura dall’apparato scenico, caricata fino all’osceno. Quello di Renato De Maria sembra infatti un ricorso esasperato a tutto il repertorio di soluzioni visive allucinate, psichedeliche, di derivazione lynchiana o ricalcate direttamente dal Trainspotting di Danny Boyle. Ma La Vita Oscena, a differenza di questi, è invece un film che ci sembra a tutti i costi drammatico, e ulteriormente indigesto e monotono, perché non raccontato con l’edulcorante e intelligente umorismo di un Boyle. Un film che nonostante la sua visionarietà, le sue trovate stranianti e le sue immagini trasgressive resta piatto. È, insomma, un film di abusi, da quelli consumati da Nove a quelli registici di De Maria. Un’intenzione che risponde senz’altro alla necessità di rendere per immagini il turbamento e la paranoia raccontate dal tormentato scrittore nella sua omonima autobiografia, ma che in definitiva ci risulta sconclusionato, perso in questi esercizi di stile tra l’onirico e il grottesco, in cui si fa sentire l’influsso fumettistico e irriverente della rivista Frigidaire. La realtà filtrata dalla sguardo del giovane si palesa per le sue insite incongruenze, le sue bizzarre presenze e la sua imperscrutabile essenza. Il suicidio, più volte tentato e fallito, sembra l’unica soluzione per sfuggire ad una vita in cui l’uomo è incastrato in una continua, ossessiva, ricerca di un qualcosa, che spesso assume le forme artificiali dell’oggetto materiale, di una massa corporea qualunque che colmi l’abissale vuoto esistenziale, e che in Nove si manifesta attraverso la costante eccitazione, il desiderio inappagato, che si degenera in paranoia meccanica. È la ricerca disperata della figura materna persa, incastrato in una fase edipica che lo porta a varcare ogni soglia, fino a raccontarla, con lucida allucinazione, nel suo La Vita L.C. Oscena. 12 Sabato 20 giugno 2015 SOCIETA’ LA VICENDA LA MARGHERITA GRECA SI ARRICCHISCE PIÙ LUNGA DI UNA DEL NUOVA MONDO PUNTATA. È PRONTA CON ATENE PER CHE ENTRARE FA UN ASSIST NE L LALLE IBRO“COLOMBE” DE I RE CORD TEDESCHE Expo 2015: Che pizza! Più di 60 italiani proveranno a realizzare un impasto di almeno 1 chilometro e 300 metri di Chantal Capasso L’ EXPO di Milano 2015 ospiterà la pizza più lunga al mondo entrando nel libro dei record. Preparata tra ieri ed oggi, 20 giugno, si dovrebbe stabilire un nuovo primato per iscriversi ufficialmente nel Guinness. Più di 60 pizzaioli italiani proveranno a realizzare una pizza di almeno 1 chilometro e 300 metri disposta lungo tutto Decumano dell’Esposizione Universale: per prepararla utilizzeranno circa 2 tonnellate di farina, 1 tonnellata di salsa di pomodoro e 1,5 tonnellate di mozzarella (tutti rigorosamente made in Italy), per un prodotto che verrà cotto in 5 forni speciali e assemblato su una gigantesca teglia, lunga quanto la pizza stessa. I pizzaioli avranno a disposizione solo 18 ore, che scadranno alle 13.00 di oggi per battere il record, di circa 1100 metri di pizza attualmente detenuto dalla Calabria e prima ancora dagli spagnoli. L'iniziativa è stata presentata dal ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina e dal commissario unico di Expo Giuseppe Sala. Il tentativo di raggiungere l’ambita meta , rientra all’interno della Settimana mondiale del pomodoro che expo dedica al cosiddetto oro rosso, che si terrà nel sito espositivo fino al 21 giugno. Organizzato da La Pizza +1, azienda piacentina leader italiana nella produzione di pizze fresche per la grande distribuzione, e da NIPfood, Nazionale Italiana Pizzaioli, che in passato ha già conquistato altri quattro Guinnes World Record. Lo staff complessivo sarà composto da circa 200 volonatri che, se il tentativo andrà a buon fine, distribuiranno gratuitamente circa 35.000 tranci di pizza margherita al pubblico di Expo. “Le feste di Expo Milano 2015 – ha affermato il direttore generale di Expo Giuseppe Sala – rappresentano la sintesi tra divertimento, degustazioni e dibattito. Abbiamo sempre creduto che questo dovesse essere l’elemento fondante degli eventi organizzati all’interno del sito espositivo. Coinvolgere Paesi e visitatori in appuntamenti di gioia e condivisione di conoscenze ed esperienze rende l’Expo ancora più viva e il suo messaggio ancora più importante”. Parliamo di numeri e record da battere. Nel nostro Paese c’è quello conquistato, circa una settimana fa in Calabria, dove 200 pizzaioli di Rende (Cosenza) hanno sfornato una margherita da 10 quintali di farina, 8 di pomodoro, 7 di mozzarella per un totale di 1.299 metri di pizza. In ambito europeo, la pizza più lunga al mondo iscritta nel libro dei record è stata impastata in Spagna. Un altro record era stato stabilito segnato dai pizzaioli di NipFood con la pizza tonda ma più grande: 1200 metri quadrati per 40 metri di diametro; 5.234 lastre d’impasti assemblati sul piatto e cotti insieme sul posto; per realizzarla avevano utilizzato circa 9 mila kg di farina, 4mila kg di pomodoro, 4mila kg di mozzarella, 190 kg di olio, 675 kg di margarina, 250 kg di sale marino, 100 kg di rucola, 125 kg di parmigiano reggiano e 25 kg di Aceto Balsamico Dop. Il peso complessivo della gigapizza era stato di 23 mila e 250 kg. Buona pizza a tutti! SU INSTAGRAM DUE FOTO SEXY IN BIKINI DELLA STAR INTERNAZIONALE Lady Gaga: delizia i fan col suo lato “B” La pop star è alle Bahamas in tour con Tony Bennet e presto debutterà come attrice nella serie American Horror Story: Hotel i tempi del “45” giri i cantanti deliziavano i fan con il lato B del disco, ora, invece, nell’era in cui apparire è diventato un must, i cantanti mostrano un altro tipo di “lato B”. Questa volta è il turno della provocante Lady Gaga, giorni fa aveva diffuso su Instagram, le immagini “a luci rosse” che la ritraevano mentre era in sauna, facendo intravedere il suo bel décolleté, ora tocca al suo…fondoschiena. La star internazionale, ha pubblicato, sempre su Instagram, due foto che la ritraggono alle Bahamas con un mini bikini. In una delle due, si mo- A stra in un costume due pezzi verde vicina ad un albero e mostra il suo lato B, nell’altra, la pop star è quasi stesa sullo stesso albero. Lady Gaga si trova alle Bahamas in tour con Tony Bennet. I due artisti sono attesi per l’Umbria jazz del prossimo 15 luglio. Insieme hanno collaborato alla realizzazione dell’album “Cheek to Cheek” uscito lo scorso 23 settembre. Lady Gaga ha dichiarato che il progetto è nato dal rapporto di amicizia con Tony Bennett. L'album contiene classici di musica jazz cantati in duo da Tony Bennet e Lady Gaga, ma sono presenti anche i pezzi da solista. La pop star che presto debutterà come attrice nella serie American Horror Story: Hotel, ormai al quinto capitolo. Nel telefilm, presenti, anche, Sarah Paulson, Kathy Bates, Evan Peters, Angela Bassett, Chloë Sevigny, Wes Bentley e Max Greenfield (New Girl) e Cheyenne Jackson (30 Rock). Nel cast torna anche Finn Wittrock che probabilmente inizierà una love story proprio con Lady Gaga, tra i due si insinuerà il personaggio di Matt Bomer. A lasciarlo intendere è stato il co-ideatore Ryan Murphy su Twitter. La pop star famosa per le sue provocazione debutta nel 2008 con l'al- bum "The Fame" che la lancia sulla scena internazionale con i singoli: "Poker Face" e "Just dance". Nel 2014 vince il disco di diamante con "Bad Romance" con oltre 10 milioni di copie vendute digitalmente, la prima artista femminile a ricevere tale riconoscimento. Ch.C. PRIMO GIORNO IN AULA PER LE BLOG S TAR Lucarelli, Soncini e… le foto dei vip Al centro delle indagini, 191 immagini della festa della Canalis che si costituisce parte civile ppena scarcerato Corona, coinvolto giudizialmente nel business di foto paparazzate e ricatti, ecco che spunta un altro processo nel mondo vip. Quello che ieri mattina ha avuto inizio e che ha visto sul banco degli A imputati: Selvaggia Lucarelli e di altre blog star, Guia Soncini e Gianluca Neri alias Macchianera, accusati di aver 'rubato' i segreti delle starlette riuscendo ad accedere "abusivamente" ai loro account di posta elettronica, dopo essere riusciti a ottenere codici e password. Mentre si sono costituiti parte civile Elisabetta Canalis, Mara Venier, Emanuele Filiberto di Savoia e Federica Fontana, insieme al marito Felice Rusconi. Non solo avrebbero rubato foto e dati dagli account dei vip, ma volevano creare dei blog per pubblicarne i segreti. Da Elisabetta Canalis e Mara Venier a Paolo Virzì e Scarlett Johansson: spiando le info private dei vip i tre blogger, stando agli atti depositati dai pm alla Procura di Milano, avrebbero creato un nuovo blog dove svelare i segreti altrui. Tutti i particolari dell’inchiesta che ha portato al processo, come riferisce l’Ansa, sono descritti nelle oltre 600 pagine di atti redatti dai pm di Milano coordinati da Grazia Colacicco. L’inchiesta, condotta dalla sezione reati informatici di polizia giudiziaria, è partita dall’analisi di alcuni sms del dicembre 2010, rintracciati sui cellulari degli indagati. Si legge nei messaggi inviati dalla Lucarelli a Neri l’intenzione di mettere in piedi un “blog insieme” sfruttando i dati che, secondo le indagini, ‘Macchianera‘ sarebbe riuscito a raccogliere entrando (illegalmente) nelle e-mail di diversi vip. Il progetto prevedeva di coinvolgere anche il giornalista Gabriele Parpiglia, ma quest’ultimo non è indagato. I dati acquisiti, scrive l’Ansa, sarebbero stati poi conservati in due caselle di posta elettronica denominate ‘GiorgioClone’ e ‘Copycat’. Violando l’account della modella Federica Fontana, i blogger non solo si sarebbero impossessati di 191 fotografie della festa del 32esimo compleanno della Canalis a villa Oleandra di George Clooney, ma avrebbero anche carpito la sua rubrica telefonica. Ch.C.