Scarpe da coltivare, scarpe che crescono con tuo figlio…

Moda sostenibile
➲ di Aurora Magni, Blumine Srl, www.sustainability-lab.net
Scarpe da coltivare,
scarpe che crescono con tuo figlio…
Q
Qualche mese fa le riviste e i blog eco-fashion hanno dato rilievo
alla scarpa sportiva con alberello con cui un gruppo di giovani
designer olandesi ha vinto il secondo premio al Amsterdam’s
Green fashion Awards, una sorta di Oscar dell’ecologia internazionale. Due sono i punti vincenti del progetto dei ragazzi.
Innanzi tutto la Virgin Collection (così si chiama la collezione
della OATshoes) è una linea di scarpe in lino e cotone creata
con materiali ad alta biodegradabilità di cui si esalta la veloce
deperibilità a fine ciclo di vita, data dalla naturalità dei materiali
usati, tanto da poter fungere da vaso dei fiori. Ma soprattutto la
OATshoes è un bell’esempio di comunicazione. L’idea è semplice
ma si fa notare (semplice non vuol dire banale) e le immagini
(e i semi di girasoli regalati con le scarpe) enfatizzano il concetto. Il sito è piacevole, chiaro e ospita in home page un blog
e il link alla pagina Facebook del brand che al momento
“piace” leggiamo, a 3.362 persone. Se serviva
un ulteriore esempio a conferma del peso che
i social network hanno nella comunicazione
eccolo trovato. Una volta avviato il sistema
è semplice: è il consumatore stesso a parlare
del prodotto, fotografa magari il proprio cane
intento ad annusare i piedi calzati, “pubblica” il tutto per farlo vedere agli amici e il
gioco è fatto. Il cane (e le scarpe) saranno
CI SONO ESEMPI DI CALZATURE CHE BEN
ESPRIMONO LA SFORZO DELLE AZIENDE
DEL SETTORE DI INNOVARE IL PRODOTTO
NON SOLO DAL PUNTO DI VISTA ESTETICO
MA ANCHE ACCOGLIENDO LA DOMANDA DI
NATURALITÀ E DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
DEI MATERIALI E DEI PROCESSI PRODUTTIVI
CHE IL MERCATO COMINCIA
A SOLLECITARE
SuStainable FaShion
Shoes to be cultivated,
shoes that grow
with your child…
There are examples of footwear that well
celebrate the efforts of sector businesses
to innovate the product not only from the
aesthetic point of view but also accepting
the demand for natural and environmental
sustainability of materials and manufacturing
processes that the market is starting to press
A few months ago, eco-fashion
magazines and blogs have emphasized
the athletic shoe with the small tree in which a
group of young Dutch designers won the second
prize at the Amsterdam’s Green Fashion Awards,
a sort of Oscar of International Ecology. Two
are the winning points of the project by these
guys. First of all the Virgin Collection (thus was
called the collection of OATshoes) is a line of
shoes in linen and cotton created with high
biodegradability materials which enhances
the quick perishability end-of-life, given by
the natural materials used, to such an extent
that they can serve as a vase of flowers. But
OATshoes è una linea di scarpe
in lino e cotone creata con materiali
ad alta biodegradabilità
OATshoes is a line of shoes in linen
and cotton created with high
biodegradability materials
above all the OATshoes is a fine example of
communication. The idea is simple but it points
out (simple does not mean trivial) and the
images (and the sunflower seeds given as a
present with the shoes) emphasize the concept.
The website is nice, clear and hosts a blog
Tecnica Calzaturiera
settembre 2011
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Moda sostenibile
visti e magari commentati da centinaia di persone, il tutto a
costo zero per l’azienda. E infine la notizia meno buona: dai
comunicati stampa si apprende che le scarpe sono prodotte in
Bulgaria. I progettisti hanno sì visitato imprese italiane ma – si
dice – non esistono più in Italia le tecnologie per realizzare un
simile progetto, da qui la scelta di spostarsi a est, anche se è
lecito pensare che sia stato soprattutto un problema di costi a
favorire l’opzione Bulgaria (www.oatshoes.com).
La filiera italiana sostenibile
attrae i creativi stranieri
Una scelta diversa invece per la collezione di Jasmine Zanacco,
trentenne designer italo-britannica (il cui padre lavorava per
Bata), che ha scelto proprio artigiani di Vigevano per realizzare
otto modelli di impronta classica e sei sneaker dallo stile più
informale. Le calzature, sottolinea la designer, sono pensate
per la fascia alta di mercato e sono realizzate con materiali ecocompatibili: pellami e cuoi conciati al vegetale, collanti a base
acqua, gomme mescolate a oli biodegrabili, accessori nickel free,
solette in fibra di cocco e canapa. Anche il pellame è scelto in
una logica di risparmio delle materie prime e trae origine dall’industria alimentare e non da allevamenti nati specificatamente
per la pelletteria. Le due notizie suggeriscono una riflessione:
la qualificazione della filiera italiana come sostenibile (oltre che
di indiscutibile qualità) assume una nuova valenza attrattiva
per stilisti esteri orientati a dare un valore eco ed etico alle loro
proposte. L’attenzione all’ambiente, la capacità di usare materiali non convenzionali valorizzandoli al meglio, il valore etico
delle lavorazioni possono ben giustificare un prezzo altrimenti
non competitivo se confrontato alle lavorazioni effettuate in
altre aree del mondo. Insomma, la sostenibilità non è solo un
Sustainable Fashion
on the home page and link to the Facebook
page of the brand that at the moment 3,362
people “ like” -we read-. If a further example
was needed to confirm the weight that social
networks have in communication, here it is.
Once started the system is simple: it is the
consumer himself to talk about the product,
maybe takes photographs of his dog while
sniffing his feet with these shoes on, “posts”
everything to show it to all friends and that’s
it. The dog (and shoes) will be seen and even
commented on by hundreds of people, all at no
cost to the company. And finally, the less good
news: in press releases we learn that the shoes
are produced in Bulgaria. The designers have
of course visited Italian companies, but - they
say - in Italy there no longer exist technologies
to realize such a project, hence the decision to
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Tecnica Calzaturiera
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Jasmine Zanacco ha scelto artigiani
di Vigevano per realizzare otto modelli
di impronta classica e sei sneaker
dallo stile più informale, realizzate
con materiali eco-compatibili
Jasmine Zanacco chose artisans
exactly from Vigevano to create eight
styles with classic footprint and
six more informal sneakers, made
with eco-friendly materials
move east, although it is reasonable to think that
it was primarily a problem of costs to support
the option Bulgaria (www.oatshoes.com).
The Italian sustainable industry
attracts creative people
A different choice instead for the collection
of Jasmine Zanacco, thirty-year-old British-
Italian designer (whose father worked for Bata),
who chose artisans exactly from Vigevano to
create eight styles with classic footprint and
six more informal sneakers. The shoes, the
designer points out, are designed for a highend market and are made with eco-friendly
materials: leather and vegetable tannedleather,
water-based adhesives, rubber mixed with
biodegradable oils, nickel free accessories,
fiber coconut and hemp insoles. Also the
leather is chosen with the logic of saving raw
materials and stems from the food industry
and not from cattle farms specifically born for
making leather. The two above reports suggest
a reflection: the skills of the Italian industry as
a sustainable (and of unquestionable quality)
one assumes a new value-oriented attraction
for foreign designers to give an economic value
Il sito Magistep, marchio nato nel luglio
del 2009 dalla sinergia tra il Calzaturificio
Giacomo Regoli e la Polistamp System
The website of Magistep shoes, a brand born in
July 2009 from the synergy between Calzaturificio
Giacomo Regoli and Polistamp System
richiamo immateriale e di moda (un messaggio “greenwashing” come si usa dire) ma una prassi aziendale che dà valore al prodotto e rende riconoscibile
l’azienda che la adotta. E il mercato sembra sempre
più pronto ad accogliere simili proposte.
Allungare la vita delle scarpe
Ma se la biodegradabilità della calzatura è certamente
uno dei principali obiettivi della ricerca innovativa di
designer e imprese c’è chi punta ad allungarne il ciclo di
vita ritardando il più possibile la consegna del prodotto
alla discarica. È il caso delle scarpette Magistep, marchio
nato nel luglio del 2009 dalla sinergia tra il Calzaturificio
Giacomo Regoli, titolare dell’omonimo calzaturificio artigianale e ideatore della scarpina allungabile, e la Polistamp System, società che opera nel settore degli isolamenti termici
e nello stampaggio di materie plastiche: un esempio di “rete
extrasettoriale” che ha dato risultati davvero interessanti.
Grazie a un meccanismo di allungamento posizionato nella
suola sotto il tallone, la scarpa può essere allungata di quasi
due numeri. Il sistema brevettato, è molto semplice: basta inserire una chiavetta (in dotazione con le scarpe) in un foro nel
tallone della scarpina e attivare la vite a movimento continuo
fino a raggiungere le dimensioni necessarie.
and ethics to their proposals. The attention
paid to the environment, the ability to use
unconventional materials showing off their
best, the ethical value of work may well justify
an otherwise non-competitive price when
compared to the work carried out in other areas
of the world. In short, sustainability is not just
an intellectual appeal and fashionable one (a
“greenwashing” message as it is used to say)
but a business practice that gives value to the
product and makes the company that adopts
it be recognizable. And the market seems
increasingly willing to accept these proposals.
Extend the life of shoes
But if the biodegradability of the footwear is
certainly one of the main objectives of the
innovative research by designers and firms,
Il vantaggio sta nel far calzare al bambino
una scarpa su misura per un periodo di tempo più
lungo di quanto previsto al momento dell’acquisto garantendo
al piede la giusta postura e prevenendo molte patologie dei
bambini come il piede piatto e il valgismo. Il tutto strizzando
un occhio all’ambiente e a aiutando le famiglie a risparmiare
un po’ sull’abbigliamento dei figli. Tutti i materiali – assicura
l’azienda – sono naturali, anallergici e riciclabili.
Il target è quello dei bimbi tra i due e i sei anni e la scarpina
è stata approvata dall’Aipo (Associazione italiana pediatri e
ortopedici) e testata presso il Centro Ricerche e Studi sulla
Posturologia di Siena, Aequocenter.
there is who aims to prolong their life cycle
as much as possible by delaying the delivery
of the product to landfill.
This is the case of Magistep shoes, a brand
born in July 2009 from the synergy between
the Calzaturificio Giacomo Regoli, owner of
homonymous artisan shoe factory and creator
of the extending shoe, and the Polistamp
System, the company that operates in the field
of thermal insulation and in the moulding of
plastics: an example of “extra-sector network
“ which has proved to give very interesting
results. Thanks to a lengthening mechanism
positioned in the sole under the heel, the shoe
can be lengthened by almost two sizes.
The patented system is very simple: just enter
a memory stick (included with the shoes) in
a hole in the heel of the shoe and turn the
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continuous motion screw until it reaches the
necessary size. The advantage lies in making
the child wear a shoe made-to-measure for a
period of time longer than the one you might
have thought at the time of the purchase while
ensuring the foot to stay in a correct posture
and preventing many children’s diseases such
as the flat foot and the valgus condition.
All this with a wink to the environment and
helping some families to save on children
clothing. All materials - ensures the company
- are natural, hypoallergenic and recyclable.
The target is for children between two and
six years and the shoe was approved by
Aipo (Italian Association of Paediatricians
and Orthopaedics), and tested at the Centre
for Research and Studies on Posturology
of Siena, Aequocenter.
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