Frati Minori dell`Emilia-Romagna Notiziario -1

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Frati Minori dell`Emilia-Romagna Notiziario -1
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Notiziario -
1
Visita Canonica
del Ministro
I
Lettera di
indizione
Carissimi,
la visita canonica che il
Ministro è chiamato a compiere
nel triennio ha una rilevanza tutta particolare nella nostra vita di
frati minori: questo ci dice la tradizione più forte del nostro Ordine, questo ci dicono le nostre
leggi, questo mi dice l’esperienza di questi anni di servizio alla
Provincia.
Al termine delle tre giorni di formazione permanente,
verso la metà del mese di febbraio, inizierò la visita canonica alla
Provincia: inizierò dalla fraternità
di San Piero in Bagno il giorno
14 febbraio 2005 e terminerò con
le fraternità di Sant’Antonio in
Bologna e di Imola nella prima
metà del mese di maggio.
Naturalmente, affinché
la visita canonica possa essere ciò
che deve essere, è indispensabile
accoglierla e viverla con atteggiamento di disponibilità e di accoglienza da parte di tutti, con spirito di fede; in ascolto dello Spirito del Signore e nella riflessione attenta sulla nostra vita sia a
livello personale che comunitario. È infatti, questa, una forte
2 - Notiziario
occasione di ripensamento della
nostra vita e di riflessione sulla
prassi che quotidianamente mettiamo in atto.
Prima di tutto avverto il
mio servizio come luogo nel quale ogni fratello, nella verità, può
trovare quello spazio che gli permette di verificare il proprio cammino vocazionale confrontandosi, alla luce della fede e delle proprie scelte, con il presente, cioè
con quella precisa realtà dove è
chiamato ad operare e ad esprimere la propria realtà di frate
minore.
Considero infatti l’ascolto come momento essenziale di
questo nostro prossimo incontro.
Tutti abbiamo un grande bisogno
di essere ascoltati, ne avvertiamo
la necessità, e l’ascolto sarà accompagnato da attenzione al dialogo, quale strumento privilegiato della ricerca comune della volontà di Dio, nella piena disponibilità e nella povertà di spirito.
In secondo luogo, il nostro incontro a livello di fraternità, avrà come punto di partenza
il Progetto di Vita Fraterna che
tutte le guardianie, durante questo ultimo anno, in modo lodevole, anche con fatiche più o
meno evidenti, hanno costruito e
attraverso il quale si sono date
quello che io considero un buon
Sommario
Visita Canonica
1
I - Lett. di indizione
1
II - Lett. Segretario
2
Dalla Curia Generale 3
Assistenti OFS
5
Vita della Provincia 10
I - Definitorio
10
In Terra Santa
11
Note di Cronaca
13
I - Bombardamento ...13
II - Padre Nobili
15
Francescanesimo ... 17
Abbiamo Vissuto
26
I Nostri Defunti
28
Eucarestia
31
Fraternitas n. 106
Notiziario
Provincia di “CRISTO RE”
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
(In copertina: “Il Crocifisso Risorto”, olio su legno,
di Fr. Maurizio Piazza, 2000. Convento OFM di
Villa Verucchio, Cappella del Postulato.
Anno XXXVII - n.s.
N. 103 - FEBBRAIO 2005
Sped. in Abbonamento postale
art. 2 comma 20/c legge 662/96
Filiale di Bologna - Stampato in proprio
Reg. Trib. Bologna n. 6799 del 10.04.98
Periodicità mensile
Dir. resp.: Fr. Giovanni Mascarucci
Redattore: Fr. Marco Zanotti
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
strumento di lavoro per la nostra
vita, una base per la verifica continua ed un buon fondamento per
giungere ad un dialogo, all’interno delle nostre fraternità, che sappia toccare i punti nodali della
nostra vita e le linee che specificano la nostra vocazione, superando, in tale modo, quella superficialità che a volte caratterizza i
nostri capitoli conventuali.
Ciascuno di noi trarrà sicuramente da questa esperienza,
rinnovato slancio per il proprio
cammino e per la propria testimonianza; sono certo, infatti, che
tutti noi sapremo trarre da questo incontro la capacità per una
rivisitazione bella e serena delle
motivazioni più profonde del nostro essere frati minori per poi
ripartire, nel cammino della nostra vita, con generosità e gioia.
A tutti voi, Fratelli carissimi, alle Sorelle clarisse dei
monasteri consociati, ai Fratelli
dell’Ordine francescano secolare, chiedo di accompagnare questa esperienza di incontro, con la
loro affettuosa e fraterna preghiera nella certezza che la benedizione del Signore illuminerà i
nostri giorni, permettendoci di
crescere ulteriormente nella comprensione del suo amore e nella
gioia più profonda per il dono
della nostra Professione nell’Ordine dei Frati Minori.
A tutti, con affetto e nella gioia, l’augurio di Pace e Bene!
Fr. Giuseppe Ferrari, ofm
Ministro provinciale
Bologna, Curia provinciale:
22 gennaio 2005
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
II
Lettera del
Segretario
settimana per settimana le
Fraternità che saranno visitate,
per il giorno preciso ci sentiremo telefonicamente.
Carissimo fratello Guar-
CALENDARIO:
14-19 febbraio: S. Piero
in Bagno, Cesena, Ravenna.
21-25 febbraio: Milano
Marittima, Rimini.
28 febbraio - 4 marzo:
Ferrara, Villa Verucchio.
7-11 marzo: Piacenza,
Fiorenzuola.
14-18 marzo: Reggio Emilia, Parma, Nonantola.
11-15 aprile: Carpi, Modena, Fanano, La Verucchia.
18-22aprile: Montepaolo, Bologna (SS. Annunziata).
26-29 aprile: Bologna
(Osservanza, S. Orsola).
9 maggio…: Bologna (S.
Antonio, Infermeria), Imola.
diano,
ti invio la lettera di indizione della Visita Canonica del
Ministro provinciale.
Ti ricordo di preparare il
seguente materiale:
1. Il Progetto di Vita Fraterna.
2. I verbali del Capitolo
Conventuale (del Discretorio, del
Coetus).
3. I registri economici
con gli estratti conto bancari più
recenti (questo anche per tutte le
attività).
4. Il Registro delle S.
Messe.
5. La Cronaca.
6. Il Libro della Visita
Canonica.
Oltre all’ascolto personale il Ministro provinciale desidera chiudere la Visita con un Capitolo conventuale che veda un
confronto sul Progetto di Vita
Fraterna. Inoltre il Ministro provinciale desidera incontrare il Discretorio della Fraternità locale
OFS.
I Guardiani delle Fraternità di: Cesena, Ravenna, Rimini,
Ferrara, Piacenza, Reggio Emilia, Parma, Nonantola, Carpi,
Imola, Montepaolo e Bologna “S.
Antonio”, provvedano a fissare
un appuntamento con il Vescovo
della rispettiva Diocesi.
Durante la Visita Canonica il Ministro provinciale incontrerà, brevemente, anche le
Fraternità delle Sorelle Clarisse
dei Monasteri consociati.
Di seguito troverai il Calendario di massima della Visita;
è stato usato il criterio di fissare
Rimango a tua disposizione per ulteriori informazioni
e chiarimenti.
Ti saluto fraternamente.
Fr. Marco Zanotti
Segretario provinciale
Bologna, Curia provinciale:
22 gennaio 2005
Notiziario -
3
Dalla Curia generale
Comunicato del Definitorio - Gennaio 2005
Dal 10 al 14 di gennaio
il Definitorio generale si è riunito presso la Curia generale per
trattare i seguenti temi.
1. Elezione del Definitore generale per la “regione”
COMPI. Il giorno 13, dopo aver
ascoltato il parere della COMPI,
è stato eletto Definitore generale
per questa “regione” Fr. Mario
Favretto della Provincia di S.
Antonio di Padova (Italia).
2. Relazioni sulle Visite
canoniche. Il Definitorio generale ha esaminato e approvato le
seguenti Relazioni di Visita: Pontificio Ateneo Antoniano con la
Facoltà Biblica e di Archeologia
di Gerusalemme e l’Istituto di
Studi Ecumenici di Venezia; Provincia dell’Assunzione della
BVM (Argentina).
3. Nomina di Visitatore assistente. Fr. Paul Miki
Murakami, Vicario provinciale
della Provincia del Giappone, è
stato nominato Visitatore assistente del Visitatore generale della Provincia del Santissimo Nome di New York per i Frati di questa Provincia che risiedono in
Giappone.
4. Erezione di Conferenze. Il Definitorio ha approvato l’erezione della nuova Conferenza Transalpina Francescana
(=COTAF) che abbraccia le Pro-
4 - Notiziario
vince e le Custodie delle precedenti Conferenze MEFRA e
COPEF. È stata anche eretta la
Conferenza Italiana/Albanese
(=COMPI) che comprende le
Province d’Italia e Albania.
5. VIII Centenario della Fondazione dell’Ordine. Il
Definitorio ha riflettuto sul modo
in cui presentare alle Province il
documento La grazia delle origini che contiene il progetto della celebrazione dell’VIII Centenario della fondazione dell’Ordine. È stata anche fissata per il 29
ottobre 2005, in concomitanza
con il Congresso Internazionale
dei Maestri dei Novizi dell’Ordine, l’apertura ufficiale della prima tappa di preparazione per la
celebrazione del Centenario. Alla
celebrazione, che avrà luogo ad
Assisi, parteciperà anche tutto il
Definitorio generale. Ciascuna
Provincia dovrà fissare una data
per questa celebrazione nel proprio territorio, tenendo presente
il programma per questa prima
tappa del Centenario, così come
è descritto nel documento La grazia delle origini.
6. Capitolo Generale
Straordinario 2006. Nel contesto della preparazione del Capitolo Generale Straordinario 2006
il Definitorio ha riflettuto sul modo di presentare e studiare il do-
documento La vocazione dell’Ordine oggi, che sarà inviato
prossimamente alle Entità dell’Ordine per essere studiato dai
Frati. Con le risposte che si riceveranno sarà elaborato l’instrumentum laboris per il Capitolo
che, come è già stato annunciato
nel precedente Comunicato, sarà
celebrato ad Assisi dal 15 settembre al 1 ottobre 2006. Il Definitorio ha fatto un programma per
lo studio di questo Documento da
parte dei Definitori generali e
chiede vivamente a tutti i Ministri e Custodi che facciano il possibile perché il Documento sia
studiato nelle Fraternità di tutte
le Entità e le sintesi delle riflessioni vengano inviate in Curia
entro i tempi previsti.
7. Ufficio di Giustizia,
Pace e Integrità del Creato. Fr.
Luis Cabrera è stato nominato
Direttore dell’Ufficio GPIC. Fr.
Luis sostituisce Fr. Rodrigo, che
rientra in Brasile alla fine di gennaio 2005. Il Definitorio ringrazia Fr. Rodrigo del suo lavoro in
questo periodo e Fr. Luis per la
sua disponibilità. Prossimamente il Definitorio provvederà a
completare il personale dell’Ufficio.
8. Ufficio per lo Sviluppo (Fund Raising). Il Definitorio
ha incontrato il Direttore dell’UfFrati Minori dell’Emilia-Romagna
ficio per lo Sviluppo, Fr. James
Perluzzi, e il “Gruppo per il Fund
Raising”, costituito da alcuni Frati dell’Ordine che hanno dato la
loro disponibilità a collaborare
con questo Ufficio. Sono stati approvati alcuni suggerimenti di
questo gruppo per potenziare
l’Ufficio per lo Sviluppo.
9. Segreteria generale
per la Formazione e gli Studi.
Il Segretario generale per
la Formazione e gli Studi, Fr.
Massimo Fusarelli, ha presentato il programma del Congresso
Internazionale per i Maestri dei
Novizi dell’Ordine che si celebrerà in Assisi nel prossimo mese
di ottobre. Il Definitorio ha approvato il programma.
10. Plichi. Come in ogni
“tempo forte” il Definitorio ha
esaminato e sbrigato 30 pratiche
inviate dalle diverse Entità dell’Ordine che attendevano una risposta e approvazione.
11. Capitolo delle Stuoie. È stata nominata la Commissione preparatoria del III Capitolo delle Stuoie per i Giovani professi dell’Ordine (“under ten”)
che si celebrerà dal 1 all’8 luglio
2007. Fr. Juan Ignacio Muro è
stato incaricato di tenere i collegamenti tra il Definitorio e la
Commissione preparatoria.
12. Collegio S. Isidoro.
È stato approvato il testo della
convenzione tra la Curia generale e la Provincia d’Irlanda, con
cui questa concede alla Curia, per
i prossimi sei anni, l’uso dell’intera proprietà del Collegio S.
Isidoro in Roma.
13. Servizio per il Dialogo. Il Definitorio è stato informato sui risultati della riunione
della Commissione Internazionale per il Dialogo, tenutasi a Rabat
(Marocco) dal 2 al 5 gennaio u.s.
Fr. Miguel Vallecillo e Fr. Finian Mc Ginn presenteranno nel
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
prossimo “tempo forte” alcune
proposte per il triennio 20062009.
14. Fraternità Internazione di Instanbul. Il Guardiano della Fraternità di S. Maria
Draperis, Fr. Ruben Tierrablanca, ha informato il Definitorio
della situazione della Fraternità
e delle attività ecumeniche e interreligiose dei Frati che la compongono.
15. Altri incontri. Durante questo “tempo forte” il Definitorio generale si è incontrato
con i Ministri provinciali, Custodi e Presidenti eletti durante l’ultimo anno. L’incontro si è svolto
presso la Curia generale dal 17
al 26 gennaio. Il Ministro generale si è anche incontrato con i
Frati della Curia generale e della
Fraternità Fr. Gabriele Maria Allegra (Fraternità degli Studenti
del Collegio S. Antonio in Roma). Il Ministro e il Vicario generale si sono poi riuniti con i
membri dell’Ufficio Comunicazioni della Curia in vista di un suo
potenziamento. Durante questo
“tempo forte” si è riunito presso
la Curia il “Consiglio dei Reggenti” del PAA, di cui fanno parte, da parte della Curia, diversi
membri del Definitorio generale, il Segretario generale per la
Formazione e gli Studi e l’Economo generale.
A nome del Ministro generale con il suo Definitorio vi
saluto in San Francesco.
Fr. Sandro Overend
Rigillo, ofm
Segretario generale
Barbara Donati ha
compiuto un attento studio delle lunette cinquecentesche del nostro
convento dell’Osservanza di Imola. La ricerca ha condotto la
studentessa a confrontare questi affreschi che
narrano la vita di S.
Francesco con altri
contemporanei nei conventi di Lugo, Gubbio e
S. Franceco di Assisi.
Anche se vari dipinti
sono scomparsi, quelli
di Imola rimangono
ancor oggi uno dei cicli
più ampi della biografia sanfrancescana. La
tesi è stata presentata a
Ravenna nella Facoltà
di Conservazione dei
Beni Culturali.
Notiziario -
5
L’assistenza spirituale
all’OFS
Introduzione
Il legame che unisce i
Francescani secolari con le sorelle ed i fratelli dei Primi due Ordini è talmente forte che non possiamo toccare l’uno senza ferire
gli altri: “Possiamo pensare che
l’Ordine stesso perderebbe la sua
ispirazione e forse cesserebbe di
esistere se si rifiutasse di estendere a questi rami, chierici o laici, il nutrimento della sua linfa
vitale, la condivisione dei suoi tesori, le esigenze santificanti del
suo spirito”.1
Francesco ed i suoi fratelli si sentirono guidati dallo Spirito a servire i penitenti, che dal
canto loro guardavano sempre
più i frati per riceverne guida ed
animazione spirituale.
“Molti, nobili e plebei,
chierici e laici, docili alla divina
ispirazione, si recavano dal Santo, bramosi di schierarsi per sempre con lui e sotto la sua guida...
Artista e maestro di vita evangelica veramente glorioso: mediante il suo esempio, la sua Regola
e il suo insegnamento, si rinnova
la Chiesa di Cristo nei suoi fedeli, uomini e donne, e trionfa la
triplice milizia degli eletti. A tutti dava una regola di vita, e indicava la via della salvezza a ciascuno, secondo la propria condizione”.2
6 - Notiziario
“La Lettera ai fedeli” è
una splendida testimonianza del
suo insegnamento e della direzione spirituale ai laici. Kajetan Esser scrive: “Senza pretendere di
fare di questa lettera un tipo di
Regola primitiva del Terzo Ordine, troviamo in essa le idee che
Francesco predicava ai Cristiani
che vivevano nel mondo e che
erano personalmente associati a
lui”.3
L’evidenza di Celano,
dell’Anonimo Perugino, a cui
possiamo aggiungere quella di
San Bonaventura, dei Tre compagni, del Papa Gregorio IX e di
altri, conferma che fin dall’inizio
“i laici desideravano associarsi al
movimento francescano, condividere il carisma del Poverello
pur vivendo una vita secolare nel
mondo”. 4 Ispirato dallo Spirito
Santo, Francesco rispose all’appello del Crocifisso di San Damiano, dando alla luce uno stile
di vita evangelica che, vissuto dai
suoi frati, dalle sue sorelle e dai
laici “ricostruì” la Chiesa e deve
ancora portare avanti la sua restaurazione.
La Regola dell’ OFS parla di “comunione vitale reciproca” che deve esistere tra i secolari e tutti i rami della Famiglia
Francescana per rendere presente, in vari modi, il carisma del
loro comune serafico Padre nella vita e nella missione della
Chiesa.5
In virtù di questa “comunione” secondo una tradizione di
lunga data, è competenza dei Superiori maggiori del Primo Ordine e del TOR assicurare l’assistenza tramite religiosi idonei e
ben preparati e la visita pastorale
alle Fraternità dell’OFS.6
Gli Ordini Francescani
religiosi, poiché a loro spetta l’
“altius moderamen”, non solo
hanno assunto come loro principio “la comunione vitale reciproca” e l’hanno resa evidente nella
loro legislazione, ma anche i Ministri generali e provinciali, nelle lettere ed in vari interventi,
esortano continuamente i frati a
conoscere sempre meglio e di più
l’OFS, e richiedono un’adeguata
preparazione agli Assistenti spirituali.
Le attuali direttive tendono ad essere un contributo comune a tutti gli Ordini, possibilmente da inserire nei “Programmi di
Formazione”, in modo che l’OFS
ne sia a conoscenza nell’ambito
della Famiglia Francescana, nella sua missione nella Chiesa e nel
mondo, e per la preparazione di
coloro che sono chiamati a svolgere il servizio di Assistenti spirituali.
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Responsabilità dei superiori
maggiori
a. Il Ministro generale
L’articolo 85 delle Costituzioni afferma chiaramente che:
“Come parte integrante della Famiglia Francescana e chiamato a
vivere il carisma di Francesco
nella dimensione secolare, l’OFS
ha particolari, stretti rapporti con
il Primo Ordine e con il TOR.
La cura spirituale e pastorale dell’OFS, affidata dalla
Chiesa al Primo Ordine Francescano e al TOR, è dovere anzitutto dei loro Ministri generali e
provinciali”.7
Lo scopo di questa assistenza è quello di garantire la fedeltà dell’OFS al carisma francescano, unito alla Chiesa ed in unione con tutta la Famiglia Francescana. Ci sono valori comuni
che devono essere difesi nella nostra Famiglia Francescana. C’è
uno scambio nei nostri rapporti
che rende questo un servizio di
amore più che un dovere imposto.
I Ministri generali e provinciali del Primo Ordine e del
TOR svolgono il loro ministero
all’OFS mediante:
A) La creazione di fraternità;
B) La visita pastorale di
fraternità ai vari livelli;
C) L’assistenza spirituale alle fraternità ai vari livelli
(svolgono questo ministero personalmente o attraverso un delegato).
Questo ministero all’OFS è veramente “assistenza”
e non controllo dell’OFS. Questa responsabilità, che chiaramente possiamo trovare nel nuovo Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale dell’OFS è già
prima riferita dal Papa Benedetto XIII. Nella sua Bolla “Paternae sedis Apostolicae” ricorda al
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Ministro generale che “in qualità di successore di San Francesco ha il dovere di dare assistenza spirituale al Terzo Ordine”.8
b. Il Ministro provinciale
Lo Statuto per l’assistenza enumera i doveri del Ministro
provinciale:
10, 1. I Ministri provinciali e gli altri Superiori maggiori esercitano le loro competenze
verso l’OFS nel territorio della
propria giurisdizione.
2. Dove più superiori
maggiori hanno giurisdizione in
uno stesso territorio, concordano
il modo più adeguato di svolgere
collegialmente il loro ufficio alle
Fraternità regionali e nazionali
dell’OFS.
3. Devono altresì stabilire collegialmente le modalità
della nomina degli Assistenti nazionali e regionali, ed anche a
quali Superiori i consigli nazionali e regionali dell’OFS si devono rivolgere per chiedere l’Assistente.
11, 1. I Ministri provinciali e gli altri Superiori maggiori assicurano l’assistenza spirituale alle Fraternità locali affidate
alla propria giurisdizione.
Molte Province hanno
già iniziato promettenti programmi come per esempio celebrazioni ed incontri fraterni delle diverse unità della Famiglia Francescana, il dialogo a livello di amministrazione provinciale con i
responsabili nell’OFS. Molti Capitoli provinciali hanno avuto risultati positivi dall’ascolto della
voce dei suoi fratelli OFS. Non è
possibile destinare tanti religiosi
a questo ministero, ma il provinciale deve occuparsi della formazione dei frati e del loro interesse nei riguardi dell’OFS, e dovrebbe offrire una formazione
speciale agli Assistenti in modo
che siano idonei e ben preparati.
Per offrire un buon servizio alla
Fraternità secolare è assolutamente necessario rendere i religiosi consapevoli della dimensione laica del carisma francescano.
Questi obiettivi saranno coordinati ed integrati efficacemente
nella vita e nelle attività di ogni
Provincia. E così, il Ministro provinciale, pur anche avendo molte altre responsabilità, non dovrà
mai dimenticare la cura pastorale verso l’OFS. I centri france-
Durante il Tempo Forte di gennaio 2005 il Definitorio generale ha eletto Fr. Mario Favretto,
OFM, Definitore per la COMPI
in sostituzione di Fr. Francesco
Bravi, recentemente eletto Vicario generale dell’Ordine. Fr
Mario, della Provincia di S. Antonio di Padova (Venezia, Italia),
è nato a Lorenzaga (Treviso, Italia) il 1 dicembre 1954, figlio di
Erminio e Giulia Tubiana, è entrato nell’Ordine nel 1974. Ha
emesso la Professione solenne il
5 ottobre 1980 ed è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982.
Ministro provinciale della provincia Veneta per il sessennio
1998-2004, attualmente è Visitatore generale della Provincia
Serafica di S. Francesco (S. Maria degli Angeli, Italia).
Notiziario -
7
scani, che sono stati creati per essere luoghi di preghiera, di incontri e di formazione saranno utilizzati a beneficio di tutta la Famiglia Francescana e per la loro
unità.
c. Il Superiore locale e la
comunità locale
Il superiore locale dovrebbe promuovere una vera e vitale reciprocità tra la sua comunità e la fraternità locale o regionale dell’OFS in modo che lo
spirito evangelico sia vissuto ed
irradiato ogni giorno. Inoltre deve dare tempo e mezzi all’Assistente spirituale in modo da poter svolgere il suo lavoro. L’Assistente locale è scelto dalla comunità religiosa, tenendo conto
dei punti di vista del Consiglio
dell’OFS. Ciò significa che l’Assistente non deve dimenticare che
sta svolgendo un servizio che è
espressione dell’affetto e dell’interesse di tutti i religiosi verso
l’OFS. La cosa più importante è
creare un clima di fratellanza e
di servizio vicendevole tra i laici
e i religiosi. Ed è questo il nostro
scopo, e non sermoni eloquenti.
d. L’Assistente spirituale
Dagli Statuti per l’assistenza spirituale e pastorale all’OFS, sappiamo chiaramente il
ruolo degli Assistenti spirituali:
13, 1. Il compito precipuo dell’ Assistente è favorire
l’approfondimento della spiritualità francescana e cooperare alla
formazione iniziale e permanente dei francescani secolari.
2. Nei Consiglio di
Fraternità, nei Capitoli elettivi o
ordinari, agisce nel rispetto della
responsabilità e del ruolo dei secolari, dando loro la priorità per
quanto riguarda la guida, il coordinamento e l’animazione della
Fraternità.
3. Partecipa attivamente
8 - Notiziario
e vota nelle deliberazioni e nelle
decisioni presi nel Consiglio o nel
Capitolo. In particolare è responsabile per l’animazione delle celebrazioni liturgiche e delle riflessioni spirituali durante le riunioni del Consiglio o del Capitolo.
L’Assistente spirituale
dovrebbe avere la capacità di sviluppare nell’OFS il vero Spirito
Francescano, in modo che tutti i
fratelli e le sorelle dell’OFS possano diffondere questo spirito nel
mondo. Di qui la necessità di aiutare i laici a crescere nel dialogo
con il mondo, di offrire ai Francescani secolari gli strumenti per
guardare il mondo in modo diverso, di inculturare la fede in modo
veramente francescano. L’Assistente ha un ruolo di grande importanza nella cura pastorale affidata dalla Chiesa al Primo Ordine in relazione all’OFS. È la
sua speciale vocazione.
Il ruolo fraterno dell’as-
sistenza spirituale è la responsabilità di esprimere e promuovere
il legame comune di unità nella
Famiglia Francescana. Tutta la
Famiglia Francescana è una nelle sue origini, nel carisma e negli
elementi fondamentali della spiritualità, dello stile di vita e del
ministero; ciascuna entità nella
famiglia completa le altre entità
nel vissuto della nostra vita evangelica francescana e quindi è necessaria per la pienezza della vocazione francescana per “rendere visibile il carisma del loro comune Serafico Padre nella vita e
nella missione della Chiesa”.9
L’Assistente spirituale è
un simbolo dell’unità e della collaborazione della Famiglia
Francescana perché con la sua
presenza tra i Francescani Secolari e dinanzi a loro esprime il
fatto che siamo uno e ci completiamo a vicenda, che insieme tendiamo verso gli stessi obiettivi e
Studio Teologico S. Antonio - Bologna
Affiliato alla Facoltà Teologica
del Pontificio Ateneo Antonianum -Roma
Universalismo
e Cultura cristiana
giornata di studio
18 febbraio 2005
Prof. Pierluigi Malavasi
Come educare al pluralismo?
Prof. Pier Cesare Bori
Universalismo etico e universalismo dei diritti umani
Proiezione del film: “Sognando Beckham” di G. Chadha
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
veniamo dalle stesse radici e siamo motivati dallo stesso carisma,
plasmati dalla stessa eredità e tradizioni.
Tutti quelli che sono disposti a assumere questo servizio di assistenza spirituale, scopriranno un’occasione unica per
vivere e proclamare il Vangelo,
dare testimonianza a favore della nostra vita di frati e minori,
promuovere le vocazioni verso lo
stile di vita francescana. Ricordiamo l’esempio di San Francesco e dei suoi fratelli, come seppero vivere l’essenza del Vangelo, superando i problemi di ogni
giorno. La nostra missione consiste poi nel dare vita, oggi, ai
fatti ed allo spirito di Francesco
per coloro che, fratelli e sorelle
laici, ci guardano lungo il cammino di sequela di Cristo.
L’Assistente spirituale è
pastore, guida e maestro. Deve
conoscere i membri della Fraternità, uno ad uno, e deve formarli
armonizzando la formazione e le
capacità di ognuno in modo che
nessuno rimanga isolato o in periferia. Spesso l’Assistente deve
fare in modo che le persone si
sentano membri di una Fraternità,
che abbiano senso di appartenenza e soprattutto deve lasciare
completa libertà all’espressione
dei loro talenti. Molti nostri fratelli e sorelle hanno qualità e talenti che non vedono e di cui non
si rendono conto; a volte basta
incoraggiarli e dare loro la possibilità di metterli al servizio degli altri.
Sul ruolo dell’Assistente come educatore abbiamo due
autorevoli riflessioni del Papa
Giovanni Paolo II: “Per coloro
che hanno specifiche responsabilità nell’Ordine Francescano Secolare: io spero nell’unità degli
scopi e nell’identità della determinazione, in modo che essi siaFrati Minori dell’Emilia-Romagna
no animatori illuminati e guide,
che indirizzano il cammino dei
fratelli e delle sorelle all’amore
del Vangelo e alla fedeltà alla
Chiesa…”.10
“La missione dell’Assistente ecclesiastico è diretta all’educazione nella fede e alla promozione della crescita nella vita
interiore… in modo tale che i laici rispondano gioiosamente e generosamente alla vocazione alla
santità e alla loro specifica missione secondo il Vangelo… Allora la missione dell’Assistente
adempie la sua finalità nella promozione dei membri della
Fraternità alla loro particolare vocazione come laici in tutte le sue
implicazioni e nella sua specifica natura… La vostra azione, il
vostro specifico apostolato, la
vostra missione come padri spirituali ed educatori nella fede
delle singole persone sono elementi fondamentali per la formazione di tutti i membri, inclusi i
leaders e gli animatori”.11
Sull’equipe di formazione
Il compito dell’Assistente consiste nel dare testimonianza all’autenticità del carisma ed
essere una guida sicura ed illuminata. Quindi né comanda, né
dirige, né amministra, né organizza. Ma piuttosto da testimonianza alla Parola di Dio di cui è il
rappresentante.
L’Assistente ha il dovere principale di:
... Consigliere: entra nel
dialogo personale se gli viene richiesto, nel dialogo sacramentale con l’aspirante. Aiuta gli aspiranti a chiarire la loro propria
vocazione, purificandola e portandola ad una maggiore chiarezza. Offre agli aspiranti il suo servizio sacerdotale, di guida spirituale, nella preghiera e nel cammino di conversione. Accompagna gli aspiranti lungo il cammi-
no di vita evangelica.
... Guida : insieme al
Consiglio organizzerà il corso di
formazione che insieme al Formatore svilupperà ulteriormente
in modo che tutti siano fedeli al
carisma francescano. Naturalmente entrerà in dialogo con gli
aspiranti, in modo da introdurli
poco a poco e metodicamente ad
approfondire le verità di fede e
la conoscenza della spiritualità
francescana.
Gli Assistenti spirituali
aiutano i Secolari a mantenere
una sana idea della Chiesa, del
Vangelo, del ruolo della teologia,
dell’integrazione tra Vangelo e
vita, e sfidano verso una nuova
crescita. E’ più importante riflettere sugli ideali e sui valori evangelici che cercare “gli sbagli”. Un
Assistente spirituale che lotta con
i Secolari non sarà una benedizione per la Famiglia Francescana. Non c’è bisogno di dominare
e di diventare dittatori a servizio
della Famiglia Francescana.
L’autorità di un Assistente spirituale è un’autorità di servizio.
Gesù lo espresse con chiarezza
quando lavò i piedi ai discepoli
nell’Ultima Cena (Gv. 13,12-17).
I Francescani sono persone chiamate ad illuminare, impegnate
nei problemi vitali. Gli assistenti
spirituali ed i consigli devono
sviluppare le fraternità con una
visione positiva. Spendere energie in atteggiamenti negativi non
fa che diminuire l’energia positiva. Gli Assistenti spirituali non
sono carabinieri che inducono al
timore nella fraternità, bensì sono
persone amichevoli, costruttori di
un clima fraterno e positivo.
Conclusione
La Fraternità Francescana è una. Il nostro servizio pastorale non deve essere un ostacolo
all’unità. Dovrebbe sostenere e
sviluppare questa unità. La diverNotiziario -
9
sità di obbedienza deve essere
una fonte di ricchezza e non un
ostacolo per la nostra cura pastorale della Fraternità secolare. Gli
Assistenti spirituali devono aiutarci a conoscere sempre meglio
la Fraternità Secolare, con serenità e fiducia. Il segno positivo
più evidente è la perenne vitalità
del messaggio di San Francesco
di Assisi. È San Francesco che ha
dato vita a molte fraternità secolari dove viene vissuta intensamente la vita francescana. Vorrei
ripetere ancora una volta che la
nostra interazione dinamica e la
nostra reciprocità vitale con i secolari è una delle priorità di
questo tempo.
Fr. John Vaughn, OFM,
dice: “Di questo, sono più convinto che mai, poiché l’OFS è
unito al Primo Ordine dall’origine comune e dal carisma ed è stato affidato alla nostra cura dalla
Santa Sede e deve essere considerato necessario per la pienezza del Carisma Francescano poiché ha la sua propria missione
nella Chiesa e nel mondo, noi
Frati Minori non possiamo sopravvivere in modo autentico ed
effettivo senza rapportarci con
entusiasmo e sincerità ai Francescani Secolari perché portatori dello stesso carisma, costruttori
della Chiesa e coevangelizzatori
del Regno”.12
L’assistenza spirituale è
una vocazione particolare e l’Assistente spirituale è un segno del
carisma vissuto nel Primo Ordine e nel TOR, e passato a noi per
stimolare i laici del OFS. Inoltre
supplico i Ministri provinciali di
incoraggiare i loro religiosi “a
specializzarsi nel Francescanesimo” e facilitare l’invio di Assistenti locali per corsi nella
specializzazione francescana.
Soprattutto nei nostri seminari
teologici, ci deve essere un cor-
10 - Notiziario
so ben programmato, storico,
formativo sull’Ordine Francescano Secolare.
È tempo per un nuovo
slancio, unendo la forza del Primo Ordine e del TOR alle preghiere del Secondo Ordine ed
aiutare l’OFS per rivedere e ristabilire il nostro apostolato
francescano. È questo il servizio
speciale per l’OFS e la vocazione speciale per gli Assistenti spirituali. Il grado di vitalità delle
Fraternità secolari sarà una riflessione della nostra vitalità. Andiamo avanti e cresciamo INSIEME.
Fr. Samy Irudaya, OFMCap
Note:
1
Manuale per l’assistenza spirituale
all’Ordine Francescano Secolare. Conferenza degli Assistenti spirituali Nazio-
nali del Terzo Ordine Francescano Secolare, U.S.A., 1996, p. 87.
2
1 Cel 37.
3
K. ESSER, La lettera di San Francesco ai Fedeli, Collectanea Francescana
43, 1973, p. 66.
4
O. SCHMUCKI, Il Terzo Ordine
Francescano nelle agiografie di San
Francesco. Collectanea Francescana
43, 1973, 139; K. ESSER, Un documento dell’inizio del Duecento sui Penitenti
in Frati penitenti di San Francesco nella Società del Due e del Trecento, Roma,
1977, p. 95.
5
Cfr. Regola dell’Ordine Francescano
Secolare, 1.
6
Cfr. Regola dell’OFS, 26.
7
Costituzioni Generali dell’Ordine
Francescano Secolare, 85.
8
Manuale per l’assistenza spirituale, p.
92.
9
Regola dell’OFS, 1.
10
Discorso del 27 settembre 1982 al
CIOFS, membri del Congresso Internazionale e pellegrini dell’OFS.
11
Discorso del 23 giugno 1987 indirizzato all’Azione Cattolica Italiana.
12
Manuale per l’assistenza spirituale,
p. 143.
IL CAPITOLO
REGIONALE
UNITARIO OFS
Presso l’“Antoniano” Bologna
con inizio alle ore 09.00.
Presenzierà Mons. Ernesto Vecchi,
Vescovo Ausiliare di Bologna
Per informazioni e per prenotazioni rivolgersi
a Giorgio Bertoni
Cell. 3392446247 (pomeriggio)
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Vita della Provincia
I
Definitorio
“Stella Maris”
Milano Marittima
2 febbraio 2005
* Terminata l’ultima
«Tre Giorni» di Formazione Permanente, il Definitorio provinciale si incontra come stabilito,
alle ore 14.00 presso la nostra
casa di Milano Marittima.
* Si approvano all’unanimità i Verbali dell’incontro del
mese precedente.
* Si riflette insieme sul
programma della visita canonica;
si sono precisati ulteriormente gli
elementi da sottolineare in quell’occasione da parte del Ministro
provinciale.
* Fr. Guido Ravaglia relazione circa l’incontro tenuto il
19 gennaio sul problema dell’evangelizzazione e al quale
hanno partecipato tutti i responsabili dei settori della Provincia
direttamente interessati; si decide
insieme con quale criterio proseguire con questo lavoro.
* Fr. Bruno Bartolini reFrati Minori dell’Emilia-Romagna
laziona sull’ultimo incontro del
Consiglio del Segratario provinciale FeS tenutosi il 31 gennaio,
e nel quale si è affrontato il lavoro
sulla «ratio» da sviluppare in
comunione con le altre Province
del Nord Italia e predisporre in
tale modo il lavoro che verrà affrontato nell’incontro dei Definitori delle Province del Nord
programmato per i primi giorni
di giugno.
* Il Definitorio si sofferma sulla bozza di programma
predisposto per i dieci giorni in
Terra Santa con i Guardiani della
Provincia; si raccolgono alcune
osservazioni che verranno trasmesse a Fr. Silvestro Casamenti.
* Dopo aver letto la
richiesta della Fraternità di Fiorenzuola di intervenire sui tetti
dello stabile conventuale e dopo
aver visto i progetti preventivi, il
Definitorio provinciale approva
il lavoro.
* Il Ministro provinciale
aggiorna il Definitorio sulla preparazione in atto del Capitolo regionale unitario OFS che verrà
celebrato presso i locali dell’Antoniano domenica 13 febbraio. La
preparazione del Capitolo procede bene.
* Nei giorni 21-26 febbraio si terrà a Frascati l’incontro
delle Conferenze delle Famiglie
Franescane, ad essa parteciperà
il Vicario essendo il Ministro provinciale impegnato nella Visita
Canonica.
* Il Governo della Provincia è favorevole a che Fr. Sebastian Vallustat della Custodia
della Papua possa risiedere per
alcuni mesi presso il Convento
della SS. Annunziata di Bologna
ove si dedicherà allo studio della
lingua italiana prima di riprendere gli studi superiori a Roma.
* Si affrontano alcuni
problemi amministrativi riguardanti la Legale Rappresentanza.
* Alle ore 18.00 ci si incontra con la Fraternità locale: insieme si riflette sulla difficile situazione pastorale nella quale la
Fraternità opera si ringraziano i
fratelli per il loro servizio e per
la loro ospitalità che ogni anno
si ripete in occasione degli incontri di Formazione Permanente.
Notiziario -
11
I Guardiani e il Governo della Provincia
dal 28 marzo al 7 aprile 2005
I
Partecipanti
A. -Governo della Provincia
1.- Fr. Giuseppe Ferrari,
Ministro Provinciale
2.- Fr. Bruno Bartolini,
Vicario Provinciale
3.- Fr. Bonifacio Manduchi,
Definitore Provinciale
4.- Fr. Guido Ravaglia,
Definitore e Guardiano
5.- Fr. Mauro Galesini,
Definitore e Guardiano
6.- Fr. Marco Zanotti,
Definitore e Segretario
B.- GUARDIANI
7.- Fr. Giuseppe Barigazzi
S. Antonio (BO)
8.- Fr. Maurizio Piazza
Osservanza (BO)
9.- Fr. Gilberto Aquini
S. Orsola (BO)
10.- Fr. Elio Gilioli – Carpi
11.- Fr. Elvis Johnson – Cesena
12.- Fr. Carlo Dallari – Ferrara
13.- Fr. Paolo De Paoli
Fiorenzuola d’Arda
14.- Fr. Pietro Rossi
Milano Marittima
15.- Fr. Paolo Benfenati
Montepaolo
16.- Fr. Giovanni Mascarucci
Nonantola
17.- Fr. Secondo Ballati
12 - Notiziario
Parma
18.- Fr. Cesare Tinelli – Piacenza
19.- Fr. Francesco Colaianni
Ravenna
20.- Fr. Piercelestino Mucciarini
Reggio Emilia
21.- Fr. Giambattista Montorsi
Rimini
22.- Fr. Serafino Santi
S. Piero in Bagno
23.- Fr. Silvestro Casamenti
Commissario T.S.
II
Programma
Lunedì 28 marzo
Raduno dei partecipanti
(nell’ora che sarà indicata a suo
tempo) nel salone “partenze internazionali” dell’aeroporto di
Bologna, Terminal A. Operazioni di imbarco e partenza per Tel
Aviv via Roma (o Milano).
All’arrivo trasferimento
con pullman riservato a Nazaret.
Sistemazione presso “Casa Nova”. h. 19,00: cena e pernottamento.
Martedì 29 marzo
h. 7,15: colazione. h.
8,00: S. Messa alla Grotta dell’Annunciazione. h. 9,00-12,00:
visita (a piedi) di NAZARET:
Basilica dell’Annunciazione,
Resti del villaggio antico, Chiesa di S. Giuseppe, Fontana della
Vergine, Chiesa di S. Gabriele,
Sinagoga, Suk arabo. h. 12,30:
pranzo.
h. 14,30: partenza (in
pullman) per MONTE TABOR.
Lungo il percorso: indicazione
della Pianura di Esdrelon, di
Naim, e del Monti Gelboe. Salita al Tabor (in taxi) per la visita
della Basilica della Trasfigurazione. Proseguimento per CANA
DI GALILEA. Rientro a Nazaret.
h. 19,00: cena. Dopo cena, recita
del S. Rosario nel recinto antistante la Basilica dell’Annunciazione (chiedendo il permesso al
P. Guardiano). Pernottamento.
Mercoledì 30 marzo
h. 7,00: colazione. h.
7,30: partenza (in pullman) per
LAGO DI TIBERIADE e MONTE DELLE BEATITUDINI (ore
9,00: S. Messa). Visita di TABGA: Santuari della Moltiplicazione dei Pali e del Primato di S. Pietro. Proseguimento per CAFARNAO (la città di Gesù): resti del
villaggio evangelico, Sinagoga,
Memoriale di S. Pietro. h. 12,00:
trovarsi al pontile vicino a Cafarnao per prendere il vaporetto per
la traversata del lago di Tiberiade.
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Pranzo al kibbuz di Ein Ghev.
h. 14,30: partenza per il
giro del lago di Tiberiade, verso
il kibbutz DEGHANIA ALEPH
(rinnovo delle promesse battesimali al fiume Giordano). Rientro a Nazaret. h. 19,00: cena e
pernottamento.
Giovedì 31 marzo
h. 7,00: colazione. h.
7,30: partenza (in pullman) per
HAIFA per la visita del Santuario del Monte Carmelo. h. 9,00:
S. Messa alla Grotta del profeta
Elia. Proseguimento per CESAREA MARITTIMA: visita dei
resti romani e crociati al ricordo
di S. Paolo, S. Pietro, Eusebio,
Ponzio Pilato, Origene. h. 13,00:
pranzo in ristorante a Cesarea
Marittima.
h. 14,30: partenza per
GERUSALEMME. Sistemazione presso “Casa Nova”. Tempo libero. Si possono fare visite private al S. Sepolcro e al Calvario.
h. 19,00: cena e pernottamento.
Venerdì 1 aprile
h. 7,00 (o anche molto
prima): S. Messa al Sepolcro o
al Calvario. h. 8,00: colazione. h.
8,45-10,00: conferenza di un professore del Biblico. h. 10,15: partenza per la visita del S. Sepolcro e del Calvario. h. 12,30: pranzo.
h. 14,30: partenza per la
Via Crucis. h. 15,00: Via Crucis
per la “Via Dolorosa” assieme ai
frati della Custodia. h. 16,0017,00: visita del Muro del Pianto
e del suk arabo. h. 18,00-19,00:
tempo per la preghiera personale
al Sepolcro e al Calvario. h.
19,00: cena e pernottamento.
Sabato 2 aprile
h. 8,00: colazione. h.
8,45: partenza (a piedi) per la
Cittadella di Davide e per il Sion
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
cristiano: S. Cenacolo, Basilica
della Dormizione, chiesa del
“Cenacolino” (h. 10,30: S. Messa). Rientro a “Casa Nova” attraversando il Quartiere ebraico. h.
12,30: pranzo.
h. 14,30: partenza (a piedi) per la chiesa di S. Anna, Piscina Probatica e Chiesa della
Flagellazione (incontro col Preside dello Studio Biblico). h.
17,30: incontro col P. Custode di
Terra Santa. h. 19,00: cena e pernottamento.
Domenica 3 aprile
h. 7,00: colazione. h.
7,30: partenza (in pullman) per
BETFAGE e MONTE DEGLI
ULIVI: visita della chiesa dell’Ascensione e della Grotta del
Pater Noster. Panorama su
Gerusalemme: indicazione di
Haceldama, Gehenna, Valle di
Giosafat, Ophel. Si raggiunge poi
il DOMINUS FLEVIT (h. 10,00:
S. Messa) e si prosegue per il
GETSEMANI: Basilica dell’Agonia, Orto degli Ulivi, Grotta degli Apostoli, Tomba della
Vergine. h. 12,30: pranzo a “Casa
Nova”.
Pomeriggio: h. 15,30:
partenza per il S. Sepolcro e partecipazione alla processione dei
Francescani all’interno della Basilica del S. Sepolcro. h. 17,15:
conferenza di un professore del
biblico. h. 19,00: cena e pernottamento.
Lunedì 4 aprile
h. 8,00: colazione. h.
8,45-10,00: conferenza di un professore del Biblico. h. 10,15: partenza (in pullman) per il
Romitaggio del Getsemani per un
incontro con P. Giorgio Colombini e per S. Messa (h. 11,15) al
Santuario del Getsemani. h.
12,30: pranzo.
h. 14,30: partenza per il
Museo dell’Olocausto “Yad
Vashem”. h. 19,00: cena.
Martedì 5 aprile
h. 7,30: colazione. h.
8,30-9,30: conferenza di un professore del Biblico. Partenza (in
pullman) per BETLEMME (h.
11,00: S. Messa). h. 12,00: processione alla Grotta della Natività assieme ai Francescani. h.
12,30: pranzo a “Casa Nova” di
Betlemme.
h. 14,30: partenza per
AIN KAREM (patria del Battista): visita dei Santuari di S. Giovanni e della Visitazione della
Vergine (recita del Rosario lungo la salita). Rientro a “Casa
Nova” di Gerusalemme. h. 19,00:
cena e pernottamento.
Mercoledì 6 aprile
h. 7,30: colazione. h.
8,00: Partenza per il MAR MORTO attraverso il Deserto di
Giuda. Visita di MASADA (famosa fortezza fatta erigere da
Erode il Grande). Pranzo a EIN
BOQEQ. Dopo pranzo, possibilità di un bagno nel Mar Morto.
h. 14,30: partenza per la Visita
delle rovine di QUMRAN (i famosi rotoli...) . Si prosegue per
BETANIA (h. 16,00: S. Messa).
h. 19,00: cena a “Casa Nova” di
Gerusalemme.
Giovedì 7 aprile
h. 7,30: colazione. La
programmazione della mattinata
dipenderà dall’orario di partenza
per Tel Aviv (aeroporto di Lod).
Operazioni di imbarco e partenza per Bologna (via Roma o via
Milano).
Notiziario -
13
Note di Cronaca
I
Ricordo del
bombardamento
della Chiesa di
S. Girolamo in Forlì
Sessant’anni… dal
silenzio voci di speranza e
ricostruzione
Nei primi di dicembre la
nostra Città ha rivissuto nella
memoria uno degli episodi più
drammatici della sua storia recente: la distruzione, a seguito di un
bombardamento, dell’antica
Chiesa di S. Girolamo in S.
Biagio, avvenuta il 10 dicembre
1944.
Il crollo, che costò la vita
a diciannove persone vittime innocenti, ebbe pure come conseguenza una perdita irrecuperabile
sul piano storico-artistico: gli affreschi del Palmezzano e del
Melozzo della Cappella Feo, letteralmente ridotti in briciole.
Forse però molti Forlivesi non ricordano che nell’episodio risultò pesantemente coinvolto anche il vicino Monastero delle Clarisse, attiguo alla Chiesa
distrutta, che perse nel crollo tutta
l’ala est.
Desideriamo proporre
all’attenzione di tutti una testimo-
14 - Notiziario
nianza quasi “dal vivo” di quei
giorni. Come forse molti sanno,
in ogni monastero si compila una
“cronaca”: esiste cioè un libro in
cui una Sorella incaricata registra
e commenta gli avvenimenti più
significativi della vita della comunità.
Quanto segue, di particolare suggestione e forza rievocativa nella semplicità del linguaggio della cronista che fu anche testimone oculare della sciagura, è tratto fedelmente dalla
Cronaca del nostro Monastero.
Anno 1944 – Dicembre,
10
Questa sera, alle quattro
e trenta, dopo qualche secondo
di segnale della contro-aerea, tre
apparecchi nemici, sorvolando la
città a bassissima quota, han lanciato, in diversi punti della città,
tre bombe ad aria compressa,
producendo danni ingentissimi.
Una è caduta sulla Chiesa di S.
Girolamo in S. Biagio, distruggendola completamente e trascinando nella rovina la canonica,
gran parte del loggiato e locali
annessi e tutta l’ala del convento rivolta ad est ed adiacente alla
Chiesa, che – per lo spostamento da est ad ovest – ha ricevuto il
peso della Chiesa in rovina. Il tutto è avvenuto con una rapi-
dità fulminea. Dopo pochi secondi di contro-aerea, che ha dato
segnali con palloncini rossi, mentre fuggivamo in cantina, uno
scoppio cupo seguito dall’impressione incomunicabile di rovina tremenda ha scosso il nostro
convento immergendolo improvvisamente in una cupa notte di
polvere.
Sul momento non abbiamo potuto comprendere cosa fosse avvenuto. Eravamo sparse un
po’ dappertutto: in cantina
qualcuna, altre in coro, molte per
i corridoi in direzione della cantina che non avevano fatto in tempo a raggiungere; qualcuna in
giardino, la rotara alla “bocchetta” che parlava in quel momento con una persona.
Quando le tenebre pian
piano si son diradate, le suore,
che si chiamavano forte per nome
per domandarsi a vicenda chi
fosse rimasto sotto la immancabile rovina e che cosa mai fosse
avvenuto, si son vedute in viso,
in qual stato si son mai trovate!
Letteralmente ricoperte di uno
strato di polvere che dava l’impressione di avere in testa un
asciugamano bianco!
Quando abbiamo guardato intorno, per vedere cosa fosse avvenuto, quale disastro è apFrati Minori dell’Emilia-Romagna
parso ai nostri occhi! La Chiesa, il campanile, la canonica, una
parte del convento non c’erano
più! Tutto era ormai irreparabilmente ridotto a un mucchio di
macerie! Il Monastero verso est
era ridotto un moncherone mostruoso nel suo stato pericolante. Quanti danni e quanto spavento!
Si udivano sulle macerie
le grida e i lamenti dei superstiti
in cerca dei loro cari rimasti sotto metri e metri di materiale.
Quando è scoppiata la
bomba la Chiesa si era appena
sfollata degli innumerevoli intervenuti all’annuale solennissima
festa dell’Immacolata, che si solennizzava. La maggior parte si
trovavano ancora nelle adiacenze della Chiesa; la strada
nuova che sboccava proprio di
fronte alla Casa del Signore era
gremita di persone dirette verso
casa. Se lo scoppio fosse avvenuto qualche minuto prima, le
vittime, invece di diciannove, sarebbero state migliaia. Fra le
vittime si trova la nostra cara Sr.
Giovanna, uscita per cura fin dal
6 dicembre 1931 e ora ricoverata presso il convento in una stanzetta della Foresteria, e la figlia
della nostra fattora Iole Sintoni,
diciottenne, la maggiore dei tre
figli.
Eravamo ancora in giardino spaventate quando hanno
incominciato a comparire sulle
macerie le prime persone accorse sul luogo del disastro. Molte
persone sono venute fino a noi
interrogandoci; le Suore del Buon Pastore sono venute a invitarci nella loro casa, per rimetterci
dallo spavento, ma una sola è
andata, e per una sola notte: tutte abbiamo preferito rimanere
unite nel nostro Monastero ormai
completamente aperto.
Abbiamo passato notte
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
senza coricarci, in preda allo
sgomento e all’impressione più
dolorosa, esposte come eravamo,
senza riparo, senza clausura
chiusa, senza porte, con l’animo
agitato da mille timori e da mille
paure.
Sono incominciati quasi
subito i lavori di scavo perché
una voce, quella della Sig.ra
Ghini (Via Maroncelli) chiamava insistentemente, l’unica che si
sentisse sotto quell’immane mucchio di rovine.
Verso le dieci è stato rinvenuto il cadavere della nostra
sr. Giovanna Zaccaroni. Noi non
l’abbiamo veduto perché è stato
The New Covenant Commonly Called the New Testament Peshitta Aramaic
Text with a Hebrew Translation, The Bible Society, Jerusalem 1986. La nuova
edizione (2005) riveduta e corretta è corredata di una nuova introduzione
in ebraico e in inglese ed è curata da J. Barclay e M. Pazzini per la Bible
Society di Gerusalemme. Come nella prima edizione il testo della Peshitta è
quello dell’edizione di Mosul (1887-1891), ristampata in Beirut (1951), con
titolo latino: Biblia Sacra juxta versionem simplicem quae dicitur Pschitta.
Il testo siriaco, traslitterato in caratteri ebraici, è pienamente vocalizzato
secondo la tradizione orientale. Il volume è disponibile presso la Bible Society
di Gerusalemme in due formati: con copertina morbida ( 9,00) e dura (
13,00).
Notiziario -
15
trasportato fino all’Ospedale
“D.G. Bosco” retto dai Salesiani.
Dicembre, 12
Oggi è stata trasportata
la salma di Sr. Giovanna nel nostro coro. Le Suore l’hanno rivestita dell’abito religioso, ed è rimasta brevemente esposta. Il corpo era intatto e il colorito naturale. Presentava una larga lividura alla nuca, presso il cervelletto, e alla tempia destra, con tumefazione di una parte del viso e
arrossimento. Il dottore ha detto
che è morta sul colpo.
Dicembre, 20
Fervono faticosi lavori
di scavo per ritrovare la nostra
roba rimasta sepolta sotto le macerie. Il giorno seguente al disastro, precisamente l’11 dicembre,
i muratori che vennero per altri
lavori che si dovevano fare si
adoperarono per chiudere alla
meglio la clausura con una stecconata. E’ stato poi iniziato un
muro per chiudere con maggior
sicurezza i recinti del monastero, ma per ora è sospeso il lavoro di costruzione del medesimo
pel freddo eccessivo. Ritroviamo
intatta la biancheria, ma quanta
roba è rotta o sciupata per sempre. Tavole, sedie, letti, armadi e
cassettoni non esistono più. Tutta la roba della sagrestia è rimasta sotto le rovine. Chi rifarà tutto
quello che è perduto?
Natale 1944
Dopo tanto assordante
frastuono di carri armati, autocarri, motori, argani etc, in continuo movimento nel recinto della chiesa di S. Biagio, pel trasporto di materiale, oggi, che ricorda la nascita di Gesù, godiamo un po’ di quiete: nessuno lavora anche i militari che son sempre in opera, anche la domenica, oggi fan festa assoluta. Siamo però costrette a montare la
guardia, come sempre, perché i
16 - Notiziario
civili rubano l’assito che abbiamo fatto per custodire la clausura
e per un po’ di libertà entro il recinto del monastero. Però c’è
ancora timore delle escursioni
tedesche. Natale di guerra, freddissimo, in questa povera casa
smantellata e senza vetri. Ma
dov’è la pace del cuore, ivi è felicità. Noi siam felici della letizia di Dio.
La comunità, nella povertà dei suoi mezzi, fu impegnata per anni nella ricostruzione: e
le mura che abitiamo recano ancora le tracce evidenti di quella
ferita.
L’opera di ristrutturazione - iniziata nel 1998 e ancora incompiuta - si ricollega a quegli avvenimenti e sottolinea come
la fraternità delle Sorelle Povere
abbia da sempre partecipato dall’interno alla vita della Città, condividendone anche i momenti più
bui. Siamo grate a tutti coloro che
come istituzioni o singoli amici
e privati, parenti e benefattori, in
questi anni ci sono stati e ci sono
vicini perché la vita delle sorelle
povere di S. Chiara a Forlì possa
continuare ad essere per tutti segno di speranza e voce di lode e
intercessione per la Città, la famiglia francescana e tutta la
Chiesa.
Madre Mariafiamma
Faberi osc
II
Ricordo
di Padre Nobili
Ricorre quest’anno il
cinquantesimo anniversario della
morte di P. Cornelio Nobili (25
gennaio 1955); è doveroso ricordarlo in quanto si deve a lui il recupero e il restauro della Chiesa
e del Convento della Santissima
Annunziata di Bologna, in tempi
decisamente difficili, e l’impostazione della “Pia Opera Fratini e
Missioni” oggi Centro Provinciale di Animazione Missionaria.
La testimonianza della sua forza
di carattere e della sua grande
determinazione nel portare avanti
compiti e progetti di ampio respiro ci viene da parte dei confratelli che lo hanno conosciuto e
che ne hanno continuato l’opera.
Come religioso sentì l’importanza di recuperare alla Famiglia
Francescana il complesso della
Santissima Annunziata, significativo per la storia e per l’identità
di noi francescani e in particolare
per la Provincia dei Frati Minori
dell’Emilia Romagna. Come sacerdote cercò di farsi carico dei
problemi dei lavoratori e della
gioventù, diffondendo e difendendo i valori della pace, della
libertà e della giustizia.
L’impronta che P. Nobili
ha impresso nell’organizzazione
della “Pia Opera Fratini e Missioni” è stata lungimirante e conserva i suoi caratteri distintivi fino a oggi: questo ha consentito
di sostenere i frati missionari della Provincia religiosa in diversi
paesi e di mantenere vivo e intenso il legame con loro. Ha risposto all’esigenza di trovare risorse per la formazione dei “fratini”, per consentire loro di rispondere pienamente alla vocazione attraverso lo studio e la preFrati Minori dell’Emilia-Romagna
parazione alla vita missionaria.
La sua visione apostolica lo ha
portato a coinvolgere personale
laico nelle attività del Centro di
Animazione Missionaria e a promuovere anche la formazione dei
laici attraverso le pubblicazioni
dell’editrice A.B.E.S.(Apostolato
Bibilioteca e Stampa) per far conoscere la dottrina sociale della
Chiesa ai lavoratori, allora sottoposti a pressioni padronali piuttosto pesanti. Sul piano culturale
è opportuno menzionare l’istituzione della Biblioteca Circolante.
Padre Nobili ha lasciato
con il suo operato una traccia che
siamo chiamati a proseguire imitandone l’impegno e l’abnegazione, riconoscendo che con l’audacia e la creatività i progetti si
mantengono fruttuosi e vitali.
Potrebbe sorgere la domanda sul
perché ricordare un defunto a tanti anni dalla sua scomparsa e la
risposta nasce dal riconoscere che
P. Nobili ha proiettato le sue idee
verso il futuro e che quel futuro
siamo noi: probabilmente senza
il suo impegno e la sua dedizione oggi io non sarei qui a scrivere e voi lì a leggere “Primavera”,
così come tanti missionari non
avrebbero potuto operare nei luoghi in cui da anni si dedicano a
testimoniare Cristo e molte opere di apostolato non si sarebbero
realizzate.
Per cogliere meglio lo
spirito da cui era animato P. Nobili riportiamo una sua frase particolarmente significativa: “La
libertà non è cosa semplice o breve, ma una scelta che spetta a noi
fare soprattutto con sacrifici che
dobbiamo accettare, lotte che
dovremo intraprendere, comportamenti sociali e cristiani adeguati a questo valore, ma soprattutto
con l’aiuto di Dio. La libertà non
è solo conquista personale ed un
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
rapporto che ci deve avvicinare
a scelte ben precise, ma è anche
un dono di Dio…”. L’orizzonte
che dipinge P. Cornelio non è affatto di ripiegamento, ma di apertura e di slancio verso il futuro e
noi, come atleti riceviamo il testimone concreto e visibile delle
opere di P. Nobili, che passeremo a nostra volta alle generazioni che ci seguono, arricchito anche dalla nostra esperienza. Siamo tanto più consapevoli dell’importanza del lavoro presente,
quanto più restiamo fedeli all’ispirazione di chi ha iniziato
l’opera e prendiamo coscienza
della nostra responsabilità verso
coloro che verranno dopo di noi.
Di fronte alla figura di P.
Nobili riceviamo il messaggio
forte di continuare ad annunciare la Resurrezione: in fondo egli
seppe predicare la vita anche in
tempi di guerra e di lotte politiche, davanti alle divisioni e alla
morte non smise di proclamare la
vita e i valori cristiani; il suo
esempio ci aiuti a farci costruttori
dei cieli nuovi e della terra nuova.
11 -16 aprile 2005
Esercizi
spirituali
Montepaolo
“Ecclesia
de eucarestia”
I giorno
La domenica
II giorno
La Parola
III giorno
Il sacrificio
IV giorno
La comunione
V giorno
La missione
Prenotarsi telefonando
al Padre Guardiano
Fr. Guido Ravaglia
Padre Cornelio Nobili (a destra) con Padre Bernardo Menni (1893-1948),
missionario in Cina.
Notiziario -
17
Il Francescanesimo
in Emilia-Romagna
Il prossimo 4 ottobre l’Emilia-Romagna onorerà
S. Francesco con l’offerta dell’olio per la lampada*.
La regione Emilia-Romagna sin dai primi decenni del
sec. XIII, ha conosciuto un’attiva e diffusa presenza francescana non solo in ambito cittadino,
ma anche in località minori. Solo
in tempi molto recenti si è potuta
avviare una ricognizione sistematica degli insediamenti francescani attraverso l’individuazione
delle fonti documentarie e dei
fondi delle Biblioteche rimaste
presso i vari conventi1 .
Le prime fonti francescane parlano, per l’Italia settentrionale, di Provincia Bononiensis o
di Provincia Romandiole, che sono l’equivalente della Provincia
Lombardie: la Provincia Bononiensis risulta costituita nel 1217.
Gli storici sono concordi nell’affermare che S. Francesco inviò Bernardo da Quintavalle2 a Bologna nel 1211 (o 121
2) e che la prima sede dei Francescani nella città felsinea fu a S.
Maria delle Pugliole, vicino all’attuale Piazza Martiri, ove sorge ora la chiesa di S. Carlo. I cronisti ricordano che Bernardo ricevette una casa per i confratelli
da parte di un giurista (Niccolo
di Guglielmo de’ Pepoli) e fondarono la prima comunità francescana a S. Maria delle Pugliole3 .
Anche la presenza di S.
18 - Notiziario
Francesco a Bologna è storicamente certa, qui si fermò due
volte – ma solo di passaggio – nel
12114 nel ritorno dall’Oriente e
nel 12225 , quando predicò nella
piazza del Comune. Nel 1223,
Francesco visitò altre città come
Verrucchio, Longiano, Rimini e
Faenza. A Imola il vescovo si oppose in un primo tempo alla richiesta di predicare, finendo poi,
vedendo l’umiltà dimostrata da
Francesco, col concedere il permesso, come attesta la Vita II di
Tommaso da Celano.
Ulteriore conferma venne da Antonio di Lisbona -il futuro Santo di Padova- raccolto
dal beato Graziano di Romagna
al termine del capitolo delle stuoie alla Porziuncola nel 1221 (o
1222 o 1223)6 aggregandolo alla
sua Provincia, allora comprensiva di tutta l’Italia Settentrionale.
Fu inviato all’eremo di Montepaolo, e dopo nel suo periodo di
soggiorno bolognese fu anche
Ministro Provinciale di questa
circoscrizione che lo aveva accolto.
Nel 1272 si delimitò una
vera e propria Provincia Bononiensis, non più compresa in altre denominazioni (Lombardie,
Romandiole), ma suddivisa in
cinque circoscrizioni minori; nel
1343, le custodie erano cinque
(Bologna, Forlì, Ravenna, Ferrara e Parma) comprendenti un
totale di quarantaquattro conventi.
Per il sec. XIII la fonte
più ricca, anche se non sempre
soddisfacente è rappresentata da
Salimbene, che nella sua Cronica più volte menziona l’esistenza di scuole conventuali. Così,
Salimbene afferma che l’unico
merito di frate Elia era stato quello di promuovere nell’Ordine la
conoscenza della teologia. Esistevano scuole conventuali oltre che
a Bologna (prima del 1247), a
Ferrara (1249), a Modena (1261),
Reggio (1282). Imola aveva già
nel 1258 uno studium solemne e
altri Studia sono segnalati a
Piacenza (1279), a Faenza (128
0), a Calderara di Reno (prima
del 1281), a Ravenna (dopo il 12
84), a Rovigo (dopo il 1292), a
Rimini (1298), a Riccardina,
presso Budrio (1346), ad Argelato (1348).
Il primo studio teologico dell’Ordine sorse sempre a
Bologna con S. Antonio di Padova, che divenne per importanza
uno dei primi studi di tutto l’Ordine. Sulle sue cattedre e sui suoi
banchi di scuola sono passati personaggi illustri che hanno assunto poi cariche importantissime
all’interno dell’Ordine e della
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Chiesa; ricordiamo i Papi francescani conventuali: Sisto IV, Sisto V e Clemente XIV. Bisogna
ricordare anche la scuola di musica, che raggiunse grande fama
sotto la direzione di Padre Giambattista Martini, che fu maestro
persino al grande compositore
Mozart, ma la scuola fu chiusa
drasticamente con la soppressione napoleonica.
Va ricordato anche il fatto che il Papa Innocenzo IV aveva definito le chiese francescane
con il termine di Chiese Conventuali, e fino a quando non nacque la nuova famiglia dei frati
Minori Osservanti, la prima famiglia non si chiamò dei Conventuali, ma semplicemente Frati
Minori.
A partire dalla metà del
‘300 si conobbe una profonda
crisi, per una serie di successivi
distacchi di movimenti religiosi
dall’Ordine originario. Ciò si
dovette soprattutto all’Osservanza (sec. XV), che dopo l’approvazione canonica ottenuta dal
Concilio di Costanza (1415) si è
costituita in una Provincia bolognese. Dopo la definitiva separazione degli Osservanti dai Conventuali7 , nel sec. XVI, tra conventi ceduti dai Conventuali e
altri sorti in proprio, poteva contare trentatre aggregazioni più tre
ospizi, tra i quali il più noto è
quello di S. Paolo in Monte8 , che
poi sarebbe stato ceduto agli Osservanti riformati.
Derivata dagli Osservanti, nel 1525 si costituì la famiglia
dei Cappuccini, insediata a Bologna intorno al 1535, poi a Ferrara (1537), Faenza (1538), Bertinoro (1538), Forlì (1541). Tutte queste fondazioni sono avvenute prima del Concilio di Trento
e dopo un ventennio di crisi; tra
il 1565-1568 sorgono nuovi comunità: a Piacenza, Parma e MoFrati Minori dell’Emilia-Romagna
dena, tra il 1574-1575, a Reggio
Emilia, Borgo San Donino (ora
Fidenza), Casalmaggiore ecc.
Nel Seicento conosciamo nuove
fondazioni come a Correggio
(1601), Novellara (1603), Cesenatico (1614), Fiorenzuola (161
8), Castel San Giovanni, Mercato Saraceno (1648) arrivando nel
1679, al distacco di ventitre conventi emiliani, nella Provincia di
Lombardia (ora parmense) e nella Provincia di Bologna (con venticinque conventi, nel Bolognese, nel Ferrarese e in Romagna).
Senza interrompere i
vincoli con l’Osservanza, si costituirono in famiglia propria i
Frati Minori Riformati che, valendosi soprattutto delle cessioni
compiute dagli Osservanti, potevano comprendere nella provincia riformata di Bologna i conventi di S. Paolo in Monte, di
Imola, Villa Verucchio, Faenza,
Castellarquato, Piacenza, Ariano,
acquisendone altri costruiti ex
novo tra il 1674 ed il 1722 a Bologna, Modena, Massalombarda.
A queste separazioni, che implicavano anche trasferimenti e dispersioni di biblioteche, si aggiunsero i provvedimenti di
Innocenzo X, che nel 1652 soppresse altri conventi.
Fermiamoci ora sui principali centri francescani e sulle
prime fondazioni più significative.
Bagnacavallo: Dalle
scarse notizie che abbiamo la
chiesa fu costruita intorno al
1260, ne parla persino il più grande cronista del tempo Fra Salimbene da Parma, dove lui stesso
dimorò. Il convento fu riedificato
nel 1460, ma per i danni sismici
nel 1600 fu abbattuto. Importante centro culturale perché possedeva una grande biblioteca, molti corali in pergamena e un notevole numero di incunaboli.
Cesena: Le testimonianze danno per certa la presenza dei
Frati Minori intorno al 1250, ma
una chiesa gotica fu consacrata
solo nel 1290.
In consonanza con l’attività culturale va ricordata la
Biblioteca Malatestiana di Cesena, sorta per mecenatismo di Malatesta Novello. La Malatestiana
possiede oltre 170 mila volumi,
286 incunaboli e più di 2000 manoscritti. I Frati Conventuali dovettero purtroppo abbandonare il bellissimo complesso durante la soppressione tra il 1797 e
’98, e tutto passò al Comune.
La presenza degli Osservanti invece porta una data più
recente, 1444, e la chiesa che costruirono fu intitolata SS. Annunziata. Nel 1597 passò ai Minori
Riformati e verso la fine del Settecento divenne pericolante. Fu
ristrutturata nel 1791. Dopo le
soppressioni napoleoniche, i Frati
poterono rientrare solo nel 1818.
Faenza: L’ipotesi più
credibile della presenza dei frati
risale al 1231, quando due frati
ricevettero una donazione. Nel
1271 i francescani costruiscono
una nuova chiesa che ebbe vita
fino al Cinquecento quando cadde metà del coperto. La nuova
chiesa fu costruita nel 1743. Con
la soppressione la Biblioteca passò al Comune faentino e la chiesa tornò ai francescani solo nel
1923.
Come a Cesena, prima
del 1444 gli Osservanti non entrarono ufficialmente a Faenza.
Furono aiutati dai signori di
Faenza, Manfredi; anche il papa
Eugenio IV appoggiò i frati autorizzandoli alla costruzione della chiesa e del convento, con il
titolo di S. Girolamo. Ai Frati
Minori Osservanti si sostituirono i Riformati che vi rimasero
fino alla soppressione napoleoNotiziario -
19
nica.
Ferrara: La presenza
francescana risale al 1219, ma la
chiesa di S. Francesco del 1241
durò solo un secolo, poi ingrandita notevolmente nel 1341.
All’inizio del Quattrocento, i Padri del 17esimo Concilio Ecumenico, scelsero proprio
S. Francesco visto che era diventato (non solo per Ferrara) centro importante di cultura. Nel
1494 e 1510 Biagio Rossetti diede un volto nuovo alla chiesa. Nel
1407 fu completata una chiesa
più modesta dedicato allo Spirito Santo, divenne importante perché furono sepolti personaggi
della società del tempo come
Margherita d’Este e nel convento furono ospitati fra Bernardino
da Siena, fra Giacomo della Marca e fra Bernardino da Feltre.
Modena: I Frati Minori
furono introdotti dal beato
Gherrardo Biccabadati nel 1221,
compagno del Beato Giovanni da
Parma inviato dei Papa Innocenzo IV come ambasciatore nel
1250-51, alla corte dell’imperatore e Patriarca di Costantinopoli.
Nel terremoto del 1501 subì gravi danni, tanto che nel 1535 fu
iniziata la ricostruzione nelle sue
attuali forme. I francescani rimasero fino al Settecento, ma con
le soppressioni napoleoniche i
Conventuali furono eliminati
definitivamente. Per ingerenze
ducali nel 1826 il convento fu
consegnato alla diocesi che poi
lo trasformò in seminario vescovile.
Parma: Nella città di fra
Salimbene i francescani giunsero nel 1230; nel 1236-38 la sede
dei frati era senza dubbio uno dei
più grandi conventi dell’Emilia,
il San Francesco di Parma, che
insieme a quello di Piacenza, fu
uno dei primi punti fermi della
diffusione del francescanesimo
20 - Notiziario
nell’Italia del Nord. La chiesa di
San Francesco, nella sua splendida architettura gotica, testimonia la semplicità e la bellezza
dello stile francescano. Dopo le
soppressioni napoleoniche, la
chiesa e il convento furono chiusi nel 1810 e il complesso divenne carcere ducale, poi casa penale e centro clinico, nel quadro di
un degrado impietoso e oltraggioso.
Ravenna: Sono presenti
dal 1218, ma solo dal 1261 si trovano nell’attuale S. Francesco
che prima era dedicata a S. Pietro Maggiore. Rimasero qui fino
al 1810, e vi tornarono solo dopo
la seconda guerra mondiale, nel
1949.
Reggio Emilia: I figli di
S. Francesco sono presenti a Reggio Emilia dal 1222-23. Il vescovo concesse ai Frati una dimora
fissa nel palazzo imperiale, e nel
1281 fu consacrata la chiesa. Il
tetto crollò del 1564, poi la chiesa venne rifatta tra il 1709-1725
così come la conosciamo oggi,
mentre i frati a causa degli eventi soppressivi furono espulsi e il
convento divenne sede dei musei e di istituti scolastici cittadi-
ni.
Gli Osservanti giunsero
nel 1438, ricostruirono il complesso conventuale ottenuto dalle autorità cittadine e nel 1494
fondarono il Monte di Pietà sotto l’influsso di fra Bernardino da
Feltre. Nel 1551 il duca Ercole
d’Este abbatté tutti i conventi
fuori le mura e i frati ricostruirono un’altra chiesa. Nel 1783 di
nuovo un duca estense costrinse
i frati ad abbandonare il loro convento; nel 1820 furono chiamati
dal duca di Modena a insediarsi
nel Santuario della B.V. della
Ghiara ma a causa delle soppressioni nel 1866 lasciarono nuovamente la città. Solo nel 1960 il
Vescovo riaffidò ai Minori Osservanti una parrocchia.
Rimini: Sant’Antonio
arrivò a Rimini tra il 1220 o il
’22, e senza dubbio incontrò il
primo nucleo dei Frati Minori che
avevano trovato sede vicino all’Arco di Augusto e vide i primi
lavori che i Frati apportavano al
loro umile convento, ma solo nel
1447 edificarono il convento e la
chiesa. Da questo San Francesco
riminese i Frati Conventuali furono espulsi durante le soppres-
Carpi, carta di Luca Nasi (sec. XVII). Si noti in basso a destra il Complesso
di S. Nicolò e sempre in basso a sinistra il Monastero di S. Chiara.
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
sioni e quando tornarono a
Rimini dovettero edificare una
nuova chiesa dedicata al Cuore
Immacolato di Maria.
Carpi: Fu Federico Pio a
richiedere la presenza dei Frati
Minori a Carpi nel 1270 circa, e
nel 1289 la chiesa di S. Francesco fu edificata. I Frati vi dimorarono fino al 1797, ossia fino al
momento delle soppressioni
napoleoniche e più tardi quelle
del Regno d’Italia costrinsero i
Conventuali a lasciare la città. Gli
Osservanti si trovano a Carpi dal
1505 nella chiesa di S. Nicolò.
Forlì: L’ingresso ufficiale dei Frati Minori risale intorno
al 1250, i quali fecero erigere una
chiesa dedicata a San Francesco,
ma fu demolita purtroppo nel
1783. Appena ricostruita la nuova chiesa subì la soppressione
napoleonica. Invece i Frati Minori Osservanti erano presenti
nella chiesa di S. Girolamo e all’Eremo di Monte Paolo: qui nel
1221 si ritirò Sant’Antonio portato da fra Graziano, provinciale
di Romagna, ma la chiesetta andò
distrutta. Solo nel 1628 come
voto per una guarigione avvenuta, un certo Simone Paganelli
fece costruire una piccola chiesa
in onore di S. Antonio. Nel 1868
i Frati Minori Osservanti di Bologna presero possesso del santuario, ma poi dovettero lasciare
nel 1888 e nel 1895 vi entrarono
i Minori Riformati della Prov. di
Toscana e nel 1905 costruirono
una nuova chiesa, nella forma
neogotica; nel 1946 il santuario
passò di nuovo ai frati Minori
Osservanti della Provincia di Cristo Re dell’Emilia Romagna.
Il francescanesimo a Bologna
Le Costituzioni generali
di Assisi (1279) sancivano l’obbligatorietà dell’esistenza di una
scuola presso ogni convento: da
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
questo si può avere un’idea di
come fosse diffuso l’insegnamento della teologia nei conventi. Meno facile è stabilire la diffusione degli studi delle Arti, anche se esiste una precisa testimonianza di Angelo Clareno che
nella Historia septem tribolationum indica, con il generalato di
Crescenzio da Jesi (1243-1247),
l’aprirsi e chiudersi della terza
tribolazione proprio per il diffondersi, propugnato dallo stesso
Crescenzio, di una “insaziabile
cupidigia del sapere, di apprendere le scienze secolari, di moltiplicare le scuole nei conventi
d’Italia... trascurandosi la preghiera e rivolgendosi alla sterile
scienza aristotelica”.
Se questa notizia è da
assumersi come veritiera, lo studio delle arti presso gli insediamenti dei conventi francescani
avrebbe preceduto di oltre un
decennio l’introduzione dello
stesso studio presso i Domenicani (Capitolo generale del 12
59) 9 . È difficile affermare che
tutti gli Studi generali di teologia fossero in realtà tali o non
piuttosto studi provinciali.
Non si può affermare che
a Bologna esistesse sin dai tempi
di San Francesco uno Studio Generale di teologia: il riferimento
al primo lettore S. Antonio, per
la lettera di Francesco10 che di
fatto aprì l’Ordine alla via degli
studi, verso i quali il Santo di
Assisi sembra avesse motivate
riserve, può valere soltanto come
prova che esisteva allora un lettore di teologia, probabilmente in
uno studio conventuale, destinato a diventare uno Studio provinciale, poi uno Studio generale nel
1249 e finalmente nel 1360, Studio generale universitario11 , con
facoltà di concedere i gradi accademici nell’ambito dell’Uni-
versità di Bologna.
Quando l’Osservanza si
affermò, comportò una riconsiderazione del significato del messaggio francescano e dell’interpretazione della Regola. Bologna
fu la prima città dove i francescani Osservanti riuscirono a
convincere governanti e popolo
che l’opera del Mons Pietatis era
necessaria per i cittadini. La rinuncia alle Università non poteva significare rinuncia alla cultura, rinnegamento dell’utilità e
della necessità dello studio. Più
semplicemente, si distinse tra studio e cultura, da un lato e partecipazione alla vita accademica,
dall’altro che aveva visto impegnati i Francescani, sin dai tempi di Alessandro di Hales, nelle
più prestigiose sedi universitarie.
Il Convento e la Chiesa
di S. Paolo in Monte, detti dell’Osservanza, risalgono al 1403
quando papa Bonifacio IX concesse al frate Giovanni da Stroncone vicario degli Osservanti per
la Toscana e l’Umbria di ricevere due romitori in Italia, concessione determinata dalla necessità di avere un punto di riferimento nella generale crisi dell’Ordine. La scelta cade su Bologna,
romitorio di S. Paolo in Monte
fuori Porta S. Mamolo 12 . Nel
1403 il giurista Antonio da
Budrio donò ai Frati Minori Osservanti denaro per costruire la
chiesa, e Papa Alessandro V13 nel
1409 ne concedeva piena facoltà. Il convento fu completato nel
1417 e ampliato nel 1446. Nel
1465 per il crescente numero di
religiosi dediti allo studio acquistarono anche il convento dei
Monaci Armeni che divenne poi
SS. Annunziata. Questo da già
un’idea di quello che fosse il carattere dell’Osservanza nei confronti del mondo universitario.
Non si sarebbe potuto ignorare il
Notiziario -
21
fatto che personalità di primo piano dell’Ordine, già dal sec. XIII,
come Aimone di Faversham o
Giovanni da Parma14 , avevano
contribuito all’esaltazione dei
francescani proprio a Bologna e
proprio in un ambito culturale
che con l’Università aveva una
relazione ovvia e spontanea.
D’altronde, lo Studio Generale
francescano aveva nel corso del
sec. XIV oggettivamente consolidato i rapporti tra l’Università
e l’Ordine, per l’afflusso che a
Bologna s’era determinato di personalità che, compiendovi studi
di diritto canonico e civile, avevano raggiunto posizioni di alto
livello nell’ambito dell’organizzazione della Chiesa, pur travagliata dalle vicende del papato
avignonese e, successivamente,
dello scisma d’Occidente. È
quindi da intendersi non rifiuto
della cultura, impossibile per i
francescani tra il sec. XIV e il sec.
XV, ma come recupero di valori
essenziali dell’Ordine in un momento di grave crisi istituzionale
(e quindi anche universitaria)
l’orientamento originario dell’Osservanza.
Tra le più importanti biblioteche di Bologna viene ricordata quella di S. Paolo in Monte
del 1512 che nella prevalente presenza di codici giuridici 15 (su
novantadue opere annoverate,
solo due sono a stampa), è da segnalare l’esistenza di opere di filosofia scolastica e di versioni dal
greco, dovute al Bruni e a Giorgio da Trebisonda. Di questa
simbiosi tra spiritualità e cultura, in particolar modo giuridica,
una delle testimonianze più singolari è rappresentata da quell’Orfeo di Pistoia (Orfeo dei Cancellieri, da Pistoia) che, docente
nello Studio bolognese tra il 1495
e il 1502, si ritirò a S. Paolo in
Monte, come frate Osservante e,
in una diversa prospettiva dei
valori culturali, si adoperò, fra
l’altro nella promozione dei
Monti di Pietà16 .
Anche San Leonardo da
Porto Maurizio, apostolo della
Via crucis, amava ritirarsi all’Osservanza per riposarsi ma per
poter pregare prima di tutto.
Il 19 luglio 1769 Luigi
Galvani professò nella chiesa
dell’Osservanza la regola dell’Ordine Francescano secolare.
Nel 1810 durante la soppressione napoleonica, l’intero complesso passò al demanio: acquistato
dal ministro Antonio Aldini, abbattè per intero la chiesa e i beni
furono venduti all’asta o incamerati, come la meravigliosa Pala
dell’Osservanza, conservata nelle
collezioni comunali di Bologna.
Una certa signora Baccilieri lo
acquistò e lo ridono ai frati, e nel
1826 Padre Leopoldo Bassi iniziò la costruzione della basilica.
Con la soppressione italiana i frati lasciarono di nuovo l’Osservanza ma salvarono la biblioteca
e rientrarono all’Osservanza nel
Un’immagine del Convento dell’Osservanza di Bologna risalente ai primi
anni del 1900.
22 - Notiziario
1880. Durante l’ultimo conflitto
la chiesa fu distrutta, ma nel 1945
si ripresero i lavori di restauro.
Al tempo delle soppressioni la sede provinciale dei Minori Osservanti era il convento
dell’Annunziata, appena fuori
Porta San Mamolo, mentre quella dei Minori Riformati era il convento di S. Paolo in Monte detto
“Osservanza”, sulle prime colline fuori città. I Minori Riformati
(Provincia Santa Caterina da Bologna) dopo le soppressioni rientrarono a S. Paolo in Monte mentre i Minori Osservanti (Provincia SS. Redentore) non riebbero
più il complesso dell’Annunziata
per cui crearono un’altra sede
centrale per la Provincia, costruendo un convento ex-novo,
con relativa chiesa dedicata a S.
Antonio di Padova fuori Porta S.
Stefano che iniziarono a costruire nel 1898 e nel 1900 fu fatta
l’inaugurazione. Nel 1935 diventa Basilica Minore e nel 1953 iniziarono i lavori del complesso
dell’Antoniano con ampliamenti
nel 1966 e nel 1980: Mensa del
povero e altre attività assistenziali, ed inoltre ricordiamo lo Zecchino d’Oro. Nel 1983 iniziò l’attività di RADIO TAU, emittente
fran-cescana dei Frati Minori con
sede centrale presso l’Antoniano.
Hanno sede nel convento: la Curia provinciale dei Frati Minori,
lo Studio Teologico e l’Infermeria.
Per quanto riguarda la
storia dei Frati Minori Cappuccini, bisogna ricordare che essi
furono per la prima volta segnalati a Bologna nel 1537, ma è nel
1554 che essi presero dimora sulle colline, tra Barbiano e S. Michele in Bosco, nel luogo chiamato Monte Calvario, dove fu
costruita una chiesa con il convento e solo dopo le soppressioni napoleoniche nel 1818, un
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Bolla di Sisto IV del 27 giugno 1475 con la quale concede la facoltà di
costruire la Chiesa e il Convento della SS. Annunziata in Bologna.
gruppo di benefattori comprò il
complesso di S. Giuseppe e i cappuccini poterono prenderne possesso. Nel 1841 è stato abbattuto l’edificio ormai fatiscente e ne
è stato costruito uno nuovo terminato nel 1844. I Cappuccini
entrarono definitivamente in possesso della chiesa e del convento
nel 1892. Trentacinque anni dopo
in occasione della festa di San
Francesco, fu inaugurata al centro del giardino una colonna
celebrativa con la Statua di s.
Francesco.
Ciò che mi preme di più,
è ricordare alla fine di questo breve excursus, le vicende più importanti del grande tempio dei
Frati Minori Conventuali, splendore e gloria di tutta la città di
Bologna. Infatti, padre Luigi Garani che ha dedicato gran parte
delle sue ricerche allo studio e
alle vicende della chiesa, intitola
il suo lavoro “Il Bel S. Francesco di Bologna”.
I Frati Minori di Bologna
dopo aver letto la Bolla papale
del 28 maggio 1236, in cui Gregorio IX ringraziava la “città dei
dieci mila studenti17 ” per aver li-
Il “luogo de la Villa” insediamento francescano nella Val Marecchia (Rimini)
risalente ai primordi dell’esperienza di S. Francesco.
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
beramente donato ai frati il luogo desiderato per edificare la
chiesa, iniziarono la costruzione
della nuova chiesa di S. Francesco che diventerà centro importantissimo per la cultura18 .
L’8 Ottobre 1250 il Sommo Pontefice Innocenzo IV nel
suo ritorno da Lione a Roma, fermatosi a Bologna consacrò l’altare della chiesa di S. Francesco,
e nel 1263 venne finita e subito
dopo si pensò al cimitero. Una
delle prime tombe fu quella di
Accursio (1260), il celebre glossatore delle leggi romane, poi
sorse quella di Odofredo (morto
il 3 dicembre 1265) e accanto ad
Odofredo nel 1284 volle riposare in pace un altro illustre glossatore, Rolandino de Romanzi.
Un altro gioiello è la Pala
dell’Altar Maggiore dei fratelli
Iacobello e Pier Paolo delle
Masegne.
Il secolo XV segnò il
decadimento dell’arte gotica, per
dare luogo alle nuove forme del
Rinascimento. I successivi interventi barocchi ne hanno irrimediabilmente trasformato le due
facciate del Presbitero e del Transetto. Furono aggiunte molte altre cappelle laterali, quella dedicata a S. Francesco (finita nel
1669) e quella dedicata a S. Antonio (finita nel 1675), demolite
da Rubbiani; la sola cappella che
rimase in piedi fu quella dedicata a S. Bernardino da Siena tutt’ora esistente.
Con la venuta dei francesi, 15 luglio 1795, i frati si dispersero e il convento fu occupato dalle truppe e nel 1802 la
chiesa e il convento furono chiusi definitivamente. La chiesa fu
adibita a dogana, i monumenti
trasportati alla Certosa e la Biblioteca e l’Archivio furono portati via.
Dopo la sconfitta di NaNotiziario -
23
poleone, Bologna tornò alla Stato Pontificio e i frati riuscirono a
riavere la chiesa nel 1841-42 e
raccolsero somme di denaro per
il restauro, cosicché tornò di nuovo al culto, ma purtroppo come
ben sappiamo con la soppressione del 1866 tutti i frati dovettero
lasciare di nuovo San Francesco,
mentre la chiesa e il convento
divennero magazzino e caserma
per le truppe italiane.
Negli anni 1877-85 il padre Serra Zanetti radunò nuovamente i Frati ricostruendo la Famiglia Francescana, ma non riuscirono a riavere la chiesa.
Nel 1878, per mezzo del
Municipio, fu trasmesso al Ministero della P. I. un indirizzo con
la firma di illustri personaggi della città per la riapertura al culto
della chiesa, ma per esigenze
militari la domanda fu respinta,
ciò che convinse la Giunta Comunale che doveva sacrificare
alcuni locali in cambio dei quali
si sarebbe potuto riscattare la
chiesa. Il 20 maggio 1880 fu approvata la permuta, e nel 1886, il
Demanio Nazionale cedeva al
Municipio di Bologna il Tempio
di San Francesco per la riapertura
al culto.
Con Decreto Arcivescovile del 5 Aprile 1886 fu istituita
la Commissione per la Fabbrica
di San Francesco, e il 20 Maggio
il Comune fece la consegna del
Tempio all’Arcivescovo della città, il quale lo consegnò alla Commissione per il restauro e questa
lo affidava ai Frati Minori
Conventuali perché venisse riaperto al culto.
Durante la seconda guerra subì gravi danni a causa dei
bombardamenti (24 luglio 1940).
Gli ultimi lavori di restauro terminarono nel maggio 1948, così
il tempio ritornò nuovamente alla
sua antica e maestosa bellezza.
Lo splendore e la bellezza della
chiesa di San Francesco, sicuramente le dobbiamo al grande
maestro Alfonso Rubbiani (18481913). Senza dubbio questo è il
monumento che lui ha più amato. Non a caso ha poi ottenuto il
privilegio di essere sepolto al suo
interno, quando ormai le
sepolture da più di un secolo dovevano farsi al di fuori delle mura
cittadine.
di Cristian Dumea
Archivista dei Frati
Minori Conventuali
di Bologna
Stampa settecentesca: a sinistra la Chiesa dell’Annunziata a destra la chiesa detta delle “Acque” dei Frati gesuati, ora scomparsa.
24 - Notiziario
Note:
1
G. Plessi e G. M. Zanotti, Guida alla documentazione francescana in Emilia-Romagna.
I. Romagna, Padova 1989.
2
Difficile dire se ciò dipendesse dal fatto che
Bernardo fu indicato da alcuni storici come
“utriusque iuris doctor”, e quindi potrebbe
aver conseguito il titolo dottorale nello
Studium felsineo.
3
Cfr. A. Azzoguidi, nota 32, pp. CLVI-CLVII
– ANAL. FRANC., t. IX, p. 4, n.5.
4
In occasione del famoso episodio della cacciata dei frati che avevano preso dimora in
una casa che la voce comune diceva essere di
proprietà dei frati e che Francesco volle fosse abbandonata, fino a quando il futuro protettore dell’Ordine, il card. Ugolino, poi papa
Gregorio IX, non ebbe dichiarato che la casa
dei frati era di sua proprietà
5
L’episodio ci è pervenuto tramite il cronista
Tommaso, Arcidiacono della Cattedrale di
Spalato in Dalmazia. Cfr. Monum. Germ.
Hist.: Scriptores, t. XXIX, p. 580.
6
LORENZO DI FONZO, O. F. M. Conv. , Il
famoso capitolo delle stuoie O. Min. nel 1223,
in MF 98 (1998), 367-390.
7
Bolla Ite vos, di Leone X.
8
Per la storia del Convento di S. Paolo in
Monte vedi, C. Piana, Atti e memorie della
Dep. di storia patria per le province di
Ramagna n.s., XXII (1971), pp. 85-266.
9
L ’accesso allo studio delle arti era meno
diffuso presso i Francescani che presso i
Domenicani, per i quali a tutti i giovani era
concesso di studiare le arti, mentre per i primi questa possibilità era data a coloro che
avrebbero frequentato gli Studi generali di
teologia, come complemento della preparazione teologica.
10
“A Frate Antonio, mio vescovo, Frate
Francesco, salute! Ho piacere che tu insegni
teologia ai Frati, purché in tale occupazione, tu non estingua lo spirito della santa orazione e devozione, come è scritto nella regola. Stai bene! “
11
AA.VV, Le Scuole degli Ordini mendicanti (secc. XIII-XIV), Todi 1978.
12
La tradizione vuole questo posto, luogo di
ritiro di S. Antonio di Padova, dove già esisteva un’antica cappella dedicata a S. Paolo
Eremita, durante il suo magistero di teologia
nel 1224.
13
Il Papa Alessandro V è sepolto nella chiesa
di S. Francesco a Bologna.
14
Di Fonzo, Studi, studenti e maestri nell’Ordine dei Francescani conventuali dal 1223
al 1517 in Miscellanea francescana, XLIV
(1944), pp. 167-195.
15
Si spiega così che il giurista Pietro Nicola
Albergati il 12 agosto 1409 decidesse di lasciare in testamento il suo patrimonio librario di codici giuridici al convento di S.
Domenico e a quello di S. Paolo in Monte,
l’Osservanza: decisione che, al di là delle vicende complesse che ebbe quel lascito, che
vide sostanzialmente dispersa nel corso degli
anni e dei secoli la sostanza della donazione,
indica il livello di estimazione culturale che
il più noto convento Osservante d’Italia aveva raggiunto nel corso del sec. XV.
16
Elemento questo del sostegno dei Monti di
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Calendario del Definitorio
1 marzo 2005: Ferrara
aprile 2005: durante il pellegrinaggio in Terra Santa
3 maggio 2005: Fiorenzuola
giugno 2005: Castelletto di Branzone nel contesto della
riunione dei Definitori delle Province del Nord Italia
5 luglio 2005: Carpi
7-9 settembre 2005: Villa Verucchio
6 ottobre 2005: Curia provinciale
7-12 novembre 2005: Sardegna
6 dicembre 2005: Rimini
RICORRENZE
GIUBILARI
2005
25mo professione
(1980)
fr. Francesco
Colaianni 5-X
50mo professione
(1955)
fr. Giangabriele
Chierici 25-III
50mo sacerdozio
(1955)
fr. Onofrio
Gianaroli 26-III
fr. Giambattista
Montorsi 26-III
fr. Giangrisostomo
Coriambi 17-XII
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Sulla sinistra: il fascicolo del MOFRA, che scandisce annualmente il
cammino del movimento, si sta rivelando un ottimo strumento che accomuna e uno stimolo per un cammino di conversione. Quest’anno il
fascicolo prende lo spunto dall’Assemblea generale; si presenta con
riflessioni a largo respiro, seguite da
una veglia di preghiera sul tema trattato. Inoltre, non si poteva tralasciare una riflessione sull’Eucarestia dal
momento che è iniziato l’anno
eucaristico indetto dalla Chiesa.
Pietà che costituì per il francescanesimo Osservante uno degli impegni maggiori nei confronti della società del tempo, comunque esso
possa oggi venir giudicato.
17
Cfr. AA. VV., Le università dell’Europa,
gli uomini e i luoghi. – Silvana Editore, 1993
: AA.VV., Università a Bologna, Personaggi, monumenti e luoghi dall’origine al XVI
secolo – Cassa di Risparmio in Bologna,
1987.
18
Papa Gregorio IX nella sua lettera del 2
giugno 1236 indirizzata all’Arciprete della
Chiesa Maggiore di Bologna, riferendosi alla
costruzione dei nuovi edifici dei Frati Minori
dice “ecclesiam et domos contemplatium ac
studentium usibus opportunas”. Cfr. BILL.
FRANC, t. I, pp. 195-196.
Virgilio Fr. Andrucci
Costantino Fr. Tamagnini
Agnello Fr. Locatelli
Cesare Maria Fr. Tinelli
Patrizio Fr. Imola
Giuseppe Fr. Barigazzi
Giuseppe Fr. Cervesi
Giuseppe Fr. Ferrari
Giuseppe Fr. Russo (pt.)
Giuseppe Fr. Amante (n.)
Benvenuto Fr. Busignani
Secondo Fr. Ballati
Emanuele Fr. Gironi
5 marzo
11 marzo
13 marzo
15 marzo
17 marzo
19 marzo
19 marzo
19 marzo
19 marzo
19 marzo
22 marzo
25 marzo
26 marzo
Onomastici
Marzo
Notiziario -
25
Appendice:
Intervista al
Sindaco di Bologna*
Il 4 Ottobre prossimo
lei sarà il sindaco che a nome
dei comuni d’Italia riaccenderà
la lampada votiva presso la
tomba di San Francesco; con
quale spirito pensa a questo
gesto?
Ogni gesto ha un valore
simbolico e i simboli sono
importanti. Accendere la lampada votiva presso la tomba del
Patrono d’Italia ha una valenza
precisa. Si può definire Francesco d’Assisi il santo della solidarietà, dell’attenzione agli ultimi,
ai piccoli e al dialogo tra le persone. Che i Comuni italiani compiano ogni anno questo gesto significa che si riconoscono in
quelle azioni e in quei valori, che
devono essere identitari per
un’amministrazione.
Francesco è il santo che
unisce gli italiani. Cosa ne pensa della proposta di legge legata
alla giornata del dialogo tra fedi e culture diverse che è all’esame del Senato?
La proposta è interessante. È importante che le fedi e
le culture diverse si pongano in
un atteggiamento di continuo
dialogo le une con le altre, consapevoli della ricchezza che può
derivare dalla conoscenza delle
rispettive peculiarità e diversità.
L’importante è che la giornata
diventi uno stimolo perché il
dialogo avvenga ogni giorno
dell’anno. Sicuramente Francesco nel suo tempo è stato un grande esempio. Anche i bolognesi ne
fecero esperienza quando nel
1222 Francesco predicò nella
nostra Piazza Maggiore pacificando due diverse fazioni cittadine. Questo gesto è ricordato
26 - Notiziario
anche in una lapide posta all’interno del Palazzo comunale.
Sulla figura di san
Francesco ci sono stati in questi
mesi dei veri e propri dibattiti.
Cosa ne pensa?
Il confronto è un tema
importante in una comunità. Il
passato è importante perché ci
insegna come vivere il presente
e come pensare il futuro. Dibattere su Francesco significa soprattutto approfondire il tema della
solidarietà, dei rapporti tra diversi, e questo non può che essere
positivo.
San Francesco può ispirare l’azione politico-amministrativa?
L’azione politica ha tanti
tipi di ispirazione. Sicuramente
la figura di Francesco richiama
all’essenzialità, non solo economica, ma anche dell’uso delle
parole, oggi talvolta utilizzate in
modo spropositato. Poi l’attenzione ai poveri, che purtroppo
nella nostra società sono in aumento. In questo senso la presenza pluriennale della mensa dei
poveri all’Antoniano è per la nostra città un segno prezioso. Poi
l’attenzione ai bambini: avere attenzione nei confronti dei piccoli
è avere a cuore il proprio futuro.
A Bologna vogliamo avere in
questo senso un occhio di riguardo, a partire da quello che si fa:
penso ad esmpio allo Zecchino
d’Oro, appuntamento che arricchisce di spunti educativi, oltre
a quelli musicali e di divertimento.
* L’intervista a Cofferati e l’articolo sul Francescanesimo in EmiliaRomagna sono tratti da “San Francesco Patrono d’Italia”, n. 1 gen. 2005.
S. Francesco, Bologna. Il Chiostro e le svettanti forme gotiche della Chiesa
e del Complesso conventuale.
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Abbiamo Vissuto
GENNAIO 2005
* Il giorno 5 gennaio a
Lugagnano (PC) nel contesto della XX edizione della “Festa della Bontà” di Rustigazzo Fr.
Ersilio Sichel è stato insignito del
“Cuore d’Oro 2005”.
* Giovedì 6 incontro con
Ettore Valzania Coordinatore
Regionale OFS.
* Venerdì 7 gennaio inizia
all’Osservanza l’incontro con i
Post-Novizi che si preparono alla
Professione perpetua delle Province del Nord Italia.
* Il giorno 7 Fr. Agnello
Locatelli inizia un periodo di permanenza in Infermeria provinciale.
* Festa dei Santi prottettori
a S. Cataldo per le Fraternità di:
Carpi, Modena, Nonantola, Parma, La Verucchia e Reggio
Emilia il giorno 7 gennaio.
* Sabato 8 muore a
Castellarano il Signor Umberto
Gilioli padre di Fr. Elio.
* Il giorno 9 gennaio inizia ad Idice la Scuola per FormaFrati Minori dell’Emilia-Romagna
trici della nostra Federazione
OSC; terminerà il 19.
* Nella mattinata del giorno 10 a Castellarano, funerale del
Signor Umberto Gilioli.
* Alle 03.30 del giorno 10
muore in Infermeria provinciale
Fr. Francesco Righetti.
* Lunedì 10, entrano al
Toniolo per alcuni accertamenti
Fr. Silvestro Casamenti, Fr. Bonifacio Manduchi, Fr. Gregorio
Montali e Fr. Giambattista Montorsi.
* Il giorno 10 presso la
Casa “Leonori” di S. Maria degli Angeli inizia l’incontro degli
Animatori vocazionali COMPI.
* Lunedì 10 Fr. Bruno Bartolini, accompagnato da Fr. Michele Falzone, inizia la visita canonica alla Provincia Romana.
* Martedì 11 Fr. Giambattista Montorsi è operato alla
prostata.
* Nella mattinata del giorno 12 presso il Convento di S.
Antonio in Bologna incontro dei
Parroci della Provincia.
* Giovedì 13 la Ministra
nazionale OFS, Rosa Galimberti,
indice il Capitolo regionale unitario dell’Ordine.
* Il giorno 14 Fr. Tarcisio
Canducci è in Italia per alcuni
giorni per una collaborazine con
il Governo generale dell’Ordine.
* Sabato 15 Fr. Mario Favretto viene eletto, dal Governo
generale dell’Ordine, Definitore
per la lingua italiana.
* Il giorno 18 in Curia provinciale incontro con Fr. Eligio
Gelmini.
* Mercoledì 19 presso il
Convento di S. Antonio a Bologna incontro del Segretariato provinciale per l’evangelizzazione.
* Nella mattinata del giorno 19 a Faenza viene rogitata la
donazione della Chiesa della
Madonna del Paradiso alla Parrocchia di S. Savino.
* Il giorno 20 a Forlì incontro con la Direzione della
SERINAR circa la gestione dello Studentato universitario S.
Francesco.
Notiziario -
27
* Il giorno 21 Capitolo
conventuale a Nonantola.
* Lunedì 24 gennaio inizia a Milano Marittima la prima
“3gg” di Formazione Permanente.
Definitorio provinciale.
* Giovedì 3 febbraio Capitolo conventuale presso il Monastero delle Clarisse di Forlì.
* Il giorno 24 inizia ad Assisi il corso di Formazione per gli
Assistenti OFS, terminerà giovedì 27.
* Nella mattinata del 24
iniziano gli esami, sessione invernale, presso il nostro Studio Teologico.
* Giovedì 27 inizia a Milano Marittima la seconda “3gg”
di FP.
* Venerdì 28 viene rogitato
il passaggio di proprietà, dal Comune di Bologna alla Provincia,
dei locali già sede dell’Opera Pia
“Il Pane di S. Antonio” al numero civico 84 di Via D’Azeglio.
* Nella mattinata del giorno 28 Fr. Valentino Giannini è
ricoverato in Clinica.
* Nel pomeriggio di sabato 29 incontro con il Coordinamento regionale OFS in preparazione al Capitolo.
* Nella mattinata del giorno 31 incontro del Consiglio del
Segretario provinciale Formazione e Studi.
* Lunedì 31 gennaio inizia a Milano Marittima la terza
“3gg” di Formazione Permanente.
FEBBRAIO 2005
* Mercoledì 2 febbraio a
Milano Marittima incontro del
28 - Notiziario
IL PONTIFICIO ATENEO ANTONIANUM DIVENTA
UNIVERSITÀ
26 Gennaio 2005
La Congregazione per l’Educazione Cattolica ha comunicato al Ministro generale e Gran Cancelliere l’avvenuta
concessione al PAA del titolo di Università Pontificia da
parte del Sommo Pontefice con lettera dell’Em.mo Cardinale Segretario di Stato, datata 11 gennaio.
Nella sua lettera il Prefetto, Card. Zenon Grocholewski,
sottolinea che il titolo è stato concesso “a motivo del
possesso dei requisiti tradizionalmente richiesti e in considerazione dell’apprezzato servizio di formazione accademica svolto da detto Ateneo”.
Fr. José Rodríguez Carballo, attuale Ministro generale e
Gran Cancelliere del P.A.A., comunica ufficialmente al
Rettore Magnifico, ai Decani delle Facoltà e ai Presidi
l’avvenuta concessione del titolo di Università Pontificia
il 26 gennaio nella sede stessa dell’Ateneo. Il 18 marzo
prossimo si terrà l’atto accademico ufficiale di celebrazione di questo evento, in concomitanza con l’insediamento
del nuovo Rettore Magnifico.
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
I nostri fratelli defunti
Fr. Francesco Righetti
A tutti i fratelli e
alle sorelle
della Provincia
È morto Padre Francesco Righetti. Alle ore 03.30 di
lunedì 10 gennaio, presso l’Infermeria provinciale, padre Francesco ha terminato la sua vita; aveva 100 anni di età, 86 di vita religiosa, 79 di sacerdozio.
Padre Francesco era nato
a Montecolombo di Rimini il 6
maggio 1904; a dieci anni entra
nel seminario delle Grazie di Rimini. Seguiranno per padre Francesco gli anni di formazione alla
vita francescana, prima a Cortemaggiore, poi a Busseto per il noviziato, ancora alle Grazie
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
per il Liceo e di seguito a Bologna, dove nel 1926 emetterà la
professione perpetua e sempre
nello stesso anno il 14 settembre
sarà ordinato sacerdote dal Card.
Nasali Rocca.
Sacerdote novello inizia
la sua attività come educatore
presso il Collegio serafico a Cortemaggiore, dopo un anno passerà a Cotignola, quale Direttore
del nuovo Colleggio, poi, nel
1931 presso il Convento della SS
Annunziata di Parma, ricopre prima l’incarico di Maestro dei Frati
Studenti in Teologia poi il servizio di Guardiano e Vice Maestro.
Alla fusione della Provincia del
SS. Redentore e di S. Caterina nel
novembre del 1945 è nominato
Segretario della Provincia di Cristo Re, e ricopre l’incarico fino
al 25 maggio 1947.
Dal 1947 Padre Francesco reggerà la parrocchia di S.
Spirito di Ferrara per 20 anni,
sino al 1967, ricoprendo per 6
anni anche l’incarico di Guardiano. Dal 1967 fino al 1994, anno
della chiusura del Convento di S.
Bernardino, Padre Francesco risiede a Rimini ricoprendo per diversi anni il ruolo di Guardiano.
Per cinque anni vive presso il
Convento delle Grazie di Rimini
e poi trascorre gli ultimi anni della sua vita, ormai stanco e debili-
tato nelle forze, presso l’infermeria provinciale.
Al Signore, per il dono
di questo fratello, tutta la nostra
gratitudine e per padre Francesco
il nostro ricordo affettuso nella
preghiera, anche come prescrivono i nostri Statuti Provinciali.
Il funerale si terrà presso la Chiesa delle Grazie di
Rimini, mercoledì 12 gennaio
alle ore 15,00 quindi la salma sarà
tumulata nel cimitero di Rimini.
Fr. Marco Zanotti
Segretario provinciale
Bologna, Curia provinciale:
10 gennaio 2005
RICORDANDO ...
Padre Francesco Righetti
si è spento serenamente nell’infermeria provinciale la notte fra
il 9 e il 10 gennaio 2005. Il 6 maggio 2004 aveva festeggiato, in
piena lucidità, il suo centesimo
compleanno, primo frate nella
storia dei frati Minori dell’Emilia
Romagna – che si sappia - a raggiungere questo traguardo.
Padre Francesco era nato
il 6 maggio 1904 a San Savino,
vicino a Rimini; era stato battezzato l’8 maggio, cresimato il 12
settembre 1910.
Notiziario -
29
Nel 1914, a dieci anni,
era entrato nel Collegio Serafico
delle Grazie di Rimini. La guerra impose parecchi trasferimenti
ai piccoli probandi: negli anni
1914-16 dalle Grazie di Rimini a
Busseto; poi a Cortemaggiore.
Nel 1917 il tredicenne Francesco
Righetti era a Bologna S. Antonio, fra gli studenti di Teologia
(in quel tempo era ospite dello
studentato di Bologna anche il
“profugo” veneto studente di Filosofia fra Pacifico Perantoni,
che sarebbe poi diventato Ministro Generale e successivamente
vescovo di Gerace e poi arcivescovo di Lanciano). Nel 1918 il
ragazzo Righetti fu nel Collegio
Serafico di Giaccherino in Toscana (e fra i compagni collegiali
dell’“esule” dalla Romagna Francesco Righetti ci fu un suo grande amico “esule” dal Veneto, Augusto Crivellari (poi frate Pio),
nel cui futuro era scritta una brillante carriera ecclesiastica, che lo
avrebbe portato ad essere eletto
a vescovo di Trivento).
Nel 1919-20 Francesco
Righetti fece il Noviziato, nel
convento di Busseto. Anni 192022, studentato (corso di filosofia)
alle Grazie di Rimini. Anni 192226, teologia a Bologna S. Antonio. Sacerdote il 14 settembre
1926. Anni 1926-28, a Cortemaggiore, insegnante e vice direttore
del Collegio Serafico. Anni 192830, direttore del nuovo Collegio
Serafico di Cotignola. Anni
1930-32, Maestro dei Chierici e
insegnante a Ferrara. Anni 19321945, all’Annunziata di Parma,
con mansioni varie: insegnante,
vice Maestro del professorio,
economo. Anni 1945-47, Segretario Provinciale a Bologna S.
Antonio. Anni 1947-67, a Ferrara, parroco (per un periodo anche guardiano). Nel 1967 trasferito a Rimini San Bernardino,
30 - Notiziario
11 febbraio 2005
13a giornata mondiale
del malato
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
dove fu guardiano da quell’anno
al 1973. Rimase in quel convento fino alla sua cessione alle
Clarisse nel 1994, anno in cui
passò alle Grazie sul colle Covignano. Lasciò le Grazie per l’infermeria provinciale nel 1997.
Ho conosciuto Padre
Francesco Righetti nell’autunno
del 1940, nel convento dell’Annunziata di Parma. Avevo terminato il noviziato nel convento
delle Grazie due anni prima; e poi
avevo passato due anni nel convento di Busseto, dove avevo fatto la quinta ginnasio e la prima
liceo. Trovai all’Annunziata di
Parma una comunità guidata dal
giovane guardiano Padre Cornelio Baj, con la presenza del venerabile e autorevole Padre Salvatore Spada, del santo faccendiere fra Giuseppe Mantegari e
di altri frati, tra i quali Padre
Francesco Righetti. Padre Francesco appariva più giovane dei
suoi 36 anni, ma aveva ruoli importanti: era vicario ed economo
conventuale, cappellano della
parrocchia, professore dello studio liceale per i professi temporanei. Era affabile, gentile, distinto. Insegnava filosofia morale;
possedeva la materia ed era brillante espositore. Con noi studenti era cordiale, con qualche punta di ironia indulgente. Sapevamo poco del suo ministero parrocchiale, ma quanto bastava per
constatare che Padre Francesco
era il referente degli allora fiorenti gruppi giovanili.
Mi ritrovai con Padre
Francesco nel convento di S.
Antonio di Bologna nella primavera del 1947 quando il Provinciale P. Alessandro Negro mi
chiese di sbrigare “per qualche
giorno” le cose più urgenti della
segreteria della Provincia, dato
che Padre Francesco (Segretario
Provinciale) stava entrando in
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
ospedale per subire un’operazione chirurgica e poi sarebbe andato parroco a Ferrara. Presi necessariamente contatto con il lavoro
quotidiano di P. Francesco: la segreteria era gestita molto bene,
camminava con ritmo veloce, era
tenuta con ordine meticoloso.
Le cose presero una piega imprevista, in quanto subentrai io a Padre Francesco nel lavoro della Segreteria. Il passaggio di consegne e i successivi
contatti fra me e Padre Francesco furono l’avvio di una cordiale reciproca amicizia che era destinata a durare e ad approfondirsi
nei decenni.
Padre Francesco Righetti
era il Frate francescano classico:
figura, mentalità, comportamento, cultura, devozione. Era – e
non solo per il prolungato cammino che aveva dietro le spalle –
“testimone di francescanità”.
Colpiva la sua pietà mariana ed
eucaristica. Quando lo conobbi,
le prime cose che per me diedero
contorno alla sua personalità furono il frequente ricordo affettuoso della “sua madonnina delle
Grazie”, nonché la sua maniera
particolare di assicurare solidarietà e partecipazione. Diceva:
“Preghiamo. Anch’io domattina
mi ricorderò nella Messa. Metterò questa sofferenza sulla patena,
insieme all’ostia benedetta …”.
Padre Francesco aveva
cominciato il noviziato il 19 agosto 1919, a quindici anni. Prima
della Vestizione al Padre Maestro
che gli chiedeva quale nome volesse scegliere – come era consuetudine – per la sua nuova vita
da frate, aveva risposto: “Per favore non mi cambiate nome; lasciatemi quello di battesimo. Voglio vivere da frate francescano… lasciatemi il nome di Francesco”.
Umberto Gilioli
A tutti i fratelli e
alle sorelle
della Provincia
Sabato 8 gennaio alle ore
13.00 è deceduto presso l’ospedale di Scandiano (MO) il signor
Umberto Gilioli, papà di Padre
Elio.
Il signor Umberto aveva
85 anni di età: una lunga vita spesa nella dedizione alla famiglia e
al lavoro.
I funerali si svolgeranno
lunedì 10 gennaio alle ore 10.00,
presso la Chiesa parrocchiale di
Castellarano, la salma sarà
tumulata presso il cimitero del
paese.
Ricordo a tutti l’impegno
di pregare il Signore per il papà
di Padre Elio e di farlo anche secondo le indicazioni degli Statuti Provinciali.
Fr. Marco Zanotti
Segretario provinciale
Bologna, Curia provinciale:
8 gennaio 2005
Fr. Berardo Rossi
Notiziario -
31
L’anno dell’Eucarestia
Il Papa ha voluto che
l’anno che stiamo vivendo sia
l’“anno dell’Eucaristia”; Siamo
a Natale; questa solennità tanto
cara non solo ai cristiani, può essere vissuta in maniera particolare in questo anno? Può aiutarci
a introdurre in modo più profondo l’Eucaristia nella nostra vita?
Il Papa all’inizio della
sua lettera “ Mane nobiscum
Domine”, dopo avere ricordato
l’episodio dei due discepoli di
Emmaus scrive: “L’icona dei discepoli di Emmaus ben si presta
ad orientare un Anno che vedrà
la Chiesa particolarmente impegnata a vivere il mistero della
Santa Eucaristia. Sulla strada dei
nostri interrogativi e delle nostre
inquietudini, talvolta delle nostre
cocenti delusioni, il divino
Viandante continua a farsi nostro
compagno per introdurci, con
l’interpretazione delle Scritture,
alla comprensione dei misteri di
Dio. Quando l’incontro diventa
pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal
“Pane di vita”, con cui Cristo
adempie in modo sommo la sua
promessa di “stare con noi tutti i
giorni fino alla fine del mondo”
(cfr Mt 28,20).
Questa citazione del
Vangelo di Matteo è molto importante, perché sono le ultime
32 - Notiziario
parole che il primo evangelista
pone sulla bocca di Gesù, anzi
sono le ultime parole del suo Vangelo. Gesù, proprio nel momento in cui scompare agli occhi degli apostoli, li assicura di rimanere con loro per sempre.
In che modo? È il Papa
stesso che ce lo ricorda: “Per
mezzo dell’Eucaristia Cristo rende presente, nello scorrere del
tempo, il suo mistero di morte e
di risurrezione. In essa egli in
persona è ricevuto quale “Pane
vivo disceso dal cielo” (Gv 6,51).
Il Natale fa pensare facilmente a Francesco di Assisi
che nel 1223, quando il suo cuore era pieno di gioia perché il 29
novembre precedente aveva finalmente ottenuto l’approvazione della Chiesa al suo progetto
di vita, volle vivere il Natale in
maniera straordinaria; disse al
suo amico Giovanni Velita di
Greccio: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù,
precedimi e prepara quanto ti
dico: vorrei rappresentare il
Bambino nato a Betlemme e in
qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è
trovato per la mancanza delle
cose necessarie a un neonato,
come fu adagiato in una greppia
e come giaceva sul fieno tra il
bue e l’asinello” (T OMMASO DA
CELANO Vita prima, n. 84; Fonti
Francescane n. 468).
In realtà “si accomoda la
greppia, vi si pone il fieno e si
introducono il bue e l’asinello. In
quella scena commovente risplende la semplicità evangelica,
si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto
come una nuova Betlemme”. Noi
che siamo abituati ai vari presepi
viventi, facciamo presto ad accorgerci che manca il personaggio
più importante: manca il bambino. Come mai? Francesco non
aveva chiesto che fosse portato
anche un bambino, perché pensava ad un’altra presenza. In realtà al momento opportuno “il
sacerdote celebra solennemente
l’Eucaristia sul presepio e lui
stesso assapora una consolazione mai gustata prima” (ivi n. 85,
FF 469).
S. Francesco infatti era
convinto che ogni celebrazione
eucaristica era una nuova incarnazione. Nelle sue ammonizioni
leggiamo: “Ecco, ogni giorno
egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni
giorno discende dal seno del Padre sopra l’altare nelle mani del
sacerdote. E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
ora si mostra a noi nel pane consacrato; e come essi con lo
sguardo fisso vedevano solo la
sua carne, ma contemplando con
gli occhi della fede, credevano
che egli era vero Dio, così anche
noi, vedendo pane e vino con gli
occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo
santissimo corpo e sangue sono
vivi e veri. E in tale maniera il
Signore è sempre presente con i
suoi fedeli così come egli dice:
“Ecco io sono voi sino alla fine
del mondo” (Ammonizioni, I; FF
144-145).
È molto bello il paragone di Francesco tra la condizione
in cui si sono trovati gli apostoli
e la condizione in cui ci troviamo noi: “Come ai santi apostoli
apparve in vera carne, così ora
si mostra a noi nel pane consacrato”. Nell’un caso e nell’altro
per vedere il Figlio di Dio è necessaria una grande fede: gli apostoli vedevano la carne e credevano che era vero Dio; noi vediamo il pane e il vino e crediamo che il suo santissimo corpo e
sangue sono vivi e veri. Inoltre
le parole del Vangelo di Matteo
citate dal Papa, sono le parole con
le quali Francesco conclude le
sue meditazioni sull’Eucaristia,
considerata come nuova incarnazione.
Che l’Eucaristia sia una
nuova incarnazione viene ricordato molto bene nel santuario
delle Grazie; entrando si rimane
colpiti dal grande quadro centrale dell’annunciazione. In questo
non c’è nulla di particolare perché i quadri che illustrano
l’annunciazione sono tanti in tantissime chiese: se però alziamo
lo sguardo vediamo una lunetta
nella quale appare il Padre eterno che nella mano sinistra ha una
colomba, lo Spirito santo, e con
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
la destra invita lo Spirito a scendere a Nazaret per realizzare
quanto l’angelo annuncia a Maria, l’Incarnazione del Verbo.
Sotto la tela che ricorda l’incarnazione non può inoltre sfuggire
l’altare, dove si celebra l’Eucaristia, e il tabernacolo, ove si conserva l’Eucaristia.
Se si tiene presente che
quando si celebra l’Eucaristia il
sacerdote prega: “Padre veramente santo ... ti preghiamo umilmente: manda il tuo Spirito a
santificare i doni che ti offriamo,
perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo tuo Figlio e
nostro Signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri”
(III preghiera eucaristica), si possono unire i tre elementi: la
lunetta la tela e l’altare, e concludere che al centro del santuario
delle Grazie viene ricordata la
duplice incarnazione, quella di
Nazaret e quella dell’altare; il
modo è uguale: è sempre il Padre eterno che manda lo Spirito
affinché il Verbo eterno sia presente in Maria e sull’altare; in
Maria solo una volta e sull’altare
tutte le volte che si celebra l’Eucaristia.
Questo numero del Notiziario
è stato chiuso in Segreteria provinciale il
3 febbraio 2005
Il Natale dell’anno dell’Eucaristia ci farà partecipare
nella maniera più viva alla celebrazione del mistero dell’Eucaristia, perché, mentre ricorderemo la prima incarnazione, rivivremo la seconda. Le Fonti Francescane assicurano che a Greccio: Francesco “assapora una
consolazione mai gustata prima”
(ivi n. 85, FF 469); “Ciascuno,
terminata quella veglia solenne,
tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia” (n. 86, FF 470). È
questo l’augurio che di cuore a
tutti fanno i Frati delle Grazie.
Fr. Giambattista Montorsi
Rettore del Santuario
delle Grazie
Al centro della navata vi è il tabernacolo che accoglie l’Eucaristia,
nuova incarnazione (la prima incarnazione è ricordata dal dipinto del
Nelli), realizzata per volere del Padre mediante l’opera dello Spirito
Santo, come ricorda la lunetta del
Boldrini.
Notiziario -
33
01.02.2005
Vol. XXXVIII. Nr. 106
“Per cominciare: siamo Frati Minori”
Incontro dei Ministri provinciali recentemente eletti (17-21 gennaio 2005)
Se l’autorità nella Chiesa è fondata sul fatto che la Chiesa è comunione, popolo di Dio, il servizio dell’autorità,
in prospettiva francescana si può comprendere solo a partire dal nostro essere fraternità di minori/servi. Prima di
essere chiamati ad esercitare il servizio dell’autorità siamo stati chiamati ad essere Frati Minori, il nome scelto dal
Francesco per la sua Fraternità. Il servizio dell’autorità è una chiamata particolare e temporanea all’interno della
chiamata fondamentale ad essere Frati Minori.
La fraternità, conseguenza dell’essere fratelli, ci definisce: “L’Ordine dei Frati Minori, fondato da san Francesco d’Assisi,
è una Fraternità”. La fraternità è, pertanto, un elemento irrinunciabile della nostra forma vitae, un elemento essenziale
nella nostra spiritualità e nella organizzazione del nostro Ordine.
Questo fu il desiderio del nostro padre Francesco. L’insistenza sulle relazioni umane, sul carattere fraterno e insieme
materno, sull’uso della parola “fratello”, per designare i suoi seguaci, e “fraternità” per indicare il gruppo che si era
riunito intorno a lui, sono sufficienti a dimostrare l’importanza che Francesco attribuiva alla fraternità. In linea con il
pensiero di Francesco la nostra legislazione riconosce che la vita fraterna è, insieme allo “spirito di orazione e devozione”,
una manifestazione irrinunciabile della “vita radicalmente evangelica” che siamo obbligati a condurre: “Quali seguaci
di san Francesco i frati devono condurre una vita radicalmente evangelica: vivendo in spirito di orazione e devozione ed
in comunione fraterna”.
Tra le molte note che caratterizzano la fraternità francescana una è quella dell’uguaglianza. Anche se la Chiesa annovera
l’Ordine dei Frati Minori tra gli Istituti clericali, “in virtù della professione” tutti quelli che ne fanno parte “sono
veramente uguali”.
Nella Fraternità nessun Frate è più grande o più importante di un altro. Tutti, senza eccezioni, sono uguali, perché tutti
partecipano della medesima vocazione alla fraternità. Anche questo risponde alla volontà di Frate Francesco che nella
sua Prima Regola scrive: “E nessuno sia chiamato priore, ma tutti allo stesso modo siano chiamati frati minori. E l’uno
lavi i piedi dell’altro”.
Tutti abbiamo lo stesso titolo, Frati Minori, e tutti siamo chiamati a vivere rapporti di uguaglianza nella Fraternità,
mostrandoci benevoli, fraterni, accoglienti, come ci piacerebbe che gli altri si comportassero con noi.
Fr. José Rodriguez Carballo ofm
SUD EST ASIATICO - Solidarietà per le popolazione vittime del maremoto e tsunami
Il maremoto e la conseguente onda anomala (tsunami) che ha colpito i centri abitati delle coste dalla Tailandia
alla Somalia il 26 dicembre hanno messo in moto una gara di solidarietà internazionale in aiuto ai senza tetto di
questa sciagura. La catastrofe ha causato la morte di oltre 160.000 vittime e la minaccia di epidemie per mancanza
di acqua potabile e medicine incombe sui sopravvissuti.
I Frati minori presenti in quelle zone non hanno subito alcun danno. In collaborazione con tutta la Famiglia
francescana, essi si stanno adoperando per organizzare gli aiuti alle popolazioni locali.
Scrivendo alla Curia generale, il Ministro provinciale dell’Indonesia ha affermato: “Adesso ci preoccupiamo di
aiutare le vittime del maremoto ad Aceh e nel Nord Sumatra. Fin’ora ci siamo coordinati, attraverso Fr. Saverinus
Adir, con tutta la Famiglia francescana indonesiana e principalmente con i Cappuccini”.
Tutti i versamenti, in Euro o Dollari Americani, saranno gestiti direttamente dai nostri Frati per aiutare le
popolazioni locali. Chi vuole offrire un aiuto finanziario può inviare un Assegno pagabile a:
O.F.M. Economato Generale causale: PRO TERREMOTATI ASIA BANCA POPOLARE DI SONDRIO Viale
Cesare Pavese, 366- 00144 ROMA o tramite Bonifico bancario intestato a: causale: O.F.M. Economato Generale
PRO TERREMOTATI ASIA
N. 5300/66; ABI: 05696; CAB: 03211; CIN: L; IBAN: IT95L0569603211000005300X66; SWIFT: POSOIT22
MAROCCO - La prima missione dei Frati minori
La presenza dei Frati minori in Marocco può essere definita la missione primogenita francescana. La Federazione
del Marocco è la continuazione della prima missione voluta da Francesco di Assisi. Dal 2 al 4 gennaio 2005 tutti i
frati che vivono in Marocco si sono incontrati a Rabat, per partecipare al Capitolo delle Stuoie sul tema: “Fraternità:
riflessione e comunicazione”. È stato un tempo di fraternità, incontro e preghiera per tutti. All’incontro hanno
presenziato anche Fr. Amaral Bernardo Amaral, Definitore generale per l’Africa e Fr. Vincenzo Brocanelli, Moderatore
generale per le missioni. Negli stessi giorni, si è riunita a Rabat la Commissione generale per il Dialogo, che ha
scelto il Marocco per approfondire la conoscenza del mondo arabo-musulmano ed apprezzare il lavoro dei Frati
34 - Notiziario
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
minori che vivono a contatto con la popolazione marocchina. La Missione in Marocco mostra alcuni aspetti
particolariche la distinguono dalle altre: è una presenza silenziosa e di vita evangelica e francescana tra i musulmani,
è un ponte di incontro e dialogo inter-religioso e interculturale, è un luogo dove i Frati offrono anche un servizio di
educazione e assistenza sociale, a giovani, adulti e soprattutto ai più poveri e bisognosi.
Ai missionari della “prima ora”, appartenenti alle Province spagnole di Granada e Santiago di Compostela e a
quella francese dei Tre Compagni, oggi anziani e ricchi di esperienza, dopo l’appello del Ministro generale, Fr.
Giacomo Bini, nel 1999, si sono aggregati altri Frati provenienti da Croazia, Polonia, Messico, Brasile, Egitto.
L’età dei Frati della Fondazione va dai 30 ad oltre 80 anni. In questa realtà è rappresentato l’esempio di una
fraternità interprovinciale, internazionale e interculturale.
Oggi questa antichissima presenza francescana, che conta 11 case con appena 26 frati, di cui alcuni malati e altri
che possono garantire una presenza temporanea, necessita più che mai, di altri Frati disponibili ad offrire
generosamente, come desiderava Francesco d’Assisi, la testimonianza semplice della Fraternità tra i musulmani e
particolarmente in Marocco.
- I FRATI MINORI IN INDIA GUIDE SPIRITUALI TRA LA GENTE
Un Francescano della provincia di S. Tommaso apostolo in India, Fr. Dayanand, è stato per anni predicatore
itinerante nei villaggi e nelle città del distretto di Bellary nel Sud dell’India. Siccome l’evangelizzazione diretta e la
conversione sono costituzionalmente vietate nella maggior parte degli stati dell’India, egli si è dedicato a predicare
il vangelo incontrando la gente di varie confessioni religiose. Circa dieci anni fa, la gente che Fr. Dayanand incontrava, desiderosa di ritrovarlo in un luogo preciso senza doverlo rincorrere tra i villaggi di Bellary dove egli predicava, costruì un “ashram” per lui ed i frati che lo accompagnavano. L’ashram è il luogo dove, sotto la direzione di
un istruttore o guru, i discepoli si riuniscono per vivere una disciplina spirituale. Qui la gente di ogni credo religioso
è accolta a qualsiasi ora del giorno e il maestro è disponibile ad insegnare e consigliare. La gente stessa si premura
di procurare il cibo sufficiente per tutti. Una caratteristica che distingue l’ashram cristiano-francescano è la disponibilità all’accoglienza di ammalati, di quanti soffrono di problemi psichici ed i malati di AIDS, senza che questa
occupazione limiti il tempo dedicato dai frati all’incontro con la gente. Questo stile vita è sentito molto vicino alla
gente e alla cultura indiana. Tanti, di religioni differenti, si recano all’ashram di Fr. Dayanand; essi sanno che lì non
potranno ricevere denaro ma tutti, a qualunque credo religioso appartengano, troveranno ascolto, consolazione e
comprensione.
Fr. Scaria Varanath, a lungo compagno di Fr. Dayanand, invitato dal Vescovo di Raipur, ha creato un altro
ashram con uno stile simile nel Nord dell’India. L’ashram viene chiamato “Shantivanm” cioè Foresta della Pace, e
si trova in una zona dove vive una popolazione di religione induista. Fr. Scaria vive in questa realtà, insieme ad un
altro Frate, coltivando la speranza di sviluppare un rapporto fraterno con i fratelli e le sorelle Hindu che, in questi
ultimi anni, rasentano l’intransigenza e il fanatismo.
I frutti di queste due esperienze sono diventati evidenti e diffusi, infatti tanti non-cristiani che cercano una guida
spirituale, vanno dai guru che nel loro insegnamento spirituale abbiano una visione e uno stile di vita simile a quelli
cristiani.
La semplicità francescana e lo carità cristiana che si manifesta nell’attenzione verso i più poveri tra i poveri,
aggiunta all’autenticità di vita dei Frati “guru” è il segno distintivo degli ashram francescani di Fr. Dayanand e Fr.
Scaria.
INDIA
- CAPITOLO NAZIONALE DELL’OFS
L’Assistente generale dell’OFS, Fr. Ivan Matic, si è recato dal 15 al 21 dicembre 2004 nelle isole Mauritius per
la celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS. Durante la sua permanenza è stato ospite della comunità
dei Frati di Beau Bassin, dove ha incontrato l’Assistente nazionale dell’OFS, Fr. René Coutagne e Fr. Krisnah
Ramsamy, Definitore della Provincia di S. Francesco e Assistente di varie Fraternità locali. Il 16 dicembre ha
incontrato il Consiglio nazionale e in quella occasione ha avuto la possibilità di conoscere direttamente la realtà
dell’OFS e della GiFra. Il 17 di dicembre Fr. Ivan, Fr. René e Fr. Krisnah, insieme con Fr. Gianni Losio, missionario
italiano, hanno potuto incontrare il Vescovo Mons. Maurice Piat, con il quale hanno condiviso le informazioni sulla
vita e la presenza dei francescani secolari presenti nella sua diocesi. Il 18 di dicembre è stata la giornata dedicata al
Capitolo nazionale elettivo della Fraternità di Mauritius. Presiedeva il Capitolo Salesio Njuki, proveniente dall’OFS
del Kenya, in rappresentanza della Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo.
I capitolari hanno eletto Ministro nazionale e Consigliere Internazionale Hervé Sylva. Dopo il Capitolo l’Assistente generale ha visitato anche la seconda comunità dei Frati che si trovano a Chemin Grenier ed anche è stato
ospite in alcune famiglie dei francescani secolari.
La realtà dei francescani secolari delle Mauritius è una bellissima realtà ed esemplifica come possano essere
attive e attrattive le Fraternità dell’OFS. Molte giovane coppie fanno parte dell’OFS e molte altre sono nella formazione iniziale. Da parte dei laici c’è un interesse notevole per la spiritualità francescana. Attualmente ci sono 10
MAURITIUS
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
Notiziario -
35
Fraternità canonicamente erette e altre 10 in via di formazione. In molte Fraternità mancano Assistenti spirituali,poiché
fino ad oggi gli Assistenti sono Fr. Rene e Fr. Krisnah. Un aiuto significativo proviene dalle suore Missionarie
Francescane di Maria, alcune di loro accompagnano le Fraternità OFS. Un’altra realtà che impressiona positivamente è l’attenzione dei giovani alla spiritualità francescana, questo interesse si concretizza nella nascita e crescita
dei gruppi della Gioventù francescana e degli Araldini.
Segnalibro francescano
• CADDERI Carlo, Il Beato Giovanni da Parma Settimo Ministro generale dei Frati Minori dopo San Francesco,
Pazzini editore (Bologna 2004). Uno studio, una biografia di Giovanni da Parma, figura eminente del primo secolo
di storia francescana. Presentato ora come uno spirituale ora come un massimo gioachimista; francescano idealista,
fascinoso, ma circondato da grandi avversari; santo, processato da un santo.
• LAURIOLA Giovanni, Giovanni Duns Scoto e la nuova evangelizzazione, Editrice AGA (Alberobello 2004)
Giovanni Duns Scoto, pensatore del futuro, offre validi riferimenti di riflessione e meditazione sulla natura
dell’evangelizzazione e della vita missionaria, cui ogni battezzato e consacrato è tenuto a vivere in prima persona.
• MAZZOLI Efrem, La Verna - Studi Francescani. Indici dei cento anni 1903-2003, Rivista Studi Francescani,
anno 101,2004, nn. 3 e 4 - Firenze. La rivista periodica curata dai Frati minori pubblica l’indice che raccoglie
articoli e contributi contributi francescani in un secolodi storia.
Fraternitas, breve racconto dei primi passi
L’idea di un bollettino informativo per i Frati minori nasce nel 1967, all’indomani del Capitolo generale di
Assisi in cui inizia il rinnovamento dell’Ordine secondo le indicazioni del Vaticano II. In un dialogo nei corridoi
della Curia generale tra il Ministro generale Fr. Costantino Koser e due frati, Fr. Luis Patiño e Fr Alberto Lopera, si
discusse la possibilità di creare un bollettino informativo che raccogliesse, nei limiti del possibile, le nuove esperienze
delle province dell’Ordine. Tra i Frati minori era iniziata, in quel periodo, la sperimentazione di nuove forme di
attuazione della spiritualità serafica.
Nell’Ordine esisteva dal 1800 il periodico “Acta Ordinis Minorum”, ma non era pensabile pubblicarvi notizie o
esperienze “non ufficiali”! L’eventuale pubblicazione in “Acta” di esperienze provenienti da tutto l’Ordine avrebbe
assunto significato di “canonizzare” le sperimentazioni, – buone, regolari o cattive che fossero – come approvate o
tollerate dal Governo generale. Era quindi necessario un nuovo strumento che, senza alcun commento, raccogliesse
le notizie dalla periferia al centro dell’Ordine. La Curia avrebbe pubblicato, senza attribuire alcun carattere di
ufficialità, le notizie e i Frati avrebbero giudicato, attuato o respinto quanto letto. Era il modo di raccogliere la
molteplicità di idee e tendenze presenti nell’Ordine. Il Ministro generale entusiasta dell’idea, anche se il progetto
presentava alcuni rischi, avviò il progetto che affidò a Fr. Alberto Lopera Trujillo (S. Fede, Colombia).
Nella riorganizzazione della Curia fu istituito l’Officium Protocolii, organizzato in tre sezioni: il Protocollo
propriamente detto, lo Schematismum Ordinis Fratrum Minorum, ed il nascente bollettino periodico. Il personale
dell’ufficio era composto dal direttore, Fr. Alberto Lopera, Fr. Enrique Howaniezc (Pulaski, USA), Fr. Rafael
Velandi (Venezia, Italia), Fr. Sergio D’Urso (Venezia, Italia) e Fr. Sdenko Maric (Herzegovina, Bosnia). Alla nuova
pubblicazione fu dato il titolo Fraternitas per sottolineare l’aspetto fondamentale del francescanesimo e il desiderio
di essere uno strumento di fraternità per tuttol’Ordine. Come sottotitolo furono utilizzate le parole latine della
Regola bollata: “Quicumque sint et invenerint fratres ostendant se familariter inter se”.
Il Direttore dell’Ufficio Protocollo era il responsabile dei contenuti di Fraternitas, ma il lavoro di coordinamento
di tutto l’ufficio, rendeva arduo il compito. La situazione si risolse con l’arrivo in Curia di Fr. Dario Pili (Sardegna,
Italia) che si dedicò a tempo pieno a Fraternitas arricchendolo con l’impaginazione grafica.
La lingua utilizzata era il latino, per la correzione dei testi e lo stile collaborava Fr. Hermes Peters (S. Maria
Mediatrice, Belgio) ed occasionalmente Fr. Ignacio Omaechevarría (Cantabria, Spagna) e Fr. Desiderio Kalverkamp
(Immacolata Concezione, Brasile).
A Fraternitas va riconosciuto di essere il primo tra i frutti del Capitolo generale del 1967. È stato fortemente
voluto dal Ministro generale Koser con l’intenzione di fa sciluppare i legami della Fraternità all’interno dell’Ordine,
nel rispetto della libertà e delle differenze con cui Dio ha creato ogni uomo.
Piccole/Grandi notizie
• La grazia delle Origini è il titolo della lettera di indizione dell’ottavo centenario di fondazione dell’Ordine
dei Frati Minori. Nella lettera oltre alla presentazione del Ministro troviamo il Progetto, l’Iter celebrativo e
l’indicazione di alcune attività preparatorie del Centenario. Il documento è stato inviato alle Curie provinciali per la
distribuzione alle Fraternità dell’Ordine.
• Nel Tempo Forte di dicembre 2004 il Definitorio generale ha definito la composizione del Comitato esecutivo
per l’Evangelizzazione e Missione di cui fanno già parte F. Nestor Schwerz e Fr. Vincenzo Brocanelli (Segretariato
generale Evangelizzazione e Missione). A loro si aggiungono: Fr. Carlos Santos (Asia), Fr. Raphael Sghiet e Marcel
Tshikez (Africa), Fr. Stefano Ottenbreit e Nikola Vukoja (Europa), Max Hottle (USA), Emilio Eslayola (America
Latina).
• Fr. Giovan Giuseppe Califano (S. Francesco di Assisi, Italia) è stato nominato Vice-Postulatore generale.
• Fr. Stefano Siarkiewicz (S. Edvige, Polonia) è stato destinato a Grottaferrata come aiuto per l’Economato e
36 - Notiziario
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
per l’Ufficio di Spedizioni.
• Fr. Andrzej Kulba, (S. Edvige, Polonia) è destinato provvisoriamente alla Fraternità del Collegio S. Antonio
(Roma) come aiuto per la Sagrestia.
• Fr. Simão Laginski (Immacolata Concezione, Brasile), Guardiano della Fraternità “Notre Dame de Nations”
(Bruxelles, Belgio).
• Il 13 ottobre 2004, l’Università S. Bonaventura di Medellin ha ottenuto dal Ministero dell’Educazione,
l’accreditamento di alta qualità della Facoltà di Psicologia. Il Programma di studi della Facoltà è stato riconosciuto
il più valido nell’ambito del Dipartimento di Antioquia e l’ottavo in tutta la Colombia. Per raggiungere tale l’obiettivo,
l’Università francescana ha lavorato per un trienno non solo nel miglioramento della qualità accademica, ma anche
nell’attenzione alla progettazione di servizi a favore della comunità locale, regionale e nazionale. Questa istituzione
accademica, nel corso di 33 anni di esistenza, ha formato più di 2800 psicologi.
• Il 13 gennaio 2005 il Definitorio generale ha eletto Fr. Mario Favretto, OFM, Definitore per la COMPI in
sostituzione di Fr. Francesco Bravi, recentemente eletto Vicario generale dell’Ordine. Fr Mario della Provincia di
S. Antonio di Padova (Venezia, Italia), è nato a Lorenzaga (Treviso, Italia) il 1 dicembre 1954, figlio di Erminio e
Giulia Tubiana, è entrato nell’Ordine nel 1974. Ha emesso la Professione solenne il 5 ottobre 1980 ed è stato
ordinato sacerdote il 19 giugno 1982. Ministro provinciale della provincia Veneta per il sessennio 1998-2004,
attualmente è Visitatore generale della Provincia Serafica di S. Francesco (S. Maria degli Angeli, Italia). Con
l’elezione del Definitore per la Conferenza italiana, il Governo dell’Ordine dei Frati minori, guidato dal Ministro
generale Fr. José Rodríguez Carballo, ritorna al suo “plenum” originario di 9 Definitori.
• Fr. Luis Cabrera, Definitore generale, è il nuovo Direttore dell’Ufficio di Giustizia, Pace e Integrità del
Creato in sostituzione di Fr. Rodrigo Peret che è rientrato in Brasile a fine gennaio.
• Il Definitorio generale ha approvato l’istituzione delle nuova Conferenza Transalpina Francescana, COTAF,
che comprende le Province e Custodie appartenute alla Conferenza Franco-Belga (Copef) e alla Conferenza
centroeuropea (Mefra). Ha inoltre eretto la COMPI che comprende le Conferenze del Ministri provinciali di Italia
e Albania.
• Il 29 ottobre 2005 è la data di Apertura ufficiale della I tappa dell’VIII Centenario dell’Ordine. La celebrazione,
a cui sarà presente il Definitorio generale, si terrà ad Assisi in coincidenza con il Congresso Internazionale dei
Maestri dei novizi. Ogni Provincia celebrerà questo momento, nel suo territorio, secondo le indicazioni del documento
“La grazia delle origini”.
• Si svolgerà a S. Maria degli Angeli, dal 20 al 26 febbraio 2005, presso la Casa di accoglienza “Le Stuoie” un
corso di Esercizi Spirituali sul tema “Il saluto di pace rivelato a Francesco” aperto a Frati e laici. Guida del corso
Fr. GianMaria Polidoro, OFM della Provincia di Assisi che dal 1982 si occupa della pace, nel 1984 si recò dal
Presidente USA Reagan e al Kremlino per proporre una via di dialogo come superamento della guerra fredda. Nel
1997 ha fondato “Assisi Pax International”, una associazione che opera nella prospettiva di Pace, superando il
concetto di non-guerra e teorizzando una “civilizzazione di Pace” frutto di una visione positiva della realtà da
realizzare nell’ascolto, nell’incontro, nel dialogo e nella collaborazione. Le iscrizioni al corso si chiuderanno il 30
gennaio 2005. Per ulteriori informazioni, rivolgersi a
Fr. Massimo Lelli Tel. +39.075.8044608, Fax +39.075.8044256, eMail: [email protected] sito http://
www.lestuoie.it
Nuovo Visitatore generale
• Fr. Paul Miki Murakami (Prov. SS. Martiri del Giappone) Visitatore assistente per i Frati della Prov. del
SS.mo Nome di New York (USA) presenti in Giappone.
Agenda del Ministro generale
• 26 gennaio - 1 febbraio - Capitolo spirituale “Giovanni da Montecorvino” ad Assisi e incontro con i Frati
della Fondazione S. Francesco in Russia-Kazakistan a LaVerna (Italia).
• dal 2 al 5 febbraio - Visita alla Custodia dei Caraibi (Santo Domingo)
• dal 10 al 12 febbraio - Visita alla Provincia Picena di S. Giacomo delle Marche (Italia)
• dal 20 febbraio al 2 marzo – Visita alle Province S. Vangelo e SS. Francesco e Santiago (Jalisco) (Messico)
FRATERNITAS - OFM - Roma
Direttore responsabile Gino Concetti - Redattore : Gianfranco Pinto Ostuni
Internet: http://www.ofm.org/fraternitas. Email: [email protected]
Frati Minori dell’Emilia-Romagna
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