la prima volta che arrivai a berlino, in autobus lungo

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la prima volta che arrivai a berlino, in autobus lungo
Perpetuum Mobile
La prima volta che arrivai a Berlino, in autobus lungo la strada che porta
dall’aeroporto alla stazione dello zoo, provai un’ inaspettata sensazione: mi
sembrava un ritorno a casa, come se quei luoghi, fino a quel momento a me
sconosciuti, fossero familiari e mi accompagnassero da chissà quanto tempo. Era
un’emozione che saliva dal profondo e mi regalava una inspiegabile e bellissima
commozione.
Per questo, quando si sviluppò il progetto di lavorare a una mostra sulla città, fui
molto felice. Volevo realizzare una specie di guida interiore ad alcuni luoghi di
Berlino - città in continua trasformazione, in moto perpetuo, appunto- ma tutto
questo è stato possibile solo grazie alle esplorazioni che aveva già compiuto Paola.
Le sue fotografie sono state decisive e se sono riuscito a tradurle nei miei disegni e
nei miei dipinti è perché ha uno sguardo molto simile al mio e soprattutto perché
negli anni lei è diventata una vera berlinese.
Quando viaggio, oltre alla mappa normale, ho sempre con me una mappa mentale,
corrispondente all’incirca all’Europa del II secolo dopo Cristo. Berlino a quei tempi
non era stata ancora fondata e la zona in cui sarebbe sorta era in pieno territorio
barbaro. Uno dei miei libri preferiti, “I Pensieri” di Marco Aurelio, fu scritto durante
una delle numerose campagne militari Romane nel territorio dei Quadi, antica
popolazione Germanica. Uno degli insegnamenti dell’imperatore stoico è di seguire
il proprio principio direttivo. Il mio principio direttivo è la pittura e seguirlo, secondo
gli insegnamenti dell’imperatore filosofo, mi ha rimesso in viaggio, oltre le terre dei
Quadi, di nuovo verso Berlino, un nuovo ritorno a casa.
Mi ha condotto qui e i miei disegni e i miei dipinti sono l’omaggio a questa città che
porto dentro da sempre.
Andrea Chiesi, maggio 2011, dal catalogo Perpetuum Mobile, X-Lab, Berlino.