Cura veloce contro l`epatite C firmata da pugliesi e lucani

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Cura veloce contro l`epatite C firmata da pugliesi e lucani
C RO NAC H E I TA L I A N E
TERRORISMO / Pietro Mancini
Giovedì 23 Giugno 2005
SALUTE / Fondamentale il ruolo della dott.ssa Mangia e del dr.Andriulli
Preso in Brasile Cura veloce contro l’epatite C
latitante
firmata da pugliesi e lucani
di «Autonomia» Funziona in tre mesi su molti pazienti: tempi dimezzati
RIO DE JANEIRO - Arresto con richiesta italiana di estradizione
per Pietro Mancini, fermato ieri a Rio de Janeiro. La polizia federale brasiliana ha messo le manette all’ex di Autonomia Operaia, condannato in Italia ad oltre 20 anni di reclusione per vari
reati commessi negli anni Settanta.
Mancini, 56 anni, fuggito alla fine degli anni Settanta in Brasile, è stato arrestato su ordine di cattura della Corte d’Appello di
Milano. L’arresto è avvenuto nel suo studio di produzione video
di Rio a 9 anni dalla condanna definitiva per rapina a mano armata, partecipazione a gruppo sovversivo e a banda armata, e
per l’omicidio del vicebrigadiere Antonino Custra a Milano.
Mancini fa parte del gruppo di ricercati italiani in Brasile per
vari fatti risalenti agli anni di piombo, come Achille Lollo, Luciano Pessina e Pasquale Valitutti.
Nel quartiere carioca di Botafogo ha una casa produttrice di video e filmati cinematografici e pubblicitari molto conosciuta in
Brasile dove si è naturalizzato, dove si è risposato con un’italiana
e dove è nata la figlia di questo secondo matrimonio, ora 21enne.
In una conferenza stampa nella sede della polizia federale di
Rio, Mancini ha detto di non avere mai partecipato ad azioni violente e ha corretto la sua presentazione fatta da un commissario
brasiliano secondo il quale sarebbe appartenuto alle Brigate Rosse. Ha poi ricordato il suo passato di intellettuale, sociologo e sindacalista metallurgico. Subito dopo è stato trasferito nel penitenziario Arì Franco alla periferia nord di Rio.
Nato ad Ascoli Piceno nel 1948, Mancini è stato sindacalista della Cisl prima di diventare braccio destro di Toni Negri a Milano.
Per Autonomia Operaia avrebbe partecipato a varie rapine nella
zona fra Milano e Cremona. In Italia ha tre figli da un primo matrimonio.
La sua estradizione da parte della autorità brasiliane, se concessa, dovrebbe avere un iter di 7-8 mesi. È possibile che il trasferimento in Italia possa avvenire perché i reati imputati sono anteriori alla sua richiesta di cittadinanza.
Intellettuali di sinistra brasiliani hanno già chiesto un incontro col ministro della giustizia del governo di Lula, Marcio Thomas Bastos, contro la possibile estradizione di Mancini.
CAMORRA / Preso super-boss
NAPOLI - E’ considerato uno
degli esponenti di primo piano
degli Scissionisti, la cosca protagonista della faida contro il
clan Di Lauro alla quale sono
attribuiti decine di omicidi.
Giacomo Migliaccio, 46 anni, è
stato catturato dai carabinieri
in una villa a Villarica, comune a nord di Napoli (Napoli). I
militari hanno fatto irruzione
nella villa dove hanno sorpreso anche il proprietario, Salvatore Balzano, un commerciante incensurato di prodotti caseari, ed il figlio ventenne di
quest’ultimo, Luigi, entrambi
arrestati per favoreggiamento.
Migliaccio era latitante dal 7
dicembre scorso quando
scattò il blitz di carabinieri e
polizia contro le organizzazioni coinvolte nella faida. Il pm
della Dda di Napoli Giovanni
Corona ha emesso nei suoi
confronti un nuovo provvedimento di fermo in sostituzione
di quello emesso a dicembre,
quando il pregiudicato si era
reso irreperibile. Il boss è accusato di associazione camorristica finalizzata agli omicidi,
allo spaccio di droga, e alla detenzione illegale di armi.
ROMA - Ricerca di Puglia e
Basilicata all’attenzione del
mondo scientifico e clinico
mondiale per originalità, efficacia, utilità dei risultati, conferma della collegialità della
metodica. L’epatite C, nelle
sue varianti più diffuse (2 e 3)
non è più invincibile. E - hanno dimostrato i ricercatori e
clinici di casa nostra - la si
può domare in soli 3 mesi di
terapia (una iniezione settimanale di interferone peghilato-alfa 2b e compressa quotidiana di ribavirina) invece
che in 6 o più mesi. Oggi, con
enorme evidenza, il lavoro
scientifico è pubblicato sulla
prestigiosa rivista «New England Journal of Medicine».
I RICERCATORI - I 15 studiosi italiani coinvolti nello
studio lavorano in 12 Centri.
Capofila dell’idea e della realizzazione della sperimentazione, l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, a coronamento, tra l’altro, di un’avviata
collaborazione con altri studiosi e clinici che ha dato vita,
sin dal 1995 al «Gruppo Appulo-lucano Liver», che si interessa prevalentemente, cioè,
di patologia del fegato.
La dr. Alessandra Mangia
(nata a Galatina nel 1958, laureata alla Cattolica di Roma e,
dal 1986, a San Giovanni Rotondo, ospedale), aiuto divisione di gastroenterologia e
responsabile del laboratorio
di ricerca della specialità dell’ospedale istituto di ricovero
e cura a carattere scientifico
di San Giovanni Rotondo ha
coordinato lo studio, oltre ad
aver ideato la metodica innovativa.
Il prof.Angelo Andriulli (nato nel 1950 a Montescaglioso,
studi a Torino alla scuola del
prof. Rizzetto, dal 1990 primario del dipartimento di gastroenterologia) ha condiviso
e orientato, con la dr. Mangia,
ideazione e gestione dello studio.
Alessandra Mangia
Angelo Andriulli
Inoltre i dr. Rosanna Santoro, Fulvio Spirito (S. Giovanni Rotondo), dr. Nicola Minerva (ospedale, Canosa), dr. Vito
Carrella (ospedale, Venosa),
dr. Francesco Vinelli e prof.
Gaetano Scotto (ospedale,
Foggia), dr. Donato Bacca (ospedale, Casarano), dr. Mauro
Annese (ospedale, Policoro),
Fernando Sogari (ospedale,
Taranto), prof. Marcello Persico (università, Napoli), prof.
Giovani Luciano Ricci, Mario
Romano, Franco Zecchini
(Roma).
LA RICERCA - «Siamo partiti - ha detto la dr. Mancia dalla osservazione che i alcuni pazienti con epatite C cronica, costretti ad interrompere precocemente, a causa dei
pesanti effetti collaterali, la
classica terapia, riuscivano
ad ottenere ugualmente la
scomparsa del virus. Siamo,
quindi, passati alla verifica
sperimentale, estendendo la
ricerca ad altri pazienti che
facevano capo al nostro Gruppo (12 Centri). Abbiamo regi-
strato - prosegue la dr. Mancia
- la "guarigione" della malattia dopo soli tre mesi di terapia, invece dei canoniche 24
settimane».
«Si tratta - ha detto il prof.
Andriulli - dei ceppi di virus
con genotipo 2 e 3 che rappresentano il 50-60 per cento delle
epatiti croniche. Nel 90 per
cento di questi pazienti, se
trattati, per soli tre mesi, con
interferone peghilato alfa-2b e
ribavirina, scompare il virus
dal loro sangue.
Un anno e mezzo di sperimentazione conferma questo
risultato». Nel 10% dei casi favorevoli si può avere una recidiva che, però, recede, proseguendo la terapia. L’efficacia
di quest’ultima nei singoli, si
registra già dopo il primo mese di cura (4 iniezioni: 1 per
settimana) con il riscontro
della eliminazione dei virus».
I VANTAGGI - «La terapia
con interferone è particolarmente impegnativa e - ha detto la dr.Mancia - provoca effetti tossici che si traducono in a-
stenia, depressione (che può
sfociare, sia pur raramente,
nel suicidio) o irritabilità, insonnia, reazioni cutanee, ecc).
Difficili una qualità di vita e
di lavoro accettabili. Dimezzare (o ridurre ancor più) la durata del trattamento concreta
un vantaggio personale e familiare oltre che lavorativo».
I COSTI - Al di là della sofferenza, l’impegno economico è
notevole. Il costo della terapia,
per le classiche 24 settimane,
è di circa 10.000 euro cui vanno aggiunti i costi indiretti
(assistenza, assenze dal lavoro, altri farmaci contro gli effetti collaterali, ecc) che, tra
l’altro, si esacerbano nel tempo. «La riduzione della somministrazione di terapia comporta anche - ha sottolineato
anche il prof.Livio Garattini un vantaggio economico di
non poco conto».
«Questa ricerca - ha detto il
prof. Bruno Dallapiccola, direttore scientifico - conferma
la grande valenza del nostro Istituto creato nel Sud e che vive la propria meravigliosa
realtà confidando nelle proprie forze. Si sfata un luogo
comune che le grandi ricerche hanno bisogno di grandi
strutture. Si conferma che la
differenza la fanno le persone
e l’organizzazione».
LA MALATTIA - E’ un’infezione causata da virus che si
trasmette via sangue (raramente per via sesso) e che colpisce 5 su 100 pugliesi e 12 su
100 lucani (con picchi anche
del 16%). Purtroppo la metà
dei malati ne è all’oscuro e
questo rappresenta un ulteriore rischio per sé e fonte di
contagio per altri. Le probabilità di evoluzione verso la cirrosi sono fra il 10 ed il 15 per
cento a 30 anni dall’infezione
e di passaggio allo scompenso
ed allo sviluppo di cancro del
fegato nel 5-10 per cento dei
casi, per anno.
Nicola Simonetti
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BARI / L’intelligenza artificiale
Un palmare
come guida
per i musei
BARI - Le guide satellitari sono molto diffuse e servono a
trovare la strada per raggiungere una città. Ma adesso un’altra invenzione va incontro ai
gusti del grande pubblico e offre una soluzione fortemente
innovativa: un computer palmare, che in base agli interessi
del turista, offre itinerari personalizzati per una vacanza ottimale. Vi interessa l’arte e la
buona cucina e scegliete una
certa regione europea? Bene, il
computer vi indicherà le cose
più interessanti da visitare in
quella regione, dove pranzare e
magari anche
dove fare acquisti (e in
modo preciso:
vi interessano i mercatini delle pulci
oppure
i
grandi magazzini?).
Questa invenzione, la
guida turistica intelligente, è stata
messa a punto nell’Università di Bari, nel Dipartimento di Informatica. Un’invenzione importante «che rappresenta i vari campi di applicazione dell’intelligenza artificiale, presente nella vita di tutti i giorni ma che richiede analisi ricerca e sforzi importanti», ha detto Floriana Esposito,
direttrice del Dipartimento di
Informatica dell’università di
Bari, che fa in questi giorni gli
onori di casa nel suo dipartimento che ospita la conferenza
internazionale sulle applicazioni dell’Intelligenza artificiale, che si chiuderà domani.
La guida turistica intelligente su palmare dovrà ora essere
commercializzata, e si pensa alla realizzazione di uno spin off
(società che commercializza
l’invenzione dell’Università).
Ormai si convive con l’intelli-
genza artificiale e gli esiti di
questa conferenza lo dimostra.
Uno dei filoni di maggiore applicazione riguarda il tentativo
di insegnare ai robot a pensare
e a imparare. Il ventaglio di
possibilità varia dai robot coscienti di ciò che fanno, quindi
non solo esecutori di processi
rigidamente preordinati, a
macchine capaci di interpretare testi e linguaggio naturale, a
macchine che analizzano grandi quantità di dati alla ricerca
di leggi e realtà costanti.
Ancora: ci sono anche macchine per la simulazione qualitativa del traffico (solo prototipi): se ci
sono lavori in
corso in un
certo periodo
dell’anno o
c’è un incidente stradale, fatti prevedibili o imprevendibili,
l’utente è in
grado di conoscerli in tempo utile per evitare code,
ingorghi, problemi.
Ma altre possibilità sono emerse nel corso della conferenza, per esempio nell’analisi dell’immagine. Non basta che sia
interpretata in maniera tradizionale, si studia perché la
macchina possa interpretare
l’immagine, che sappia dire se
una chiesa è romanica o gotica
e così via. «Il nostro modello è
l’uomo - ha detto Esposito - non
è facile realizzare modelli basati sull’intelligenza umana e per
questo usiamo il termine "emulazione dell’Uomo" e non simulazione. I settori di applicazione sono infiniti».
Di certo, da anni i robot disputano tornei di calcio chiamati Robocup. Potranno essere
sostituiti anche i calciatori?
Manlio Triggiani