focuscuola - Boggio Lera

Transcript

focuscuola - Boggio Lera
FOCUSCUOLA
N° 1 - 2014
Indice
Presentazione
p.4
Spettrometria X
p.5
A colloquio con la ricercatrice
Emilia Vasanelli
p.6
Ricerca in ambito archeologico
p.7
Vulcanologia
p.8
Sismologia
p.9
Petrologia
p.10
2
Indice
La sperimentazione sugli animali
p.11
Il Sole: la stella che ci illumina
p.12
La fauna del territorio siciliano
p.13
La flora del territorio siciliano
p.14
Archeologia greca
Intervista Professoressa De Luca
La ricerca scientifica
p.15a18
p.19
p.20a22
3
Presentazione
Salve a Tutti, siamo i ragazzi della 1°B indirizzo scienze applicate del liceo Statale “Enrico Boggio Lera”
di Catania, anno 2013-14. Quest’anno abbiamo deciso di intraprendere l’esperienza di creare un progetto,
chiamato FocuScuola.
Anfiteatro romano di Catania
A questo progetto ha partecipato l’intera classe, dividendoci i compiti assegnati e aiutandoci a vicenda.
Ognuno di noi ha lavorato con massimo impegno e determinazione.
Abbiamo cercato di dare in questo progetto le nostre migliori energie e, adesso che il nostro lavoro si è
concluso nel migliore dei modi, siamo entusiasti del risultato ottenuto.
Il coordinatore Alessio D’Augusta ha supervisionato e aiutato tutta la classe, con la massima serietà e determinazione, nel realizzare quello che riteniamo possa essere un ottimo progetto.
I Layout sono stati realizzati da Aldo Mosto e Giuseppe Fazio, i quali hanno fatto un ottimo lavoro mettendo a frutto le loro idee per ottenere un’ottima impaginazione.
I Web Master, Ottavio D’Agati e Andrea Assaro, sono stati bravissimi, anche se non è stato molto facile
mettere FocuScuola sul blog, data la poca esperienza; ma alla fine ci sono riusciti, e hanno realizzato un’ottima
versione del sito web.
Gli articolisti, tutti noi, sono stati altrettanto molto attivi nella redazione degli articoli curati da loro stessi.
Tutto questo è stato realizzato sotto la supervisione del Prof. Angelo Rapisarda e del prof. Alfredo Motta,
che hanno ricoperto l’incarico di istruttori e facilitatori.
4
Alessio D’Augusta e
Giulia Clarinetto
Spettrometria X
Esiste un’importante fase di studio di una determinata problematica scientifica. Poi devono nascere le
idee, quelle originali, che nessuno (o quasi) ha mai avuto.
Lui ama stare in laboratorio. A volte però vi sono incombenze amministrative da adempiere ed il tempo
che può dedicare all’attività sperimentale è ridotto. In questo momento si sta occupando di realizzare nuovi
sistemi di microanalisi e di imaging X per le applicazioni nel settore dei Beni Culturali. Gli strumenti che
utilizza sono specificatamente ideati e sviluppati dal suo gruppo di lavoro. Lui fa parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Oggi direbbe che i fondi per la ricerca sono quasi sufficienti. Fortunatamente, il suo
gruppo, grazie a risorse esterne riesce ancora a lavorare.
Molti altri gruppi sono completamente senza fondi. Si è laureato in Fisica (indirizzo Nucleare) ed ha
ottenuto un Dottorato di Ricerca in Fisica. Al profilo di ricercatore, che attualmente ricopre, si accede tramite concorso pubblico. Tutti i progetti che sono stati pensati e coordinati da lui rivestono nella sua attività
un ruolo speciale perché rappresentano i differenti momenti della sua crescita professionale. Ciò che l’ha
spinto a diventare Fisico è stata la curiosità. Lui attualmente svolge i suoi lavori in gruppo. Al contrario delle
ricerca fondamentale, quella applicata ha riscontri immediati in numerose applicazioni multi-disciplinari sia
in settori scientifici che industriali.
I Beni Culturali dei quali si occupa sono materiali interessanti e complessi e la loro analisi risulta spesso
molto incentivante.
Lavorare in questo settore gli ha permesso di realizzare due desideri giovanili, quello di essere Fisico ed
anche un po’ Archeologo.
Nella sua carriera è stato guidato da un buon maestro di scienza e di vita.
Ha iniziato ad amare la Fisica durante il suo percorso al liceo Scientifico.
A lui piace tutto del suo lavoro; l’autonomia e la possibilità di coltivare i propri interessi scientifici rappresentano gli aspetti migliori. Non ha un sogno preciso nel cassetto, però può dire che ogni scienziato ha le
proprie ambizioni (e le proprie manie).
Ciò che spera per il futuro è di avere la possibilità di trasferire le sue conoscenze e la passione per il suo
lavoro a tanti giovani.
Salvatore Catania e
Jacopo Mirabella
5
A colloquio con la ricercatrice
Emilia Vasanelli
Per iniziare una ricerca scientifica si parte con un attento studio dello stato dell'arte sull'argomento attraverso riviste scientifiche del settore.
Si prosegue poi con una attività sperimentale mirata e all'interpretazione dei risultati ottenuti.
A conclusione della ricerca segue la scrittura di una pubblicazione sui risultati ottenuti cercando di seguire
tutte le fasi descritte nel punto precedente.
Nella parte sperimentale solitamente cerca di farsi aiutare, spesso da tesisti.
Si sta occupando di studiare delle metodologie di prova non distruttive per determinare la resistenza a
compressione di conci in pietra leccese utilizzati nelle murature del territorio salentino (Puglia).. Come strumenti utilizza delle attrezzature presenti in laboratorio quali, ad esempio, pressa meccanica, apparecchiature
per misure ad ultrasuoni, sclerometro, etc.
Lei lavora per l'IBAM CNR sede di Lecce e collabora per la sua ricerca all'Università del-Salento.Dopo la
maturità scientifica si è iscritta alla facoltà di Ingegneria della suddetta Università e si è laureata in Ingegneria
dei materiali. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Ingegneria dei materiali e delle strutture.
Adesso è ricercatrice a tempo determinato presso l'IBAM.
Il lavoro più importante per cui lei ha lavorato è stato il progetto Hightech "reti di laboratori pubblici di
ricerca" che mirano a costituire una rete di laboratori multidisciplinari che collaborano sul tema della diagnostica delle strutture e dei relativi interventi di ripristino.
Lei è diventata ricercatrice per la passione verso lo studio, per la curiosità e per la soddisfazione che si può
provare nel risolvere i problemi.
Quasi sempre lavora in gruppo anche se la parte di studio è perlopiù individuale.Lei non ha scelto di occuparsi di questo, ma quando le è capitato di doversi occupare di questi argomenti si è entusiasmata .
Per ora la ricercatrice si sta occupando di PROMETEOS progetto in cui cerca di mettere a punto metodi
diagnostici non distruttivi e studiare tecniche innovative per il recupero delle strutture storiche.Anche i suoi
genitori sono appassionati ricercatori.
6
Salvatore Catania e
Jacopo Mirabella
Ricerca in ambito archeologico
La ricerca archeologica può essere rivolta allo studio di diversi aspetti del mondo antico: cultura materiale, storia di un sito, iconografia, aspetto storico-artistico.
Lo strumento peculiare dell’archeologia è lo scavo, condotto, in genere, con esperti di altre discipline.
Indagini geognostiche non invasive (ad esempio tramite georadar) possono essere preventivamente condotte da geologi sul sito da scavare; i materiali rinvenuti, oltre che dall’archeologo, possono essere studiati
da chimici e fisici (ad esempio per stabilire la natura dei pigmenti usati per decorare i vasi); antropologi fisici
possono studiare i resti umani per stabilire l’età di morte, malattie e anche tipo di alimentazione di una determinata popolazione.
Un’indagine di tipo iconografico, ad esempio sulle rappresentazioni di commedie sui vasi del IV secolo
a.C., può essere svolta normalmente in biblioteca, basandosi sul materiale già pubblicato da altri archeologi e
proveniente da scavi o raccolte.
Si occupa della parte archeologica (direzione dello scavo, studio dei materiali, indagini di superficie, ricerca bibliografica) che spesso è integrata dalla collaborazione con esperti di altre discipline.
Si sta occupando dello studio della collezione del Museo di Archeologia dell’Università di Catania e della
redazione di una carta archeologica di un sito dell’Ennese.
Utilizzo strumenti di tipo tradizionale: indagini sul campo, ricerca di archivio, bibliografica, che possono
essere integrate dal contributo di altre discipline.
Consiglio Nazionale delle Ricerche. Maturità, diploma di laurea in Lettere Classiche, specializzazione in
archeologia.
Considera importanti le ricerche a Creta nell’ambito dello studio della nascita della polis (città) nel mondo greco.
E’ uno dei possibili sbocchi per chi vuole fare l’archeologo. A volte lavora da solo e più spesso in gruppo.
Era quello che lo appassionava maggiormente perché gli interessano le fasi di transizione e cambiamento,
quale l’età del Ferro in entrambe le isole.
All’archeologia si è appassionato sin dall’età di dieci anni e si è reso conto che sarebbe stato il suo lavoro
solo dopo che ha vinto il concorso per ricercatore.
Salvatore Catania e
Jacopo Mirabella
7
Vulcanologia
Il Dott. Cannata Andrea, ricercatore dell’INGV, si occupa del monitoraggio dell’Etna, lavora per l’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Catania, che ha sede in Piazza Roma.
Si occupa attualmente di sismologia vulcanica, lo studio dei segnali sismici e acustici che vengono registrati nelle aree vulcaniche, che sono provocati dal movimento del magma nei vulcani.
I terremoti più forti che sono stati registrati sono quelli di Messina nel 1908 e quello di Val di Noto nel
1693. Questi sono stati certamente tra i più forti anche a livello nazionale.
tracciati sismisci
sismografo
Per registrare i segnali sismici utilizzano delle stazioni sismiche che si trovano principalmente sul vulcano.
Ci sono anche delle telecamere che monitorano l’area vulcanica, ed altri tipi di strumenti quali microfoni. Il
costo di una ricerca scientifica, nel suo caso, poiché si occupa di segnali sismici, si calcola: il costo del suo
stipendio, l’attrezzatura che adopera per registrare i segnali sismici e la manutenzione della rete sismica.
In effetti, il costo non è poco per un’attività del genere, però, c’è da considerare che non è una ricerca fine
a se stessa ma ha a che fare con il monitoraggio che è, effettivamente, un’attività importante.
Il Dott. Cannata è in contatto con ricercatori esteri, anche perché la ricerca scientifica non si può svolgere
in un posto solo, disinteressandosi magari di quello che fanno gli altri.
È necessario interagire con delle persone che si trovano all’estero, con le quali potere scambiare opinioni.
A fare questo mestiere l’ha spinto, sia il fatto che gli sono sempre piaciute le scienze della Terra, sia che
all’università gli è piaciuta molto questa materia.
Lui è un ricercatore a tempo determinato e di anno in anno gli dicono se può continuare a lavorare oppure
no, oppure gli dicono che non hanno più soldi… e quindi se ne dovrebbe andare.
Vorrebbe poter continuare a occuparsi di ricerca e sismologia mantenendo la sua occupazione, ma nel caso
dovesse andarsene, partirà all’estero.
8
Alfio Urzì
Sismologia
Il Dott. D’Amico Salvatore, ricercatore dell’INGV, si occupa di sismologia. Il suo lavoro consiste, soprattutto, nello studio dei terremoti e della loro forza sismica. Un terremoto può essere percepito anche in un territorio lontano a esso. Ciò dipende dall’energia sismica che ha un terremoto perché, se per esempio, è di grado
molto basso, sarà ugualmente registrato strumentalmente, tuttavia la popolazione non lo avvertirà. Se, invece,
un terremoto è molto forte come, ad esempio, quello del Giappone o quello di Sumatra allora sarà percepito in
varie aree attorno al territorio terremotato, addirittura a volte è stato registrato strumentalmente nell’emisfero
opposto. L’energia che si accumula sotto la crosta terrestre nel tempo determina delle fratturazioni. Quando la
crosta ci mette molto tempo a rompersi, allora i terremoti sono più forti, perché la quantità di energia è molto
più alta rispetto al normale. Un caso del genere è quello dell’Aquila, ad esempio. In questo sito i terremoti
non avvengono molto spesso, come accade sull’Etna. Avendo, quindi, questa zona d’Italia una crosta molto
dura, ed essendo difficile da rompersi, i terremoti sono molto violenti, come purtroppo recentemente abbiamo
potuto rilevare. Altri territori, come ad esempio: Sardegna, Liguria, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Lombardia, sono territori medio-bassa pericolosità sismica, in altre parole è meno probabile che possa accadere
nei prossimi anni un terremoto distruttivo. Quando un vulcano erutta, può creare a un terremoto. Ciò, dipende
da dove fuoriesce la lava; se essa trabocca dal cratere principale, allora, non applica nessuna forza. Se, invece,
esce da una “bocca laterale”, mette più forza e libera maggior energia per rompere la crosta terrestre e può dar
vita a piccoli terremoti. I terremoti possono avere varie intensità. Il terremoto più forte accaduto recentemente,
che riguarda il territorio dell’Etna, è quello di Santa Venerina nel 2002. In passato i forti terremoti accaduti in
Sicilia e Calabria Meridionale sono stati molti. Tra questi possiamo ricordare quello che ha interessato l’intera Sicilia orientale nel 1693, quello di Messina del 1908 e quello del Belice del 1968. Nel resto del mondo:
quello del Giappone nel 2011, di Haiti del 2010, dell’isola di Sumatra nel 2003 e molti altri. In giro per tutta la
Sicilia orientale, in particolare sull’Etna, sono stati installati dei sensori sismici, che tramite un sistema radio
trasmettono alla sala operativa dell’INGV di Catania un segnale che indica il movimento del terreno. Quindi,
quando avviene un terremoto le onde sismiche generate dal terremoto fanno registrare un segnale molto più
ampio. Quando i sensori ricevono l’onda sismica del terremoto, quelli più vicini la ricevono prima mentre
quelli relativamente distanti la ricevono in tempi diversi e questo ci permette di capire dove sono l’epicentro e l’ipocentro, in altre parole dove è accaduto il terremoto e a quale profondità. Presso la sala operativa
dell’INGV di Catania i sensori sono visualizzati in base a dei colori specifici: quelli rossi sono sulla sommità
dell’Etna, quelli gialli sono alla base dell’Etna, quelli azzurri sono propri delle Isole Eolie, quelli viola sono
nel Messinese ecc. E questo ci permette di capire da dove viene il terremoto e quanto è grande, perché più è
grande, il terremoto più ampio sarà il movimento del terreno.
Sala operativa
Alfio Urzì
9
Petrologia
La Dott.ssa Rosa Anna Corsaro, svolge attività di monitoraggio dei vulcani attivi siciliani (Etna e Stromboli) effettuando il servizio di reperibilità vulcanologica e partecipando ai turni H24 in sala operativa.
Inoltre, la sua attività di ricerca si svolge nell’ambito petrologico che è quel campo della geologia che si
occupa di studiare le caratteristiche petrografiche e composizionali del magma per capire la sua “storia”, sia
prima che sia eruttato che quando arriva in superficie alimentando un’eruzione effusiva o esplosiva. Lavora
per l’INGV che svolge anche servizio di consulenza scientifica per il dipartimento di protezione civile nazionale; qualche volta è stata contattata anche dalla Provincia Regionale di Catania soprattutto per problemi
relativi all’impatto delle ceneri vulcaniche sul territorio. Attualmente si occupa dello studio dei prodotti che
ha emesso il vulcano Etna recentemente.
Dagli inizi del 2011 il Cratere di Sud-Est, che è uno dei quattro crateri sommitali dell’Etna, ha dato vita
ad un’attività esplosiva con episodi parossistici (fontane di lava). Lavora anche su progetti di ricerca che
si occupano principalmente sullo studio delle rocce magmatiche. Gli strumenti più semplici che usa sono i
microscopi, in particolare lo stereomicroscopio a luce riflessa e il microscopio di petrografia a luce trasmessa. Utilizza molti strumenti costosi, come i microscopi che costano decine di migliaia di euro, ad esempio il
microscopio a luce trasmessa è stato acquistato qualche anno fa al prezzo di 15.000 euro e vengono a costare
tanto perché sono microscopi specializzati per lo studio petrografico. Gli strumenti ancora più sofisticati, ad
esempio gli spettrometri, vengono a costare diverse centinaia di migliaia di euro, ad esempio 200.000 euro. In
specifico ci ha parlato della lava e del magma. Il magma si raffredda immediatamente, ci mette qualche ora,
mentre, quando la colata lavica è spessa diversi metri il raffreddamento è più lento e, se le colate laviche si
accumulano per raffreddarsi, può impiegare anche dei mesi. Il magma può avere varie temperature, dipende
dal materiale di cui è costituito, perché ad esempio se analizziamo il magma dell’Etna, in superficie, misura
all’incirca 1.120°-1.140°C. Ma se analizzassimo un campione di magma ricco di silice, avrà delle temperature
generalmente più basse, intorno agli 1.000°C.
I suoi progetti futuri sono: innanzi tutto, vorrebbe continuare a lavorare sulle attività del cratere di sud-est,
cioè sulle fontane di lava che emette molto frequentemente, e questo sta cercando di farlo studiando i processi
che avvengono prima dell’eruzione, perché le modalità di svolgimento di un’eruzione sono condizionate dalla
storia che ha il magma prima di arrivare in superficie.
vari tipi di rocce
10
Alfio Urzì
La sperimentazione sugli animali
La Prof.ssa Carmela Parenti lavora presso l’Università degli Studi di Catania, ente pubblico che si suddividono in diversi dipartimenti.
Quello del quale fa parte la prof.ssa è “Scienze del farmaco”. A questo fanno capo i vari corsi di laurea:
1.Corso di laurea magistrale in Farmacia;
2. Corso di laurea magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche;
3. Corso di laurea in Scienze Farmaceutiche Applicate.
I primi due sono corsi magistrali della durata di 5 anni ciascuno e sono a ciclo unico. Mentre l’ultimo corso
è della durata di 3 anni, dopo un primo anno uguale per tutti lo studente può scegliere:
1. Curricula in Tossicologia dell’Ambiente e degli Alimenti;
2. Curricula in Scienze Erboristiche dei Prodotti Nutraceutici.
La prof.ssa Parenti ha deciso di fare la tesi sperimentale in farmacologia perché, alla fine del terzo anno, seguendo le interessanti lezioni di farmacologia della prof.ssa Scoto, direttore del dipartimento, allora sua insegnante, si è appassionata a questa materia. Fa parte del gruppo di Ricerca della Prof.ssa Scoto che attualmente
sta studiando le vie del dolore, la modulazione dello stimolo che induce il dolore, come questa informazione
viene trasportata al sistema nervoso centrale e come quest’ultimo elabora la risposta allo stimolo suddetto analizzando sostanze con ad attività analgesiche note e di nuova sintesi. Il gruppo di ricerca lavora in particolare
sul comportamento degli animali da esperimento. Sicuramente sarebbe utile avere una maggiore disponibilità
di denaro perché molte volte alcune idee non possono essere realizzate per mancanza di fondi.
Il gruppo di ricerca di cui la Professoressa Parenti fa parte si occupa anche di valutare i principi attivi
estratti dalle piante medicinali, in particolare il loro gruppo di ricerca si sta occupando degli effetti dei principi attivi presenti nell’ Harpagophytum procumbens, una pianta che ha un’attività antinfiammatoria, da tempo
utilizzata anche in medicina popolare per combattere patologie reumatiche. Non fanno clinica, ma ricerca di
basa. Grazie al lavoro, dei ricercatori come quello della prof.essa Parenti si riusciranno sempre di più a sconfiggere le malattie che in questo momento non ci sono mezzi per curarle ed è di buon auspicio fatto che si stia
puntando su sostanze naturali ricavate da piante.
Ingresso alle nuove aule della facoltà di
farmacia
Laboratori della facoltà di farmacia
Erica Zuccaro e Giulia Pafumi
11
Il Sole: la stella che ci illumina!
La professoressa Francesca Zuccarello è una professoressa associata all’università di Catania, ed è anche
associata all’ INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) ed all’ INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).
Svolge attività didattiche per il Corso di Laurea Magistrale in Fisica e per il Corso di Laurea Magistrale
in Matematica.
E’ Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Fisica.
Le sue ricerche riguardano, prevalentemente, argomenti di fisica solare: formazione ed evoluzione delle
macchie solari, processi a rapida evoluzione (brillamenti, eruzioni di filamenti, espulsioni di massa coronale), interazione del plasma solare con la magnetosfera terrestre. Secondo la professoressa l’astrofisica è una
scienza che prescinde da argomenti religiosi, etici o filosofici. L’opinione personale della professoressa, sulla
possibile presenza di una intelligenza ordinatrice dipende, quindi dal tipo di educazione, dell’ambiente in cui
è cresciuta e dalle esperienze personali.
Non ritiene quindi che sia di interesse per altri.
Lei ha sempre avuto una grande passione per la matematica, la fisica e l’astronomia.
Ed ha avuto anche la fortuna di poter compiere studi in questo settore e poi di poter fare ricerca. Per poter
fare ricerche è necessario avere a disposizione strumenti sempre più avanzati.
E’ necessario quindi avere a disposizione fondi (attualmente questi sono molto limitati).
Negli ultimi anni il numero di borse di studio e di dottorato è diminuito drasticamente e alcuni giovani
collaboratori, della professoressa, hanno dovuto orientarsi verso scelte diverse dalla ricerca.
Lei ritiene che lo studio del Sole sia importante per capire i fenomeni che avvengono nelle altre stelle ed
in generale in altri contesti astrofisici i cambiamenti maggiori riguardano le modalità di osservazione del Sole.
Nei primi anni delle sue ricerche utilizzava dati acquisiti da strumenti che permettevano di osservare il Sole
solo nella sua globalità.
Oggi abbiamo a disposizione telescopi con i quali si possono studiare i dettagli dei vari fenomeni solari. Si
sa anche che il Sole rimarrà nella fase attuale di grande stabilità (detta di sequenza Principale) ancora per altri
5 miliardi di anni. Esso ha una attività magnetica che segue un ciclo con un periodo medio di 11 anni.
Se parliamo di attività magnetica, e quindi dei fenomeni che osserviamo attualmente, non ci sono rischi
per la vita sulla Terra.
Fra 5 miliardi di anni, quando finirà la fase di Sequenza Principale, il Sole diventerà una gigante rossa e
le condizioni sulla Terra cambieranno drasticamente, tanto da mettere in pericolo la vita sul nostro pianeta.
Insieme a colleghi italiani ed europei sta lavorando ad un progetto che prevede la realizzazione di un telescopio solare con un diametro dello specchio principale di 4 metri (attualmente ne esistono con diametri di circa
1 metro).
Questo telescopio, denominato EST – European Solar Telescope, sarà costruito nelle Isole Canarie se saranno trovati i fondi necessari (circa 150 milioni di euro).
Da questo possiamo capire come la prof.ssa Zuccarello sia sempre più interessata e appassionata al suo
lavoro da proporre sempre nuove idee per migliorare il suo studio.
12
Erica Zuccaro e Giulia Pafumi
La fauna del territorio siciliano
La ricerca scientifica è un’attività che viene utilizzato per scrivere delle riviste, soprattutto di tipo scientifico. Per noi è stata molto utile per scrivere il seguente articolo. Abbiamo contattato alcuni ricercatori che ci
hanno parlato delle loro ricerche.
I ricercatori ci hanno parlato del metodo per effettuare una ricerca scientifica. Ci hanno detto che per scrivere un articolo bisogna eseguire alcuni punti quali:
• avere un tema da trattare;
• raggruppare tutte le conoscenze pregresse;
• porsi degli obiettivi considerando i materiali necessari;
• scrivere la relazione con i risultati e le conclusioni;
• pubblicare la relazione.
Uno dei ricercatori che ci è stato d’aiuto è il prof. Giancarlo Rappazzo. Egli ci ha spiegato le ricerche che
ha condotto, molte di queste riguardano la fauna del territorio siciliano.
Una delle sue ricerche riguarda gatto selvatico. Tale ricerca è stata condotta attraverso uno schema ben
preciso:
Tema:
Il tema trattato era, appunto, quello del “gatto selvatico”.
Conoscenze pregresse:
Il prof. non aveva informazioni precise riguardo al tema da trattare. Ma si è fatto aiutare da altri ricercatori
che stavano seguendo una ricerca simile alla sua.
Obiettivi:
Il prof. si è posto gli obiettivi di scoprire la vita, le abitudini del gatto, ma soprattutto verificare l’eventuale
rischio di estinzione.
Svolgimento della ricerca:
Il ricercatore ha svolto la ricerca insieme ad altri ricercatori, facendo escursioni, ricerche e foto riguardanti
l’argomento.
Analisi e conclusioni:
Alla fine il prof. ha scoperto che questa specie era fortemente a rischio estinzione, perché i gatti selvatici
sono prede di molti cacciatori, ma anche perché si può riprodurre con i gatti domestici e quindi i gatti non
saranno più di razza e si avranno dei gatti mezzi selvatici e mezzi domestici.
Un’altra relazione che ha condotto il ricercatore è quella sulla lucertola dell’isola Lachea, che ha confrontato con le lucertole di diversi posti. Alla fine ha tratto le conclusioni che tutte le lucertole, anche se distanti
tra loro, più o meno sono simili nell’aspetto tranne per il colore del corpo, che varia da una lucertola all’altra.
Daniele Russo
13
La flora del territorio siciliano
Per la realizzazione di questo articolo abbiamo intervistato un ricercatore, il prof. Giancarlo Rappazzo.
Egli ci ha illustrato le ricerche che ha condotto per quanto riguarda questo tema.
In Sicilia sono presenti differenti ecosistemi mediterranei, ciascuno caratterizzato da una propria vegetazione.
Nelle aree prossime ai litorali è presente l'Oleo-ceratonion, la formazione vegetale più caratteristica,
mentre nelle zone più aride lascia il posto alla gariga, alla prateria mediterranea o ad aree di macchia degradata come la macchia a cisto.
Gli incendi, il pascolo e la pressione antropica hanno notevolmente ridotto le aree di foresta mediterranea sempreverde e di foresta mediterranea decidua che un tempo ricoprivano l'intera isola, di cui persistono
tuttavia ampie aree sulle Madonie, sui Nebrodi e sull'Etna.
Nella zona del fiume Alcantara era presente in ampi boschi il Platanus orientalis, oggi ridotto a piccole
aree.
Tra le specie introdotte dall'uomo sono molto diffusi gli agrumi, gli ulivi, la vite, i noccioli e i mandorli.
Più in alto è costituita da formazioni di quercia caducifoglia, di rovere, di cerro, di roverella.
Oltre i 1200m, nella zona propriamente montana, sono presenti estese formazioni boschive a faggeta.
Il sottobosco rigoglioso presenta svariate specie di piante tra le quali vi sono l'agrifoglio, il pungitopo,
il biancospino di Sicilia, il tasso.
Discorso a parte merita l'Etna. Oltre i 2000 metri si incontrano il pino laricio, la betulla e il faggio ed
ancora più in basso anche castagno e ulivo.
Superati i 2400 metri la vegetazione è totalmente assente.
La flora siciliana è ricca di specie endemiche, cioè presenti solo sull'isola.
Alcune di esse sono ulteriormente circoscritte in aree molto ridotte come per esempio l'abete dei Nebrodi, presente solo nel Vallone di Madonna degli Angeli nelle Madonie, il limonio di Todaro, esclusivo del
Monte Passo del Lupo allo Zingaro, l'erba croce di Linosa, endemica della omonima isola.
Tra gli innumerevoli endemismi si possono citare l'astragalo siculo e l'astragalo dei Nebrodi, la ginestra
del Cupani, il lino delle fate siciliano, l'alisso dei Nebrodi, l'aglio dei Nebrodi, la viola dei Nebrodi, il giaggiolo siciliano.
14
Christia Tabita
Archeologia greca
La Grecia è stata una delle più grandi potenze dei tempi antichi e questo ci ha incuriosito. Così, abbiamo
deciso di intervistare un’archeologa greca, la prof.ssa Antonella Pautasso.
1) Come viene organizzata una ricerca archeologica?Una ricerca archeologica viene organizzata attraverso
uno studio preventivo del problema, cioè prima si
inquadra il problema e poi si organizza la ricerca. Se è una ricerca, ad esempio, basata sullo studio dei
materiali, si classificano e si studiano uno ad uno, si fa una scheda, si inquadrano dal punto di vista dello stile,
si datano e poi si fa un lavoro di sintesi, cioè si mettono tutte le informazioni insieme e si cerca di capire
cosa ci dicono questi materiali.
Ad esempio, se abbiamo delle statuette, e dobbiamo definire cos’è quest’insieme, bisogna prima fare una
scheda per studiarle una ad una, prendendo le misure e catalogando i minimi dettagli. Quando abbiamo finito
questo grande lavoro di catalogazione, si passa ad un successivo lavoro di sintesi.
2) Quali sono gli scavi più importanti eseguiti in Sicilia?
In passato, gli scavi più importanti sono stati quelli delle più grandi colonie, come: Agrigento, Gela e Siracusa. Ma, anche, centri indigeni come Polizzello, che è stato oggetto di uno scavo negli ultimi anni molto
importante, che ha portato alla luce strutture e reperti molto interessanti.
3) Come si individua un sito archeologico?
Ci sono diversi modi per individuare un sito archeologico. Ci sono siti già conosciuti, nel senso che sono
già stati segnalati da archeologi che hanno vissuto nei secoli precedenti, o che sono conosciuti dalle fonti antiche. Quindi, la ricerca continua. Oppure, può essere segnalato, ad esempio, attraverso la fotografia aerea o da
ricerche specifiche. Arrivati nella zona segnalata, possiamo utilizzare il radar o altre tecnologie particolarmente sviluppate negli ultimi decenni, che consentono di sondare a poca profondità dalla superficie del terreno, per
verificare se ci sono resti o no.
4) Come si capisce l’età dei reperti trovati durante uno scavo?
Ci sono molte tecniche. Ad esempio, i preistorici, coloro cioè che si dedicano all’ archeologia preistorica,
possono usare delle tecniche scientifiche specifiche. Invece, gli archeologi classici si basano soprattutto sullo
studio del reperto, cioè si ha una conoscenza molto vasta di tutta la produzione di oggetti in ceramica, oggetti
in bronzo di età greca e/o romana, quindi sulla base dello stile, dello studio dello stile, e anche del contesto,
cioè dell’associazione dei diversi reperti tra loro si da una datazione.
15
5) Come si fa a stabilire la storia (origine, sviluppo e scomparsa) del reperto trovato?
Noi conosciamo le produzioni di diverse città, per quanto riguarda le ceramiche. Per esempio, conosciamo
molto bene la produzione di città come Corinzio, Atene, e tutte le città della Grecia dell’Est. Quindi, quando
vediamo ceramiche di queste città, le riconosciamo subito, perché sono totalmente diverse dalle altre. Esistono poi dei casi in cui uno deve avere delle maggiori conoscenze, poiché ci sono delle produzioni meno conosciute. In tal caso, si approfondisce lo studio con confronti e consulenze di colleghi esperti in questo campo e
si cerca di attribuire gli oggetti alle proprie produzioni.
6) Quali sono gli strumenti utilizzati dagli archeologi per “scoprire” un nuovo sito?
I metodi sono vari e si differenziano a seconda del caso specifico. Alcuni esempi, possono essere la fotografia aerea, tecnica maggiormente utilizzata. Un’altra pratica molto utilizzata è il Survey, ovvero la cosiddetta
passeggiata, cioè un’indagine strutturata del territorio basata sul lavoro di chi, percorrendo a piedi vaste zone
di ricerca, si preoccupa di reperire reperti che poi verranno successivamente analizzati, catalogati e studiati
nel loro contesto territoriale . Come si vede, questa è’ una ricerca scientifica abbastanza definita e sulla base
di tutte le informazioni che queste persone reperiscono è possibile far progredire le nostre conoscenze relative
al passato.
7) I fondi a disposizione per l’archeologia greca sono sufficienti?
I fondi che ci vengono forniti sono fondamentalmente insufficienti. Negli ultimi anni abbiamo avuto tagli
ingenti che hanno non poco limitato la nostra ricerca. Si è cercato, pertanto, di reperire fondi all’estero interpellando fondazioni straniere o attraverso i programmi della Comunità europea. Lo Stato negli ultimi anni ha
prevalentemente finanziato la Ricerca Scientifica Applicata, quella che dà immediati utilizzi dal punto di vista
dello sfruttamento industriale e quindi economico, mentre La Ricerca di Base, senza la quale la prima non
esiste, è stata penalizzata. Per esempio, una ricerca di base, può essere la matematica come l’archeologia, cioè
una ricerca che sta alla base di tutti i futuri sviluppi è quella che ha subito più tagli in tutti i settori, perché
richiede anni di lavoro e non ha un immediato ritorno economico.
uali possono essere gli sbocchi professionali?
Ciò che conta di più è la laurea, poi la specializzazione che dura 3 anni e, infine, il dottorato che è un corso
di 3 anni a cui si accede tramite concorso e che consente di portare avanti una ricerca specifica. Si possono
avere anche:
1. Borse di studio e dottorati all’estero;
2. Concorsi negli enti preposti alla tutela e alla valorizzazione, come le Soprintendenze;
3. Concorsi nelle Università e negli Enti pubblici di ricerca.
16
9) Cosa pensa dello stato attuale dell’archeologia greca?
L’Italia ha delle forti potenzialità, abbiamo ottimi giovani che aspirano ad essere archeologi. La formazione è molto buona, ma, purtroppo, non ci sono sbocchi sufficienti. Infatti, molte persone, sono costrette ad
andare all’estero, benché l’Italia abbia un patrimonio ricchissimo per quanto riguarda l’archeologia greca
(molte colonie).
10) Per quali enti e istruzioni lavora?
Lavoro per il Consiglio Nazionale delle Ricerche, un ente che ha diversi istituti con tanti settori di ricerca,
fra cui gli istituti di medicina e vulcanologia.
11) Qual è stato il suo percorso formativo?
Mi sono laureata a Cagliari e poi ho vinto un concorso nazionale per la Scuola Archeologica di Atene,
l’unica istituzione che abbiamo all’estero per l’archeologia dove ho passato due anni, grazie ad una borsa di
studio. Appena sono tornata dalla Grecia ho fatto una specializzazione a Roma, presso la “Sapienza”. Ho vinto il dottorato presso l’Università “Federico II di Napoli” e l’ultimo anno ho vinto anche un contratto a tempo
determinato del CNR e successivamente, attraverso un concorso, sono entrata di ruolo.
12) Di cosa si occupa attualmente?
Attualmente i miei settori di ricerca sono due:
1. Uno scavo che abbiamo da tanti anni a Creta;
2. E lo studio della produzione di statuette di terracotta (coroplastica).
5. Si fa lo stesso lavoro con la seconda statuetta.
6. Le statuette che si creano sono sempre più piccole.
13) Dove e come sono state trovate queste statuette ?
Le statuette sono state trovate in piazza San Francesco. Alla fine degli anni ‘50 venne fatto uno scavo, per
motivi di ristrutturazione di un condotto fognario e nel corso dello scavo cominciarono ad affiorare resti, soprattutto reperti di età greca, tra cui ceramiche varie oltre a queste statuette. Fu chiamato allora il professore
Rizza che aprì una trincea e scavò, fino a recuperare questo deposito che pescò nell’acqua, in una zona dove
affiora in una falda acquifera. Di conseguenza i materiali erano immersi nel fango. I reperti erano circa 15.000
databili in età arcaica e classica; questo rappresenta il ritrovamento più importante della Catania Greca.
14) Perché ha deciso di studiare le statuette?
In passato ho già studiato statuette di altre provenienze, di conseguenza, essendo ormai specializzata in
questo settore, ho deciso di continuare.
15) Cosa comportano queste statuette?
Comportano lo studio delle immagini, ma anche delle produzioni e della tecnica e dello stile, cioè come
vengono prodotte queste statuette.
16) Come avviene la produzione delle statuette?
Ci sono varie tecniche per la produzione delle statuette:
1. Innanzitutto si parte dalla produzione di una statuetta molto grande;
2. Nel corso della, le dimensioni della statuetta diminuiscono, perché vengono realizzate con una matrice, cioè uno stampo cavo che ha l’immagine in negativo;
3. Nello stampo cavo viene inserita l’argilla;
4. La statuetta ricavata è sicuramente più piccola della prima;
5. Si fa lo stesso lavoro con la seconda statuetta.
6. Le statuette che si creano sono sempre più piccole.
17
14) Perché ha deciso di studiare le statuette?
In passato ho già studiato statuette di altre provenienze, di conseguenza, essendo ormai specializzata in
questo settore, ho deciso di continuare.
15) Cosa comportano queste statuette?
Comportano lo studio delle immagini, ma anche delle produzioni e della tecnica e dello stile, cioè come
vengono prodotte queste statuette.
16) Come avviene la produzione delle statuette?
Ci sono varie tecniche per la produzione delle statuette:
1. Innanzitutto si parte dalla produzione di una statuetta molto grande;
2. Nel corso della, le dimensioni della statuetta diminuiscono, perché vengono realizzate con una matrice, cioè uno stampo cavo che ha l’immagine in negativo;
3. Nello stampo cavo viene inserita l’argilla;
4. La statuetta ricavata è sicuramente più piccola della prima;
5. Si fa lo stesso lavoro con la seconda statuetta.
6. Le statuette che si creano sono sempre più piccole.
17) Il progetto più importante su cui ha lavorato?
Il progetto più importante su cui lavoro e su cui ho lavorato è la scavo di Creta, che è un sito archeologico
molto interessante e importante.
18) Il suo sogno nel cassetto?
Il mio più grande sogno è avere uno scavo tutto mio.
19) Da quanti anni è appassionata di archeologia greca?
Sono appassionata di archeologia greca da quando ero bambina. Mi regalarono un libro quando avevo otto
anni e c’era una versione per bambini dell’Iliade. Da quel momento, iniziò la mia passione.
20) Chi dovrebbe dare di più, e cosa, per l’archeologia greca?
Lo stato dovrebbe essere più sensibile nel reperire fondi per lo sviluppo dell’archeologia: il ministero della
Ricerca scientifica (MIUR) e il ministero di beni culturali (MIBAC) dovrebbero catalizzare le loro migliori
energie al fine di tutelare e valorizzare i nostri scavi archeologici.
21) I suoi progetti futuri?
Il mio progetto futuro è la pubblicazione di alcuni lavori molto importanti, che sono in corso e a cui mi
dedico da quest’anno, ad esempio dovrei pubblicare lo studio sulle statuette che sono circa 6.000.
18
chiara Tabita
Intervista Professoressa De Luca
La dott.ssa De Luca è una Ricercatrice del CNR-Ibam, sede di Lecce, ma lavora, in seguito ad una convenzione stipulata fra l’Università del Salento e il CNR, presso il laboratorio di Topografia Antica del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento. Attualmente si occupa di validazione ed inserimento dati
nel Sistema Informativo Territoriale, in sigle S.I.T. Il S.I.T, in maniera molto semplificata, è una banca dati in
cui si catalogano i rinvenimenti archeologici individuati attraverso ricerche sul campo.
I dati raccolti, vengono anche posizionati su cartografie specifiche, utili per la conoscenza, la tutela e la
pianificazione territoriale.
Si occupa, anche, di indagini di superficie per la redazione di carte archeologiche, esperta in pianificazione
territoriale e si occupa di definire le aree a rischio su richiesta di enti pubblici e privati, dedicandosi anche
alla catalogazione e valorizzazione dei beni culturali presenti sul territorio nazionale. Inoltre, svolge attività
didattica nella Facoltà di Beni Culturali, tenendo lezioni pratiche nel corso di Topografia Antica.
Attraverso lo studio dei reperti archeologici, che si rinvengono durante gli scavi o durante le indagini di
superficie e anche attraverso lo studio delle fonti letterarie antiche, riesce a ricostruire il paesaggio storico in
questione e capire in che periodo è stato distrutto. Infatti, ciò di cui si occupa la Topografia Antica, riguarda la
ricostruzione del paesaggio attraverso la redazione di carte archeologiche, diacroniche o tematiche relative al
posizionamento di oggetti antichi di cui si ha notizia dalla bibliografia, che nelle sue ricerche riveste un ruolo
molto importante, da fonti di archivio, da scavi o da ricognizioni archeologiche.
Per fare questo lavoro, innanzi tutto, fa ricerche andando in campagna e cercando sul terreno oggetti antichi che vengono poi studiati anche sulla base di repertori bibliografici. Ovviamente, in un’era tecnologica
come questa, si usano anche computer, plotter per stampe specifiche e una serie di strumenti ottici (costosi)
per la lettura e interpretazione di fotografie aeree.
Il risultato finale è una ricostruzione delle dinamiche di popolamento di un territorio, ossia come e quando
un territorio è stato abitato anticamente. Inoltre, nel suo lavoro vi è spesso la collaborazione con professori di
varie università, anche straniere, ma il suo lavoro si svolge, quasi sempre, nel suo personale laboratorio.
Ciò, che l’ha spinta a questo lavoro è stata una grande passione per la storia antica. Da questa passione, è
nato il suo lavoro di ricercatrice.
L’unico suo progetto futuro, per il momento, è quello di spendere il tempo del suo lavoro per la conoscenza
e la consapevolezza pubblica dei beni presenti sul nostro territorio nazionale e favorirne la sua tutela.
Alessio D’Augusta
19
La ricerca scientifica
L'inquinamento
La ricerca scientifica è stata molto utile per molti docenti dell'università di Catania e di altre città. Inoltre,
è utile anche per condurre delle ricerche su degli avvenimenti storici, oppure a livello artistico.
In questo caso, la ricerca scientifica è stata utilizzata da un professore dell'università di Catania , il docente
Vito Librando. Quest'ultimo ha condotto una ricerca sulla bonifica di alcune arie del territorio siciliano. Col
docente abbiamo comunicato per via e-mail dove, ha mandato due sue ricerche scientifiche e le abbiamo
analizzate:
TEMA: l'inquinamento sul territorio siciliano
CONOSCENZE PREGRESSE: L'inquinamento è un fenomeno ormai che si sta espandendo giorno dopo
giorno. Questa minaccia è presente nelle acque, nel terreno e nell'aria. Nelle acque e nel terreno, l'inquinamento avviene attraverso dei batteri oppure da composti chimico,addirittura, da delle centrali nucleari che scarica
dei gas.
Nell'acqua l'inquinamento avviene durante l'eutrofizzazione. Quest'ultima avviene attraverso tre processi:
AUMENTO DELL'OSSIGENO DISCIOLTO
AUMENTO DELL'ANIDRIDE CARBONICA DISCIOLTA
DIMINUZIONE DELL'OSSIGENO DISCIOLTO
Invece, nel terreno colpiscono anche i batteri patogenie. Questi batterie si nutriscono della linfa vitale delle
piante e le fanno morire.
OBIETTIVI:Scoprire una probabile soluzione all'inquinamento
SVOLGIMENTO DELLA RICERCA: Un requisito fondamentale, alfine di predisporre un efficace intervento di bonifica per effettuare indagini di caratterizzazione complete ed esaustive, è quello di avere un
quadro conoscitivo completo del sito interessato e del suo inquadramento nel contesto generale. Pertanto,
è fondamentale conoscere preliminarmente le matrici ambientali da indagare prima di formulare il piano
della caratterizzazione e l’inquadramento delle passività ambientali. Questo al ?ne di migliorare le attività di
prevenzione dell’ambiente, inteso sia come risorsa naturale, sia come elemento di tutela della salute umana,
creando presupposti per una
partecipazione attiva e consapevole alla gestione dell’ambiente. La scelta della tecnica risulta subordinata ad un’analisi di dettaglio del sito volta a determinare in maniera minuziosa le caratteristiche geologiche,
idrogeologiche, l’estensione dell’area da bonificare, i volumi del suolo contaminato, le caratteristiche dell’ambiente naturale e costruito, il grado di inquinamento delle diverse matrici ambientali e la distribuzione spaziale
delle sostanze tossiche nel sito, nonché la via di esposizione e le caratteristiche della popolazione su cui possono manifestarsi gli effetti dell’inquinamento. Fra le tecnologie applicabili, al presente studio, non si è escluso
a priori il conferimento in discarica. Tale soluzione si scontra però con gli intenti e le priorità della normativa
di settore che chiede esplicitamente di “privilegiare le tecniche di bonifica tendenti
a trattare e riutilizzare il suolo in situ, trattamento on site del suolo contaminato, con conseguente riduzione dei rischi derivanti dal trasporto e messa a discarica di terreno”.
I processi di trattamento in situ prevedono l’ottimizzazione delle condizioni ambientali, operando direttamente sul terreno, senza movimentarlo. Pertanto, per la bonifica dei suoli inquinati
da contaminanti di origine petrolifera, si è rivelata estremamente efficace l’utilizzo delle biopile. Il terreno contaminato viene escavato e sistemato in cumuli a formare le cosiddette biopile: strutture
isolate e coperte con geomembrane. Disposti in cumuli vengono decontaminati attraverso biodegradazione. È una tecnica di risanamento biologico dei terreni incentrata sulla capacità dei microorganismi autoctoni del terreno di degradare alcuni tipi di contaminanti, stimolando la loro crescita tramite
l’uso di ossigeno. L’impiego di tale tecnologia si è rivelata estremamente
20
vantaggiosa: ha dei tempi di trattamento relativamente brevi e costi limitati; il terreno una volta trattato e
pulito non richiede contenimenti particolari; è di semplice implementazione; richiede poco spazio per l’allestimento. Inoltre, la biopila essendo un sistema di trattamento fuori terra.
RIPETIZIONE DELLA RICERCA: Una volta effettuata la ricerca e i vari esperimenti sono stati ripetuti
dal professore,Vito Librando e dai suoi collaboratori,
ANALISI E CONCLUSIONI: Successivamente, il ricercatore- professore, è arrivato a delle conclusioni
e a delle analisi. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di raccogliere ed elaborare i dati e le evidenze
sperimentali emerse nel corso delle indagini ambientali di caratterizzazione e successiva bonifica all’interno
del sito della Centrale ENEL Tifeo di Augusta.
Il lavoro si è rivolto in maniera specifica e approfondita alla caratterizzazione del sito in oggetto, contestualizzandolo da un punto di vista territoriale, geografico e idrogeologico. In particolare, sono state esaminate le attività di caratterizzazione svolte in sito, le determinazioni analitiche effettuate sui campioni prelevati, i risultati delle indagini e le tecnologie di bonifica attuate per la mitigazione della
contaminazione da IPA e idrocarburi leggeri e pesanti riscontrati.
Le operazioni di bonifica presso il sito ENEL Tifeo si sono basate, tra l’altro, sull’applicazione
della tecnologia di bonifca denominata “Biopila”, che rientra nel novero dei sistemi di risanamento basati
sul principio della Bioremediation. È importante precisare che tali operazioni sono ancora in corso di esecuzione, per cui le considerazioni qui esposte tengono conto delle evidenze raccolte nelle fasi intermedie di
esecuzione delle operazioni di bonifica.
L’insieme dei risultati ottenuti durante il funzionamento delle biopile, nel corso del quale sono stati eseguiti una serie di collaudi, ha evidenziato cospicui vantaggi grazie alla semplicità, ai tempi
di implementazione non eccessivamente lunghi e all’efficacia verso la rimozione dei
contaminanti di natura idrocarburica, che rappresentano i principali inquinanti del sito. Dalle evidenze e
dai risultati raccolti sono emersi ulteriori aspetti che confermano le caratteristiche di efficienza delle biopile,
21
quali: Il basso impatto ambientale generato, in quanto la tecnica si è mostrata non invasiva, dando l’opportunità di svolgere le operazioni nel sito stesso, evitando potenziali fenomeni di dispersione all’esterno; Notevole
abbattimento di costi rispetto all’utilizzo di tecniche tradizionali basate sul trattamento chimico-fisico; Fruibilità dell’area durante le operazioni di bonifica. Invece, per scrivere il seguente articolo, ho dovuto seguire
una mia procedura,ispirandomi al metodo scientifico:
TEMA: Ricerca scientifica su l'inquinamento sul territorio siciliano
OBBIETTIVI: Conoscere e sapere bene l'argomento
CONOSCENZE PREGRESSE: //////////
INFORMARMI SU TALE ARGOMENTO: Sono andato in alcuni siti internet scientifici seri e ho letto vari
articoli sull'inquinamento. Inoltre, sono andato all'Università degli studi di Catania
sotto appuntamento e ho intervistato il professore Vito Librando.
CONCLUSIONI: Infine, ho raggiunto il mio obbiettivo grazie alla ricerca scientifica.
Spero che con questo articolo le persone possano capire l'importanza della ricerca scientifica.
22
Alfio Lo Castro
SUDOKU
Daniele Russo
5 3
7
6
1 9 5
9 8
6
8
6
4
8
3
7
2
6
2 8
4 1 9
8
7
3
1
6
5
9
Il sudoku è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa
in 9 righe orizzontali, 9 colonne verticali e, da bordi in neretto, in
9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie
proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero.
Lo scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano
presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.
23
SUDOKU
Jacopo Mirabella
9
4
7
5
3
1
1
6
1
2
7
5
2
7
1
8
4
3
7
8
2
6
24
9
3
4
4
6
5
SUDOKU
Giulia Pafumi
4
1
9
2
6
3
1
9
4
7
5
5
8
6
9
5
2
1
2
8
3
6
7
9
25
SUDOKU
Erika Zuccaro
1 2
5
8
9
3
2
8
3
5
6
4 5
7 2
8
7
4
5
6
7 5
27
4 7
2
9
8
1
6 3
SUDOKU
Salvatore Catania
9
4
7
5
3
9
1
1
6
1
2 7
5
7
1 8
4
3
7
8
2
6
3
4
4
6
5
28