educazione fisica, sport e fascismo
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educazione fisica, sport e fascismo
I.P.S.S.C.T.S. "P. Sella" Mosso EDUCAZIONE FISICA, SPORT E FASCISMO La legge De Sanctis del 7/7/1878 è la prima, dopo l’Unità d’Italia, a occuparsi interamente di Educazione Fisica; essa sancisce l’obbligatorietà dell’insegnamento della ginnastica anche per le donne, stabilisce che i programmi vengano concordati tra Ministro della Pubblica Istruzione e Ministro della Guerra, e i maestri vanno reclutati tra il personale militare. L’EF è quindi collegata, quando non subordinata, alle esigenze della preparazione militare; il suo scopo è rendere gli allievi agili e forti, utili a se stessi e alla patria. Alla fine della 1^ Guerra Mondiale nascono in Italia le prime organizzazioni sportive che si associano a diversi comparti della realtà italiana: il movimento cattolico, tramite la rete degli oratori, si organizza nella FASCI (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane); le forze della sinistra si riuniscono nella Federazione Nazionale Sportiva Operaia, mentre dall’Inghilterra giunge il movimento scoutistico che basa il suo progetto educativo sul gioco e la vita all’aria aperta. Dopo il 3/11/22 il governo fascista approva la riforma della scuola (Riforma Gentile), dove l’EF viene organizzata e gestita da un organismo indipendente, al di fuori della burocrazia ministeriale, pur lasciando gli studenti alle dipendenze della scuola, e il 15/3/23 viene istituito l'ENEF (Ente Nazionale per l'Educazione Fisica). La cosa crea parecchi problemi, in quanto, pur essendo l’EF obbligatoria, le famiglie devono pagare una tassa per accedere a questo servizio, le poche palestre (gestite dall’ENEF) sono poste negli edifici scolastici con cui bisogna accordarsi, e i pochi insegnanti di EF si trovano a lavorare con squadre numerosissime (anche oltre 100 unità). L’ENEF non va quindi visto come soluzione organizzativa, ma come segnale politico: il governo ha da tempo intuito il valore propagandistico dell’attività sportiva/motoria, e mira a fare di essa il cardine della proposta pedagogica educativa rivolta alle giovani generazioni. Un regime che vuole durare deve saper fare presa sulla gente e dimostrarsi all’avanguardia su tutti i fronti. Se poi il punto centrale del messaggio ideologico è rappresentato dalla metafora dell’uomo che non si piega, della nazione conquistatrice, quale mezzo migliore di un EF che si richiama ai miti classici infarcendoli di ideologia nuove? 1 I.P.S.S.C.T.S. "P. Sella" Mosso L’ENEF è però solo il primo passo, infatti il 20/11/27 viene disciolto, e le sue competenza passano all’Opera Nazionale Balilla istituita un anno prima. L’ONB è alle dirette dipendenza della Presidenza del Consiglio (Mussolini), e diventa l’organizzazione educativa ufficiale dello Stato Fascista; l’EF scompare dai programmi ufficiali della scuola dell’obbligo per proseguire autonomamente, all’esterno, la sua funzione “educativa” e propagandistica. Contemporaneamente viene dato il colpo di grazia alle organizzazioni sportive cresciute autonomamente, e che in quegli anni avevano assunto un certo peso negli ambienti cattolici e operai. Se per questi ultimi non si sono avuti molti riguardi, il discorso cambia per le associazioni cattoliche, per via delle trattative tra la Santa Sede e lo Stato per la soluzione della questione romana (Concordato); nel 1930 però viene vietata “qualsiasi formazione od organizzazione anche provvisoria, che si proponesse di promuovere l’istruzione, l’addestramento a professione, arte o mestiere, o in qualunque altro modo l’educazione fisica, morale e spirituale dei giovani”; anche la FASCI (ironia del nome) si deve sciogliere “spontaneamente”. All’ONB si devono obbligatoriamente iscrivere tutti i figli di cittadini italiani, inquadrati in Figli della Lupa (6-8 anni), Balilla (8-14), Avanguardisti (14-18); così, intorno al 1930, gli iscritti sono circa 1.300.000, e il peso che l’ONB assume negli equilibri del partito fascista provoca tensioni tra alcune figure di spicco (Ricci, Scorza, Starace…). A seguito di tale conflittualità Mussolini accentra ulteriormente il controllo della gioventù, e il 27/10/37 sopprime l’ONB sostituendola con la Gioventù Italiana del Littorio (GIL), che non è più alle dipendenze del Governo ma del Partito Fascista. Non solo nella scuola, ma anche all’esterno il monopolio dell’educazione deve essere fascista: dietro ad una facciata di allegria, di parate e saggi ginnici, si svolge la lotta per il predominio politico; in questo modo il periodo fascista ha saldamente legato tra di loro EF ed ideologia di regime, questo farà si che, terminata la guerra, ancora per molto tempo una richiamerà alla mente l’altra: i saggi ginnici, le marce, le parate dei Balilla, avevano dato (come era nelle intenzioni) il marchio fascista a qualsiasi attività sportiva o ginnica. 2