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“Il trenino ci viene incontro, sbuffa, si arrampica, ridiscende come giù per una scala, si dimena e si ritorce come a volersi mordere la coda. Sembra correre in libertà, conquistando il binario via via” (Elio Vittorini “Sardegna come un'infanzia” - 1952) SARDEGNA TESTO DI ALFONSO LUCIFREDI / FOTO DI MATTEO CASULA - LABORATORIO DEL CAMMINARE ANTICHI CAMMINI E UFFICIO TURISTICO ARST Il Treni no Verde Treno delle terre selvagge VIAGGIANDO LUNGO I BINARI DEL TRENINO VERDE È POSSIBILE RESTARE INEBRIATI DAI COLORI, DAGLI ODORI E DALLE TRADIZIONI DEL CUORE SELVAGGIO DELLA SARDEGNA PIÙ AUTENTICA on’t fasten the seat belts, ovvero non allacciate le cinture, dicono ancora adesso gli inglesi quando hanno la fortuna di salire a bordo del Trenino Verde. E non è certo un caso: la filosofia del turismo lento, di un treno che fa parte del paesaggio ma non lo domina e non lo rovina, di velocità ridotte per poter godere di natura e panorami incantevoli, è il principio fondamentale che ha segnato la rinascita di questa ferrovia, un piccolo gioiello incastonato tra le valli dell’entroterra della Sardegna. La riscoperta della natura dell’isola a bordo del treno viaggia lungo i binari dello sviluppo sostenibile: ripristino e ristrutturazione di vecchie linee e di motrici d’epoca, minimo impatto sull’ambiente grazie all’assenza quasi totale di nuove costruzioni lungo il percorso e quattro tratte che coprono differenti aree del territorio della Sardegna, lungo vallate, montagne, boschi e tratti lungo costa. D TREKKING • aprile 2012 • 51 Un treno amico della natura Da Mandas a Arbatax, da Nulvi a Palau, da Macomer a Bosa, da Isili a Sorgono, le differenti linee del Trenino Verde si muovono a zig-zag tra i diversi ambienti della Sardegna, sfruttando le vecchie linee a scartamento ridotto (una distanza dei binari minore rispetto allo standard, più economica ed agile) e, in certi casi, anche mezzi provenienti da un’altra epoca: antiche motrici a vapore, convogli con carrozze in legno e addirittura una Fiat 509 del 1929, con le ruote adattate a correre sui binari, utilizzata un tempo per le ispezioni lungo la linea e ora affittata a prezzo modico ai turisti desiderosi di compiere in solitaria un viaggio che sa di passato. Per i più esigenti è possibile addirittura affittare l’intero convoglio d’epoca con motrice a vapore e fare un viaggio privato lungo alcuni tratti della Come arrivare ôItinerari linea: originalità e rispetto della natura dunque, la ricetta magica per un turismo realmente ecosostenibile che non sempre in Italia (e neanche in tutta la Sardegna, a dire il vero) ha avuto successo. Qui invece le cose sono andate per il meglio: la frequentazione sui treni è andata crescendo di anno in anno, e ormai decine di migliaia di visitatori salgono ogni estate sulle carrozze del Trenino Verde per vivere quelli che gli anglosassoni chiamano gli Steam safaris (letteralmente, i “safari a vapore”). Tre tratte su quattro hanno anche uno sbocco diretto sul mare (Arbatax, Bosa e Palau), e questo è un punto fondamentale a favore dell’utilizzo della ferrovia da parte dei turisti, che spesso arrivano sull’isola attratti dalle bellezze della costa, e poi scoprono – e spesso ne restano stregati – dalle meraviglie dell’entroterra. Località di partenza e arrivo Loc.Niala – San Gerolamo (m 670) Difficoltà EE Dislivello ñò400 metri Lunghezza del percorso 10 chilometri Tempo di percorrenza 5 ore Il Trenino Verde della Sardegna si presta ad innumerevoli escursioni lungo i territori attraversati. Quello che vi propone il Laboratorio del Camminare Antichi Cammini, è un itinerario sui Tacchi d’O- 52 • TREKKING • aprile 2012 David Herbert Lawrence, celebre per aver dato alle stampe “L’amante di Lady Chatterley” con cui scandalizzò l’Inghilterra benpensante di epoca vittoriana, fu anche un grande amante dell’Italia e in particolare della Sardegna, ed ebbe tra l’altro occasione nel 1921 di viaggiare sulla ferrovia che conduce a Mandas; due anni dopo pubblicò un diario di viaggio intitolato “Mare e Sardegna” (Sea and Sardinia) narrando per filo e per segno le sensazioni, i colori, gli odori e i volti incontrati nell’entroterra dell’isola, che, in certi casi anche al giorno d’oggi, sono raggiungibili solo in ferrovia. “Prendiamo il trenino delle Secondarie, ovunque esso vada”, scrisse il grande romanziere, capendo perfettamente lo spirito di cui sono tuttora permeati i vagoni dell’antica linea ferroviaria che solca il cuore verde della Sardegna. Al giorno d’oggi i passeggeri che vengono dall’estero sono numerosi e in costante aumento, e il Trenino Verde è ben noto anche al di fuori dei confini nazionali, al punto da avere ottenuto un nome internazionale tutto suo, The Train in the Wilderness, ovvero “il treno delle terre selvagge”. La riscoperta del passato La comparsa del nome Trenino Verde risale al 1984, quando venne sviluppato un progetto di riqualificazione turistica dell’antica linea secondaria delle ferrovie della Sardegna, promosso congiuntamente da WWF, dall’associazione Italia Nostra e da ESIT, dopo lunghe vicissitudini e una storia ormai centenaria. “Trenino” per ricordarne le piccole dimensioni, “Verde” per sottolineare la rigogliosa natura che domina l’entroterra sardo, e fa da cornice agli itinerari toccati dalla linea. La riscoperta sicurezza sui sentieri con Linea Mandas-Arbatax: Arbatax è raggiungibile tramite la SS125 da sud, la SS389 da ovest, e tramite traghetto da Genova, Civitavecchia e Napoli. Mandas è raggiungibile tramite la SS131 da ovest e tramite la SS128 da sud. Linea Isili-Sorgono: sia Isili che Sorgono sono raggiungibili tramite la SS128 da sud, la SS131 da nord. Linea Bosa-Macomer: Bosa è raggiungibile tramite la SS292 da sud, tramite la SP15m da nord. Macomer è raggiungibile tramite la SS131 da ambo le direzioni. Linea Sassari-Nulvi-Palau: Palau è raggiungibile tramite la SS131 da sud, e tramite traghetto da Genova e Civitavecchia. Tacchi D’Ogliastra, Ussassai Lo scrittore ribelle e la Sardegna gliastra, un territorio molto suggestivo formato da una serie di tacchi calcarei mesozoici immersi in una lussureggiante lecceta. Descrizione: il percorso parte dalla stazione di San Gerolamo in località Niala, sulla linea Mandas-Arbatax. Dalla fermata in prossimità del bel ponte detto De S’Irtzioni datato 1894, si seguono le indicazioni per Niala dove è presente anche un punto ristoro molto apprezzato per la cucina tradizionale da cui si scende verso il rio con indicazioni Su Tuvu Nieddu e in breve si arriva ad un particolarissimo ponte naturale: il torrente ha scavato nel basamento scistoso presente sotto il calcare dei tacchi un tunnel che permette il guado senza problemi. Attraversando il rio Sa Teula si proseguirebbe verso la foresta di Montarbu, presente in loco cartellonistica e segnavia dell’Ente Foreste Sardegna recentemente allestiti, il nostro percorso invece risale il pendio sulla sinistra orografica attraverso dei gradini scavati nel travertino e segue il corso del rio Donna Pruna. Il passaggio si snoda tra massi di calcare e co- late di travertino, cascatelle e un rigoglioso bosco di leccio. Si raggiunge così una sterrata che si imbocca verso destra e che in breve ci porta ad un’area attrezzata con un bel ponticello sulle acque turchesi del rio. Proseguendo sulla sterrata si ritornerebbe al punto di partenza, noi invece continueremo a risalire il corso del rio Donna Pruna che riserva altre sorprese. Attraverso un sentiero che risale la sinistra orografica costeggiamo il corso d’acqua sempre impreziosito da sculture di travertino, tra carpini e tassi fino ad arrivare ad una pozza incastonata tra enormi macigni, dove il sentiero sembra terminare. Seguendo i segnavia ci si rende invece conto che sulla destra orografica il sentiero si inerpica su facili roccette fino a sormontare uno dei macigni che sbarrano il corso d’acqua. Un passaggio un po’ esposto sull’orrido, ma con belle prese per mani e piedi, ci permette di riguadagnare il sentiero sulla riva opposta. Si continua a costeggiare il rio fino ad incrociare una sterrata in prossimità di una copiosa sorgente e si prosegue sulla sterrata in salita, verso destra, fino ad un valico. Siamo sempre dentro la lecceta; questa, finita la discesa, lascia spazio a grandi radure dove sorgono dei bivacchi di recente costruzione riproducenti dei vecchi ovili in pietra e legno. Qui troviamo un cartello indicante Is Tostoinus, località amena dove sorge un altro rifugio e dove sono presenti i resti del villaggio nuragico che faceva capo al Nuraghe Adda, situato sull’omonimo tacco. Da qui costeggiando le pareti a strapiombo del Pizzu Montarbu arriviamo sotto le guglie di Serra Lioni, dove di recente sono state aperte delle belle via d’arrampicata. Da qui in breve guadato nuovamente il rio Sa Teula, si raggiunge il punto di ristoro. Come arrivare. Stazione S. Gerolamo in località Niala della linea Mandas-Arbatax del Trenino Verde. Testo di Matteo Casula Laboratorio del Camminare Antichi Cammini. del passato non si è però fermata ad un semplice cambiamento di nome, ma si è sviluppata con il restauro e il riutilizzo degli antichi convogli per scopi turistici, ed ha portato nel 1996 alla nascita del Museo delle Ferrovie all’interno della stazione di Monserrato, in provincia di Cagliari, dove in un’area di quasi 1000 m2 è possibile vedere reperti storici, carrozze d’epoca, attrezzi e utensili delle antiche officine e comprendere com’era la vita quotidiana e il lavoro dei ferrovieri del passato, lungo un percorso affascinante anche per i non addetti ai lavori.“La Sardegna è come la libertà stessa” scrisse D. H. Lawrence quasi novant’anni fa, e ancora adesso è ben difficile dargli torto, soprattutto dopo un viaggio attraverso le sue terre a bordo di un treno che sa di indipendenza, di natura, di passato e di Bellezza, nel senso più ampio e puro del termine. notizie utili Laboratorio del Camminare ANTICHI CAMMINI Maracalagonis (CA) Tel. 340.6768153 (Matteo Casula) [email protected] www.antichicammini.it NUMERI UTILI l Associazione Ferroviaria Sarda Tel. 800.4602204 l Museo delle Ferrovie Via Pompeo 09042 Monserrato - Cagliari Tel. 070.580246 [email protected] l Punto ristoro Niala [email protected] www.web.tiscali.it/nialaristoro/