TEC-MEC_Parte_6

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TEC-MEC_Parte_6
TECNOLOGIA MECCANICA Parte 6 Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DI GETTI – RITIRO La solidificazione avviene in passaggi successivi partendo da una pelle esterna che poi procede verso l’interno fiano alla completa solidificazione. Questo processo di solidificazione per straJ accompagnato dal riJro di ogni singolo strato porta alla formazione di un cono di riJro. Nel caso di leghe, oltre al cono di riJro si può generare una porosità distribuita in una zona del gePo. Tale porosità è dovuta al faPo che le leghe solidificano con un processo che porta alla formazione di dendridi che crescono verso l’interno del gePo. La struPura del dendride ha una grana molto fine nella zona prossima alla superficie esterna, verso l’interno la grana è più grossolana. Procedendo ancora verso l’interno si arriva ad una normale zona a grani cristallini priva di dendridi. Questa differenza struPurale può provocare una porosità DENDRIDICA nel gePo. Processi di fabbricazione per fusione Solidificazione
e moduli termici
STUDIO QUALITATIVO DELLA SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE Poiché nei casi reali la solidificazione di un gePo avviene in modo direzionale è importante determinare quali parJ del gePo solidificano per ulJme (problema dei riJri e delle cavità ad esso collegate). Lucidi di Tecnologia Meccanica
Studio qualitativo della
solidificazione direzionale
Questa parte
solidifica per
prima e si contrae
Questa parte è
ancora liquida e
fornisce fluido
all’altra per
compensare il
Lucidi di Tecnologia Meccanica
ritiro
Per valutare quale parte del gePo solidifica per ulJma ci sono diverse tecniche: Facoltà di Ingegneria – Università degli Studi di Perugia
-­‐  Cerchi di Heuvers -­‐  Suddivisione in geometrie elementari + calcolo dei moduli termici -­‐  UJlizzo di strumenJ so^ware basaJ su metodi numerici Solidificazione e moduli termici
Studio qualitativo della
solidificazione direzionale
3
Ora anche
l’ultima parte e
solidificata, non
c’è più liquido per
compensare il
ritiro e quindi
resta un vuoto
Processi di fabbricazione per fusione Lucidi di Tecnologia Meccanica
Metodo dei cerc
STUDIO QUALITATIVO DELLA SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CERCHI DI HEUVERS Consiste nel tracciare dei cerchi inscri` alla geometria che rappresenta il gePo. Nel caso semplificato bidimensionale, semplicemente più grande è il cerchio tracciabile, più Analisi
semplificata,
tardi solidifica la porzione del gePo (a livello intuiJvo: più grande è il cerchio, pbidimensional
iù tardi si incontreranno i fronJ di solidificazione) Nell’analisi tridimensionale i cerchi di Heuvers vanno tracciaJ sul piano a cui corrisponde il cerchio inscriPo di ddiiametro minimo. Lucidi
Tecnologia Meccanica
Solidificazione e moduli termici
TEMPO DI SOLIDIFICAZIONE Tempo necessario affinché tuPo il gePo Nella
analisi
divenJ solido. tridimensionale i cerchi
d
piano
corrisponde
il cerchio
insc
Cioè a
il tcui
empo necessario affinché il Perché?
fronte di solidificazione raggiunga il baricentro termico. (Tempo zero Facoltà
di Ingegneria
– Università
degli
Studi di Perugia
quando il liquido ha riempito la forma). Lucidi di Tecnologia Meccanica
Processi di fabbricazione per fusione Solidificazione e moduli termici
Studio di Chvorinov sul tempo di solidificazione
ANALISI DEL TEMPO DI SOLIDIFICAZIONE Studio della solidificazione di
un•  volume
A*Ldella superficie che cede Dove A V
è l=
’area Dovecalore A è l’area della
di Chvorinov
sul
tempo
di solidificazion
S(t) Studio
cede
calore
getto
Solidificazione A
e modulisuperficie
termici
•  S(t) = pche
osizione del fronte di solidificazione Tg
forma
n volume Ve =moduli
A*L term
Lucidi di Tecnologia MeccanicaStudio della solidificazione di uSolidificazione
Tg
tempo t del fronte di
S(t) al = posizione
Ipotesi di Chvorinov:
•  Solidificazione ulJmata solidificazione
al tempo
t quando: S(t) = L Solidificazione
e moduli
termici
nov
sul
tempo
di solidificazione
Solidificazione
e moduli termici
Solidificazione ultimata S (t ) k t
x
S(t)g
forma
gettoS(t) = AL
Ipotesi
di Chvorinov:
quando:
k = costante di solidificazi
L
V
S (t ) k t
Ipotesi d
i C
hvorinov: (
)
S
t
L
Ma:
Ipotesi
di
Chvorinov:
sol
tesi di Chvorinov:
getto
A
A
k = costante di solidificazione
xg
V
Con k
c
ostante d
i s
olidificazione S
(
t
)
k
t
t) k t
Da
cui:
V
k tsol
17
Facoltà di Ingegneria – UniversitàSdegli
L
) diLPerugia
Ma: (tsolStudi
Legge di Chvorinov: posolidificazione
di solidificazione
di
k = costante
di solidificazione
costante
di solidificazione
A
xg
V cui:V
V
Da
(tsol )S (tLsol ) L
a: SMa:
k tdisolchvorinov tsol
Legge
A
A
A
V
V
cui:
Da cui:k
nov t
1tsolk V t
A
1 V
K2 A
2
2
2 degli Studi di Perugia
sol Facoltà di Ingegneria – Università
c
V
c M
2
V
c
A
2
c M2
Processi di fabbricazione per fusione Lucidi di Tecnologia Meccanica
Solidificazione e moduli termici
Legge di Chvorinov
LEGGE DI CHVORINOV tsol
M
Lucidi di Tecnologia
c M2
V
A
I moduli termici dei ge` sono alla base dei calcoli secondo la legge di Chvorinov tsol
: tempo di solidificazione
c
: costante di proporzionalità
M
Meccanica: modulo termico (modulo di Chvorinov)
V
: volume del getto
A
: area delle superfici di scambio termico
Solidificazione e moduli termi
Moduli termici per forme elementari
Superfici di scambio termico
Facoltà di Ingegneria – Università degli Studi di Perugia
Moduli termici di alcune forme elementari 19
V
Cubo con 6 facce esposte
h
h3
A 6 h2
V h
M
A 6
V
h
Processi di f6abbricazione Cubo con
facce esposte per fusione h
A 6 h2
V h
M
A 6
LEGGE DI CHVORINOV Moduli termici di alcune forme elementari 3
V
h
hSolidificazione e moduli termici
A 2 h2
Lucidi di Tecnologia Meccanica
Cubo con 2 facce esposte
(sopra e sotto)
Moduli termici per forme elementari
V
M
Prisma regolare
Facoltà di Ingegneria – Università degli Studi di Perugia
con 2 facce esposte
(sopra e sotto)
b
a
h
2
A
20
h
V
a b h
A 2 a b
V abh
M
A 2ab
Indipendente da a e b
h
2
Processi di fabbricazione per fusione Lucidi di Tecnologia Meccanica
LEGGE DI CHVORINOV Solidificazione e moduli termici
Moduli termici di alcune forme elementari Moduli termici per forme elementari
Tratto di barra con superfici
laterali esposte
l
b
V
a
a b l
A 2(a l ) 2(b l )
M
V
A
abl
2(a b)l
2(a b)l
ab
2( a b )
Area sezione
Perimetro sezione
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Processi di fabbricazione per fusione Lucidi di Tecnologia Meccanica
Solidificazione e modul
LEGGE DI CHVORINOV Moduli termici per forme elementa
Moduli termici di alcune forme elementari a
M
V
A
ah
2(a h)
h
Solido toroidale – approssimato a
tratto di barra incurvata
Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DI GETTI – VELOCITA’ DI SOLIDIFICAZIONE Per una piastra piana di dimensioni superficiali molto molto maggiori dello spessore si può approssimare il modulo come segue. Si consideri un cubo di lato S pari allo spessore, immerso nella piastra. Considerando che le superfici laterali non partecipano allo scambio termico: Nella piastra gli effe` sulle superfici laterali si possono trascurare viste le dimensioni, quindi sono trascurabili rispePo alle due superfici superiore e inferiore. Pertanto il ragionamento applicabile è analogo al cubo e il modulo risulta quindi pari a quello del cubo immerso nella piastra Studio qualitativo della solidificazione
Processi di fabbricazione per fusione direzionale: metodo dei moduli termici
STUDIO QUALITATIVO DELLA SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE • Suddivisione del getto in forme
•  Suddivisione del gePo in forme elementari
elementari ••  Calcolo Calcolodel delmodulo modulo
termico
termico per per
ciascuna ciascunaforma formaelementare elementare
arJ con basso modulo ••  Le Lepparti
conpiù più
basso
modulo
termico solidificano prima M2
termico solidificano prima
•  Le parJ con più alto modulo termico • solidificano Le parti con
più alto modulo
M1
dopo Lucidi di Tecnologia Meccanica
Solidificazione e moduli termici
termico
solidificano
dopo termico •  Le parJ con più alto modulo della solidificazione
(proteggono) quelle qualitativo
con • alimentano Le parti con
più alto Studio
modulo
più basso alimentano
modulo termico direzionale: metodo dei moduli termici
termico
(proteggono)
Identificazione delle superfici soggette a scambio termico
quelle con più basso
modulo
IdenJficazione delle superfici soggePe termico
a scambio termico Solo le superfici a
contatto con la
forma scambiano
calore
si
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no
si
si
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Processi di fabbricazione per fusione STUDIO QUALITATIVO DELLA SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE In questo Jpo di analisi occorre anche considerare: •  Il grado di efficienza delle superfici di scambio termico (ad esempio: l’effePo estremità e l’effePo raccordo). Lucidi diil Tecnologia
Solidificazione e moduli termici
•  Valutare raggio dMeccanica
i influenza. Le superfici reali cedono calore con una efficienza variabile (da 0% a 100%) a causa di vari faPori, quindi nella formula del modulo termico è più correPo parlare di area efficace di scambio termico (ovvero estensione di un’area equivalente, in grado di cedere calore ad • m
Esempi
efficienza assima) di superfici più o meno efficaci nella cessione di calore
Effetti di estremità e raccordo
Effetto estremità: qui il
calore esce molto facilmente
Effetto raccordo: qui il
calore esce con difficoltà
Processi di fabbricazione per fusione STUDIO QUALITATIVO DELLA SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE eccanica
Solidificazione e moduli termici
Il raggio di influenza solidificazione
e flusso di calore
Il flusso di calore è governato dal gradiente termico i
è
M1
M1
M1
M2
Gradiente termico
M2
Flusso di calore
M2
Avanzamento del fronte di
solidificazione
o è garantito si dice che la parte 2 protegge la parte 1
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Se l’avanzamento è garanJto (cioè il gradiente termico è sufficiente) si dice che la parte 2 protegge la parte 1. Normalmente la parte M2 protegge la parte M1 e garanJsce l’avanzamento del fronte di solidificazione. Se la parte M1 è molto estesa in lunghezza la parte M2 potrebbe non essere in grado di proteggerla (raggio di influenza insufficiente). Il raggio di influenza determina quanto estesa è la protezione della parte 2 sulla parte 1 Lucidi di Tecnologia
Processi di fMeccanica
abbricazione per fusione Solidificazione e moduli termici
Il raggio di influenza
STUDIO QUALITATIVO DELLA SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE Per le ppiastre
iastre pdiiane vale qS,
uanto segue segue:
Per
spessore
vale quanto
M2
S
M1
Lucidi di Tecnologia Meccanica
R = KS
K= da 3.5 a 5 (acciao)
K= 5
(ghisa)
Valore medio: K=4
R
oppure
RRaggio
30 S di influenza dell’effetto es
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Il raggio di influenza dell’effePo estremità è: Solidificazi
S
M1
R = 2.5 S
M2
Processi di fMeccanica
abbricazione per fusione Lucidi
di Tecnologia
Solidificazione e moduli termici
STUDIO QUALITATIVO DELLA SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE Verifica delle influenze reciproche
In un gePo vanno verificaJ i raggi di influenza reciproci M2
S
M1
R=4S
R = 2.5 S
M2
M1
S
Getto non completamente
protetto
Getto completamente
protetto
R = 2.5 S
R=4S
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Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Nell’esempio in figura si ha una direzione generata dagli spessori del gePo (dal più piccolo al più grande. Il metodo uJlizzato in fonderia per eliminare il cono di riJro è l’impiego di materozze. La materozza va progePata in modo che sia l’ulJma a solidificare nel gePo. Solo così può compensare i coni di riJro. La materozza viene poi asportata nelle lavorazioni successive. Per evitare coni di riJro, quindi, il gePo con la relaJva materozza vanno progePaJ in modo da creare una solidificazione direzionale che procede verso la materozza. Occorre garanJre sempre il contaPo di metallo liquido con le zone che progressivamente raffreddano. Se si creano delle zone di separazione di metallo solidificato si generano coni di riJro nel gePo. cavità di ritiro
Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Se in Se
un gil
ePo generico, il btermico
aricentro tcade
ermico zona a sdel
olidificare) ade iandrà
n una zona baricentro
in(ulJma una parte
getto cche
poiche va poi asportata, non c’è necessità di parJcolari accorgimenJ. asportata meccanicamente, non ci sono problemi
G
Se il baricentro termico cade in una parte del getto che non può
Viceversa, se il baricentro termico cade in una zona che non va asportata, occorre trovare essereper asportata,
spostare il baricentro termico
delle soluzioni spostare il bbisogna
aricentro termico. Si modifica il gePo aggiungendo una parte con modulo termico più alto, che a`ra su di sè il baricentro termico. 2
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Questa parte, dePa materozza (in inglese: feeder = alimentatore), verrà asportata a solidificazione ulJmata. Si modifica
il getto aggiungendo
Processi di fabbricazione per fusione una parte con modulo termico
più alto, che attira su di sè il baricentro termico.
SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO USO DELLE MATEROZZE Questa parte,
detta materozza
(in Einglese:
feeder
= alimentatore),
La materozza solidifica per ulJma, quindi alimenta e protegge la restante parte del gePo verrà asportata a solidificazione ultimata.
Materozze
Lucidi di Tecnologia Meccanica
Dimensionamento della materozza
La materozza va dimensionata in modo La materozza solidifica per
tale che sia in grado di la restante
parte del getto
spostare il baricentro termico Materozza
ultima, quindi alimentaModulo
e protegge
termico: Mm
Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Ingegneria
Pezzo
Modulo termico: Mp
( Mp < Mm )
M=V/A
La materozza può essere di
forma arbitraria
3
Deve avere modulo termico
maggiore di quello del pezzo
Esempio: Mm = 1.2 Mp
(Mm maggiore del 20%
rispetto a Mp)
Processi di Lucidi
fabbricazione per fusione di Tecnologia Meccanica
Materozze
SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Se considero la possibilità di scomporre la geometria del gePo: Dimensionamento della materozza
Mm
Mp
Mp < Mm
Esempio: Mm = 1.2 Mp
Equivalente a:
Lucidi di Tecnologia Meccanica
M1
M2 < Mm (ipotesi: M2>M1)
Materozze
Verifica
Mmdel volume di liquido
M2
Esempio: Mm = 1.2 M2
fornibile dalla materozza
basta che
materozza
ultima,nèon necessario
anche
Il faPo che Non
la materozza sia la
l’ulJma parte solidifichi
del gePo a sper
olidificare, è sufficiente a garanJre chedessa
siadin
materiale
liquido
per compensare
un gePo privo i cavità a rgrado
iJro. La dimfornire
aterozza deve fornire un volume sufficiente di ilmetallo 5
Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Ingegneria
perso
dal dgetto
per via del ritiro
liquido per volume
compensare il riJro el gePo. Vfornibile dalla materozza > Vperso dal getto
Attenzione! Anche la materozza subisce il ritiro
Lucidi di Tecnologia Meccanica
Processi di fabbricazione per fusione Materozze
Verifica del volume di liquido
SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Quindi deve risultare: fornibile dalla materozza
V perso
V fornito
Vperso: Volume totale perso a causa del ritiro
: coeff. di ritiro
V pezzo Vmaterozza
Vcono di ritiro
K Vmaterozza
Deve risultare:
V fornito
V perso
Vmaterozza
Vfornito: Volume fornito dalla materozza –
equivale al volume del cono di ritiro
K: coeff. del cono di ritiro (14% per materozze
cilindriche e ovali, 20% per materozze
emisferiche e sferiche)
Vgetto
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K
Nota: nella
formula, K va
espresso in
percentuale
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La forma della materozza non è un vincolo; tuPavia occorre scegliere nel gePo una forma tale da minimizzare il volume, garantendo però un sufficiente modulo termico e un sufficiente volume di liquido per compensare i riJri. Inoltre la forma della materozza deve essere semplice da realizzare. sprecando meno materiale possibile, quindi minimizzando il volume,
ma pur
sempre fornendo
volume necessario a compensare il ritiro
Processi di fabbricazione per ilfusione Vincolo: la forma della materozza deve essere facile da realizzare
SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Alla luce di queste considerazioni, la forma ideale sarebbe quella sferica, tuPavia questa ideale:dsferica
– troppo difficile da realizzare
risulta tForma
roppo complessa a realizzare. Forme più uJlizzate: Forme reali:
Materozze
Lucidi di Tecnologia Meccanica
emisferica
cilindrica
Posizionamento della materozza
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M1
M2
Mm
La materozza deve essere
a contatto con la parte del pezzo
che solidifica per ultima, ovvero
la parte a modulo termico più alto.
1
Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Materozze
Lucidi di Tecnologia
Meccanica
La materozza è connessa al gePo tramite il COLLARE DI ATTACCO Collare di attacco
Materozza
Il collare di attacco connette il pezzo
alla materozza.
Conviene che sia di piccola sezione,
così è più facile asportarlo insieme
alla materozza a solidificazione
ultimata.
Collare di attacco
Pezzo
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Processi di fabbricazione per fusione Materozze
Lucidi di Tecnologia Meccanica
SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Collare di attacco
Materozza
Modulo termico: Mm
Collare di attacco
Pezzo
Modulo termico: Mc
( Mp < Mc < Mm )
Modulo termico: Mp
Il modulo termico del collare di
attacco deve essere intermedio
tra pezzo e materozza,
altrimenti solidifica
prematuramente ed il liquido
non può passare dalla
materozza al pezzo.
Esempio:
Mp : Mc : Mm = 1 : 1.1 : 1.2
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Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Il collare di aPacco può essere di forma arbitraria, dipendentemente dal punto in cui la materozza collegata al pezzo Materozze
Lucidi v
diiene Tecnologia
Meccanica
Esempio di materozza
Materozza
Pezzo finale
Getto
Lucidi di Tecnologia Meccanica
Materozze
Processi di fabbricazione per fusione Prima tecnica di dimensionamento della
SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE materozza
-
calcolo il modulo termico massimo del getto: Mmax
impongo Mm = 1.2*Mmax
verifico il volume fornibile dalla materozza: Vmaterozza Vgetto
K
se è verificato allora ok, ho finito
se non è verificato:
- ricalcolo il volume che la materozza dovrebbe avere per
verificare il volume fornibile
- calcolo il nuovo modulo termico della materozza con volume
ricalcolato (Mm’)
- verifico che Mm’>=Mmax
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Lucidi di Tecnologia Meccanica
Processi di fabbricazione per fusione Materozze
Procedura di posizionamento della materozza
SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Per il posizionamento della materozza: • Collegare alla parte del getto con modulo termico
•  Collegare alla parte del gePo con modulo termico più elevato elevato
•  Se necessario, verificare i raggi di influenza più
• Se necessario, verificare i raggi di influenza
Materozza
attaccata a M2
Mmat
S
M2 compreso
nel raggio di
influenza della
materozza
M2
M1
R = 4S
M2 protegge
M1
S’
R = 2.5S’
R = 4S’
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Raffreddatori
Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE CONO DI RITIRO E USO può
DELLE essere
MATEROZZE • La direzione
di –solidificazione
forzata
anche
aggiungendo
elementi
ad ralta
diffusività
La direzione di solidificazione raffreddatori:
può essere forzata anche aggiungendo affreddatori: elemenJ ad alta dtermica
iffusività termica he fungono da estraPori di calore. checfungono
da
estrattori
di calore
Raffreddatore: elemento ad alta
diffusività (e.g. metallo)
getto
Anche i raffreddatori hanno un
raggio di influenza
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R = 50 mm
Nota: può essere
sommato all’effetto
estremità
Materozze e raffreddatori possono essere combinaJ per controllare la solidificazione direzionale. 25
Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Per favorire la solidificazione direzionale verso la materozza si posso inserire dei raffreddatori esterni e dei soprametalli nel gePo. Esistono diversi Jpi di materozze, che per funzionare devono comunque poter essere soggePe alla pressione atmosferica che è la forza motrice che spinge il metallo liquido verso il gePo. Materozze a cielo aperto che affiorano direPamente sulla parte superiore della forma Materozze cieche totalmente immerse nella forma In questo caso il contaPo con la pressione atmosferica va garanJto con l’uso di materiale poroso. Processi di fabbricazione per fusione SOLIDIFICAZIONE DIREZIONALE – CONO DI RITIRO E USO DELLE MATEROZZE Forme Jpiche dalle materozze Processi di fabbricazione per fusione IL SISTEMA DI COLATA Il sistema di colata è cosJtuito dall’insieme di canalizzazioni che permePono alla lega liquida di riempire la forma. Di faPo non esiste un approccio analiJco per progePare un sistema di colata, ci si basa essenzialmente sull’esperienza praJca. Infa` i fenomeni già di per se complicaJ di fluidodinamica e trasmissione del calore sono aggravaJ dalla geometria complessa e variabile della forma. Esistono alcune regole praJche: •  Riempire rapidamente la forma §  per evitare la solidificazione precoce di alcune parJ del gePo §  per minimizzare la disuniformità delle temperature all’inizio del raffreddamento, altrimenJ le considerazioni sulla solidificazione direzionale non sono più valide •  Evitare velocità eccessive del fluido nel riempimento §  la velocità genera turbolenza, questa porta aria all’interno del gePo creando porosità nel prodoPo. §  la velocità può causare erosioni delle pareJ della forma, le scorie restano nel gePo come impurità •  Evitare l’ingresso di corpi estranei §  per evitare la presenza di ulteriori impurità nel gePo Processi di fabbricazione per fusione IL SISTEMA DI COLATA Molto spesso il sistema di colata si sviluppa sul piano di divisione della forma. Gli elemenJ Jpici di un sistema di colata sono: -­‐  A) Bacino di colata: accoglie il fluido proveniente dal crogiolo rallentandolo; è inoltre dotato di filtri per evitare l’inclusione di scorie -­‐  B) Canale di colata: porta il fluido dall’esterno al piano di divisione della forma -­‐  C) Canale distributore: ha sezione generalmente trapezoidale, rallenta ulteriormente la velocità del fluido e prepara il metallo nelle varie zone di alimentazione del gePo. In alcuni casi si inseriscono ulteriori trappole ferma-­‐scoria -­‐  D) APacchi di colata: ulJmi elemenJ del sistema che portano il fluido nelle zone prescelte per l’ingresso della lega nella forma Processi di fabbricazione per fusione IL SISTEMA DI COLATA Movimentazione del fluido: Per portare il fluido all’interno della forma occorre conferire energia cineJca. Questo può essere Lucidi
faPo di
in Tecnologia
diversi modi: Sistemi di alimentaz
Meccanica
•  Colata in gravità •  Colata centrifuga •  Colata in pressione • All’interno del sistema di alimentazione il fluido deve
All’interno del sistema di alimentazione il fluido deve possedere un moto pressurizzato (ogni unad moto
pressurizzato
punto
del fluido
a
punto del flpossedere
uido deve trovarsi una pressione superiore alla (
pogni
ressione atmosferica). Il moto pressurizzato infa` evita l’inclusione alla
di aria nel gePo: atmosferica)
pressione
superiore
pressione
Moto pressurizzato
aria
fluido
Moto pressurizzato
fluido
Moto a canaletta
Moto pressurizzato
Processi di fabbricazione per fusione IL SISTEMA DI COLATA Zona di moto pressurizzato
L’aria presente esce dagli appositi sfiati
(Non permette ingresso di ulteriore aria)
Quindi il sistema di colata sia esso in pressione o in gravità, deve essere progePato in modo tale da garanJre la zona di moto pressurizzato. Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Ingegneria
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Processi di fabbricazione per fusione Lucidi di Tecnologia Meccanica
IL SISTEMA DI COLATA Sistemi di alimentazione
Tipologie di alimentazione in gravità
Tipologie di sistemi di colata Dall’alto
A pettine
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Dal basso
Sul piano di
separazione
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Processi di fabbricazione per fusione Lucidi di Tecnologia Meccanica
Sistemi di alimentazione
IL SISTEMA DI COLATA Efficienza delle tipologie di colata
Ogni sistema ha i punJ di forza e debolezza Dall’alto
Pro: il rimescolamento
uniforma la temperatura
del liquido
Contro: formazione di gocce
fredde nella parte di flusso
sottile ed esposta all’aria
Dal basso
Sul piano di separazione
Pro: no gocce fredde
Nella prima fase si
comporta come una
colata dall’alto, nella
seconda fase come una
colata dal basso
Contro: il poco
rimescolamento provoca
disuniformità di
temperatura
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Processi di fabbricazione per fusione Sistemi di alim
Lucidi di Tecnologia Meccanica
Componenti di un sistema di alimentazion
alimentazio
IL SISTEMA DI COLATA I vari componenJ del sistema di colata possono essere disposJ come illustrato in figura per gravità, pressurizzato, sul piano di separazio
separazi
Superficie superiore semiforma
Bacino di colata
piano di separazione
canale di colata
canale di
distribuzione
attacco di colata
getto
Processi di fabbricazione per fusione IL SISTEMA DI COLATA Dimensionamento del sistema di colata Per il dimensionamento del sistema di colata, occorre tenere in considerazione diversi faPori: •  Calcolo del tempo criJco di solidificazione •  Calcolo del tempo di riempimento •  Calcolo del volume totale da riempire •  Calcolo della portata •  Dimensionamento della sezione terminale del canale di colata •  Dimensionamento delle sezioni intermedie del canale di colata •  Dimensionamento del canale di distribuzione •  Dimensionamento degli aPacchi di colata Processi di fabbricazione per fusione Lucidi di Tecnologia Meccanica
Sistemi di alimentazione
Tempo
critico
di
solidificazione
Calcolo del tempo criJco di solidificazione IL SISTEMA DI COLATA Tempo criJco di solidificazione = tempo di inizio solidificazione Tempo critico
che trascorre dall’istante dell’inizio i colata adi
ll’istante in csolidificazione
ui il liquido inizia a Tempo
di solidificazione
= dtempo
inizio
solidificare empo
che trascorre dall’istante dell’inizio di colata all’istante in cui il
quido inizia a solidificare
tc
G = peso del getto espresso in kg.
Comprende anche eventuali materozze
3.2 G
0.4 S = spessore medio del getto
tc
0.32 S G
tc
(formula di trenkle)
Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Ingegneria
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Processi di fabbricazione per fusione Sistemi di alimentaz
Lucidi di Tecnologia Meccanica
IL SISTEMA DI COLATA Calcolo del tempo criJco di solidificazione Formula di Trenkle Formula di Trenkle
tc
C
c
h
V
S
4
C
1c1
1
2
1
h2 2c2
2
c
0.85 fattore di riduzione
peso specifico (1=getto, 2=forma)
calore specifico (1=getto, 2=forma)
diffusività termica (1=getto, 2=forma)
temperatura (c=colata, l=liquidus)
volume
superficie
fattore di forma
1
2
2
V
S
2
Processi di fabbricazione per fusione Tempo di riempimento
IL SISTEMA DI COLATA Calcolo del tempo di riempimento tr
Lucidi di Tecnologia Meccanica
k tc
k<1
Sistemi di alimentazione
Volume totale da riempire
Ad esempio: k=0.7
Calcolo del volume totale da riempire Vtot
V pezzo Vmaterozze
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Processi di fabbricazione per fusione Sistemi di alimentazione
Lucidi di Tecnologia Meccanica
IL SISTEMA DI COLATA Calcolo della portata Sistemi di alimentazione
ne terminale del
one
olata
Calcolo della portata
Lucidi di Tecnologia Meccanica
Dimensionamento
sezion
Vtot Q tr
canale di col
V
Q
tot
tr
v
2
gh
tc
Dimensionamento della sezione terminale del canale di colata Nelle ipotesi di fluido incomprimibile, in mdioto stazionario privo di severe turbolenze 18
Università
degli Studi di Perugia – Facoltà
Ingegneria
(Re<20000) si può dimostrare che la sezione terminale del canale di colata può essere tc
tc
Includendo le perdite di carico:
dimensionata secondo la seguente equazione: Q
Atc
v
A
Q
vtc
In cui: vtc
c 1
25
c
2 gh
Processi di fabbricazione per fusione IL SISTEMA DI COLATA Dimensionamento della sezione terminale del canale di colata Le condizioni precedentemente elencate possono essere garanJte con un apposito di Sistemibdiacino alimentazione
Lucidi di Meccanica
Tecnologia Meccanica
Sistemi di alimentazione
Lucidi di Tecnologia
colata: Premessa
- bacino
di colata
Premessa
- bacino
di colata
1. entra
Il liquido
1. Il liquido
in entra in
caduta
libera nel bacino
caduta libera
nel bacino
3. Il liquido si 3.
“stabilizza”
Il liquido si “stabilizza”
all’interno delall’interno
bacino
del bacino
4. Filtri bloccano impurità e
4. Filtri bloccano impurità e
prodotti della ossidazione
prodotti della ossidazione
2. L’impatto del liquido
in caduta libera
viene del liquido
2. L’impatto
attutito in caduta libera viene
attutito
5. Il liquido accelera per effetto
5. Il liquido
della gravità all’interno
delaccelera
canale per effetto
di colata
della gravità all’interno del canale
di colata
Processi di fabbricazione per fusione Sistemi di alimentazion
Lucidi di Tecnologia Meccanica
IL SISTEMA DI COLATA Dimensionamento sezioni intermedie del
canale di colata
Dimensionamento delle sezioni intermedie del canale di colata Le sezioni intermedie vanno dimensionate tenendo conto della conJnuità del fluido 1
h2
2
3
h3
v2
2 gh2
v3
2 gh3
A2 v2
A3v3
A2 2 gh2
A2
A3
2 gh3
2 gh2
A3 2 gh3
h3
h2
Processi di fabbricazione per fusione Sistemi di alimentazione
Lucidi di Tecnologia Meccanica
IL SISTEMA DI COLATA Dimensionamento canale di distribuzione
Dimensionamento del canale di distribuzione Anche in questo caso occorre tenere conto della conJnuità del flusso A valle di questo punto non è più importante
che il moto sia pressurizzato
canale di
distribuzione
Atc
Si utilizza soltanto
l’equazione di continuità
Ad
Ad
Esempio: canale di distribuzione a due
ramificazioni
attacco di colata
Atc vtc
2 Ad vd
Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Ingegneria
In genere il canale di
distribuzione si dimensiona in
modo da rallentare il fluido
27
Sistemi di alimen
Lucidi di Tecnologia Meccanica
Processi di fabbricazione per fusione alimentazione
Dimensionamento attacchiSistemi
didicolata
Lucidi
di Tecnologia
Meccanica
IL SISTEMA DI COLATA Dimensionamento degli aPacchi Dimensionamento attacchi di colata
Anche qui si utilizza soltanto
l’equazione di continuità
canale di
colata
canale di
distribuzione
nale di
tribuzione
Aa va
Ad
Atc
A
attacco di colatad
attacco di colata
Ad vd
Aa
Aa
Tipica soluzione adottata:
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Atc : Ad : Aa
4 : 8 :1
Processi di fabbricazione per fusione Lucidi
di Tecnologia
Meccanica
Sistemi di alimentazione
Verifica di turbolenza
IL SISTEMA DI COLATA Verifica della turbolenza e nel
canale di colata si verifica turbolenza, l’equazione di Bernoulli non è più valida, non
riesce
a cgarantire
moto
e non
si riesce ad
l’ingresso
di aria
Se nel anale di cil
olata si vpressurizzato
erifica turbolenza, l’equazione di Bimpedire
ernoulli non è più valida, non si riesce a garanJre il moto pressurizzato e non si riesce ad impedire l’ingresso di aria. La presenza
di turbolenza si verifica calcolando
La presenza di turbolenza si verifica calcolando il numero di Reynolds nella sezione più l numero
di Reynolds
nella sezione
più esposta
esposta a questo a questo
rischio
(Atc) rischio (Atc) Re
vtc Dtc
Il moto turbolento si verifica per Re>4000. Aitcn esame è sufficiente verificare che Per il dimensionamento non ci sia severa turbolenza (verificare che Re<20.000) Se Re>20000 si può agire su velocità e diametro idraulico. Il moto
turbolento si verifica per Re>4000.
Si può diminuire h. Ma aPenzione all’ingombro della materozza e del gePo. PerSi il pdimensionamento
in esame
è sufficiente
uò diminuire la sezione terminale, ma bisogna fare aPenzione alla diminuzione della verificare
ci sia severa
turbolenza
portata che
e al non
conseguente aumento del tempo di riempimento. Occorre valutare che questo (verificare
che Re<20.000)
nuovo tempo di riempimento sia compaJbile con il tempo criJco di solidificazione. Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Ingegneria
30
Tecniche di fusione in forma transitoria Il caposJpite dei processi in forma transitoria è la formatura in terra naturale, in cui il materiale di formatura è terra naturale cosJtuita da silice (il refraPario) e argilla (legante). Nell’industria moderna questa tecnica è stata abbandonata a causa della difficolta di mantenere costanJ le caraPerisJche tecniche della forma. La qualità della terra è soggePa a variazioni legate alla sua estrazione. Il materiale da formatura nei processi in forma transitoria è comunque cosJtuito da: -­‐  Silice granulare che ha la funzione di refraPario -­‐  Un legante, argilloso o di altro Jpo, che garanJsce la coesione della forma -­‐  AddiJvi che servono a correggere alcune caraPerisJche del materiale di formatura Le principali caraPerisJche tecnologiche dei materiali da formatura sono: -­‐  RefraParietà -­‐  Coesione -­‐  Permeabilità -­‐  Scorrevolezza (capacità di copiare bene la forma del modello soPo azioni esterne – compressione, vibrazioni, ecc.) -­‐  Sgretolabilità Tecniche di fusione in forma transitoria I processi in forma transitoria si differenziano essenzialmente per il Jpo di legante uJlizzato nel materiale da formatura. Questo influenza anche le leghe uJlizzabili nel processo. Il Jpo di legante determina anche il processo uJlizzato per l’indurimento. -­‐  Meccanico: compressione e vibrazioni -­‐  Chimico: basato su reazioni chimiche -­‐  Termico: basato sul riscaldamento del legante Ad ogni procedimento di indurimento sono associaJ diverse tecniche di processo Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA IN TERRA SINTETICA Il legante uJlizzato in questo processo è la BENTONITE una argilla in cui il componente a`vo è la MONTMORILLONITE. Il legante varia da un 4% a un 10% nella formulazione della terra. Gli addiJvi Jpici sono: -­‐  Amido: per rendere la terra più plasJca -­‐  Farina di cereali: per minimizzare dife` della forma -­‐  Pece macinata: tende a controllare possibili reazioni del metallo con La formatura si basa su azioni di compressione (in pressa) e vibrazione la forma Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA IN TERRA SINTETICA Questo processo si può applicare a metalli ferrosi e non. Generalmente non si producono con questa tecnica pezzi con un peso complessivo superiore a 100 – 150 kg Il gePo è caraPerizzato da bassa qualità superficiale e bassa precisione dimensionale FORMATURA IN FOSSA Si può eseguire con gli stessi materiali della formatura in terra sinteJca oppure con terre con legante ad indurimento chimico. La forma viene ricavata direPamente nel pavimento che viene scavato (fossa) appositamente per questo. Il processo non fa uso di nessuna staffa di supporto per la forma. La preparazione della forma avviene manualmente, e fa uso di modelli. Generalmente questo processo si applica a pezzi molto grandi (fino a 100 Ton), quindi si usa scomporre la forma in diversi tasselli come in puzzle tridimensionale. Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA IN FOSSA Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA AL CO2 Legante cosJtuito da Silicato di Sodio o vetro sulubile (al 3-­‐7%) Il processo si basa sulla seguente reazione chimica Che porta alla formazione di carbonato di sodio e silice amorfa che provoca il consolidamento della massa. AddiJvi Jpici sono resine fenoliche ed ureiche che facilitano la disgregazione e il compaPamento Si usa per leghe non ferrose fino a ge` di grandi dimensioni (100 Ton). Buona finitura superficiale e precisione dimensinale Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA IN SABBIA CEMENTO Il legante è cosJtuito da cemento e acqua. L’indurimento avviene con le Jpiche reazioni di idratazione dei materiali cemenJzi. Per i modelli su usa spesso il polisJrolo. La conducibilità termica della forma è molto buona. Scarsa precisione dimensionale e finitura superficiale Pezzi tra 1kg e 30 Ton Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA IN COLD-­‐BOX L’indurimento della forma avviene a freddo grazie alla reazione di cura di una resina termoindurente. Il catalizzatore è generalmente un gas. Processo Ashland: Resina formofenolica e poli-­‐isocianato; i catalizzatori sono trieJlammina e dieJlammina. Buona finitura e precisione Ge` da 1 a 100kg Processo SO2 Resina fenolica o furanica con un perossido (MEK – meJleJlchetone) Indurente SO2 e acqua Ge` fino a 40Ton Buona precisione e finitura Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA SHELL-­‐MOLDING Il legante è resina fenolica (2-­‐4%) che avvolge la silice con uno spessore so`lissimo. Si può avere sabbia prerivesJta. La sabbia prerivesJta viene spruzzata sul modello che a sua volta viene portato in temperatura in modo da indurire la forma. Le forme sono cosJtuite generalmente da due gusci. La caraPerisJca principale è una notevole permeabilità della forma che rende praJcamente assenJ dife` di soffiatura. Per contro si possono eseguire piccoli ge`, max 30kg, con una buona precisione dimensionale e finitura superficiale. Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA MICROFUSIONE Applicazione industriale del metodo a cera persa. Realizzazione dei modelli in cera tramite iniezione in conchiglia. Il vantaggio è che non ci sono problemi di soPosquadri, angoli di sformo, complessità geometriche ecc. I modelli si assemblano a formare grappoli di modelli A questo punto esistono due possibilità. Preparazione di una miscela refraParia a base di zirconia molto fine legata con eJlsilicato. Si versa la miscela intorno al grappolo e si favorisce la sua adesione con azioni di vibrazione. Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA MICROFUSIONE Si indurisce la forma in temperatura che implica l’estrazione della cera (diventa liquida e defluisce dalla forma. Nel secondo approccio il grappolo viene immerso in una vasca contenente materiale ceramico. Quando ancora il materiale ceramico è allo stato liquido vengono spruzzate parJcelle refraParie. Si ripete il ciclo fino al raggiungimento dello spessore desiderato per il guscio Segue coPura del guscio ed eliminazione della cera Tecniche di fusione in forma transitoria FORMATURA MICROFUSIONE Metodo applicabile ad ogni Jpo di lega. Occorre considerare nel dimensionamento del modello il doppio riJro di cera e metallo Di solito molto impiegato per piccoli ge` (5kg) Buonissimo livello di precisione dimensionale. PROCESSO POLICAST Fa uso di sola sabbia come materiale per la formatura Il modello è in polisJrolo rivesJto con una vernice refraParia Il polisJrolo pirolizza per effePo della colata di metallo fuso, la vernice refraParia fa si che la forma venga mantenuta e la sabbia non si sgretoli in fase di colata. Generalmente si fa uso di grappoli di modelli. Per favorire la formatura si fa uso di vibrazione della sabbia. I modelli sono a perdere (cosJ legaJ a questo) la sabbia invece è riciclabile completamente. Molto uJlizzato per componenJ in ghisa