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LA GUERRA IMPERIALISTA IN UCRAINA
La guerra in Ucraina non si è fermata. Formalmente è ancora in vigore la tregua firmata lo scorso
12 febbraio 2015 a Minsk, ma di fatto i bombardamenti continuano ogni giorno (500 colpi di
artiglieria pesante a settimana secondo osservatori dell'OCSE)1, nel silenzio assordante dei nostri
media, che non sembrano più interessati ad un conflitto che, inserito in una dinamica più globale, ha
spinto addirittura papa Bergoglio a parlare di “terza guerra mondiale” in atto2. E mentre gli USA
inviano truppe ed armi nei paesi Baltici è quasi unanime il coro occidentale a condannare il satrapo,
il tiranno, il sanguinario Putin, reo secondo alcuni addirittura di voler ricostituire l'Unione Sovietica
e ripiombare il mondo in una nuova guerra fredda3. Ma è davvero così? L'analisi precisa della
situazione mostra una realtà molto diversa, di gran lunga più complessa. I fatti provano che
attraverso il controllo serrato dell'informazione l'Occidente ha costruito un'enorme mistificazione
della realtà, arrivando a ribaltarla completamente. Senza la pretesa di essere esaurienti
nell'esposizione degli eventi4 (rimandando per gli approfondimenti alle note) proviamo ad
analizzare come sono stati presentati agli italiani gli eventi ucraini.
A) MISTIFICAZIONE DELLA REALTÀ E RIBALTAMENTO DEI FATTI
1) IN BILICO TRA RUSSIA ED UE
Tutto ha inizio sul finire del 2013. Il presidente ucraino Yanukovich e il suo governo si trovano ad
un bivio: devono sostanzialmente scegliere la direzione strategica da far prendere al proprio Paese:
da una parte l'integrazione con l'Unione Europea, dall'altra la collaborazione storica con la Russia.
Tra il 30 novembre e il 17 dicembre Yanukovich rifiuta la proposta europea, impostata
sostanzialmente sulle ricette tipicamente liberiste, e accoglie invece l'accordo con Putin, più
vantaggioso economicamente5. Apriti cielo. Yanukovich viene dipinto immediatamente come un
dittatore che si oppone ai diritti, alla libertà e alla democrazia garantiti dall'Unione Europea.
Yanukovich sicuramente non è Lenin né un santo, ma è quantomeno difficile definirlo un dittatore,
in quanto regolarmente eletto nelle elezioni del 2010, riconosciute dall'OCSE come “elezioni
trasparenti”6. Godendo di una maggioranza strutturata in particolare sul consenso delle regioni
orientali (quelle più “russofone”) governa un Paese cercando di mantenere una posizione di
equilibrio tra UE e Russia, sfruttando pragmaticamente la rivalità crescente tra le due aree
geopolitiche per trarne il massimo vantaggio economico; è ben consapevole inoltre della difficoltà
di poter orientare nettamente in una precisa direzione strategica un Paese spaccato in due non solo
politicamente ma anche culturalmente (ad ovest gli ucraini simpatizzanti della Tymoshenko, ad est
le componenti russe e/o filorusse).
2) LE PROTESTE DI EUROMAIDAN E IL RUOLO DEI NAZIFASCISTI
La decisione di rimanere sotto l'alveo di Mosca porta all'esplosione di alcune manifestazioni di
protesta (ribattezzate Euromaidan) che i nostri media hanno subito presentato come non-violente,
popolari, di massa e diffuse in tutta Ucraina. Mobilitazioni che sarebbero state ingiustificatamente
represse con la forza e con l'utilizzo dei cecchini... In realtà tali manifestazioni degenerano spesso e
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http://www.dirittiglobali.it/2015/08/ucraina-la-guerra-nascosta/
http://www.repubblica.it/esteri/2014/08/18/news/papa_francesco_terza_guerra_mondiale_kurdistan-94038973/
http://www.polisblog.it/post/352101/nuova-guerra-fredda-usa-armi-pesanti-paesi-baltici-russia, oltre a
http://www.corriere.it/esteri/14_settembre_13/putin-vuole-tutta-l-ucraina-ricreare-l-unione-sovietica-3778bdfe3b31-11e4-9b9b-3ef80c141cfc.shtml?refresh_ce-cp
Per una conoscenza dei quali rimandiamo a http://www.cnj.it/documentazione/ucraina.htm, da confrontare
criticamente con le informazioni trovate su pagine generaliste come quelle di wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_della_Crimea_del_2014 e
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_dell'Ucraina_orientale_del_2014
http://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/ucraina-russia-europa-gas-bailout-proteste-maidan/
http://www.repubblica.it/esteri/2010/02/08/news/ucraina_8_febbraio-2224351/
volentieri nella truce violenza7, il che comporta inevitabilmente una reazione delle forze dell'ordine.
In esse emerge con forza il ruolo giocato dai nazifascisti (in particolar modo dai partiti Svoboda e
Pravy Sector, descritti come i corrispondenti ideologici degli italiani Forza Nuova e Casa Pound),
che caratterizzano i movimenti in chiave esplicitamente anticomunista, contro il ruolo di
pacificazione giocato dal Partito Comunista Ucraino. Le proteste inoltre sono localizzate
principalmente nell'ovest del Paese, ossia nella zona ucraina più filo-occidentale che aveva dato la
maggioranza relativa alla Tymoshenko. Per quanto riguarda i cecchini è altamente probabile che
fossero in realtà paramilitari di Euromaidan. Tale sconcertante verità emerge infatti
dall'intercettazione di un dialogo tra Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la Politica Estera e
Difesa dell'UE, e Urmas Paet, ministro degli esteri dell'Estonia8. Fu insomma architettata una
strategia della tensione per far ricadere le colpe sul governo e screditarlo agli occhi dell'opinione
pubblica e del mondo intero. Un inganno che sul momento è servito a simpatizzare per la causa
degli “oppressi” ma che ha avuto il prezzo carissimo di 94 morti e oltre 900 feriti.
3) RIVOLUZIONE O GOLPE?
La strategia funziona perfettamente, tanto che i media possono alfine esultare per la cacciata del
“dittatore” e per “l'avvento della democrazia”, omettendo però di ricordare che in questo clima di
tensione, la fuga di Yanukovich (avvenuta il 22 febbraio 2014) avviene senza aver dato dimissioni
formali, tanto da rendere problematico definire il cambio di governo successivo come legittimo. In
questi casi c'è chi parla di rivoluzione e chi di golpe. Difficile però parlare di rivoluzione per un
governo che vede tra i suoi membri oligarchi e nazifascisti, favorendo una repressione di massa dei
comunisti (fino alla loro completa messa fuorilegge)9 e agli ebrei10 mentre si discute di togliere
diritti e autonomie alle regioni in cui la maggioranza demografica è composta dalle popolazioni
russe.
4) DALLA CRIMEA ALLE REPUBBLICHE POPOLARI DEL DONBASS
Proprio queste regioni sono quelle che decidono di opporsi più duramente al nuovo regime,
avviando inizialmente pratiche pacifiche ed istituzionali. È il caso del referendum secessionista
della Crimea, svoltosi il 16 marzo 2014 e giudicato subito come illegittimo, anzi come una manovra
imperialista di Putin, condannato come aggressore, terrorista e dittatore che bisogna punire al più
presto con sanzioni severe. C'è da chiedersi come un giorno si possa parlare di rivoluzione e il
giorno dopo condannare come antidemocratico un referendum che ha visto un'affluenza del 90%
della popolazione e che ha dato come responso un 96% favorevole al ritorno della regione alla
Russia. Si parla di ritorno perché la Crimea è storicamente una regione russa, donata da Chruscev
alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nel 1954. Non c'è dubbio però che a pesare nella scelta
del popolo di Crimea siano state anche considerazioni materiali e ideali: promesse di miglioramenti
dei salari e delle pensioni, di introduzione del TFR e di garanzia della tutela della regione come
stato laico, multietnico, multireligioso e antifascista. Tutto il contrario insomma di quel che offre il
governo degli oligarchi ucraini. Stimolati dall'esempio della Crimea presto si ribellano anche le
regioni del Donbass, segnando la nascita delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk
(successivamente riunitesi nella “Unione delle Repubbliche Popolari di Novorossija”)11 sostenute da
un moto di resistenza popolare in cui i comunisti sono in prima linea (tra loro anche il comandante
Mozgovoj, che verrà ucciso il 23 maggio 2015), riuscendo a far approvare anche importanti
richiami filosovietici nelle costituzioni provvisorie che vengono adottate. In questo contesto è
innegabile che Putin abbia manovrato diplomaticamente e militarmente per favorire e fomentare tali
rivolte. È normale d'altronde che non potesse accettare passivamente un colpo di stato teso ad
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http://www.lindro.it/ucraina-violenza-sulla-piazza/
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/telefonata-urmas-paet-e-catherine-ashton-998883.html
http://contropiano.org/articoli/item/22389, oltre a http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/24352-avviate-inucraina-le-procedure-per-la-messa-al-bando-dei-comunisti.html
10 http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/ucraina_sinagoga_attaccatta_bottiglie_incendiarie/notizie/644
073.shtml
11 http://www.lintellettualedissidente.it/rassegna-stampa/cose-la-novorossija/
introdurre a pochi chilometri da Mosca un governo comprendente membri nazisti e totalmente
asservito all'UE e alla NATO. Chomsky ha spiegato perfettamente il concetto: è come se il Patto di
Varsavia fosse stato allargato al Sud America e fosse oggi in trattativa con Messico e Canada12.
Come reagirebbero gli USA?
5) CRIMINI DI GUERRA E STRAGE DI ODESSA
Quel che nasce dopo è storia nota: una guerra cruenta dovuta alla volontà del nuovo governo
ucraino di prevenire nuovi atti secessionisti. I nostri media si guardano bene però dal descrivere nel
dettaglio il sanguinoso conflitto, attribuendo violenze bipartisan anche ad atti di particolare ferocia
su cui la responsabilità è fin da subito chiara. Il caso più clamoroso è l'efferato massacro di Odessa
del 2 maggio 201413, nel quale muore anche il giovane comunista Vadim Papura (diventato un
simbolo della repressione)14 di cui sono disponibili svariate immagine sul web che mostrano la
crudeltà sadica degli assassini nazifascisti; non mancano testimonianze sul fatto che i maggiori
crimini li abbiano compiuti le forze dell'esercito ucraino che non esitano ad usare bombe cluster,
fosforo bianco e truppe paramilitari naziste. Violenze tali che non sono mancati molteplici casi di
insubordinazione e diserzione di massa tra i soldati ucraini, incapaci di capire il senso del
conflitto15. Ancora non si è fatta chiarezza invece sulla responsabilità dell'abbattimento del volo
aereo Malaysia Airlines 17, con un rimpallo di accuse tra ucraini e russi16.
6) INTERVENTISMO RUSSO O PIANIFICAZIONE OCCIDENTALE?
In particolare è stato dato ampio risalto mediatico all'interventismo di Putin e della Russia nelle
vicende militari, oltre che in quelle politiche, su tutta la guerra civile ucraina. Si è parlato molto
meno però dell'interventismo occidentale su tutta la vicenda, nonché delle pesanti responsabilità
dell'UE e degli USA per l'inasprimento del conflitto. Eppure fin dall'inizio le manifestazioni di
Euromaidan sono state fomentate e incentivate dalla presenza attiva a Kiev di vari statisti
occidentali, tra cui spicca la presenza del senatore repubblicano statunitense Joseph McCain, più
volte sul palco insieme a Oleh Tyahnybok, leader della formazione neonazista Svoboda. Victoria
Nuland, portavoce del dipartimento di Stato USA, ha presenziato a diversi incontri con esponenti
politici golpisti. Non sono mancate posizioni di sostegno ai golpisti da parte del presidente del
Parlamento Europeo Martin Schulz17, seguito a ruota anche da Mario Pittella, capogruppo
parlamentare dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (eletto tra le file del PD).
Questo interventismo politico incondizionato affonda le radici su una preparazione meticolosa del
golpe durata anni. È stato accertato che le “squadracce” neonaziste che hanno imperversato a Kiev
sono state addestrate nei campi NATO dell'Estonia almeno dal 200618. La già citata Victoria Noland
dichiarò pubblicamente già nel dicembre 2013 che gli USA avevano investito 5 miliardi di dollari
nelle vicende ucraine19. A chiudere i sospetti e dare garanzie di verità è un'intercettazione rivelata da
Wikileaks che conferma come il golpe sia stato orchestrato almeno dal 2010. In una telefonata
Viktor Pynzenyk (ex ministro delle finanze e ora parlamentare membro del partito Oudar che fa
capo a Vitali Klitschko) spiegava all'ambasciatore americano la lunga serie di misure antisociali
(privatizzazioni, riforme pensioni, aumento prezzi risorse energetiche, diminuzione stato sociale,
ecc.) che erano disponibili a concedere per l'ingresso nell'UE20.
12 http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=11284
13 http://www.huffingtonpost.it/daniele-scalea/strage-odessa-censura_b_5262168.html,
http://www.panorama.it/news/oltrefrontiera/strage-odessa-ucraina/
14 http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/24033-vadim-papura-giovane-comunista-vittima-del-massacrofascista-di-odessa.html
15 http://www.panorama.it/news/oltrefrontiera/diserzioni-nell-esercito-ucraino-in-400-sconfinano-in-russia/
16 Per una panoramica si può guardare https://it.wikipedia.org/wiki/Volo_Malaysia_Airlines_17
17 http://ilmanifesto.info/schulz-si-trattiamo-anche-con-svoboda/
18 http://www.voltairenet.org/article182070.html
19 http://www.secoloditalia.it/2014/03/gli-usa-dinanzi-alla-crisi-ucraina-le-gaffe-di-victoria-nuland-il-realismo-dihenry-kissinger/
20 Il cablo originale qui: https://wikileaks.org/plusd/cables/10KYIV278_a.html, per una traduzione in italiano:
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2014/02/28/come-ti-sistemo-lucraina/
B) LA STRATEGIA DELLA TENSIONE VERSO LA RUSSIA E L'UCRAINA
1) DAL MONDO UNIPOLARE ALL'ATTIVISMO DEI BRICS: IL CASO SIRIANO
La nostra epoca è caratterizzata dal passaggio dal mondo unipolare, egemonizzato dagli USA, ad un
mondo multipolare, in cui emerge l'ascesa economica e politica dei BRICS, tra i quali spiccano i
colossi della Cina e della Russia21. Al momento è senz'altro quest'ultima, in quanto seconda potenza
nucleare mondiale, l'ostacolo maggiore all'interventismo militare messo in atto dagli USA e dalla
NATO per reagire al proprio declino economico internazionale. Se oggi la Siria è devastata dalla
furia terroristica dell'ISIS occorre ricordare che il conflitto siriano nasce da più lontano, cioè dalla
volontà statunitense di eliminare il governo di Assad, reo, come quello di Gheddafi in Libia, di non
inchinarsi ubbidiente agli interessi imperialistici occidentali. È noto ormai che gli statunitensi
abbiano appoggiato ed armato le variegate opposizioni al governo siriano, fomentando lo scoppio di
una guerra civile in cui alla fine ha visto prevalere la fazione islamica più estremistica22. Ad opporsi
con il veto, nell'estate del 2013, ad un intervento armato americano che sostenesse i ribelli siriani,
sono in seno all'ONU proprio Cina e Russia, con Putin particolarmente agguerrito nel minacciare un
sostegno militare aperto alla Siria nel caso di un intervento diretto occidentale23. È probabile che
anche quegli eventi abbiano accelerato la volontà di accelerare l'offensiva imperialista sul fronte
ucraino, precipitando il Paese nell'attuale conflitto. Inoltre è quanto meno sospetto che, dopo una
serie di neanche troppo velate minacce giunte dall'Arabia Saudita a Putin per le posizioni sostenute
sulla Siria24, il 29 e 30 dicembre 2013 si verifichino due attentati terroristici ceceni a Volgograd che
fanno oltre una trentina di morti25.
2) LA DEMONIZZAZIONE DELLA RUSSIA DI PUTIN: LA LEGGE “ANTI-GAY”
In contemporanea a questi eventi va avanti sui media nostrani la demonizzazione della Russia di
Putin, giocando strumentalmente soprattutto sulla questione dei diritti LGBTQI. Si dà grande
rilevanza alle azioni dei collettivi femministi delle FEMEN, strettamente legate alle organizzazioni
riconducibili al miliardario americano George Soros, e pronte a schierarsi a fianco degli squadristi
nazisti a Kiev26. Che in Russia sia stata approvata una legge più che discutibile contro i gay è un
fatto incontestabile, ma occorrerebbe riflettere sulle esagerazioni con cui sono stati presentati tali
provvedimenti in Italia, se si pensa che perfino Nikolay Alexeyev, gay e attivista LGBT, a capo
dell’organizzazione gayrussia.ru, ha capito la strumentalizzazione in atto, invitando ad abbassare i
toni27. D'altronde pochi ricordano che fino al 2003 in diversi stati statunitensi la sodomia era punita
con pene che potevano arrivare fino a 5 anni di prigione28; né tanto meno che il governatore dello
Stato dell’Indiana, Mike Pence, nel marzo 2015 ha firmato una legge sulla libertà di religione che
consente ai gestori di esercizi commerciali di non servire gli omosessuali senza incorrere
nell’accusa di discriminazione29. La tanto discussa legge “anti-gay” della Russia (dove in realtà
21 Lo confermano sia le analisi di lungo periodo che quelle che fotografano l'istantanea attuale, come conferma ad
esempio: http://www.lacittafutura.it/economia/i-flussi-mondiali-di-investimenti-un-istantanea-del-capitalismocontemporaneo.html
22 Bastino a riguardo i seguenti articoli: http://popoffquotidiano.it/2014/08/11/hillary-clinton-lisil-e-roba-nostra-ma-cie-sfuggito-di-mano/, e http://popoffquotidiano.it/2014/11/12/mccain-ammette-sono-in-contatto-permanente-conlisis-video/
23 http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-06/siria-cina-russia-contro-074406.shtml?
uuid=AbA0QqTI&refresh_ce=1,
http://it.rbth.com/mondo/2013/09/11/perche_la_russia_e_contro_la_guerra_in_siria_26503.html
24 http://www.associazionelatorre.com/2013/08/la-russia-sotto-ricatto-terroristico-dellarabia-saudita/ e
http://news.you-ng.it/2013/08/31/il-ricatto-segreto-putin-parte-del-qatar-dellarabia-saudita-la-caduta-del-regimeassad/
25 http://www.europaquotidiano.it/2014/01/19/le-olimpiadi-di-sochi-e-la-syria-connection-degli-attentati-in-russia/
26 https://aurorasito.wordpress.com/2014/01/24/la-femen-legate-allestrema-destra-ucraina-e-ai-think-tank-degli-usa/, o
anche https://ilcomunistaonline.wordpress.com/2014/05/19/femen-e-nazisti-ucraini-uniti-nella-lotta/
27 http://www.tempi.it/russia-gay-putin-legge-omofobia-alexeyev-boicottaggio-sochi-lgbt#.Vdsyt7Oli1E
28 https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_LGBT_negli_Stati_Uniti_d'America
29 http://www.secoloditalia.it/2015/03/usa-dellindiana-adotta-legge-contro-i-gay-negozi/
l'omosessualità è legale dal 1993) prevede in realtà “solo” il divieto di propaganda di omosessualità
tra i minori30. Una legge più che discutibile certo, ma che non sembra così tanto meno arretrata se
confrontata con le situazioni presenti in tanti altri paesi occidentali o alleati dell'Occidente (basti
pensare alle quotidiane esternazioni della Chiesa cattolica nostrana contro i gay, oppure alla
situazione dell'Arabia Saudita).
3) IL RITRATTO DELLA POLITICA UCRAINA
L'accentuazione delle campagne mediatiche tese a demonizzare Putin era stata “saggiamente”
anticipata dalla preparazione dell'opinione pubblica verso la delegittimazione di Yanukovich, con
procedimenti abbastanza similari. In questo caso erano stati molto utili la campagna animalista di
boicottaggio degli europei di calcio del 2012, contro un fantomatico sterminio di cani randagi
(inesistente) e la costante campagna per i diritti umani dell'ex premier Yulia Timoshenko, arrestata
per truffa ma spacciata per prigioniera politica malandata. La stessa Timoshenko sarebbe stata
pizzicata nel marzo 2014 in un'intercettazione in cui proponeva di risolvere il problema degli 8
milioni di russi in Ucraina bombardandoli con l'arsenale nucleare31… Soltanto due settimane prima
di tale scandalo la Timoshenko era stata ricevuta dalla presidente della Camera Boldrini che aveva
speso parole di miele per la sua “determinazione ed il coraggio”:
“In un momento così drammatico per il suo Paese, questa giovane donna dimostra come ci si possa
battere per un ideale in maniera ferma, ma composta. Yevhenia Tymoshenko ed i giovani in piazza a
Kiev ricordano a tutti noi - cittadini europei tra i quali crescono l'euroscetticismo ed il distacco dalla
vita politica - che il progetto europeo è capace di suscitare grande entusiasmo e di mobilitare masse
che nell'Unione Europea vedono una prospettiva di diritti e sviluppo.”32
Sul momento però entrambi i fattori sono stati perfettamente funzionali a creare un orientamento
negativo della situazione politica ucraina nell'opinione pubblica occidentale.
C) IL CONTROLLO IMPERIALISTA SULL'INFORMAZIONE
Una domanda a questo punto sorge spontanea: com'è stato possibile manovrare a tal punto
l'informazione sui fatti in questione, scegliendo con molta cura le notizie da far circolare su
telegiornali e giornali? La Repubblica Italiana non è forse uno dei baluardi della libertà
d'informazione? In realtà non proprio, dato che secondo Freedom House, ONG legata peraltro
all'intellighenzia americana, siamo al 65° posto nel mondo (su 199 stati), nonché al 30° in Europa
(su 42). Lo storico dirigente del PCI Pietro Secchia ricordava che “la stampa è un potente strumento
di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo
con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi
illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica.”
Occorrere quindi ricordare un paio di dati: il primo è la splendida indagine di Salvatore Vicario
sullo stato della comunicazione e dell'informazione italiana; in tale inchiesta l'autore mostra il
sostanziale stato di monopolio presente in Italia, dove il grande Capitale è in grado non solo di
dettare quella che in sociologia si chiama l'agenda setting33 (ossia ciò che “fa notizia”), ma anche i
contenuti stessi delle notizie34. Il secondo aspetto da tenere in considerazione è quello delle
statistiche che mostrano come in Italia il fenomeno dell'analfabetismo disfunzionale (da cui è
strettamente consequenziale l'analfabetismo politico) raggiunga picchi esorbitanti, rendendo
estremamente semplice ingannare o manipolare l'opinione di milioni di italiani, specie quando
questi non mostrano particolare interesse a fatti di politica estera di cui non vedono implicazioni
immediate per le loro vite35. Questi fattori spiegano assai bene come sia stato possibile mascherare a
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https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_LGBT_in_Russia
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/timoshenko-voglio-lanciare-latomica-sugli-8-milioni-russi-1004723.html
http://presidente.camera.it/20?shadow_comunicatostampa=7808
Per approfondire: http://www.lacomunicazione.it/voce/agenda-setting/
L'analisi di Vicario, intitolata “I monopoli della comunicazione e la libertà di stampa nel capitalismo” è disponibile
qui: http://www.resistenze.org/sito/te/cu/li/culiee08-014455.htm
35 Si consiglia a riguardo:
lungo quello che è stato un perfetto esempio di aggressione imperialista occidentale in una
“rivoluzione di popolo”.
D) LE RAGIONI DELL'AGGRESSIONE ALL'UCRAINA
Perché gli USA si sono incaponiti sullo scenario ucraino? Si potrebbe ricordare la teoria leninista
secondo cui l'imperialismo tende naturalmente all'aggressività e all'espansionismo politico-militare,
ma concretamente possiamo attualizzare questa massima presentando i tre punti seguenti.
1) IL BRIGANTAGGIO DELL'EST EUROPA EX-SOCIALISTA
Storicamente, guardando al mondo post-1991, non si può ignorare il fatto che tutti gli interventi
armati statunitensi, sotto l'egida dell'ONU, della NATO o in solitaria, si sono svolti lungo quella
striscia di confine che caratterizzava la divisione del mondo in due blocchi ai tempi della guerra
fredda. Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Ucraina, perfino i tentativi di destabilizzazione
del Venezuela, sono interventi mirati in zone di interesse geopolitico, militare ed economico ben
preciso. Nello specifico l'Ucraina rientra nell'alveo dei paesi ex-socialisti verso cui dal 1991 ad oggi
si è scatenato un vero e proprio saccheggio economico, sul quale Yanukovich, con tutti suoi enormi
limiti, aveva tentato di porre un freno rifiutando gli accordi degradanti imposti dall'UE per la
concessione di aiuti finanziari. È stato giustamente osservato che “l’interesse dell’UE nei confronti
dell’Ucraina è di facile comprensione. [...] L’Ucraina, con le sue risorse naturali, con terreni agricoli
importanti e 46 milioni di abitanti, risulta essere di grande interesse per l’Europa, in primis per la
Germania, in quanto obiettivo allettante per installare imprese tedesche che potrebbero produrre
prodotti a prezzi più competitivi che in Cina.”36
2) IL TTIP CONTRO GAZPROM
Le motivazioni che hanno inizialmente spinto tutti gli occidentali all'interventismo in Ucraina erano
però molteplici e sul lungo termine contraddittorie: gli statunitensi avevano infatti un duplice
interesse, politico-economico e militare-geostrategico. Sul piano politico-economico c'è il tentativo
di legare l'Ucraina al TTIP (Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti)37, di
comune accordo con l'area UE. Raggiungere questo obiettivo significa indebolire il progetto
dell'Unione Euroasiatica portato avanti da Putin e, soprattutto, da parte statunitense, proporre agli
europei di sostituire le risorse energetiche offerte dalla russa Gazprom con lo shale gas degli Stati
Uniti. Un'opzione però che sembrerebbe convenire soprattutto agli americani piuttosto che agli
europei38. La presa di coscienza di tali svantaggi ha cominciato ad incrinare il variegato fronte
imperialista occidentale, spingendo Francia e Germania ad una maggiore prudenza quando i rischi
bellici si sono palesati sempre più minacciosi.
3) FERMARE LA DECADENZA CON IL RIARMO
Le varie potenze imperialiste europee hanno infatti un interesse limitato verso l'obiettivo americano
militare-geostrategico, teso ad espandere la NATO verso est riarmando profondamente l'Europa39.
La Germania si sta espandendo naturalmente sfruttando la propria egemonia sull'UE e non ha
quindi interesse ad un conflitto che rischia di privarla di molti affari, oltre che del prezioso gas
russo. Ciò nonostante gli ingenti movimenti militari sono sotto gli occhi di tutti40, e l'Italia è
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https://www.facebook.com/IMaestriDelSocialismo/photos/a.188121024723190.1073741839.121303108071649/34
4360769099214/?type=3&theater
http://albainformazione.com/2013/12/19/limperialismo-ue-allassalto-dellucraina/
Per saperne di più si consiglia:
https://www.facebook.com/IMaestriDelSocialismo/photos/a.188124028056223.1073741841.121303108071649/35
1741425027815/?type=3&theater
Si veda soprattutto http://www.limesonline.com/rubrica/dipendenza-energetica-meglio-dalla-russia-che-dagli-usa
oltre che http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9700
http://www.analisidifesa.it/2014/05/le-pressioni-interessate-degli-usa-per-il-riarmo-europeo/
Per un approfondimento: http://www.marx21.it/internazionale/pace-e-guerra/25260-lucraina-e-la-nato-usaconnection.html
interessata dal fatto di essere la testa di ponte per i droni americani (base di Sigonella) e la base
radar per eccellenza del Mediterraneo (MUOS), senza parlare delle ingenti spese militari sostenute
dai nostri governi (nel 2015 sono oltre 29 miliardi, ponendo il nostro Paese al 12° posto
mondiale)41, giudicati però insufficienti dal premio Nobel per la pace Obama, che ha chiesto a Renzi
uno sforzo maggiore42. È chiaro che Francia e Germania, in primo luogo, non hanno alcun interesse
ad inasprire eccessivamente i rapporti con la Russia ma non riescono o non possono smarcarsi
troppo dalla volontà politica americana. Di qui la storia delle sanzioni economiche alla Russia, per
le quali anche l'Italia ha pagato il suo prezzo salato, perdendo in un anno un valore di scambi
commerciali con Mosca pari a circa un miliardo di euro43. Per gli americani però la possibilità di
installare basi NATO a Kiev è un'occasione troppo gustosa per lasciarsela sfuggire.
E) METODOLOGIA DI GOLPE: LE RIVOLUZIONI COLORATE
1) LA NON-VIOLENZA E LE ONG COME ARMI DELL'IMPERIALISMO
L'ultima questione che occorre mettere in rilievo sul caso ucraino riguarda la metodologia
complessiva che è stata adottata per attuarvi la presa del potere da parte degli oligarchi proni
all'imperialismo occidentale. Si allude alla questione delle rivoluzioni colorate. Diversi anni fa, nel
2007, Domenico Losurdo pubblicava un preziosissimo libro, “La non-violenza. Una storia fuori dal
mito”, in cui dedicava i capitoli conclusivi alle rivoluzioni colorate avvenute ad esempio in Georgia
nel 2003, quando l'allora premier Shevardnadze fu obbligato a dimettersi per lasciare il posto ad un
governo più compiacente verso gli occidentali. Losurdo faceva notare come la tecnica usata fosse la
stessa di quella con cui si cercò di incrinare il potere cinese nella rivolta di Tienanmen44 (1989) e
che nello stesso periodo ebbe successo nella caduta dei paesi socialisti dell'est Europa. In molti
hanno notato poi dei parallelismi sospetti con diverse altre “rivoluzioni” messe in atto negli anni
'00s in altri paesi dell'area post-sovietica: Armenia, Kirghizistan, la stessa Ucraina del 200445. Di
fatto tutti questi rivolgimenti politici sono caratterizzati da una medesima metodologia, chiamata
per l'appunto “rivoluzione colorata”, su cui si sono studiate e precisate a fondo le caratteristiche:
controllare l'informazione e una serie di ONG operanti dentro e fuori il territorio; utilizzare
situazioni di malcontento per scatenare e guidare rivolte apparentemente non-violente (per le quali è
più facile simpatizzare); utilizzare squadre specializzate, giocando se necessario sugli estremismi
nazionalistici o religiosi; non limitarsi ad ottenere riforme e concessioni ma perseguire senza esitare
la presa del potere.46
2) GENE SHARP, IL MODERNO INTELLETTUALE ORGANICO DELLA BORGHESIA
Tale casistica, lungi dall'essere causale o segreta, è stata scientemente teorizzata negli anni '80
dall'intellettuale Gene Sharp, ridefinito “il Clausewitz della guerra non-violenta”. Nel 1983 Sharp
fonda l'Albert Einstein Institution (AEI) grazie al sostegno finanziario di una serie di istituti filogovernativi americani come NED, NDI, IRI, Freedom House e varie fondazioni riconducibili al
miliardario George Soros47. Il risultato più importante del lavoro di questa associazione è stato la
pubblicazione, avvenuta nel 1993, dell'opera “Dalla dittatura alla democrazia (da cui anche il film
di grande successo “How to start a revolution” del 2011): un manuale in 198 punti di lotta
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http://ilmanifesto.info/litalia-spende-80-milioni-al-giorno-in-spese-militari/
http://www.europaquotidiano.it/2014/03/28/obama-chiede-piu-soldi-alla-difesa-renzi-gli-offre-la-spending-review/
http://www.direttanews.it/2015/06/10/con-le-sanzioni-alla-russia-litalia-perde-1-miliardo-di-euro/
http://www.marx21.it/internazionale/cina/24558-le-rivoluzioni-colorate-e-la-cina-da-tienanmen-a-hong-kong.html
http://puntocontinenti.it/?p=5590, o anche http://www.linterferenza.info/esteri/ucraina-lombra-di-otpor-e-delle-ongsulle-rivoluzioni-colorate-filoamericane-parte-i/
46 Per un approfondimento si può vedere: http://www.civg.it/index.php?
option=com_content&view=article&id=373%3Arivoluzioni-colorate-come-strumento-di-trasformazionegeopolitica&catid=2%3Anon-categorizzato; sulle ONG: https://aurorasito.wordpress.com/2015/06/15/comedistruggere-le-ong/
47 Per un quadro completo si consiglia: http://primaedopoilsessantotto.blogspot.it/p/otpor-rivoluzioni-colorate.html
Segnalando che anche Giulietto Chiesa espose l'argomento pubblicamente:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ucraina-in-attesa-del-premio-nobel-per-la-pace-a-gene-sharp/900490/
“realisticamente” non-violenta, che venne tradotto in decine di lingue (tra cui molte di quelle delle
minoranze etniche in Cina) e che è disponibile gratuitamente anche online48. È significativo che nel
corso degli anni diversi ricercatori dell'AEI siano stati avvistati sia a Tienanmen sia in alcune
insurrezioni anti-russe. A questo punto dovrebbe essere chiaro come la strategia studiata da Sharp
sia diventata di fatto il modus operandi preferito dagli USA per destabilizzare un Paese e porlo sulla
propria orbita egemonica, attraverso un sistema che consente di rimanere nell'ombra senza dover far
ricorso a rischiosi, sanguinosi e costosi conflitti militari, i quali vanno intrapresi solo come ultima
ratio, qualora ci siano condizioni e necessità stringenti, e attraverso la strategia del Leading from
behind, ossia del coinvolgimento ampio di Paesi attraverso alleanze facenti perno su NATO o ONU,
al fine principale di limitare i danni d'immagine e mascherare l'aggressione imperialista.
3) UNA TATTICA RAFFINATA MA DALLE ORIGINI ANTICHE
Esagerazioni? Complottismo becero? Forse, anche se basterebbe analizzare alcuni documenti per
attestare la credibilità di tali tesi. A partire dal Memorandum n° 40 del Consiglio di Sicurezza
Nazionale degli USA riunito da Kissinger nel 1970, che sanciva la strategia “di basso profilo” da
adottare per destabilizzare il Cile socialista di Salvador Allende49. 5 punti che prevedevano la
creazione del caos economico, l'autorizzazione ad azioni paramilitari, un'offensiva di propaganda, il
finanziamento di settori dell'estrema destra, l'infiltrazione e divisione dall'interno della sinistra
cilena. Uguali tattiche furono adottate negli anni successivi contro Nicaragua, Granada, Panama e
che non sembrano così distanti dalle manovre messe in atto oggi in Ucraina. D'altronde anche in
Italia bisognerebbe accettare ormai unanimemente il fatto che l'intera storia della Prima Repubblica
è stata caratterizzata dall'avversione anti-comunista e dalla conseguente strategia della tensione, che
ha dimostrato a quali livelli di terrore possa giungere la borghesia per mantenere i propri interessi.
Ancora nel 2004, in un cablo diplomatico del 9 novembre 2006 diffuso da Wikileaks, l'ambasciatore
statunitense rivelava le direttive del “Piano di 5 punti contro il Governo Bolivariano”, che
prevedevano tra le altre cose l'infiltrazione nella base politica chavista, la protezione degli affari
vitali degli Stati Unititi e l'isolamento internazionale di Chavez. È recente infine la rivelazione di
Raul Capote, nell'opera “un altro agente all'Avana. Le avventure di un infiltrato nella CIA”, dei
tentativi statunitensi di destabilizzare tuttora il governo cubano attraverso la creazione di gruppi di
opposizione sociale e il controllo dell'informazione50. Sulla Siria infine si è già detto, ma si deve
ricordare come ogni notizia che viene fatta filtrare in Occidente provenga dall'Osservatorio Siriano
per i diritti umani, una fantomatica organizzazione composta sostanzialmente da una sola persona
che vive a Coventry, in Inghilterra, e riceve via telefono dalla Siria le varie informazioni da alcuni
“informatori”. Prima che comparisse l'ISIS era un preziosissimo strumento di controllo totale
dell'informazione sui fatti siriani, e si mostrava particolarmente agguerrito nel demonizzare la figura
di Assad e del suo legittimo governo51.
CONCLUSIONI
Alla luce di quanto letto finora speriamo siano chiari tutti i nessi e tutti gli insegnamenti che ci offre
il caso ucraino. La nostra lotta deve restare sempre salda dalla parte dei popoli oppressi, ma per fare
questo occorre imparare a ragionare, ad informarsi per molteplici canali, a fondare le proprie analisi
su una vasta gamma di dati da cui attingere, diffidando sistematicamente delle veline occidentali,
così come più in generale di qualsiasi notizia che provenga da un fronte di guerra. Occorrerebbe
apprendere piuttosto a fidarsi maggiormente anzitutto delle organizzazioni comuniste locali, che
come noi lottano per un mondo migliore e sono i frutti sani di una società mondiale su cui si allunga
costantemente il braccio incancrenito dell'imperialismo. Nessuno meglio dei comunisti locali può
avere il polso della situazione ed è in grado di offrire un quadro particolareggiato che tenga conto di
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Scaricabile qui: http://nuovoeutile.it/wp-content/uploads/2012/12/FDTD_Italian.pdf
Per questo e i fatti successivi si fa riferimento a http://www.resistenze.org/sito/os/mo/osmofd07-016124.htm
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=7471
http://www.resistenze.org/sito/te/po/si/posidd15-012656.htm, oltre che http://www.vietatoparlare.it/coselosservatorio-siriano-per-i-diritti-umani-a-cui-si-riferiscono-tutti-i-media/
tutti i fattori sopra elencati. Oggi occorre quindi anzitutto sostenere Il Partito Comunista d'Ucraina
(PCU) messo al bando del regime oligarca di Kiev, e al contempo appoggiare con ogni mezzo
possibile la lotta delle Repubbliche Popolari del Donbass in cui svolgono un ruolo di primo piano le
forze comuniste locali. In tal senso il primo compito è quello di dare una corretta informazione su
quanto accada in quel contesto, ma anche di sostenere meritorie iniziative come la Carovana
Antifascista promossa in Italia dalla Banda Bassotti52, a cui ha aderito anche il PRC. Il modo
migliore in cui poter sostenere tali lotte è però senz'altro quello di promuovere e rafforzare
un'opzione politica che abbia ben chiare queste dinamiche politiche globali e che ne condivida
l'analisi fondata in primo luogo sulla coscienza del ruolo giocato dal variegato fronte
dell'imperialismo, su cui spicca il primato statunitense. Dalla forza di un simile soggetto politico
può diventare un'opzione concreta mettere in campo iniziative sempre più ampie in grado di
raggiungere in maniera diffusa le masse popolari rendendole coscienti dei pericoli che la questione
ucraina pone al nostro Paese: il riarmo intensivo, con i conseguenti rischi guerrafondai e l'aumento
delle spese militari (a discapito naturalmente delle spese sociali), l'ascesa di forza nazifasciste sul
continente europeo, le sostanziose perdite economico-commerciali che danneggiano il nostro
comparto industriale e infine la possibilità concreta che si crei con il tempo una nuova ondata di
immigrazione proveniente da un Est sempre più disastrato verso i paesi occidentali, già alle prese
con gli straordinari flussi migratori provenienti dagli scenari del Nord-Africa e del Medio Oriente.
La guerra in Ucraina insomma interessa molto concretamente il nostro Paese. È ora che gli italiani
ne prendano consapevolezza.
52 http://www.agoravox.it/Donbass-antifascisti-da-tutto-il.html