DVR - Antropologia - Museo di Storia Naturale

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DVR - Antropologia - Museo di Storia Naturale
Università degli Studi di Firenze
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DIPARTIMENTO DI MECCANICA E TECNOLOGIE INDUSTRIALI
Gruppo sicurezza
DOCUMENTO DI ANALISI DEI RISCHI
Redatto ai sensi art. 4 comma 2 del decreto legislativo n° 626 del 19 settembre 1994
MUSEO DI STORIA NATURALE
SEZIONE DI ANTROPOLOGIA ED ETNOLOGIA
via del Proconsolo, 12
50122 Firenze (FI)
Documento redatto da:
Gruppo Sicurezza - Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali
Servizio Prevenzione e Protezione
Documento emesso da:
Direttore Amministrativo - Datore di Lavoro
Dott. Michele Orefice
Documento approvato da:
Responsabile del Servizio Prevenzione Protezione
Dott. Arch. Vito Carriero
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SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DIPARTIMENTO DI MECCANICA E TECNOLOGIE INDUSTRIALI
Gruppo sicurezza
Il presente documento emesso in prima revisione è stato realizzato, a seguito dei sopralluoghi effettuati nei
mesi di febbraio e luglio 2005, dal datore di lavoro in collaborazione con:
servizio di prevenzione e protezione interno
gruppo sicurezza del DMTI dell’Università di Firenze
I lavoratori, ascoltati informalmente durante la stesura del presente documento, saranno eventualmente
coinvolti nella rielaborazione della presente analisi con specifica riunione formale.
La presenza del medico competente permetterà inoltre di specificare ed individuare quelle attività che devono
essere sottoposte a sorveglianza sanitaria.
Il presente documento è la revisione n° 00 del 20 settembre 2005.
Una nuova revisione della valutazione sarà emessa ogni qualvolta si verifichino delle modifiche che possono
comportare un mutamento significativo dell'esposizione dei lavoratori, ogni qualvolta l'organo di vigilanza lo
disponga, con provvedimento motivato, e, comunque, trascorso 1 (uno) anno dall'ultima valutazione effettuata.
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INDICE
1
2
Premessa...................................................................................................................................................... 4
1.1
Riferimenti normativi
5
1.2
Definizioni
7
Descrizione del sito e delle attività................................................................................................................ 9
2.1
Dati identificativi e ubicazione
9
2.2
Individuazione soggetti responsabili
9
2.3
Attività e struttura organizzativa
2.3.1
2.3.2
2.3.3
2.3.4
2.3.5
2.3.6
2.4
3
10
Descrizione generale ............................................................................................................................ 10
Piano terra ................................................................................................................................................ 14
Piano ammezzato ................................................................................................................................. 19
Piano primo........................................................................................................................................... 28
Piano secondo ...................................................................................................................................... 38
Piano terzo................................................................................................................................................ 45
Individuazione e descrizione delle attività svolte nella struttura
53
Principi e generalità della valutazione dei rischi sul lavoro ......................................................................... 54
3.1
Obiettivo della valutazione dei rischi
54
3.2
Metodologia
55
3.3
Identificazione delle sorgenti di rischio
57
3.3.1
3.3.2
3.3.3
3.4
3.4.1
3.4.2
3.4.3
3.4.4
3.4.5
3.4.6
RISCHI PER LA SICUREZZA............................................................................................................... 58
RISCHI PER LA SALUTE ..................................................................................................................... 58
RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE....................................................................................... 58
Analisi del rischio
59
Tutte le mansioni................................................................................................................................... 60
Impiegati amministrativi ........................................................................................................................ 63
Impiegati tecnici .................................................................................................................................... 65
Valutazione rischio Chimico.................................................................................................................. 70
Analisi del rischio incendio.................................................................................................................... 72
Valutazione del rischio rumore.............................................................................................................. 73
4
Emergenza, prevenzione e pronto soccorso............................................................................................... 74
5
Sorveglianza sanitaria................................................................................................................................. 75
6
Situazione degli infortuni e degli incidenti ................................................................................................... 76
6.1
7
Modalità di gestione degli aspetti di sicurezza e salute connessi con le attività svolte da imprese terze
77
Programma di miglioramento...................................................................................................................... 78
7.1
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO IMMEDIATI
79
7.2
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DA EFFETTUARE A BREVE TERMINE
83
7.3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DA EFFETTUARE A MEDIO TERMINE
85
7.4
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DA EFFETTUARE A LUNGO TERMINE
86
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1
Premessa
Il seguente documento è redatto ai sensi dell’articolo 4 comma 2 del decreto legislativo 19 settembre 1994 n°
626 come modificato dal decreto legislativo 19 marzo 1996 n° 242, in conformità al Decreto Ministeriale 5
dicembre 1996, ed è finalizzato alla valutazione dei rischi della struttura in relazione all’attività che al suo
interno viene svolta ed alla individuazione e programmazione degli interventi di miglioramento.
Esso contiene i risultati della valutazione di cui all’art. 4 comma 1 ed elenca i provvedimenti previsti e
programmati per migliorare le condizioni di sicurezza e di salute dei lavoratori.
Il documento illustra l’attuale realtà della struttura, con riferimento ai suoi aspetti organizzativi ed alle attività
che al suo interno vengono svolte, ai fini delle situazioni di emergenza, di prevenzione e pronto soccorso e la
situazione infortunistica ed incidentale.
Lo stesso descrive i criteri adottati per la valutazione, unitamente alle modalità operative seguite nello
svolgimento del lavoro ed i risultati ottenuti.
La valutazione dei rischi copre tutte le parti degli impianti e delle attrezzature impiegate durante l'attività
lavorativa normale, tenendo anche conto di eventuali situazioni che possono esulare rispetto alle normali
attività prevedibili, come le opere di manutenzione.
L’UNIVERSITA’ nella persona del Datore di Lavoro dott. MICHELE OREFICE ai sensi dell'art. 8 del D.Lgs. n.
626/94 come modificato dall'art. 6 del D.Lgs. 242/96, pur consapevole di non essere liberato dalle proprie
responsabilità in materia, ha stabilito di avvalersi di personale qualificato presente all’interno della struttura
universitaria che in coordinamento con il Servizio Sicurezza e con lo stesso Responsabile del Servizio possa
integrare l'azione di prevenzione e protezione.
In particolare nella stesura del presente documento la struttura si è avvalsa delle linee guida proposte ed
elaborate dal Gruppo Sicurezza del Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali dell’Università degli
Studi di Firenze.
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1.1
Riferimenti normativi
R.D. n.1564 del 07/11/42– “Approvazione delle norme per l'esecuzione, il collaudo e l'esercizio degli impianti
tecnici che interessano gli edifici pregevoli per arte o storia e quelli destinati a contenere biblioteche,
archivi, musei, gallerie, collezioni e oggetti d'interesse culturale”.
D.P.R. n. 547 del 27/4/55 - "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro".
D.P.R. n. 303 del 19/3/56 - "Norme generali per l'igiene del lavoro".
DM n. 569 del 20/05/92 – “Regolamento contenente norme di sicurezza antincendio per gli edifici storici e
artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre”.
D.Lgs. n. 626 del 19/9/94 - "Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE,
90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della
salute dei lavoratori sul luogo di lavoro”.
DPR n. 418 del 30/06/95 – “Regolamento concernente norme di sicurezza antincendio per gli edifici di
interesse storico-artistico destinati a biblioteche ed archivi”.
D.Lgs. n. 242 del 19/3/96 Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante
attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul
luogo di lavoro.
D.Lgs. 14 agosto 1996, n. 493
Attuazione della direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di
salute sul luogo di lavoro.
D.M. 10/03/98 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”.
D.Lgs. n. 359 del 4/8/1999 –“Attuazione della direttiva 95/63/CE che modifica la direttiva 89/655/CEE relativa
ai requisiti minimi di sicurezza e salute per l’uso di attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori”.
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D.Lgs. 26 marzo 2001, n. 151
Miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici, gestanti, puerpere o in periodo di
allattamento.
D.Lgs. 23 giugno 2003 n. 195
Modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626, per l’individuazione delle capacità e dei requisiti
professionali richiesti agli addetti ed ai responsabili dei servizi di prevenzione e protezione dei lavoratori, a
norma dell’articolo 21 della L. 1 marzo 2002, n. 39.
D.Lgs. 8 luglio 2003 n. 235
Attuazione della direttiva 2001/45/CE relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l’uso delle
attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori.
D.M. 15 luglio 2003 n. 388
Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso aziendale
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1.2
Definizioni
Agli effetti delle disposizioni di cui al Decreto Legislativo si intendono per:
a)
lavoratore: persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro, esclusi gli
addetti ai servizi domestici e familiari, con rapporto di lavoro subordinato anche speciale. Sono equiparati i
soci lavoratori di cooperative o di società, anche di fatto, che prestino la loro attività per conto delle società e
degli enti stessi, e gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione scolastica, universitaria e professionale
avviati presso datori di lavoro per agevolare o per perfezionare le loro scelte professionali;
b)
datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto
che, secondo il tipo e l'organizzazione dell'impresa, ha la responsabilità dell'impresa stessa ovvero dell'unità
produttiva, quale definita ai sensi della lettera i), in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa. Nelle
pubbliche amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, per datore di
lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica
dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale;
c)
servizio di prevenzione e protezione dai rischi: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o
interni all'azienda finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali nell'azienda, ovvero
unità produttiva;
d)
medico competente: medico in possesso di uno dei seguenti titoli:
1)
specializzazione in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o
in tossicologia industriale o in igiene industriale o in fisiologia ed igiene del lavoro o in clinica del lavoro
o in igiene e medicina preventiva o in medicina legale e delle assicurazioni ed altre specializzazioni
individuate, ove necessario, con decreto del Ministro della sanità di concerto con il Ministro
dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica;
2)
docenza o libera docenza, in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e
psicotecnica o in tossicologia industriale o in igiene industriale o in fisiologia ed igiene del lavoro;
3)
e)
autorizzazione di cui all'art. 55 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277;
responsabile del servizio di prevenzione e protezione: persona designata dal datore di lavoro in
possesso di attitudini e capacità adeguate;
f)
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: persona, ovvero persone, eletta o designata per
rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro, di
seguito denominato rappresentante per la sicurezza;
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g)
prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte le fasi dell'attività
lavorativa per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità
dell'ambiente esterno;
h)
agente: l'agente chimico, fisico o biologico, presente durante il lavoro e potenzialmente dannoso
per la salute;
i)
unità produttiva: stabilimento o struttura finalizzata alla produzione di beni o servizi, dotata di
autonomia finanziaria e tecnico funzionale.
j)
luogo di lavoro: luogo destinato a contenere posti di lavoro, ubicato all'interno dell'azienda ovvero
dell'unità produttiva, nonché ogni altro luogo nell'area della medesima azienda ovvero unità produttiva
comunque accessibile per il lavoro".
k)
pericolo: proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità (per es., materiali o attrezzature di
lavoro, metodi e pratiche di lavoro) avente il potenziale di causare danni;
l)
rischio: probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego e/o di
esposizione nonché dimensioni possibili del danno stesso;
m)
valutazione dei rischi: procedimento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la sanità dei
lavoratori, nell’espletamento delle loro mansioni, derivante dalle circostanze del verificarsi di un pericolo sul
luogo di lavoro.
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2
Descrizione del sito e delle attività
2.1
Dati identificativi e ubicazione
Azienda (Ragione sociale)
Sede legale
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE
P.zza San Marco
50121 Firenze
Museo di Storia Naturale
Sede della struttura cui è riferito il documento
Sezione di Antropologia ed Etnologia
Via del Proconsolo, 12
50122 - Firenze
Attività svolta o esercitata nella struttura
2.2
Individuazione soggetti responsabili
Datore di Lavoro
Dott. MICHELE OREFICE
Responsabile del servizio prevenzione (RSPP)
Dott. Arch. Vito Carriero
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
(RLS)
Coordinatore di Polo
Referente di Polo
Medico competente
Addetti alla sicurezza
Addetti alla prevenzione incendi
Addetti evacuazione e pronto soccorso
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2.3
Attività e struttura organizzativa
2.3.1
Descrizione generale
Il Museo Nazionale di Antropologia e Etnologia ha sede in via del Proconsolo, n°12 all’interno di un edificio
detto “Palazzo non finito”, di cui occupa solo parte dei locali. Il Museo costituisce una sezione del Museo di
Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze e contiene più di 25.000 oggetti di interesse etnologico, in
gran parte esposti al pubblico, e circa 7.000 reperti antropologici (ossa, calchi in gesso, capelli). Fanno parte
della struttura museale anche locali adibiti a laboratori, uffici, magazzini e due sale per la conservazione di
reperti ossei non aperti al pubblico.
Il Museo è aperto al pubblico e prevede il pagamento di un biglietto di ingresso; previa prenotazione sono
organizzate visite guidate per gruppi di visitatori. Dall’intervista al personale del Museo è emerso come non
siano previste limitazioni al numero massimo di visitatori ammessi contemporaneamente all’interno delle sale
espositive.
NOTA 1:
E’ opportuno porre un limite massimo al numero di persone che possono accedere
contemporaneamente alla mostra, sia per un miglior controllo delle stesse ai fini della
sicurezza dei reperti conservati, sia per una più efficace gestione di eventuali situazioni di
emergenza.
Il personale del Museo Nazionale di Antropologia e Etnologia è composto da:
•
7 impiegati tecnico/amministrativi;
•
2 addetti alla biglietteria e alla sorveglianza dipendenti della società che ha in appalto tale attività;
Il Museo è aperto al pubblico nei giorni lunedì, martedì, giovedì, venerdì, domenica dalle 9,00 alle 13,00 e il
sabato dalle 9,00 alle 17,00. Il Museo rimane chiuso i giorni: 1 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 25
dicembre.
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Dall’intervista con il personale è emerso come sia possibile, attraverso un ingresso non custodito, accedere ai
locali della Osteoteca dall’Istituto di Antropologia, con il rischio che gli studenti lavorino non sorvegliati. E’
indispensabile redigere delle procedure di accesso alla sala in modo da evitare visite non consentite e non
sorvegliate; tali procedure dovranno anche permettere di riscontrare in ogni momento il numero di persone
presenti, elemento essenziale per una corretta gestione delle emergenze.
NOTA 2:
E’ necessario migliorare la gestione degli accessi nella sala della Osteoteca dal vicino
Istituto di Antropologia per impedire ingressi non autorizzati e non sorvegliati. Per una
corretta gestione delle emergenze, dovrà essere sempre possibile riscontrare il numero di
persone presenti.
L’affollamento massimo riscontrabile per la struttura è pari a 7 persone nei giorni di chiusura al pubblico oltre
ad eventuali studenti nella sala della Osteoteca; a questi si aggiungono gli addetti alla biglietteria e i visitatori
nell’orario di apertura.
NOTA 3:
È necessario verificare l’esistenza della documentazione necessaria per dimostrare la
conformità degli impianti e l’esistenza della documentazione che attesti la nomina e la
formazione di tutte le figure riguardanti la sicurezza del luogo di lavoro (RLS, MC se
nominato, addetti alle emergenze, ecc).
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Individuazione e descrizione dei luoghi di lavoro
L’edificio che ospita il Museo di Antropologia si sviluppa su quattro piani fuori terra ed inoltre tra i piani terreno
e primo è presente un piano ammezzato. L’ingresso alla mostra è posto lungo il corridoio che collega la corte
interna dell’edificio e via del Proconsolo; sul lato opposto rispetto a tale corridoio è presente l’accesso al piano
ammezzato che ospita locali di lavoro e di servizio in uso al Museo.
Al piano terreno, lungo l’ala sinistra dell’edificio rispetto all’ingresso, erano in allestimento, al momento della
visita, delle nuove sale espositive che verranno a breve aperte al pubblico. La mostra attualmente si sviluppa
interamente al piano primo, mentre al piano secondo sono ubicati i locali della Osteoteca e al terzo quelli della
Cranioteca, non accessibili al pubblico.
Pavimentazione, soffitti e pareti:
La pavimentazione dei locali è realizzata con piastrelle in cotto, i vani scala sono rivestiti con pietra serena,
mentre la pavimentazione dei bagni è costituita da piastrelle in graniglia. Al piano terzo la sala della
Cranioteca ha un pavimento con piastrelle in linoleum. I materiali utilizzati presentano nel complesso
caratteristiche di aderenza e lavabilità adeguate all’impiego dei locali ad eccezione di alcune rampe di scale
scivolose a causa dell’usura dei gradini in pietra (vedi NOTA 15). Le pareti divisorie sono realizzate in
muratura e sono dipinte con tinte chiare.
Finestre:
Le finestre, di grandi dimensioni e realizzate con infissi in legno, sono apribili mediante apposita maniglia.
Sono presenti persiane esterne o “veneziane” a discesa manuale per l’oscuramento dei locali. A tutti i piani la
maggior parte delle finestre sono dotate di vetri molto sottili e fragili che andranno sostituiti al più presto con
altri di idoneo spessore (vedi NOTE 23, 25).
Porte
Gli uffici, le sale espositive, la sala Riunioni e i locali destinati alla manutenzione, al restauro dei reperti e in
generale a tutte le fasi precedenti alla ostensione al pubblico, dispongono in larga parte di un numero
adeguato di porte di larghezza idonea al passaggio degli addetti.
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Al piano primo le scale secondarie sono protette da porte tagliafuoco e dotate di maniglioni antipanico. Sono
presenti ai vari piani alcune aperture e passaggi che risultano di larghezza e/o altezza non adeguata( vedi
NOTE 13, 26, 27).
Ventilazione e Temperatura
La maggior parte dei locali dispone di aerazione naturale, ma nessuno è servito da impianto di
climatizzazione.
Il riscaldamento degli ambienti è garantito da caloriferi i quali, riferiscono i dipendenti, non mantengono
temperature adeguate per il personale e i reperti, generando troppo od insufficiente calore.
In generale il personale intervistato ha evidenziato un disagio dovuto alla mancanza di un impianto di
climatizzazione, che garantirebbe maggior comfort e soprattutto migliori condizioni per la conservazione dei
reperti soggetti a deterioramento a causa degli shock termici e dell’elevata umidità nel periodo estivo.
Illuminazione
Tutti gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi sono illuminati con luce naturale e/o artificiale in modo da
assicurare una buona visibilità per le attività svolte. L’illuminazione naturale proviene da un numero
appropriato di finestre, mentre l’illuminazione artificiale proviene da impianti fissi al neon e alogeni.
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2.3.2
Piano terra
Al piano terreno è posto l’accesso principale al Museo e, in posizione opposta rispetto al corridoio centrale,
l’ingresso che conduce al piano ammezzato. Nella parte sinistra dell’edificio sono in allestimento nuove sale,
indicate come “India”, che prossimamente saranno disponibili per i visitatori.
Laboratorio
Sala espositiva
in allestimento
Sala espositiva
in allestimento
Scala C
Ripost.
Scala
E
Sala espositiva
in allestimento
Sala espositiva
in allestimento
Punto di raccolta
Disimpegno
Ascensore
Scala D
Scala B
Disimpegno
ingresso
Sala espositiva
INGRESSO
Figura 1–Pianta piano terra
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Sale espositive “India” al piano terra
Sono in allestimento al piano terreno nuove sale espositive denominate “India”. Durante il sopralluogo è stata
riscontrata la presenza di solventi e altri composti infiammabili (petrolio bianco) in luogo non protetto e l’utilizzo
improprio di prese multiple (figg.2 e 3).
Figura 2–Prodotti chimici depositati sul pavimento
Figura 3–Prese multiple utilizzate in maniera impropria
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Nonostante il carattere provvisorio di tale situazione, legata alla fase di allestimento delle sale, è necessario
attuare misure a garanzia della salute e della sicurezza dei lavoratori fino al completamento dei lavori nelle
sale.
NOTA 4:
Rimuovere i solventi e gli altri composti infiammabili depositati sul pavimento delle sale
“India” e riporli in un luogo protetto.
NOTA 5:
E’ necessario riposizionare le prese multiple in modo corretto all’interno delle sale “India”.
La porta dotata di maniglioni antipanico che dalle sale immette nel cortile interno ha larghezza sufficiente per
l’esodo, ma è dotata di vetri sottili: essa presenta il rischio di rottura accidentale ed è quindi inadeguata come
uscita di emergenza (fig.4).
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Figura 4–Uscita di emergenza sale “India”
NOTA 6:
E’ necessario sostituire la porta-finestra, che dalle sale “India” immette nel cortile interno,
con una adeguata per l’uso come uscita di emergenza.
Al piano è segnalato un estintore che al momento del sopralluogo risultava mancante (fig. 5).
NOTA 7:
E’ necessario ripristinare l’estintore mancante all’interno delle sale espositive “India” in
allestimento al piano terreno.
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Figura 5–Estintore segnalato mancante
SERVIZI IGIENICI
Il piano terreno dispone di un servizio igienico a cui si accede dal cortile interno all’edificio; al suo interno sono
presenti servizi separati per uomini e donne e per non abili.
Il servizio è dotato di WC, lavabo, dosatore sapone ed porta salviette di carta per asciugare le mani e dispone
di aerazione e illuminazione naturale.
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2.3.3
Piano ammezzato
Al piano ammezzato sono presenti quattro locali utilizzati per attività legate alla preparazione dei reperti, di
ufficio e magazzino e un corridoio di collegamento ad alcuni locali di deposito e magazzini.
Deposito
Ripost.
Vano scala
Ripostiglio
Ripost.
Pozzo librario
Corridoio
Vano scale
e Disimp.
doppio volume
Disimp.
Deposito
doppio volume
pozzo
Ascensore
???
Vano scala
Vano scala
Ingresso
Deposito
doppio volume
Magazzino
Laboratorio
Segreteria
PIANO AMMEZZATO
scala 1:100
Figura 6–Pianta piano ammezzato
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Locali amministrativi al piano ammezzato; scale di accesso al piano ammezzato
Dal piano terreno si raggiunge l’ammezzato attraverso un’entrata posta in prossimità dell’ingresso al cortile
interno della struttura.
Dal piano ammezzato è possibile accedere ad una rampa di scale interne, utilizzate come via di esodo,
attraverso una porta tagliafuoco: tale porta risulta impropriamente bloccata in posizione aperta tramite una
catena e posizionata sopra due gradini non segnalati (fig. 7).
Figura 7–Porta tagliafuoco impropriamente bloccata
NOTA 8:
E’ necessario sbloccare la porta tagliafuoco che dal piano ammezzato permette l’accesso
alla scala interna e verificare la possibilità di realizzare una rampa di accesso in
sostituzione dei due gradini che collegano il piano al vano scale. Se tale soluzione non
fosse praticabile deve essere apposta idonea cartellonistica che segnali la presenza dei
gradini.
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All’interno del locale destinato a magazzino (fig. 8) è stato riscontrato uno stato di grave disordine per la
presenza di molto materiale accumulato sui pavimenti e sopra gli armadi metallici, situazione che rende molto
difficoltoso il passaggio dei lavoratori.
All’interno dello stesso locale sono inoltre presenti una vetrina con vetro rotto, evidenziata anche da un
cartello scritto a mano (fig. 8) e una plafoniera sprovvista delle dovute protezioni ai tubi fluorescenti: è
necessario pertanto sostituire sia il vetro danneggiato che la plafoniera con una dotata di protezioni, in
considerazione anche della destinazione d’uso del locale che prevede la movimentazione di pezzi anche di
elevate dimensioni.
Figura 8–Magazzino al piano ammezzato
NOTA 9:
All’interno del magazzino posto al piano ammezzato è necessario ripristinare un adeguato
livello di ordine e procedere alle sostituzioni del vetro danneggiato di una vetrina e della
plafoniera presente con una dotata di protezioni per tubi fluorescenti.
All’interno del locale utilizzato come ufficio sono presenti delle prese multiple appoggiate per terra e non
ancorate ad una struttura sospesa (fig. 9).
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Figura 9–Scrivania al piano ammezzato
NOTA 10:
E’ necessario riposizionare le prese multiple in modo corretto all’interno dell’ufficio posto
al piano ammezzato.
Attraverso un lungo corridoio è possibile, dal piano ammezzato, accedere a dei locali utilizzati come
magazzino. La larghezza del corridoio, appena sufficiente per il corretto passaggio ed esodo delle persone,
risulta ridotta a causa dell’accumulo di materiale su un lato dello stesso (fig. 10). Tale materiale deve essere
rimosso al più presto.
NOTA 11:
Si deve provvedere al più presto alla rimozione del materiale posto lungo il corridoio che
dal piano ammezzato conduce ai locali magazzino.
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Figura 10–Corridoio di accesso ai magazzini dal piano ammezzato
Nel tratto finale del corridoio sono presenti delle scale sprovviste di corrimano (fig. 11) che andrà al più presto
installato.
Figura 11–Gradini nel corridoio di accesso ai magazzini dal piano ammezzato
NOTA 12:
E’ necessario installare un corrimano lungo le scale presenti nel tratto di corridoio che dal
piano ammezzato porta ai magazzini.
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All’interno dei locali adibiti a magazzino sono presenti zone in cui il soffitto presenta altezza ridotta, con travi
passanti ad altezza non adeguata (inferiore a 2 metri) (fig. 12), costituendo possibile fonte di urti accidentali
con conseguente ferimento del personale o danneggiamento di eventuali reperti trasportati.
Figura 12–trave passante di altezza ridotta
Anche la porta di accesso all’ex laboratorio fotografico risulta inferiore a due metri e senza una opportuna
segnalazione (fig. 13). Tali ostacoli costituiscono una non conformità alla normativa vigente in materia di
sicurezza e salute dei lavoratori e nell’impossibilità della loro eliminazione dovrà essere richiesta una
autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli ambienti; in ogni caso tali pericoli devono
essere opportunamente segnalati tramite idonea cartellonistica in modo da ridurre al minimo i rischi d incidente
per i lavoratori.
Figura 13–Porta accesso ex-laboratorio fotografico bassa
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NOTA 13:
Sono presenti al piano ammezzato ostacoli quali porte o travi ad altezze non conformi alla
normativa vigente: nell’impossibilità della loro eliminazione dovrà essere richiesta una
autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli ambienti; in ogni
caso tali pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite idonea cartellonistica in
modo da ridurre al minimo i rischi di incidente per i lavoratori.
Il locale denominato “ex laboratorio fotografico” (fig. 14), attualmente utilizzato come piccolo deposito, risulta
sprovvisto di aerazione naturale e artificiale: risulta pertanto necessario dotare la stanza di aerazione artificiale
per il ricircolo dell’aria e l’espulsione dei fumi in caso di incendio.
NOTA 14:
E’ necessario dotare il locale denominato “ex laboratorio fotografico”, di aerazione
artificiale per il ricircolo dell’aria e l’espulsione dei fumi in caso di incendio.
Figura 14–Interno dell’ex-laboratorio fotografico
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Dal corridoio che conduce al magazzino si accede tramite scale (fig. 15) ad un magazzino secondario posto
sotto il livello del piano ammezzato. Tali scale hanno larghezza inferiore ad 80 cm, insufficiente per il
passaggio dei lavoratori, ed inoltre risultano ripide e sprovviste di corrimano; i gradini, scivolosi per l’usura, non
sono dotati di strisce antiscivolo.
Figura 15–Scala di accesso a magazzini secondari dal piano ammezzato
NOTA 15:
Le scale che dal piano ammezzato conducono ai magazzini secondari hanno larghezza
non conforme e sono sprovviste di corrimano e strisce antiscivolo sui gradini usurati.
Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa vigente dovrà
essere richiesta una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli
ambienti; in ogni caso tali pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite
idonea cartellonistica in modo da ridurre al minimo i rischi di incidente per i lavoratori.
Le suddette scale conducono all’interno di locali (fig. 16) in cui sono presenti delle teche per la conservazione
di reperti dotate di vetri sottili e fragili: andranno sostituiti al più presto.
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Figura 16–Vetrine delle teche nei magazzini secondari
NOTA 16:
E’ necessario sostituire le vetrature delle teche presenti all’interno del magazzino
secondario del piano ammezzato in quanto fragili.
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2.3.4
Piano primo
Il piano primo dell’edificio ospita la mostra attualmente visitabile, oltre ad uffici, una Sala Ricevimenti e locali
adibiti al restauro dei reperti destinati alla ostensione.
Archivio
Sala Riunioni
Archivio
Ascensore
Sala espositiva
Scala C
Ripost.
Scala G
Disimpegno
Studiolo
Disimpegno
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Scala F
Sala
espositiva
Disimp.
Ufficio
Disimp.
Sala espositiva
Sala espositiva
Corte interna
Sala espositiva
Sala espositiva
Bagno
Sala espositiva
Ripost.
Sala espositiva
Laboratorio
Laboratorio
Sala espositiva
Ascensore
Scala A
Scala D
Scala B
Scala E
Laboratorio
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Sala espositiva
Figura 17–Piano primo
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Area restauro ed uffici
Al piano primo sono presenti tre locali destinati alle attività di restauro e preparazione dei reperti per la
successiva fase di ostensione; in particolare si possono distinguere un laboratorio di restauro, un laboratorio
per la lavorazione del legno ed un magazzino (fig. 18). L’accesso a tale area avviene dalla sala espositiva,
tramite una porta tagliafuoco dotata di maniglioni antipanico.
Figura 18–Area restauro al piano primo.
All’interno del laboratorio di restauro le lavorazioni vengono effettuate sopra un piano di appoggio posto sopra
dei supporti di legno (“caprette”), risultando poco stabile e non idoneo per il tipo di utilizzo (fig. 19). Si rende
quindi necessario sostituirlo con uno stabile e dotato di appoggio a terra.
Figura 19–Tavolo di lavoro del Laboratorio di restauro.
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NOTA 17:
E’ necessario sostituire il tavolo di lavoro all’interno del laboratorio di restauro
attualmente appoggiato sopra supporti di legno con uno stabile e dotato di appoggio a
terra.
Nello stesso locale è presente una vetrina nella quale sono conservati prodotti chimici che possono essere
utilizzati per le lavorazioni sui reperti (fig. 20). Tutti i prodotti chimici devono essere corredati delle rispettive
schede di sicurezza redatte in lingua italiana e conservate in modo che siano immediatamente consultabili da
parte dei lavoratori. Al momento della visita non è stato possibile visionare tali schede. Nel caso che l’analisi
delle schede di sicurezza mostrasse la necessità dell’utilizzo di una cappa aspirante all’interno del laboratorio,
questa dovrà essere acquistata al più presto. (Durante la precedente visita al Museo nel mese di febbraio c.a.,
il personale aveva affermato che, dato l’uso di solventi nelle attività di restauro dei reperti, il responsabile del
Museo aveva provveduto ad effettuare una richiesta per l’acquisto di una cappa aspirante).
Figura 20–Vetrina per deposito prodotti utilizzati per il restauro.
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NOTA 18:
E’ necessario reperire le schede di sicurezza dei prodotti chimici utilizzati per l’attività di
restauro; nel caso che l’analisi delle schede mostrasse la necessità dell’utilizzo di una
cappa aspirante all’interno del laboratorio, questa dovrà essere acquistata al più presto.
All’interno del laboratorio per la lavorazione del legno sono presenti alcune macchine ed attrezzature (fig. 21)
utilizzate saltuariamente nelle operazioni di restauro dei reperti. Al momento della visita non è stato possibile
visionare la necessaria documentazione a corredo delle macchine. Questo materiale, integrato da una
specifica valutazione dei rischi per le macchine, costituirà parte integrante della successiva revisione del
presente documento.
NOTA 19:
E’ necessario reperire la necessaria documentazione a corredo delle macchine presenti
nel laboratorio per la lavorazione del legno ed effettuare per queste una specifica
valutazione dei rischi. Tale materiale sarà inserito nella successiva revisione di questo
documento.
Tutte le attrezzature sono dotate di marcatura CE, ma necessitano di essere equipaggiate con ulteriori
protezioni, quali paratrucioli, barriere contro il contatto accidentale con l’utensile, coprispazzola ed arresto di
emergenza, per ridurre al minimo i rischi di infortunio per l’utilizzatore.
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Figura 21–Laboratorio per la lavorazione del legno.
NOTA 20:
Le macchine all’interno del laboratorio per la lavorazione del legno non dispongono di
protezioni aggiuntive quali paratrucioli, barriere contro il contatto accidentale, arresto di
emergenza che devono essere pertanto installate.
Al momento del sopralluogo i laboratori si presentavano piuttosto disordinati e molto materiale risultava
depositato sul pavimento, tra cui alcune prese multiple, i cui cavi elettrici creavano intralcio e pericolo di
inciampo. In particolare erano presenti alcuni vetri appoggiati ad una parete (fig. 22), privi di appropriati
dispositivi di protezione e ritenzione che costituiscono una fonte di rischio di ferimento per i lavoratori in caso
di urto accidentale: è necessario rimuoverli o proteggerli contro gli urti accidentali.
NOTA 21:
E’ necessario ripristinare all’interno dei laboratori di restauro e di lavorazione del legno
delle opportune condizioni di ordine e rimuovere il materiale depositato sul pavimento e
lungo le pareti, in particolare le prese multiple e i vetri.
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Figura 22–Materiale depositato sul pavimento del laboratorio
All’interno della stessa area è presente un locale destinato a magazzino per il deposito dei reperti che non
dispone di aperture verso l’esterno; tale locale è dotato di illuminazione artificiale, ma è sprovvisto di aerazione
artificiale ed è pertanto necessario installare un impianto per il ricircolo dell’aria e l’ espulsione dei fumi in caso
di incendio.
NOTA 22:
Il magazzino dell’area di restauro è sprovvisto di aerazione naturale e artificiale ed è
pertanto necessario installare al suo interno un impianto per il ricircolo dell’aria e
l’espulsione dei fumi in caso di incendio.
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Mostra
La mostra occupa gran parte del piano primo e si sviluppa secondo un percorso circolare, attraverso i corridoi
del piano, che inizia e termina in prossimità dell’ingresso principale.
I reperti sono esposti all’interno di vetrine (fig. 23) i cui vetri appaiono molto fragili e quindi pericolosi in caso di
urto accidentale; il personale ha evidenziato come questo problema si presenti in maniera ancora più marcata
in concomitanza delle numerose visite effettuate da scuole materne e medie.
Soffrono dello stesso problema le vetrature degli infissi al piano, anch’esse di ridotto spessore e soggette a
facile rottura in caso di scuotimento delle finestre, evento questo che si è già verificato in passato come riferito
dal personale stesso. Si rende necessaria pertanto la sostituzione di tali vetri con altri di idoneo spessore.
Figura 23– Esempio di vetrine della mostra
NOTA 23:
I vetri delle vetrine e degli infissi della mostra al piano primo sono fragili: si rende
necessario pertanto sostituirli con altri di idoneo spessore.
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Sala ricevimento, uffici e archivi.
Al piano primo sono presenti anche alcuni locali destinati ad attività di ufficio e una sala di grandi dimensioni
utilizzata per riunioni (fig. 24).
La porta di accesso alla sala ha dimensioni tali da garantire il rapido deflusso dei presenti in condizioni di
emergenza, ma verso di apertura contrario all’esodo: è necessario cambiare tale verso.
Figura 24–Sala Ricevimento.
NOTA 24:
La porta di accesso alla sala ricevimento del piano primo ha verso di apertura opposto
rispetto all’esodo: è necessario invertire l’apertura della porta o sostituirla qualora non
fosse possibile.
All’interno della stessa sala è stata riscontrata la presenza di infissi sui quali sono montati dei vetri soffiati
altamente fragili (fig. 25), con possibile rischio di rottura, a causa delle vibrazioni del traffico veicolare, e
conseguente caduta dei frammenti nella sottostante via De’ Pandolfini.
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NOTA 25:
La sala ricevimento al primo piano dispone di infissi sui quali sono montati vetri molto
fragili: si rende necessario pertanto sostituirli con altri di idoneo spessore.
Figura 25–Finestra della Sala Ricevimento
Uffici
Gli uffici accolgono una postazione di lavoro. Gli spazi di lavoro sono adeguati ed ogni operatore dispone di
uno spazio minimo di 5 mq; il soffitto è di altezza superiore ai 2,70 m.
Per il corretto svolgimento delle suddette attività sono stati messi a disposizione del personale addetto idonee
postazioni di lavoro composte da:
o scrivania;
o sedia;
o personal computer con schermo;
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Figura 18 – Postazione di lavoro negli uffici
I monitor, che dispongono della marcatura CE, sono a bassa emissione di radiazione, regolabili in altezza,
rotazione ed inclinazione e regolabili in luminosità, luce e contrasto. Le sedie sono stabili (5 razze), ed hanno
altezza e schienale regolabili. Gli arredi sono rappresentati da scaffalature ed armadi e risultano ben ancorati al
muro.
SERVIZI IGIENICI
Al piano primo è presente un locale di piccole dimensioni riservato ai servizi igienici, posizionato alla fine del
corridoio di accesso alla sala riunioni e agli uffici.
Il servizio, comune per uomini, donne e non abili è dotato di WC, lavabo, dosatore sapone ed porta salviette di
carta per asciugare le mani. Il bagno dispone di aerazione e illuminazione naturale.
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2.3.5
Piano secondo
Dal primo piano si accede tramite una rampa di scale alla sala della Osteoteca, posta al piano secondo del
“Palazzo non finito”. All’interno di tale sala, esclusa dalla possibilità di visita da parte del pubblico, sono
conservate ossa umane.
Osteoteca
PIANO SECONDO
scala 1:100
Figura 26–Piano secondo
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Nel percorso che dal piano primo porta alla Osteoteca sono state osservati alcuni ostacoli al passaggio
agevole dei lavoratori e soprattutto al loro deflusso in condizioni di emergenza.
Ne è un esempio una porta tagliafuoco e di esodo di larghezza insufficiente (minore di 80 cm) e posizionata
sopra un gradino (fig. 27). Deve essere verificata la possibilità di allargare l’apertura e di installare una rampa
di accesso per eliminare il gradino.
Figura 27–Porta tagliafuoco al piano secondo
Nella zona di accesso ai locali magazzino (fig. 28), utilizzati anche dagli studenti che dall’Istituto di
Antropologia si recano all’Osteoteca, sono presenti alcuni gradini non segnalati: è necessario valutare
l’installazione di una rampa in sostituzione dei gradini.
Figura 28–Gradino nella zona di accesso ai locali magazzino
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Nella rampa di scale è presente inoltre una trave di altezza ridotta non adeguatamente segnalata e possibile
fonte di urto accidentale. Tali ostacoli costituiscono una non conformità alla normativa vigente in materia di
sicurezza e salute dei lavoratori e nell’impossibilità della loro eliminazione, dovrà essere richiesta una
autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli ambienti; in ogni caso tali pericoli devono
essere opportunamente segnalati tramite idonea cartellonistica, in modo da ridurre al minimo i rischi d
incidente per i lavoratori.
NOTA 26:
Nel percorso che dalle sale espositive conduce alla Osteoteca sono presenti alcuni
ostacoli al passaggio agevole dei lavoratori e soprattutto al loro deflusso in condizioni di
emergenza, quali porte di larghezza insufficiente, travi di altezza non idonea e gradini.
Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa vigente dovrà
essere richiesta una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli
ambienti; in ogni caso tali pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite
idonea cartellonistica in modo da ridurre al minimo i rischi di incidente per i lavoratori.
Osteoteca
All’interno della sala della Osteoteca sono conservate ossa umane all’interno di armadi in metallo e in legno ,
questi ultimi dotati di cassetti.
Figura 29–Porta di accesso alla Osteoteca.
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La porta di accesso al locale risulta di altezza non adeguata (inferiore a 2 m) (fig. 29): deve essere verificata la
possibilità di maggiorare l’altezza utile dell’apertura.
NOTA 27:
La porta di accesso al locale della Osteoteca risulta di altezza insufficiente.
Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa vigente dovrà
essere richiesta una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli
ambienti; in ogni caso tali pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite
idonea cartellonistica in modo da ridurre al minimo i rischi di incidente per i lavoratori.
Il locale dispone di due finestre adiacenti posizionate sotto il piano del pavimento e raggiungibili tramite due
piccole rampe di scale (fig. 30). L’accesso alle finestre risulta pericoloso per i frequentatori in quanto i gradini
sono ripidi e hanno larghezza insufficiente (minore di 80 cm) e inoltre non è presente un corrimano. Dato il
carattere sporadico degli accessi alle scale, si ritiene sufficiente posizionare sui gradini delle strisce antiscivolo
e prevedere l’installazione di una protezione (parapetto con porzione apribile per l’accesso alle finestre) per
prevenire cadute accidentali all’interno delle rampe.
Figura 30–Gradini davanti le finestre della Osteoteca
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NOTA 28:
L’accesso alle finestre della Osteoteca risulta pericoloso. E’ necessario posizionare sui
gradini delle strisce antiscivolo e prevedere l’installazione di una protezione (parapetto
con porzione apribile per l’accesso alle finestre) per prevenire cadute accidentali
all’interno delle rampe.
Gli armadi in legno dispongono di cassetti senza un blocco per l’estrazione con il rischio di caduta da altezze
anche elevate.
Figura 31–Armadi a cassetti nella Osteoteca.
NOTA 29:
Gli armadi di legno della osteoteca hanno cassetti sprovvisti di bloccaggio per
l’estrazione: è necessario dotare i cassetti di tale dispositivo.
Per raggiungere i cassetti posti nella parte alta degli armadi sono a disposizione dei lavoratori due scale a
pioli, una doppia e una in appoggio (fig. 31), che durante la visita risultavano collocate in modo non idoneo: se
non utilizzate le scale devono essere riposte in modo da non creare intralcio al passaggio dei lavoratori.
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NOTA 30:
E’ necessario riporre le scale della Osteoteca in modo da non creare intralcio al passaggio
dei lavoratori.
Tali attrezzature risultano conformi alla normativa vigente, ma non è stato possibile verificare la presenza della
necessaria documentazione recante:
o Una breve descrizione degli elementi costituenti;
o Le indicazioni per il corretto impiego;
o Le istruzioni per la manutenzione e la conservazione;
o Gli estremi (istituto che ha effettuato le prove, numeri di identificazione dei certificati, date di rilascio)
dei certificati delle prove previste dalla norma tecnica UNI EN 131 parte 1 e 2;
o Una dichiarazione del costruttore di conformità alla norma tecnica UNI EN 131 parte 1 e 2;
NOTA 31:
In fase di sopralluogo non è stato possibile reperire la necessaria documentazione che
deve accompagnare le scale utilizzate nella sala della Osteoteca.
Questo materiale costituirà parte integrante della successiva revisione del presente
documento di valutazione dei rischi.
Dal piano della Osteoteca si raggiunge il terzo piano tramite una rampa di scale con struttura in acciaio e
legno; tale scala è dotata di parapetto, la cui conformazione sporgente determina un rischio di urto accidentale
per i lavoratori (fig. 32): è opportuno segnalare la sporgenza con opportuna cartellonistica e proteggere gli
spigoli vivi con materiale in grado di assorbire gli urti.
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Figura 32–Scala di accesso alla Cranioteca
NOTA 32:
E’ necessario segnalare la sporgenza della rampa di scale che conduce alla Cranioteca
con opportuna cartellonistica e proteggere gli spigoli vivi con materiale in grado di
assorbire gli urti.
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2.3.6
Piano terzo
Cranioteca
Lucernaio
Torretta
Lucernaio
Vano Scale
Cranioteca
"Baratro"
Lucernaio
PIANO TERZO
scala 1:100
Figura 33–Piano secondo
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Baratro
Al piano terzo è stata riscontrata la presenza di un locale altamente pericoloso, in quanto la mancanza del
solaio determina un dislivello di alcuni metri tra la soglia e il punto più basso; tale pericolo è correttamente
segnalato, ma la porta che dà accesso al locale non risulta chiusa con chiave o altri dispositivi che ne
impediscano l’apertura ai non autorizzati.
Figura 34–Locale senza solaio al piano secondo.
NOTA 33:
Al piano terzo è presente un locale mancante del solaio altamente pericoloso: la porta di
accesso deve essere chiusa con chiave o altro dispositivo che ne impedisca l’apertura ai
non autorizzati.
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Cranioteca
Dalla rampa di scale di collegamento con il piano secondo si accede ai locali che ospitano la Cranioteca
attraverso una porta tagliafuoco dotata di maniglione antipanico; tale apertura ha altezza insufficiente (inferiore
a 2 m) ed è posizionata in prossimità di due gradini. Deve essere verificata la possibilità di maggiorare
l’altezza utile dell’apertura e di installare una rampa di accesso per l’eliminazione dei gradini.
Figura 35–Porta di accesso alla Cranioteca
NOTA 34:
La porta di accesso al locale della Cranioteca risulta di altezza insufficiente e posizionata
sopra due gradini. Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa
vigente dovrà essere richiesta una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo
in deroga degli ambienti; in ogni caso tali pericoli devono essere opportunamente
segnalati tramite idonea cartellonistica in modo da ridurre al minimo i rischi di incidente
per i lavoratori.
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Durante il sopralluogo sono stati osservati all’interno della Cranioteca dei cavi elettrici non a norma in quanto
non protetti, ancorati in modo approssimativo al muro e con congiunzioni realizzate tramite nastro isolante (fig.
36).
Figura 36–Cavi elettrici non a norma nella Cranioteca
NOTA 35:
E’ necessario rimuovere dal pavimento e dalle pareti i cavi elettrici non a norma nella sala
della Cranioteca oppure, qualora non fosse possibile, proteggerli con guaine, passacavi
ecc.. ancorati al muro.
L’intervista con il personale ha evidenziato come la Cranioteca sia protetta da un impianto di rilevazione fumi il
cui allarme è collegato esclusivamente all’Istituto di Antropologia: in questo modo i lavoratori del Museo non
hanno la possibilità di essere avvertiti della presenza di un incendio nelle sale.
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NOTA 36:
E’ necessario estendere l’allarme dell’impianto di rilevazione fumi installato nella
Cranioteca, ai locali del Museo, in modo che i lavoratori possano essere avvertiti dello
sviluppo di un incendio in tali locali.
SERVIZI IGIENICI
Il Museo di Antropologia non dispone al piano secondo di servizi igienici.
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REQUISITI COMUNI
Vie di esodo
Per quanto riguarda il piano terra le vie di evacuazione sono di facile accesso, ma è necessario sostituire la
porta-finestra (dotata di vetri fragili), che dalle sale “India” immette nel cortile interno, con una adeguata per
l’uso come uscita di emergenza.
Al piano primo è stata evidenziata la necessità di invertire il verso di apertura della porta di accesso alla sala
ricevimento, mentre al piano ammezzato e secondo sono frequenti ostacoli al corretto esodo delle persone
presenti in caso di emergenza, come gradini non segnalati, soffitti bassi e travi sporgenti.
Impianto elettrico
NOTA 37:
(vedi NOTA 1):
In fase di sopralluogo non è stato possibile reperire la documentazione riguardante la
dichiarazione di conformità e il progetto degli impianti elettrici presenti nella struttura.
Questo materiale costituirà parte integrante della successiva revisione del presente
documento di valutazione dei rischi.
Impianto termico
NOTA 38:
(vedi NOTA 1):
In fase di sopralluogo non è stato possibile reperire la documentazione riguardante la
dichiarazione di conformità e il progetto degli impianti termici presenti nella struttura.
Questo materiale costituirà parte integrante della successiva revisione del presente
documento di valutazione dei rischi.
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Impianto antincendio
NOTA 39:
(vedi NOTA 1):
In fase di sopralluogo non è stato possibile reperire la documentazione riguardante la
dichiarazione di conformità e il progetto degli impianti antincendio presenti nella struttura.
Questo materiale costituirà parte integrante della successiva revisione del presente
documento di valutazione dei rischi.
Dall’intervista con il personale è emerso che al momento del collaudo alcuni sensori antincendio non
funzionassero correttamente: è necessario verificare al più presto il corretto funzionamento dell’impianto.
NOTA 40:
E’ necessario verificare al più presto la corretta installazione di quei sensori dell’impianto
antincendio che al momento del collaudo non funzionavano.
Impianto di sicurezza anti-intrusione
Il Museo di Antropologia non è dotato di impianto di sicurezza anti-intrusione.
Vani ascensori
L’edificio possiede due impianti di elevazione elettrici, un piccolo ascensore di servizio che collega piano
terreno e piano secondo, ed uno più ampio destinato ai visitatori in particolare a quelli non abili mancando un
accesso con rampa alla mostra.
Il personale ha lamentato la mancanza di un collegamento tramite ascensore tra il piano primo e il
piano ammezzato in modo da consentire un accesso più agevole ai lavoratori non abili e facilitare il
trasporto di materiale ingombrante e/o pesante.
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Segnaletica di sicurezza
Le vie di esodo e le uscite di emergenza all’interno dell’edificio sono adeguatamente segnalate solamente al
piano terra, all’interno delle “sale India” in allestimento, e al piano primo, nella parte riservata alla mostra: è
pertanto necessario integrare la idonea cartellonistica e la relativa illuminazione anche nei restanti locali del
Museo di Antropologia.
NOTA 41:
E’ necessario apporre la segnaletica di sicurezza e la relativa illuminazione nei locali del
Museo di Antropologia che ancora ne sono sprovvisti.
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2.4
Individuazione e descrizione delle attività svolte nella struttura
Le attività principali possono essere identificate nel seguente modo:
a)
Attività di biglietteria e sorveglianza
I dipendenti di una società esterna svolgono attività di vendita biglietti e sorveglianza nelle
sale della mostra.
b)
Attività varie di gestione del museo
I dipendenti del Museo di Antropologia svolgono diverse attività che vanno dal reperimento,
restauro e preparazione dei reperti all’allestimento e il rinnovamento della mostra.
c)
Attività di ufficio
I dipendenti del Museo svolgono anche attività di direzione e amministrazione.
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3
Principi e generalità della valutazione dei rischi sul lavoro
3.1
Obiettivo della valutazione dei rischi
L’obiettivo della valutazione dei rischi è di consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono
effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei visitatori. Questi
provvedimenti comprendono:
1) prevenzione dei rischi professionali;
2) informazione e formazione dei lavoratori;
3) organizzazione e mezzi destinati a porre in atto i provvedimenti necessari.
Anche se l’obiettivo della valutazione dei rischi comprende la prevenzione dei rischi professionali, e tale
dovrebbe essere sempre il suo obiettivo primario, ciò non sarà sempre realizzabile in pratica. Nei casi in cui
non è possibile eliminare i rischi, essi devono essere diminuiti nella misura del possibile e si dovranno tenere
sotto controllo i rischi residui. In una fase successiva, nell’ambito del programma di revisione, i rischi residui
saranno nuovamente valutati e si considererà ulteriormente la possibilità di eliminarli o di ridurli ancora,
probabilmente alla luce delle nuove conoscenze allora acquisite.
La valutazione è strutturata e attuata in modo da aiutare i datori di lavoro o le persone che controllano l’attività
professionale a fare quanto segue:
1)
identificare i pericoli che sussistono sul luogo di lavoro e valutare i rischi associati agli stessi, in modo da
determinare quali provvedimenti debbano essere presi per proteggere la salute e la sicurezza dei dipendenti e
degli altri lavoratori, nel rispetto delle norme di legge;
2)
valutare i rischi in modo da effettuare la selezione quanto più motivata possibile delle attrezzature di
lavoro, dei prodotti e dei preparati chimici impiegati e delle attrezzature che si trovano sul luogo di lavoro
nonché dell’organizzazione dello stesso;
3)
controllare se i provvedimenti in atto risultino adeguati;
4)
stabilire un elenco di priorità, se si vede che sono necessarie ulteriori misure in conseguenza dei risultati
della valutazione;
5)
dimostrare ai datori di lavoro o alle persone che si occupano delle attività di controllo, alle competenti
autorità, ai lavoratori e ai loro rappresentanti, che tutti i fattori attinenti all’attività lavorativa sono stati presi in
esame e ciò ha consentito di formulare un giudizio valido e motivato riguardo ai rischi e ai provvedimenti
necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute;
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6)
garantire che i provvedimenti di prevenzione e i metodi di lavoro e di produzione, ritenuti necessari e
attuati a seguito di una valutazione dei rischi, siano tali da consentire un miglioramento del livello di protezione
dei lavoratori, rispetto alle esigenze della sicurezza e della salute.
3.2
Metodologia
Per la valutazione dell’indice di rischio (R), associato ad ogni tipo di rischio identificato, si fa ricorso alla
seguente “matrice di valutazione del rischio”.
L'indice di rischio R si determina in funzione dei parametri Probabilità P e Gravità G attraverso la relazione:
MATRICE VALUTAZIONE DEL RISCHIO R = P x G
Per ogni "Punto di verifica", eseguito per i fattori di rischio identificati applicabili, ai due parametri P e G è
stato attribuito un valore numerico da 1 a 4 in funzione della probabilità che accada un evento e della gravità
del danno.
Probabilità di
rischio
Valutazione di rischio (R)
(P)
4
Molto Alta
3
Probabile
4
8
12
16
3
6
9
12
2
4
6
8
1
2
3
4
1
Infortunio
2
Invalidità
parziale
3
Invalidità
permanente
4
Morte
2
Poco
probabile
1
Improbabile
Gravità (G)
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Per ciascuno dei rischi individuati è necessario poter emettere un giudizio di gravità del rischio e quindi di
conformità ed adeguatezza della situazione in essere, rispetto alle esigenze di prevenzione e protezione dai
rischi.
Mediante la relazione s'individuano 4 livelli di rischio:
1)
livello 1: trascurabile R = 1, i pericoli sono da intendersi sotto controllo
2)
livello 2: basso se 1 ≤ R ≤ 3 si deve verificare che i pericoli siano sotto controllo ( ad esempio
informando e formando gli addetti con procedure o in altro modo)
3)
livello 3: medio se 4 ≤ R ≤ 6 si devono individuare e programmare miglioramenti, con
interventi di protezione e prevenzione per ridurre sia la probabilità che il danno
4)
livello 4: alto se ≥ 8 si deve intervenire immediatamente con azioni di miglioramento per
ridurre sia la probabilità che il danno
Una eccezione che deve sempre essere considerata è rappresentata da quei pericoli che possono avere un
indice finale basso ma comunque caratterizzati da una gravità molto alta, nella zona “mortale”, cosa che può
accadere quando la probabilità risulti molto bassa: in questo caso è sempre opportuno intervenire, in quanto la
morte di una persona è un evento talmente grave che un rischio di tal genere non può essere mai accettato.
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Valutazione dei rischi
3.3
Identificazione delle sorgenti di rischio
I rischi presenti negli ambienti di lavoro possono essere suddivisi in tre categorie in funzione della natura degli
stessi:
Strutture
RISCHI PER LA SICUREZZA DOVUTI
Macchine
A:
Impianti Elettrici
(Rischi di natura infortunistica)
Sostanze pericolose
Incendio-esplosioni
RISCHI PER LA SALUTE DOVUTI A:
(Rischi di natura igienico
ambientale)
Agenti Chimici
Agenti Fisici
Agenti Biologici
Organizzazione del lavoro
RISCHI PER LA SICUREZZA E LA
SALUTE DOVUTI A:
Fattori psicologici
(Rischi di tipo cosiddetto
Fattori ergonomici
trasversale)
Condizioni di lavoro difficili
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3.3.1
RISCHI PER LA SICUREZZA
I Rischi per la Sicurezza, o Rischi di natura infortunistica, sono quelli responsabili del potenziale verificarsi di
incidenti o infortuni, ovvero di danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) subite dalle persone addette alle
varie attività lavorative, in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica, elettrica,
chimica, termica, etc.). Le cause di tali rischi sono da ricercare almeno nella maggioranza dei casi, in un non
idoneo assetto delle caratteristiche di sicurezza inerenti:
1.
l’ambiente di lavoro;
2.
le macchine e/o le apparecchiature utilizzate;
3.
le modalità operative;
Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o protezione nei confronti di tali tipi di rischi deve
mirare alla ricerca di un "Idoneo equilibrio bio-meccanico tra UOMO E STRUTTURA, MACCHINA,
IMPIANTO" sulla base dei più moderni concetti ergonomici.
3.3.2
RISCHI PER LA SALUTE
I Rischi per la salute, o Rischi igienico-ambientali, sono quelli responsabili della potenziale compromissione
dell’equilibrio biologico del personale addetto ad operazioni o a lavorazioni che comportano l’emissione
nell’ambiente di fattori ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica, con seguente
esposizione del personale addetto.
Le cause di tali rischi sono da ricercare nella insorgenza di non idonee condizioni igienico-ambientali dovute
alla presenza di fattori ambientali di rischio generati dalle lavorazioni, (caratteristiche del processo e/o delle
apparecchiature) e da modalità operative.
Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o di protezione nei confronti di tali tipi di rischio
deve mirare alla ricerca di un "Idoneo equilibrio bio-ambientale tra UOMO E AMBIENTE DI LAVORO".
3.3.3
RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE
Tali rischi, come evidenziato nella Guida della CEE per la sicurezza e la salute nelle PMI, sono individuabili
all’interno della complessa articolazione che caratterizza il " rapporto" tra l’ operatore e "l’organizzazione del
lavoro" in cui è inserito. Il rapporto in parola è peraltro immerso in un "quadro" di compatibilità ed interazioni
che è di tipo oltre che ergonomico anche psicologico ed organizzativo.
La coerenza di tale "quadro", pertanto può essere analizzata anche all’ interno di possibili trasversalità tra
rischi per la sicurezza e rischi per la salute.
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3.4
Analisi del rischio
La valutazione dei rischi e la definizione delle conseguenti misure di prevenzione e/o protezione sono state
eseguite a partire dall'analisi delle attività svolte, dall'identificazione dei gruppi omogenei di lavoratori, dalla
specificità di destinazione d'uso del luogo di lavoro.
L'analisi per mansioni svolte dai singoli lavoratori definisce i rischi e le misure di sicurezza da adottare ogni
qualvolta le stesse sono esercitate nei luoghi di lavoro.
Nell'ambito delle attività svolte nei locali del Museo di Antropologia si individuano le seguenti mansioni:
1
Impiegato tecnico. In particolare possono essere distinte le mansioni:
o
Conservazione e Restauro
o
Allestimento
o
Divulgazione Fotografia
2
Impiegato Amministrativo.
3
Addetto alla biglietteria e sorveglianza della mostra.
Di seguito si riporta l’analisi dettagliata delle singole mansioni in modo da evidenziare le fonti di rischio
possibili e poterle valutare.
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3.4.1
Tutte le mansioni
Rischio correlato all’utilizzo di apparecchiature alimentate con tensione di rete
1) Rischio di elettrocuzione.
Probabilità del rischio
P=2
Gravità
G=1
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R=2
Gli uffici dispongono di personal computer e attrezzature elettroniche(monitor, stampante ecc..),
mentre nell’area adibita al restauro dei reperti sono presenti macchinari e attrezzature per
lavorazioni di vario genere: tutti i dispositivi sono alimentati con tensione di rete.
Per ridurre i rischi connessi a questa attività l’Università DEVE, attraverso regole scritte
ed evidenti, Vietare agli addetti di manomettere i personal computer o le prese di
corrente.
Dispositivi di protezione individuale
Non previsti
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Rischi correlati alla movimentazione manuale dei carichi:
1) Rischio di lesioni dorso-lombari
Probabilità del rischio
P=2
Gravità
G=1
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R=2
Con il termine "movimentazione manuale dei carichi" si intende l’insieme delle operazioni di
trasporto o di sostegno di un carico che, per le sue caratteristiche o in conseguenza delle
condizioni ergonomiche sfavorevoli, possono comportare rischi di lesioni, in particolare dorsolombari.
Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
Informare gli addetti sul rischio presente e diffondere regole comportamentali sulla
movimentazione manuale dei carichi.
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Rischi correlati alla movimentazione manuale dei carichi:
2) Rischio di infortuni dovuti alla caduta accidentale del carico
Probabilità del rischio
P=2
Gravità
G=2
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R=4
Durante la movimentazione manuale di carichi esiste il rischio di incidenti dovuti alla caduta del
carico stesso, con possibile schiacciamento dei piedi dell’operatore.
Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
Informare gli addetti sul rischio presente e diffondere regole comportamentali sulla
movimentazione manuale dei carichi.
Fornire agli addetti i necessari dispositivi di protezione individuale: guanti (per protezione
e per migliorare la presa) e scarpe antinfortunistiche (per limitare i danni in caso di caduta
del carico).
Dispositivi di protezione individuale necessari per la riduzione del rischio “Rischio di
infortuni dovuti alla caduta accidentale del carico”:
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3.4.2
Impiegati amministrativi
Rischi correlati all’attività di “videoterminalista”
1) Rischi derivanti dall’uso di videoterminali
Probabilità del rischio
P=3
Gravità
G=1
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R=3
Il lavoro con videoterminali può comportare rischi legati a: danni agli occhi, alla postura,
affaticamento.
Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
Adottare attrezzature di nuova fabbricazione, quindi non comportanti rischi di
emissione di radiazioni elettromagnetiche dannose per la salute;
Informare gli addetti di non usare continuativamente l’attrezzatura, ma di fare pause
di circa 15 minuti ogni due ore di lavoro continuativo al videoterminale;
Nel caso gli addetti usino il videoterminale per più di 20 settimanali, gli stessi
devono essere sottoposti a controllo del medico competente secondo quanto
previsto dalla normativa.
Dispositivi di protezione individuale
Non previsti
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Rischi generali correlati all’attività di ufficio
1) Rischio di Incendio (data la presenza di archivi e carta nei locali relativi a questa attività)
Probabilità del rischio
P=1
Gravità
G=3
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R=3
Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
In merito al rischio di incendio si fa notare che non sono presenti nei locali degli uffici particolari
fonti di innesco, pertanto si dovranno osservare e far osservare le seguenti prescrizioni:
“Divieto di fumare” nei locali di lavoro (per esempio mediante segnaletica adeguata ed
informazione degli addetti su i rischi);
Evitare l’accumulo di carta in prossimità di fonti di calore (attrezzature, termosifoni): infatti
il riscaldamento prolungato potrebbe essere causa di pericolo.
Dispositivi di protezione individuale
Non previsti
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3.4.3
Impiegati tecnici
Attività nel laboratorio per la lavorazione del legno
Rischi correlati all’utilizzo di macchine utensili:
1) Contatto con parti in movimento ed utensili lavoratori
Probabilità del rischio
P=2
Gravità
G=3
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R=6
Il contatto accidentale con parti in movimento delle macchine utensili presenti nel laboratorio per
la lavorazione del legno può provocare danni a carico della salute del lavoratore, in particolare
abrasioni, tagli, cesoiamenti, ferite dovute all’avvolgimento di indumenti, braccialetti ecc. su parti
in rotazione.
Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
Per evitare infortuni, spesso invalidanti, tutti gli organi in movimento devono essere
protetti da scudi, ripari fissi o mobili, segregati da protezioni o griglie quando è necessario
il passaggio dell’aria o se devono essere effettuati frequenti controlli visivi.
Le protezioni devono essere ripristinate quando rimosse per regolazione e manutenzione
e sostituite una volta usurate per mantenere intatte le caratteristiche di sicurezza.
Fornire i necessari dispositivi di protezione individuale: abbigliamento idoneo e privo di
parti svolazzanti, quali gli abiti o tute aderenti (es.: tute da lavoro con fermi a polsi e
caviglie), guanti di protezione.
Informare gli addetti sul rischio presente e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione
individuale.
Dispositivi di protezione individuale necessari per la riduzione del rischio “Contatto con parti
in movimento ed utensili lavoratori”:
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Attività nel laboratorio per la lavorazione del legno
Rischi correlati all’utilizzo di macchine utensili:
2) Proiezione di materiali contro l’operatore o persone vicine
dalla rottura
di organi
meccanici
di materiale
lavorato
Probabilità del rischio
P=2
P=3
Gravità
G=3
G=1
Valutazione del rischio (indice di
rischio)
R=6
R=3
Il danno può derivare sia dalla rottura di organi meccanici sia dalla proiezione non controllata di
materiale lavorato (rottura del pezzo e proiezione di frammenti, proiezione del pezzo non
correttamente fissato, proiezione di trucioli).
Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
Fornire agli addetti i necessari dispositivi di protezione individuale: occhiali di protezione,
abbigliamento idoneo.
Informare gli addetti sul rischio presente e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione
individuale.
Controllare sempre la corretta regolazione del riparo contro le proiezioni.
Controllare il corretto fissaggio del pezzo al banco.
Assicurarsi di utilizzare utensili adatti al tipo di lavorazione da svolgere.
Evitare l’avvicinamento brusco dell’utensile al pezzo da lavorare.
Dispositivi di protezione individuale necessari per la riduzione del rischio “Proiezione di
materiali contro l’operatore o persone vicine”:
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Attività nel laboratorio per la lavorazione del legno
Rischi correlati all’utilizzo di macchine utensili:
3) Inalazione di polveri durante le lavorazioni su legno
Probabilità del rischio
P=4
Gravità
G=3
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R = 12
I lavori su legno generano polveri che, a seconda della natura e della concentrazione, possono
essere nocive alla salute e quindi vanno allontanate sollecitamente, tenendo presente che le
particelle più dannose sono le più fini, spesso invisibili ad occhio nudo.
Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
Utilizzare un aspiratore e l’apposita maschera antipolvere con filtri specifici per il materiale
in lavorazione.
Informare gli addetti sul rischio presente e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione
individuale.
Dispositivi di protezione individuale necessari per la riduzione del rischio “Inalazione di
polveri durante le lavorazioni su legno”:
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Attività nel laboratorio di restauro
Rischi correlati al restauro dei reperti :
1) Esposizione ad agenti chimici dannosi
Probabilità del rischio
P=2
Gravità
G=3
Valutazione del rischio (indice di rischio)
R=6
Si definiscono agenti chimici pericolosi quelli classificati come tali ai sensi dei D.lgs. 52/1997 e D.lgs
65/2003 o che, pur non essendo classificati come pericolosi, possono comportare un rischio per la
sicurezza e/o la salute dei lavoratori per le loro proprietà chimico-fisiche o per le modalità di utilizzo sul
luogo di lavoro.
Tutti gli agenti chimici utilizzati nelle attività di restauro dei reperti devono essere corredati delle
rispettive schede dei dati di sicurezza redatte in lingua italiana che devono essere consegnate
gratuitamente dal rivenditore al momento dell’acquisto.
La scheda dà le indicazioni sul livello di pericolosità, su come proteggere lavoratori ed ambiente e su
come agire nel caso in cui le precauzioni adottate non siano state sufficienti, quindi essa DEVE
contenere le seguenti informazioni:
• Identificazione del prodotto
• Identificazione della società produttrice
• Composizione
• Identificazione dei pericoli: effetti negativi per la salute ed i sintomi connessi ad uso proprio e
improprio (ragionevolmente prevedibili) del prodotto, possibili danni all’ambiente legati all’uso
del prodotto
• Misure di primo soccorso in caso di incidente: sintomi, effetti e procedure da seguire in caso di
esposizione al prodotto oltre i livelli massimi prescritti
• Misure antincendio: incendio in presenza del prodotto o da esso provocato, mezzi estinguenti
idonei allo spegnimento e mezzi estinguenti inutili o controproducenti
• Contromisure in caso di spargimento accidentale: procedure di comportamento per il personale,
sostanze neutralizzanti, tempi e modi di applicazione delle stesse
• Modalità di manipolazione (modalità di contenimento, dispositivo di protezione collettiva e/o
individuale da usare, corrette procedure di utilizzo) ed immagazzinamento (condizioni e
sostanze incompatibili)
• Protezione degli utilizzatori: deve essere specificato il tipo di dispositivo di protezione
individuale da utilizzare; NON SONO ACCETTABILI INDICAZIONI GENERICHE
• Modalità di controllo dell’esposizione al prodotto: parametri da tenere sotto controllo per valuta
re il livello di esposizione, modalità di rilevamento di tali parametri e valori limite di esposizione
noti
• Proprietà chimico-fisiche
• Stabilità-reattività
• Informazioni tossicologiche
• Informazioni ecologiche
• Modalità di smaltimento: per i residui, gli imballaggi, gli strumenti monouso entrati a contatto col
prodotto
• Modalità di trasporto
• Normativa di riferimento
• Altro
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Misure di sicurezza atte ad eliminare o ridurre il rischio:
o
o
o
o
o
o
Si devono utilizzare SOLO reagenti che riportino in modo chiaro sulla ETICHETTA della
confezione:
• Il nome chimico della sostanza
• il nome e l'indirizzo del fabbricante, del distributore e dell'importatore
• il numero CEE della sostanza
• i simboli e le indicazioni di pericolo
• le frasi di rischio specifiche per quella sostanza (frasi R)
• i consigli di prudenza (frasi S)
Gli agenti devono essere conservati nei contenitori originali, chiusi e riposti stabilmente in
appositi armadi il cui accesso deve essere regolamentato con registri di carico e scarico dei
quantitativi; devono essere protetti dalla luce, dal calore e dall' umidità e stoccati
separatamente in funzione della reciproca incompatibilità.
Tutti i lavoratori che utilizzino o possano venire in contatto con l’agente pericoloso devono
essere formati sul contenuto di tali schede: la scheda di sicurezza deve essere letta, capita e
consultata prima e durante ogni fase di lavoro che prevede l’uso dell’agente.
Il contatto con l’agente chimico pericoloso può avvenire per inalazione, ingestione o contatto
cutaneo o oculare: in funzione della pericolosità dell’agente chimico si procederà ad adottare
al più presto i presidi sanitari indicati sulle schede dei dati di sicurezza.
Fornire i dispositivi di protezione individuale indicati nelle schede di sicurezza delle sostanze.
• Guanti di gomma per manipolare sostanze chimiche
• Abiti e calzature che impediscano l’assorbimento dei composti
• Mascherine nel caso in cui l’agente chimico pericoloso sia utilizzato nebulizzato o
atomizzato
Dopo il lavoro occorre adottare le seguenti misure precauzionali:
• lavarsi accuratamente (doccia, bagno, lavaggio capelli)
• togliersi gli indumenti da lavoro
• lavare accuratamente i mezzi di protezione personali pluriuso
• lavare con sapone o soluzione di soda le attrezzature contaminate
Lo smaltimento di residui dell’agente chimico, di contenitori o materiale da esso contaminato (liquido o
solido) deve avvenire secondo le procedure codificate per la specifica tipologia di rifiuto
(classificazione CER).
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3.4.4
Valutazione rischio Chimico
Il decreto legislativo n. 25 del 2 febbraio 2002 che va a modificare il D.Lgs. 626/94 aggiungendo il titolo VII-bis
“Protezione da agenti chimici”, obbliga il datore di lavoro ad effettuare l’analisi dei rischi di esposizione dei
lavoratori. A tale scopo il datore di lavoro determina la presenza di agenti chimici pericolosi prendendo in
considerazione le seguenti:
Proprietà pericolose
Le informazioni tecniche fornite dal produttore tramite la relativa scheda di sicurezza
Il livello e la durata dell’esposizione
Le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di questi agenti
I valori limite di esposizione
Le misure preventive e protettive
In modo da ridurre o eliminare tutti i rischi correlati all’uso delle stesse.
All’interno del laboratorio di restauro sono utilizzate e immagazzinate sostanze chimiche e pertanto può essere
presente Rischio Chimico. Al momento della visita non è stato possibile visionare le schede di sicurezza delle
sostanze, ma il personale affermava esistere una richiesta alla amministrazione universitaria per l’acquisto di
una cappa aspirante per l’uso di solventi nelle attività di restauro dei reperti.
NOTA 42:
Allo scopo di valutare l’esposizione degli addetti agli agenti chimici, è necessario reperire
le informazioni relative alle sostanze utilizzate ed alle modalità di impiego (schede di
sicurezza, tempo medio di esposizione giornaliera ecc.).
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NOTA 43:
In fase di sopralluogo non è stato possibile reperire documentazione riguardante la
presenza nella struttura di ditte esterne che eseguano attività di pulizia.
Questo materiale costituirà parte integrante della successiva revisione del presente
documento di valutazione dei rischi.
L’analisi completa e il documento di valutazione del rischio chimico saranno inseriti nella prossima
revisione.
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3.4.5
Analisi del rischio incendio
La metodologia seguita nell'effettuazione della presente valutazione del rischio di incendio ricalca fedelmente
quella indicata nell'Allegato I del Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio
e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”, nel quale sono chiaramente identificati i criteri per la
valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro e le misure di prevenzione e di protezione antincendio da
adottare al fine di ridurre l’insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi.
La valutazione dei rischi incendio e le conseguenti misure di prevenzione e protezione costituiscono parte
specifica del documento di analisi e valutazione dei rischi di cui all’art. 4 comma 2 del D.Lgs. 626/1994
Il datore di lavoro valuta il livello di rischio incendio del luogo di lavoro, e se del caso, di singole parti del luogo
medesimo, classificando tale livello in una delle seguenti categorie, in conformità ai criteri di cui all’allegato I
del Decreto Ministeriale 10 marzo 1998:
livello di rischio elevato
livello di rischio medio
livello di rischio basso.
Il datore di lavoro indica inoltre i nominativi dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione
incendi, lotta antincendio e di gestione delle emergenze in caso di incendio.
Il documento di valutazione del rischio incendio sarà inserito nella prossima revisione.
NOTA 44:
E’ necessario valutare la presenza nella struttura di attività che richiedono il rilascio del
Certificato di Prevenzione Incendi da parte del Comando dei Vigili del Fuoco. In tal caso
occorrerà predisporre la necessaria documentazione.
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3.4.6
Valutazione del rischio rumore
Il datore di lavoro deve procedere alla valutazione del rumore presente durante il lavoro, al fine di individuare i
lavoratori ed i luoghi di lavoro a rischio di danni uditivi, secondo quanto previsto dall’ art. 40 del D.lgs. 277/91,
ripetendo tale valutazione ad intervalli regolari ed ogniqualvolta sia introdotto un cambiamento nelle
lavorazioni.
Il documento di valutazione del rischio rumore sarà inserito nelle prossime revisioni.
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4
Emergenza, prevenzione e pronto soccorso
Ai fini degli adempimenti di cui all'art. 4, comma 5, lettera q), legale rappresentante della Fondazione Prato
Ricerche, su specifico incarico del datore di lavoro, dovrà designare i lavoratori incaricati di attuare le misure di
cui all'art. 4, comma 5, lettera a) (1) di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori in
caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di pronto soccorso e, comunque, di gestione
dell'emergenza. In base a quanto espressamente specificato all’interno del D.Lgs. 626/94, tale personale
dovrà essere stato adeguatamente formato.
Il datore di lavoro dovrà inoltre provvedere affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave ed
immediato per la propria sicurezza ovvero per quella di altre persone e nell'impossibilità di contattare il
competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di tale
pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici disponibili.
Il datore di lavoro ha preso:
1)
misure intese ad evitare l'insorgere di un incendio e a limitarne le conseguenze
qualora esso si verifichi;
2)
metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio.
Il datore di lavoro, tenendo conto della natura dell'attività e delle caratteristiche della Fondazione Prato
Ricerche, dovrà prendere i provvedimenti necessari in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di
emergenza, tenendo conto del numero massimo di persone potenzialmente presenti sui luoghi di lavoro e
stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto degli addetti infortunati.
Le caratteristiche minime delle attrezzature di pronto soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua
Formazione dovranno essere individuati in relazione alla natura dell'attività, al numero dei lavoratori occupati e
ai fattori di rischio, con decreto dei Ministri della sanità, del lavoro e della previdenza sociale, della funzione
pubblica e dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentita la commissione consultiva permanente e il
Consiglio Superiore di Sanità.
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5
Sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria dovrà essere effettuata solo nei casi previsti dalla normativa vigente.
In base a quanto previsto dal D.Lgs. 626/94, il medico competente collabora con il datore di lavoro e con il
servizio di prevenzione e protezione, e sulla base della conoscenza delle situazioni di rischio, predispone
l’attuazione delle misure per monitorare e tutelare la salute e l’integrità psico-fisica dei lavoratori.
Al momento della visita non è stato possibile riscontrare se siano già stati individuati dei soggetti da sottoporre
a controlli programmati e sorveglianza sanitaria. Tale verifica sarà parte integrante della prossima revisione di
questo documento.
NOTA 45:
Dovranno essere individuati i soggetti che rientrano tra coloro che debbano essere
sottoposti ai controlli programmati ed alla sorveglianza sanitaria.
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6
Situazione degli infortuni e degli incidenti
NOTA 46:
Al fine di poter conoscere le peculiarità essenziali inerenti i rischi sarà necessario
prendere visione del registro degli infortuni.
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6.1
Modalità di gestione degli aspetti di sicurezza e salute connessi con le attività svolte da
imprese terze
All’interno dei locali oggetto di questa valutazione possono svolgersi saltuariamente attività lavorative svolte
da lavoratori esterni.
Nei locali del Museo di Antropologia non sono presenti rischi particolari di cui imprese terze devono essere a
conoscenza per la loro incolumità. Tuttavia per un buon coordinamento dei lavoratori presenti l’Università avrà
cura di richiedere alle aziende esterne tutta la documentazione necessaria verificando la sua idoneità.
NOTA 47:
Individuare le ditte esterne che hanno accesso all’interno della struttura al fine di valutare
le tipologie di rischio introdotte e definire le modalità operative per la gestione degli
eventuali rischi, coordinando in maniera formale l’operato dei diversi lavoratori che ivi
possano svolgere attività simultanee.
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7
Programma di miglioramento
In base ai risultati della valutazione dei rischi si ritiene opportuno procedere ai seguenti interventi di
adeguamento/miglioramento secondo il criterio sotto riportato:
Livello di Rischio
Trascurabile se R = 1
Basso se 1 ≤ R ≤ 3
TIPOLOGIA INTERVENTO
NESSUN
INTERVENTO PROGRAMMATO
Non previsto
Informazione e formazione
degli addetti e del personale
previsto.
Stesura di adeguate
procedure.
Individuazione e attuazione
di interventi migliorativi di
prevenzione e protezione.
Medio se 4 ≤ R ≤ 6
Informazione e formazione
degli addetti e del personale
previsto.
Stesura di adeguate
procedure.
Segnalazione
comunicazione
dell’eventuale
conformità.
Alto se ≥ 8
e
non
Intervento di adeguamento e
miglioramento
Informazione e formazione
degli addetti e del personale
previsto.
Stesura
di
procedure.
TEMPISTICA INTERVENTO
INTERVENTI DA EFFETTUARE
ENTRO
90 gg
INTERVENTI DA EFFETTUARE
ENTRO
60 gg
Immediata nel momento di
rilevazione
Interruzione immediata delle attività
che presentano la tipologia di rischio
riscontrata e interdizione dei locali a
tutto il personale.
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
DA EFFETTUARE ENTRO
30 gg
adeguate
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7.1
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO IMMEDIATI
1)
Rif. NOTA 1: è opportuno porre un limite massimo al numero di persone che possono accedere
contemporaneamente alla mostra, sia per un miglior controllo delle stesse ai fini della sicurezza dei
reperti conservati, sia per una più efficace gestione di eventuali situazioni di emergenza.
2)
Rif. NOTA 2: è necessario migliorare la gestione degli accessi nella sala della Osteoteca dal vicino
Istituto di Antropologia per impedire ingressi non autorizzati e non sorvegliati. Per una corretta gestione
delle emergenze, dovrà essere sempre possibile riscontrare il numero di persone presenti.
3)
Rif. NOTA 3, 37, 38, 39: è necessario verificare l’esistenza della documentazione necessaria per
dimostrare la conformità di tutti gli impianti tecnici presenti nella struttura (impianto elettrico, termico,
ecc.) e l’esistenza della documentazione che attesti la nomina e la formazione di tutte le figure
riguardanti la sicurezza del luogo di lavoro (RLS, MC se nominato, addetti alle emergenze, ecc).
4)
Rif. NOTA 4: rimuovere i solventi e gli altri composti infiammabili depositati sul pavimento delle
sale “India” e riporli in un luogo protetto.
5)
Rif. NOTA 5: è necessario riposizionare le prese multiple in modo corretto all’interno delle sale
“India”.
6)
Rif. NOTA 6: è necessario sostituire la porta-finestra, che dalle sale “India” immette nel cortile
interno, con una adeguata per l’uso come uscita di emergenza.
7)
Rif. NOTA 7: è necessario ripristinare l’estintore mancante all’interno delle sale espositive “India”
in allestimento al piano terreno.
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8)
Rif. NOTA 8: è necessario sbloccare la porta tagliafuoco che dal piano ammezzato permette
l’accesso alla scala interna e verificare la possibilità di realizzare una rampa di accesso in sostituzione
dei due gradini che collegano il piano al vano scale. Se tale soluzione non fosse praticabile deve essere
apposta idonea cartellonistica che segnali la presenza dei gradini.
9)
Rif. NOTA 9: all’interno del magazzino posto al piano ammezzato è necessario ripristinare un
adeguato livello di ordine e procedere alle sostituzioni del vetro danneggiato di una vetrina e della
plafoniera presente con una dotata di protezioni per tubi fluorescenti.
10) Rif. NOTA 13: sono presenti al piano ammezzato ostacoli quali porte o travi ad altezze non
conformi alla normativa vigente: nell’impossibilità della loro eliminazione dovrà essere richiesta una
autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli ambienti; in ogni caso tali pericoli
devono essere opportunamente segnalati tramite idonea cartellonistica in modo da ridurre al minimo i
rischi di incidente per i lavoratori.
11) Rif. NOTA 15: le scale che dal piano ammezzato conducono ai magazzini secondari hanno
larghezza non conforme e sono sprovviste di corrimano e strisce antiscivolo sui gradini usurati.
Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa vigente dovrà essere richiesta
una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli ambienti; in ogni caso tali
pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite idonea cartellonistica in modo da ridurre al
minimo i rischi di incidente per i lavoratori.
12) Rif. NOTA 16, 23, 25: sono presenti vetri fragili all’interno del magazzino secondario del piano
ammezzato (vetrature delle teche) e al piano primo (vetrine della mostra e infissi): si rende necessario
pertanto sostituirli con altri di idoneo spessore.
13) Rif. NOTA 18: è necessario reperire le schede di sicurezza dei prodotti chimici utilizzati per
l’attività di restauro; nel caso che l’analisi delle schede mostrasse la necessità dell’utilizzo di una cappa
aspirante all’interno del laboratorio, questa dovrà essere acquistata al più presto.
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14) Rif. NOTA 20: le macchine all’interno del laboratorio per la lavorazione del legno non dispongono
di protezioni aggiuntive quali paratrucioli, barriere contro il contatto accidentale, arresto di emergenza
che devono essere pertanto installate.
15) Rif. NOTA 26: nel percorso che dalle sale espositive conduce alla Osteoteca sono presenti alcuni
ostacoli al passaggio agevole dei lavoratori e soprattutto al loro deflusso in condizioni di emergenza,
quali porte di larghezza insufficiente, travi di altezza non idonea e gradini.
Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa vigente dovrà essere richiesta
una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli ambienti; in ogni caso tali
pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite idonea cartellonistica in modo da ridurre al
minimo i rischi di incidente per i lavoratori
16) Rif. NOTA 27: la porta di accesso al locale della Osteoteca risulta di altezza insufficiente.
Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa vigente dovrà essere richiesta
una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli ambienti; in ogni caso tali
pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite idonea cartellonistica in modo da ridurre al
minimo i rischi di incidente per i lavoratori
17) Rif. NOTA 28: l’accesso alle finestre della Osteoteca risulta pericoloso. E’ necessario posizionare
sui gradini delle strisce antiscivolo e prevedere l’installazione di una protezione (parapetto con porzione
apribile per l’accesso alle finestre) per prevenire cadute accidentali all’interno delle rampe.
18) Rif. NOTA 30: è necessario riporre le scale della Osteoteca in modo da non creare intralcio al
passaggio dei lavoratori
19) Rif. NOTA 32: è necessario segnalare la sporgenza della rampa di scale che conduce alla
Cranioteca con opportuna cartellonistica e proteggere gli spigoli vivi con materiale in grado di assorbire
gli urti
20) Rif. NOTA 33: al piano terzo è presente un locale mancante del solaio altamente pericoloso: la
porta di accesso deve essere chiusa con chiave o altro dispositivo che ne impedisca l’apertura ai non
autorizzati.
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21) Rif. NOTA 34: la porta di accesso al locale della Cranioteca risulta di altezza insufficiente e
posizionata sopra due gradini. Nell’impossibilità di ripristinare le condizioni di rispetto della normativa
vigente dovrà essere richiesta una autorizzazione agli organismi competenti per l’utilizzo in deroga degli
ambienti; in ogni caso tali pericoli devono essere opportunamente segnalati tramite idonea
cartellonistica in modo da ridurre al minimo i rischi di incidente per i lavoratori.
22) Rif. NOTA 41: è necessario apporre la segnaletica di sicurezza e la relativa illuminazione nei locali
del Museo di Antropologia che ancora ne sono sprovvisti.
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7.2
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DA EFFETTUARE A BREVE TERMINE
Dall’analisi effettuata sono state riscontrate tipologie di rischio ALTO tali da richiedere intervento entro trenta
giorni. Tali interventi consistono in:
1)
Rif. NOTA 10: è necessario riposizionare le prese multiple in modo corretto all’interno dell’ufficio
posto al piano ammezzato.
2)
Rif. NOTA 12: è necessario installare un corrimano lungo le scale presenti nel tratto di corridoio
che dal piano ammezzato porta ai magazzini.
3)
Rif. NOTA 17: è necessario sostituire il tavolo di lavoro all’interno del laboratorio di restauro
attualmente appoggiato su caprette di legno con uno stabile e dotato di appoggio a terra.
4)
Rif. NOTA 19: è necessario reperire la necessaria documentazione a corredo delle macchine
presenti nel laboratorio per la lavorazione del legno ed effettuare per queste una specifica
valutazione dei rischi. Tale materiale sarà inserito nella successiva revisione di questo documento.
5)
Rif. NOTA 21: è necessario ripristinare all’interno dei laboratori di restauro e di lavorazione del
legno delle opportune condizioni di ordine e rimuovere il materiale depositato sul pavimento e
lungo le pareti, in particolare le prese multiple e i vetri.
6)
Rif. NOTA 24: la porta di accesso alla sala ricevimento del piano primo ha verso di apertura
opposto rispetto all’esodo: è necessario invertire l’apertura della porta o sostituirla qualora non
fosse possibile.
7)
Rif. NOTA 29: gli armadi di legno della osteoteca hanno cassetti sprovvisti di bloccaggio per
l’estrazione: è necessario dotare i cassetti di tale dispositivo.
8)
Rif. NOTA 35: è necessario rimuovere dal pavimento e dalle pareti i cavi elettrici non a norma
nella sala della Cranioteca oppure, qualora non fosse possibile, proteggerli con guaine, passacavi
ecc.. ancorati al muro.
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9)
Rif. NOTA 36: è necessario estendere l’allarme dell’impianto di rilevazione fumi installato nella
Cranioteca, ai locali del Museo, in modo che i lavoratori possano essere avvertiti dello sviluppo di
un incendio in tali locali.
10) Rif. NOTA 40: è necessario verificare al più presto la corretta installazione di quei sensori
dell’impianto antincendio che al momento del collaudo non funzionavano.
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7.3
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DA EFFETTUARE A MEDIO TERMINE
Dall’analisi effettuata sono state riscontrate tipologie di rischio MEDIO tali da richiedere intervento entro 60 gg.
Tali Interventi consistono in:
1)
Rif. NOTA 11: si deve provvedere al più presto alla rimozione del materiale posto lungo il corridoio
che dal piano ammezzato conduce ai locali magazzino.
2)
Rif. NOTA 14: è necessario dotare il locale denominato “ex laboratorio fotografico”, di aerazione
artificiale per il ricircolo dell’aria e l’espulsione dei fumi in caso di incendio.
3)
Rif. NOTA 22: il magazzino dell’area di restauro è sprovvisto di aerazione naturale e artificiale ed è
pertanto necessario installare al suo interno un impianto per il ricircolo dell’aria e l’espulsione dei
fumi in caso di incendio.
4)
Rif. NOTA 27: in fase di sopralluogo non è stato possibile reperire la necessaria documentazione
che deve accompagnare le scale utilizzate nella sala della Osteoteca. Questo materiale costituirà
parte integrante della successiva revisione del presente documento di valutazione dei rischi.
5)
Rif. NOTA 31: è necessario migliorare la gestione degli accessi al piano secondo nella sala della
Osteoteca per impedire ingressi non autorizzati dal vicino Istituto di Antropologia.
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7.4
INTERVENTI DI ADEGUAMENTO DA EFFETTUARE A LUNGO TERMINE
Dall’analisi effettuata sono state riscontrate tipologie di rischio BASSO tali da richiedere intervento entro 90 gg.
Tali interventi consistono in:
1)
Rif. NOTA 42: allo scopo di valutare l’esposizione degli addetti agli agenti chimici, è necessario
reperire le informazioni relative alle sostanze utilizzate ed alle modalità di impiego (schede di
sicurezza, tempo medio di esposizione giornaliera ecc.).
2)
Rif. NOTA 43: in fase di sopralluogo non è stato possibile reperire documentazione riguardante la
presenza nella struttura di ditte esterne che eseguano attività di pulizia.
Questo materiale costituirà parte integrante della successiva revisione del presente documento di
valutazione dei rischi.
3)
Rif. NOTA 44: è necessario valutare la presenza nella struttura di attività che richiedono il rilascio del
Certificato di Prevenzione Incendi da parte del Comando dei Vigili del Fuoco. In tal caso occorrerà
predisporre la necessaria documentazione
4)
Rif. NOTA 45: Dovranno essere individuati i soggetti che rientrano tra coloro che debbano essere
sottoposti ai controlli programmati ed alla sorveglianza sanitaria.
5)
Rif. NOTA 46: al fine di poter conoscere le peculiarità essenziali inerenti i rischi sarà necessario
prendere visione del registro degli infortuni.
6)
Rif. NOTA 47: individuare le ditte esterne che hanno accesso all’interno della struttura al fine di
valutare le tipologie di rischio introdotte e definire le modalità operative per la gestione degli eventuali
rischi, coordinando in maniera formale l’operato dei diversi lavoratori che ivi possano svolgere attività
simultanee.
7)
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dovrà fare in modo che:
le vie di esodo siano costantemente sicure, chiaramente segnalate e libere da ogni ostacolo; a
tale scopo sarà necessario istituire un servizio per il controllo periodico di tali esigenze;
gli estintori siano controllati ogni 6 mesi;
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la funzionalità dei maniglioni antipanico sia periodicamente verificata e tale verifica sia
opportunamente verbalizzata;
siano affisse disposizioni riportanti le azioni essenziali che devono essere attuate in caso di
emergenza;
siano affissi nei locali presidiati in modo ben visibile i numeri di telefono dei servizi di pronto
soccorso, lotta antincendio e gestione delle emergenze;
venga controllato periodicamente il contenuto del pacchetto di medicazione o la cassetta di
pronto soccorso;
siano noti a tutti i lavoratori i nominativi degli addetti incaricati della prevenzione incendi,
evacuazione e pronto soccorso e gestione delle emergenze.
8)
Il Datore di lavoro relativamente alle attività comportanti il rischio di elettrocuzione dovrà:
Incaricare una ditta specializzata per l’effettuazione periodica possibilmente semestrale delle
verifiche dell’impianto di terra e degli interruttori differenziali dei quadri elettrici.
Vietare agli addetti ed agli studenti mediante segnaletica evidente di effettuare interventi su
apparecchiature elettriche.
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