L`Assurda coppia del teatro: la lezione Note di regia

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L`Assurda coppia del teatro: la lezione Note di regia
L’Assurda coppia del teatro: la lezione Note di regia La trama della Lezione di Ionesco è molto semplice; i dialoghi sono assurdi, come si conviene ad un Maestro del Teatro dell’Assurdo: un professore cerca di impartire lezioni di matematica speciale e di linguistica e filologia comparata delle lingue neo‐spagnole ad un allieva che vuol conseguire il dottorato totale. Una governante sorveglia lo svolgersi della lezione con frequenti incursioni in scena e, forse, è complice dei successivi (e precedenti) accadimenti. C’è un legame irrinunciabile tra il Professore e la Governante. Considero il “Dramma Comico”, così definisce Ionesco la Lezione, una metafora sul Potere: in questo caso esso è esercitato attraverso l’uso della Parola, che poco alla volta annichilisce, diventando ripetitiva come in un rito, che sul finale è anche “danza macabra”. Parola che quasi subito perde senso, nel testo di Ionesco, immediatamente dopo la prima, elementare lezione: 1 + 1 = 2; e nel perdere senso, ritorna alla propria origine, cioè ridiventa suono, che ha la capacità di incantare. L’incantamento è come una droga, chi lo subisce può essere usato, manipolato: oggi più di ieri, confusi, sottomessi, piegati come siamo a miliardi di Parole apparentemente significanti, pronunciate da Parolai che detengono il Potere, non quello meramente Politico, ma il più grande e assoluto, quello della Comunicazione. Concludo le mie note di regia con un invito al lettore e possibile fruitore dello spettacolo: non si tratta di una messa in scena “pesante” dove a tutti i costi si voglia dare rilievo ad un possibile messaggio! Ho rispettato lo spirito di Ionesco, “Niente messaggi, per favore!”, quello stesso spirito che per decenni l’ha annoverato tra gli autori “qualunquisti”, a giudizio naturalmente degli “impegnati”. Ho privilegiato perciò la leggerezza dell’esecuzione, basata sui cambi di ritmo; ho sfruttato in alcuni casi la ripetizione continua delle frasi del testo per creare un ambiente sonoro coinvolgente e gradevole all’ascolto; laddove possibile, cioè spesso, ho cercato di dare rilievo alla comicità, ai non‐sense di alcune battute o situazioni; ho dato rilievo alla musica, che ho sempre amato in scena, per aiutare le Parole nel loro processo di perdita di senso; ho sostituito la scena pensata da Ionesco con una sorta di tandem simmetrico: le ruote anteriori rivolte alle due estremità, che annullano sul nascere qualsiasi possibilità di spostamento. Rimarrà fermo sul palco il tandem, come la storia che ciclicamente si ripete. Gianfranco Quero NB: il sottotitolo “L’assurda coppia del teatro” si riferisce al meccanismo che regola la struttura della messa in scena: pur trattandosi di tre personaggi, l’assurdo si compie sempre in una combinazione di coppie: professore‐allieva, professore‐governante, governante‐allieva.