cosa fa il custode sociale? - Azienda Territoriale per i Servizi alla
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cosa fa il custode sociale? - Azienda Territoriale per i Servizi alla
AZIENDA TERRITORIALE PER I SERVIZI ALLA PERSONA Settembre 2012 IL CUSTODE SOCIALE TERRITORIALE INDICE CONTESTO TERRITORIALE ED ANALISI DEL BISOGNO pag. 3 FINALITA’ ED OBIETTIVI DEL PROGETTO: COS’E’ IL CUSTODE SOCIALE TERRITORIALE pag. 11 COSA FA IL CUSTODE SOCIALE? pag. 13 ORGANIZZAZIONE, SPERIMENTAZIONE E FUNZIONAMENTO DEGLI INTERVENTI PREVISTI pag. 15 PERCORSO DI VALUTAZIONE, MONITORAGGIO DELLE PRESTAZIONI, RISULTATI ATTESI ED IMPATTO TERRITORIALE pag. 19 PIANO ECONOMICO DI SINTESI pag. 21 2 CONTESTO TERRITORIALE ED ANALISI DEL BISOGNO La Valle Camonica, situata nella zona nord-orientale della Lombardia, è la più estesa fra le valli della regione e fra le maggiori vallate delle Alpi Centrali (Fig. n. 1). Essa si sviluppa per circa 90 Km di lunghezza dal passo del Tonale (m 1833 s.l.m.) alla Corna Trenta Passi (presso Pisogne, sul lago di Iseo), con una superficie di Km2 1.319,23. Da Brescia, l’accesso al territorio avviene tramite la Ferrovia Brescia-Iseo-Edolo e la SS 510, che dal capoluogo conduce fino all’abitato di Pian Camuno. La SS 42 del Tonale e della Mendola collega il comprensorio a Bergamo e a Bolzano rispettivamente dalla Valcavallina e dal Passo del Tonale, costituendo inoltre una connessione con le reti autostradali A 4 Milano-Venezia e A 22 ModenaBrennero. Il collegamento con la Valtellina è costituito dalla SS 39 del Passo dell’Aprica. Il Distretto di Valle Camonica comprende 42 comuni, afferenti alla Provincia di Brescia. I maggiori centri abitati sono situati a fondo valle, lungo le direttrici individuate dalle reti stradali e ferroviaria; nelle zone montane collocate ad un’altimetria superiore ai m 500 s.l.m., ovvero laddove il sistema di collegamenti risulta meno efficiente, lo sviluppo urbanistico è avvenuto in maniera più contenuta. 3 Figura. n. 1. Distretto di Valle Camonica. Rappresentazione grafica del contesto territoriale. Anno 2011. Numero di comuni del Distretto 42 Popolazione residente al 01.01.2011 101.551 2 Superficie (Km ) 1.319,23 Densità della popolazione (ab/Km2) 75 4 Gli anziani residenti nel Distretto di Valle Camonica agli inizi del 2010 sono in totale 19.572. Considerando la composizione numerica delle classi d’età quinquennali superiori ai 65 anni d’età, oltre 10.000 cittadini si collocano nelle fasce d’età fra i 65 e i 74 anni, mentre coloro che hanno fra i 75 e i 79 anni sono circa 3.933. Gli anziani ultraottantenni, infine, raggiungono circa le 5000 unità. Passando alla distribuzione percentuale delle classi stesse sul totale della popolazione anziana, la classe d’età 65-69 è quella che pesa maggiormente (con il 28,79%), seguita dalla classe 70-74 (24,96%). Coloro che hanno fra i 75 e i 79 anni rappresentano il 20,21% della popolazione anziana, mentre i cosiddetti grandi anziani (dagli ottant’anni in su) ne costituiscono il 26,15%. Figura n. 4. Distretto di Valle Camonica. Rappresentazione grafica della distribuzione percentuale delle classi di età quinquennali superiori ai 65 anni. Valori al 01.01.2011. 5 Popolazione residente per classe d’età Comuni Zone Sociali Da 65 a 69 Da 70 a 74 Da 75 a 79 Da 80 a 84 Totale Oltre 85 1 Incudine 25 22 18 16 16 97 2 Monno 37 39 50 26 13 165 3 Ponte di Legno 113 114 104 66 64 461 4 Temù 57 57 46 39 19 218 5 Vezza d'Oglio 76 64 61 36 47 284 6 Vione 43 43 36 40 36 198 Alta Valle 351 339 315 223 195 1.423 7 Corteno Golgi 103 84 79 86 62 414 8 Edolo 308 244 229 150 114 1.045 679 9 Malonno 204 155 128 106 86 10 Paisco Loveno 15 11 14 13 7 60 11 Sonico 75 68 54 47 39 283 Alpi Orobie 705 562 504 402 308 2.481 12 Berzo Demo 114 100 69 46 34 363 13 Cedegolo 83 71 54 40 34 282 14 Cevo 58 42 49 44 40 233 15 Saviore 63 74 54 49 35 275 16 Sellero 107 64 74 32 33 310 Valsaviore 425 351 300 211 176 1.463 17 Braone 18 Capo di Ponte 37 30 34 11 11 123 159 135 93 77 57 19 521 Cerveno 41 33 37 20 15 146 20 Losine 27 36 33 17 7 120 21 Ono San Pietro 44 39 33 21 17 154 308 273 230 146 107 1.064 Media Valle 22 Ceto 88 98 68 36 35 325 23 Cimbergo 35 30 28 19 17 129 24 Paspardo 43 34 25 22 20 144 Ceto,Cimbergo,Pasp. 166 162 121 77 72 598 25 Bienno 230 192 133 110 72 737 26 Borno 143 141 127 86 72 569 27 Breno 329 268 168 152 148 1.065 28 Malegno 125 103 89 61 39 417 29 Niardo 74 91 66 39 43 313 30 Prestine 23 30 20 10 21 104 Antichi Borghi 924 825 603 458 395 3.205 31 Artogne 163 121 98 81 46 509 32 Gianico 119 98 66 49 32 364 33 Pian Camuno 205 165 110 91 57 628 Bassa Valle 487 384 274 221 135 1.501 34 Angolo T. 145 120 106 80 61 512 35 Berzo Inferiore 115 94 82 51 33 375 36 Cividate Camuno 147 130 88 71 46 482 37 Darfo Boario T. 793 710 553 399 299 2.754 38 Esine 272 187 176 136 77 848 39 Lozio 33 29 23 21 13 119 40 Ossimo 75 73 67 35 27 277 41 Piancogno 234 202 142 121 94 793 42 Pisogne 454 445 349 247 182 1.677 5.634 4.886 3.933 2.899 2.220 19.572 Valle Camonica Tabella n. 1. Dettaglio comunale del Distretto di Valle Camonica. Numero di residenti per classi di età quinquennali superiori ai 65 anni. Valori al 01.01.2011. 6 Una riflessione importante sulle dinamiche demografiche è quella relativa al livello di invecchiamento; il trend è ormai consolidato: si vive di più, ma rispetto al passato l’anziano spesso e volentieri è solo, in quanto può contare sempre meno sull’appoggio della rete familiare. Gli indici che misurano tale processo sono: - La quota percentuale della popolazione anziana, ovvero le persone di 65 anni e più, sulla popolazione complessiva; - L’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto percentuale tra la popolazione in età da 65 anni in poi e quella della classe 0-14 anni. Esso indica quanti anziani ci sono ogni 100 minori da 0 a 14 anni ed è un importante indicatore di prospettiva; - L’indice di dipendenza degli anziani, ovvero il rapporto percentuale tra la popolazione in età da 65 in poi e quella in età 15-64 anni che indica quanti anziani ci sono ogni 100 persone di età 15-65 anni, ovvero la base produttiva attuale e di prospettiva. Tab. N.2 “Vista territoriale. Indicatori strutturali della popolazione. Valori al 01.01.2011” Indicatori di struttura Area geografica Indice di Indice di % popolazione anziana dipendenza su popolazione strutturale Valle Camonica 18,63% 49,31 140,13 Provincia di Brescia 18,14 % 50,90 121,80 Lombardia 19,70 % 52,00 141,90 Italia Nord-occidentale 21,21 % 53,90 159,50 Italia 19,94 % 52,20 144,00 vecchiaia Fonte: sito www.demo.istat.it. 7 All’interno delle logiche che caratterizzano attualmente la vita sociale nelle sue diverse espressioni, diviene centrale il rapporto tra la persona anziana parzialmente o non autosufficiente e la sua famiglia. In quest’area di bisogno si sta investendo molto sui servizi domiciliari con l’obiettivo di mantenere soggetto fragile il più possibile nel suo ambiente di vita. Alcuni dati significativi Tra l’utenza anziana del servizio di assistenza domiciliare la fascia d’età prevalente è quella oltre gli 85 anni che corrisponde al 63,03 % del totale degli utenti; a scalare tutte le altre fasce fino ad arrivare al 4,27 % di coloro che hanno un’età compresa tra 65 – 69 anni. Il 68,25 % degli utenti sono femmine e il rimanente 31,75 % sono utenti maschi. Tab. n.3. ”Utenti anziani del Servizio per fasce d’età. Anno 2011” CLASSE D’ETA’ 65/69 70/74 75/79 > 80 4,27 % 12,80 % 19,91 % 63,03 % Il 51 % degli utenti del Servizio di Assistenza domiciliare appartengono al I° livello di assistenza: assistenza destinata a persone parzialmente non autosufficienti o a rischio di emarginazione, che richiedono interventi di sostegno psico-sociale e di cura della persona (riassetto della casa, igiene personale, disbrigo pratiche, socializzazione), viene definita a bassa intensità; il 33 % degli utenti anziani appartengono al II° livello di assistenza: assistenza destinata a persone non autosufficienti o di recente dimissione ospedaliera; è un'assistenza a media o alta intensità, che si ripropone di mantenere il paziente nel suo ambiente di vita; il 16 % degli utenti anziani appartengono al III° livello di assistenza: situazioni molto complesse, che richiedono l'integrazione con l'Assistenza Domiciliare Integrata fornita dall’ASL di Vallecamonica – Sebino. 8 Graf. N. “Utenti anziani per tipologia di assistenza. Anno 2011” III livello 16% I livello 51% II livello 33% 9 Tab. n.4. ”Utenti SAD Anziani e SADH suddivisi per comuni. Al 30.06.2012” COMUNI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 Incudine Monno Ponte di Legno Temù Vezza d'Oglio Vione Alta Valle Corteno Golgi Edolo Malonno Paisco Loveno Sonico Alpi Orobie Berzo Demo Cedegolo Cevo Saviore Sellero Valsaviore Braone Capo di Ponte Cerveno Losine Ono San Pietro Civiltà delle Pietre Ceto Cimbergo Paspardo Ceto,Cimbergo, Bienno PPaspasdo Borno Breno Malegno Niardo Prestine Antichi Borghi Artogne Gianico Pian Camuno Bassa Valle Angolo T. Berzo Inferiore Cividate Camuno Darfo Boario T. Esine Lozio Ossimo Piancogno Pisogne Valle Camonica SAD ANZIANI 0 4 3 2 0 0 9 3 7 2 0 2 14 1 2 9 0 2 14 0 0 2 0 0 2 3 1 1 5 3 5 18 1 0 2 29 6 7 7 20 10 3 5 18 5 0 0 4 25 163 SADH 0 0 1 1 0 0 2 0 1 3 0 0 4 0 0 1 0 0 1 0 1 0 0 2 3 1 0 0 1 1 2 7 0 0 3 13 2 1 1 4 1 0 2 9 3 0 0 8 6 57 Valle Camonica Valle Camonica 10 FINALITA’ ED OBIETTIVI DEL PROGETTO: COS’E’ IL CUSTODE SOCIALE TERRITORIALE Il progetto ha l’obiettivo di implementare le forme di assistenza a domicilio per le persone fragili, al fine di promuovere e facilitare il concreto mantenimento nel proprio ambiente di vita, creando le condizioni di una costante interazione sociale, in un contesto territoriale come quello di Valle Camonica, caratterizzato da marcate “fragilità”, legate soprattutto alla frammentazione geografica, causa di isolamento sociale e lontananza dai servizi di base. L’idea guida è rappresentata dalla constatazione che la persona deve essere al centro degli interventi progettati e l’azione deve essere individualizzata e fornire una corretta risposta ai bisogni. Le modalità di intervento devono essere pensate per mantenere il massimo dell’identità e dell’autostima delle persone anziane sole o in situazione di fragilità, per l’assenza del nucleo familiare di appoggio, rendendo loro possibile la permanenza presso il proprio domicilio in condizioni di sufficiente autonomia personale. L’obiettivo di massima è concentrato nella volontà di migliorare lo standard di vita di quelle persone anziane che hanno bisogno di appoggiarsi a soggetti terzi per la risoluzione di difficoltà, problemi, fragilità e disagi, pur rimanendo nella propria casa in maniera il più possibile autonoma. In questa ottica il custode sociale è una figura di riferimento che rileva il bisogno, ascolta le richieste e le problematiche, si raccorda con i Servizi Sociali comunali, dà vita a sinergie operative allo scopo di integrare le risorse e rendere più vivibile e partecipata la rete di protezione, cioè, attiva le risorse esistenti intorno all’anziano, mobilitando quei nodi della rete alternativi agli interventi di assistenza domiciliare tradizionale. Il progetto è principalmente orientato, attraverso l’attivazione di un gruppo di lavoro, alla creazione di un coordinamento stabile e di una regia unica dei servizi di sostegno alla domiciliarità. Infatti, oggi, attraverso i contributi regionali, il territorio della Valle Camonica è in grado di dare una risposta adeguata alle situazione di forte complessità assistenziale, tuttavia non trovano risposta quelle situazioni di fragilità, non totalmente compromesse nell’autonomia psicofisica, ma che richiedono un gravoso impegno da parte della famiglia. Il progetto si colloca quindi nell’area della prevenzione, prevedendo principalmente interventi orientati ad evitare il ricorso a ricoveri in strutture o l’attivazione di servizi domiciliari “pesanti” L’intento del percorso è quindi innanzitutto quella di formare un gruppo di Ausiliarie Socio Assistenziali, preliminarmente selezionate per elevata esperienza e professionalità, in grado di diventare “custodi sociali territoriali” della famiglia fragile e o del soggetto fragile. 11 Obiettivi generali/strategici del progetto sono descrivibili nei seguenti: la PREVENZIONE DI FENOMENI DI EMARGINAZIONE E DI SOLITUDINE attraverso azioni concrete rivolte ai nuclei familiari in condizioni di disagio e fragilità sociale anche temporanea, in modo di garantire la permanenza quanto più a lungo possibile presso il proprio domicilio, unitamente al mantenimento del benessere psico-fisico e di un buon livello di qualità della vita; l’INFORMAZIONE, L’ORIENTAMENTO E L’ACCOMPAGNAMENTO dei cittadini ai servizi territoriali e specialistici, collegamento ed attivazione delle risorse presenti sul territorio e valorizzazione delle potenzialità assistenziali presenti nella famiglia e nell’ambiente di vita dell’assistito; Il MONITORAGGIO COSTANTE DELLE SITUAZIONI A RISCHIO: questo obiettivo dovrà essere sostenuto da una azione di ricognizione delle situazioni e di realizzazione di strumenti standardizzati di identificazione/rilevazione del rischio (basso, medio e alto rischio) con conseguenti protocolli operativi. Il custode sociale dovrà rappresentare un sensore del territorio, che collabori nell’individuazione dei bisogni e nella elaborazione di risposte il più possibile aderenti agli stessi, anche attraverso modalità di assistenza innovative, e che assuma in tal modo il ruolo di facilitatore, con l’obiettivo di costruire intorno alla persona fragile una rete di supporto che gli consenta di continuare a vivere bene nella propria casa. Il TUTORAGGIO DELLE SITUAZIONI NELLE FASI DI ATTIVAZIONE/DIMISSIONE da servizi specifici (SAD- ospedale-CDI ecc) secondo protocolli e progetti definiti e concordati con il soggetto, famiglia e servizi competenti. Il custode sociale è dunque un operatore territoriale che si occupa di supportare persone sole, famiglie con particolari fragilità altre categorie di soggetti svantaggiati (disabili, soggetti a forte rischio di esclusione), rinforzando la loro autonomia attraverso un’azione costante di networking con i servizi territoriali, la rilevazione dei bisogni, delle richieste e delle problematiche. 12 COSA FA IL CUSTODE SOCIALE? Prendendo spunto dalla esperienza maturata in ambito lombardo, possono essere definite, seppure sommariamente, le attività in capo al Custode Sociale: 1. Attiva contatti con le persone fragili, sole o in difficoltà e le loro famiglie per un ascolto dei bisogni; 2. Promuove spazi e momenti di ascolto; 3. Attiva contatti telefonici e visite domiciliari periodiche per una attività di monitoraggio, ma anche quale forma di prevenzione della solitudine relazionale; 4. collabora con i Servizi Sociali comunali, segnala nuovi bisogni, fornisce elementi e notizie utili alla valutazione degli esiti di percorsi attivati; 5. monitora, in accordo con i Servizi Sociali comunali, le situazioni a rischio (condizioni climatiche avverse, epidemie influenzali, accertamento stati depressivi, etc…); 6. si attiva direttamente o attiva una rete di supporto per gli interventi non coperti dai servizi territoriali (accompagnamento visite mediche, fare la spesa, recapito e ritiro di documentazione in busta chiusa presso i medici di medicina generale, acquisto e recapito farmaci, elementari necessità domestiche, accompagnamento presso uffici pubblici e privati per disbrigo pratiche); 7. si attiva direttamente o attiva una rete di supporto orientata al mantenimento o al ripristino degli aspetti sociali quotidiani della Persona fragile (socializzazione, aggregazione, tempo libero, momenti di culto e vita di comunità) 13 LE DIMENSIONI DI AZIONE DEL CUSTODE SOCIALE Comune SERVIZI PUBBLICI VICINI DI CASA CUSTODE SOCIALE FAMIGLIARI ASSOCIAZIONI CITTADINO FRAGILE 14 ORGANIZZAZIONE, SPERIMENTAZIONE E FUNZIONAMENTO DEGLI INTERVENTI PREVISTI Il progetto considera con particolare attenzione, valorizzandolo e responsabilizzandolo, il mondo del volontariato, presenza attiva e discreta in ogni realtà comunale, così come in ogni singola comunità locale. Proprio per la finalità di permettere alle persone fragili di interagire con il proprio ambiente di vita e di mantenere vivi i rapporti di relazione, le persone che operano quali volontari organizzati nel contesto abituale di attività assicurano il raggiungimento degli obiettivi generali di progetto. Il Progetto viene sperimentato su tutto il territorio dei Comuni Soci dell’Azienda Territoriale ed è rivolto a Persone Anziane e/o Disabili in condizioni di Fragilità. Nello specifico le azioni del progetto avranno una ricaduta territoriale per area geografica omogenea (unioni/comuni o aggregazioni di comuni). Stante la particolarità della valorizzazione dell’associazionismo, ogni ambito di sperimentazione avrà quale riferimento un custode sociale, che si avvarrà di una rete di volontari collaboratori formati. Le competenze richieste, da acquisire da parte del custode sociale e da parte dei volontari collaboratori attraverso specifico percorso formativo, sono differenziate sulla base dei ruoli e delle funzioni attribuibili. Il custode sociale dovrà approfondire le tematiche relative alla conoscenza dei diritti dei cittadini, dei servizi del territorio e del loro funzionamento, alla capacità di “leggere” la situazione ed il contesto, alla modalità di raccordo con i servizi sociali territoriali, alla capacità di sollecitare le risorse che possiede la persona e che stanno intorno alla stessa, alle capacità relazionali, con l’obiettivo di ottimizzare le prestazioni di supporto attraverso servizi e modalità di assistenza alternativi all’ assistenza domiciliare classica, per tutti quelli per cui quest’ultima risulti non coerente al reale bisogno e quindi non l’unica risposta possibile. I volontari collaboratori dovranno sviluppare le capacità relazionali, di lettura della situazione e delle modalità di segnalazione, oltre ad approfondire le proprie specifiche competenze. In quest’ottica di potenziamento della domiciliarità attraverso tipologie innovative di servizi alternativi all’Assistenza Domiciliare classica, il custode sociale si pone come elemento di valorizzazione e sollecitazione delle risorse e della persona anziana/fragile e del suo contesto di vita, tenendo come riferimenti essenziali sia i bisogni di natura concreta che quelli di tipo affettivo e relazionale. L’attività del Custode Sociale si integra, nelle situazioni di presa in carico, con quella dell’Assistente Sociale che valutata la situazione di bisogno nella quale si trova ad essere la 15 persona fragile, elabora le risposte più adeguate ai bisogni rilevati e programma insieme all’operatore un’attività di monitoraggio periodica e puntuale sugli interventi predisposti. L’attività dell’operatore e del volontario, come sensore e sensibilizzatore di tutte le realtà, formali e informali, che esistono intorno alla persona anziana (nella società, nel territorio, nella famiglia, nel Comune), diventa una continua ricerca e costruzione in itinere di risposte puntuali e dinamiche, formulate sui bisogni della persona. Modalità di intervento Le modalità di intervento si esplicano secondo tre direttrici, che si intersecano. Il custode sociale e i volontari collaboratori “presidiano” il territorio di riferimento, rilevano in maniera autonoma il bisogno, assicurano interventi di supporto alla persona anziana/fragile, in tutte le sue dimensioni, utilizzando al meglio le risorse economiche disponibili, favorendo la permanenza nella propria casa, attivando la rete secondo modalità di rinnovamento degli interventi resi realmente vicini alla persona. Il custode sociale e i volontari collaboratori garantiscono il raccordo con il Servizio Sociale e collaborano nella attuazione del progetto individualizzato, in sintonia con le istituzioni e con le risorse operanti sul territorio (associazioni, volontariato, vicinato, famiglie, gruppi di aggregazione sociale, patronati, parrocchie, agenzie educative) e garantiscono l’attività di monitoraggio. L’Assistente Sociale di riferimento, nel predisporre un progetto assistenziale e nella valutazione delle condizioni della persona fragile, provvede ad elaborare un piano d’intervento mirato e individualizzato, costruito sugli specifici bisogni della persona in carico al Servizio. Gli interventi saranno quanto più possibile personalizzati e differenziati, attivando persone e realtà sociali intorno all’anziano sulla base di una impostazione che può essere così delineata: interventi diretti rivolti alla Persona prestazioni flessibili e diversificate, basate su progetti personalizzati aiuti innovativi ed alternativi all’assistenza domiciliare, intesa nella accezione classica interventi di concreta promozione dell’autonomia della persona, miranti a stimolare le residue capacità fisiche e mentali della Persona Fragile, potenziando la dimensione domiciliare. In questa ottica il Servizio si pone rispetto ai bisogni della persona fragile : o promovendo la partecipazione attiva di tutte le persone coinvolgibili nella rete o incoraggiando le esperienze socializzanti che possano essere di aiuto concreto alla persona anziana sola valorizzando le esperienze e le risorse esistenti (Centri Diurni, ecc) o promuovendo la progettualità verso le famiglie, le cui competenze vengono promosse e amplificate. 16 In questo contesto e con queste finalità è chiaro l’apporto del Custode Sociale e dell’associazionismo, con i collaboratori opportunamente formati, che consentono una vivacità di risorse per mantenere attive tipologie di intervento di sostegno alla domiciliarità, impostati su caratteristiche innovative che non si limitano all’erogazione di ore di assistenza domiciliare standard, attivano un sistema di riferimenti attivi, di supporti differenziati e non necessariamente formali intorno al soggetto fragile. Questi interventi così concepiti hanno l’obiettivo di potenziare e dare vigore alle capacità relazionali, fisiche e mentali della persona fragile, utilizzare al meglio le risorse economiche disponibili, favorire la permanenza nella propria casa, attraverso attività non massificate e omologanti, ma attivando la rete secondo modalità di rinnovamento degli interventi resi realmente vicini alla persona fragile. Il Custode Sociale e la rete dei volontari, come riferimento individuato a tali scopi, sono attivati dal Servizio Sociale anche per quelle situazioni già in carico, per cui, accanto all’Assistente Sociale si necessita di una figura che assuma il ruolo di sensore/sentinella nel territorio. 17 Monitoraggio e verifica L’Assistente Sociale, al momento dell’attivazione di un intervento elabora, anche insieme al Custode Sociale, strumenti di verifica e monitoraggio delle attività e dei risultati conseguiti nonchè degli obiettivi prefissati, per valutare l’efficacia degli interventi e apportare eventuali correttivi. A questo scopo sono previsti incontri periodici con il Servizio Sociale, tesi a verificare l’andamento dei progetti individuali relativi alle persone in carico, oltre al riscontro dell’impatto territoriale, che la presenza del Custode Sociale, è in grado di determinare. L’operatore dovrà mantenere un costante aggiornamento delle attività con l’Assistente Sociale, stendere una relazione dettagliata sugli interventi per la cui attivazione viene coinvolto indicando il percorso necessario, l’obiettivo prefissato e il risultato ottenuto. Il Custode Sociale dovrà inoltre creare un archivio accessibile al Servizio in qualunque momento in cui vengano raccolti dati e informazioni utili relative alle risorse utilizzate e chiamate in causa per l‘attivazione di interventi per la persona fragile. Sono previsti incontri periodici di confronto, verifica e supervisione con l’equipe di monitoraggio della sperimentazione, costituita dal Responsabile dell’area Adulti Disabili e dall’Assistente Sociale Tutor dell’Azienda Territoriale, con l’ausilio di report richiesti agli erogatori e funzionali alla definizione degli indicatori di valutazione individuati. Tutta la fase sperimentativa della figura del Custode Sociale Territoriale, verrà concretizzata e monitorata anche attraverso la realizzazione di un percorso formativo in itinere. LE FASI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO VERIFICA SUPERVISIONE MONITORAGGIO (2) PROMOZIONE DEL SERVIZIO (1) FORMAZIONE DEGLI OPERATORI E DEI VOLONTARI (3) EROGAZIONE DELLE PRESTAZIONI 18 Il Profilo professionale richiesto La figura professionale individuata viene definita Ausiliario Socio Assistenziale / Operatore Socio Sanitario “Senior”, con esperienza comunitaria, ovvero operatori di provata esperienza nei servizi domiciliari, opportunamente formati, anche in itinere, dipendenti o collaboratori di soggetto del privato sociale. I volontari collaboratori possono essere inseriti in aggregazioni, gruppi, associazioni o anche privati cittadini e si impegnano ad una formazione iniziale ed in itinere. PERCORSO DI VALUTAZIONE, MONITORAGGIO DELLE PRESTAZIONI, RISULTATI ATTESI ED IMPATTO TERRITORIALE Il processo di valutazione, si costruisce attraverso la definizione di un sistema di valutazione partecipata che verrà implementata attraverso l’utilizzo della rete di concertazione e con la previsione di steps bimestrali di valutazione. Il percorso monitoraggio dell’andamento del progetto, si concretizza poi attraverso l’individuazione ed il calcolo di alcuni importanti indicatori di andamento e di risultato per ognuna delle aree valutate: socio-sanitaria ed economica/gestionale. INDICATORI DI ANDAMENTO: Per quanto riguarda la sostenibilità economica/gestionale del progetto, si individuano alcuni indicatori in itinere che monitorano la situazione economico finanziaria e sociale e la sua sostenibilità nel medio/breve periodo. Innanzitutto si individua un indicatore definito di impatto, costruito nel seguente modo: N° CONTATTI DEL PERIODO TOTALE POPOLAZIONE ANZIANA Relativamente all'andamento dei progetti sociali, viene monitorato l'andamento del livello di assistenza erogata rapportandolo all’indice di assistenza medio regionale, in modo da valutarne e monitorarne l’impatto sociale. 19 INDICATORI DI RISULTATO: Gli indicatori individuati per la verifica del risultato sociale, sono legati alla buona riuscita ed alla tenuta dei progetti, che vengono valutati attraverso una verifica di conformità che evidenzia il rapporto tra la situazione di partenza del progetto e la situazione finale; un secondo importante indicatore sociale è il rapporto tra le Persone coinvolte nell’erogazione e quelle per le quali viene consolidato un percorso di assistenza. I risultati dal punto di vista economico gestionale riguardano la sostenibilità del progetto sul medio-lungo periodo e sono relativi innanzitutto alla copertura alternativa rispetto ai servizi territoriali per la popolazione Anziana. In questo ambito viene evidenziato un indicatore che considera e confronta il totale dei contatti nell’anno di sperimentazione con i contatti per i quali viene attivato un percorso di monitoraggio. N° CONTATTI CON ATTIVAZIONE MONITORAGGIO N° CONTATTI TOTALI Nell’ambito del percorso di valutazione, andranno rilevate costantemente le TIPOLOGIE DI RICHIESTE, in modo da poter costruire una mappa dei BISOGNI ai quali dare risposta. Nella valutazione di risultato del progetto, è sicuramente importante considerare il coinvolgimento del volontariato, attraverso il calcolo del seguente indicatore che valuta l’intensità del coinvolgimento dei volontari nella realizzazione degli interventi. N° VOLONTARI CONTATTATI N° PROGETTI/INTERVENTI DI VOLONTARIATO ATTIVATI ORGANIZZAZIONI COINVOLTE NELLA VALUTAZIONE: Per quanto riguarda l'area sociale, il percorso di valutazione e monitoraggio viene realizzato di concerto tra gli enti di progetto: Il servizio ADULTI dell’Azienda Territoriale, Il Comune di Residenza, L’ASL di Valle Camonica, le associazioni di volontariato coinvolte. ELEMENTI DI INNOVATIVITA’: per il territorio in cui si colloca, il Custode Sociale Territoriale si caratterizza per essere un’esperienza pilota, in quanto: originale - si intende attivare un’iniziativa inedita per il territorio, con riferimento all’area di bisogno target. innovativo - elementi di innovatività sono infatti insiti: 20 nelle caratteristiche di organicità e sinergia della rete territoriale da attivare; nella soluzione proposta al fabbisogno individuato; nell’approccio sistemico al fabbisogno individuato, che prevede più livelli di destinatari obiettivo (diretti e del territorio) e più linee parallele di intervento; nell’obiettivazione che supera le tradizionali prassi assistenziali per finalizzare l’intervento alla sostenibilità sociale; nella proiezione prospettica dell’intervento; realizzato attraverso un’azione continuativa di monitoraggio, strutturando o restituendo ai soggetti destinatari una dimensione positiva del proprio rapporto con il sé, con l’altro e con le organizzazioni (territorio, istituzioni). 21 PIANO ECONOMICO DI SINTESI Le attività previste, vengono considerate attribuendo un budget annuo di ore, per ognuna delle 8 Aree geografiche omogenee individuate. La ripartizione è stata effettuata tenendo in considerazione sia la percentuale di popolazione anziana, sia la media degli indici di svantaggio (ex l.r. 10/98) della zona omogenea, con il mantenimento di una base minima oraria annuale garantita per ogni Area, pari a 104h. Nella tabella seguente vengono riportate le Aree Omogenee Individuate ed il budget annuale di servizio attribuito. AREA GEOGRAFICA OMOGENEA ore base ore X ore x Popolazione indice di anziana svantaggio Totale Monte Ore Budget assegnato AREA 1 UNIONE ALTA VALLE CAMONICA 104 287 197 588 € 12.350,69 104 500 197 801 € 16.814,11 104 295 197 596 € 12.516,00 104 335 123 562 € 11.792,76 104 720 123 947 € 19.893,05 104 504 49 657 € 13.797,17 104 657 49 811 € 17.020,75 104 638 49 791 € 16.607,47 832 3936 984 5752 AREA 2 UNIONE ALPI OROBIE AREA 3 UNIONE VALSAVIORE AREA 4 UNIONE CIVILTA’ DELLE PIETRE, UNIONE CETO, CIMBERGO, PASPARDO AREA 5 UNIONE ANTICHI BORGHI, LOZIO AREA 6 PIANCOGNO, ESINE, CIVIDATE CAMUNO, BERZO INFERIORE AREA 7 DARFO BOARIO TERME, ANGOLO TERME AREA 8 UNIONE BASSA VALLE CAMONICA, PISOGNE TOTALE € 120.792,00 22 QUADRO SINTETICO DEI COSTI AZIONI Custode Sociale Territoriale N. ORE O EVENTI COSTO UNITARIO PER ORA O EVENTO 5752 € IMPORTO TOTALE 21,00 € 120.792,00 25.200,00 Educazione e formazione Territoriale 14 € 1.800,00 € Formazione/Supervisione Custodi Sociali 160 € 25,00 € 4.000,00 TOTALE € 149.992,00 23