Elle - Sonzogno

Transcript

Elle - Sonzogno
16/04/2016
Pag. 167 N.5 - maggio 2016
diffusione:115180
tiratura:173521
n e l l ’ o s s e s s i o n e planetaria per la bellezza,
i segreti di bellezza
dell’oriente: alcuni
rituel sono lunghi
e precisi come
la cerimonia del té.
Fiale con la bava di
lumaca. Alghe che
trasformano la luce
in energia per le
cellule. Polvere di
legno e fermenti lattici.
La bellezza per le
donne orientali è un
concetto variabile. Che
può riservare molte
sorprese. E che
influenza sempre
più anche noi
shi
shaoyuan
d i
Rose lin a
sa lem i
le donne asiatiche hanno conquistato uno dei primi posti.
Dalla Thailandia
ailandia alla Malesia, dalla Cina all’India, tutte
vogliono una pelle perfetta, chiarissima. Vogliono capelli
lucidi scaldati
dati da lampi di castano, rosso o biondo (Espresso, un balsamo
samo colorante, ha venduto un milione di pezzi
nella Corea
ea del Sud). E ognuno ha le sue ricette. Rituali
giapponesi
si lunghi quanto una cerimonia del tè. Maschere
d’oro e fiori.
ri. Sieri preziosi per labbra adolescenziali. Centinaia di arzigogolati
zigogolati attrezzi aiutano a struccare, esfoliare,
spazzolare,
e, spalmare le alphabet cream (BB, CC, DD e via
di seguito)
o) incollare gli eyeliner adesivi.
Alcune
une tendenze presto saranno universali perché,
come sostiene
tiene Elodie Joy Jaubert, autrice del manualetto
Sette riti di bellezza giapponese (Sonzogno), ci sarà pure
una ragione
one se le signore del Sol Levante dimostrano
dieci anni di meno. L’ultimo Cosmoprof Asia, appuntamento ormai tradizionale a Hong Kong con i suoi numeri
da record (80mila metri quadrati, 63.241 visitatori da
119 nazioni) ha aperto la porta su un mondo misterioso.
Duccio Campagnoli, presidente di Bologna Fiere,
parla di asianification, la spinta irresistibile a copiare e
provare cheese cream (sembrano formaggi, sono primer
super-nutrienti), estratti di staminali vegetali, panetti
di simil-burro che a contatto con le dita si sciolgono in
favolosi fluidi. Texture giocose e golose.
Fabio Rossello, alla guida di Cosmetica Italia, ricorda che siamo andati a esplorare mercati, conoscere
tradizioni e abbiamo trovato ansie femminili non troppo diverse dalle nostre: schiarire, idratare, proteggere,
ringiovanire. Come canta Francesco Guccini “l’Asia par
che dorma, ma sta sospesa in aria/l’immensa, millenaria
sua cultura”. E influenza la nostra. Complice il fascino
di ingredienti marziani come il Koishimaru cocoon, gli
estratti di plancton, i funghi Reishi, il dermascheletro
delle stelle marine, troveremo irresistibili i segreti che
l’Oriente conserva, ancora per poco.
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
t e n d e n z e
16/04/2016
Pag. 167 N.5 - maggio 2016
diffusione:115180
tiratura:173521
Giapponesi:
la bellezza
è un rito
Ricordate i volti di
biacca delle geishe? Le
giapponesi, modello di
eleganza, hanno una sola
ambizione. Carnagione liscia
e soda come il mochi, il
cremoso dolce di riso la cui
consistenza fa pensare a una
pelle senza imperfezioni.
Porcellana con un tocco di
luce. Detto così sembra facile,
e invece ci vuole tempo e
pazienza. Il rituale
quotidiano del layering
(letteralmente, “a strati”)
prevede da sette a undici
passaggi. Per il trattamento
completo: 1) démaquillage
e pulizia; 2) spazzolature;
3) scrub (una/due volte la
settimana); 4) lozione (molto
gettonata l’acqua di riso);
5) booster; 6) siero
schiarente; 7) massaggio;
8) crema idratante al mattino
e anti-age la sera; 9)
contorno occhi; 10) maschera
(2/3 volte la settimana);
11) finisher. Le giapponesi
spendono per lo skincare più
che per qualsiasi altro
prodotto. Va moltissimo sia
la perlegenist technology
(dovuta a un’alga che
trasforma la luce in energia
per le cellule), sia la bava di
lumaca, come testimonia
l’azienda spagnola Endocare
che produce le preziose fiale
con un metodo di estrazione
cruelty free. Il gioco di parole
fifty shades of snail,
cinquanta sfumature di
lumaca, è più che giustificato.
Le labbra devono sembrare
naturali (e il trucco c’è): è il
rossetto a due colori, uno più
concentrato all’interno, uno
più chiaro all’esterno.
166
E l l E
M A G G I O
2 0 1 6
lO strObInG
È un
MAkE up
IlluMInAntE
In puntI
strAtEGIcI
Potremmo parlare di “effetto
morsicato”, o “baciato”, di
quel rossore che lascia un
ghiacciolo passato sulla bocca
(il termine giapponese può
essere tradotto soltanto con
un lungo discorso).
Sguardo
effetto manga
per le coreane
È l’avanguardia, il
futuro. Qui la chirurgia
estetica vive una stagione
d’oro. Dai diciotto anni in su,
spinte dalle famiglie, le
ragazze fanno “la base”, cioè
naso e occhi. Un viso piccolo
con un mento a forma di “v”,
gli occhioni e un naso all’insù
sono simbolo di bellezza e
femminilità. Perciò il primo
intervento è sempre la
“doppia palpebra” e il taglio
che dà allo sguardo l’effetto
manga. Il modello infatti
arriva dai personaggi dei
fumetti, e la motivazione è
semplice: i belli sono trattati
meglio. Di moda anche il
“sorriso permanente” e
l’inspessimento della fronte.
La manutenzione è rigorosa,
la parola d’ordine è Ulzzang
look, cioè “miglior faccia”, la
pelle deve essere dewy,
illuminata dalla rugiada con
un leggero effetto lucido,
bagnato. Non sorprende che i
cinesi considerino i coreani
veri trendsetter. Sono più alti,
più belli e hanno la loro Isola
del Tesoro, Jeju (vedi
riquadro) dove tutto sa di
miracolo: l’acqua vulcanica,
le piante ricche di principi
super-attivi, l’argilla. La
compagnia AmorePacific, che
evoca con profitto (5,7 bilioni
di dollari) lo spirito di Jeju
nei suoi barattoli, ha stretto
accordi di product placement
con una famosa soap coreana
(l’equivalente di Beautiful)
adorata dalle cinesi, My love
from another star. I prodotti
usati dai personaggi hanno
aumentato le vendite del 700
per cento, in particolare un
rossetto e un fondotinta da
ritocco, il cushion che,
inventato nel 2006 è stato
replicato dai brand
occidentali, Lancôme tra i
primi. Nel 2014 ne sono stati
venduti 1,2 al secondo. La
bellezza coreana, lunare,
lattiginosa, è incarnata da
star come Claudia Kim,
testimonial del brand Bobbi
Brown, e Kim So-hyun, vista
in Avengers 2: Age of Ultron.
Eterne adolescenti.
Tocchi di luce
per le cinesi
Per apparire sui social
(«Le ragazze cinesi adorano i
selfie, viaggiano soltanto per
potersi fotografare», racconta
Duccio Campagnoli) è
indispensabile lo strobing, un
makeup studiato per
illuminare il viso in punti
strategici con tocchi di
highlighter sugli zigomi, la
fronte, il dorso del naso, il
mento, la palpebra fissa e
l’angolo interno dell’occhio.
L’intervento (qualche
pennellata) può riguardare
anche le orecchie, il bordo
labiale, le narici e le
sopracciglia. La tecnica
prevede un correttore
illuminante o ciprie molto
chiare da applicare con un
pennello largo a setole
morbide. Polveri e creme,
blush flush, oli solidi con un
piccolo rilascio di colore
regalano al viso un effetto
traslucido, quasi gelatinoso, e
danno volume alle guance.
Rossetto chopstick e polveri
snapglam sono cosmetici da
Instagram (la rima è
involontaria). Con un trucco
così non c’è bisogno di
Photoshop.
L’obiettivo è sempre
whitening, e basta guardare
lo star system cinese per
individuare l’idea ispiratrice.
Shu Qi, l’Angelina Jolie di
Taiwan, Fan Bingbing, che ha
portato all’ultimo Festival di
Cannes il film My Way e Fei
Fei Sun, quattordicesima
nella classifica delle 20
modelle più pagate del
mondo, sono pallide, levigate,
senza età.
Da Ovest a est: i prODOtti
pensati per le Orientali
Espresso, il balsamo colorante della Farmen ravviva i
capelli in due minuti. Le polveri Cover Hair Care&Cover
di Sirpea aderiscono alla ricrescita così fastidiosa da
vedere. Le creme di Natura Siberica vantano ricette
segrete degli sciamani. Le perle di Solabia (Francia-UsaBrasile-Germania) sono anti-inquinamento. La cosmesi
globale vale 44 miliardi di dollari e dal 2019, l’80 per
cento del fatturato dello skincare arriverà dall’Asia. Ecco
perché tutti vogliono esserci. Il colosso Intercos ha
investito 190 milioni di euro in ricerca. I francesi di
Filorga e gli australiani di Freezeframe offrono soluzioni
per tutto: allungare le ciglia, far sparire le occhiaie,
cancellare le macchie. La bellezza è un vero business.
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
t e n d e n z e
16/04/2016
Pag. 167 N.5 - maggio 2016
diffusione:115180
tiratura:173521
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
t e n d e n z e
in india
le dOnne
puntanO
mOltissimO
sullO
sguardO
168
e l l e
m a g g i O
2 0 1 6
Malesi: tutte
alla
Fish Spa
Le ragazze portano
guanti, mascherine sul viso e
vanno al mare
completamente vestite:
l’abbronzatura è considerata
una pericolosa eccentricità.
Prendono i fermenti lattici
per migliorare la pelle. Vanno
pazze per le creme che
correggono le discromie. Chi
se lo può permettere
frequenta le Fish Spa, piscine
con centinaia di pesci Garra
Rufa che “mangiano” le
cellule morte dell’epidermide,
rendendola morbida e
lucente. È anche un ottimo
relax.
Le unghie
delle indiane
Le indiane hanno
parecchi problemi: pelle
oleosa, occhiaie molto scure e
livelli di smog inaccettabile
nelle città, il che non aiuta.
Tengono molto ai detergenti,
alla protezione solare, usano
schiarenti e illuminanti. Ma
l’India è grande. Nel Nord,
dove fa più caldo, l’aria
condizionata è
costantemente a 18 gradi,
perciò nessuna idratazione è
mai sufficiente. La religione,
indù o buddista, condiziona
le scelte (i prodotti devono
essere organici) ma il
makeup resta una priorità.
Basta vedere il modello
bollywoodiano. Aishwarya
Rai, Priyanka Chopra o
Kareena Kapoor puntano
sullo sguardo: tortora sulla
palpebra mobile, marrone
Il caviale
delle
Filippine
capelli splendenti e lucidi.
Sarà quella goccia di olio di
mandorle sulle ciglia tutte le
sere a renderle forti e
lunghissime, come se fossero
finte? Oppure è il cocco? Olio,
latte per il corpo, sapone e
bevanda. O potrebbe essere il
tè verde, antiossidante
naturale? La verità è che le
filippine si curano molto, e
per avere una pelle perfetta
usano maschere di resina
cosparse all’interno di
idratanti, nutrienti,
schiarenti, con oro colloidale
e caviale che stanno in posa
per almeno quaranta minuti.
Dopo sono radiose.
Roselina Salemi
Negli ultimi cinque
anni, una dozzina di ragazze
filippine sono arrivate alle
finali di tutti i concorsi di
bellezza e nel 2013 Megan
Young è stata incoronata
Miss Mondo a Bali. Sarà
merito dell’aloe vera? L’acqua
essenziale è il segreto dei
l’isola di Jeju
in Corea.
JeJu, natura incontaminata
È un misto di Hawaii, isole greche e Disneyland, a 130
chilometri dalla punta meridionale della Corea.
Dichiarata patrimonio Unesco, offre spiagge e palme,
cactus e fondali per scuba diving, natura incontaminata
(1.700 tipi di alberi) e campi da golf. La vegetazione è
subtropicale con piogge frequenti e clima mite, l’acqua è
purissima. Ci sono volute cinque eruzioni dell’ormai
spento vulcano Hallasan, perché l’isola prendesse
questa forma. Girando per le campagne si incontrano
curiose statue di basalto, uniche in Corea, gli harubang
(spiriti guardiani). Forse sorvegliano le 3.700 specie di
piante e fiori che l’arboreto Yomiji, il più grande in Asia,
ospita in una serra di 12.210 metri quadrati. Dalla
natura arrivano principi attivi inimitabili contenuti
nell’olio di tè verde, nella magnolia, nei ficus. CRB,
azienda svizzera che sviluppa lo skincare di Intercos,
aprirà uno stabilimento proprio lì. Dire “prodotto a Jeju”
è quasi la promessa di una lunga giovinezza.
imag es
Potrebbe capitarvi di
vedere le donne passeggiare
sotto il sole con l’ombrello, e
senza sotto la pioggia. Il sole
è il nemico, l’acqua è la
benvenuta. Altra cosa
impossibile da non notare
sono le guance. Noi abbiamo
il fard, loro una spessa crema
bianco-giallastra. Le birmane
di qualsiasi estrazione sociale
usano la polvere ricavata dal
legno Thanaka (il nome
scientifico è Hesperethusa
crenulata), un albero molto
simile al sandalo che cresce
nella regione di Pakokku.
Comprano i tronchetti nei
mercati (anche se per la
working girl esiste la polvere
già pronta), li inumidiscono,
li strofinano su una lastra
laccata con una resina o su
una pietra pomice. La
polvere ottenuta, aggiunta
all’acqua, si trasforma in
fluido simile al fondotinta.
È un cosmetico multitasking:
funziona da filtro solare,
rende la pelle più radiosa, la
protegge dalle impurità,
elimina macchie e brufoli.
Certo, la procedura è
scomoda. Ofi (Officina
Farmaceutica Italiana) sta
studiando il modo di ricavare
una crema dall’Hesperethusa
crenulata e allora, addio
legnetti, e polvere… In
Birmania sarà rivoluzione.
caldo nella piega dell’occhio
sfumato anche verso l’alto,
punto luce sotto l’arcata
sopracciliare. Matita nera e
abbondante mascara:
servono addirittura diciotto
tipi di spazzolini per il
mascara, un guardaroba.
Tra le asiatiche, le
indiane tengono di più alle
unghie, curatissime
con gel semipermanenti o
addirittura finte con
decorazioni fantasiose
e simboliche. Forse influisce
anche la tradizione del
teatro-danza Kathakali del
Kerala: gli attori si muovono
con grazia e le lunghe unghie
appuntite, dorate o argentate,
sono parte dello spettacolo.
ge t t y
La polvere
magica delle
birmane