Donne migranti

Transcript

Donne migranti
Le donne migranti
CATTEDRA ANTONIO GUARASCI 2011
UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA
SABRINA GAROFALO
Dottore in “Politica, Società e Cultura”
[email protected]
Donne migranti
Con donna migrante ed immigrata si fa riferimento a diverse e
molteplici situazioni rispetto alle esperienze di vita, alle identità
rivendicate, alle fasi del percorso migratorio, allo status giuridico.
È una definizione comprendente “donne che hanno diritto di residenza
in uno stato diverso dal loro, donne di origine straniera che hanno già
ottenuto la nazionalità, rifugiate, seconde generazioni, donne che sono
nella clandestinità o per usare l’espressione francese, sans papiers”
(Campani 2000, p.21). Anne Goldberg (1996) suggerisce di parlare di
femmes en migrations, per andare oltre i concetti di emigrata ed
immigrata.
Donna migrante
È quindi un concetto utilizzato per
sottolineare gli aspetti dinamici ed
esperienziali del fenomeno migratorio.
donna migrante
Attrice sociale del processo migratorio:
l’obiettivo è quello di decostruire
l’immagine di passività legata alle donne
nelle migrazioni, rivalutandone l’intero
percorso e considerando la migrante
come persona (Sayad 2002).
A livello globale, Maria Letizia Zanier (2006)
propone una lettura dei flussi migratori delle
donne, rintracciando quattro principali tendenze
di tipo regionale o trans regionale:
1.dall’Asia Sud-orientale verso il Medio Oriente
2. dall’Ex Blocco Sovietico verso l’Europa
3. dall’America Centrale verso gli Stati Uniti
4. dalle regioni dell’Africa verso l’Europa.
Approccio socio storico
La presenza delle donne nelle
migrazioni in Italia
1.
2.
3.
4.
La donna emigrata
La colf straniera
Le spose dal Maghreb
Le donne sole
1. La donna emigrata
• La donna che parte dapprima verso il Nord
Europa e poi verso gli USA e il Canada,
ha un basso profilo professionale, spesso
è anche senza titolo di studio. Proviene sia
dalle regioni del Sud che del Nord Italia,
ed accompagna il marito nel progetto
migratorio
• In Italia la donna emigrata ha avuto un
ruolo fondamentale e l’incontro tra le
donne emigrate che ritornano nei paesi di
origine e quelle rimaste in Italia assume
dei contorni particolari, in un continuo
confronto tra i diversi modi di vita, che di
sicuro contribuiscono a delineare una
nuova costruzione dei ruoli all’interno della
famiglia e della comunità.
La colf straniera
• Le prime donne che arrivano in Italia sono
donne sole, provenienti da Capo Verde,
sono giovani ed hanno un basso livello
culturale.
• La scelta dell’Italia è agevolata dalla
mediazione della chiesa cattolica
La colf straniera
•
All’interno di questa categoria rientrano le donne
filippine, per le quali è possibile individuare a livello
storico, tre fasi:
1. dal 1976 al 1982, in cui è predominante la partenza
delle singole donne con contratto di lavoro in Italia;
2. dal 1983 al 1989, in cui la partenza delle donne è
accompagnata da quella degli uomini che diventano
manodopera irregolare.
3. Anni ’90, fase caratterizzata dalla diminuzione degli
arrivi delle donne filippine con un forte aumento
dell’arrivo attraverso chiamata diretta per lavoro.
(Graziella Favaro e Critistina Omenetto,1993)
Le spose dal Maghreb
• Le donne che rientrano in questa tipologia
sono caratterizzate dall’arrivo per
ricongiungimento familiare
• sono prevalentemente donne che
provengono dalla regione del Maghreb (si
intendono soprattutto Algeria, Tunisia e
Marocco).
•
•
•
•
La lettura della presenza di queste donne ha seguito due principali
approcci; il primo dei quali ha a che fare con l’appartenenza
comunitaria. Le donne sono viste, come ci suggerisce Ruba Salih
(2000), come appartenenti ad una comunità omogenea ed
immutabile.
Un secondo approccio sostituisce il concetto di comunità con quello
di diaspora, focalizzandosi sulle esperienze dette “ibride” tra la
cultura di partenza e quelle di accoglienza.
Sono due esperienze migratorie diverse: la prima riporta “la vecchia
casa in un posto nuovo”, la seconda è soprattutto esperienza della
separazione, del “vivere qui pensando e desiderando un altrove”
(Salih 2000).
È necessario, ci ricorda l’autrice, riflettere su entrambe le
prospettive per fornire una comprensione della complessa ed
eterogenea natura della negoziazione della loro identità
nell’esperienza migratoria.
Le donne sole
• In questa tipologia rientrano le donne con
diverse nazionalità e diverse esperienze,
accomunate dalla scelta di partire sole.
• Sono donne che, nella maggior parte dei casi,
hanno un percorso di autonomizzazione nei
paesi di partenza: rientrano, ad esempio, in
questa tipologia le donne divorziate o quelle che
hanno vissuto un trasferimento da contesti
extraurbani a quelli urbani.
• La maggioranza viene impiegata nel
settore domestico, in quella che nel
Dossier Caritas 2008 viene definita
occupazione ancillare, ovvero lo sviluppo
di un welfare transnazionale spontaneo e
non regolato, legato alle “esigenze socio
assistenziali ed alla riduzione dell’offerta di
lavoro di cura della persona” (Dossier
Caritas 2008, p. 98).
• Sarebbe un errore pensare che oggi tutte
le donne immigrate siano impegnate nel
lavoro di cura. In base ai dati più recenti, il
6%delle donne migranti presenti in Italia
lavora nel settore agricolo, il 10 % nel
commercio, soprattutto commercio etnico,
ed il 57 % nei servizi sociali. Ad essi si
aggiungono le donne impiegate nel
turismo e nella ristorazione.
Bibliografia consigliata
•
•
•
•
•
•
•
•
Barazzetti, D., C’è Posto per me?, Guerini, Milano, 2007.
Campani, G., Genere, Etnia e Classe, Edizioni ETS, Firenze, 2000.
Caritas Migrantes, Dossier Statistico Immigrazione 2008, Idos, Roma, 2009.
Caritas Migrantes, Dossier Statistico Immigrazione 2009, Idos, Roma, 2010.
Piccone, S., Saraceno, C., Genere. Costruzione Sociale del Maschile e del
Femminile, Il Mulino, Bologna, 1996.
Said, E.W., Orientalismo, Bollati Boringhieri, Torino, 1991.
Sayad, A., La Doppia Assenza, Raffaello Cortina, Milano, 2002.
Siebert, R., Il Razzismo. Il Riconoscimento Negato, Carocci, Roma, 2003.