Il progetto di restauro conservativo della chiesa dei SS Cosma e
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Il progetto di restauro conservativo della chiesa dei SS Cosma e
Il progetto di restauro conservativo della chiesa dei S.S Cosma e Damiano al Vivaio ad Incisa in Val D’Arno La conservazione degli edifici storici monumentali rappresenta, per chi l’affronti con consapevolezza, un’esperienza veramente coinvolgente. Ogni manufatto storico è unico e irripetibile sia come organismo architettonico con le sue vocazioni sia come luogo entro il quale ha vissuto e oggi vive e si muove una particolare comunità di persone . Nel 1516 su pressione del popolo dell’ Ancisa, Papa Leone X concesse ai frati minori la costruzione della chiesa e del convento dei SS. Cosma e Damiano al Vivaio, la dove già esisteva un monastero di monache Vallombrosane e la chiesa di S. Maria. Da allora il convento e la sua chiesa hanno rappresentato il centro della vita sociale, comunitaria e religiosa per quel popolo. Ancora oggi il convento è ‘ organismo vivo’ nel quale si svolge una vita religiosa profonda di relazioni spirituali intense sia con la scuola sacerdotale internazionale sia con la popolazione di Incisa. Allora, come si diceva all’inizio, il restauro, diventa progetto attraverso il quale restituire ad una comunità il suo ‘luogo sacro’ accogliente, diviene mezzo per restituire al paese una parte urbana, cuore di molte relazioni, con il loggiato e la scalinata recuperati nei materiali piu’ consoni alle scelte progettuali originarie. La Chiesa, collocata sul margine destro del complesso del “Vivaio” ha sulla sinistra, finitime, le fabbriche del convento e il Chiostro conventuale, è un fabbricato ad unica aula che finisce nel coro dietro l’altare, e ha sui fianchi del fronte due cappelle accessibili dall’ interno dette del Crocifisso e della Madonna, che ne ampliano la facciata principale esaltata dal portico frontale che la copre tutta. Le strutture verticali di ambito dell’aula e delle cappelle sono costituite da muri di forte spessore in pietrame e malta di calce aerea intonacati sui due lati, poggianti su fondazioni continue sempre in pietrame. Il pavimento della chiesa, probabilmente poggiato su terra, nella parte vicina all’altare maggiore conserva l’impianto piu’ antico per posa, materiali e cromia, evidenziando un disegno in marmo bianco con piccoli inserti di marmo scuro a rendere piu’ elegante la maglia quadrata. Lastre tombali finemente lavorate sottolineano la bellezza di questa parte della chiesa, mentre nella zona d’ingresso all’aula e nelle due cappelle laterali il pavimento originario è stato sostituito con piastrelle in graniglia . All’esterno, la scalinata frontale alla chiesa che da accesso al bellissimo loggiato, luogo di accoglienza da secoli, presentano pavimenti in battuto di calcestruzzo frutto di restauri eseguiti in tempi relativamente recenti. Il progetto di restauro: Le problematiche da affrontare per il risanamento conservativo di questo edificio sono state molte. Dall’analisi dello stato in cui versa la chiesa emerge evidente il forte deterioramento della parte basamentale degli intonaci interni, degli stucchi e delle decorazioni, dovuto all’umidità capillare di risalita sui muri d’ambito, che ormai in alcune parti ha raggiunto altezze di circa 2 mt dal pavimento.Tale deterioramento ha prodotto evidenti fenomeni di disgregazione delle calci con distacchi e sfarinamenti delle coloriture. Il danno si è esteso poi alle parti in legno: cornici, decorazioni, confessionali e coro presentano importanti fenomeni di degrado. Anche le parti lapidee per l’assorbimento presentano fenomeni di sfogliamento. L’intervento di restauro che si è attuato, (1° stralcio) in accordo con la Sovrintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di Firenze, è stato mirato alla riqualificazione della scalinata di ingresso e del loggiato e alla bonifica delle pareti e del pavimento della chiesa dall’umidità individuandone le fonti e disinnescandole. Nel loggiato l’intervento previsto è stato quello della demolizione del battuto di calcestruzzo per posare in opera un pavimento in cotto toscano fatto a mano. La scalinata esterna dalla geometria ‘caratteristica’ lavori)ricostruita fedelmente nelle forme con lastre di scalpellata. Per la chiesa l’intervento da sarà (2° stralcio pietra arenaria serena attuarsi è stato molto impegnativo e consistente . Nel caso specifico le fonti dell’umidità di risalita capillare sono tre : 1) Le fondazioni poggiate su terra ed accostate ad essa lateralmente fanno risalire sui muri per capillarità l’acqua di un terreno di per se molto umido (non ci dimentichiamo che il posto si chiama “Vivaio” fin dall’antico ed esiste ancora una fonte sul giardino tergale che ce lo rammenta); 2) Lo scannafosso esterno ai muri di ambito, che avendo il fondo più alto del pavimento della chiesa non consente un’adeguata aerazione della pareti. 3) Il pavimento interno della chiesa che è poggiato su terra . Per interrompere la risalita dell’umidità è stato necessario contemporaneamente su tutte e tre le fonti prevedendo: agire il ripristino e completamento dello scannafosso esterno , mediante scavo a mano e con l’ausilio di piccoli mezzi meccanici a liberare i muri d’ambito dal contatto con il terreno per farli ‘respirare’. L’isolamento del piano di calpestio della chiesa e delle cappelle laterali per i quali è stato effettuato lo smontaggio dell’attuale pavimentazione, lo scavo in profondità del terreno a mano per non danneggiare le sepolture e gli altari laterali , e la realizzazione di massicciata lapidea e rete aereante. Infine il rifacimento del piano di calpestio ha permesso l’inserimento del sistema di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento. Questa tecnica di riscaldamento degli ambienti oltre ad essere efficace per il confort è anche esteticamente non invasiva per gli ambienti poiché evita la posa di elementi radianti a vista sulle pareti. Il pavimento della Chiesa in marmo bianco di Carrara e grigio è stato restaurato nella parte del presbiterio e della fascia centrale con le tombe ed è stato completato nella parte dell’ingresso (dove era posto un pavimento in graniglia) continuando il disegno esistente. Per avere una visione globale dello stato di fatto del sottosuolo della chiesa che permettesse di adottare, la soluzione progettuale più consona , anche tenendo conto delle tante lastre sepolcrali inserite nel pavimento, si è voluto procedere ad effettuare un indagine conoscitiva con l’ausilio del georadar e della video ispezione che ha dato interessanti risultati documentati con schemi e relazione. Affrontato e risolto il problema dell’umidità’ con questo 1° stralcio di lavori, il restauro procederà intervenendo sulle finiture e le decorazioni degli interni. Per il restauro degli intonaci dell’aula e delle cappelle laterali sarà prevista la ricostituzione in malta fine di calce aerea nei colori già ritrovati e campionati nella parte absidale della chiesa recentemente restaurata. Per il restauro degli elementi decorativi e degli stucchi sono previsti interventi di pulitura, consolidamento stuccatura e ripresa cromatica diffusa per uniformare i manufatti nel loro aspetto generale. Il restauro delle parti lignee: i confessionali, le porte, le cornici sarà condotto con il prezioso contributo della Scuola di Restauro di Palazzo Spinelli e consisterà in un impegnativo lavoro di recupero degli arredi sacri essenziali al carattere del luogo. Arch.Eros Bati Arch.Laura Bati