"stregati" si possono curare (dal settimanale GENTE)

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"stregati" si possono curare (dal settimanale GENTE)
GENTE IN CONGO PER CONSEGNARE UN APPARECCHIO SALVAVITA
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J
i
A
Li chiamano ndoki, cioè "da buttare"
Sono 490, abbandonati e straziati da bruciature e sevizie:
vengono rifiutati perché le famiglie pensano che portino
disgrazie. Li sfama e accudisce un'italiana, la dottoressa Perna
dell'ospedale di Kimbondo, che adesso ha un nuovo ecografo
GU ABBIAMO
PORTATO QUESTA
MACCHINA
Kimbondo
(Repubblica
'
Democratica del
Congo). A sinistra,
il medico e
»
sacerdote Hugo
Rios, fondatore del
Centro pediatrico
con la dottoressa
Perna. A destra,
l'ecografo che
abbiamo portato
per curare questi
bambini: un medico
locale lo ha subito
messo in funzione
per le visite.
(Foto La Fata/PMF).
da Kimbondo (Repubblica Democratica
del Congo) Renzo Magosso
S
iamo venuti in Congo (ex Zaire) a
consegnare attrezzature mediche
indispensabili per curare bambini
molto speciali, in un ospedale pediatrico organizzato nel cuore della savana,
in una vallata chiamata Kimbondo, da
u n medico italiano, la dottoressa Laura
Perna, originaria di Siena, che qui chiamano mamma Coco. Ha lavorato in Italia fino a 60 anni, coltivando il suo sogno di medico missionario. Appena è
andata in pensione si è trasferita qui.
L'ospedale pediatrico è cresciuto con lei
e con padre Hugo Rios, medico e sacerdote, originario del Cile. I bambini, rac-
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colti, curati e sfamati a Kimbondo sono avuto lutti e si sono ricomposti nuovi nuetichettati con una parola dal significa- clei. Una donna ha portato con sé figli dal
to terrificante: ndoki. In ngali, la lingua precedente matrimonio? Al nuovo marito
di queste parti, vuoi dire stregoni, por- basta semplicemente pronunciare la patatori di disgrazie. Mamme e papa li tol- rola ndoki: da buttare. E il bambino viene
gono di mezzo, buttandogli addosso bruciato. A un papa viene il mal di denti?
benzina e un cerino acceso. Quelli che Tutta colpa del figlio che ha portato jella:
sopravvivono, restano sfigurati p e r ndoki, da buttare. La raccolta di banane è
sempre.
andata a male e la prole non ha lavorato
Rifiutati. Per i congolesi socome doveva? Disgrazia, tutta
no tante le ragioni per definire i
colpa di quei figli: ndoki, da
LI vendono
loro stessi bambini col disprebuttare. Poi sono arrivati i merper 10 dollari
giativo di ndoki. La principale è
cenari per reclutare bambini e
al mercenari
una conseguenza delle recenti
bambine da mandare in guerra.
che,se
guerre che in questa parte delDieci dollari al genitore, affare
scappano, gli
l'Africa, negli ultimi anni, hanconcluso. Ma qualche piccolo è
tagliano due
no provocato oltre tre milioni
riuscito a scappare. Quando lo
di morti. Molte famiglie hanno
hanno ripreso, zac!, una mano
dita, poi li
abbandonano
•
••,
/ V
'ini
JOLE CISNETTO HA
tagliata: ndoki, da buttare. Ora, i mercenari hanno raggiunto il picco più crudelmente raffinato: ai refrattari s'accontentano di tagliare due dita, l'indice e il medio. Il messaggio è chiaro: se non tiri il
grilletto ai miei ordini, non lo tirerai
nemmeno contro di me.
Sono questi i piccoli ndoki accuditi
dalla dottoressa Laura Perna, che adesso
ha 87 anni e continua a lavorare e lottare
per curarli e dare loro la speranza di un
futuro senza maledizioni. E senza guerre.
Tamburi africani. Una sbarra di bambù si solleva, eccoci a Kimbondo. Strada
sterrata, sette capannoni rettangolari,
distribuiti lungo tutta la vallata, tetti in
lamiera, mattoni dipinti di bianco e rosa.
Nell'aria suoni di tamburo. I musicisti ^
FAUItl
Kimbondo (Repubblica
Democratica del
Congo). A sinistra,
Jole Cisnotto, 52 anni,
con un bambino
ricoverato. Jole ha
raccolto fondi tra i soci
di Cortina Incontra,
di cui è fondatrìce.
Spiega: La ditta che
produce l'ecografo,
VEsaote, mi ha
dimezzato il prezzo, ma
è dovuta intervenire
anche l'assicurazione
Swiss Re, altrimenti
non ce l'avrei fatta».
GENTE 101
SI STRINGONO ATTORNO A NOI
Klmbondo (Repubblica Democratica
del Congo). Sopra, i bambini tra Jole
Cisnetto e il nostro Renzo Magosso.
Sotto, un'infermiera mentre allatta
con il biberon. Per aiutare questi
piccoli potete fare un versamento
intestato a: Ospedale pediatrico
di Kimbondo, 5157380 Banca Carige
S.p.A., agenzia 1 Milano, Iban:
IT91J0617501601000005157380.
L'ecografo salvavKa. Jole Cisnetto ha
hanno dai 5 ai 7 anni, ce li hanno nel
sangue e nella mente quei suoni. Perfet- lavorato mesi per portare qui un modello
ti, dolcissimi. «Se li fanno da soli, i tam- super efficiente di ecografo, adesso non
buri. Scavano un tronco, ci mettono me- ce n'è un altro così tecnologico in tutto il
si interi», spiega padre Hugo, «e, quando Congo. Lei è l'animatrice di Cortina Estal'hanno svuotato, ci fissano sopra una te e Cortina Incontra, col marito, l'economista Enrico Cisnetto. Ha saputo di mampelle di capra, coi chiodi».
Ci stanno aspettando in chiesa, par- ma Coco, ne ha parlato ai soci e frequendon, un ottagono aperto da tutti i lati, di tatori delle sue iniziative, tra i quali il premattoni con panche di legno e di cemen- sidente emerito Francesco Cossiga.
to. Piccolissimo. Den«La ditta costruttro, si accalcano in
trice, i'Esaote, me
quattrocento, li conto
l'ha fornito a metà
uno a uno. Ci inforprezzo», spiega Jole
mano che altri 96 soCisnetto. «Ma pur
no ricoverati nel reavendo raccolto olparto turbercolosi. Ci
tre 12 mila euro, non
salutano a distanza.
bastavano. Allora è
intervenuta la comUn bimbo mi
pagnia di assicuraprende per mano. la
zione Swiss Re, che
Laura Perna aveva 60 anni
testa appoggiata a
un mio fianco. Subi- quando ha fondato Kimbondo. ha coperto la somma
mancante, quasi il
to, un altro lo imita
Ora ne ha 8 7 ed è attivissima
doppio di quello che
dal lato opposto. La ^ ^ ^ H H ^ M M ^ H • • • • • • ^ • B
io ero riuscita a metgara alla ricerca di
affetto è partita. In un attimo piccole tere insieme». L'ecografo è entrato in
mani mi stringono le caviglie, le gambe, funzione subito, in una situazione che
s'appoggiano alle spalle. Gli altri li vale la pena raccontare».
«Prendilo, te lo affido». S'era fatto buio,
prendono per mano, sono tutti idealmente legati a me. Succede la stessa co- stavo chiacchierando con gli addetti al
sa al nostro fotografo Salvo La Fata. E a corpo di guardia, all'ingresso. Sbuca una
Jole Cisnetto, personaggio di una umani- figura minuta, una bambina dal volto bellissimo, avvolta da un grande scialle •
tà prorompente, da raccontare a parte.
SI SENTONO TUTTI FRATELLI
Kimbondo (Repubblica
Democratica del Congo). Qui a
sinistra, un gruppo di bambini
aspetta una carezza. Sotto,
i più grandicelli fanno i lettighieri:
uno mostra la scultura in legno
che ha appena realizzato. Tra
loro, si sentono appartenenti a
una grande famiglia. La solidarietà
è tortissima, se uno sta male,
tutti accorrono e lo accudiscono.
grigio, rigonfio sul davanti. D'improvviso, re. Il giorno dopo
apre lo scialle e si vede qualcosa di ba- nessuno la vede più.
gnato e rossastro tra le sue mani: mi stava
Bimbi infermieri.
consegnando il suo bambino, che aveva Visitiamo i capannonipartorito, evidentemente, da pochissimo. reparto, in particolare
«Salvo, dove sei?», urlo al fotografo quello con i piccoli fementre cerco di aiutare la bambina. Salvo riti da bruciature. Una
è già lì, dietro di me. Chiamiamo padre bimba di circa 5 anni
Hugo. In un attimo il bambino è nella imbocca un bebé di
nursery, lo lavano, lo visitano, gli danno pochi mesi. Fanno coda mangiare. Quando il biberon è svuota- sì anche gli altri: i più grandi danno da
to, lui continua a succhiare, con quella mangiare ai più piccini. E li cambiano.
bocca piccolissima, affamatissima. Padre Poi, siccome hanno anche loro voglia di
Hugo visita la mamma-bambina, control- giocare, finito il lavoro lisciano la terra,
la. Per la prima volta, usa l'ecografo: c'è il fuori del capannone, e disegnano quello
dubbio che possa avere un gemello, an- che gli passa per la mente. Juma di sicucora in pancia. Poi la fa sedere e le parla ro farà l'ingegnere: traccia la forma di un
elicottero, pale, rotore, sportelli, cabina
in ngali, la lingua locale.
e coda ben proporzionata. «Ne ha visto
«Hai una mamma, un papa?».
uno
atterrare qui lo scorso anno», spiega
«No».
padre Hugo.
«Hai un posto doTrovato per strave vivi?».
da. Facciamo un'e«No».
scursione, in ambu«Sai chi è il padre
lanza. Dopo pochi
del bambino?».
chilometri, sopra una
«No».
massicciata di terra,
«Quanti anni hai?».
Jole vede spuntare
«Non lo so, però
una testolina. Ci fermi ricordo che quanmiamo, mi avvicino,
d'ero piccola stavano
è un bimbo con la tecostruendo una pom«Li accudiamo fino a 1 8 anni:
sta riversa nella terra,
pa di benzina, con i
studiano e imparano
che gli ha riempito la
distributori verdi e
un lavoro per avere un futuro»
bocca, gli occhi, le
rossi».
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narici. Lo rigiro e lo
«È successo a pochi chilometri da qui, una decina di anni pulisco con un po' d'acqua. Il cuore batte,
respira. Ha le braccia straziate da bruciafa. Dunque ha, più o meno, 12-13 anni».
Deposita la sua impronta digitale: ture recenti. Ecco un altro ndoki.
«Salvo, dove sei?».
«Se un giorno vorrà rivedere il suo pic«Sto scattando foto, tu decidi il resto».
colo, saprà come riconoscerlo», spiega
«Dobbiamo portarlo subito in ospedapadre Hugo. Le fanno gli esami del sangue: è sieropositiva. Ha l'aria triste: il le, se lo lasciamo qui muore di sicuro».
fatto che sia venuta fino a qui, col suo
Spuntano dai cespugli alcune teste, si
bambino, significa che voleva farlo vive- tengono a distanza. Vogliono vedere, sen104 GENTE
za intervenire. Dagli sguardi si capisce
che non danno nessuna importanza a
questo piccolo moribondo.
Telefoniamo a Padre Hugo. Ci aspetta
al posto di guardia. Lo porta in infermeria, lo sveste, lo lava, è un bel bambino. Si
riprende, beve, dopo qualche ora mangia
un po' di pane, abbozza un sorriso.
«Gli è andata bene, ringrazio il Signore», sussurra il sacerdote.
«Con tutte queste bocche da sfamare
ogni giorno, lo ringrazi spesso il Signore?», chiedo al sacerdote cileno.
«Certo, è il Signore che mi fa andare
avanti: ogni giorno un miracolo. Del resto, pur con le debite proporzioni, anche Jole ha fatto un miracolo, portando
qui l'ecografo: è stato un altro segno del
Signore, cosa credi? Fanno miracoli anche questi bambini: lottano per vivere e,
quando il cibo scarseggia, non si lamentano. Però, poi, riusciamo quasi sempre
a cavarcela. E continuiamo a lottare, troviamo il modo di tirare avanti. Dio non
ci ha dimenticati, è sempre con noi. Mi
piacerebbe che ci foste anche voi insieme con noi.
«Ora ho in mente un progetto: insegnare a questi piccoli un lavoro, fàlegna- I
me, idraulico, muratore. Così, quando diventeranno adulti, sapranno essere autosufficienti. Mi aiuti, Jole? Mi aiuti, Renzo?».
Come si fa a dirgli di no.
I
Renzo Magosso QH