febbraio 2014 - Collegio dei Geometri di Venezia

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febbraio 2014 - Collegio dei Geometri di Venezia
Anno LIV n° 02 - Febbraio 2014 - Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. 70% DCO VR
IL GEOMETRA VERONESE
Mensile di informazione ed aggiornamento professionale | www.collegio.geometri.vr.it
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GEOMETRA IN CANTIERE
L'ATTENZIONE ALLA SICUREZZA
PAG.03 > SEMINARIO SULLA SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI
PAG.07 > ITS RED, CONSEGNATI I PRIMI DIPLOMI
PAG.11 > LA RIFORMA DEL CONDOMINIO E GLI IMPIANTI INDIVIDUALI
PAG.18 > VALORI AGRICOLI DEI TERRENI 2014
PAG.23 > I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
COLLEGIO GEOMETRI e GEOMETRI LAUREATI della PROVINCIA di VERONA - Società Cooperativa Geometri Veronesi - Vicolo Orologio, 3 - VERONA
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Il “Geometra Veronese” è un mensile di informazione e aggiornamento professionale edito dalla “Società
Cooperativa Geometri Veronesi”. La collaborazione è aperta agli organi rappresentativi di categoria e a tutti
i singoli professionisti. Ogni redattore risponde delle proprie affermazioni ed il suo nome è sempre reperibile
presso la redazione.
PUBBLICAZIONE MENSILE
DEL COLLEGIO GEOMETRI E GEOMETRI
LAUREATI DELLA PROVINCIA DI VERONA
Autorizzata dal Trib. c.p. di VR
con decreto n. 140 del 22 dicembre 1960
REDAZIONE-AMMINISTRAZIONE
37129 Verona - Vicolo Orologio, 3
Tel. 045 8031186 - Fax 045 8009861
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DIRETTORE RESPONSABILE
Geom. Pietro Calzavara
COMITATO DI REDAZIONE
Geom. Gianluca Fasoli
Geom. Fiorenzo Furlani
Geom. Pietro Guadagnini
Geom. Matteo Xamo
Geom. Giada Zampieri
SOMMARIO
GEOSSERVATORIO
01
VITA DEL COLLEGIO
03
07
SEGRETARIO DI REDAZIONE
Rag. Maurizio Buin
HANNO COLLABORATO:
Elisa Tagliani
Alessandra Moro
PROGETTO GRAFICO
E COORDINAMENTO EDITORIALE
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GEOMETRA IN CANTIERE: L'ATTENZIONE ALLA SICUREZZA
ITS RED: CONSEGNATI I PRIMI 23 DIPLOMI A PADOVA
FATTI E NOTIZIE
09
11
16
21
LA CURA DEL GARDA
LA RIFORMA DEL CONDOMINIO E GLI IMPIANTI INDIVIDUALI:
TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE
ECONEWS
SPORTNEWS
STATISTICHE
18
INDENNITÀ DI ESPROPRIO 2014
CULTURA E TERRITORIO
23
STAMPA
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DAI MULI AI DRONI: CENT’ANNI FA LA GRANDE GUERRA
I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
29
35
RIVALUTAZIONE DEI TERRENI: RIAPERTI I TERMINI
IL DIRITTO AL PANORAMA
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IL GEOMETRA VERONESE
GEOSSERVATORIO | DAI MULI AI DRONI: CENT'ANNI FA LA GRANDE GUERRA
DAI MULI AI DRONI: CENT’ANNI FA LA GRANDE GUERRA
Particolarmente ricco questo numero di febbraio; tuttavia
vi introduco alla lettura partendo non da un punto di vista
tecnico, bensì storico: 1914-2014, cent’anni fa scoppiava la
Grande Guerra, così definita per la tragica portata.
Uno speciale “cultura&territorio” ne ripercorre le tappe e
i luoghi, tutti nell’area del Nord-Est: leggete dove e come
si è consumato questo dramma, così vicino nella geografia
e nelle persone - parliamo dei nostri nonni - e così lontano
tuttavia in certi slanci emotivi, patriottici (termine ormai
obsoleto, ahimè) e nella parte strumentale.
Già: cento anni e dai muli che trainavano i cannoni su
impervi sentieri sterrati siamo passati ai droni; purtroppo
non è cambiato l’intento, bellico e distruttivo. Non è
retorico, è umano ammettere, affermare che la guerra deve
diventare un ricordo e non una possibilità. Onoriamo i morti,
visitiamo i siti della nostra storia, miglioriamo gli animi e
lasciamo alle generazioni future l’eredità della pace.
Sicurezza: la soglia di attenzione per questo
imprescindibile requisito nei luoghi di lavoro deve
essere sempre massima, per tutti; il Collegio mantiene
costante l’impegno, siglato da un GEOday dedicato, nel
giugno 2012, e dall’appena archiviata tappa del percorso
“Geometra in cantiere”, intitolata appunto “Geometra in
sicurezza”, lo scorso 21 febbraio, di cui leggete il report
in questo numero, arricchito da un’intervista esclusiva
al vice commissario Massimo Begal, responsabile del
Nucleo Polizia Amministrativa del Comune di Verona. Tutti
i soggetti coinvolti hanno confermato la volontà di portare
avanti sinergie per far fronte comune contro il dramma
degli infortuni - cadute dall’alto in primis - e, diamo
qualche buona notizia ogni tanto! e hanno dato di Verona il
quadro di una città che anno dopo anno eleva la sensibilità
al problema della sicurezza nei cantieri, meno sanzioni,
meno negligenze.
Scuola: abbiamo aperto “Il Geometra veronese” ai
contributi delle scuole, degli istituti, alle notizie che
arrivano dal mondo dei prossimi professionisti; sono
arrivati i primi diplomi ITS Red a Padova e la prospettiva
delle iscrizioni è in ascesa, segno della consapevolezza del
valore di questa strada e della sua attualità.
Collettore: un incontro comunitario tenutosi a Garda il 17
febbraio ha dato spazio ai soggetti coinvolti nel progetto;
“Il nuovo collettore per il lago di Garda e il futuro del suo
territorio”, organizzato da AGS, Depurazioni Benacensi,
Garda Uno e Comune di Garda, ha sottolineato la
collaborazione di tutti gli enti a sostegno dell’infrastruttura.
Un altro buon esempio di sinergia, qui raccontato.
Buona lettura!
Pietro Calzavara
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IL GEOMETRA VERONESE
VITA DEL COLLEGIO | GEOMETRA IN CANTIERE
GEOMETRA IN CANTIERE: L'ATTENZIONE ALLA SICUREZZA
I COMPITI E LE RESPONSABILITÀ DEI COMMITTENTI O RESPONSABILI DEI LAVORI
RUOLO DEL GEOMETRA
APPROFONDIMENTO SUI LAVORATORI AUTONOMI
Il Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia
di Verona, con la Società Cooperativa Geometri veronesi,
prosegue il percorso formativo “Geometra in cantiere”
con la tappa dedicata alla sicurezza. Con precisa volontà
pragmatica, lo scorso venerdì 21 febbraio si sono declinati
tecnicamente i compiti e le responsabilità di committenti
e realizzatori, nonché responsabili dei lavori, con focus
sul ruolo del geometra. Il tavolo dei relatori ha apportato
osservazioni dai vari punti di vista: istituzioni, associazioni,
professionisti, e la prima volontà comune che ne è emersa è
stata di continuare a fare lavoro di squadra, incrociando dati
ed esperienze, per valutare i rischi reali del lavoro in cantiere
e concretizzare soluzioni. Come ha sottolineato il presidente
del Collegio, Pietro Calzavara, «nessuno scrupolo sarà mai
eccessivo nell’ottica di aumentare le misure di sicurezza e il
Collegio mantiene costante l’impegno su questa strada, che è
stato già affrontato nel giugno 2012 in un GEOday dedicato;
ma dobbiamo essere aggiornati sempre su normative e ruoli.
Non solo: avendo “il polso” della situazione, come tecnici,
possiamo anche fornire indicazioni su possibili miglioramenti
o adeguamenti delle regole alla realtà lavorativa».
Un intento condiviso dal presidente della Cooperativa,
Fiorenzo Furlani, che ha ribadito l’importanza per i
professionisti all’opera «di avere cognizioni ben chiare
sulla scelta corretta ed appropriata di un materiale, di un
prodotto o di un sistema costruttivo» e per far ciò occorre
«approfondimento ed aggiornamento, sempre: sia per la fase
progettuale, che per l’esecuzione dei lavori». “Geometra in
cantiere” risponde a questo, «è un progetto avviato, ormai un
marchio. Quella sulla sicurezza è un’altra tappa, per mantenere
alta la formazione del geometra, sia teorica, soprattutto
pratica: dobbiamo essere professionisti di cantiere, avere
sempre sott’occhio la realtà edilizia e l’evoluzione normativa».
Sull’opportunità imprescindibile di operare sinergicamente
ha puntato anche il vicepresidente Ance, Alberto Guerra:
«Importantissimo, fondamentale; è anche vero che quella di
Verona è una buonissima realtà, già al tempo di “Cantieri
sicuri” c’è stata un’ottima collaborazione per creare una
cultura della sicurezza e tuttora manteniamo altissima
l’attenzione».
Marco Gaiga, geometra della commissione sicurezza
del Collegio, fa eco: «Attivare sinergie per avere risultati
nell’incremento della sicurezza è più che importante, è
determinante; in questo quadro, il geometra è figura di
riferimento e diffusa su tutto il territorio. Noi oggi ci siamo
rivolti in particolare ai committenti, per far presente quali
sono mansioni, obblighi, responsabilità; il geometra deve
informare il committente e anche assumere incarichi come
coordinatore della sicurezza».
Silvano Scevaroli, presidente della categoria edili/affini di
Confartigianato Verona ha decisamente dichiarato che «Serve
meno burocrazia! Tutti i documenti hanno un costo, piccolo
o grande che il lavoro sia; secondo noi c’è un carico troppo
oneroso. E ci tengo a sottolineare che esiste differenza fra
artigiano e autonomo e occorre lavorare per coordinare le
due figure». Questo proprio uno degli obiettivi del convegno:
il geometra Gaetano Zaccarella lo ha confermato: «Faccio
parte della commissione sicurezza, interna al Collegio
Geometri: un tema molto sentito, oggi alla luce della circolare
FEBBRAIO 2014
3
IL GEOMETRA VERONESE
VITA DEL COLLEGIO | GEOMETRA IN CANTIERE
dell’ex ministro Fornero; l’attività edile è costituita anche da
manodopera autonoma, artigiani, e con questo incontro si è
voluto far chiarezza sul loro ruolo, responsabilità e possibilità
aggregative. Il nostro impegno non si esaurisce qui: nel
prossimo futuro metteremo a fuoco altre figure, come quella
dei coordinatori, per tenere sempre alto l’interesse sulla
sicurezza, per noi geometri e per tutto il comparto edìle».
Tra gli ospiti, anche il vicecommissario Massimo Begal,
responsabile del Nucleo Polizia Amministrativa del Comune
di Verona, che ha illustrato i vari ambiti operativi del reparto,
tra cui il controllo su ambiente e territorio. Verona, tirando
le somme, è città virtuosa o negligente? «Le infrazioni più
comuni che rileviamo sono legate ai vincoli paesaggistici:
il territorio è articolato, la normativa è rigida e talvolta
può sembrare vessatoria, ad esempio per interventi come
variazioni ai colori di facciata o installazione di accessori
come parabole o condizionatori, ma così impone la regola:
parla di qualunque modifica sul bene vincolante, che è il
territorio, pertanto qualunque modifica deve essere segnalata
all’autorità giudiziaria. In ambito edilizio, forse per il calo di
attività, sono calate anche le violazioni in ambito penale;
molti interventi riguardano il piano casa con ampliamenti
limitati, legati dunque all’ambito amministrativo, non penale.
Il problema della sicurezza è sempre vivo, ma c’è maggior
sensibilità; ultimamente invece abbiamo rilevato cattiva
gestione dei rifiuti, imprese che smaltiscono abusivamente.
Complessivamente quello veronese non è un territorio
particolarmente a rischio; i condoni hanno lasciato qualche
4
FEBBRAIO 2014
effetto negativo, ma ora come ora, forse anche per il
rallentamento del comparto edilizio e per interventi che sono
minimi, familiari, secondo piano casa, la situazione, direi, è
buona».
E in tema di valutazioni complessive, Manuela Peruzzi di
Spisal - Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di
Lavoro, ha portato i risultati della commissione vigilanza:
quale lo stato dell’arte? «L’andamento è positivo: rispetto ai
verbali del 2012, nel 2013 si sono ridotte le sanzioni e le ditte
sanzionate; ciò significa che le condizioni dei cantieri stanno
migliorando. D’altra parte, dobbiamo continuare a contrastare
i gravi infortuni che si verificano: è un settore, quello edìle,
sempre a rischio».
L’avvocato Luigi Meduri ha dipinto una panoramica sulla
normativa relativa alla sicurezza in cantiere: è agevole da
affrontare da parte dei professionisti? «Le norme non aiutano,
purtroppo sono soggette ad interpretazioni che spesso
risultano in contrasto tra loro; questi convegni, allora, servono
a far luce su un settore in cui la chiarezza definitiva ancora
non c’è, in merito alle responsabilità». Serve una facilitazione
normativa o maggior coscienza da parte dei lavoratori? «I
primi a dover essere coscienziosi e informati devono essere
in committenti; i professionisti hanno gli ordini, i collegi che
aiutano negli aggiornamenti, cosa che manca ai committenti,
a scapito della sicurezza. Occorre maggior sensibilità e
cognizione a monte, prima dell’inizio dei lavori».
All’unanimità, il rischio numero uno in cantiere è considerato
la caduta dall’alto, ma non meno trascurabili altri tipi di
IL GEOMETRA VERONESE
VITA DEL COLLEGIO | GEOMETRA IN CANTIERE
infortunio, ovviamente. Regole d’oro per la sicurezza in
cantiere? Eccole:
Massimo Begal – «Formazione delle maestranze e controllo
delle maestranze stesse da parte degli addetti alla sicurezza,
anche per contrastare il lavoro irregolare. La mancanza di
professionalità abbassa il livello di sicurezza».
Marco Gaiga - «Mantenere il collegamento in tutta la filiera,
dal committente ai professionisti alle imprese; essere sempre
aggiornati».
Alberto Guerra - «Aldilà del prezzo congruo, la verifica delle
capacità tecnico-professionali».
Manuela Peruzzi - «Misure di prevenzione tecniche,
semplificazione della documentazione cartacea e misure
concrete, ad esempio i parapetti per prevenire le cadute
dall’alto».
Silvano Scevaroli - «Formare la gente e far diventare la
sicurezza una materia scolastica, perché non riguarda solo
l’edilizia, ma la vita quotidiana, dalla sicurezza stradale a
quella, appunto, sui luoghi di attività».
LINK
Ance www.anceverona.it
Confartigianato www.upaverona.it/home/home.html
Dati Spisal http://prevenzione.ulss20.verona.it/spisal_
infortuni.html
Servizio TV “Geometra in sicurezza” www.lavoro-360.it/
LE ATTIVITÀ DELLA POLIZIA
AMMINISTRATIVA: INTERVISTA AL
VICECOMMISSARIO MASSIMO BEGAL
Il Reparto Polizia Amministrativa svolge i controlli di polizia
amministrativa nelle materie previste dall'ordinamento
giuridico e la cui sorveglianza spetta, direttamente o
indirettamente, al sindaco: si tratta di competenze che
investono la Polizia Municipale di una serie di compiti
relativi alle attività economiche, all'ambiente e al
territorio, alla pubblicità, ecc. Questo tipo di accertamenti,
per la loro complessità e la continua evoluzione della
normativa, sono ormai assegnati quasi esclusivamente al
personale di questo Reparto, allo scopo di garantire una
professionalità specifica sempre crescente. Gli interventi
si attivano a seguito di segnalazioni da parte dei cittadini
o per iniziativa degli agenti, a supporto degli altri reparti
della P.M. che hanno riscontrato il fenomeno sul territorio
e in collaborazione o su richiesta degli uffici comunali
competenti per materia.
Il Reparto di Polizia Amministrativa che, come precisa il
vicecommissario responsabile, Massimo Begal, «opera
con limite di territorialità nel comune di Verona, non su
tutta la provincia», è suddiviso in nuclei specializzati:
- Nucleo Polizia Annonaria
(commercio e polizia amministrativa in senso stretto),
- Nucleo Controllo Ambiente e Territorio articolato in
sezione Edilizia,
sezione Pubblicità,
sezione Polizia Ambientale.
La sezione edilizia è incaricata della tutela del territorio,
controlla la regolarità delle attività edilizie, reprime
eventuali abusi e verifica che i lavori realizzati siano
conformi ai permessi rilasciati, attraverso accertamenti di
natura amministrativa e giudiziaria. Questa attività riveste
particolare importanza in una città come Verona, dove molte
zone sono sottoposte a vincoli paesaggistico-ambientali
o architettonici e l'abusivismo edilizio creerebbe impatti
devastanti. A tutela della salute pubblica e privata, verifica
la salubrità e l'abitabilità degli edifici, con particolare
riferimento alla corretta destinazione d'uso degli stessi ed
all'affollamento in relazione al numero degli occupanti.
La sezione pubblicità controlla la regolarità degli impianti
pubblicitari fissi e mobili esposti nel territorio comunale,
in particolare sulla collocazione della cartellonistica
sulle strade cittadine. Questi accertamenti servono
principalmente a garantire la sicurezza della circolazione
e la tutela dei vincoli paesaggistici ed ambientali. Un
impegno particolare è destinato alle verifiche delle
pubblicità in occasione di consultazioni elettorali, anche
al fine di garantire una regolare e paritaria propaganda
politica.
La sezione polizia ambientale svolge controlli sul
rispetto delle norme a tutela dell'ambiente, contro
l'inquinamento del suolo e del sottosuolo: controlli sulle
acque di scarico, sulle attività di autodemolizione, sulla
gestione, il trasporto, il deposito e lo smaltimento dei
rifiuti, con particolare attenzione alle discariche abusive;
FEBBRAIO 2014
5
IL GEOMETRA VERONESE
VITA DEL COLLEGIO | GEOMETRA IN CANTIERE
inoltre interviene per prevenire e reprimere i maltrattamenti
sugli animali domestici, selvatici e d'allevamento.
Il Nucleo di Controllo Ambiente e Territorio è quello che
si occupa specificamente del settore edilizio: precisamente
come agisce? «Effettuiamo ispezioni nei cantieri su nostra
iniziativa, su esposto o richiesta da parte di edilizia privata,
di enti comunali come la soprintendenza, eccetera; i controlli
vengono eseguiti a tutto tondo: non solo sulla parte edilizia,
ma anche per quanto riguarda la sicurezza nell’ambiente di
lavoro e la gestione dei rifiuti».
- La copertura è sufficiente o sarebbe necessario ulteriore
personale di controllo? «C’è sempre bisogno di personale,
ma quello che c’è, supportato dal personale del Comando,
le delegazioni territoriali, devo dire che riesce a coprire
efficacemente l’area di competenza».
- Quali sono le infrazioni più comuni? «Il territorio di Verona
è sottoposto per circa il 50% a vincolo paesaggistico, le
infrazioni più comuni riguardano tale ambito; in ambito edilizio
le violazioni sono calate, ma rimane sempre vivo il problema
della sicurezza, anche se riscontriamo maggior sensibilità.
Invece abbiamo rilevato talvolta una cattiva gestione dei
rifiuti, con imprese che li trattano abusivamente, senza essere
iscritte all’albo nazionale, dunque in nero».
- Quali i rischi più gravi e le sanzioni più pesanti? «Per quanto
concerne rifiuti e sicurezza, le sanzioni sono di carattere
penale, abbastanza pesanti: si parla di qualche migliaio di
euro per i rifiuti, mentre per la sicurezza si parte dal penale,
ma se le cose vengono sanate si passa ad un quarto della
sanzione, in via amministrativa, dunque il tutto più facilmente
risolvibile».
Polizia Municipale di VERONA
http://poliziamunicipale.comune.verona.it/nqcontent.
cfm?a_id=18781
Elisa Tagliani
IL GEOMETRA VERONESE
VITA DEL COLLEGIO | ITS RED: CONSEGNATI I PRIMI 23 DIPLOMI A PADOVA
ITS RED: CONSEGNATI I PRIMI 23
DIPLOMI A PADOVA
VOCE ALLA SCUOLA , LINEA DIRETTA CON LA
FORMAZIONE
Attivato anche a Verona pochi mesi fa, l’ITS RED-Risparmio
energetico e nuove tecnologie in bioedilizia di Padova ha
consegnato a metà febbraio a Palazzo Bo i 23 diplomi (che
danno accesso diretto all’esame di stato da geometra) agli
studenti che hanno frequentato il corso, promosso da Itg
Belzoni-Boaga, presieduto dal dirigente Vincenzo Amato, e
da Ance Veneto, in collaborazione con Fòrema Confindustria
Padova; premiati anche i tre studenti più meritevoli:
Andrea Carta, Nicola Squizzato e Gabriele Carpignani
Panebianco. Inaugurato nel 2011, ITS RED forma una figura
professionale nuova, che integra alle qualifiche dei normali
geometri le conoscenze dei criteri di efficienza nel processo
costruttivo, per migliorare, ottimizzare la sostenibilità
ambientale e il risparmio energetico; a riprova dell’attualità e
dell’utilità di tale profilo, la notizia che quasi tutti gli studenti,
a pochi mesi dalla fine dei corsi (due anni, 2.000 ore di lezione,
di cui 1.200 in aula e 800 di stage in aziende del territorio
veneto), hanno instaurato collaborazioni con ditte e studi
professionali della provincia padovana. Le iscrizioni sono in
aumento e a settembre si avvieranno altri tre corsi, uno a
Padova, uno a Verona e uno a Varese.
Presenti alla cerimonia al Bo il professor Francesco
Gnesotto, prorettore vicario dell’Università di Padova, Luigi
Schiavo, presidente regionale di Ance, Paolo Bastianello,
membro del comitato educational di Confindustria, Gianluigi
Coghi, vice presidente nazionale Ance, Marco Nardini,
membro del Consiglio Nazionale Geometri e Pietro
Calzavara, presidente del Collegio veronese.
L’assessore regionale alla formazione, Elena Donazzan,
ha sottolineato «l’importanza degli Its soprattutto in Veneto,
perché danno risposte vere al mondo del lavoro: in un momento
delicato come questo è fondamentale investire su nuove
professionalità che consentano di gestire responsabilmente
le esigenze legate alla sostenibilità ambientale».
E Paola Carron, presidente della fondazione IIS RED, ha
spiegato che «L’innovazione dell’offerta formativa risiede
nella capacità di rispondere con rapidità e accuratezza
alle esigenze del mercato grazie al coinvolgimento diretto
delle imprese. I moduli di insegnamento sono flessibili e
continuamente aggiornati perché il settore, oggi, ad esempio,
votato più alle ristrutturazioni che alle nuove costruzioni, è in
mutamento ed evoluzione.
L’alto livello di specializzazione rendono questo corso più
appetibile sotto il profilo occupazionale di molti corsi di
laurea triennali». «ITS RED – ha dichiarato Pietro Calzavara
- rappresenta il futuro dei geometri; esiste la crisi in edilizia,
ma ci sarà anche la ripresa, che dovrà fondarsi sulla
riqualificazione del patrimonio; importante che ci sia anche
a Verona, per affinare la formazione dei giovani tecnici e
garantire loro maggiori prospettive occupazionali».
Alessandra Moro
FEBBRAIO 2014
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IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | LA CURA DEL GARDA
LA CURA DEL GARDA
AGS PRESENTA I DATI AGGIORNATI SULLO
STATO DI SALUTE DEL MAGGIOR LAGO D’ITALIA,
CANDIDATO A PATRIMONIO UNESCO
Lo scorso 3 gennaio Azienda Gardesana Servizi ha presentato
in conferenza stampa i dati sull'acqua del Garda dopo l'entrata
in funzione del terzo lotto del depuratore di Peschiera; i valori
dei principali parametri è risultato molto al di sotto di quanto
previsto dalla legge, attestando che il depuratore migliora
l'ambiente idrogeologico e, conseguentemente, la qualità
della vita. «I lavori al terzo lotto – ha spiegato il presidente
di AGS, Alberto Tomei – sono cominciati nel 2011 e si sono
conclusi la primavera scorsa. Il necessario periodo di collaudo
ha fatto partire l’attività a novembre, ma i risultati sono
incoraggianti e dimostrano come l’investimento delle Regioni
Veneto e Lombardia sia stato assolutamente lungimirante».
Il progetto complessivo di adeguamento del depuratore ha
comportato un investimento di circa 16 milioni di euro; il terzo
lotto ha un valore di 6,5 milioni di euro, finanziati da Regione
Veneto e Regione Lombardia; i dati delle analisi del primo
periodo di gestione hanno evidenziato l’elevata efficienza
dell’impianto. E il 17 febbraio si è tenuto a Garda il convegno
“Il nuovo collettore per il lago di Garda e il futuro del
suo territorio”, organizzato da AGS, Depurazioni Benacensi,
Garda Uno e Comune di Garda, a sottolineare la collaborazione
di tutti gli enti a sostegno dell’infrastruttura; ha partecipato
anche il presidente del Collegio Geometri di Verona, Pietro
Calzavara, portando il supporto della categoria, che oggi
più che mai si identifica come tecnico attento all’ambiente:
«Da parte nostra, geometri, c’è totale disponibilità a portare
avanti l’intento di valorizzare sempre più la bellezza, le
peculiarità, la storia geologica e antropologica del Garda,
e questo necessita un supporto tecnico che la realizzazione
del nuovo collettore può dare, per garantire la sicurezza
all’ambiente con impianti adeguati ai tempi e non farci
cogliere impreparati in caso di calamità meteorologiche
purtroppo frequenti, vedi cronache delle ultime settimane.
Siamo lungimiranti, razionali, concretizziamo quelle che oggi
sono parole e agiamo rapidamente per il nostro lago, per la
nostra comunità».
Ad incrementare l’attività di tutela, si registra anche la recente
firma di un protocollo fra le associazioni di consumatori ,
il Consiglio di Bacino Veronese, Acque Veronesi e AGS
stessa: si tratta di uno dei primi accordi a livello nazionale sul
monitoraggio dei servizi idrici integrati, in applicazione della
normativa di cui all’art. 2, comma 461 L. 24/12/2007. Notizie,
queste riportate, che supportano l’ambizioso obiettivo di
incoronare il Garda tra i patrimoni mondiali Unesco: tre
regioni, tre province, diverse comunità montane, decine di
comuni corrono insieme e l’ufficializzazione dell’iter è giunta
all’inizio dell’anno dal presidente della Comunità del Garda,
Giorgio Passionelli, sindaco di Torri del Benaco.
FEBBRAIO 2014
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IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | LA CURA DEL GARDA
Nel 2011 alcuni siti archeologici palafitticoli del lago hanno
già ricevuto l’importante riconoscimento ed ora si punta a
totalizzarlo. Le sinergie di cui sopra, dunque, corroborano
l’impegno a tutelare il comprensorio già localmente, prima
di avere “benedizioni” internazionali. Il Consiglio Regionale
Lombardo ha nominato ufficialmente come partner unico
della regione la Comunità del Garda, in vista di Expo 2015
ma anche per il Patrimonio Unesco; c’è la precedente analoga
deliberazione veneta, manca ora solo quella del Trentino per
portare avanti la candidatura.
I SITI PALAFITTICOLI
Svizzera Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia ospitano
i 111 siti palafitticoli più famosi tra i 1000 siti noti; essi
constano di resti di insediamenti preistorici ubicati sulle rive
di laghi o di fiumi, databili dal 5000 al 500 a.C. e in eccellente
stato di conservazione dei materiali organici.
Le 19 aree archeologiche sul territorio italiano sono dislocate
in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e
Trentino Alto Adige e rientrano nel progetto “Siti palafitticoli
preistorici delle Alpi”.
Questo l’elenco completo:
Palù di Livenza - Santissima (Caneva/Polcenigo - PN)
Lavagnone (Desenzano del Garda/Lonato del Garda - BS)
San Sivino, Gabbiano (Manerba del Garda - BS)
Lugana Vecchia (Sirmione)
West Garda, La Fabbrica (Padenghe sul Garda - BS)
Lucone (Polpenazze del Garda - BS)
Lagazzi del Vho (Piadena - CR)
Bande - Corte Carpani (Cavriana - MN)
Castellaro Lagusello - Fondo Tacoli (Monzambano - MN)
Isolino Virginia - Camilla - Isola di San Biagio (Biandronno - VA)
Bodio centrale o delle Monete (Bodio Lomnago - VA)
Lagozza (Besnate - VA)
Il Sabbione o Settentrionale (Cadrezzate - VA)
La Maraschina-Tafella (Sirmione - BS, Peschiera del Garda - VR)
VI.I - Emissario (Viverone - BI, Azeglio - TO)
Mercurago (Arona - NO)
Molina di Ledro (Molina di Ledro - TN)
Fiavé - Lago Carera (Fiavé - TN)
Bor di Pacengo (Lazise - VR)
La Quercia (Lazise - VR)
Dossetto (Nogara - VR)
Belvedere (Peschiera del Garda - VR)
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FEBBRAIO 2014
Frassino (Peschiera del Garda - VR)
Tombola (Cerea - VR)
Laghetto della Costa (Arquà Petrarca - PD)
Il sito di località Belvedere si estende su 30.000 mq. e, stando
alle analisi dei legni e dei materiali ritrovati, dovrebbe essere
il più grande e il più antico del Garda, abitato in tutte e tre
le Età del Bronzo. Tra i reperti reperiti in 12 anni di lavoro
archeosubacqueo, una piccola ciotola contenente alcuni semi
di corniolo e una spiga fossilizzata. ». Importante per la qualità
del materiale ceramico scoperto è invece il sito del laghetto del
Frassino: essendo una torbiera, un lago chiuso e senza moto
ondoso, gli oggetti sono stati rinvenuti in eccellente stato. Sul
lago di Ledro si può visitare il museo delle palafitte: oggetti
di vita quotidiana risalenti a 4000 anni fa sono esposti, sullo
sfondo dei resti dell’antico villaggio palafitticolo, a ricostruire
la vita durante l’Età del Bronzo; sono stati rinvenuti addirittura
resti di pasto sul fondo di alcuni recipienti, a raccontare le
abitudini alimentari dei nostri avi: con tutta probabilità, si
nutrivano soprattutto di pappe semidense trattate al fuoco,
e composte di verdure e cereali; la farina di cereali veniva
mescolata con acqua e impastata per farne delle pagnottelle
lievitate. Un modo semplice per cuocerle poteva essere quello
di avvolgere l'impasto su ciottoli di fiume arroventati (questa
tecnica di cottura indiretta è ancora in uso presso alcuni popoli
primitivi). Il villaggio sorge nel prato antistante il museo; una
piattaforma lignea a sbalzo sull’alveo del torrente Ponale
sostiene le capanne, due di dimensioni contenute (3x6m), una
più grande (5x8m). I criteri costruttivi ricalcano quelli utilizzati
in siti analoghi (es. Unterhuldingen, sul lago di Costanza).
Alessandra Moro
IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | LA RIFORMA DEL CONDOMINIO
LA RIFORMA DEL CONDOMINIO E GLI
IMPIANTI INDIVIDUALI: TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE
Con la Riforma del condominio, il singolo ha il diritto di
posizionare sulle parti comuni dell’edificio il proprio impianto
di riproduzione di energia rinnovabile nonché di ricezione radio-televisiva, di qualunque tipologia.
La norma che determina questa facoltà è l’art. 1122 bis c.c.
Questa si affianca ad altre disposizioni il cui intento è tutelare la posizione del singolo condomino, nel rispetto della
coesistenza di altri immobili all’interno di una struttura condominiale. Ad esempio l’art. 1122 c.c., permette al condomino
di eseguire interventi nel suo alloggio e nelle parti comuni
destinate al suo uso individuale: sono possibili tutti gli interventi che non portano danno alle parti comuni, purché vi sia il
rispetto della sicurezza, della stabilità e del decoro architettonico dell’edificio.
Tornando alla norma in esame, i primi due commi trattano in
modo indipendente gli impianti radiotelevisivi e quelli relativi
alle fonti di energia rinnovabili per poi avere una disciplina
unitaria nelle disposizioni successive.
Gli impianti tv non centralizzati sono disciplinati dal legislatore per il loro corpo centrale e per tutta la loro diramazione nella struttura dell’edificio condominiale sino ad arrivare
all’utenza, cioè all’interno del singolo alloggio a cui servono.
Essi possono essere installati e collocati dove creano minor
fastidio all’edificio. La norma permette la loro creazione a tutto campo, in quanto prevede che essi siano realizzati in modo
da recare il minor pregiudizio alle parti comuni e alle unità
immobiliari di proprietà individuale.
Il legislatore utilizza il termine “pregiudizio” e non danno,
volendo far capire che il pregiudizio deve essere minimo per
l’edificio. Poiché si esprime in termini di “minor pregiudizio”,
sembra prevalere l’interesse del singolo all’impianto TV: verificati i luoghi dove eseguire l’intervento e dove collocare
le diramazioni, l’impianto può essere realizzato anche se c’è
pregiudizio se il condomino al cui favore vi è l’impianto dimostra che ricorre “il minor pregiudizio”. Trattandosi di minor
pregiudizio, la comparazione dei possibili luoghi dove poter
posizionare l’impianto porta come risultato la sua installazione e la sua diramazione dove la complessiva struttura crea
meno fastidio alle parti comuni del condominio e/o agli alloggi degli altri condomini.
Una perizia tecnica che dimostra questa comparazione e che
espone il progetto in termini di minor invasività, stando al
rigore letterale della norma, rende lecita tutta la struttura
dell’impianto. L’unico limite che deve essere rispettato è il
decoro architettonico. Il decoro architettonico deve essere
sempre garantito: la sua tutela è “in ogni caso” ma anche in
via preventiva, dovendo esserne “preservato” il valore.
Se quindi l’impianto dovesse essere collocato all’esterno del
condominio, l’elaborato tecnico deve evidenziare, ad esempio, che la sua collocazione non lede l’armonia della facciata
dello stabile. In questo modo il servizio non centralizzato tv
può essere realizzato dal singolo senza che vi possa essere
una legittima opposizione da parte degli altri abitanti dell’edificio.
Vediamo ora la seconda tipologia di impianti individuali. Essi sono quelli di riproduzione di fonti di energia rinnovabili.
Per questi non è previsto alcun limite, neppure in termini di
pregiudizio: l’installazione può essere eseguita in qualunque luogo comune dello stabile, purché idoneo. La norma si
esprime in termini di “superficie” idonea, come se l’impianto
non dovesse essere collocato al di sotto del piano ma semplicemente appoggiato. E’ chiaro che il termine è utilizzato
per specificare che il luogo condominiale deve essere tale da
contenere l’impianto. Si può trattare del lastrico solare o di un
qualunque altro bene comune.
Secondo il testo della norma in esame (secondo comma art.
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IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | LA RIFORMA DEL CONDOMINIO
1122bis c.c.) non è concessa la costruzione di questi servizi
individuali sulla singola proprietà di altri condomini. Se così
fosse, vi sarebbe la lesione del diritto di proprietà come definito in termini generali dall’art. 832 c.c.
Come accennato, dal terzo comma in avanti la disciplina è
unitaria per entrambi gli impianti. Ciò significa che, ove si rendano opportune modificazioni delle parti comuni, l’interessato
ne deve dare comunicazione all’amministratore, indicando il
contenuto specifico nonché le modalità di esecuzione degli
interventi.
La comunicazione del condomino deve indicare il “contenuto
specifico” degli interventi che vuole attuare: deve specificare
i termini concreti dell’intervento, compresa l’estensione dei
lavori sui beni condominiali. Presumendo che il condomino
non è un tecnico professionista, questa comunicazione deve
essere accompagnata da una relazione tecnica che evidenzi
quanto prescritto dalla norma.
L’avviso del condomino è al fine di permettere all’amministratore e all’assemblea di evidenziare all’interessato un eventuale intervento sostitutivo rispetto a quello preventivato e
presentato dall’interessato, di contenuto meno invasivo per le
parti condominiali coinvolte dall’intervento. Così può essere
anche per l’indicazione di un diverso luogo, dove posizionare
l’impianto.
La normativa prevede subito cosa può disporre la riunione di
condominio. Vi è un vuoto normativo, non essendo sancito alcun obbligo dell’amministratore di convocare appositamente
l’assemblea o di attendere di porre questo tema come argomento all’ordine del giorno della prima assemblea utile. A
parere di chi scrive, l’amministratore ha sempre e comunque
l’onere di convocare un’assemblea ad hoc se si considera che:
- l’intervento del singolo interessa le parti comuni dell’edificio
- queste subiscono una modifica in ragione del progetto del
condomino;
- parlando di beni comuni, la titolarità spetta all’assemblea,
trattandosi di sua specifica competenza;
- la riunione di condominio può indicare certe modalità di esecuzione, oltre a poter dettare particolari cautele per l’esecuzione dell’intervento.
E’ giocoforza quindi che il mandatario sia tenuto a chiamare la
riunione dell’edificio. Inoltre, poiché l’assemblea può dettare
modalità alternative, sarebbe opportuno che la stessa si svolga prima dell’inizio dei lavori. L’iter dovrebbe essere pertanto
il seguente:
- il singolo dà comunicazione all’amministratore degli inter-
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FEBBRAIO 2014
venti che intende eseguire e a cui conseguono la modificazioni delle parti comuni;
- alla predetta comunicazione allega la relazione peritale redatta dal professionista che espone “il contenuto specifico e
le modalità di esecuzione degli interventi” oltre che il minor
pregiudizio nel caso di impianti radiotelevisivi;
- l’amministratore, ricevute questa comunicazione e relativa
documentazione, convoca l’assemblea, evidenziando che i
lavori saranno eseguiti come da perizia – e da comunicazionea sue mani, liberamente consultabile e visionabile da tutti i
condomini presso il suo ufficio in vista dell’indetta assemblea.
La riunione, per poter dettare le regole alternative, deve
deliberare con le maggioranze prescritte dal quinto comma
dell’art. 1136 c.c. cioè a maggioranza degli intervenuti che
rappresentino almeno i 2/3 del valore dell’edificio. Questo
quorum deve essere rispettato anche in seconda convocazione. Ci si domanda perchè occorre una maggioranza così alta,
vista la necessità di tutela dell’interesse della collettività a
fronte di un interesse di un singolo condominio: pare avere
prevalenza l’interesse del singolo rispetto a quello del condominio.
Potrebbe risultare difficile che l’assemblea raggiunga la maggioranza qualificata qui prescritta, anche in caso di seconda
convocazione, interrogandoci sul valore che deve essere attribuito alla conseguente mancata deliberazione. Si tratta
di una deliberazione c.d. negativa, dove l’argomento non è
stato deciso in alcun modo in quanto i voti espressi, sia in
senso favorevole, sia in senso contrario, non sono stati tali
da raggiungere i 2/3 del valore dell’edificio. Si dovrebbe forse
concludere che il singolo può installare l’impianto secondo le
modalità da lui indicate - nella comunicazione e nella relativa
perizia - all’amministratore.
Se si raggiunge il quorum necessario per deliberare, “L’assemblea può prescrivere... adeguate modalità alternative di
esecuzione o imporre cautele... . A stretto rigore, il termine
possibilità non si qualifica quale necessaria autorizzazione
assembleare. Questa conclusione, a parere di chi scrive, non
pare corretta. Se si intendesse quale semplice presa d’atto da
parte del condominio, si avrebbe un’illecita possibile invasione dei beni condominiali da parte del singolo andando contro
il principio di prevalenza della destinazione dei beni e servizi
comuni rispetto agli interessi del singolo. In questo senso può
venire in aiuto l’ultimo comma della norma, dove dispone che
“Non sono soggetti ad autorizzazione gli impianti destinati alle singole unità abitative.”
IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | LA RIFORMA DEL CONDOMINIO
Qui si parla correttamente di autorizzazione da parte del condominio. Se gli impianti sono realizzati nella sola struttura
immobiliare di chi è titolare dell’alloggio al cui servizio sono
questi impianti, non occorre l’autorizzazione dell’assemblea
del condominio. Non essendovi alcuna invasione nelle parti
collettive, il diritto di proprietà dell’alloggio permette al singolo di eseguire i lavori in piena libertà.
A contrariis, si deduce che occorre l’autorizzazione dell’assemblea di condominio nel caso in cui l’intervento del singolo
vada a toccare parti comuni del condominio. Il legislatore si
esprime in termini di autorizzazione assembleare, permettendo l’estensione di questa previsione anche - e soprattutto laddove l’impianto va a modificare le parti condominiali sulla
scorta del terzo comma della norma di cui sopra. Con ciò si
può concludere che l’assemblea, mentre detta le modalità
alternative dell’intervento, autorizza l’impianto nei termini
con cui la stessa assemblea indica che i lavori devono essere
eseguiti.
Ritornando al contenuto della deliberazione, le modalità alternative che possono essere autorizzate dalla riunione di condominio devono, secondo la Novella, essere “adeguate”. Non
è dato comprendere il relativo termine di riferimento: l’adeguatezza può essere letta sia a tutela dell’interesse della collettività sia -e al pari- dell’interesse del singolo che intende
realizzare l’intervento. La previsione di cautele significa che
gli interventi non devono creare pregiudizio all’edificio sotto
i profili della sicurezza, della stabilità o del decoro architettonico. Mentre i primi due parametri sono di facile comprensione, con l’indicazione del decoro architettonico si intende il
complesso armonico della struttura dell’edificio e delle sue
parti. Si tratta dell’estetica del fabbricato data dall’insieme
delle linee e delle strutture che connotano lo stabile stesso
e gli imprimono una determinata, armonica fisionomia ed una
specifica identità.
Per quanto riguarda la sola installazione degli impianti di fonti
rinnovabili, l’assemblea “provvede a richiesta degli interessati, a ripartire l’uso del lastrico solare e delle altre superfici
comuni, salvaguardando le diverse forme di utilizzo previste
dal regolamento di condominio o comunque in atto.” Poiché la
norma si esprime sempre in termini di comunicazione del singolo condomino, si ritiene che la locuzione “a richiesta degli
interessati” contempli in sé anche il caso di un solo condomino interessato agli impianti in questione o alla ripartizione del
luogo comune deputato a contenere più impianti individuali,
se due o più condomini presentano la medesima richiesta.
La decisione del condominio deve salvaguardare le clausole del regolamento, ove vi siano, che hanno come oggetto
le “diverse forme di utilizzo” delle superfici comuni coinvol-
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IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | LA RIFORMA DEL CONDOMINIO
te dagli interventi in esame, siano il lastrico solare o altro
luogo idoneo. Questa formulazione è interpretabile nel senso
che lo spazio del lastrico solare (o di altro bene comune) deve permettere l’installazione di tanti impianti quanti sono i
singoli condomini, alla luce del principio del pari uso del bene ex art. 1102 c.c., o comunque deve rispettare la specifica
destinazione della superficie che è stata alla stessa impressa
dal regolamento di condominio. Si ricorda a questo proposito
che la clausola del regolamento in termini di godimento di un
bene comune non richiede l’unanimità dei consensi, potendo essere assunta anche con il sistema maggioritario. Sotto
questo profilo, non vi è alcuna distinzione tra regolamento assembleare e quello contrattuale, diversamente dal caso in cui
viene attribuito il diritto di proprietà o altro diritto reale a un
singolo condomino di un certo bene che altrimenti ricadrebbe
nella comunione condominiale. In quest’ultimo caso, la relativa disciplina può essere contenuta solo nel regolamento
contrattuale. La locuzione finale non pare essere felice: non
si comprende cosa debba essere inteso con l’indicazione che
devono essere rispettate le diverse forme di utilizzazione del
bene “comunque in atto”. Questa indicazione mostra il fianco
al possibile riconoscimento di una situazione di fatto di un
certo uso da parte dei condomini –tutti o alcuni di essi- del
bene comune di riferimento. Si ritiene più corretto ritenere
che, con questa specificazione, il legislatore voglia intendere il rispetto della destinazione, anche potenziale, del bene
comune. Occorre ricordare il pari uso potenziale spettante in
capo ai singoli condomini ex art. 1102 c.c.: il singolo impianto
non può ostacolare o limitare l’altrui uso del bene comune,
secondo la sua specifica destinazione, anche se al momento della realizzazione dell’impianto gli altri condomini non lo
stanno materialmente usando o godendo.
La norma prosegue disponendo che “L’assemblea, con la medesima maggioranza, può altresì subordinare l’esecuzione
alla prestazione, da parte dell’interessato, di idonea garanzia per i danni eventuali.” La prestazione della garanzia per
gli eventuali danni ha natura di deposito cauzionale di una
somma di denaro. Nel caso in cui i danni paventati non si
verifichino, la garanzia viene meno e il condominio ha l’obbligo di restituirne l’importo. La garanzia pare avere natura
aggiuntiva e non alternativa alle altre misure che l’assemblea
può indicare. Si ritiene più corretto considerarla tale in quanto
la norma sancisce “altresì” la sua eventuale prescrizione da
parte del condominio. La norma sancisce, anche per questa
parte, che la deliberazione deve essere presa a maggioranza
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FEBBRAIO 2014
degli intervenuti alla riunione rappresentanti almeno i 2/3 dei
partecipanti al condominio, quindi negli stessi termini delle
indicazioni delle modalità alternative di cui sopra. Anche qui
ci si domanda perchè occorre una maggioranza così alta, vista
la necessità di tutela dell’interesse della collettività a fronte
di un interesse di un singolo condomino. Non solo. Poiché si
tratta di una formula di tutela dell’edificio da eventuali danni
che potrebbero derivare a causa dell’intervento del singolo, a
rigore di logica sarebbe stato più corretto prescrivere le ordinarie maggioranze dell’assemblea di prima e seconda convocazione.
Se l’assemblea, convocata per i temi in questione, non ritiene
di dover richiedere le cautele previste dalla norma, non avendo da prescrivere alcunché al riguardo? Poiché la delibera ha
natura di autorizzazione – per le osservazioni sopra formulate
– occorre che il verbale riporti che l’assemblea è stata convocata in ragione della comunicazione ricevuta dall’amministratore con cui il singolo ha esposto – allegando la perizia
tecnica - le modalità di installazione dell’impianto, sia esso
di radiodiffusione o di fonti rinnovabili. Nel verbale bisogna
anche curare la parte concernente il deliberato condominiale, indicando che l’assemblea non ha nulla da evidenziare al
riguardo, “autorizzando” la realizzazione del singolo impianto
come da comunicazione e documentazione prodotta dal condomino.
Questa verbalizzazione assume natura necessaria se si considera che:
- la riunione di condominio è stata convocata affinché la stessa procedesse a prenderne atto o -meglio- a autorizzare l’impianto;
- la riunione è stata chiamata affinché possa indicare le modalità alternative a cui il singolo è obbligato a attenersi se vuole
realizzare l’impianto, richiedendo, se del caso, la prestazione
della garanzia per gli eventuali danni.
Se così non fosse, gli interventi del singolo sarebbero sempre
esposti al possibile rischio di azioni giudiziarie, non avendo
ottenuto alcun riscontro dall’assemblea, non essendovene
traccia nel verbale della riunione.
Ove la riunione non prescrive alcuna diversa modalità di realizzazione dell’impianto, la deliberazione si qualifica come autorizzazione tout court di quanto indicato dalla comunicazione
– e relativa perizia - inviata dal singolo.
Matteo Xamo
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Il futuro ci porta sempre più
verso un’edilizia sostenibile,
con un approccio più rispettoso
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tutelare il nostro ambiente.
Questo ci chiedono i tempi, questo
ci chiede la realtà che ci circonda.
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IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | ECONEWS
ECONEWS
La National Recycling Coalition americana ha compilato la
TOP TEN DEGLI ELEMENTI RICICLABILI:
#1: Alluminio. Le lattine sono riciclabili al 100% e più volte,
in modo da risparmiare il 95% di energia ad ogni riutilizzo.
#2: PET Bottiglie di plastica. Più di altri tipi di plastica,
questa è diffusa e facile da riciclare.
#3: Giornali.
#4: Cartone ondulato. Rapresenta una percentuale assai
significativa nella mole di rifiuti solidi commerciali; nel 1996
gli USA ne hanno prodotto 29 milioni di tonnellate, di cui
circa il 90% proveniente da aziende e attività commerciali,
comunque non da residenze.
#5: Lattine in acciaio. Come l’alluminio, l’acciaio può essere
riciclato più volte, senza comprometterne la qualità. Utili
informazioni sul sito dello Steel Recycling Institute.
#6: HDPE Bottiglie di plastica (HDPE sta per polietilene
ad alta densità, high-density polyethylene, una plastica di
uso comune e particolarmente consistente, vedi flaconi di
detersivi, candeggina, etc.) Il numero accanto al simbolo
indica il tipo di riciclo: 1 e 2 quasi ovunque, da 3 a 7 in aree
o contenitori specifici e i flaconi vanno gettati puliti, per non
contaminare il processo di riutilizzo.
#7: Contenitori in vetro. Il riciclo del vetro fa risparmiare
il 50% di energia rispetto alla creazione di nuovo vetro. E
inquina il 20% in meno l’aria, il 50% in meno l’acqua.
#8: Riviste e carta. Qui siamo al 60% di energia risparmiata,
rispetto all’uso di carta nuova, e al 95% di inquinamento in
meno nell’aria. E riciclare una tonnellata di carta salva 17
alberi.
#10: Computers. Questi si possono riciclare in vari modi, a
seconda delle condizioni: se, sebbene vecchi, funzionanti,
sarebbe auspicabile donarli a qualche organizzazione no
profit; da rottamare, vanno indirizzati a centri di riciclo che li
suddividono per componenti.
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L’ARIA PIÙ PULITA DEGLI USA SI RESPIRA A…
L’American Lung Association (ALA) ha sentenziato “Cheyenne”, in Wyoming. E queste sono le città “a pieni polmoni”
sulla mappa mondiale della World Health Organization, che
ha stilato lo “Stato dell’Aria” 2013, sulla base dei parametri
di ozono e polveri sottili.
1.
Whitehorse, Yukon, Canada
2.
Santa Fe, New Mexico, USA
3.
Honolulu, Hawaii, USA
4.
Great Falls, Montana, USA
5.
Calgary, Alberta, Canada
6.
Ottawa, Ontario, Canada
7.
Helsinki, Finlandia
8.
Stoccolma, Svezia
9.
Zurigo, Svizzera
10.
Tailinn, Estonia
Una ricerca italiana della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa
e una ricerca americana dell'Illinois Sustainable Technology
Center hanno trovato NUOVI MODI PER PRODURRE
ENERGIA: dalla pianta della canna comune e dal riciclo
dei sacchetti di plastica. La canna domestica (Arundo donax),
pianta erbacea perenne e dal fusto lungo, cavo e robusto, è
indicata per la produzione di biogas nell'area mediterranea
perché è una specie poliennale, produttiva fino a 10-15 anni;
forma dense macchie in terreni umidi, lungo gli argini di fiumi
e stagni, ma anche a margine di campi coltivati e sulle dune
sabbiose, vicino al mare. Il carburante che si ottiene, secondo i ricercatori pisani si potrebbe utilizzare sia al posto dei
combustibili fossili per produrre elettricità e calore, sia come
biocarburante per la rete dei trasporti, per il contenuto in biometano (vedi rivista scientifica “Bioresource Technology”, G.
IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | ECONEWS
biocarburante per la rete dei trasporti, per il contenuto in biometano (vedi rivista scientifica “Bioresource Technology”, G.
Ragaglini 152: 107-115). Il biogas è una filiera delle cosiddette
“bioenergie” in crescente espansione tanto che in Italia, nel
2012, sono stati censiti 994 impianti per una potenza elettrica installata pari a 756 MWe, con un incremento rispetto
al 2011 del 95%. I ricercatori del Land Lab sotto la guida di
Enrico Bonari – in particolare Giorgio Ragaglini, Nicoletta Di Nasso, Cristiano Tozzini, Elisa Pellegrino, Federico Triana, Federico Dragoni, Neri Roncucci, Elisa
Corneli - studiano da anni le possibili biomasse utilizzabili
per produrre energia elettrica, termica e biocarburanti, ma il
problema centrale resta in ogni caso la necessità di incrementare la sostenibilità delle filiere, in linea con gli obiettivi della
Commissione europea ribaditi anche nel recente “pacchetto
clima”, che prevede di ridurre del 40% l'emissione di gas serra e di raggiungere la quota del 27% di energia prodotta da
fonti rinnovabili, entro il 2030. In Illinois invece hanno provato
che i comuni rifiuti in plastica possono essere trasformati in
diesel, gas naturale e altri prodotti utili come fonte di energia.
Brajendra Kumar Sharma, autore dello studio pubblicato dal
“Fuel Processing Technology”, dalla distillazione dei sacchetti
di plastica - costituiti da petrolio - si può recuperare quasi
l'80% di combustibile, a fronte del 50-55% ottenibile dalla
distillazione del greggio.
Alessandra Moro
FEBBRAIO 2014
17
IL GEOMETRA VERONESE
STATISTICHE | INDENNITÀ DI ESPROPRIO 2014
COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA DETERMINAZIONE
DELL’INDENNITÀ DI ESPROPRIO DI VERONA
VALORI AGRICOLI DEI TERRENI PER TIPO DI COLTURA E PER REGIONE AGRARIA DELLA PROVINCIA
DI VERONA ELABORATI CON RIFERIMENTO ALL'ANNO 2013 E AVENTI VALIDITA' PER L'ANNO 2014.
VALORI PER HA X 1000 (tasso di conversione 1 Euro = 1936,27 lire)
COLTURA
R.A.1
R.A.2
R.A.3
R.A.4
R.A.5
R.A.6
R.A.7
R.A.8
R.A.9
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
Euro
SEMINATIVO
27,55
27,55
48,62
39,88
39,88
71,42
53,77
50,14
50,14
SEMINATIVO IRRIGUO (5) (6)
37,88
37,88
66,29
58,43
58,43
81,86
77,86
53,88
53,88
PRATO
26,17
26,17
47,73
34,47
34,47
52,97
43,33
40,41
40,41
PRATO IRRIGUO
33,06
32,82
62,76
53,92
61,87
68,23
76,23
47,89
47,89
PRATO MARCITA
ORTO A PIENO CAMPO (1)
64,36
46,14
46,14
78,66
74,25
75,14
106,74
76,23
76,23
61,86
VIGNETO (7)
55,06
55,06
108,72
103,42
104,30
99,79
77,05
VIGNETO D.O.C. (7)
119,08
119,08
152,84
184,74
184,74
175,45
121,98
FRUTTETO IRRIGUO (2)
74,38
74,38
7,57
61,86
121,98
95,47
95,47
95,47
109,25
101,03
94,28
94,28
63,64
63,64
63,64
76,33
68,85
68,85
68,85
7,57
9,71
9,71
9,71
9,63
8,82
8,22
8,22
9,71
9,63
8,82
8,22
8,22
FRUTTETO MEDIA INTENSITA'
PASCOLO
76,23
BOSCO CEDUO
7,57
7,57
10,61
9,71
BOSCO DI ALTO FUSTO
13,78
13,78
19,45
18,57
17,66
INCOLTO PRODUTTIVO
14,47
14,47
25,64
22,98
23,86
29,70
26,48
26,48
26,48
INCOLTO IMPRODUTTIVO 3)
7,57
7,57
9,71
9,71
9,71
11,23
9,63
9,63
9,63
VIVAIO (4)
55,11
55,11
81,32
81,32
81,32
98,72
76,23
CANNETO
OLIVETO
65,42
CASTAGNETO
18,59
PIOPPETO
18,59
83,96
83,96
83,96
76,23
76,23
25,64
23,86
23,86
23,28
21,67
60,19
52,38
57,46
76,23
76,23
15,24
15,24
52,38
52,38
GELSETO
ANNOTAZIONI
(1) Si intende per coltura orticola la coltivazione di ortaggi, fragole, fiori, etc, non protetti. In presenza di coltura di asparago si
applica la maggiorazione del 10%.
(2) In presenza di impianto di actinidia intensivo, si applica la maggiorazione del 30%.
(3) Terreno sterile o comunque di fertilità tanto limitata da non essere suscettibile di conveniente coltivazione.
(4) Valore del terreno con esclusione delle colture in atto.
(5) In presenza di risaia si applica un aumento del 20%.
(6) In presenza di coltivazioni biologiche certificate i valori vengono aumentati del 20%.
(7) Il valore del vigneto semplice e D.O.C. ricadente nei comuni di Brentino Belluno e Dolcè è equiparato alla R.A. 3.
18
FEBBRAIO 2014
IL GEOMETRA VERONESE
STATISTICHE | INDENNITÀ DI ESPROPRIO 2014
REGIONI AGRARIE
- R.A. 1 (Montagna del Benaco Orientale):
Brentino Belluno - Brenzone - Caprino V.se Ferrara di Monte Baldo - Malcesine - San Zeno di
Montagna.
- R.A. 2 (Monti Lessini):
Badia Calavena - Bosco Chiesanuova - Dolcè Erbezzo - Roverè Veronese - San Mauro di Saline
- Sant’Anna D’Alfaedo - Selva di Progno - Velo
Veronese - Vestenanova.
- R.A. 3 (Morenica Nord Orientale Benaco):
Affi - Bardolino - Castelnuovo del Garda - Cavaion
Veronese - Costermano - Garda - Lazise Pastrengo - Peschiera del Garda - Rivoli Veronese
- Sona - Torri del Benaco.
- R.A. 4 (Colline Valpolicella):
Cerro Veronese - Fumane - Grezzana - Marano
di Valpolicella - Negrar - Sant’Ambrogio di
Valpolicella.
- R.A. 5 (Colline Progno Alpone):
Cazzano di Tramigna - Illasi - Mezzane Montecchia di Crosara - Monteforte D’Alpone S.Giovanni Ilarione - Roncà - Soave - Tregnago.
- R.A. 6 (Pianura Veronese):
Bussolengo - Buttapietra - Castel D’Azzano Mozzecane - Palù - Pescantina - Povegliano
Veronese - San Giovanni Lupatoto - San
Martino Buon Albergo - San Pietro Incariano Sommacampagna - Valeggio sul Mincio - VERONA
- Vigasio- Villafranca di Verona - Zevio.
- R.A. 7 (Pianura Veronese Alpone Guà):
Albaredo d’Adige - Arcole - Belfiore - Caldiero
- Cologna Veneta - Colognola ai Colli - Lavagno
- Pressana - Roveredo di Guà - San Bonifacio Veronella - Zimella.
- R.A. 8 (Pianura Veronese del Tartaro):
Bovolone - Erbè - Isola della Scala - Isola Rizza
- Nogara - Nogarole Rocca - Oppeano - Ronco
all’Adige - Salizzole - Sorgà - Trevenzuolo.
- R.A. 9 (Pianura di Legnago):
Angiari - Bevilacqua - Bonavigo - Boschi Sant’Anna
- Casaleone - Castagnaro - Cerea - Concamarise
- Gazzo V.se - Legnago - Minerbe - Roverchiara
- Sanguinetto - San Pietro di Morubio - Terrazzo Villabartolomea.
Il Presidente della Commissione Provinciale di Verona
per la determinazione dell’indennità di esproprio
Presidente Consiglio Provinciale di Verona - Antonio Pastorello
La presente tabella è anche disponibile sul sito della Provincia al seguente indirizzo:
http://portale.provincia.vr.it/uffici/uffici/7/701/7001/?searchterm=espropri?searchterm=espropri
Si precisa che la Corte Costituzionale con sentenza n. 181 del 2011 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 40, commi 2 e 3, del testo unico
delle espropriazioni (D.P.R. 327/2001), non ritenendo potersi utilizzare i VAM, ovvero un criterio astratto, per l’individuazione della congrua indennità di
esproprio, che deve invece essere legata al valore venale del bene, come meglio precisato nelle motivazioni della sentenza stessa. Con questo non
risultano però abrogati i VAM, che sembrano potersi ancora applicare come criterio per la determinazione dell’ulteriore indennità aggiuntiva spettante
a chi coltiva direttamente il fondo (art. 37 c. 9, 40 c.4 e 42) - Mauro Michelone - Provincia di Verona - U.O. Espropri e delegati
FEBBRAIO 2014
19
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IL GEOMETRA VERONESE
FATTI E NOTIZIE | SPORT NEWS
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E’ una novità mondiale e Verona è tra le città selezionate per
ospitarla: Wings for Life World Run è una gara di corsa mai
vista prima in alcun settore sportivo, una avventura globale
vera e propria, articolata in oltre quaranta percorsi, nei quali
ciascun partecipante corre in contemporanea al resto del
mondo. Cinque continenti, differenti condizioni climatiche,
meteorologiche, di luce e di terreno… ma ovunque si correrà
il 4 maggio, con start alle 10. La catcher car ufficiale partirà
in ogni location dopo mezz'ora dal segnale di partenza e
manterrà una velocità costante che aumenterà gradualmente
in punti prestabiliti contemporaneamente nel mondo. Il
numero dei concorrenti conterrà un tag che si attiverà sulla
linea di partenza e si disattiverà nel momento in cui esso verrà
superato dalla catcher car ufficiale. Tutti i progressi fatti da
ciascun concorrente verranno gestiti da un sistema centrale.
Il tag servirà per poter seguire un proprio amico o un proprio
parente durante la corsa e controllare che egli sia ancora in
gara. Partecipazione aperta a chiunque sia in possesso di
certificato medico di idoneità sportiva e abbia compiuto 18
anni; presente anche la categoria sedia a rotelle.
La corsa unirà corridori da tutto il mondo in un unica gara,
per correre per chi non può: tutto il ricavato incassi andrà alla
fondazione Wings for Life, che finanzia la ricerca sulle
lesioni al midollo spinale.
Siamo un Collegio dinamico sotto tutti i punti di vista; Wings
for Life è un’iniziativa che ci permette di confermarlo e questi
sono tre buoni motivi per partecipare insieme:
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fondazione Wings for Life, che finanzia la ricerca sulle lesioni
Iscrizioni: costo 40 euro, form di registrazione online;
termine ultimo per la registrazione sarà il 20 aprile 2014 alle
12. Per pagare con bonifico bancario è necessario completare
la registrazione entro il 4 aprile alle 12.
Percorso veronese: ogni runner dovrà ritirare personalmente
il Kit Gara, senza eccezioni: nessuno potrà ritirare il numero
di gara per un amico o un parente. Il ritiro avverrà al Centro
Fiere di Verona, ogni pacchetto conterrà il numero di gara ed il
Timing Chip. Per rendere la distribuzione più semplice e rapida
per tutti si chiede di portare la conferma di registrazione e la
carta d'identità.
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info sul tracciato su www.runtastic.com
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GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI LIBERI PROFESSIONISTI PER CATEGORIE
Il Collegio dei Geometri e Geometri laureati della Provincia di
Pisa, unitamente alla A.S. Geosport, ha organizzato per il 23
marzo 2014 il “VI Campionato Nazionale Geometri Liberi
Professionisti” per categorie nell’ambito della Granfondo Città
di Pisa, su un percorso medio di km. 102,80. Tre le categorie di
partecipanti, suddivise in base all’età:
- categoria “A” fino a 39 anni
- categoria “B” da 40 a 49 anni
- categoria “C” oltre 50 anni
Per ciascuna categoria premi ai primi tre classificati, con un
premio speciale al Collegio più lontano partecipante.
Geosport è associazione senza fini di lucro, costituita col
patrocinio del CNG.
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FEBBRAIO 2014
21
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IL GEOMETRA VERONESE
CULTURA E TERRITORIO | I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
1914-2014: NELL’ANNIVERSARIO, UN PROGETTO
ITALIANO PER RECUPERARE LUOGHI E RICORDI
ATTRAVERSO ITINERARI COMMEMORATIVI
Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia:
per il centenario dello scoppio della prima guerra mondiale,
1914-2014, il governo italiano ha varato un progetto di
recupero dei luoghi dove si svolse il tragico conflitto,
disseminati in queste regioni. Itinerari alla riscoperta storica
di monumenti, cimiteri, ossari, musei, edifici e fortini, antichi
sentieri militari e trincee oggi trasformati in passeggiate di
pace: è un’iniziativa culturale e naturalistica che coinvolge
Redipuglia
comunità montane, città, istituzioni museali e fondazioni
legate alla Grande Guerra, nel recupero della memoria
collettiva e nella valorizzazione del territorio.
Noto il fatto che accese la miccia: l’attentato all’erede al trono
dell'impero d'Austria-Ungheria, Francesco Ferdinando, che si
trovava assieme alla moglie Sofia duchessa di Hohenberg in
visita a Sarajevo, il 28 giugno 1914. La morte dell'Arciduca
e della consorte segnò il culmine della tensione tra l'impero
asburgico e la Serbia, paese che, sotto l’egida russa, era
individuato come capofila degli slavi meridionali (come
spiega Luciano Canfora in "1914", Sellerio, Palermo, 2006).
L'Austria-Ungheria inviò un ultimatum che venne respinto e
il 28 luglio l'imperatore Francesco Giuseppe dichiarò guerra
contro la Serbia ed il Montenegro, innescando una reazione
a catena: secondo un accordo di intesa, la Russia il 31 luglio
scese a fianco della Serbia, la Germania il primo agosto si
schierò contro la Russia, la Francia si espose come alleata
russa e fu attaccata a sua volta dalla Germania, passando
dal Belgio e anche la Gran Bretagna scese in campo. Triplice
Intesa (Russia, Francia, Gran Bretagna) contro Triplice
Alleanza (Austria-Ungheria, Germania e Regno d'Italia).
Già, l’Italia: inizialmente mantenne neutralità, ma nel maggio
1915 prevalse l’interventismo e il giorno 23 Vittorio Emanuele III
FEBBRAIO 2014
23
IL GEOMETRA VERONESE
CULTURA E TERRITORIO | I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
inviò all'ambasciatore italiano a Vienna la dichiarazione
di guerra, che si tradusse in un'avanzata timorosa, lenta,
strategicamente vacillante, aggravata da equipaggiamenti
scadenti e comunicazioni male organizzate fra reparti. Nel
solo primo mese l'Italia perse circa 15.000 uomini, che al
termine – armistizio firmato a villa Giusti, nel padovano, il 3
novembre 1918, operazioni di guerra cessate il giorno dopo,
vedi famoso bollettino firmato generale Diaz – saranno oltre
600.000, senza contare dispersi e feriti e vittime civili.
Nel corso del 2014 sono previsti molti appuntamenti, eventi,
commemorazioni, dibattiti e inaugurazioni, così come
molteplici sono i percorsi organizzati per permettere di
conoscere meglio i siti protagonisti. Un esempio: unica zona
ad aver vissuto tutti i 41 mesi della guerra in prima linea fu
l'altopiano di Asiago, tra le Prealpi vicentine e le valli trentine;
vi si svolsero battaglie tra italiani ed austro–ungarici, tra cui
la Strafexpedition, l'offensiva più grande mai organizzata
dagli asburgici prima della dodicesima battaglia dell'Isonzo.
Alcuni scrittori, a quel tempo soldati, ne hanno descritto
l’esperienza, le persone e le gesta: da "Un anno sull'altopiano"
di Emilio Lussu («Sull'altipiano d'Asiago non era rimasta
anima viva. La popolazione dei Sette Comuni si riversava sulla
pianura, alla rinfusa, trascinando sui carri a buoi e sui muli,
vecchi, donne e bambini, e quel poco di masserizie che aveva
potuto salvare dalle case affrettatamente abbandonate al
nemico. I contadini allontanati dalla loro terra, erano come
naufraghi. Nessuno piangeva, ma i loro occhi guardavano
assenti. Era il convoglio del dolore. I carri, lenti, sembravano
un accompagnamento funebre») a Gadda, Monelli, Stuparich,
alle narrazioni di Ernest Hemingway che era dislocato come
autista di ambulanze («Vorrei essere seppellito sull'altopiano,
dove li abbiamo battuti, sul Grappa, sull'angolo morto di
qualsiasi pendio, crivellato di granate, purché mandino le
vacche a pascolare»), Robert Musil, Fritz Weber, Hugo von
24
FEBBRAIO 2014
Hofmannsthal, Mario Puccini, Attilio Frescura, Arnaldo
Fraccaroli, Norman Gladden, Giuseppe De Mori, Rudyard
Kipling, Vera Brittain e Franz Kafka.
Vera Britta in nacque nel 1893 nella contea dello
Staffordshire; studiò letteratura al Somerville College di
Oxford dove, attraverso il fratello Edward, conobbe il grande
amore della sua vita, Roland Leighton. Nell'estate del 1915
lasciò gli studi per arruolarsi come infermiera nella V.A.D.
(Voluntary Aid Detachment), durante la guerra che le portò via
sia Roland che Edward. Vera morì nel 1970 a Wimbledon e
per sua volontà le sue ceneri vennero disperse sulla tomba
del fratello, sull'altopiano di Asiago, poiché, come scrisse,
«per quasi 50 anni gran parte del mio cuore è rimasto in quel
cimitero del paese italiano».
IL GEOMETRA VERONESE
CULTURA E TERRITORIO | I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
Oggi, ad Asiago, si visita il sacrario sul colle di Leiten,
collegato al centro città dal monumentale viale degli Eroi,
fiancheggiato da grandi cipressi. Progettato dall'architetto
veneziano Orfeo Rossato come imponente monoblocco di
cemento e marmo della zona, sormontato da un arco alto
47 metri, venne completato nel 1936 e nel 1938 vi furono
traslate 54.286 salme provenienti dai cimiteri di guerra della
zona, 34.286 italiane (di cui 21.491 ignoti), le restanti 20.000
austro-ungariche (11.762 senza nome). Entrare in questo
luogo toglie il fiato: cala sul visitatore il peso immateriale
della memoria storica e umana, salme invisibili urlano nel
silenzio la tragedia vissuta e un senso di ossequio e rispetto
pervade l’animo, come trasportato in un’altra dimensione
spirituale. Emozionante la visita all’adiacente museo, che
raccoglie cimeli ritrovati sull’altopiano, frammenti di vite
negli oggetti di uso quotidiano; spicca la lettera del giovane
tenente Adolfo Ferrero, 30° reggimento Alpini, battaglione
Val Dora, alla vigilia della battaglia dell'Ortigara:
Cari genitori, scrivo questo foglio nella speranza che non vi
sia bisogno di farvelo pervenire. Non ne posso fare a meno. Il
pericolo è grave, imminente. Avrei rimorso se non dedicassi a
voi questi istanti di libertà, per darvi un ultimo saluto.
Voi sapete che odio la retorica... No, no, non è retorica quella
che sto facendo. Sento in me la vita che reclama la sua
parte di sole; sento le mie ore contate, presagisco una morte
gloriosa, ma orrenda.
Fra cinque ore qui sarà un inferno. Fremerà la terra, s’oscurerà
il cielo, una densa caligine coprirà ogni cosa e rombi e boati
risuoneranno fra questi monti, cupi come le esplosioni che in
questo istante medesimo sento in lontananza.
Il cielo si è fatto nuvoloso: piove. Vorrei dirvi tante cose...
tante.... ma Voi ve l’immaginate. Vi amo tutti, tutti.... Darei
un tesoro per potervi rivedere... Ma non posso... Il mio cieco
destino non vuole. Penso in queste ultime ore di calma
apparente, a te, Papà, a te, Mamma, che occupate il primo
posto nel mio cuore; a te, Beppe, fanciullo innocente, a te,
Nina... Che debbo dire? Mi manca la parola: un cozzar di idee,
una ridda di lieti e di tristi fantasmi, un presentimento atroce
mi tolgono l’espressione... No, No, non è paura. Io non ho
paura!
Mi sento commosso, pensando a Voi, a quanto lascio, ma so
di mostrarmi forte dinanzi ai miei soldati, calmo e sorridente.
Del resto anch’essi hanno un morale elevatissimo. Quando
riceverete questo scritto, fattovi recapitare da un’anima
buona, non piangete. Siate forti come avrò saputo esserlo io.
Un figlio morto in guerra non è mai morto. Il mio nome resti
scolpito nell’animo dei miei fratelli; il mio abito militare, la mia
fidata pistola (se vi verrà recapitata), gelosamente conservati,
stiano a testimonianza della mia fine gloriosa.
E se per ventura mi sarò guadagnata una medaglia, resti quella
a Giuseppe. O genitori, parlate, parlate, fra qualche anno,
quando saranno in grado di capirvi, ai miei fratellini, di me,
morto a vent’anni per la Patria. Parlate loro di me; sforzatevi di
risvegliare in loro il ricordo di me... Che è doloroso il pensiero
di venire dimenticato da essi... Fra dieci, vent’anni forse non
sapranno più d’avermi avuto fratello... A voi mi rivolgo.
Perdono, perdono vi chiedo, se vi ho fatto soffrire, se v’ho
dato dispiaceri. Credetelo, non fu per malizia, la mia inesperta
giovinezza vi ha fatto sopportare degli affanni: vi prego di
volermi perdonare... Spoglio di questa vita terrena andrò a
godere di quel bene che credo di essermi meritato.
A voi, Babbo e Mamma, un bacio, un bacio solo che dica tutto
il mo affetto.
A Beppe, a Nina un’altro ed un monito: ricordatevi di vostro
fratello. Sacra è la religione dei morti. Siate buoni. Il mio
spirito sarà con voi sempre.
A Voi lascio ogni mia sostanza. É poca cosa. Voglio però che
sia da Voi gelosamente conservata. A Mamma, a Papà lascio...
il mio affetto immenso. É il ricordo più stimabile che posso
loro lasciare. Alla zia Eugenia, il Crocefisso d’argento; al mio
zio Giulio, la mia Madonnina d’oro. La porterà certamente. La
mia divisa a Beppe, come le armi e le robe mie.
Il portafoglio (L. 100) lo lascio all’attendente.
Un bacio ardente d’affetto dal vostro aff.mo Adolfo
Il tenente cadde il giorno dopo e le sue spoglie riposano nel
sacrario. La lettera non fu mai recapitata: è stata ritrovata 41
anni dopo, in perfetto stato di conservazione, insieme alle
spoglie di un altro caduto, che si presume fosse l’attendente
FEBBRAIO 2014
25
IL GEOMETRA VERONESE
CULTURA E TERRITORIO | I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
a cui l’ufficiale aveva consegnato la missiva per la spedizione.
Fu decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare, laureato
ad honorem in Lettere e Filosofia.
E’ un elenco sterminato quello delle visite possibili: ne
suggeriamo alcune in territorio veneto e altre limitrofe,
lasciando poi ulteriore scelta attraverso la consultazione del
dettagliato sito ufficiale www.itinerarigrandeguerra.it.
Oltre che sul citato altopiano di Asiago, le tracce si ritrovano
dalle Dolomiti e il Cadore fino alla foce del Piave, passando
per il Montello, il massiccio del monte Grappa.
Dalle acque del Piave, tra il versante settentrionale del Montello
e il paese di Moriago della Battaglia, spunta la piccola isola
dei Morti, così detta dopo il ritrovamento, nei giorni successivi
alla battaglia finale dell’ottobre ’18, di migliaia di corpi senza
vita di Arditi italiani, trascinati dalla corrente. Un santuario
primitivo al sacrificio. Nell’area lagunare, presso Mestre,
sono visitabili i baluardi di una linea difensiva risalente
all’Ottocento, composta dai forti Gazzera, Tron e Carpenedo,
quest’ultimo il più interessante, oggi oggetto di un'opera
di rivalutazione da parte di un'associazione di volontariato
che ne gestisce anche le visite; costruito nel 1883 in forma
poligonale a sei lati, è circondato da un profondo fossato
rafforzato con delle caponiere. L'accesso avviene tramite un
ponte levatoio che porta all'entrata laterale delle caponiere e
successivamente al corpo centrale, chiamato traversone.
Nella parte meridionale del Montello, accanto al sacrario di
Nervesa della Battaglia, sorge il sacello di Francesco Baracca,
a memoria del luogo in cui l’asso dell’aviazione fu abbattuto,
durante la battaglia del Solstizio, 19 giugno 1918. Alla base
del tempietto è posata una lastra in marmo di Verona, con i
simboli cui era legato l’aviatore, ovvero l'ippogrifo e il cavallino
rampante (il futuro logo Ferrari), e le firme dei genitori.
Sopra Verona, in provincia di Trento, si snoda il sentiero della
pace, che attraversa le posizioni restaurate dello Zugna Torta
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FEBBRAIO 2014
(1238 m.), avamposto austriaco dopo la Strafexpedition, ed
il Trincerone, linea fortificata italiana, mai superata dagli
austriaci. L’arrivo dell’escursione è a passo Buole, dove si
trovano camminamenti, baracche, cimiteri di guerra, una
chiesetta e un obelisco celebrativo dedicato ai fanti parmensi
che qui si immolarono, sbarrando la strada per Ala e per Verona.
Il 22 maggio 1916 sul Buole iniziarono i bombardamenti,
incessanti per una settimana ed aggravati da sortite delle
truppe austriache che tentarono, senza successo, di infiltrarsi
nelle linee italiane. Il 29 maggio il tiro dell'artiglieria austriaca
diventò tambureggiante e alle 7.30 del mattino seguente le
fanterie austriache lanciarono l'attacco decisivo; i soldati delle
brigate Taro e Sicilia opposero fiera resistenza, pur in netta
inferiorità numerica, per questo la battaglia venne ricordata
come Termopili d'Italia. A sera l'attacco fu definitivamente
sventato.
La vicina Rovereto ospita dal 1921 il Museo Storico Italiano
della Guerra, la campana Maria Dolens (fusa col bronzo
di cannoni offerti da 19 stati che avevano partecipato alla
guerra; è la più grande al mondo tra quelle che suonano a
distesa e ogni sera onora i caduti di tutti i conflitti con cento
rintocchi) e il Castel Dante, col suo ossario.
In Venezia Giulia, sulle alture carsiche sopra Monfalcone
(GO) si estende il Parco Tematico della Grande Guerra, su
circa 4 kmq; aperto al pubblico nel 2005, propone tre diversi
percorsi, adatti anche agli escursionisti meno esperti: i primi
due attraversano la ridotta di Quota 121 (trincee e postazioni
d'artiglieria) e la trincea di Quota 85 (linea difensiva dotata
anche di ricoveri per le truppe), strutture del sistema difensiva
austro-ungarico occupate dall'esercito italiano nell'agosto del
1916 dopo la vittoria nella sesta battaglia dell'Isonzo.
Quota 85 è dedicata ad Enrico Toti, (Roma 1882-Monfalcone
1916), un uomo dalla vita esemplare, si sarebbe detto un
tempo, degna di un soggetto cinematografico, si pensa oggi.
IL GEOMETRA VERONESE
CULTURA E TERRITORIO | I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
Nel 1897, quindicenne, si imbarcò come mozzo sulla nave
scuola Ettore Fieramosca; nel 1904 partecipò agli scontri sul
mar Rosso contro i pirati che infestavano il mare antistante
la colonia italiana dell'Eritrea. Congedatosi nel 1905,
venne assunto dalle Ferrovie dello Stato come fuochista,
rimanendo vittima di un grave incidente nel 1908, che gli
causò l’amputazione della gamba sinistra. Rimase senza
occupazione, non si fermò, realizzò piccole invenzioni custodite
ora a Roma, nel museo storico dei bersaglieri. Nel 1911 coprì
la distanza fra Roma e Parigi pedalando in bicicletta con una
gamba sola, poi attraversò il Belgio, l'Olanda e la Danimarca,
fino a raggiungere la Finlandia e la Lapponia e poi ancora la
Russia e la Polonia, rientrando in Italia nel giugno 1912. Nel
gennaio 1913 ripartì verso sud e da Alessandria d'Egitto arrivò
al confine con il Sudan dove le autorità inglesi lo fermarono
e lo rimandarono indietro, giudicando troppo pericoloso il
contesto. Scoppiò la guerra, Toti presentò tre domande di
arruolamento, respinte; inforcò la bici e raggiunse il fronte
presso Cervignano del Friuli, integrato come civile volontario
per "servizi non attivi".
Una sera venne fermato da una pattuglia di carabinieri a
Monfalcone ed esonerato, con l’obbligo a tornare alla vita
civile, ma non era tipo da demordere: nel gennaio 1916,
anche grazie all'interessamento del Duca d'Aosta, tornò al
Comando Tappa di Cervignano, sempre come volontario civile,
poi trasferito ai bersaglieri ciclisti del terzo battaglione, che lo
accolsero con onore: lo stesso comandante, maggiore Rizzini,
gli consegnò elmetto piumato e stellette. Nell'agosto 1916
esplose la sesta battaglia dell'Isonzo: Toti andò all’assalto
di quota 85 con il suo reparto: impavido nelle prime file,
venne ferito, si rialzò, continuò a gettar bombe, fu ferito una
seconda volta, cade, non cedette, scagliò la gruccia verso
il nemico esclamando: «Nun mòro io!» (io non muoio!), poi
una terza pallottola lo colpì a morte, spirò baciando l’elmetto.
Da Monfalcone, nel 1922 la salma fu portata a Roma, dove
ricevette solenni esequie.
Nel terzo tragitto si incrociano la trincea Joffre e la grotta
Vergine, linea di difesa asburgica conquistata dai battaglioni
italiani già nel giugno del 1915.
San Martino del Carso, frazione di Sagrado, evoca ricordi
scolastici non solo per la storia, ma anche per le lettere,
immortalata da brevi e strazianti versi di Giuseppe Ungaretti,
che in poco dicono molto:
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
Nei pressi si visita anche il parco letterario dedicato al poeta,
in località Castelnuovo, all’interno di una villa sede per un
periodo del comando militare italiano.
A poca distanza si erge il sacrario di Redipuglia, il più grande
d’Italia dedicato ai caduti della Grande Guerra: una maestosa
scalinata appoggiata sulle pendici del monte Sei Busi,
progettata dall'architetto Giovanni Greppi e dello scultore
Giannino Castiglioni; inaugurato nel 1938, custodisce i resti
di 100.187 soldati. La struttura è composta da tre livelli e
rappresenta simbolicamente l'esercito che scende dal cielo,
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IL GEOMETRA VERONESE
CULTURA E TERRITORIO | I CENT’ANNI DELLA GRANDE GUERRA
alla guida del proprio comandante, per percorrere la via
Eroica; in cima, tre croci richiamano l'immagine del Golgota,
il sacrificio e la crocifissione di Cristo. I 22 gradoni (alti 2,5
metri e larghi 12) in ordine alfabetico custodiscono le spoglie
dei 39.857 soldati identificati; a centro del primo gradone si
trova l'unica donna sepolta, la crocerossina Margherita Kaiser
Parodi Orlando, mentre sul ventiduesimo si trovano i resti di
72 marinai e 56 uomini della Guardia di Finanza. Al termine
della scalinata due grandi tombe coperte da lastre di bronzo
accolgono i resti di oltre 60.000 soldati ignoti.
Di fronte al monumentale sepolcro si innalza il colle di
Sant'Elia, primo cimitero degli Invitti della Terza Armata,
ideato nel 1919 dall'Ufficio militare per i Caduti di Guerra ed
inaugurato nel ’23, ad ospitare i resti di 30.000 soldati caduti
nella zona; dopo l’edificazione del sacrario antistante, fu
riconvertito in Parco della Rimembranza, offrendo oggi una
passeggiata suggestiva e silenziosa, davanti ad una serie
di cippi sormontati da copricapi ed elmetti dei vari corpi,
da strumenti bellici e di uso quotidiano fra i soldati: un
museo a cielo aperto, che ricostruisce la dura vita di quegli
anni drammatici e lo spirito che la sorreggeva nei freddi
inverni in trincea, nel vuoto della lontananza dalle famiglie,
nell’angoscia di una morte incombente.
Il primo caduto della guerra fu l’alpino Riccardo Di Giusto,
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FEBBRAIO 2014
che fu interrato nel camposanto di San Volfango (comune di
Drenchia, UD), allestito per uso militare nel 1917, a raccogliere
circa 500 salme; nel ‘23 furono trasferite a Udine, nel Tempio
Ossario ed il cimitero fu riconvertito ad uso civile. Oggi rimane
una grande piramide, dedicata ai caduti e dispersi di tutte le
guerre. Il primo monumento ufficiale in ricordo della Grande
Guerra sorge invece a Castions di Strada (UD), intitolato ai
Nove Caduti dall'aprile 1919, a commemorare gli ultimi morti
italiani del 4 novembre 1918, poche ore prima della fine delle
ostilità.
"Itinerari della Grande Guerra - Un viaggio nella storia"
coinvolge le regioni Friuli Venezia Giulia (capofila dell’iniziativa,
realizzata nell’ambito del progetto interregionale di sviluppo
turistico L. 296/2006 – art. 1 comma 1227, col finanziamento
del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo,
Presidenza del Consiglio), Veneto, Lombardia e le province
autonome di Trento e Bolzano.
Il suo obiettivo è la valorizzazione dello straordinario
patrimonio storico e culturale in oggetto, in modo da renderlo
fruibile a tutti, a chiunque voglia conoscere un'importante
parte del passato non solo italiano ma europeo, per ricordare.
E non ripetere.
www.itineraridiguerra.it: il progetto, le foto, i video, i
luoghi, i fatti, i protagonisti, nel portale ufficiale, con ricca
documentazione storica, numerosi approfondimenti culturali
e suggerimenti turistici.
www.cadutigrandeguerra.it: database con le schede di
tutti i Caduti contenuti nei 28 volumi e le tre appendici del
Veneto, costituenti l'Albo d'Oro pubblicato dal Ministero della
Guerra.
Alessandra Moro
RIVALUTAZIONE DEI TERRENI:
RIAPERTI I TERMINI
IL GEOMETRA VERONESE
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | RIVALUTAZIONE DEI TERRENI: RIAPERTI I TERMINI
RIVALUTAZIONE DEI TERRENI:
RIAPERTI I TERMINI
IL COMMA 156 DELLA LEGGE DI STABILITA’
PER IL 2014 HA RIAPERTO, ANCORA UNA
VOLTA, I TERMINI PER EFFETTUARE LA
RIDETERMINAZIONE FACOLTATIVA, MA A
PAGAMENTO, DEL VALORE DEI TERRENI
AGRICOLI O EDIFICABILI, INCLUSI QUELLI
LOTTIZZATI, DI CUI ALL’ART. 67 COMMA 1, LETT.
A) E B), DEL D.P.R. 917/1986
La legge di Stabilità per il 2014 ha riproposto, ancora una
volta, la riapertura dei termini per operare la rivalutazione
dei terreni agricoli e di quelli edificabili, inclusi quelli
lottizzati.
Si tratta di una facoltà per il contribuente - non di un
obbligo - che in molti casi può risultare interessante, ma
che non è gratuita: occorre versare un'imposta sostitutiva
da determinarsi applicando l'aliquota del 4% al valore del
terreno risultante da perizia giurata. Il pagamento di tale
imposta può essere rateizzato in due o in tre quote annue di
pari importo, maggiorando le due rate differite degli interessi
del 3% annuo. I soggetti ammessi sono solo le persone fisiche,
le società semplici, gli enti non commerciali.
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
La legge di Stabilità per il 2014 si limita ad aggiornare i
riferimenti temporali della precedente rideterminazione
dei valori – fissati un anno fa dalla legge di Stabilità per il
2013 (comma 473 della legge 228/2012) - contenuti nell'art.
2, comma 2, del DL. 282/2002. Questo articolo, come ora
aggiornato, stabilisce che:
- le disposizioni dell'art. 7 della legge 448/2001 si applicano
anche per la rideterminazione dei valori di acquisto dei terreni
edificabili e con destinazione agricola posseduti alla
data del 1° gennaio 2014;
- la redazione e il giuramento della perizia devono
essere effettuati entro il 30 giugno 2014.
Il 30 giugno 2014 cade di lunedì, per cui gli adempimenti
prescritti a tale data non slittano.
La disciplina di dettaglio della rivalutazione dei terreni è
contenuta nell'art. 7 della legge 448/2001 (Finanziaria per il
2002), nei termini coordinati e aggiornati di seguito precisati:
1. agli effetti della determinazione delle plusvalenze di cui
all'art. 67, comma 1, lett. a) e b), del TUIR (...), per i terreni
edificabili e con destinazione agricola posseduti al 1° gennaio
2014, può essere assunto, in luogo del costo o valore di
acquisto, il valore a tale data determinato sulla base di una
perizia giurata di stima, cui si applica l'art. 64 cod. proc. civ.,
redatta da soggetti iscritti agli albi degli ingegneri, architetti,
geometri, dottori agronomi, agrotecnici, periti agrari e periti
industriali edili, a condizione che detto valore sia assoggettato a una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi,
secondo quanto disposto nei commi da 2 a 6;
2. l'imposta sostitutiva è pari al 4% del valore determinato a
norma del comma 1;
3. l'imposta sostitutiva può essere rateizzata fino a un
massimo di tre rate annuali di pari importo (...). Sull'importo
delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi
nella misura del 3% annuo, da versarsi contestualmente a
ciascuna rata;
4. la perizia, unitamente ai dati identificativi dell'estensore
della perizia e al codice fiscale del titolare del bene periziato,
nonché alle ricevute di versamento dell'imposta sostitutiva, è conservata dal contribuente ed esibita o trasmessa a
richiesta dell'Amministrazione finanziaria;
5. il costo per la relazione giurata di stima è portato in
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IL GEOMETRA VERONESE
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | RIVALUTAZIONE DEI TERRENI: RIAPERTI I TERMINI
aumento del valore di acquisto del terreno nella misura in cui
è stato effettivamente sostenuto ed è rimasto a carico;
6. la rideterminazione del valore di acquisto dei terreni
edificabili e con destinazione agricola di cui ai commi da 1 a 5
costituisce valore normale minimo di riferimento ai fini delle
imposte sui redditi, dell'imposta di registro e dell'imposta
ipotecaria e catastale.
Per la sua importanza, rileva la disposizione di cui alla lett. ee)
dell'art. 7, comma 2, del D.L. 70/2011, che ha ammesso una
possibilità non consentita, fino a quel momento, dalle Entrate.
Detta norma prevede che i soggetti che si avvalgono della
rideterminazione dei valori di acquisto dei terreni, qualora
abbiano già effettuato una precedente rideterminazione del valore dei medesimi beni, possono detrarre
dall'imposta sostitutiva dovuta per la nuova rivalutazione
l'importo relativo all'imposta sostitutiva già versata.
Grazie a ciò, il contribuente non è più obbligato a pagare
per intero l'imposta sostitutiva sul nuovo valore periziato e
a richiedere il rimborso dell'imposta già pagata in passato,
presentando un'apposita istanza di rimborso entro i 48 mesi
dal relativo versamento stabiliti dall'art 38 del D.P.R. 602/1973,
ma può direttamente scomputare l'importo dell'imposta
sostitutiva in precedenza versata, corrispondendo la
sola differenza.
Esempio
Ipotizziamo che un contribuente abbia effettuato una
precedente rivalutazione del terreno per un valore periziato di
€ 100.000 versando un'imposta sostitutiva di € 4.000.
Se il medesimo contribuente intende avvalersi della riapertura
dei termini per aggiornare il valore fiscale dello stesso terreno,
dovrà munirsi di una perizia giurata che ne attesti il valore alla
data dell'1.1.2014, per esempio di € 130.000.
L'imposta sostitutiva sarà di € 5.200 (4% di € 130.000), ma
potrà essere versata la sola differenza di € 1.200 (5.200 meno
4.000).
Qualora fosse in corso una rateazione dell'imposta sostitutiva
del 4%, la disposizione consente di scomputare dalla nuova
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FEBBRAIO 2014
imposta dovuta i soli importi già materialmente versati e di non
versare le ulteriori rate relative alla precedente rateazione.
Esempio
Si pensi a un contribuente che abbia rivalutato un terreno
al valore di € 100.000, con un'imposta sostitutiva di € 4.000
rateizzata in tre quote annue di € 1.333, la prima delle quali
già versata.
Qualora il contribuente intenda avvalersi della nuova
opportunità di rivalutare il medesimo terreno, dovrà periziarlo
con riferimento alla data dell'1.1.2014, ottenendo, per esempio, un valore di € 120.000, cui corrisponde un'imposta
sostitutiva di € 4.800. Il contribuente potrà scomputare da tale
importo la rata di € 1.333 già versata, ottenendo un residuo
di € 3.467, che potrà, a sua scelta, versare per intero entro il
30.6.2014, oppure rateizzarlo in tre (oppure in due) quote annuali di pari importo da versare entro il 30.6 degli anni 2014,
2015 e 2016 (oppure entro il 30.6.2014 e 2015), maggiorando
la seconda e la terza rata degli interessi calcolati nella misura
del 3% annuo.
I dati relativi al valore rivalutato da perizia, all'imposta
sostitutiva dovuta in relazione a detto valore, all'imposta
sostitutiva eventualmente già versata per precedenti
rivalutazioni del medesimo terreno che può essere scomputata
dall'imposta sostitutiva dovuta per la nuova rivalutazione, alla
differenza di imposta da versare, alla eventuale rateizzazione,
alla circostanza che l'imposta da versare sia parte di un
versamento cumulativo riferito a più terreni dovranno
essere riportati in un'apposita sezione del quadro RM del
mod. UNICO 2015 relativo al periodo di imposta 2014. Per
ulteriori approfondimenti può essere consultata la circolare
dell'Agenzia delle entrate n. 47/E/2011, che contiene anche
un utile elenco delle precedenti possibilità offerte dalla
normativa per effettuare la rivalutazione e dei documenti
di prassi emanati con riguardo a ciascuna di esse. Tra le
precisazioni ribadite in tale documento di prassi meritano di
essere richiamate le seguenti:
a. il versamento dell'intera imposta sostitutiva (ovvero della
sua prima rata) oltre il termine previsto dalla norma non
IL GEOMETRA VERONESE
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | RIVALUTAZIONE DEI TERRENI: RIAPERTI I TERMINI
consente l'utilizzo del valore rideterminato ai fini del calcolo
della plusvalenza realizzata. In tale ipotesi, il contribuente
perde il diritto ad avvalersi della rivalutazione e può richiedere
il rimborso dell'imposta sostitutiva già versata;
b. l'opzione per la rideterminazione dei valori e la
conseguente obbligazione tributaria si considerano
perfezionate con il versamento dell'intero importo dell'imposta sostitutiva ovvero, in caso di pagamento rateale, con
il versamento già della prima rata. Infatti, il contribuente può
avvalersi immediatamente del nuovo valore di acquisto ai fini
della determinazione delle plusvalenze di cui all'art. 67 del
TUIR. Pertanto, coloro che abbiano effettuato il versamento
dell'imposta dovuta ovvero di una o più rate della stessa,
qualora in sede dì determinazione delle plusvalenze realizzate per effetto della cessione delle partecipazioni o dei
terreni non tengano conto del valore rideterminato, non
hanno diritto al rimborso dell'imposta pagata e sono tenuti,
nell'ipotesi di pagamento rateale, a effettuare i versamenti
successivi. Le norme in esame prevedono, infatti, la facoltà
di avvalersi di un'agevolazione e il contribuente non può
modificare successivamente la scelta liberamente effettuata
in mancanza di un'apposita disposizione in tal senso;
c. qualora il contribuente abbia effettuato il versamento della
prima rata nei termini di legge e abbia omesso di effettuare
i successivi versamenti rateali, questi ultimi sono iscritti a
ruolo ai sensi degli artt. 10 e segg. del D.P.R. 602/1973.
MODALITÀ DI VERSAMENTO E CALCOLO DEGLI
INTERESSI IN CASO DI RATEAZIONE
Per versare l'imposta sostitutiva occorre utilizzare il mod. F24,
con la possibilità di utilizzare in compensazione eventuali
crediti: esiste il codice tributo 8056, istituito per precedenti
rivalutazioni. Nel caso si opti per la rateazione in due o in tre
tranche annuali, occorre versare gli interessi sulla seconda
rata o sulla seconda e terza rata, calcolati al tasso del 3%
annuo.
Esempio
Ipotizzando un'imposta sostitutiva di € 3.000, da corrispondere
in due rate di € 1.500 ciascuna entro il 30.6.2014 e il 30.6.2015,
i versamenti da effettuare in modo unitario (rata di imposta
oltre interessi) saranno pari a € 1.500 e a € 1.545 (di cui € 45
di interessi). Qualora si opti per tre rate di € 1.000 ciascuna gli
importi rispettivamente dovuti entro il 30.6.2014, 30.6.2015 e
30.6.2016 ammonteranno a € 1.000, € 1.030 ed € 1.060.
LIMITAZIONI RELATIVE ALL'ESERCIZIO DELLA
RIVALUTAZIONE
Secondo la costante prassi dell'Agenzia delle entrate, è
necessario che la redazione e il giuramento della perizia
relativa ai terreni siano antecedenti alla cessione del bene
in quanto il valore periziato deve essere indicato nell'atto di
cessione. Tale tesi, non riscontrabile in alcuna norma di legge,
è stata confutata da alcune sentenze delle Commissioni
Tributarie e dalla stessa Corte di Cassazione (sent. n.
30729/11), ma l'Agenzia delle entrate non ha modificato il
proprio orientamento (da ultimo, vedasi la risposta 4.1 della
circ. n. 1/E/2013): cosicché, è opportuno rispettare la sequenza temporale indicata al fine di evitare il rischio di un lungo e
oneroso contenzioso e il disconoscimento della rivalutazione
stessa. La normativa consente di rideterminare il valore
fiscale dei terreni posseduti alla data del 1° gennaio 2014
sostituendo tale nuovo valore all'originario costo di acquisto
e "contrapponendolo" poi all'eventuale corrispettivo di
cessione del bene ai fini della quantificazione dell'eventuale
plusvalenza. Il valore così rivalutato non può essere peraltro
incrementato degli oneri inerenti (come invece si può fare in
assenza della rivalutazione) tranne che della spesa sostenuta per redigere la perizia giurata di stima del nuovo valore
(art. 7, comma 5, della legge 448/2001). Ai sensi della legge
448/2001 (art. 7, comma 6) il valore rivalutato costituisce
anche valore normale minimo ai fini delle imposte
indirette dovute per il trasferimento del terreno. Peraltro
(circ. n. 15/E/2002 e n. 1/E/2013), nel caso il venditore, dopo
avere usufruito della rivalutazione, ritenesse di discostarsi
dal valore "minimo" così rideterminato, può farlo. Ciò può
concretamente verificarsi, per esempio, in dipendenza di un
deprezzamento oggettivo del bene, di modifiche intervenute
negli strumenti di pianificazione urbanistica o di una crisi del
mercato come quella da tempo in atto che rende difficile o
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IL GEOMETRA VERONESE
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | RIVALUTAZIONE DEI TERRENI: RIAPERTI I TERMINI
impossibile trovare acquirenti nel caso in cui ci si trova nella
necessità di vendere, se non riducendo drasticamente i prezzi
rispetto a quelli "normali" e, in molti casi, neppure in tale
maniera. In tal caso, la perizia "perde valore": ai fini delle
imposte sui trasferimenti tornano a operare le ordinarie norme
che presiedono alla determinazione della base imponibile ma, in tal caso, l'Agenzia può procedere ad accertamento,
non essendo più vincolata al valore peritale - mentre ai fini
delle imposte dirette la plusvalenza deve essere determinata
assumendo il costo o il valore di acquisto determinato in via
ordinaria ex art. 68 del TUIR, senza poter più considerare
come effettuata la rivalutazione. Su questo delicato tema
assume particolare rilevanza la risposta 4.1 contenuta nella
circolare multi quesiti n. 1/E/2013, nell'ambito della quale è
stata anche segnalata l'ulteriore possibilità per il contribuente
di rideterminare "al ribasso" il valore del terreno detenuto,
ovviamente sostenendo il costo di una nuova perizia. Il
contribuente che intenda usufruire di tale possibilità dovrà
far redigere la perizia giurata di stima, riferita al valore del
terreno alla data del 1° gennaio 2014, entro il 30 giugno 2014,
oppure entro la data di stipula dell'atto se la cessione avviene
prima di tale termine. Se l'importo pagato in occasione della
precedente rideterminazione è maggiore di quello dovuto
entro il 30 giugno 2014, non deve essere effettuato alcun
versamento: in tal caso, però, per espressa previsione normativa, la parte eccedente non può essere chiesta a rimborso.
Con tale procedura si ottengono i seguenti effetti:
- il nuovo valore peritale ridotto costituisce valore normale
minimo ai fini delle imposte sui trasferimenti, il che
rende meno onerosa la fiscalità in capo all'acquirente che,
naturalmente, non è di regola disposto ad accollarsi maggiori
oneri per fatti che interessano il solo venditore;
- attraverso una nuova perizia "al ribasso" si "evita di
disattendere" una precedente valutazione peritale e il rischio
che l'Agenzia delle entrate possa "liberamente" accertare al
rialzo il valore di trasferimento ai fini delle imposte indirette,
facendo perno anche sulla precedente perizia;
- ai fini delle imposte sui redditi, il nuovo valore iniziale
fiscalmente rilevante, con il quale confrontare il corrispettivo di cessione, viene rideterminato in base alla nuova
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FEBBRAIO 2014
perizia: sarà quindi, in genere, un valore più alto di quello
originario di acquisizione del terreno, ancorché inferiore a
quello in precedenza periziato.
Le regole di tassazione delle plusvalenze relative alla piena
proprietà dei terreni si applicano, di massima, anche agli atti
a titolo oneroso che importano costituzione o trasferimento di
diritti reali di godimento (art. 9, comma 5, del TUIR) e ad altri
casi a essi assimilati in alcuni documenti di prassi dell'Agenzia
delle entrate, quali i trasferimenti di diritti volumetrici o di
rilocalizzazione.
Secondo l'Agenzia - tesi non condivisa da autorevole dottrina
- le suddette regole non si possono invece applicare nel caso
di costituzione del diritto di superficie se l'acquisto del diritto,
da parte del soggetto che lo costituisce a favore di terzi, non
è avvenuto pagando uno specifico prezzo (ris. n. 112/E/2008
e par. 8 della circ. n. 36/E/2013). In questo caso, secondo le
Entrate, la tassazione del corrispettivo ritratto dalla costituzione del diritto non rientra nelle lett. a) e b) dell'art. 67,
bensì sotto la lett. l), vale a dire fra i «redditi diversi derivanti
dall'assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere» e sarebbe tassabile (art. 71, comma 2, del TUIR) come
differenza fra l'ammontare percepito nel periodo d'imposta e
le spese specificamente inerenti alla sua produzione. In tali
casi non è ammessa dalle Entrate la rivalutazione oggetto del
presente articolo.
Stefano Baruzzi
da “Consulente Immobiliare”
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | IL DIRITTO AL PANORAMA
IL DIRITTO AL PARONAMA
SI ASSISTE SEMPRE PIU’ SPESSO ALLA ENUNCIAZIONE DEL DIRITTO AL PANORAMA, MA NELLA PRATICA
LA FORMULA SI RIVELA MOLTE VOLTE PROBLEMATICA E SOLO IN ALCUNI CASI IL PROPRIETARIO DI UN
IMMOBILE PUO’ USUFRUIRE DI UNA EFFETTIVA TUTELA DEL PANORAMA DI CUI GODE
Nell'ultimo periodo si è assistito, in maniera peraltro piuttosto
confusa, a un sempre maggiore richiamo alla nozione di diritto
al panorama. In realtà si tratta di un processo ancora in atto
e non completamente concluso, dal momento che sotto
l'aspetto normativo non esistono specifiche previsioni in proposito dal punto di vista civilistico e quindi la disciplina deve
essere ricavata dai principi generali secondo la ricostruzione
che emerge dagli orientamenti giurisprudenziali. Di fatto i
presupposti per la sussistenza del diritto al godimento del
panorama e le tutele utilizzabili per esso sono stati finora
oggetto di una unica, peraltro non recente, sentenza della
Suprema Corte, mentre è sempre stato più frequente il
richiamo alla servitù di panorama, che si presenta qualora vi
sia una vera e propria servitù avente per oggetto il divieto
di realizzare costruzioni (ma anche di fare crescere gli alberi)
oltre l'altezza precedente (cosiddetta servititi altius non
tollendi, secondo la classica definizione che riporta l'antica
formula in latino).
IL DIRITTO AL PANORAMA
Il diritto al panorama è stato oggetto di un esame
approfondito nella sent. n. 3679 del 18 aprile 1996 della Corte
di Cassazione che, per la prima volta, ha affrontato in maniera
esaustiva questo tema e ha individuato i suoi presupposti con
specifico riferimento al problema della risarcibilità del danno.
Va ribadito che, contrariamente ad altre decisioni precedenti
e successive, nella citata sentenza della Suprema Corte la
tutela del panorama avviene senza riferimento alla presenza
di una servitù di panorama. Nel caso oggetto della sentenza il
proprietario di alcuni fabbricati ubicati in una prestigiosa via
della città di Napoli aveva chiesto in giudizio il risarcimento
dei danni conseguenti alla perdita di veduta, di luce e di
sole derivata dalla edificazione di un edificio a valle della
strada, in violazione del regolamento edilizio di Napoli, del
piano regolatore generale e della convenzione tra il comune
di Napoli e la società costruttrice per quanto riguardava
l'altezza, la superficie coperta e il rapporto tra essa e quella
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | IL DIRITTO AL PANORAMA
libera, la distanza dalla strada, dalle aree e dai fabbricati
vicini, nonché il numero dei piani. Il Tribunale aveva respinto
la domanda di risarcimento, così come successivamente
aveva pure fatto la Corte d'Appello. La Corte di Cassazione
nella sua motivazione ha allora esaminato il problema se e in
quali casi la esclusione o la diminuzione del panorama, di cui
si avvantaggia un determinato appartamento, che consegue
dalla costruzione di un fabbricato vicino, costituisca, per il
proprietario dell'immobile, un danno ingiusto e risarcibile e
in quale misura, La Corte ha subito precisato che un danno
di questo tipo non si può considerare sussistente in modo
automatico, come accade invece per il danno derivante dalla
esclusione o dalla limitazione della servitù di veduta o dalla
violazione delle distanze legali tra gli edifici; e quindi negli
illeciti edilizi va identificato l'interesse tutelato e leso dalla
esclusione o dalla diminuzione del panorama e va stabilito
se tale pregiudizio rientri tra quelli contemplati dall'art. 872,
comma 2, cod. civ. Il contenuto del diritto di proprietà, che
viene delineato in astratto in maniera uniforme dall'art. 832
cod. civ., di fatto corrisponde alle possibilità di utilizzazione,
effettive e concrete, inerenti ai beni che ne formano oggetto
Ciascun tipo di bene, sebbene costituiscano tutti oggetto del
diritto di proprietà, fornisce, infatti, utilità, profitti e forme
di godimento differenziati; e per quanto riguarda i beni
immobili, che sono suscettibili di utilità diverse in rapporto
alla loro natura e alla loro destinazione - a parità di condizioni
generali (come l'ubicazione in una determinata zona cittadina,
i collegamenti con i servizi urbani, le strade di accesso e i
parcheggi) e particolari (come la solidità delle strutture, i
materiali impiegati, gli impianti, la distribuzione dei locali
ecc.) - il panorama costituisce una qualità positiva per un
appartamento che così acquisisce valore. Proprio come per
la posizione, per l'esposizione, idonea a garantire migliore
illuminazione, soleggiamento e salubrità, per l'altezza del
piano rispetto al suolo, il panorama raffigura una qualità,
specifica e individuale, la cui esistenza accresce, in misura che può essere pure considerevole, il valore dell'unità
abitativa anche rispetto alle altre unità immobiliari dello
stesso edificio. La Suprema Corte ha allora chiarito che
il panorama non è un elemento necessario e connaturale
alle unità abitative, ma un elemento accidentale, derivante
dalla natura delle cose e, precisamente, dalla posizione,
dall'esposizione e dall'altezza del piano o della porzione di
piano e dalla amenità dei luoghi in cui l'edificio è costruito; in
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altre parole non tutti gli appartamenti sono panoramici, come
possono non esserlo tutte le unità abitative ubicate nello
stesso fabbricato e solo gli appartamenti che godono del
panorama beneficiano di utilità, profitti e forme di godimento
che li rendono più richiesti e apprezzati rispetto ad altri. Ma
il panorama, che accresce il valore dell'immobile, può essere
diminuito o escluso del tutto da una nuova costruzione, che
venga edificata legittimamente in conformità con le norme
civili e amministrative vigenti e in tal caso il pregiudizio subito
dal proprietario non costituisce un danno ingiusto e risarcibile ex art. 2043 cod. civ., dato che l'opera lesiva consegue
all'esercizio di un diritto; il contrario succede quando invece
la edificazione sia avvenuta in violazione della disciplina
relativa all'assetto del territorio (vale le norme edilizie sulle
limitazioni del volume, dell'altezza, della densità degli edifici,
delle esigenze dell'igiene e della viabilità). La conservazione
dell'ambiente o la tutela delle bellezze naturali garantiscono
agli edifici esistenti indirettamente il vantaggio del panorama
e implicitamente vietano che il panorama venga diminuito o
escluso dalle nuove costruzioni; e di queste norme dettate
nell'interesse pubblico, anche gli interessi privati vengono a
beneficiare. È dall'art. 872, comma 2, cod. civ., che deriva un
diritto soggettivo perfetto, indipendentemente dal fatto che
le norme urbanistiche richiamate siano o meno integrative
del codice civile.
In conclusione in caso di diminuzione o esclusione del
panorama goduto da un appartamento e tutelato dalle norme
urbanistiche, che prescrivono determinati standard edilizi,
a norma dell'art. 872, comma 2, cod. civ., il pregiudizio
arrecato costituisce danno ingiusto e, come tale, risarcibile.
E la prova del danno, configurata dal pregio che il mercato
riconosce al panorama goduto da un appartamento e quindi
dal deprezzamento commerciale dell'immobile susseguente
al venir meno della panoramicità, esige l'indagine
essenzialmente critica e valutativa tipica della consulenza
tecnica in quanto si risolve nell'accertamento di fatti rilevabili
o valutabili con l'ausilio di specifiche cognizioni tecniche.
La Suprema Corte ha individuato in questi termini i presupposti
per l'esistenza del diritto al panorama e i fondamenti per la
risarcibilità del danno conseguente alla sua violazione.
Il principio suddetto è stato poi applicato da App. Napoli,
30 aprile 2007, con la decisione secondo cui la riduzione
del panorama di cui beneficia un determinato immobile va
dimostrata di volta in volta dall'interessato, dal momento
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | IL DIRITTO AL PANORAMA
che la sussistenza del danno da riduzione del panorama è
strettamente correlata alla natura del bene che di quel panorama godeva.
Nello stesso senso Trib. Bari, sent. 8 ottobre 2005, secondo
cui il risarcimento del danno derivante dalla violazione delle
norme speciali di edilizia, come quelle sulle distanze, legali
nelle costruzioni, è condizionato alla prova della esistenza
e della misura del pregiudizio. E la prova - consistente nel
pregio che al panorama goduto da un appartamento riconosce il mercato e quindi al deprezzamento commerciale
dell'immobile susseguente al venir meno della panoramicità
- si risolve nell'accertamento di fatti rilevabili o valutabili con
l'ausilio di specifiche cognizioni tecniche ed esige l'indagine
essenzialmente critica e valutativa tipica della consulenza
tecnica In senso contrario invece Trib. Genova, sent. 9 luglio
2005, secondo cui l'ordinamento giuridico non riconosce
un diritto al panorama, di per sé considerato, e neppure le
limitazioni di aria e luce derivanti da opere, installazioni di
manufatti e piante hanno giuridica rilevanza a prescindere da
una violazione delle norme codicistiche sulle distanze nelle
costruzioni e sulle distanze dalle vedute.
LA SERVITÙ DI PANORAMA
Come si diceva al principio di queste note, la servitù di
panorama, consistente nella particolare amenità del fondo
dominante per la visuale di cui gode, è una sei Vitus altius non
tollendi, che riguarda sia le costruzioni, sia gli alberi e che può
essere acquistata per destinazione del padre di famiglia o per
usucapione nel solo caso in cui siano presenti opere visibili
e permanenti, ulteriori rispetto a quelle che consentono la
servitù di veduta e specificatamente destinate all'esercizio
della servitù invocata (Cass., sent. 20 ottobre 1997, n. 10250).
È stato precisato che la crescita di una pianta rampicante, che
limita il diritto di veduta del panorama al proprietario di un
immobile vicino, non rientra tra le ipotesi idonee a ledere una
servitù altius non tollendi, poiché questa richiede particolari
opere che qualifichino il bene in modo certo, non essendo
sufficiente il mero diritto di veduta (Trib. Salerno, 9 luglio
2002).
La servitù, ai sensi dell'art. 1030 cod. civ., può anche
comportare, per il proprietario del fondo servente, l'obbligo di
un facere, se così viene stabilito dal titolo o dalla legge, purché
esso costituisca soltanto una obbligazione accessoria che
non esaurisce l'intero contenuto della servitù essendo volto
solo a consentirne il concreto esercizio; e in applicazione di
questo principio è stato ritenuto compatibile con il contenuto
della servitù di non collocare e mantenere nel fondo alberi
che impediscano la visuale del panorama dal fondo vicino,
l'obbligo di rimuovere o potare gli alberi già esistenti che
ostacolino l'esercizio della veduta (Cass., sent. 13 giugno
1995, n. 6683). In tema di servitù altius non tollendi, il più
ampio panorama assicurato al fondo dominante, da valutarsi
in relazione alle condizioni ambientali in atto al momento
della costituzione della servitù, non esaurisce il requisito della
utilità, che ricorre anche in relazione al maggior godimento di
aria e luce garantito a detto fondo (Cass., sent. 6 marzo 1980,
n. 1522).
VIOLAZIONE DELLE DISPOSIZIONI SULLE DISTANZE
Il principio secondo cui il proprietario che abbia eseguito
una costruzione in violazione delle norme che disciplinano il
diritto a edificare, pur essendo esposto alle relative sanzioni
previste dalla legge, non rimane sprovvisto della tutela
apprestata dall'ordinamento a favore della proprietà, nel caso
di violazione delle norme stesse a opera di terzi, è applicabile
- oltre che nel caso in cui dall'altrui violazione sia derivata
una diminuzione della visuale, di panorama, di amenità o di
soleggiamento della costruzione - anche all'ipotesi in cui nei
confronti del convenuto sia stato chiesto l'arretramento della
costruzione effettuata in violazione delle norme sulle distanze
da parte dell'attore, che abbia violato pure tali norme. In
questa ipotesi, il convenuto non può limitarsi a eccepire la
violazione commessa dall'attore, ma, per rendere legittima la
propria situazione, deve chiedere e ottenere l'arretramento
della precedente costruzione dell'attore (Cass., sent. 9 agosto
1996, n. 7365).
ATTO EMULATIVO
Con riferimento a un caso in cui i due cespiti si trovavano sullo
stesso livello e la collocazione di alcune piante non poteva
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE | IL DIRITTO AL PANORAMA
essere giustificata sotto il profilo della tutela della riservatezza
del convenuto in quanto la terrazza era sottoposta ad altri due
piani del fabbricato dai quali era comodamente esercitante la
visuale su di essa, è stato deciso che la collocazione di piante
di alto fusto che impediscano l'esercizio del diritto di veduta
del vicino senza apprezzabile vantaggio del proprietario,
configura un mero atto emulativo che quindi è illecito (Trib.
Napoli, 20 febbraio 1997).
APPOSIZIONE DI VASI E VASCHE CONTENENTI
ARBUSTI
In una recente sentenza la lamentata lesione della veduta
derivava dall'apposizione, da parte del dirimpettaio, di vasi
e vasche contenenti arbusti e siepi, destinati a realizzare
una barriera, di cui era stata richiesta al Giudice l'ordine di
rimozione; e il ripristino dei luoghi è stato ordinato nonostante
non sia stata riconosciuta la sussistenza di alcuna servitù
(Cass., sent. 28 febbraio 2013, n. 5045).
TUTELA AMMINISTRATIVA
Con riferimento alla impugnazione di un permesso di
costruire da parte del proprietario di un fondo attiguo a quello
teatro di preventivati lavori di demolizione e ricostruzione
con ampliamento sulla base della lamentata impossibilità
di godere della vista del lago il TAR Veneto, Sez. II, sent 5
luglio 2012, n. 959, ha deciso che il denunciato pregiudizio del
diritto al panorama è insufficiente a individuare un interesse
differenziato e qualificato, in quanto tale meritevole di tutela
giurisdizionale in sede amministrativa; e così ha dichiarato
il ricorso inammissibile per mancanza di legittimazione e di
interesse a ricorrere in capo al ricorrente.
Ettore Ditta
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