LA PIAGA DEGLI ADDITIVI: PER FORTUNA CI SONO I NAS
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LA PIAGA DEGLI ADDITIVI: PER FORTUNA CI SONO I NAS
SEMPRE PIÙ CHIMICA NEL PIATTO LA PIAGA DEGLI ADDITIVI: PER FORTUNA CI SONO I NAS di GIUSEPPE ALTAMORE Oltre 44.000 infrazioni scoperte, 270 persone arrestate, 9.003 denunciate e sequestri per 220 milioni di euro, è il bilancio delle operazioni dei Nas (Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri) degli ultimi mesi. Numeri che fanno riflettere sull’entità delle truffe alimentari. Solo pochi giorni fa, i Carabinieri dei Nas hanno sequestrato oltre 600 confezioni di additivi e prodotti similari di provenienza estera utilizzati allegramente come ingredienti in preparazioni alimentari nell’ambito della cosiddetta “cucina molecolare”, perché non rispettavano le norme in materia di etichettatura e di indicazioni obbligatorie previste per gli additivi destinati all’alimentazione umana. Tra le violazioni riscontrate, il presentare nell’etichetta l’additivo chimico come prodotto assolutamente naturale, la mancanza di date di scadenza sulle confezioni o di traduzione sulle etichette. L’intervento dei Carabinieri è stato esteso, per il momento, su 98 obiettivi destinatari e intermediari della commercializzazione di questi prodotti, individuati tra ristoranti, alberghi, servizi di ristoro a bordo di navi turistiche, nonché aziende di importazione e distribuzione. L’intervento dei Nas, se da un lato preoccupa, dimostra l’efficacia del sistema di controllo degli alimenti in Italia, dove purtroppo l’impiego di additivi è aumentato a un ritmo del 4% all’anno. Così dichiara la Coldiretti, che ha anche sottolineato che è importante accendere i riflettori «sulla presenza di additivi chimici che sotto forma di coloranti, conservanti, aromi naturali e artificiali, stabilizzanti, gelificanti, emulsionanti e acidificanti, si sono moltiplicati nei piatti degli italiani». Sostanze chimiche potenzialmente pericolose per la nostra salute. All’interno FISCO È tempo di pagare, con qualche novità 2 COLF E BADANTI A luglio i contributi: ci sono modifiche 4 DIRITTI Web, il social network è a rischio truffe 6 L’avvocato 9 FARMACI I prezzi sono on line 10 IMMOBILI Certificato obbligatorio ma non troppo 12 Questioni di casa 14 SERVIZI La posta al macero 15 VACANZE Low cost? non sempre 16 Shopping all’estero 18 Estate secondo natura 20 RISPARMIO Conti deposito: attenti ai tassi 22 A CURA DI 2C EDIZIONI NOTES 1 LUGLIO 2009 FISCO Fisco, tempo di pagamenti... ma ci sono anche novità mesi di giugno e luglio da molti italiani vengono ricordati come quelli del consueto appuntamento con i pagamenti al Fisco. Ma per effetto delle nuove scadenze e delle modifiche che ha varato il governo, qualcuno potrà fare i versamenti relativi al periodo d’imposta 2008 anche a luglio, senza venire penalizzato, in più alcuni adempimenti sono rinviati fino a settembre. La stagione delle dichiarazioni dei redditi è entrata nel vivo da qualche settimana. Il 16 giugno era fissato il primo appuntamento con i versamenti del saldo 2008 che risultano dal modello Unico I ” Dall’aggravio dello 0,40 per cento escluse solo alcune categorie di autonomi ” 2 LUGLIO 2009 NOTES (persone fisiche) e del primo acconto per il 2009. Ma si avvicinano anche le scadenze per fare avere all’Amministrazione finanziaria il modello Unico: il 30 giugno per chi presenta la versione cartacea tramite un ufficio postale e il 30 settembre per chi lo trasmette per via telematica, direttamente o tramite un intermediario abilitato alla trasmissione o da un ufficio dell’Agenzia delle Entrate (si veda per i dettagli il Notes di Club3 di maggio scorso). La scadenza del 16 giugno, però, era da rispettare per evitare di pagare gli interessi: il Fisco dava tempo ai contribuenti di poter pagare anche nel periodo dal 17 giugno al 16 luglio 2009, ma in cambio applicava, sulle somme da corrispondere, una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo, in pratica 4 euro ogni 1.000 dovuti. Tuttavia, il Governo ha introdotto, se pur con limiti, la possibilità di sforare il termine del 16 giugno senza pagare di più. Il ministero dell’Economia, infatti, ha licenziato il decreto che prevede la proroga dei termini per i versamenti di Unico, limitatamente, però, per chi ha partita Iva ed è soggetto agli studi di settore. Di conseguenza, questi contribuenti potranno versare senza aggravi fino al 6 luglio, con la possibilità di mettersi in regola con la maggio- ED È SOGGETTO AGLI STUDI DI SETTORE ARRIVANO VANTAGGI razione entro il 5 agosto. Per tutti gli altri contribuenti restano le scadenze del 16 giugno e del 16 luglio. Questa decisione deriva dai ritardi nel rilascio dei modelli per il computo dei ricavi rilevanti ai fini degli studi di settore, che oggi sono disponibili sul sito Internet www.agenziaentrate.it, nella loro versione definitiva insieme alle istruzioni per calcolare le cifre da versare. Invece, per la trasmissione telematica dei modelli 730, Caf, professionisti abilitati e sostituti di imposta hanno tempo fino al 15 luglio. La trasmissione telematica alle Entrate da parte dei sostituti d’imposta dei dati fiscali e contri- butivi (mod 770) va presentata, invece, entro il 31 luglio. Inoltre, il ministro dell’Economia ha firmato il decreto che rivede la misura degli interessi sui pagamenti a rate e che è destinato a produrre effetti anche sui pagamenti legati alla tornata di dichiarazioni di quest’anno. Così, chi sceglie, per esempio, di pagare a rate il debito che risulta dalla dichiarazione potrà beneficiare di uno sconto del 2% sugli interessi. dare una fotografia del nostro Paese, con disaggregazione provinciale, in merito alle differenze tra i livelli di reddito espressi e i consumi o comunque il grado di benessere riscontrato. «Per ogni provincia», spiegano i ricercatori di Sintesi, «è stata fatta una semplice analisi basata su alcuni indicatori significativi – reddito disponibile, consumi alimentari, di energia e benzina, percentuale di autovetture con cilindrata superiore ai 2.000 cc, n° auto immatricolate per 1.000 abitanti, variazione percentuale media ultimi tre anni dei depositi, ecc. – in modo da poter confrontare tra loro il reddito disponibile da un lato e il tenore di vita o comunque i consumi dall’altro». Ciò che balza all’occhio nella graduatoria delle “discrepanze statistiche” è che in alcune province i redditi e i livelli di benessere (consumi) vanno di pari passo, mentre in altre la capacità di consumare e il tenore di vita sembrano decisamente superiori o inferiori al livello di reddito disponibile. Il Paese appare spaccato più o meno a metà. Congruenza tra redditi e stili di vita si riscontra nelle province del Nord-Italia e nella dorsale adriatica. Prato, Bologna, Forlì-Cesena, Bolzano, Biella, Cuneo, Siena e Belluno, Rovigo e Genova sono le 10 province dove addirittura lo stile di vita è sostenuto da elevati redditi pro-capite. Al Centro-Sud, invece, le incongruità sono decisamente più sensibili. La maglia “nera” in questa particolare classifica va assegnata soprattutto alle province siciliane, a Crotone e Caserta. In provincia di Aosta, invece, i dati incrociati mostrano più autovetture dei conducenti necessari a farle circolare. 2% È lo sconto sugli interessi di cui si potrà beneficiare se si preferisce la rateizzazione LE VIRTUOSE PROVINCIA IL RISCHIO DI EVASIONE NELLE DIVERSE PROVINCE ITALIANE Ma quali sono le province in cui i contribuenti sono più in regola con il Fisco? A questo proposito risulta utile l’indagine curata dal Centro Studi Sintesi di Venezia che ha tracciato una mappa sul rischio di evasione nelle province. Il dato più evidente che emerge dallo studio è che al Sud si spende più di quanto si guadagna con forti incongruenze tra i redditi percepiti e il tenore di vita assunto. Lo studio cerca di In certe situazioni presentare Unico può convenire anche a chi è esonerato: gli interessati sono lavoratori dipendenti, pensionati e collaboratori a progetto che nel 2008 hanno sostenuto spese deducibili o detraibili e vogliono chiedere il rimborso (o il riporto a nuovo) di una parte delle ritenute Irpef indicate nel Cud 2009. Chiara Conti 1 2 3 4 5 6 PRATO BOLOGNA FORLÌ BOLZANO BIELLA CUNEO 98 99 100 101 102 103 CASERTA CROTONE CATANIA SIRACUSA RAGUSA AOSTA REDDITO DISPONIBILE (€) SCOSTAMENTO TRA REDDITO E TENORE DI VITA 21.809,60 23.296,70 21.910,30 21.954,90 23.431,70 22.070,90 LE SOSPETTE 11.053,70 11.039,40 12.796,60 12.638,30 13.046,60 21.793,50 1,1656 1,1645 1,1498 1,1462 1,0882 0,9589 Pertanto, la graduatoria delle discrepanze (differenze statistiche) tra gli indicatori considerati pone in evidenza quali sono i comportamenti dei residenti nelle diverse aree territoriali. -1,0590 -1,1736 -1,2390 -1,3363 -1,3837 -1,9692 * Elaborazione del centro Studi Sintesi su dati ufficiali IL GOVERNO HA DECISO ALCUNI SLITTAMENTI. PER CHI HA PARTITA IVA positivi segnalano realtà locali in *cuiScarti il livello di benessere dei residenti è mediamente inferiore al reddito disponile; diversamente, a valori negativi corrispondono situazioni provinciali caratterizzate da propensione al consumo e tenore di vita mediamente superiore al reddito medio. Il che fa nascere qualche sospetto sulla veridicità delle dichiarazioni. NOTES 3 LUGLIO 2009 PREVIDENZA Colf e badanti, i contributi entro il 10 luglio. Con modifiche IN OCCASIONE DEI VERSAMENTI L’INPS HA CAMBIATO I MODULI PER LE COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE E HA FATTO PRECISAZIONI scattato il conto alla rovescia per i contributi da versare alle colf e alle badanti. I datori di lavoro domestico, che dispongono di una collaboratrice “in regola” per la cura della casa o per l’assistenza di una persona malata, dovranno corrispondere, entro il 10 luglio, i contributi relativi al secondo trimestre del 2009. Vediamo perciò gli importi dovuti per quest’anno (si veda la tabella sotto), analizzando però non tanto le modalità di pagamento, di cui ci sia- I NUOVI MODELLI ” È Pagheranno senza aggravi i datori rispettosi dei termini per le denunce di assunzione ” mo già occupati nei numeri precedenti del Notes di Club3, quanto piuttosto gli ultimi chiarimenti di recente forniti dall’Inps sulle comunicazioni obbligatorie dei rapporti di lavoro per questa tipologia di dipendenti. LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI Tutti i parametri e gli importi che i datori devono applicare ai loro dipendenti RETRIBUZIONE ORARIA EFFETTIVA IMPORTO CONTRIBUTO ORARIO CONVENZIONALE COMPRENSIVO QUOTA CUAF SENZA QUOTA CUAF (1) FINO A (3) 7,17 6,36 1,33 (0,32) (2) 1,33 (0,32) (2) OLTRE 7,17 FINO A 8,75 7,17 1,50 (0,36) (2) 1,50 (0,36) (2) OLTRE 8,75 8,75 1,83 (0,44) (2) 1,83 (0,44) (2) ORARIO DI LAVORO SUPERIORE A 24 ORE SETTIMANALI 4,62 0,97 (0,23) (2) 0,96 (0,23) (2) (1) Il contributo CUAF (Cassa Unica Assegni Familiari) non è dovuto solo nel caso di rapporto fra coniugi e tra parenti o affini entro il terzo grado conviventi. 4 LUGLIO 2009 NOTES (2) La cifra tra parentesi è la quota a carico del lavoratore. (3) Tutti gli importi si intendono espressi in euro. L’Inps con la circolare 20/2009 aveva varato i due moduli COLDASS e COLD-VAR, necessari per effettuare all’istituto tutte le comunicazioni obbligatorie relative ai lavoratori domestici. Ora, però, una nuova versione dei modelli sostituisce la precedente e può essere scaricata dal sito www.inps.it, nella sezione “modulistica”. IL COLD-ASS. È il modulo per l’assunzione. L’Inps ha precisato che: la “data fine” va inserita solo quando si tratta di un rapporto di lavoro a tempo determinato, mentre la cessazione va comunicata con il modulo predisposto per le variazioni (modulo COLD-VAR), che dovrà essere acquisito con la procedura di prossimo rilascio; la retribuzione oraria e quella mensile sono alternative. Si precisa che la retribuzione da inserire è quella concordata con il lavoratore, quindi non deve comprendere né la quota relativa alla tredicesima, né quella relativa all’indennità di vitto e alloggio; in caso di assunzione con contratto di lavoro ripartito va presentata una comunicazione per ogni lavoratore, segnalando nella sezione 5 il codice fiscale del coobbligato. Il contratto di lavoro viene stipulato in forma scritta tra il da- tore e due lavoratori che si dividono l’orario e si sostituiscono tra di loro. Non è invece possibile la sostituzione da parte di terzi. Le dimissioni o il licenziamento di uno dei lavoratori coobbligati comporta l’estinzione dell’intero vincolo contrattuale, salvo diverso accordo tra le parti. In quest’ultimo caso il datore di lavoro dovrà denunciare l’assunzione del lavoratore già coobbligato utilizzando il modulo COLD-ASS. IL COLD-VAR. Serve per le comunicazioni di cessazione, trasformazione, proroga del rapporto. Tutte le altre variazioni, già comunicate ai Servizi per l’Impiego, ma non transitate negli archivi centrali, potranno essere acquisite attraverso la funzione già in uso in Intranet. Anche alle variazioni urgenti (per l’erogazione di prestazioni, per l’invio di ulteriori bollettini, ecc.), in attesa del rilascio della nuova procedura, si potrà provvedere con la funzione già in uso in Intranet, avendo cura di tenere le comunicazioni in evidenza affinché sia possibile la successiva acquisizione finalizzata alla trasmissione dei dati ai Servizi competenti (ministero del Lavoro, Inail e Prefettura). Il modulo di variazione è articolato in 6 sezioni di cui è obbligatorio compilare la n. 1, in quanto necessaria per individuare il rapporto di lavoro; delle altre sezioni va compilata solo quella per cui va comunicata la variazione o la cessazione. In particolare, i campi della sezione n. 6, relativi ai dati del rapporto di lavoro, vanno compilati solo se modificano quelli comunicati in precedenza. È ammessa la variazione del codice fiscale solo se l’anagrafe tributaria ne ha attribuito uno diverso, collegato al precedente, o se quello comunicato prima risulta errato a fronte di dati anagrafici denunciati esattamente che permettono il prelievo del codice fiscale dall’anagrafe tributaria. Se per una qualsiasi ragione il rapporto di lavoro, di cui si è data comunicazione preventiva, non si instaura, il datore è tenuto a darne comunicazione non oltre i 5 giorni successivi a quello previsto per l’inizio del rapporto. In attesa che venga rilasciata la procedura di variazione, la comunicazione di annullamento del rapporto si potrà fare tramite comunicazione scritta alle sedi Inps o chiamando il Contact Center al numero 803.164. PER GLI EXTRACOMUNITARI L’Inps ha precisato che l’efficacia della comunicazione obbligatoria non è rilevante ai fini della sottoscrizione e presentazione allo Sportello Unico per l’Immigrazione del contratto di soggiorno per lavoro subordinato, per l’assunzione di un lavoratore in possesso di permesso di soggiorno, in corso di validità, che abiliti allo svolgimento di attività di lavoro subordinato (Mod. Q), obbligatorio dal 25 febbraio 2005. Pertanto, nel caso in cui si instauri un nuovo rapporto di lavoro con un cittadino non comunitario, regolarmente soggiornante in Italia, resta l’obbligo, per il datore di lavoro, di trasmettere il contratto di soggiorno, in quanto con tale atto il datore è tenuto a indicare dove alloggia stabilmente il lavoratore straniero e assume l’impegno di pagare le spese di ritorno dello straniero nel Paese di provenienza. PER L’ACQUISIZIONE TARDIVA L’Inps ha precisato che le denunce di assunzione, presentate ai Centri per l’impiego in base alle disposizioni ora non più in vigore, sono pervenute all’Inps con molto ritardo. Pertanto, a causa dell’acquisizione ritardata, i datori di lavoro domestico si possono trovare a dover pagare più trimestri pregressi entro 30 giorni dalla ricezione dei bollettini. Lo stesso avviene nei casi di rapporti di lavoro sospesi in attesa di accertamenti, definiti con esito favorevole dopo parecchio tempo dalla denuncia di assunzione. Perciò, accogliendo le istanze dei datori, è disposto che, esclusivamente per questi casi, previo accertamento che la comunicazione di assunzione sia stata presentata entro il termine di legge, nel caso in cui il ritardo nell’invio dei bollettini comporti un arretrato di almeno 1 trimestre di importo superiore a 300 euro oltre al trimestre corrente, le sedi sono autorizzate, su richiesta del datore, a spostare il termine ultimo di pagamento dei trimestri pregressi a un massimo di 12 mesi dalla data di primo versamento rilevabile nell’archivio lavoro domestico. Così, il datore avrà più tempo per pagare i contributi riferiti ai trimestri pregressi senza aggravi, salvo l’obbligo di pagare i contributi correnti alle normali scadenze previste. Aldo Forte 5 giorni di tempo Se il rapporto annunciato non si instaura va segnalato all’Inps in breve tempo NOTES 5 LUGLIO 2009 INTERNET Il social network è di moda a ogni età... come le truffe GLI OVER 50 UTILIZZANO SEMPRE DI PIÙ LE NUOVE TECNOLOGIE ” In Internet meglio usare uno pseudonimo e non il proprio nome per intero ” n Italia è stata di recente dimostrata la crescente sensibilità da parte degli over 50 all’utilizzo delle cosiddette “nuove tecnologie”. Basti pensare che solo nel 2008 è stato riscontrato un incremento nell’uso della rete Internet del 43% rispetto agli anni precedenti. Molti ultrasessantenni intervistati dichiarano, infatti, di sentirsi lontani dal luogo comune che li vorrebbe soltanto concentrati nel raccogliere i frutti di una vita spesa tra lavoro, figli e nipoti. Hanno invece voglia di confrontar- I IL RICORSO DIRETTO AL GARANTE DELLA PRIVACY Prima di ricorrere alla polizia giudiziaria va tenuto presente che il Codice della privacy (Dlgs 196/2003) offre diversi strumenti di tutela per l’utente che può senza dubbio proteggere i propri diritti rivolgendosi al titolare del trattamento e, in caso di mancata tutela, presentando un ricorso al Garante che prescriverà ogni misura al fine di rendere i trattamenti dei dati personali conformi alla legge, cancellando ove occorra quelli dichiarati illeciti. È proprio in questa direzione che si muovono i recenti provvedimenti del 6 LUGLIO 2009 NOTES si con le innovazioni della società moderna e pertanto utilizzano la mail, la chat e i forum on line, perché anche per loro la voglia di comunicare e fare nuove conoscen- ze cresce ogni giorno. Le nuove tecnologie, del resto, ampliano le possibilità di comunicazione e di incontro. Gruppi culturali per approfondire svariati argomenti nascono velocemente su Windows Live o su Facebook (i due più noti “social network”), così come blog, forum, gruppi liberi di discussione vengono fondati e gestiti da e per i non più giovanissimi. Senza contare che è ormai abitudine far seguire alla frequentazione delle “stanze informatiche” incontri di persona, nelle nostre belle città turistiche o d’arte. Garante che nuovamente è intervenuto sul tema dello “spamming” con un provvedimento con il quale si è ribadito che inviare email, fax, sms, mms e messaggi telefonici preregistrati costituisce un’attività altamente invasiva della vita privata degli individui e che, pertanto, questo tipo di attività legittima l’esercizio di azioni civili per il risarcimento dei danni subiti. Per questa ragione, le società che pratichino forme di marketing attraverso queste modalità, non possono giustificarsi dicendo di aver attinto i dati personali dei destinatari dei loro messaggi da elenchi pubblici o Internet perché, anche utilizzando questi elenchi, ammonisce il Garante, «non vi è possibilità di un invio senza consenso quando le comunicazioni commerciali sono effettuate con particolari modalità (via fax, posta elettronica, sms o mms o chiamate vocali mediante operatore automatico)». Tecnicamente il ricorso in questione deve indicare tutti i seguenti elementi: gli estremi identificativi del ricorrente, dell’eventuale procuratore, del titolare e, se conosciuto, del responsabile eventualmente designato; gli elementi posti a fondamento della domanda; il provvedimento richiesto al Garante; la sottoscrizione del ricorrente o del procuratore speciale. Il ricorso è validamente proposto soltanto se è trasmesso con plico raccomandato, oppure per via telematica osservando le modalità relative alla sottoscrizione con firma digitale, oppure presentato direttamente presso l’Ufficio del Garante. CRESCE ANCHE IL PERICOLO DI SUBIRE REATI COMMESSI VIA WEB I RISCHI DEL MONDO VIRTUALE È importante però conoscere anche i rischi che comporta questo universo virtuale, in quanto, se è affascinante creare sulla rete nuove occasioni di condivisione e perfino opportunità di lavoro domiciliare, è anche vero che sono gli anziani sempre più il bersaglio della criminalità informatica. Con frequenza quotidiana giungono segnalazioni di cittadini che utilizzano il web per acquisti e transazioni, senza sapere però che, con l’aumento delle transazioni economiche, crescono proporzionalmente anche le frodi. Tipica truffa via email è quella in cui all’utente, dopo aver cliccato su un link, vengano richieste password o informazioni di accesso a conti o carte di credito; situazione questa molto pericolosa soprattutto quando ingenuamente si inserissero password bancarie, stante il crescente fenomeno di soggetti che si fingono istituti bancari con l’unico scopo di carpire informazioni personali, come i dati di conto corrente e la password del correntista. Ancora, il caso di falsi messaggi che arrivano nella nostra posta elettronica apparentemente da siti di fiducia e che invece hanno l’unico scopo di acquisire i dati personali: in pratica i truffatori del web, tramite l’invio di messaggi pubblicitari o commerciali nella forma, provenienti da siti che siamo soliti consultare, ci comunicano presunti problemi tecnici e dunque la necessità di reinserire nuovamente i nostri dati personali, invitandoci nel peggiore dei casi a svelare non solo i dati anagrafici ma anche quelli di conto corrente (il cosiddetto “phishing”). La migliore difesa, in questi casi, consiste nel prendere qualche precauzione: leggere attentamente le email che dovessero arrivare e contattare i presunti mittenti ricorrendo a canali ufficiali e non utilizzando i numeri di riferimento indicati nella mail. Nessun ente economico, commerciale o amministrativo, pubblico o privato, utilizza l’email per lo scambio di informazioni tanto delicate. Altre volte però, si verificano fenomeni più gravi, cioè i cosiddetti furti d’identità. Questo fenomeno è tanto pericoloso quanto facile, soprattutto nei social network come Facebook, MySpace e simili, dove milioni di persone consegnano a un universo di interlocutori sconosciuti la propria “radiografia anagrafica”. Chiunque infatti può appropriarsi della vita di chiunque altro arrivando fino all’assurdo di ritrovarsi vittime di operazioni commerciali mai volute e coinvolti in trasferimenti monetari illeciti on line. Anche in questi casi, pur esistendo un’efficace legge di tutela della privacy, nel caso si “frequentino” social network del tipo MySpace o Facebook, è consigliabile evitare di pubblicare informazioni personali quali dati anagrafici, indirizzi o VADEMECUM “ANTI RAGGIRI” 1. Assicurarsi, prima di tutto, di installare un anti virus e un sistema di sicurezza efficace ad evitare gli attacchi più comuni ad opera dei programmi “spyware” oppure le più insidiose strategie di “phishing”; 2. utilizzare sempre password sicure e complesse, diverse per ogni “luogo” (siti o caselle di posta) frequentato; non usare mai come password informazioni personali, come ad esempio codice fiscale o data di nascita; 3. dotarsi per eventuali acquisti on line di una carta di credito prepagata in modo da scongiurare il pericolo di cloni che possano svuotare il nostro conto corrente; 4. diffidare delle richieste di dati personali ricevute tramite la posta elettronica, anche se con indirizzi apparentemente legali della propria banca o della propria assicurazione; 5. non compilare mai questionari che richiedano dati sui propri consumi, sul proprio stile di vita, sulle proprie abitudini, attività e ambizioni; 6. privilegiare nei conti correnti on line quelli che utilizzano sistemi di sicurezza intrinseca (one-time password e simili); 7. non servirsi mai di siti Web la cui notorietà è incerta o scarsa. anche il nome per intero. Meglio servirsi di un nickname (cioè di uno pseudonimo) o comunque non fornire l’intero nome e tutelare le informazioni relative ai propri familiari e in generale a tutto ciò che si riferisce alla nostra sfera privata. I ladri di identità, infatti, sanno efficacemente utilizzare le tecniche di “social engineering”, 43% di incremento Di tanto è salito nel 2008 l’uso della Rete da parte di ultrasessantenni NOTES 79 LUGLIO 2009 L’avvocato valorizzando i pochi dati in proprio possesso per ottenerne sempre di più. È incredibile quanto funzioni questo insidioso metodo: si pensi al caso del famosissimo Kevin Mitnick che per anni ingannò perfino l’FBI inserendosi nei database pubblici più delicati e importanti grazie alle password di accesso carpite agli ingenui impiegati. ” LE AUTORITÀ A CUI RIVOLGERSI La polizia postale è quella competente per tutti i casi di uso distorto delle tecnologie ” Nell’ipotesi si subisca un danno derivante da una truffa on line o dal furto della propria identità, si può denunciare il caso alle autorità competenti e pertanto al Garante della Privacy (www.garanteprivacy.it), all’Autorità di Garanzia per le Comunicazioni (www.agcom.it) e, non ultima, alla Polizia Postale (http://poliziadistato.it/articolo/982-Polizia_delle_Comunicazioni). È proprio questa, infatti, competente a contrastare l’uso distorto delle tecnologie su tutto il territorio nazionale e a operare per la sicurezza dei cittadini al fine di contrastare la diffusione di organizzazioni crimi- nali che utilizzino il web per scopi illeciti. La polizia postale e delle comunicazioni, infatti, compie, in stretta collaborazione con l’Autorità garante delle comunicazioni e il Ministero delle Comunicazioni, alte investigazioni di polizia giudiziaria, in via generale per tutti quei reati correlati al computer-crime/cybercrime e per tutte le fattispecie criminali poste in essere con l’aiuto dei più recenti strumenti tecnologici/informatici e/o che mirano a creare danno a questi ultimi. In particolare, l’attività della polizia postale tratta dei reati in materia di pedofilia, pirateria informatica, privacy, ecommerce ecc. Il cittadino-utente avrà la possibilità di rivolgersi all’autorità giudiziaria in sede civile e anche penale per la tutela dei propri diritti. Per ogni modo, la migliore tutela è, come sempre, la prevenzione. Proteggendo i propri dati, diffidando di chiunque li richieda senza un fondato motivo e utilizzando piccoli accorgimenti, si farà in modo che l’utilizzo della rete resti soltanto un sistema piacevole per tenere la mente sveglia e favorire nuovi incontri e rapporti sociali in genere. L’uso delle nuove tecnologie è solitamente il frutto di una passione nata prima per curiosità e poi diventata un’abitudine alla quale diventa difficile rinunciare, grazie alle enormi sue potenzialità, sia sociali sia culturali. Tante signore, intervistate sul punto, hanno risposto che il luogo migliore per connettersi ad Internet è la cucina, dove allo stesso tempo preparano deliziosi manicaretti e navigano avendo un occhio sempre attento a quello che accade nel mondo, ma conservando uno stretto legame con la realtà delle proprie case. Laura Genovese VOI DOMANDATE GLI ESPERTI RISPONDONO Club3 fornisce ai lettori anche un servizio Gli esperti di Club3 rispondono ad ogni di consulenza da parte dei suoi esperti. Le domande e le risposte di interesse generale potranno essere pubblicate, per gli altri quesiti la risposta sarà privata. Chi desidera usufruire di questa opportunità deve utilizzare il modulo qui a fianco versando un contributo spese di 25,82 Euro. domanda di carattere economico, finanziario, fiscale, normativo e previdenziale purché sia esposta in forma breve e non si tratti di un quesito multiplo. Gli esperti di Club3 si riservano di non dare seguito a quesiti ritenuti impropri, a loro insindacabile giudizio, rimborsando il contributo spese al lettore. Il contributo va versato mediante bonifico sul c/c 000000320800 c/o Banco Desio Ag.42 di Milano ABI 03440 – CAB 01601 IBAN: IT95W0344001601000000320800 intestato a 2C Edizioni. Allegare questo modulo e copia del bonifico e spedire in busta chiusa a: GLI ESPERTI DI CLUB3 c/o 2C Edizioni, Via Albani 21, 20149 Milano. 8 LUGLIO 2009 NOTES Nome e Cognome Via (o piazza) Cap Provincia Città Telefono Per informazioni su questo servizio si può telefonare ogni mercoledì – dalle 14 alle 15 – al numero 02.36.53.83.08. a cura di LAURA GENOVESE SOLO IL CONIUGE SOPRAVVISSUTO HA DIRITTO ALLA CASA ono un settantanovenne vedovo da Smoglie, quasi dieci anni che, al decesso della con la quale dividevo al 50% la proprietà immobiliare, nella quale tuttavia abito, ne è diventato proprietario al 66 per cento. Il rimanente 33% è suddiviso fra i due figli non coabitanti con i quali vivo un rapporto difficile, avendo ora come compagna di vita una signora sessantasettenne, fatto a loro non gradito. Ciò premesso e considerata la mia età, domando se esista una via legale, in caso di mia premorienza per assicurare alla mia attuale compagna la possibilità di continuare a vivere in questa casa, senza ricorrere a un eventuale matrimonio. L. F., Trani Purtroppo non esiste una tutela giuridica che possa garantire alla sua convivente di continuare a occupare l’intera proprietà immobiliare successivamente alla sua scomparsa. Il legislatore, infatti, ha voluto specificamente tutelare solo il coniuge, attribuendo allo stesso ex art. 540 del Codice Civile, il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili, sempre che la stessa fosse di proprietà del de cuius o in comunione tra lui e il coniuge. Dunque, fermo restando che allo stato non potrà garantire alla sua convivente di continuare a vivere nella casa, tuttavia, potrà la sua convivente succederle per testamento; in pratica potrà attribuire alla stessa tutti i beni e le sostanze rientranti nella cosiddetta quota disponibile, ossia potrà lasciarle tutti i beni di sua proprietà a eccezione di quelli che costituiscono la quota che la legge conserva agli eredi legittimi. Se, come da quanto ho potuto capire, i figli di cui parla sono della sua prima moglie e non anche suoi, allora potrà lasciare mediante testamento alla sua attuale compagna, la proprietà dell’intero 66%; nel caso contrario e se non possiede altri beni, una parte della casa andrà per legge ai suoi figli. In ogni caso, difficilmente la sua compagna avrà la possibilità di continuare a vivere nell’appartamento in mancanza del consenso dei due figli. Consiglio pertanto di discutere serenamente della questione, magari raggiungendo un accordo che possa soddisfare le aspettative di tutti. LA COMUNIONE DEI BENI ANCHE PRIMA DEL 1975 Io e mia moglie, sposati prima del 1975, non abbiamo mai stipulato alcuna convenzione matrimoniale. Il 10 ottobre del 1976 abbiamo acquistato un appartamento intestandolo soltanto a me nella convinzione che fosse automaticamente di entrambi in parti uguali. A questo punto però domando: oggi l’appartamento è di esclusiva proprietà dell’intestatario o di entrambi? E per quale ragione? L.D., Thiene Prima dell’entrata in vigore della legge n. 151 del 1975 di riforma del diritto di famiglia, il regime patrimoniale legale, in mancanza di una volontà contraria dei coniugi, era la separazione dei beni: ai coniugi, pertanto, veniva, comunque, data la possibilità di adottare, con apposita convenzione, il regime della comunione dei beni. Attualmente, invece, la regola generale è quella opposta, ovvero che dopo il matrimonio, salvo patto contrario, si applica il regime della comunione legale dei beni. La regola della comunione si applica automaticamente dal momento delle nozze per tutti i matrimoni celebrati dopo l’entrata in vigore della riforma del diritto di famiglia. La riforma introdotta con la legge 151 del 1975 ha portato dunque notevoli trasformazioni per ciò che attiene alla disciplina dei rapporti familiari, concretando un vero e proprio capovolgimento della prospettiva in materia di rapporti patrimoniali tra coniugi, ponendo, come regola legale di questi, quella della comunione, riducendo a una mera opzione convenzionale quella della separazione. Ne consegue che, ai sensi dell’art. 228 della legge di riforma n. 151/75, “le famiglie già costituite alla data di entrata in vigore della presente legge, decorso il termine di due anni dalla suddetta data, sono assoggettate al regime della comunione legale per i beni acquistati successivamente alla medesima data, a meno che entro lo stesso termine uno dei coniugi non manifesti volontà contraria in atto ricevuto da notaio o dall’ufficiale dello stato civile del luogo in cui fu celebrato il matrimonio”; pertanto, la comunione dei beni si applica a tutti gli acquisti effettuati successivamente al 20 settembre 1975, a meno che anche uno soltanto dei coniugi abbia deciso di mantenere il precedente regime di separazione dei beni con dichiarazione notarile fatta entro il 15 gennaio 1978. Stando così le cose, alla luce di quanto fin qui esposto, l’appartamento in questione, essendo stato acquistato (insieme o separatamente) in costanza di matrimonio, dopo il settembre del 1975 e in assenza di dichiarazioni dei coniugi di voler conservare il regime della separazione, è caduto senz’altro in comunione dei beni. NOTES 9 LUGLIO 2009 SALUTE Prima di acquistare medicinali c’è il “trovafarmaco” on line UN MOTORE DI RICERCA PERMETTE DI CONFRONTARE I PREZZI DEI DIVERSI PRODOTTI PER UNA SCELTA CHE SIA CONSAPEVOLE ” I diritti sui brevetti scadono dopo vent’anni e i principi attivi diventato “liberi” ” 10 LUGLIO 2009 NOTES uando si parla di salute non si bada a spese. Ma nei medicinali talvolta ciò che si paga è il marchio, ossia i diritti di brevetto di chi per primo ha scoperto e commercializzato una certa sostanza. Ma dopo vent’anni, o poco più, i diritti scadono e, se non rinnovati, la “ricetta” diventa alla portata di tutti con un forte abbassamento dei costi. È così che nascono i generici: l’Aulin gel costa 6 euro al grammo, il Nimesulide in compresse, cioè il suo generico, costa invece 87 centesimi al grammo. Una differenza non da poco che dovrebbe spingere i medici di famiglia a consigliare il farmaco più adatto e conveniente. Se il medico ha prescritto un medicinale non generico, il Q cui costo è superiore alla cifra rimborsata dal sistema sanitario, si può chiedere che ci venga venduto il corrispondente non di marca, a meno che sulla ricetta non ci sia scritto “insostituibile”. Per aiutare i clienti da oggi vi è anche un apposito motore di ricerca on line (www.generici.com) dove è possibile confrontare i diversi medicinali sul mercato inserendo o il principio attivo che interessa o il nome più noto del farmaco. Se si cerca “Aspirina”, per esempio, la schermata mette a confronto le 13 diverse confezioni prodotte sotto questo nome dalla Bayer, due generici e altri quattro prodotti a base di acetilsalicilico commercializzati da altre aziende. Il confronto viene fatto per confezione e per grammo, per rendere più preciso il calcolo, mentre i dati provengono da fonti ufficiali, quali il ministero della Sanità, Farmadisco e gli informatori farmaceutici delle aziende. I generici – detti farmaci preconfezionati prodotti industrialmente – sono stati introdotti con la Finanziaria del 1996 e nell’arco di più di dieci anni sta crescendo il numero di prodotti in vendita; tuttavia, il mercato è cominciato a decollare solo negli ultimi anni a causa della forte concorrenza tra le aziende. Secondo le stime del sistema sanitario nel 2014 i generici raggiungeranno l’80% del mercato, per un risparmio di almeno 500 milioni di euro. Un sistema “trova farmaco” è stato attivato anche sul sito dell’associazione Altroconsumo (www.altroconsumo.it) che permette di individuare il generico del medicinale che si desidera. I PARAFARMACI Prezzi più convenienti si trovano spesso anche nei corner dei supermercati dove, con la liberalizzazione introdotta dal decreto Bersani, si possono acquistare medicinali per l’automedicazione, cioè quelli che non necessitano di ricetta medica. Ricorrere ai parafarmaci è un’abitudine sempre più diffusa, nonostante le raccomandazioni a non improvvisarsi medici. Così le grandi catene si sono attrezzate e mettono a disposizione marchi propri o meno noti, ma con gli stessi principi curativi e a prezzi più bassi. I medicinali da banco rientrano in quelli cosiddetti di “fascia C”, cioè non sono rimborsabili dal sistema sanitario nazionale e non se ne può essere esentati. Ma come si ri- conoscono questi prodotti e chi garantisce la loro qualità? Sono diversi i nomi con cui vengono chiamati (farmaci di automedicazione, da banco, senza obbligo di prescrizione) e sono tutti identificati da un bollino rosso che riporta la scritta “Farmaco senza obbligo di ricetta”, a garanzia della sicurezza del medicinale. Si distinguono due classi, quelli detti Sop (senza obbligo di prescrizione) e gli Otc (“Over the counter”, da banco): entrambi possono essere venduti nelle parafarmacie, ma i primi vanno consigliati dal farmacista e non possono essere pubblicizzati all’interno del punto vendita, mentre per gli Otc è consentita la vendita diretta e la pubblicità. I medicinali senza obbligo di prescrizione alleviano i sintomi e non sono propriamente curativi: per la loro larga applicazione, in genere, si escludono effetti collaterali, anche se è sempre opportuno farsi consigliare dal farmacista, in particolare nel caso di anziani, bambini, donne in gravidanza o se si stanno seguendo altre cure farmacologiche. Per aiutare i cittadini a orientarsi tra le cure “fai da te”, l’Anifa (Associazione nazionale dell’industria farmaceutica) ha realizzato una guida per il consumo responsabile di questi farmaci, facendo conoscere i vantaggi del loro uso, ma anche i possibili rischi. La guida è consultabile on line (anifa.federchimica.it), ma è possibile trovarla anche nelle sedi dell’Unione consumatori: vi sono indicate le regole per la scelta e l’uso corretto, oltre ai consigli per chi parte in viaggio o per categorie protette di pazienti. GLI INTEGRATORI sen, ha deciso di monitorare il mercato analizzando le abitudini di consumo dei clienti di 17.500 farmacie, 2.300 parafarmacie e 8.900 negozi di mass market sparsi per l’Italia. Il settore degli integratori alimentari non è stato colpito neppure dalla crisi dei consumi e la crescita della domanda ha permesso alle 1.200 aziende produttrici di prodotti salutistici di chiudere lo scorso anno con bilanci positivi, mentre le prospettive per il 2009 prevedono un indotto di 1.453 milioni di euro e oltre 120 milioni di confezioni prodotte. Eleonora Della Ratta 500 milioni di euro È questo il risparmio minimo stimato dalla Sanità nel 2014, con i generici a quota 80 per cento Per bambini, per sportivi, per studenti sotto esame o per over 50. Ormai ne esistono di ogni tipo e gli integratori chimico-farmaceutici hanno soppiantato il vecchio uovo sbattuto che sembrava avere effetti miracolosi fino a vent’anni fa. Farmacie, parafarmacie e supermercati ne sono ben forniti e i consumi crescono continuamente in tutte le stagioni. La federazione farmaceutica Federsalus, in collaborazione con Ac Niel- IL CODICE FISCALE FA LA DIFFERENZA Nella dichiarazione dei redditi è possibile detrarre tutte le spese sanitarie, anche quelle per l’acquisto dei farmaci per l’automedicazione che si possono comprare senza ricetta medica. Vanno, però, conservati tutti gli scontrini emessi durante l’anno a cui si riferisce la dichiarazione dei redditi. Scontrini e ricevute devono essere “parlanti”, cioè devono riportare il codice fiscale di chi lo porta in detrazione, così come il nome del medicinale e anche il numero di confezioni, così da distinguerlo da altri prodotti come i cosmetici. Per essere certi di non andare incontro a errori e comunque per velocizzare il pagamento, è bene mostrare al farmacista o alla cassa del supermercato la tessera sanitaria su cui è riportato il codice a barre che, a sua volta, identifica il codice fiscale. Nel caso in cui non si abbia con sé la tessera sarà sufficiente dire al farmacista il numero del codice fiscale da inserire. Inoltre, proprio perché non è necessaria la ricetta medica, nel caso dei medicinali da parafarmacia il cliente è tenuto a compilare un’autocertificazione che attesti la necessità di acquistare quei prodotti per la propria salute. Gli scontrini devono essere conservati e presentati con la documentazione necessaria ai fini della dichiarazione dei redditi e, come il resto dei documenti, tutto ciò che riguarda le spese mediche detratte deve essere conservato per cinque anni. NOTES 11 LUGLIO 2009 IMMOBILI Certificato obbligatorio. Ma solo per chi lo vuole IL VALORE DI UN ALLOGGIO ANDREBBE DECISO ANCHE IN BASE a legge c’è: se volete rispettarla tanto meglio. Altrimenti pazienza. Sembra un’affermazione assurda, eppure, in materia di certificazione energetica, le cose stanno proprio così. In Italia c’è l’obbligo di farla quando si vende un immobile, ma di fatto la casa si può vendere lo stesso. Senza certificarla. Com’è possibile? L ” La prima direttiva europea sull’argomento è stata emanata sette anni fa ” 12 LUGLIO 2009 NOTES UNA CONTRADDIZIONE La certificazione energetica degli immobili nasce al fine di promuovere la cultura del risparmio e della sostenibilità, misurando la qualità e il valore sul mercato di un edificio anche in base al suo consumo energetico. La prima direttiva europea sull’argomento è stata emanata già nel 2002 (Dir. 2002/91/CE). In Italia, dal 2005, diversi decreti legislativi in materia hanno esteso progressivamente l’obbligo di certificare l’efficienza energetica degli immobili. Il 1° luglio 2009 dovrebbe scattare l’obbligo dell’attestato di efficienza energetica per la compravendita e l’affitto dei singoli appartamenti, anche di quelli di vecchia costruzione. La norma, tuttavia, è viziata dal fatto che la Finanziaria 2008 ha abolito la nullità dell’atto di vendita o del contratto di affitto, nel caso di mancanza della certificazione. L’Adiconsum si sta battendo perché tale provvedimento venga ripristinato, anche in considerazione dei richiami della Commissio- ne Europea. In vista dell’ennesimo passo in questa direzione, l’Associazione ha pubblicato una guida che racchiude tutto quel che proprietari, affittuari, acquirenti, ma anche enti pubblici e costruttori edili devono sapere per mettersi in regola e comprendere con chiarezza l’impatto energetico della propria abitazione. E la sua importanza. DALLA “A” ALLA “G” La valutazione della prestazione energetica della struttura abitativa viene effettuata tramite uno o più sopralluoghi da parte di un tecnico abilitato. Essa dovrebbe considerare i consumi dell’impianto di riscaldamento, dell’acqua calda sanitaria, del condizionamento estivo, della ventilazione e del- l’illuminazione, nonché l’eventuale presenza di fonti rinnovabili e la stima delle emissioni di gas a effetto serra determinate dagli usi energetici dell’edificio. Di fatto, allo stato attuale, gli obblighi riguardano solo il riscaldamento, nonostante gli impianti di condizionamento, specie al Sud, influiscano assai sul consumo energetico degli edifici. Il certificato che consegue alla perizia classifica l’appartamento o l’edificio in esame in base a una scala che va da A+ (massima prestazione e minimo consumo annuale) a G (minima prestazione e massimi consumi annuali). Se la casa ha già buoni valori di consumo energetico, la certificazione conferisce un ulteriore pregio all’immobile; in caso contrario, fornirà suggerimenti utili sugli interventi da effettuare per risparmiare energia. Il certificato ha validità per 10 anni e andrebbe aggiornato dopo ogni intervento di ristrutturazione che modifichi le prestazioni energetiche dell’impianto. Si ottiene, di solito, nel giro di due settimane dalla perizia. Spetta a chi mette l’immobile sul mercato richiedere la certificazione e a lui compete anche l’onere delle spese. Ottenere il certificato è fondamentale per chi acquista: solo in questo modo, infatti, può valutare con esattezza quanto consuma l’appartamento che sta per acquistare e stimare il suo valore con più consapevolezza. AL CONSUMO DI ENERGIA, MA LA LEGGE È ANCORA AMBIGUA RIQUALIFICARE CONVIENE Per come stanno le cose, oggi, l’opportunità di stilare o meno il certificato energetico resta, di fatto, a discrezione del proprietario dell’immobile. Nell’attesa che la legge perda l’ambiguità che la caratterizza, i proprietari possono decidere di certificare volontariamente il proprio immobile, godendo anche di agevolazioni e incentivi riconosciuti dalle amministrazioni pubbliche nel caso di migliorie. In materia di riqualificazione energetica, per esempio, la Finanziaria 2009 prevede una detrazione dall’Irpef del 55% sulle spese per interventi di riqualificazione energetica effettuati fino al 2010. Può chiederla chiunque sostenga le spese, anche se si tratta del conduttore di un affitto. Un altro strumento finanziario atto a favorire il risparmio energetico è il Contratto Servizio Energia, stipulato fra il proprietario dell’impianto di riscaldamento e alcune società denominate ESCo (Energy Service Company). In base al contratto la società effettuerà, in casa del proprietario, tutti gli interventi necessari per ridurre i consumi energetici (per esempio la sostituzione della caldaia) a proprie spese, mentre il cliente pagherà alla ESCo per 5/7 anni un importo pari a quello delle precedenti bollette, senza ulteriori spese. In questo modo gli investimenti sostenuti dalla ESCo sono ripagati negli anni dai mino- ri costi di esercizio e allo scadere del contratto il proprietario si ritroverà un impianto nuovo e più efficiente, che gli farà consumare molto meno e godere in breve tempo di un notevole risparmio. IL CAMMINO NORMATIVO Dall’8 ottobre 2006 gli edifici di nuova costruzione e quelli oggetto di grossi interventi di ristrutturazione devono essere dotati di attestato di certificazione energetica (Dlgs 192/05) Dal 1° gennaio 2007 il certificato energetico è necessario per ottenere agevolazioni fiscali per ristrutturazioni in funzione di una maggiore efficienza energetica (Dlgs 311/06) Dal 1° luglio 2007 è obbligatorio nella compravendita di edifici di nuova costruzione o con superficie utile maggiore di 1000 m2 (Dlgs 311/06) Dal 1° luglio 2008 è obbligatorio nella compravendita di edifici con superficie utile minore di 1000 m2 (Dlgs 311/06) Dal 1° luglio 2009 l’attestato di efficienza energetica dovrebbe diventare obbligatorio nella compravendita anche del singolo appartamento, ma il Dlgs 112/2008 ha abrogato l’obbligo di allegarlo al certificato di vendita pena la sua nullità. In ogni caso, il compratore o l’affittuario può comunque pretenderlo prima di firmare il contratto. I decreti legislativi interessano non solo abitazioni monofamilia- ri e condomini, ma anche uffici, scuole, ospedali, alberghi, ristoranti, impianti sportivi, negozi e qualsiasi fabbricato che utilizzi energia. Va detto, però, che al di là delle leggi nazionali, diverse Regioni e Province hanno fissato i requisiti minimi prestazionali degli edifici e hanno varato provvedimenti all’avanguardia in materia di certificazione energetica. Per fare solo un esempio, la Provincia di Trento ha approvato alla fine del 2008 un regolamento in base al quale, entro il 31 dicembre del 2013, tutti gli edifici pubblici dovranno essere dotati dell’attestato di certificazione energetica e i più efficienti saranno contraddistinti da un marchio esposto. Altre Regioni con regolamenti particolarmente virtuosi in materia sono la Liguria, il Piemonte e la Valle d’Aosta. Caterina Allegro 1° luglio di quest’anno Dovrebbe scattare l’obbligo di attestare l’efficienza energetica dei singoli appartamenti UN UTILE VADEMECUM “Avere un’abitazione a basso impatto energetico è un diritto/dovere di ogni cittadino”: parola di Pieraldo Isolani, co-autore della guida La certificazione energetica degli edifici. Gli obblighi, le scadenze, i benefici. Il vademecum, che oltre alla normativa contiene una sezione di utili consigli per risparmiare energia in casa, una lista di indirizzi ed enti utili a cui rivolgersi e i regolamenti a livello locale, è scaricabile gratuitamente sul sito dell’Adiconsum, alla pagina “Energia e ambiente”. NOTES 13 LUGLIO 2009 Questioni di casa a cura di SILVIO REZZONICO GLI INQUILINI TACCIONO NONOSTANTE LA DISDETTA el 1989 ho dato in affitto una casa a Nin questa una coppia di sposi, da allora vivono mia abitazione e pagano mese per mese. L’ultimo contratto l’ho fatto loro nell’anno 2000 con scadenza 7 luglio 2008. Ho però mandato la disdetta il 27 agosto del 2007, ma fino a oggi non ho ricevuto alcuna risposta, benché mi abbiano continuato a pagare regolarmente. Come devo regolarmi? Devo chiedere un aumento o agire per vie legali (a questo non vorrei arrivare)? Se in questi giorni mi lasciano sotto la porta l’importo del mese corrente, devo accettarlo o rifiutarlo? A. M., Napoli I La disdetta è stata inviata nei termini di legge (che sono almeno 6 mesi prima) e il contratto aveva una regolare durata (4 anni più 4). Essendo il contratto scaduto e, dal momento che gli inquilini non hanno ancora liberato l’immobile, non resta altra possibilità che adire alle vie legali tramite un avvocato e chiedere uno sfratto per finita locazione, sobbarcandosi le relative spese e seccature. Non ha, infatti, validità neanche una dichiarazione firmata dell’inquilino in cui assicura che se ne andrà a una certa data. Le consigliamo di fare regolari ricevute controfirmate dei canoni senza limitarsi a riceverli “sotto la porta” e di inviare un’ulteriore lettera in cui si comunica che l’importo versato del canone è da considerarsi a titolo di indennità di occupazione, fermo restando il diritto al risarcimento del danno e delle spese legali. GRONDAIE MAL INSTALLATE, MA NON C’È NIENTE DA FARE Vorrei sapere se è vero che per danni dovuti all’errata costruzione e dimensione delle grondaie del condominio, riscontrati 14 LUGLIO 2009 NOTES purtroppo anni dopo, è possibile richiedere il rifacimento o risarcimento del malfatto alla ditta appaltatrice. A. R., Lodi I Ultimata l’opera il committente è tenuto a eseguire i controlli del caso prima della sua accettazione; può essere espressa o tacita (per esempio, attraverso il pagamento senza riserve di quanto dovuto). Con l’accettazione, però,non è più possibile protestare per i vizi dell’opera o la sua diversità da quanto convenuto, se essi sono palesi, cioè evidenti o comunque riconoscibili. È ben vero che le grondaie di un tetto, ultimate in piena estate, possono perdere acqua al momento delle piogge autunnali. In tal caso, il vizio può essere giudicato “occulto” e l’appaltatore deve prestare due tipi di garanzia. La prima è biennale e copre le opere di minor durata. La seconda è decennale ed è prevista esplicitamente dal codice per gli edifici o comunque per “le altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata” e per i vizi gravi. Nel caso in questione la garanzia è senz’altro biennale, ma prevede che la denuncia dei vizi sia fatta entro 60 giorni dalla loro scoperta ed entro 2 anni dalla consegna. Tuttavia ci pare di capire che il termine di 60 giorni dalla scoperta sia decorso e quindi, in assenza di un contratto con la stessa ditta che ne fissa uno più lungo, purtroppo c’è poco da fare. DISTACCO DAL RISCALDAMENTO: QUALI SONO GLI OSTACOLI Abito in un condominio di 10 appartamenti, il riscaldamento è centralizzato e funziona a gasolio. In agosto del 2008 in questo paese viene erogato il gas metano. Ho deciso così di separarmi, assicurato da un tecnico della ditta che ha eseguito i lavori a casa mia che fosse legalmente possibile, salvo contribuire alle spese per il mantenimento del bene comune. Sono convinto di essere nella ragione (avendo letto anche pag. 9 del Notes di Club 3 di gennaio). Non la pensano così l’amministratore (condomino) e alcuni condomini che minacciano liti. D. V. F., Fidenza I L’unico ostacolo legale è dato dal fatto che il regolamento condominiale contrattuale vieti espressamente il distacco (o comunque la rinuncia alle cose comuni ai sensi dell’articolo 1118, secondo comma del Codice civile). Vi possono essere inoltre degli ostacoli tecnici, quali l’impossibilità di assicurare uno scarico dei fumi, oltre il colmo del tetto, che sia adeguato. Un consiglio, però: dal punto di vista del risparmio energetico (e dell’investimento che Lei sarà costretto ad affrontare), sarebbe probabilmente più conveniente che l’intero condominio passasse al metano e che sia assicurata la contabilizzazione del calore (vale a dire la possibilità di spegnere e regolare il calore all’interno dei singoli appartamenti). A proposito, se si ricorre a una caldaia a condensazione centralizzata è possibile, fino al 2010, godere della detrazione fiscale del 55% sulle spese affrontate per i lavori. Si tratta di una scelta adottabile a semplice maggioranza dei presenti in un’assemblea validamente costituita. SERVIZI Se non ricevete la posta a casa, significa che è finita al macero... DAI LUOGHI DI VACANZA SI SCRIVONO MOLTE CARTOLINE. ECCO I CONSIGLI AFFINCHÉ LA CORRISPONDENZA GIUNGA A DESTINAZIONE ensate un po’ che differenza di trattamento: se un postino butta una lettera in un prato è responsabile di distruzione di corrispondenza e può subire una condanna (art. 619 Codice penale). Se invece le Poste buttano al macero centomila cartoline, non sono responsabili perché applicano il regolamento, quindi è tutto legale. Poiché però tutti scriviamo qualche lettera e spediamo tante cartoline soprattutto d’estate, è bene conoscere i meccanismi per evitare spiacevoli sorprese al ritorno dalle vacanze. P PIÙ PESA PIÙ COSTA Ricordiamo che le tariffe postali prevedono per la corrispondenza ordinaria una tariffa con affrancatura di 0,60 euro, sia per lettere che per cartoline (un tempo per le ultime si pagava meno). Ma la tariffa è valida per una busta di peso non superiore a 20 grammi, altrimenti il francobollo deve essere di 1,40 euro e il costo cresce al crescere del peso. Inoltre, può verificarsi il caso della “distrazione totale”, cioè di inserimento nella buca delle lettere della corrispondenza priva del tutto di francobollo. La procedura di Poste Italiane prevede che la “distrazione totale” (ma anche quella parziale) possa provocare la “distruzione totale” della corrispondenza. Vediamo come e perché. L’art. 17 del regolamento (“Invii postali privi di affrancatura”) dispone che: “Gli invii postali non affrancati con una delle modalità di cui al precedente art. 16 non sono recapitati e sono restituiti al mittente, previo pagamento dell’importo dovuto. Se il mittente non è individuato con certezza o rifiuta il pagamento, gli invii sono distrutti. Gli invii postali diretti all’estero senza affrancatura sono restituiti al mittente, se individuabile, altrimenti vengono distrutti.” L’art. 18, poi, disciplina l’ipotesi di affrancatura insufficiente: “Gli invii postali con affrancatura insufficiente sono restituiti al mittente, previo pagamento dell’integrazione dell’affrancatura. Se il mittente non è individuato con certezza, o rifiuta l’integrazione, gli invii sono distrutti. Se tale irregolarità è rilevata in fase di recapito, Poste Italiane, prima della restituzione al mittente dell’invio con affrancatura insufficiente, chiede al destinatario se intende ricevere l’invio previo pagamento dell’integrazione di prezzo. Gli invii postali diretti all’estero con affrancatura insufficiente sono restituiti al mittente, se individuabi- le, altrimenti vengono distrutti.” Quindi se non c’è il francobollo e se non è indicato il mittente, la posta va al macero. Nel caso di francobollo insufficiente (mancanza “lieve”), i casi sono due: se la posta se ne accorge in partenza, la restituisce al mittente o la invia al macero (in assenza di recapito); se invece se ne accorge a destinazione, chiede l’integrazione e l’ammenda al destinatario e se questi rifiuta il pagamento la invia al macero. È evidente che per le cartoline la sorte è segnata, mancando l’indirizzo di chi spedisce, a differenza delle lettere, in quanto il mittente va indicato sul retro della busta. 0,60 euro in tutto È questa la tariffa per l’affrancatura di una lettera la cui busta non superi i 20 grammi FRANCOBOLLO E MITTENTE 1. Se spedite una lettera con più di un foglio è bene farsela pesare (basta andare da un tabaccaio che è attrezzato e conosce le tariffe). 2. Prima di infilare la busta nella buca verificate che abbia il francobollo. 3. Ricordate di riportare sempre nome e indirizzo ben chiaro sul retro della busta. A questo punto, se avete rispettato tutte le regole e la lettera non arriva è soltanto colpa delle Poste, non vostra . Gian Luigi De Marchi NOTES 15 LUGLIO 2009 VACANZE/ 1 Viaggi aerei, come orientarsi fra tante occasioni “fai da te” SUI SITI INTERNET DI OFFERTE TURISTICHE E COMPAGNIE LOW COST LE ALTERNATIVE NON MANCANO. ECCO A COSA FARE ATTENZIONE ” Spesso le proposte più vantaggiose restano on line per pochi giorni, a volte solo per 48 ore ” l fai da te si è spostato da qualche anno dal bricolage alle vacanze: sono sempre di più i turisti che si affidano alla ricerca di voli e alberghi su Internet senza rivolgersi alle agenzie di viaggio. E gli operatori si adeguano: offerte di sconti, incentivi per prenotazioni anticipate, pacchetti a basso costo dove, però, quasi niente è incluso. Per risparmiare è necessario prenotare molto tempo prima, spesso in un periodo ben determinato o sfruttare l’ultimo secondo disponibile con i cosiddetti “last second”. Per non avere brutte sorprese, inoltre, ci si deve informare prima della prenotazione su assicurazioni, bagagli, tasse e servizi. Vediamo come. I I PRINCIPALI MOTORI DI RICERCA Sono soprattutto le compagnie aeree low cost (o low frills) a offrire occasioni per partire nei mesi di luglio e agosto, ma anche i motori di ricerca dedicati all’offerta turistica come Mobissimo.com (con sede negli Stati Uniti, ma disponibile anche in lingua italiana), Venere.com (che permette di costruirsi un pacchetto volo, albergo e noleggio auto), o lastminute.com, adatto soprattutto per chi ha flessibilità di da16 LUGLIO 2009 NOTES te e orari di partenza. Per chi vuole andare nelle capitali europee, le maggiori città turistiche hanno on line un proprio portale che raduna tutte le principali opportunità di collegamento aereo e ferroviario, le strutture alberghiere e le società di trasporto o di noleggio auto. Per esempio, si può consultare Visitlondon.com dove è possibile prenotare una vacanza con uno sconto del 10% rispetto ai prezzi di listino. L’importante è essere rapidi: le migliori offerte vengono lanciate per pochi giorni, a volte per sole 48 ore, e permettono di prenotare viaggi a distanza di due o tre mesi. Milano-Jakarta a 260 euro, un volo per Sydney a poco più di 300 euro sono occasioni da non perdere, ma non mancano le limi- tazioni. Innanzitutto i biglietti a prezzi stracciati non possono essere rimborsati o cambiati né ceduti a un altro passeggero; se non altrimenti specificato, si tratta di voli aperti, solo andata, e il ritorno può costare cifre spropositate; infine, per le destinazioni continentali vi sono forti limitazioni nel peso dei bagagli, la possibilità di trasportare attrezzature sportive o animali, costi aggiuntivi per la scelta del posto o la prenotazione che assicura di evitare l’overbooking, ovvero il rischio che siano stati emessi più biglietti dei posti realmente disponibili. Nei mesi di alta stagione le opportunità comunque aumentano: alcuni aeroporti, come quelli dell’Isola d’Elba o di Pantelleria, aprono solo per i mesi estivi, con collegamenti a basso costo dalle principali città italiane. Lo stesso avviene per i principali Paesi del Mediterraneo, a cominciare da Marocco, Tunisia ed Egitto, dove atterrano le linee generalmente dirette dal Nord Europa. La geografia dei collegamenti aerei dipende dalla stagione, ma anche dalla domanda: negli ultimi due anni è aumentato il numero di collegamenti verso i Paesi dell’Est Europa, soprattutto la Romania, per il crescente interesse di imprenditori e immigrati a spostar- si in tali direzioni. I costi, di conseguenza, si sono molto abbassati grazie alla concorrenza tra operatori, e anche chi sceglie la terra di Dracula come meta per le proprie vacanze può spendere poco. Potenziati anche i collegamenti: per la stagione estiva, per esempio, Ryanair ha aperto 13 nuovi collegamenti nazionali e internazionali dall’aeroporto di Bologna, dopo aver inaugurato 7 tratte lo scorso inverno. Dal Centro Italia si potrà partire per le mete tradizionali, come Spagna e Francia, ma anche per la Polonia e la Norvegia. Per il solo periodo estivo (maggio-settembre) anche la Sardegna avrà nuovi collegamenti: Jet2.com parte da Olbia verso Edimburgo, Leeds e Manchester, triplicando i voli rispetto allo scorso anno e abbassando i prezzi; andare nel Regno Unito costa, in media, 59 euro. La politica delle compagnie spinge anche il turismo in Italia, per esempio, facilitando gli arrivi dall’estero nelle isole. SENZA FRONZOLI... E SENZA VALIGIA Ma i voli low cost o low frills possono diventare più costosi di quelli di linea. Infatti fra i “fronzoli” può rientrare anche la stessa valigia. Nel caso di Ryanair sono esclusi dal prezzo i bagagli (previsto solo il bagaglio a mano da 5 chili), la prenotazione del posto (che può arrivare anche a 15 euro per quelli extralarge, più spaziosi, o vicini alle uscite di emergenza), lo snack, l’assicurazione per cancellare il volo, le tasse, i supplementi carburante (il costo è variabile in base al periodo). Le pubblicità, invece, devono essere chiare: come previsto dall’Antitrust, i manifesti o i banner che reclamizzano le offerte devo- no specificare il periodo di validità e comprendere tasse e supplementi. Anche nel settore dei voli a basso costo la concorrenza non manca: molte compagnie di linea hanno inaugurato parallelamente collegamenti a basso costo, per offrire servizi completi a prezzi più convenienti. Attenzione anche a non sbagliare il nome sul biglietto: non si tratta solo di decidere chi sarà il passeggero, ma di ricordarsi anche l’eventuale secondo nome. Il nominativo stampato sul biglietto deve essere lo stesso di passaporto o carta di identità, correggerlo successivamente può costare anche 200 euro. LA CROCIERA, UN “LUSSO” PER MOLTI Trent’anni fa erano il simbolo della vacanza di lusso, oggi anche le crociere sono diventate low cost. Ma, più che per gli aerei, per le navi vale la prenotazione anticipata: le stagioni vengono presentate con un anno di anticipo, basta pensare che Costa Crociere ha già pronto il catalogo per l’estate 2010. Di pari passo le offerte: quest’estate è possibile trovare a buon prezzo i viaggi per il prossimo anno o, per chi non ha proble- SEMPLICI ACCORGIMENTI PER TUTELARSI La tragedia dell’aereo inabissato nell’Oceano è ancora fresca nella mente di chi, magari, ha pensato di passare l’estate a Rio de Janeiro. Consapevole che è solo il caso a determinare certe sciagure, nessuno rinuncia alla propria vacanza ma per la propria tranquillità è sufficiente prendere alcuni semplici accorgimenti. Per esempio, si può registrare il proprio viaggio sul sito della Farnesina (www.esteri.it) con il servizio “Dove siamo” (www.dovesiamonelmondo.it), curato dall’Unità di crisi del Ministero degli Esteri: basta inserire i propri dati (nome, indirizzo, recapito telefonico all’estero e di una persona di fiducia) e specificare la destinazione e la data di partenza e ritorno. In caso di difficoltà o pericolo, dall’attentato all’alluvione, il Ministero si potrà mettere in contatto con gli italiani all’estero oppure si potrà chiedere soccorso con un semplice sms al numero 320.2043424. Un minimo di prudenza è richiesto anche per la scelta della propria destinazione: sul sito del Ministero è possibile consultare la lista dei Paesi considerati a rischio per scarsa sicurezza (www.viaggiaresicuri.it): i punti rossi indicano su una cartina le nazioni che è meglio evitare, specificando per ogni località le difficoltà che si possono incontrare e i livelli di rischio. mi di lavoro, le occasioni per l’autunno-inverno. Destagionalizzare è diventato il motto delle compagnie di settore che offrono crociere nel bacino del Mediterraneo o tra i fiordi finlandesi in tutte le stagioni: ai clienti vengono proposte escursioni in città d’arte, ma soprattutto settimane all’insegna del relax, con Spa e veri e propri centri sportivi a bordo. La crociera si rinnova e punta soprattutto sulle famiglie, con pacchetti studiati ad hoc per offrire a cifre piuttosto basse – circa 800/1.000 euro a persona – una settimana di vacanza all inclusive. Eleonora Della Ratta 1.000 euro È la cifra più alta che in media si spende a persona per una settimana all inclusive a bordo di una nave NOTES 17 LUGLIO 2009 VACANZE/ 2 Lo shopping oltre confine può anche far risparmiare CHI VA IN QUESTI MESI ALL’ESTERO HA L’OCCASIONE DI ACQUISTARE ” La Turchia è uno dei Paesi più vantaggiosi per vestiti, cd e lettori dvd ” a vacanza può essere anche occasione di “risparmio”. Soprattutto se la meta del viaggio è fuori dai confini nazionali. Sono davvero tanti i prodotti da mettere in valigia quando si è arrivati a destinazione, proprio perché i prezzi possono essere molto più bassi nel luogo di villeggiatura rispetto che a casa nostra. L 18 NOTES CAMBIO D’ABITO In Turchia conviene rifarsi il guardaroba. I prezzi degli abiti sono davvero convenienti rispetto a quelli che troviamo nei nostri negozi, secondo i dati raccolti da Eurostat alla fine del 2008. Un completo giacca e pantaloni da I LIMITI ALLA DOGANA Nell’Unione europea le frontiere non esistono più da un pezzo. Pertanto, chi va in uno dei Paesi che ne fanno parte, può fare acquisti senza nessun limite. Unica eccezione è rappresentata dal tabacco e dagli alcolici. Per le sigarette le soglie sono comunque molto alte (200 pezzi), mentre per l’alcool non si possono superare i 2 litri, i 16 per la birra. Attenzione però se si rientra in patria da Paesi extra-europei: è bene conservare, con i prodotti acquistati, tutte le LUGLIO 2009 L’Italia, ormai lo sappiamo, negli ultimi anni ha visto il caro-vita crescere a dismisura. E non basta certo qualche mese di inflazione vicina allo zero per cambiare il trend. Il risultato è che, dovunque si vada in ferie, si possono trovare ottime occasioni di shopping, al di là dei prodotti locali e dei classici souvenir. È bene quindi partire lasciando un po’ di spazio vuoto in valigia da riempire con la merce che troveremo “a prezzi da saldo”. Ecco qualche consiglio per cogliere queste opportunità al volo. ricevute. Portarseli a casa legalmente si può, ma il loro valore non deve superare i 430 euro a persona. Esistono poi dei limiti per merci apparentemente “innocue”: se si compra del miele, per esempio, non si possono superare i 2 chili. “In questi casi, le restrizioni hanno lo scopo di frenare la diffusione di malattie”, sottolineano dal Centro Europeo Consumatori, “che si propagano proprio attraverso alcuni prodotti alimentari”. uomo, classico, in lana, che da noi non costa meno di 250 euro, tra Istanbul e Ankara si trova a 100 euro circa, mentre i blue-jeans di una buona marca costano intorno ai 30 euro, contro i nostri 50-70 di media. Una maglietta in puro cotone da uomo, in Italia sotto i 40 euro solo in periodo di saldi, là è in vendita a circa 20 euro. Strano ma vero, anche in Gran Bretagna si possono trovare capi d’abbigliamento a prezzi scontati: sempre secondo i dati Eurostat, un paio di scarpe casual in pelle da uomo, di un marchio affidabile e conosciuto, nel Regno Unito costa poco più di 50 euro, mentre in Italia supera in media i 60. Scarpe e borse in pelle costano pochissimo a Buenos Aires: basta tenersi lontani dai più famosi (e costosi) centri commerciali, il Galleria Pacifico e il Patio Bullrich. Nei negozietti più defilati, l’affare è garantito. CARRELLO HI-TECH Gli amanti dell’elettronica possono concludere buoni affari in Giappone, negli Usa e in Islanda. La Germania, dove fino a qualche anno fa si trovavano offerte interessanti, negli ultimi tempi si è invece allineata ai nostri listini. Per trovare un i-pod più economico rispetto all’Italia (il costo è di circa 250 euro), bisogna andare a New York, dove si scende intorno ai 220 euro, secondo una ricerca del sito fran- ARTICOLI CHE IN ITALIA HANNO PREZZI DECISAMENTE PIÙ ELEVATI cese specializzato pricerunner.fr. Meglio ancora a Tokyo: lì l’apparecchio costa poco più di 170 euro. Per i fanatici della fotografia l’Islanda è il posto giusto per procurarsi i migliori apparecchi digitali: quelli super sofisticati costano 300 euro, il prezzo più basso d’Europa. MUSICA LOW-COST Chi vuole farsi scorte di cd può approfittare dei prezzi nei Paesi dell’Est: basti pensare che un cd appena uscito di musica pop costa intorno agli 11 euro in Slovacchia, ai 13 nella Repubblica Ceca, ai 14 in Ungheria e addirittura ai 6 euro in Lituania. Anche in questo caso la Turchia è a buon mercato con i suoi 6 euro, ma pure il Regno Unito risulta concorrenziale: il prezzo medio è di 14 euro. Decisamente meglio rispetto ai 20-25 euro che si spendono in Italia. In valigia ci possono stare comodamente anche i lettori dvd, sempre più sottili e leggeri. I prezzi migliori, ancora una volta, sono quelli turchi: un buon apparecchio qui si trova a 59 euro contro i nostri 70, secondo Eurostat. CONSUMATORI GARANTITI L’acquisto all’estero, se viene fatto in un Paese dell’Unione europea, è garantito. Nel senso che per legge sono in vigore le stesse norme valide per qualsiasi prodotto comprato in Italia. Lo assicura il Centro Europeo Consumatori: la garanzia minima è dunque di due anni, come nel L’IDEA REGALO Se ancora vi manca e decidete di andare in vacanza in Belgio, si può approfittare dell’occasione per procurarsi qui il navigatore da sistemare sopra il cruscotto. Comprarlo in Italia, infatti, significa andare incontro a una spesa di almeno 230 euro. A Bruxelles, invece, gli apparecchi si vendono circa a 40 euro in meno. E se c’è qualche bimbo in famiglia e la meta di vacanza è l’Islanda, l’acquisto giusto da conservare per Natale potrebbe essere la console di giochi Wii, che a Rejkjavik costa 130 euro: la differenza rispetto all’Italia è di un centinaio di euro. L’EST, UN MITO DA SFATARE I Paesi dell’Est non sono più il paradiso che tutti credono, vale a dire non è nostro Paese. Nei primi sei mesi successivi all’acquisto, a qualsiasi difetto deve provvedere il venditore tramite rimborso o sostituzione della merce. In caso di riparazione, tutto deve essere a carico del commerciante. Se il danno è irreparabile e la sostituzione impossi bile, il consumatore può chiedere un parziale risarcimento. Passati i primi sei mesi, se l’acquirente denuncia un difetto del prodotto deve però anche dimostrare che questo danno esisteva al momento della consegna e che non è stato provocato da un uso scorretto o da incuria. vero che sono convenienti per qualunque cosa si compri o quasi. Soltanto alcune merci, soprattutto legate all’abbigliamento non firmato, costano meno rispetto alle nostre città. I beni hi-tech, per esempio, sono spesso molto più cari in Polonia e Ungheria rispetto alle nostre catene dell’elettronica: Praga è la città in Europa dove una console Nintendo è più cara in assoluto (310 euro, contro i nostri 250); a Vilnius, in Lituania, una Playstation costa oltre 500 euro, mentre in Italia ci fermiamo a 350 o poco più. Ci sono invece buone occasioni per l’abbigliamento bimbi: un paio di jeans costa meno di 20 euro in Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia. A fronte dei negozi italiani, dove la media è pari a 30-40 euro. Isabella Dalla Gasperina 230 euro È la spesa minima per un navigatore in Italia. In Belgio, in media, sono in vendita a circa 40 euro in meno NOTES 19 LUGLIO 2009 VACANZE/ 3 GIOVANI E ADULTI POSSONO CONCEDERSI UN PERIODO DI SVAGO FRA STILI DI VITA SOSTENIBILI E COMPORTAMENTI PIÙ SOLIDALI le imbarcazioni dei pescatori, pranzare con il pesce appena pescato e scoprire le più belle insenature di Favignana e Marettimo. Infine il WWF con il “Turismo Scolastico”, riservato ad alunni delle scuole di ogni ordine e grado, permette di conoscere l’ambiente naturale, per lo sviluppo di modelli di vita sostenibile. PER FARE VOLONTARIATO soprattutto dagli anni Novanta che si parla di impatto e sostenibilità ambientale e di energie più “pulite” rispetto ai combustibili fossili, petrolio e carbone in primis. Ma esistono associazioni e organizzazioni, in Italia e all’estero, che da tempo si battono per far sì che la sensibilità all’ecologia diventi un modo di vita per tutti. Associazioni che hanno come obiettivo la tutela della natura e la salute dell’uomo e degli animali e che nel periodo estivo offrono la possibilità ad associati e non di condividere parte della loro attività grazie a escursioni e vacanze alternative. È ” La scelta è ampia, dal mare alla montagna, da soli, in gruppo o con la propria famiglia ” 20 LUGLIO 2009 NOTES CAMPI AVVENTURA E NON SOLO Il WWF (World Wide Fund for Nature), che ha come mission la conservazione della flora e della fauna, in Italia dispone di oltre 200 sezioni locali e d’estate propone una rosa di possibilità sia per i giovani sia per la famiglia, fra cui molti progetti per la tutela di specie animali a rischio di estinzione. I “Campi avventura” rappresentano un’occasione per imparare divertendosi e, come si legge sul sito Web, www.wwf.it, offrono a partire dai 6 fino ai 17 anni (con suddivisione in tre fasce d’età), “un’immersione totale nella natura per scoprirla, apprezzar- la e viverla assieme a tanti compagni di avventura”. I ragazzi al campo vengono accompagnati in questa esperienza da animatori esperti e sensibili alle problematiche ambientali. Per esempio, dal 20 al 29 luglio, per i ragazzi dai 15 ai 17 anni, c’è il campo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, alloggiando presso il rifugio “Il Falco”, a Pizzone, a quota 1.500 metri, dando così sostegno all’economia della regione dopo la tragedia del terremoto, girovagando fra valli selvagge sulle tracce degli orsi e aiutando i ricercatori a proteggere questo animale. Il gruppo prevede 18 persone e la quota d’iscrizione, viaggio escluso, con pensione completa, è di 410 euro per i non soci e 390 per i soci Wwf. Tutti i detta- gli si trovano comunque sul sito dell’associazione, tramite il quale si può provvedere on line anche alla prenotazione. Oppure, se si preferisce il mare, in Sicilia, dal 10 luglio al 21 agosto, a Siculiana, in provincia di Agrigento, si potrà passeggiare sulla spiaggia della riserva di Torre Salsa per monitorare le tartarughe marine e il loro habitat e, la sera, grazie al laboratorio astronomico, osservare le stelle. La vacanza, in un campeggio attrezzato, costa 525 euro (500 per i soci), viaggio escluso, con pensione completa. In alternativa ci sono le “Vacanze Natura Famiglie” in località di mare, montagna, campagna e altro ancora, cioè “soggiorni e viaggi per le famiglie che desiderano condividere con i figli la passione per la natura”. Per esempio, dal 2 al 29 agosto, si può optare per una crociera in barca a vela nei mari cristallini delle isole della Grecia, alla ricerca di delfini e tartarughe. Il costo è per gli adulti pari a 685 euro (650 per i soci), mentre per i ragazzi dai 3 agli 11 anni scende a 615 euro (585). Ancora, le “Vacanze Natura per Tutti e Under 25”, un momento di relax, lontani però dal classico villaggio turistico. Così, per proteggere la natura delle isole Egadi in Sicilia, si potrà essere ospitati sul- Sono poi sempre di più gli italiani che, all’indomani della crisi economico-finanziaria, scelgono il volontariato, in Italia o all’estero, per viaggiare in modo diverso, creativo e solidale. Legambiente, nata nell’80 (legambiente.eu), è oggi l’associazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio con oltre 1000 gruppi locali, 20 comitati regionali, più di 115.000 tra soci e sostenitori, e con la campagna Volontariambiente anche per quest’estate lancia una serie di iniziative. In primo luogo, i “Campi di volontariato” (oltre 300 progetti tra cui scegliere). In particolare, “I campi della legalità” presso le proprietà confiscate alle mafie, che offrono ai volontari l’opportunità di affiancare gli operatori delle cooperative sociali, per approfondire aspetti sociali e legislativi legati alla loro particolare esperienza. Per chi invece è interessato al recupero di monumenti e siti archeologici, ci sono i campi di “Salvalarte”; mentre nelle aree a maggior rischio incendi boschivi sono previsti corsi su attività di prevenzione dai fuochi in cui i volontari sono impegnati in esercitazioni all’interno dei boschi. E ancora, si può scegliere tra i campi subacquei per la tutela e la pu- lizia dei fondali marini nel Parco Archeologico sommerso di Baia (Na) e campi di swimtrekking per il monitoraggio dei fondali e delle coste a Marettimo (Tp) e all’Asinara (Ss). Inoltre, Legambiente mette a disposizione i 363 alberghi & C. di “Legambiente Turismo” per vacanze a basso impatto e a contatto con la natura (le strutture turistiche offrono il 10% di sconto agli iscritti) e, ancora, “Soggiorni estivi” per i ragazzi, come quello che, dal 6 al 12 luglio e dal 13 al 19 luglio, propone, per la fascia di età dagli 8 ai 13 anni, un’esperienza coinvolgente nel Parco e “nella cultura antica delle genti del Gran Sasso alla scoperta della montagna e della sua straordinaria biodiversità”. L’associazione di promozione sociale Lunaria (lunaria.org), fra le altre, propone campi in molti Paesi dove svolgere attività di volontariato e animazione con i bambini, protezione dell’ambiente, restauro archeologico, ecc., in Marocco, Francia, Repubblica Ceca e in tanti altri Stati. Basti pensare che, dal 1992, sono 25.000 i volontari che hanno scelto un campo promosso da Lunaria, un’associazione senza fini di lucro che si oc- cupa di attività di ricerca, formazione e comunicazione sui temi dell’economia solidale e del terzo settore, delle migrazioni e della globalizzazione e promuove iniziative di volontariato internazionale e di politiche giovanili, come per esempio lo scambio fra giovani. Anche la Lipu (www.lipu.it), Lega Italiana Protezione Uccelli, organizza “Campi Natura” di ricerca, sorveglianza e volontariato ecologico che hanno il duplice obiettivo di sostenere progetti di studio e conservazione e di sensibilizzare il pubblico, coinvolgendo direttamente nelle attività tutti coloro che vogliono partecipare. Come il campo, dal 17 al 21 agosto, alla scoperta del Parco Nazionale del Cilento tra arte, cultura, natura, gastronomia, gite, escursioni, storia o quello di studio e sorveglianza del falco della Regina, in Sardegna, nell’oasi Lipu dell’isola di Carloforte, nel quale i volontari sono chiamati a svolgere attività di ricerca e raccolta dati con l’assistenza scientifica di un esperto, nonché di sorveglianza contro il bracconaggio e la raccolta di uova dai nidi. Chiara Conti ” Un’estate secondo natura con associazioni ambientaliste Si può partecipare al recupero di monumenti, ad attività di ricerca e animazione ” NOTES 21 LUGLIO 2009 RISPARMIO Conti deposito, i rendimenti sono alti ma c’è da fidarsi? euro di giacenza Alcune banche pagano bene fino a questa soglia, altre invece solo se la si supera 22 LUGLIO 2009 NOTES tassi di rendimento dei Bot hanno toccato il minimo storico, con uno striminzito 1% annuo netto. I pronti contro termine boccheggiano su tassi di poco superiori. I fondi monetari riescono a stento a dare l’1% netto. I conti correnti rendono praticamente zero, anche per cifre elevate. Invece i conti di deposito offrono ancora oggi tassi di rendimento elevati, da un minimo del 2,5% a un massimo del 4% annuo lordo (che equivale a un tasso netto variabile tra un minimo del 2,2% e un massimo del 2,92%). Ma si tratta di strumenti rischiosi? Premettiamo che, sotto il profilo della possibilità concreta di perdere il capitale investito, un conto deposito non è rischioso, perché, grazie anche ai recenti provvedimenti adottati a livello mondiale per salvare il sistema bancario molto compromesso dalle speculazioni su “titoli tossici”, I COME DESTINARE LA LIQUIDITÀ Gli impieghi sono di tre tipi: 1. Il mercato interbancario. È un sistema usato per decenni dalle piccole banche operanti in zone ricche di risparmio, ma povere di iniziative imprenditoriali, che versavano nelle casse delle grandi banche i capitali raccolti. Oggi non è pensabile che ING, Mediolanum, Fineco e le altre protagoniste del mercato usino questo canale, dato che l’Euribor (il tasso di rendimento dei depositi interbancari) è sotto l’1,5%. 2. Il mercato obbligazionario. È una destinazione abbastanza diffusa che consente di ottenere rendimenti più alti in quanto i titoli sono di durata pluriennale e in genere pagano interessi superiori a quelli della raccolta a vista. Ma at- tualmente i tassi dei Cct e dei Btp sono praticamente pari a quelli dei conti deposito, quindi l’alternativa è quella di investire la raccolta in titoli “high yeld”, ossia ad alto rendimento, ma anche ad alto rischio. 3. I prestiti personali, finanziamenti aziendali e mutui. È la forma tradizionale di impiego della liquidità. Però i mutui sono pluriennali (quindi destinarvi i capitali raccolti a vista potrebbe essere rischioso) e inoltre non rendono più come una volta. Molte banche che propongono conti deposito a tassi alti, reclamizzano mutui per l’acquisto della prima casa a tassi bassi (4,5%), ma non sempre sono convincenti. I finanziamenti sono la strada giusta e probabilmente qui si trovano le fonti di reddito consistenti, dato che, come ha di recente sottolineato l’Adusbef, molte banche praticano ancora tassi del 13% annuo alla clientela più bisognosa di soldi che però è anche quella più a rischio. GLI ASPETTI CRITICI Per avere un quadro della situazione abbiamo svolto un’indagine a campione tra le principali banche del settore, rilevando alcuni punti critici. Innanzitutto, i tassi evidenziati negli annunci pubblicitari sono utilizzati per attirare nuova clientela che, una volta acquisita, si vede il tasso scendere a livelli molto inferiori (in genere la metà). Il secondo fatto è costituito dall’abbinamento con altri prodotti bancari che sono ob- bligatori se si vuole beneficiare del tasso promozionale. Può trattarsi di fondi comuni o di una polizza, in ogni caso su questi prodotti la banca guadagna commissioni che vanno a incrementare il suo conto economico. Il terzo punto critico è rappresentato dagli eventuali limiti di giacenza sui quali è calcolato il tasso “privilegiato”. Ci possono essere limiti minimi (Mediolanum offre un’elevata remunerazione solo oltre i 12.000 euro) o massimi (Barclays paga forte, ma solo fino a 10.000 euro). Infine, in alcuni casi il tasso è riconosciuto solo se si porta con sé un amico o un parente, svolgendo attività promozionale gratuita per conto del- la banca. Pertanto anche per i conti deposito occorre prestare attenzione all’effettivo contenuto dell’offerta, alla durata e ai meccanismi di capitalizzazione. È consigliabile essere il meno possibile fedeli a una banca, per passare da un’offerta all’altra e beneficiare sempre delle migliori condizioni. Gian Luigi De Marchi Per cogliere tutti i vantaggi è meglio non legarsi troppo a un solo istituto di credito I PRINCIPALI PRODOTTI A CONFRONTO BANCA CONTO TASSO PROM. TASSO BASE ING ARANCIO 4,25% 2,0% NOTE I I ” Valido sei mesi dall’apertura Capitalizzazione annuale CHEBANCA! CHEBANCA! 3,50% 1,75% I Vincolo per 12 mesi; se non si rispetta, tasso base CARIGE CONTOCONTO 4,50% 2,0% I I Validità sei mesi Importo max 50.000 BARCLAYS OPPORTUNITÀ 6,0% Euribor -0,5% I Validità 12 mesi, scadenza 31/5 Importo max 10.000 I MEDIOLANUM FREEDOM PLUS 4,11% n.n. I I I BANCA IFIS RENDIMAX 3,75% 2,97% I I Scadenza 30/6 Tasso solo oltre 12.000 euro Obbligo polizza Mediolanum Capitalizzazione trimestrale Vincolo dodici mesi FINECO SUPERSAVE 2,50% 0,75% I Capitalizzazione trimestrale SANTANDER CONTO SANTANDER 3,50% 3,0% I Capitalizzazione trimestrale Vincolo dodici mesi I NOTES Siti delle società indicate 10mila i depositi sono garantiti dallo Stato. In Italia, poi, opera la copertura del fondo interbancario di garanzia fino all’importo massimo di 103.000 euro circa (per ogni intestatario di conto); inoltre, sono stati attivati meccanismi di garanzia del Tesoro che azzerano il rischio di perdita. Però il dubbio resta. Perché una banca “fisica” paga zero sulle giacenze di conto e una “virtuale” paga il 4-5%? I risparmi derivanti dall’assenza di struttura bastano a giustificare una tale differenza di rendimento? Difficile che la risposta sia positiva. Soffermiamoci allora non sull’aspetto del rendimento ma su quello dell’uso dei soldi raccolti. RAPPRESENTANO UNA FORMA DI INVESTIMENTO POCO RISCHIOSA ” NON SEMPRE I TASSI RECLAMIZZATI SONO REALI MA IN TEMPI DI CRISI 23 LUGLIO 2009 Risparmio a cura di GIAN LUIGI DE MARCHI OBBLIGAZIONI BANCARIE, LA GARANZIA NON È ARRIVATA Notes di dicembre 2008 avete un articolo a firma Gian NLuigielpubblicato De Marchi, dal titolo “Per difendersi dalla crisi. Mappa del risparmio sicuro”, in cui uno dei sottotitoli riportava la seguente affermazione: “Obbligazioni bancarie: nessun problema per 5 anni”. E venivano forniti tutti i dettagli a proposito della garanzia dello Stato su queste obbligazioni. Suppongo che queste disposizioni fossero all’epoca contenute in un decreto legge (DL), pertanto vi domando: 1) Questo decreto è stato poi convertito in una legge ordinaria (divenendo così effettiva in modo definitivo la garanzia statale sulle obbligazioni bancarie)? 2) Nel caso di conversione in legge con modifiche del testo originario del DL, potreste dirmi cosa è eventualmente cambiato in proposito? 3) Potreste fornirmi gli estremi di questa legge nonché la sua data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale? M. B., Milano I In effetti la garanzia del Tesoro sulle obbligazioni bancarie non è mai passata dalla fase del decreto progettato a quella di legge approvata, forse anche a causa del miglioramento della situazione finanziaria generale che ha dissolto i timori più esasperati in merito alla solidità delle banche. A oggi, pertanto, questi titoli non godono di una garanzia da parte dello Stato. L’ESPERTO FINANZIARIO NON NAVIGA SU INTERNET... In seguito all’incorporazione in Unicredit della Banca di Roma, il mio fondo Capitalia Eur Short Term è diventato Pioneer Cim Eur Fixed Incombe, accumulando una notevole perdita. 24 LUGLIO 2009 NOTES Purtroppo, però, del mio attuale fondo si sa poco. La banca mi ha soltanto detto che per metà è composto da fondi a scadenza molto lunga (2040-2050). Nulla si sa della composizione, della duration e dell’asset allocation. Desidererei avere, pertanto, maggiori informazioni sulle caratteristiche di questo fondo, prima di decidere se liquidarlo, e se è corretto cambiare il tipo di fondo con una semplice comunicazione senza richiedere il consenso del correntista. M. D. M., Caraglio I Il fondo Pioneer citato, costituito nell’ottobre 1986, è un obbligazionario a medio-lungo termine. Investe al 95% in euro, al 90% in titoli con rating minimo A, all’80% in titoli con oltre 5 anni di scadenza. Nonostante l’apparente “sicurezza”, dal settembre 2008 ha subito un pesante tracollo (oltre 10%), mentre il mercato di riferimento (misurato dal benchmark) saliva del 4 per cento. Un evidente segnale di pessima gestione, probabilmente legata a qualche titolo “tossico” in portafoglio. In merito al fatto se sia “corretto” modificare un fondo per incorporazione o meno, la risposta è affermativa, perché la legge prevede che basti una semplice comunicazione; correttezza però solo formale, non certo sostanziale, perché l’operazione nel suo caso ha comportato un forte aggravio del rischio. Sarebbe di certo meglio se, in occasioni di operazioni del genere, la società di gestione fosse obbligata a raccogliere un’adesione esplicita da parte del sottoscrittore e non un semplice “silenzio-assenso”. Per finire, un’annotazione sulla professionalità della banca: le notizie fornitele si trovano sul sito di Pioneer, possibile che il cosiddetto “esperto finanziario” della banca non ne sia in possesso o non sappia leggerle? LA BANCA HA SBAGLIATO E DOVREBBE RIMBORSARE In data 29/4/08 mio marito ha acquistato, su proposta del consulente bancario, titoli a basso rischio, tra cui Lehman Brothers Fr II Txl. Sui documenti di acquisto è precisato che la vendita è avvenuta su richiesta del cliente, classificato con profilo finanziario di bassa propensione al rischio. Il 17/09/08 la banca invia l’avviso che il titolo ha registrato una significativa variazione del livello di rischio, ma il consulente, immediatamente contattato, informa mio marito che non può più procedere alla vendita del titolo. Che possiamo fare ora? R. T., Novara I Le obbligazioni Lehman facevano parte dell’elenco di titoli inserito da Patti Chiari (un consorzio formato da tutte le grandi banche italiane) nella sezione “Obbligazioni a basso rischio e rendimento”. Erano cioè considerati altamente sicuri e la sicurezza era proprio certificata dal consorzio. Purtroppo la banca ha avvisato il cliente solo dopo che la Lehman era diventata insolvente, contravvenendo alle regole di Patti Chiari che avrebbero imposto, fin da maggio, di avvisare i clienti dell’aumento di rischio del titolo, che aveva subito perdite consistenti e dava quindi segnali di alto rischio. La comunicazione di settembre è quindi tardiva e apre le porte a un’azione di responsabilità con richiesta di rimborso dei danni subiti.