Non tutti i deciBel sono uguali

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Non tutti i deciBel sono uguali
Carlo Carbone
tecnologia
di
Non tutti
i deciBel
sono uguali
Ci sono alcuni atteggiamenti mentali che
attraversano tutti i temi e con la loro struttura
si adattano alle più disparate situazioni. L’idea
razzista del diverso tanto aborrita nei rapporti
sociali riemerge nel giudizio sui deciBel,
argomento che per il suo tecnicismo dovrebbe
essere impermeabile a queste accezioni.
PRIMA NON C’ERA
AllAreas.TV è il primo canale televisivo telematico al mondo
dedicato ai professionisti dello show business. In lingua
italiana ed inglese: nasce in Italia si rivolge al mondo.
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D
ue le Alabama in cui si concentrano i maggiori casi
di razzismo: pubblici esercizi e concerti. Dei deciBel
nei concerti ho già parlato, aggiorno l’argomento
con questa perla sull’allestimento degli U2 per aiutare a riflettere su una certa attitudine alla ripetizione, inutilmente frequente a tutti i livelli.
Mi sto riferendo alla data di Goteborg, nel Sud della Svezia, del 31 luglio 2009, di cui potete apprezzare un paio di
scorci significativi nelle immagini della prossima pagina. I
cluster erano praticamente sulla copertura laterale dello
Stadio. In sintesi a Goteborg tutti gli abitanti hanno goduto
di un concerto il cui livello sonoro è stato rilevato dai tecnici
dell’amministrazione comunale svedese in oltre 95 dB(A) di
Leq a 300 m (articoli su articoli sul tema) con un livello sul
pubblico in area fronte palco, sonorizzato dai diffusori del
palco, a 98 dB(A) Leq.
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ORA C’È
Argomento nuovo: pubblici esercizi e locali pubblici, con
musica dal vivo e non.
Quello che succede spesso nei bar, disco bar e localini in genere è quanto di più assurdo si possa immaginare nell’universo della riproduzione del suono.
Analizziamo il percorso.
Progettazione quasi sempre inesistente. Nei rari casi si scontra con
difficoltà oggettive di dati tecnici carenti o fantasiosi. Spesso la
funzione è assolta dal rivenditore
locale che con una certa pragmaticità ti propone cose che la
natura avrebbe diviso, unite solo
nel fondo del magazzino. Il montaggio completa la devastazione
assemblatoria, proponendo diffusori installati nei posti più errati,
negli angoli o dentro l’arredo, capaci solo di aumentare il rumore
sopportato dal soprastante o confinante vicino.
Quando poi l’esercizio, per sua
disgrazia, debba essere “controllato” per il rumore verso l’esterno, i trucchi e le nefandezze si
sovrappongono alla già tortuosa
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tecnologia
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Goteborg (Svezia) Stadio ULLEVI 31 luglio 2009
La copertura
dello Stadio
installazione, con soluzioni degne
di un cannibale.
In un bar ho visto frapporre tra i
coni e la griglia, dentro i diffusori,
una lastra di gomma espansa nella misera speranza di taroccare le
misure di controllo, obbligando
l’esercente e gli avventori ai peggiori 76 dB(A) che orecchio umano abbia mai potuto ascoltare.
La fantasia non riesce ad elaborare l’allegria delle catene di amplificazione utilizzate in queste
situazioni. Blocchi di preamplificazione a impedenze diverse,
tutte messe in serie, e in fondo un
limitatore (con questo termine i
tecnici definiscono le più svariate
apparecchiature): compressore,
cross-over, singolo potenziometro
dentro una scatola, un amplificatore utilizzato sull’uscita tape.
Prego i lettori di aggiornare questo elenco la cui completezza tradotta in un libro potrebbe essere
più delizievole di un pregiato romanzo di fantascienza.
La taratura del livello del sistema,
a questo punto, è l’ultima coltellata ad un sistema agonizzante.
108 gennaio/febbraio 2010 - n.81
Eppure progettare costa meno e dà maggiore soddisfazione. Ma l’idea che l’intelligenza sia un costo inutile è
dura a morire. Devo dire che da parte della categoria dei
progettisti non è tutto oro, anzi. L’ignoranza dei principi base di elettrotecnica si coniuga spesso con l’attitudine
al guadagno facile, fine che giustifica la firma altrettanto
facile. Le dichiarazioni false o allegramente superficiali si
moltiplicano, prodotti di una scarsa conoscenza e di una
scadente etica.
Da qui discende il rapporto quantomeno ambiguo con la
committenza che, disorientata, ti chiede spiegazione sul
perché Caio avrebbe risolto tutto con l’intonaco, Sempronio
con una tenda, mentre te (esagerato e antipatico) ritieni necessaria addirittura una controparete, oltre all’eliminazione
di almeno metà di tutti quegli apparecchi (costati una fortuna e installati dal luminare Dott. Ing. Prof. Pinco Pallino)
la cui unica utilità è l’illuminazione serale e il consumo di
energia. È l’universo degli interessi incrociati che confondono un percorso viceversa molto semplice.
La realizzazione segue la casualità progettuale e quando
il capo nasce così anche il resto del corpo si adatta: posizioni degli apparati e dei diffusori a dir poco infelici, collegamenti rigidi delle parti vibranti alle strutture murarie
che peggiorano verticalmente le condizioni di esercizio e
incrementano il disturbo verso l’esterno. Talvolta, per fortuna raramente, si trovano luoghi isolati da un tecnico, ad
esempio con contropareti e controsoffitti. Opere vanificate
dalla successiva installazione dei diffusori effettuata forando le partizioni per il posizionamento. Non resta che alzare
le mani e chiedere che il colpo sia diretto al cuore.
Il collaudo è l’altro, finale, bandolo della matassa in mano
ai professionisti. Viene chiesto, e non sempre, dalle amministrazioni comunali per il rilascio dell’autorizzazione all’uso
delle apparecchiature. Qua si susseguono le divergenze
descritte nella fase progettuale ed emerge, in ritardo, che
non tutti i deciBel sono uguali, anzi. La qualità si impone
all’evidenza che allo stesso livello da una parte si fa musica
dal vivo e dall’altra non si capisce neppure cosa dice la televisione. L’analisi del segnale non dà l’idea delle differenze,
la sua rappresentazione asettica e scientifica non può degnamente esprimere l’abominio, penso che in questi casi si
possa ricorrere solo alla pittura: l’urlo di Munch è molto più
efficace nella comunicazione.
Ma il diverso non è sempre negativo. Non è giusto schiacciare il criterio di diversità nella sola logica bipolare del
meglio e peggio. Ci sono nella storia della musica molte
vicende che il diverso è qualità.
Leo Fender si stacca da Gibson, fonda una sua casa di strumenti musicali e inventa una chitarra “povera” il cui suono
è così particolare e sporco che si impone come sonorità
caratteristica.
Il Pignose Amplifier è un amplificatore di bassa potenza
con una caratteristica: distorsione armonica al massimo
volume molto alta, tale da conferire al suono della chitarra una sonorità propria. Si impose immediatamente
all’attenzione, Beatles e Rolling Stones e qualche altro si
contendono il primato del suo uso: nasceva il distorsore
per chitarra.
Questo tipo di diversità, va ricordato, è di natura “diversa”, non nasce dall’ignoranza del tema trattato, semmai
da esperimenti rocamboleschi. Si tratta di progetti forse
rischiosi, non di fondi di magazzino malamente assemblati e di professionisti con la firma facile.
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