E` possibile sposarsi senza cresima....?

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E` possibile sposarsi senza cresima....?
N. 05/2010
18 dicembre 2010
ATTUALITÀ PASTORALE
- a cura di Francesco Oliva Molte sollecitazioni vengono alla Pastorale in un contesto – come quello odierno – in continua
evoluzione. Di fronte ad esse non ci si può trovare impreparati. L’azione pastorale, intesa come
risposta al bisogno di salvezza dell’uomo, deve lasciarsi guidare dallo stile del Maestro che non lascia
cadere alcuna richiesta di aiuto. Questa Rubrica si propone di richiamare periodicamente alcuni
problemi di attualità pastorale che interessano i parroci e gli operatori pastorali, rispondendo o
prevenendo possibili domande.
E’ possibile sposarsi senza cresima....?
E’ possibile sposarsi senza
cresima....?
Si può ricevere il matrimonio
senza la Cresima? ha senso rinviare la
Cresima a dopo le nozze? Il problema
dei conviventi non cresimati che vanno
a nozze come risolverlo? Sono
domande
attuali
che
sollevano
problematiche pastorali e giuridiche.
Per rispondere, ci chiediamo anzitutto
che senso ha il sacramento della
Cresima in ordine al matrimonio.
a) La necessità della Cresima
per la vita matrimoniale
La cresima conferisce il dono
dello Spirito che «perfeziona il
sacerdozio comune dei fedeli» (CCC
1305) e abilita il battezzato non solo a
offrire il sacrificio di Cristo, ma anche
a compiere la propria missione, la
propria ministerialità, nei diversi stati
di vita. Benedetto XVI nel Messaggio
per la GMG di Sydney (2007)
ricordava ai giovani l’importanza di
“riscoprire il sacramento della Cresima
e ritrovarne il valore per la nostra
crescita spirituale”. “Chi ha ricevuto i
sacramenti del Battesimo e della
Cresima ricordi che è diventato
“tempio dello Spirito”: Dio abita in lui.
Sia sempre cosciente di questo e faccia
sì che il tesoro che è in lui porti frutti di
santità. Chi è battezzato, ma non ha
ancora ricevuto il sacramento della
Cresima, si prepari a riceverlo sapendo
che così diventerà un cristiano
“compiuto”, poiché la Cresima
perfeziona la grazia battesimale” (n. 6).
In un contesto in cui il sacramento
della Cresima sembra talvolta ignorato,
va riaffermato con forza che i fedeli
chiamati alla vita matrimoniale hanno
certamente bisogno dell’unzione dello
Spirito Santo ricevuta attraverso questo
Vademecum per le Parrocchie
Francesco Oliva
eccessivamente
rigoristico
da
pregiudicare il diritto alle nozze
tutelato dall’ordinamento canonico (cfr
can. 1058). Stando all’interpretazione
normale nel contesto dei sacramenti
(cfr can. 1116 circa la forma
straordinaria del matrimonio), il “grave
incomodo” è riferibile soltanto a
situazioni oggettive o soggettive di
seria difficoltà che rendano molto
gravosa la celebrazione della Cresima
prima del Matrimonio. Una situazione
del genere si potrebbe avere, quando, in
prossimità del Matrimonio, non ci sono
le condizioni per la retta celebrazione
della Cresima, sia perché è assente il
Vescovo o un altro ministro dotato di
facoltà sia per mancanza di tempo
materiale per procedere con ordine alla
celebrazione dopo una congrua
preparazione, tenute presenti le
circostanze particolari, la preparazione
e le disposizioni del fedele. Né del
resto si configura il “grave incomodo”,
se la mancanza di tempo fosse ridotta
ad una semplice difficoltà di tempi ed
orari per la partecipazione al corso di
preparazione, difficoltà che potrebbe
essere facilmente superata mediante
una preparazione personalizzata. A tale
scopo, i parroci, in forza del loro
servizio pastorale, sono tenuti a
predisporre nel corso dell’anno più
occasioni di preparazione personale
alla celebrazione del matrimonio, in
modo tale che gli sposi possano
disporsi “alla santità e ai doveri del
loro nuovo stato” (can. 1063 2°). Tali
percorsi, se organizzati con cura e
completi nella presentazione del
mistero di Cristo e della Chiesa, sono
utili anche per la preparazione alla
cresima e, con le dovute integrazioni,
sacramento.
I
coniugi
cristiani
assumono l’obbligo specifico di
impegnarsi nell’edificazione della
Chiesa e a testimoniare pubblicamente
la propria fede, in particolare nei
confronti dei figli, verso i quali hanno
l’obbligo gravissimo e il diritto di
educarli. Per adempiere tali obblighi,
ricevono grazie particolari e specifiche
attraverso
il
sacramento
del
Matrimonio, ma l’unzione ricevuta
nella Cresima non è superflua, anzi
necessaria
nel
cammino
di
santificazione personale e per la
testimonianza pubblica della fede nel
nuovo stato di vita.
b) La normativa canonica circa
l’obbligatorietà della Confermazione
per il Matrimonio
La Cresima è richiesta dalla
normativa canonica prima di essere
ammessi al matrimonio, come lo è per
svolgere il compito di padrino e di
madrina (can. 874, 1; 893,1). I nubendi
"che non hanno ancora ricevuto il
sacramento della Cresima, lo ricevano
prima di essere ammessi al matrimonio,
se è possibile farlo senza grave
incomodo" (cfr. can. 1065 C.J.C.). La
ricezione del sacramento della Cresima
prima del matrimonio è obbligatoria,
anche se con una eccezione in presenza
di “grave incomodo”. Dal punto di
vista della "verità", cioè della pienezza
di senso, celebrare il matrimonio
cristiano senza la Cresima è
un’anomalia (S. Sirboni). L’eccezione
“grave incomodo” va bene compresa,
evitando il pericolo di intenderla sia in
modo da dare adito a valutazioni troppo
soggettive, o peggio lassiste, che in
campo pastorale possono suscitare
sconcerto tra i fedeli sia in modo
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Vademecum per le Parrocchie
Francesco Oliva
per il Matrimonio ad una ricezione
fruttuosa della Cresima, può deciderne
il differimento a dopo la celebrazione
del Matrimonio.
Nei casi su richiamati sia in
presenza di “grave incomodo” sia
quando mancano le condizioni per la
ricezione fruttuosa del sacramento,
rimane comunque l’obbligo di ricevere
la Cresima, dopo il Matrimonio, una
volta che siano stati superati gli
ostacoli. Il che potrebbe essere fatto
senza particolare urgenza, ma anche
senza inutili indugi, evitando che il
sacramento venga di fatto disprezzato o
considerato come irrilevante.
c) L’ammissione al matrimonio
dei fedeli conviventi senza cresima
Resta da esaminare il caso dei
fedeli conviventi, di fatto o sposati solo
civilmente, che si preparano al
sacramento del Matrimonio. Una
situazione ovviamente contraria alla
norma morale, che impedisce di per se
la ricezione fruttuosa della Cresima
prima del Matrimonio, ma dalla quale i
soggetti vogliono uscire celebrando il
sacramento nuziale. Pur volendo
accogliere e valorizzare il desiderio di
completare l’iniziazione cristiana, che
può manifestarsi in occasione della
preparazione alle nozze, si inviteranno i
fedeli che si trovano in questa
situazione a celebrare prima il
sacramento
del
matrimonio,
regolarizzando la loro posizione nella
Chiesa e a ricevere la Cresima
successivamente. Il Decreto Generale
sul Matrimonio Canonico (5.11.1990),
dopo aver richiamato ad una
“particolare attenzione a coloro che,
dopo il battesimo, non hanno ricevuto
gli altri sacramenti né alcuna
in casi particolari, possono essere
ritenuti dal Vescovo sufficienti per
l’ammissione ad essa. Del resto, la
preparazione al matrimonio non può
non prevedere un cammino spirituale
che favorisca la maturazione della
coscienza cristiana della propria
vocazione.
Nella sua formulazione concreta,
il can. 1065, riferendosi solo alla
situazioni di “grave incomodo”, non
prende in considerazione in modo
esplicito altre situazioni, oggi sempre
più frequenti, come la scarsa
formazione cristiana dopo aver ricevuto
il battesimo da piccoli o la manifesta
indisposizione morale, in cui è
opportuno differire la Cresima, anche
dopo la celebrazione del matrimonio, al
fine di provvedere ad una adeguata
preparazione ed al superamento degli
eventuali ostacoli. In questi casi, è utile
il richiamo ad una prescrizione
liturgica, che riprende la prassi
sacramentale della Chiesa di rinviare la
celebrazione dei sacramenti, quando
mancano le disposizioni necessarie per
la loro fruttuosa ricezione. Il
riferimento è al n. 12 del Rito della
Confermazione, che, a proposito della
coincidenza della preparazione alla
Cresima con la preparazione al
Matrimonio, dichiara: “Se, in casi del
genere, si prevedesse l’impossibilità di
attuare quanto è richiesto per una
fruttuosa ricezione della Cresima,
l’Ordinario del luogo giudicherà se non
sia più opportuno differire la Cresima a
dopo la celebrazione del Matrimonio”.
Quando l’Ordinario del luogo, con le
informazioni ricevute dal parroco,
accerta l’effettiva impossibilità di
arrivare nel tempo limitato che resta
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Vademecum per le Parrocchie
Francesco Oliva
delle prospettive che aiutino a superare
posizioni difformi nella valutazione dei
singoli casi, che ingenerano nei fedeli
confusione e disorientamento. Per
quanto riguarda il rapporto tra Cresima
degli adulti e celebrazione delle nozze,
si vuole evitare che l’amministrazione
della Cresima sia vissuta come un
adempimento burocratico e affrettato in
funzione
del
matrimonio.
Di
conseguenza, le parrocchie devono
prevedere
appositi
itinerari
di
preparazione alla cresima da far
conoscere anzitempo ai fidanzati che
intendano avvalersene, per essere nelle
giuste
condizioni
per
una
partecipazione attiva e fruttuosa alla
celebrazione del sacramento.
formazione cristiana”, invita ad “una
grande prudenza pastorale nel curare la
preparazione dei nubendi non cresimati
che già vivono in situazione coniugale
irregolare (conviventi o sposati
civilmente), prescrivendo che, in
questo
caso,
di
norma,
l'amministrazione della confermazione
non preceda la celebrazione del
matrimonio”
e
demandando
all’Ordinario diocesano la possibilità di
dare disposizioni particolari, “affinché
la celebrazione della confermazione per
i nubendi sia opportunamente inserita
nella preparazione immediata al
matrimonio” (n. 8). I parroci,
conoscendo tali situazioni matrimoniali
irregolari, non devono considerare la
celebrazione del matrimonio religioso
solo un modo di regolarizzare la
propria situazione religiosa, ma come
occasione importante perché i coniugi
– seppure uniti di fatto o attraverso il
vincolo civile – “giungano a condurre
una vita familiare ogni giorno più santa
e più intensa” (can. 1063, 4°). Tenendo
conto che negli ultimi decenni il
numero dei fedeli in tale situazione è
aumentato notevolmente, le indicazioni
diocesane sono utili ad offrire ai
parroci orientamenti omogenei sul
modo di comportarsi in questi casi,
onde evitare disparità di trattamento da
parrocchia a parrocchia, in casi
sostanzialmente uguali.
In conclusione
La soluzione canonica, se può
apparire dura e non facile a recepirsi, si
pone nella linea della salvaguardia del
valore e della dignità dei sacramenti,
segni efficaci della Grazia per la
salvezza degli uomini. Una prassi
pastorale comune consente di offrire
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