41 - Marinai d`Italia

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41 - Marinai d`Italia
L’affascinante storia delle nostre navi attraverso i documenti postali
Saluti dalle Regie Torpediniere
LUPO e LINCE
La torpediniera Lupo
a Taranto,
a maggio del 1941
C. Ammiraglio Aldo Gabellone
(Socio del Gruppo di Taranto)
Coll. E. Bagnasco via M. Brescia
edremo questa volta altra corrispondenza spedita da
bordo di piccole Navi che con le loro azioni suggellarono grandi pagine nella storia della nostra Marina.
Si tratta di tre missive scritte da Uomini che con le loro Navi
erano dislocati sui vari fronti di guerra, nel corso del 2° conflitto mondiale.
V
Fig. 1 e 2
Lettera con il timbro postale della Regia Torpediniera Lupo,
spedita il 16 febbraio 1942
1
La torpediniera Lince,
mimetizzata,
al Pireo nel 1942
Coll. M. Brescia
2
Le prime due furono spedite, rispettivamente il 3 febbraio ed il
1° ottobre 1942 da bordo della R. Torp. Lupo, che operava nel
Mare Egeo. Sulla stessa busta è riportato il timbro “verificato
per censura” del Ministero Marina ed il numero di “identificazione del censore (1).
NOTE
(1) La responsabilità della censura sulla corrispondenza era devoluta al Ministero ai Dipartimenti Marittimi ed ai Comandi Marina.
In particolare:
• al Ministero della Marina veniva assegnata la lettera distintiva “A” e relativi numeri
di identificazione dei “censori”;
• la lettera “B” al Dipartimento di La Spezia con i numeri per i “censori” 1-2-3-4-5 ed i
numeri 6-7 per il Comando Marina di Livorno;
• la lettera “C” al Dipartimento di Napoli, con il numero 1- mentre il 2 era assegnato al
Comando Marina di Messina ed il 3 a quello di La Maddalena;
• la lettera “D” a Taranto, con i numeri 1-2-3 ed il 4 al Comando Marina di Brindisi;
• la lettera “E” a Venezia, con i numeri di identificazione dei censori 1-2-3-4 , infine al
Comando Marina di Pola i numeri 5-6-7-8
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diversiva per cercare di distrarre l’attenzione delle agguerrite Navi di scorta britanniche.
Il piano riuscì!
Il Lupo, manovrando alla massima velocità, sotto un violento cannoneggiamento delle Navi avversarie, si portò alla distanza di lancio e con una coppiola di siluri centrò la Nave
Trasporto Derbyshire che esplose e colò a picco. Il tentativo di agganciare in secondo bersaglio fu impedito dalla reazione dei Caccia contro il Lince.
Le due Unità, allora, si disimpegnarono e rientrarono alla
base senza subire alcun danno.
Per saperne di più...
Tutte le Navi della classe presero il nome di costellazioni.
Il Lupo prese il nome di una piccola costellazione del cielo
australe, fra quelle del Centauro e dello Scorpione.
È formata da 160 stelle.
La Lince, costellazione dell’emisfero boreale tra l’Orsa Maggiore
e l’Auriga. È composta da una novantina di piccole stelle.
4
Fig. 3 – Fig. 4
Biglietto postale della R. Torpediniera Lupo
spedito da Messina il 1° ottobre 1942 durante una sosta
prima di scortare un Convoglio per l’Africa
La terza partì dall’Unità gemella Lince il 23 marzo 1943, da Taranto, durante una breve sosta fra una missione e l’altra di
scorta ai convogli, che incessantemente alimentavano il fronte dell’Africa settentrionale.
NOTE
(2) Serie Spica: Spica, Astore;
• Serie CLIMENE: Climene, Centauro, Castore, Cigno, Canopo, Cassiopea
• Serie PERSEO: Perseo, Sirio, Sagittario, Vega, Aldebaran, Andromeda, Altair, Antares
• Serie ALCIONE: Alcione, Airone, Aretusa, Ariel, Pleiadi, Polluce, Pallade, Partenope,
Ltra, Libra, Lupo, Lince, Clio, Calliope, Calipso, Circe
(3) Sirio, Sagittario, Castore, Cigno, Canopo e Cassiopea
• Spica e Astore nel marzo 1940, furono vendute alla Svezia
• 23 furono perdute in guerra
(4) La Squadriglia era composta dal Lupo (Capo Squadriglia), Lince, Lira e Libra
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Le due Navi facevano parte di una numerosa classe composta
da 32 Unità (2).
Furono le prime Torpediniere progettate e costruite in Italia,
dopo la Prima Guerra Mondiale.
Realizzate dal Comitato Progetto Navi, dello Stato Maggiore
Marina, furono costruite negli anni 1933/36 nei Cantieri Navali
di Sestri, Riva Trigoso, Napoli, Ancona e del Quarnaro (Fiume).
Subirono, fino alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale, numerose modifiche mirate a ottimizzarne, secondo lo stato dell’arte, i sistemi di combattimento e di piattaforma.
Furono delle ottime Unità, ben armate, solide, veloci e manovriere che in guerra svolsero con efficacia il loro compito.
Purtroppo le Navi, con il coraggio e la perizia degli equipaggi,
nulla poterono “contro il radar”: arma vincente in possesso
del nemico.
Delle 32 Navi, in linea all’inizio della guerra, solo nove sopravvissero (3) e continuarono il loro servizio, nella Squadra Navale, per oltre 25 anni.
Fino alla fine del 1939 Lupo e Lince operarono esclusivamente
nei mari metropolitani.
Gli Uffici Postali delle Navi si attivarono sei mesi prima dell’inizio delle ostilità quando, nel gennaio 1940, insieme ad altre
Unità consorelle (4), furono destinati in Egeo alle dipendenze
del Comando Marina di Lero.
Il loro compito era di proteggere il traffico nazionale fra le isole del Dodecanneso e effettuare missioni di contrasto alle Forze Navali britanniche.
L’attività della Squadriglia fu incessante, spesso contro Formazioni Navali nemiche di superiore consistenza.
• Il 25 febbraio le due nostre Torpediniere inserite in una
Gruppo Navale (5) costrinsero alla resa un Reparto di Commandos inglesi che a sorpresa era sbarcato a Castelrosso
(piccola isola a poche miglia dalla costa dell’Asia Minore).
Fig. 5 – Fig. 6
Lettera della R. Torpediniera Lince spedita da Taranto
al rientro di una Scorta ad un Convoglio da Tripoli
5
6
Ci furono azioni che per l’audacia nella condotta destarono
l’ammirazione e il rispetto degli avversari inglesi, che difficilmente menzionavano, ufficialmente, nei loro bollettini di guerra.
Tra le tante azioni che misero in luce il valore delle nostre piccole Navi e dei loro Equipaggi, citiamo le seguenti:
NOTE
• Il 30 gennaio 1941, Lupo e Lince, mentre erano impegnate in
un’operazione antisommergibili nel canale di Caso, avvistarono un convoglio inglese scortato da un Incrociatore Ausiliario e tre Cacciatorpediniere.
Valutata la situazione, il Capo Squadriglia, che era anche
Comandante del Lupo, non esitò: ordinò al Lince una manovra
(5) Cacciatorpediniere Crispi, Sella, Lupo e Lince
(6) Incrociatori Dido, Orion, Ajax e 4 Cacciatorpediniere
(7) L’impatto ravvicinato non consentì alle spolette di sicurezza dei proiettili
di disattivarsi ed esplodere
(8) Nel rapporto dell’Ajax era riportata la “polverizzazione” del Lupo
(9) Ora, un moderno Cacciatorpediniere porta il Suo nome e un busto in bronzo
sorge sul “Viale dei Pini” dell’Accademia Navale
• Il 21 maggio 1941, infine, avvenne l’episodio che fece iscrivere il Lupo e il Suo Comandante nell’Albo d’Oro della Marina.
Era in corso l’occupazione dell’isola di Creta da parte dell’Asse. L’accanita resistenza stava mettendo in crisi le teste
di sbarco formate da truppe aviotrasportate tedesche. Urgevano rinforzi e rifornimenti.
Il Lupo, scorta solitaria di un gruppo di piccole imbarcazioni, con a bordo un contingente di truppe da montagna germaniche e un Reparto del Reggimento San Marco, salpò
dall’isola di Milo, diretto a Creta.
Le condizioni meteorologiche erano pessime e il Lupo faceva fatica a tenere unita l’eterogenea compagine.
Alle 22,30 il convoglio fu localizzato dai radars di una grossa Formazione Navale inglese (6) che pattugliava le acque
in prossimità della Canea.
Appena giunti a distanza di tiro gli inglesi iniziarono un fitto
bombardamento.
Non c’era scampo per il convoglio!
Il Comandante del Lupo nel tentativo di evitare il peggio ordina
al convoglio di invertire la rotta, mentre con una manovra avvolgente coprì le Navi con una densa cortina fumogena.
L’iniziativa servì ben poco: il radar ignorava tali ostacoli. Il Lupo allora, sconvolgendo ogni regola tattica, accostò e puntò la
prora sul nemico. La Nave, superato, fortunosamente, il fuoco
di sbarramento nemico, s’infilò nella formazione avversaria,
fra l’incredulità dell’Ufficiale tedesco di collegamento, presente in plancia di comando.
Le Navi inglesi, disorientate per l’ardita manovra e dalle evoluzioni del Lupo a così breve distanza, furono costrette ad interrompere il fuoco per evitare di colpirsi a vicenda. Il Lupo giunto a 700 metri dall’Incrociatore Dido riuscì a lanciargli contro
due siluri che, colpito il bersaglio, lo immobilizzarono.
Tutto si svolse in pochi minuti.
Nella confusione il Lupo, con le murate dello scafo trapassate
da 18 colpi di cannone (7) e le tughe sforacchiate dalle mitragliere inglesi, riuscì a disimpegnarsi. Gli inglesi, convinti dell’affondamento della nostra Unità (8), ricomposto il proprio dispositivo abbandonarono la scena dello scontro.
La nostra Nave, raccolti i naufraghi delle Unità del Convoglio
affondate, rientrò in porto. Nell’azione due uomini dell’Equipaggio persero la vita e 26 riportarono ferite varie.
La Bandiera del Lupo fu decorata di Medaglia d’Argento al Valore Militare; il Suo Comandante, Capitano di Fregata Francesco
Mimbelli, con quella d’Oro (9).
Nella metà del 1942 il Lupo e la Lince lasciarono il Mare Egeo
per svolgere il servizio di scorta ai convogli che, ininterrottamente, facevano la spola fra la Sicilia e l’Africa settentrionale.
La guerra ormai, nel suo drammatico volgere avvicinava, sempre più, il triste epilogo delle nostre due Navi.
Il 2 dicembre 1942 il Lupo, in uno scontro a fuoco, nel corso di
una delle Sue tante missioni di scorta, affondò presso le coste
Tunisine.
La Lince invece, il 4 agosto 1943, raggiunto da due siluri del
Sommergibile inglese Ultor, colò a picco nei pressi di Punta
Alice (Golfo di Taranto).
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