LA FELICITÀ contro la gioia - Chiesa Cristiana Evangelica
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LA FELICITÀ contro la gioia - Chiesa Cristiana Evangelica
LA FELICITÀ contro la gioia “Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa,”(1 Pietro 1:8). La felicità si realizza in base a ciò che accade attorno a noi: il matrimonio, la nascita di un figlio, una vacanza, un aumento di stipendio e così via. Ma l'euforia è solo momentanea. Inevitabilmente, qualcosa cambia portando via con sé la nostra felicità. Il matrimonio entra in crisi, i figli mostrano ingratitudine, il lavoro non va più bene... La felicità scompare. Nella migliore delle ipotesi rimaniamo vuoti, e nella peggiore perfino arrabbiati e demoralizzati. La felicità è fugace e non possiamo darle la caccia, sforzarci di riacquistarla: aumenterebbe la nostra frustrazione. Se le circostanze ci hanno reso felici, allora la nostra situazione deve cambiare affinché possiamo essere felici di nuovo. Eppure, questo è esattamente il motivo per cui siamo infelici. Non abbiamo, né avremo mai, il controllo sulle cose che generano in noi la felicità. La felicità è circostanziale, non così la gioia. Possiamo avere gioia finanche quando non siamo felici. La gioia è diversa dalla felicità. Se la situazione è favorevole e positiva, chiunque può sperimentare la felicità. Perfino le persone che non conoscono Dio o che Lo maledicono possono essere felici. Ma loro non hanno la gioia, perché essa ha una origine completamente diversa. LA FONTE DELLA GIOIA Secondo la Scrittura, lo Spirito Santo produce la gioia: "II frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo" (Galati 5:22). È notevole il fatto che la gioia sia menzionata dopo l'amore. Dio non vuole che viviamo vite depresse e così, attraverso lo Spirito Santo, ci regala la gioia sovrannaturale che supera le nostre circostanze. La gioia è un dono meraviglioso che accompagna la salvezza attraverso la fede in Gesù Cristo. È un dono dello Spirito Santo. Se comprendiamo che la vera gioia non proviene dalle circostanze ma piuttosto da Dio, cominciamo a vedere la gioia come una benedizione per la vita di tutti giorni. LA GIOIA RIMANE Dovremmo forse essere depressi a causa del fatto che Gesù è morto per i nostri peccati ed è risuscitato per la nostra giustificazione? Oppure che Egli intercede per noi? Dovremmo lamentarci pur sapendo che il nostro nome è scritto nel libro della vita e che un giorno saremo per sempre con il Signore? No! Queste cose dovrebbero darci grande gioia. Pietro scrisse: "Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime" (1Pietro 1:8,9). L'espressione "gioia ineffabile e gloriosa" descrive la tua vita? L'emozione è per un momento: la gioia è costante, così come l'apostolo Paolo la descrive: "Avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo" (1Tessalonicesi 1:6). Indipendentemente dal momento anche difficile che sta vivendo, è possibile per il cristiano continuare a sperimentare la gioia. Potrebbe non manifestarla a causa del dispiacere che sta realizzando, ma dentro la gioia rimane intatta. Il nostro mondo ha tanta tristezza e angoscia, ma i cristiani possono distinguersi vivendo vite gioiose, come fecero Paolo e Sila in carcere a motivo del Vangelo. IL RISCHIO La gioia si può perdere. L'apostolo Paolo chiese ai credenti della Galazia: "Dove sono dunque le vostre manifestazioni di gioia?" (Galati 4:15). La gioia era svanita perché una chiesa, che un tempo camminava nella gioia, l'ha persa per la sua insensatezza: "0 Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso"? (Galati 3:1). Quando il nostro cammino con Dio per nostra scelta diventa solitario, quando distogliamo i nostri occhi da Gesù, la gioia sovrannaturale del Signore comincia a dileguarsi e alla fine scompare. Allora necessita che la gioia di Dio sia la nostra esperienza quotidiana: "Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa" (Giovanni 15:11). Secoli prima, ai tempi di Mosè, la gioia era già compresa come un aspetto importante nella vita del popolo scelto da Dio: " Celebrerai la festa per sette giorni in onore del SIGNORE tuo Dio, nel luogo che il SIGNORE avrà scelto; poiché il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedirà in tutta la tua raccolta e in tutta l'opera delle tue mani, e ti darai interamente alla gioia" (Deuteronomio 16:15). Godere della presenza di Dio produceva una gioia ancora più profonda di qualunque benedizione materiale. La base della gioia spirituale è nella nostra relazione con Cristo. Noi " Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia di sicurezza per voi" (Filippesi 3:1) ricordando e dichiarando tutti i benefici che Egli ci ha fornito. Il profeta Neemia disse: "La gioia del Signore è la nostra forza" (Neemia 8:10). Abbiamo bisogno della Sua gioia: "Queste cose vi scriviamo perché la nostra gioia sia completa" (1Giovannì 1:4). Se non c'è gioia nel tuo cuore, Dio te la può dare: "Trova la tua gioia nel Signore, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore" (Salmo 37:4). Carmine Lamanna