rapporto diagnostico - Parco Nazionale dei Monti Sibillini

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rapporto diagnostico - Parco Nazionale dei Monti Sibillini
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
STRATEGIA QUINQUENNALE DI SVILUPPO
TURISTICO PER L’APPLICAZIONE DELLA
CARTA EUROPEA DEL TURISMO SOSTENIBILE
NEL PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI
Rapporto Diagnostico, luglio 2001
Acta, Associazione Cultura Turismo e Ambiente
The tourism Company
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
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Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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INDICE
INTRODUZIONE
1.
1
IL TERRITORIO ATTRAVERSO I DOCUMENTI PROPEDEUTICI ALLA
PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE LOCALE
p. 15
1.1. La scheda di area del PNMS
1.2. Le caratteristiche demografiche e socioeconomiche
1.3. Le caratteristiche rurali
2.
p.
p. 17
p. 20
p. 25
IL SISTEMA TURISTICO DEL PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI
p. 28
2.1. Le attrazioni naturali e culturali
p. 28
2.1.1. L’analisi delle attrazioni naturali
p. 32
2.1.2. La capacità di carico e i possibili effetti dell’aumento dei flussi turistici
p. 34
2.1.3. Le attrazioni culturali
p. 39
2.2. La ricettività
p. 45
2.2.1. La distribuzione territoriale delle strutture ricettive
p. 47
2.2.2. Il mercato delle case in affitto
p. 49
2.2.3. Il mercato alberghiero
p. 52
2.2.4. Il mercato extralberghiero
p. 54
2.2.5. I nodi da sciogliere della ricettività
p. 57
2.3. Ristorazione gastronomia e artigianato
p. 59
2.3.1. Le strutture della ristorazione
p. 59
2.3.2. I prodotti gastronomici e l’artigianato del Parco
p. 61
2.4. Sport, intrattenimento ed eventi
p. 64
2.4.1. Gli sport invernali
p. 65
2.4.2. Gli sport della natura
p. 66
2.4.3. Gli altri impianti sportivi
p. 67
2.4.4. Gli eventi
p. 68
2.5. L’informazione, l’educazione e l’interpretazione
p. 70
2.6. Comunicazione e commercializzazione
p. 75
2.7. Accessibilità e mobilità nel PNMS
p. 79
2.7.1. Accessibilità al Parco: i trasporti pubblici
p. 79
2.7.2. La mobilità interna
p. 81
2.7.3. Una valutazione complessiva dell’accessibilità
p. 83
2.8. La domanda turistica nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini: analisi dei flussi
turistici.
p. 91
2.9. L’analisi della fruizione del patrimonio. Il comportamento dei visitatori.
2.9.1. Il profilo del visitatore
p. 98
2.9.2. La provenienza
p. 99
2.9.3. La durata del soggiorno
p. 100
2.9.4. L’alloggio
p. 101
2.9.5. I mezzi di trasporto
p. 102
2.9.6. Le motivazioni e le aspettative dei visitatori
p. 103
2.9.7. La scelta della destinazione
p. 104
2.9.8. Le fonti di informazione sul Parco
p. 104
2.9.9. La conoscenza del Parco, i luoghi visitati e le attività svolte
2.9.10. La spesa
p. 111
2.9.11. Il livello di soddisfazione del turista
p. 114
2.9.12. Sintesi riepilogativa dell’indagine
p. 117
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3.
GLI ATTORI ISTITUZIONALI E L SISTEMA TURISTICO DEL PARCO NAZIONALE
DEI MONTI SIBILLINI
p.121
3.1. I colloqui con i Sindaci
p. 121
3.1.1. Il conflitto come risorsa: i rapporti con il Parco
p. 122
3.1.2. Il vissuto delle Case del Parco
p. 126
3.1.3. L’immagine del territorio
p. 127
3.1.4. La progettualità locale
p. 198
3.1.5. La cultura locale dell’integrazione
p. 131
3.1.6. Gli indicatori
p. 133
3.2. Le interviste agli assessori provinciali
p. 136
3.2.1. Spazi aperti per la cooperazione fra Province e PNMS p. 137
3.2.2. Gli indicatori
p. 140
3.2.3. Le opportunità della sinergia fra Provincia e Parco
p. 142
3.3. Il Focus Group con le Comunità Montane
p. 143
3.3.1. Il quadro delle Comunità Montane
p. 144
3.3.2. L’oggetto dell’analisi
p. 148
3.3.3. I rapporti con il Parco e nel Parco
p. 149
3.3.4. La visione dello sviluppo turistico
p. 150
3.3.5. Gli indicatori
p. 152
3.4. Il seminario di lavoro con le case del Parco
p. 153
3.4.1. La storia delle case del Parco
p. 154
3.4.2. Gli indicatori
p. 160
3.5. Il modello organizzativo dell’Ente Parco
p. 161
3.5.1. La sfida del turismo
p. 162
3.5.2. I presupposti organizzativi perché il parco diventi un laboratorio di
sinergia
p. 162
3.5.3. Dalla fase di avvio alla fase di regime
p. 166
3.5.4. Gli indicatori
p. 168
3.6. L’immagine sintetica del territorio sulla base delle rilevazioni qualitative svolte
p. 170
4.
L’ELENCO DEI PUNTI DI FORZA, DI DEBOLEZZA, DELLE OPPORTUNITA’ E
DELLE MINACCE.
p. 181
5.
LE TENDENZE DEL MERCATO TURISTICO
p. 181
5.1. Dal turismo ai turismi
5.1.1. Il turismo verde
5.2. L’impatto economico del turismo nel PNMS
5.3. Un possibile modello di segmentazione del mercato
5.4. I possibili prodotti turistici nelle aree protette
5.4.1. Il turismo enogastronomico
5.4.2. Il turismo religioso
5.4.3. Il turismo scolastico
5.4.4. Il turismo sportivo
5.4.5. Il cicloturismo
5.4.6. Il turismo invernale
5.4.7. L’ecoturismo
5.4.8. Il turismo culturale
5.4.9. Il turismo della salute
p. 181
p. 183
p. 186
p. 188
p. 192
p. 193
p. 194
p. 196
p. 198
p. 199
p. 200
p. 202
p. 203
p. 206
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PREMESSA
Le caratteristiche economiche e sociali delineate dal Piano Pluriennale
Economico e Sociale (PPES) indicano una tendenza del territorio del
Parco Nazionale dei Monti Sibillini al declino demografico e ai diversi
aspetti che lo caratterizzano: lo spopolamento delle aree, l'invecchiamento
della popolazione, la concentrazione di essa in alcuni Comuni, la presenza
di numerose frazioni e la persistente marginalità dell'economia locale.
L'allearsi di queste variabili è tale da non consentire di lasciar le cose alla
loro spontanea evoluzione, perché l'assenza d'interventi porterebbe
inevitabilmente a far diventare il territorio "un museo senza popolazione",
con la progressiva dissoluzione di gran parte dei Comuni oggi esistenti.
E poiché la legge 394/91 affida ai Parchi il compito della conservazione
del patrimonio naturale e culturale in sinergia con lo sviluppo economico
del territorio, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, consapevole delle
opportunità sociali ed economiche legate al turismo, ha posto come
obiettivo strategico la promozione di uno sviluppo turistico che si concili
con i principi definiti dalla Carta Europea del turismo sostenibile delle aree
protette.
E' opinione comune, infatti, soprattutto negli anni che seguono la
Conferenza di Rio de Janeiro, che il turismo possa rappresentare un
potente strumento di sviluppo a condizione che si ponga all'interno di una
strategia di sviluppo sostenibile. Condividendo appieno tale opinione, il
Parco Nazionale dei Monti Sibillini, tra i primi in Europa, ha sottoscritto la
Carta Europea del turismo sostenibile, la cui importanza sta nel
considerare e collegare, all'interno di un quadro complessivo e di una
prospettiva temporale che abbraccia il breve come il lungo periodo, i
singoli elementi della filiera turistica e le differenti competenze espresse
dal territorio, a beneficio sia dei visitatori sia di coloro che vivono e
operano nel territorio.
Per attuare la Carta Europea è necessario l'impegno sinergico di tutte le
Istituzioni e una vasta mobilitazione imprenditoriale in grado di valorizzare
le risorse naturali e culturali e di qualificare l'insieme dei servizi turistici.
Il territorio del Parco può costituire uno straordinario laboratorio di
sperimentazione di tale sinergia e mobilitazione del territorio, pertanto, con
la collaborazione di ACTA e di The Tourism Company quali guide e
strumenti di orientamento nell'elaborazione della Strategia quinquennale
del turismo sostenibile in applicazione della Carta Europea, il Parco si
propone di dare inizio a quel processo d'integrazione sistematica fra le
diverse Istituzioni e fra Istituzioni e operatori, necessario perché il turismo
si concili con i principi del turismo sostenibile e diventi un effettivo volano
di sviluppo economico e sociale del territorio.
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Il percorso di lavoro prevede nella prima fase la predisposizione di un
Rapporto Diagnostico in cui si analizza con quali connotazioni si presenti
oggi il fenomeno del turismo nel Parco. La messa a fuoco dei punti di forza
e di debolezza del territorio del Parco rispetto al mercato permetterà di
passare alle fasi di lavoro successive che consistono nel coinvolgimento
degli attori locali in un processo di concertazione e condivisione dello
sviluppo locale e nella definizione della Strategia turistica del Parco in
accordo con i principi della Carta Europea del turismo sostenibile.
Compito del Rapporto Diagnostico è far luce attraverso l'analisi dei dati e
delle informazioni disponibili sul fenomeno complesso del turismo. A tale
obiettivo sono finalizzate cinque aree di riflessione corrispondenti alle
cinque parti di suddivisione del Rapporto Diagnostico.
Nella prima parte (Il territorio attraverso i documenti propedeutici alla
programmazione e pianificazione locale) sono state messe a fuoco
quelle che la Carta Europea del turismo sostenibile chiama "le poste in
gioco", cioè si è data una lettura del territorio del Parco attraverso i
documenti propedeutici alla programmazione e pianificazione locale. E'
stato così possibile partire dall'analisi, sia pur a grandi linee, del
fenomeno demografico e delle principali caratteristiche economiche e
sociali e arrivare alla convinzione che il modello rurale costituisca per il
Parco la più importante risorsa del territorio e, al tempo stesso, rappresenti
una prospettiva determinante per la sostenibilità attuale e futura dei
processi di crescita e sviluppo.
Nella seconda parte (Il sistema turistico del Parco Nazionale dei
Monti Sibillini), si è utilizzato un modello sistemico, un approccio cioè che
analizzando i mutamenti dei singoli elementi che compongono il sistema
turistico (il profilo della domanda, l'offerta delle risorse turistiche, il
contesto socio-istituzionale del turismo) non può che leggerli nella
combinazione e nell'intreccio reciproco. Con questa logica si è fatto
riferimento, per un verso, ai flussi turistici e alle motivazioni ed aspettative
che spingono il turista a fruire del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, per
l'altro verso, alle attrazioni disponibili e ai prodotti e servizi offerti, alla
comunicazione che rende visibile al turista il Parco, ai trasporti che
consentono l'accessibilità del territorio e alla commercializzazione del
Parco.
Nella terza parte (Gli attori istituzionali e il sistema turistico) sono
state riassunte ed interpretate le informazioni qualitative di diverse
modalità di indagine effettuate nel territorio:
Colloqui con i 18 Sindaci
Interviste individuali agli Assessori al turismo delle tre Province (Ascoli
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Piceno, Macerata, Perugia)
Focus Group con le 5 Comunità Montane
Seminario con le Cooperative giovanili che in convenzione con il
Parco gestiscono le Case del Parco
Intervista di gruppo alla Presidenza , Direzione, Uffici del Parco
La complessità strutturale del territorio del Parco ha, infatti, messo in luce
la necessità di arricchire il patrimonio informativo disponibile attraverso le
statistiche ufficiali, con informazioni e valutazioni espresse dagli attori
locali che hanno un ruolo significativo nella pianificazione e animazione
turistica. Sono stati quindi programmati diversi strumenti d'indagine che
hanno portato ai seguenti risultati:
- dai Colloqui con i 18 Sindaci sono stati desunti alcuni indicatori
significativi che permettono di leggere le informazioni ufficiali del sistema
turistico;
- dal Focus group con le 5 Comunità Montane si sono evidenziate le
potenzialità turistiche che le Comunità Montane ritengono debbano
essere oggetto di valorizzazione all'interno del territorio del Parco;
- dalle Interviste individuali agli Assessori delle 3 Province è nata
l'occasione di mettere a fuoco gli indirizzi effettivi della Provincia relativi
allo sviluppo turistico del territorio del Parco;
- dal Seminario con le 8 Cooperative dei giovani che gestiscono le 15
Case del Parco (oltre che alcuni Centri di educazione ambientale e
Servizi di interpretazione e di visite guidate) sono emersi i seguenti
interrogativi:
Puntare sui giovani ha costituito un'intuizione dirompente e innovativa,
per cui il Parco dei Monti Sibillini rappresenta un caso conosciuto
anche fuori dei confini nazionali. Mentre, nella fase di avvio, il ruolo
delle Cooperative è stato quello di sensibilizzare il territorio, oggi le
Cooperative hanno anche l'obiettivo di essere soggetti imprenditoriali
attivi nel mercato turistico. Verso quali prodotti turistici si stanno
dirigendo?
Se le Case del Parco sono passate da essere elementi di
sperimentazione a elementi strutturali del Parco, si può forse dire che
oggi debbano passare ad essere elementi di sistema del territorio?
- dall'Intervista di gruppo svolta all'interno del Parco è stato infine
ottenuto un preciso quadro degli obiettivi che l'Ente Parco vuole
raggiungere nel turismo;.
Nella quarta parte (L'elenco dei punti di forza , di debolezza, delle
opportunità e delle minacce nel processo di costruzione della
Strategia del turismo sostenibile e di applicazione della Carta
Europea) sono stati sintetizzati, combinandoli fra loro, i risultati di ogni
singola area di riflessione e la sintesi ha portato, come prevede la Carta
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Europea del turismo sostenibile, ad un elenco di punti di forza, di punti
di debolezza, di opportunità politiche, finanziarie, organizzative
esistenti e di minacce e fattori di rischio in relazione al territorio del
Parco (SWOT ).
Nella quinta (Il mercato turistico e gli scenari all'avvio del terzo
millennio) sono stati sintetizzati gli scenari possibili del turismo all'avvio
del terzo millennio e l'impatto economico che il turismo nel Parco potrebbe
avere.
Il risultato che si propone di sintetizzare tutti gli output prodotti nelle
diverse fasi di lavoro che hanno composto il Rapporto Diagnostico, è
rappresentato, a conclusione del Rapporto Diagnostico,
da una
configurazione del territorio orientata al futuro, in cui le richieste dei
soggetti locali e le esigenze del mercato s'incontrano. In un quadro in cui
il mercato turistico rappresenta nello stesso tempo il traguardo da
raggiungere, la chiave per il superamento dei problemi e, insieme,
l'opportunità in grado di far fronte ai punti di debolezza del territorio,
oltrepassando la limitatezza dei singoli punti di vista, collegando e
mettendo a frutto la specificità e ricchezza di ciascuno di essi.
Se la mappa dei sistemi locali messa a punto dal Piano pluriennale
economico e sociale (PPES) è il risultato dei processi di trasformazione
territoriale degli ultimi decenni e dell'integrazione territoriale generata
nell'uso dalla specializzazione funzionale tra luoghi di residenza, di
produzione, di lavoro e di tempo libero e segna quindi il nesso tra ieri ed
oggi, lil risultato finale del Rapporto Diagnostico è una raffigurazione del
territorio come sintesi fra le esigenze dell'insieme dei Soggetti locali e le
caratteristiche del mercato del terzo millennio, del nesso tra l'oggi e il
domani.
INTRODUZIONE
il Parco è diventato, negli ultimi anni un forte attrattore di mobilità turistica
e, come accade nelle modalità di sviluppo delle destinazioni turistiche, i
benefici derivanti dal turismo possono tradursi in problemi di carattere
sociale, ambientale ed economico (speculazioni incontrollate…) se non ci
si dota di adeguati strumenti di pianificazione e gestione. La Carta del
Turismo sostenibile dei Parchi nasce proprio per affrontare e fornire
soluzioni adeguate al fenomeno collettivo legato alla “scoperta dei Parchi”
che ha generato un forte aumento della domanda turistica a livello
mondiale. La Carta del turismo sostenibile è lo strumento che Parco e
territorio si impegnano ad adottare nel predisporre la Strategia di uno
sviluppo turistico coerente sia con le finalità istituzionali del Parco, sia con
i principi dello sviluppo sostenibile.
Una Strategia che abbia i seguenti obiettivi:
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•
•
•
•
•
•
Accrescere la consapevolezza locale sull’importanza del turismo come
elemento di sviluppo economico dell’area
Fornire alle diverse categorie di operatori una guida e orientamento
all’azione
Promuovere la collaborazione tra le imprese e le organizzazioni
coinvolte nell’attività turistica
Diventare una parte determinante del piano socioeconomico dell’area
Definire un ponderato programma d’azione
Individuare criteri di monitoraggio e controllo delle misure proposte
Ciascuno degli obiettivi elencati per tradursi in un risultato tangibile deve
essere collocato all’interno di un processo che prevede un forte
coinvolgimento degli attori, una partecipazione reale di tutto il territorio.
La metodologia
La Carta, predisposta dalla Federazione Francese dei Parchi con il patrocinio di
EUROPARC, richiede che ogni Parco predisponga una strategia per il turismo
sostenibile basata su:
•
•
•
•
•
•
Identificazione dei problemi globali che l’area deve affrontare
Valutazione delle risorse e dei mercati che conduca all’identificazione dei punti
di forza, di debolezza, delle opportunità e delle minacce.
Progettazione dell’organizzazione e delle risorse per attuare la strategia
Individuazione degli obiettivi strategici
Selezione degli indicatori per il monitoraggio
Attuazione di un piano d’azione
Prima di illustrare gli elementi metodologici che hanno informato il Rapporto
Diagnostico è opportuno fare alcune considerazioni sul concetto di Turismo
sostenibile. Ci si trova spesso di fronte a opinioni e punti di vista diversi e non
sempre univoci: a volte si tratta di una semplice applicazione della definizione del
Rapporto Bruntland, altre volte vengono enfatizzati specifici aspetti o ambientali o
sociali o economici legati al sistema turistico. La conclusione a cui si può giungere
è di ricondurre il concetto di turismo sostenibile ad alcuni principi, su cui esiste già
un elevato grado di accordo, idonei a guidare e affiancare processi di pianificazione
e gestione turistica verso la sostenibilità.
Di seguito sono indicati i principi di turismo sostenibile assunti dalla Carta Europea:
PRINCIPI DELLA CARTA EUROPEA DEL TURISMO SOSTENIBILE
1.
Riconoscere il Parco come risorsa fondamentale del patrimonio
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che deve essere tutelata e valorizzata dalle generazioni presenti e future
Sviluppare e gestire il turismo in maniera sostenibile, tenendo conto
dei bisogni dell'ambiente, degli abitanti, delle imprese locali, dei
turisti
3.
Coinvolgere tutti gli attori locali attraverso un forum permanente
4.
Predisporre e attuare una strategia di turismo sostenibile e un
programma di azioni
5.
Consentire che tutti i visitatori abbiano un'esperienza di qualità in
tutti gli aspetti della loro visita
6.
Incoraggiare prodotti turistici rendendo disponibili attività, eventi e
proposte che includano l'interpretazione della natura e del
patrimonio
7.
Comunicare effettivamente ai visitatori le caratteristiche specifiche
del Parco
8.
Incrementare la conoscenza del Parco e le strade della sostenibilità
attraverso la formazione professionale del personale turistico
9.
Garantire che il turismo sostenga la qualità della vita locale
coinvolgendo i Comuni, conservando buoni rapporti tra abitanti e
turisti, cercando di prevenire e risolvere i possibili conflitti
10.
Tutelare e valorizzare il patrimonio naturale e culturale
(controllando l'impatto del turismo in tutti luoghi fragili,
incoraggiando le attività che tutelano il patrimonio, riducendo le
attività che hanno un impatto sul paesaggio, l'aria, l'acqua, l'energia
non rinnovabile, il rumore, i rifiuti, sensibilizzando i turisti e le
imprese turistiche alla tutela dell'ambiente)
11.
Accrescere i benefici per l'economia locale (promuovendo la
vendita dei prodotti locali, incoraggiando l'occupazione degli
abitanti nel settore del turismo sostenibile)
12. Controllare e governare i flussi turistici
2.
Nella metodologia utilizzata nella fase diagnostica si è fatto riferimento a:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
gli attori del sistema turistico (stakeholders);
il sistema turistico e le tipologie di ambiente;
i possibili tipi di turismo nelle relazioni con lo sviluppo sostenibile
i diversi settori del sistema turistico e il rapporto con lo sviluppo sostenibile.
le attività di “management” del settore turistico
le caratteristiche culturali locali, il livello di attuazione delle
politiche di
sviluppo sostenibile e le relative pratiche gestionali..
E’ stato possibile approfondire ciascuna delle componenti citate, applicando il
modello rappresentato nella fig. 1
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Fig 1. Il modello di interpretazione del territorio
•Fonti secondarie
• Ricerche
• Documenti di
programmazione
• Piani territoriali di
coordinamento
• Interviste
MODELLO
SPINTA
DIAGNOSI
•Domanda e offerta
•Analisi della domanda
ATTRAZIONE
PARTECIPAZIONE
Focous group
Seminari
Gruppi di lavoro
Partecipazione
Il contesto oggetto di indagine, cioè il territorio del Parco, è caratterizzato da un’
elevata complessità (ne è esempio la presenza di numerose istituzioni: due regioni,
tre provincie, cinque comunità montane e diciotto comuni): Si è quindi deciso di
articolare la fase diagnostica in tre distinti livelli:
•
•
Diagnosi. Si tratta di una rilevazione puntuale attraverso fonti statistiche
istituzionali
Modello Attrazione e Spinta. L’utilizzo di questo modello (si rinvia la
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•
descrizione al testo più avanti) ha permesso di organizzare le informazioni
alla luce di due elementi: la filiera turistica e il mercato. L’applicazione del
modello è stata integrata dalla costruzione di indicatori
(turisticità,
patrimonio naturale e culturale) finalizzati ad accompagnare alcuni processi
decisionali nella stesura della strategia e utilizzabili nella fase di
monitoraggio prevista dalla Carta Europea.
Partecipazione. Come si è già accennato, la partecipazione è l’elemento
metodologico fondamentale per l’attuazione della Carta Europea. La
complessità istituzionale e le articolazioni sociali presenti sul territorio sono
state analizzate utilizzando metodologie di indagine diversificate a seconda
degli interlocutori: in alcuni casi interviste, in altri focus group, in altri ancora
seminari. Il processo analitico si è in tal modo arricchito di elementi operativi
utili alla definizione della strategia.
Alcune considerazioni:
• ogni singolo livello è funzionale all’altro; ad esempio la diagnosi
consente di impostare l’analisi del modello spinta attrazione, che a
sua volta è indispensabile per promuovere la partecipazione. Infine la
partecipazione permette di leggere criticamente la diagnosi elaborata
su fonti secondarie;
• allo stesso tempo i tre elementi interagiscono tra loro secondo la
dinamica rappresentata nella fig. 2
Le tre componenti del modello nel corso del processo tendono a convergere fino a
definire un’area all’interno della quale informazioni, interpretazioni analitiche e
attività e modalità di partecipazione consentono di elaborare le indicazioni di
massima su cui definire la strategia. Il grado di convergenza o sovrapposizione
dipende da diverse variabili: livello del conflitto presente sul territorio, accessibilità e
disponibilità di informazioni, intensità della AZIONI
partecipazione, motivazione e
determinazione degli attori locali. La sovrapposizione fra i tre elementi sarà tanto
più forte e integrata, quanto più approfondita sarà la lettura dei dati e delle
STRATEGIA
informazioni raccolte e tanto più attento sarà l’ascolto
alle istanze che provengono
e
dal territorio.
Da questo punto di vista, mentre la raccolta di informazioni costituisce un’attività
ormai comune nella prassi progettuale, vale la pena puntualizzare gli aspetti che
hanno caratterizzato sia l’adozione del modello di spinta e attrazione sia il modello
di partecipazione.
La scelta del modello “ spinta e attrazione” è dovuta alla complessità del
fenomeno turistico, alle interdipendenze settoriali a cui è legato, all’esigenza
di adottare una lettura sistemica in grado di cogliere i risvolti di carattere
psicologico, sociale e culturale. La lettura del turismo come sistema permette
inoltre di cogliere le implicazioni spaziali-regionali ed economiche di
rappresentarne gli elementi mutuamente dipendenti di cui si compone e i cui
mutamenti determinano processi evolutivi o regressivi. Tra questi:
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•
•
il turista, con le sue motivazioni, scelte e comportamenti,
l’industria turistica, ovvero l’insieme delle imprese, appartenenti a settori
economici differenti, che offrono beni e servizi in grado di soddisfare le esigenze
del turista,
• l’offerta di risorse turistiche, cioè di beni, strutture e infrastrutture, da parte degli
ambiti geografici di destinazione del turista,
• il contesto socio-istituzionale del turismo, cioè i mutamenti socio-culturali,
tecnologici, politici collegati ai flussi turistici.
L’approccio sistemico applicato allo sviluppo turistico locale si focalizza sulla
dimensione spaziale – regionale del fenomeno. Da un punto di vista concettuale si
possono individuare due tipi di regioni:
• quelle che generano i flussi turistici, in cui operano prevalentemente quei settori
dell’industria turistica che si occupano di promozione, marketing e
intermediazione;
• quelle che ricevono i flussi turistici, che ospitano principalmente i settori ricettivo,
ristorativo, di gestione di attrazioni turistiche, del tempo libero, e così via.
In realtà una regione genera e riceve flussi turistici, ma è la prevalenza di
quest’ultimo aspetto a caratterizzare una regione turistica che si articola al suo
interno in località o destinazioni turistiche. Entrambe presentano elementi di offerta /
domanda fortemente interrelati tra loro e tali da organizzarsi a loro volta in
sottosistemi. Tale caratteristica è stata recepita dal legislatore che, nella proposta di
legge di riforma del sistema turistico nazionale, introduce il concetto di sistema
turistico locale.1 Ai fini del presente Rapporto si è voluto assimilare il Parco
Nazionale dei Monti Sibillini a tale concetto.
Tale associazione, alla luce dei dati analizzati non risulta impropria, mentre più
problematica è l’individuazione dei sub-sistemi (località o destinazioni). Da un lato è
necessario tenere conto dei documenti di programmazione economica approvati2
che individuano due tipologie subsistemiche: i sistemi locali di sviluppo e i nuclei
montani. Dall’altro, relazioni sociali ed economiche già consolidate, strategie di
promozione turistica avviate, presenza di elementi naturalistici e culturali diffusi in
modo disomogeneo, rendono evidente un ulteriore sforzo di lettura del territorio, a
partire dalle esigenze e dalle regole imposte dal mercato turistico. Nella
predisposizione della strategia si intende fornire una interpretazione del territorio
che tenga conto sia delle riflessioni prodotte nei piani di programmazione locale, sia
del concetto di sistemi locali sia infine della struttura della filiera turistica. Per
questo motivo l’analisi ha inteso cogliere gli elementi strutturali di funzionamento
del sistema turistico ricorrendo ad una logica di tipo “spinta e attrazione”. Il modello
come si evince dalla fig. 3 distingue i due momenti e ne articola le dimensioni che li
1
Si definiscono sistemi turistici locali i contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti
territoriali appartenenti anche a Regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali,
ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale,
o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate. (Disegno di legge, 2198, Senato).
2
Ci si riferisce al Piano Pluriennale Economico e Sociale.
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50
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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compongono.
Figura 3. Rappresentazione del modello Spinta - Attrazione
locali
Sistemi turistici
Le componenti
Gli attori
Come regioneturistica
IL PARCO
Associazione
Cultura Turismo Ambiente
ATTRAZIONE
The Tourism Company
COMUNICAZIONE
51
TRASPORTI
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Nazionale dei Monti Sibillini
La componente SPINTA fa riferimento agli aspetti socio-psicologici e individuali
della scelta del turista, le motivazioni ed aspettative che spingono il turista ad
acquistare un certo prodotto turistico. Per prodotto turistico si intende “un insieme di
beni e servizi, tangibili e intangibili – molti dei quali acquistati nella destinazione –,
percepito dal turista come un’esperienza acquistabile ad un determinato prezzo”
(Middleton, 1988).
Comprendere chi, come, quando e perché si sposta verso una certa destinazione
richiede una segmentazione del mercato dei visitatori secondo criteri di provenienza
geografica, caratteristiche socio-economiche e demografiche, motivazione, durata e
stagionalità del viaggio, e così via, al fine di individuare tipologie omogenee di
turisti. Nel caso in esame si è reso quindi necessario integrare la classica analisi sui
flussi turistici ufficiali con un’indagine ad hoc sui visitatori del Parco Nazionale dei
Monti Sibillini, effettuata tramite la somministrazione di un questionario. In definitiva
si è cercato di comprendere le caratteristiche della domanda di turismo nei parchi
attraverso una analisi condotta su due livelli:
• l’analisi dei flussi turistici sulla base dei dati “ufficiali”
• l’analisi del domanda turistica del PNMS
La componente ATTRAZIONE si riferisce invece ad elementi connotati
geograficamente, ovvero al patrimonio naturale e culturale, alle strutture, ai servizi
offerti da una determinata regione o destinazione turistica, i quali costituiscono i
motivi che attraggono il turista verso quella specifica località. Questo è l’aspetto
fondamentale che distingue l’industria turistica dalle industrie tradizionali: mentre
nelle seconde i prodotti vengono portati (distribuiti) al mercato, che può essere
anche molto distante dal luogo di produzione, nel turismo luoghi di produzione,
commercializzazione e consumo sono fra loro inseparabili, è il mercato che viene
portato al prodotto in quanto quest’ultimo è necessariamente legato ad una
destinazione, essa è parte fondamentale del prodotto turistico e non solo il luogo in
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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cui questo viene consumato. La relazione tra prodotto turistico e destinazione
turistica non è però biunivoca: un luogo turistico può offrire diversi prodotti e,
generalmente, uno stesso prodotto può essere offerto da differenti destinazioni
turistiche (Collier,1994). Si comprende, quindi, come non meno importanti al fine di
analizzare la capacità attrattiva di una regione turistica siano aspetti più generali di
una località, spesso intangibili, quali il sistema di valori civili e sociali, la qualità delle
risorse umane, la qualità delle relazioni esistenti fra gli attori sociali, l’efficienza dei
sistemi amministrativi, il livello di competenze del tessuto economico-produttivo,
ecc...
Il sistema turistico è la risultante dell’integrazione di questi elementi e non coincide
con la loro somma, bensì è l’insieme complessivo delle loro relazioni. Per quanto
riguarda l’analisi del Parco si è proceduto a distinguere concettualmente la
componente dell’offerta turistica vera e propria, da un lato, e gli aspetti relativi agli
attori sociali, dall’altro.
Come componenti dell’offerta si intendono:
-
le attrazioni naturali e culturali
Una destinazione turistica fonda la propria capacità di attrarre turisti su quegli
elementi che, plasmati nel corso della storia dall’azione dell’uomo e della natura,
ne definiscono l’identità e la contraddistinguono rispetto ad altre località. Possono
essere attrazioni naturali come il paesaggio, la fauna, il mare e le spiagge, o
costruite dall’uomo come il patrimonio storico, artistico ed etnologico.
Costituiscono la base su cui una località può costruire una propria offerta turistica
specifica individuabile in quelle strutture e servizi destinati all’accoglienza, alla
mobilità, alla ricreazione del turista, ecc.. Queste strutture e servizi costituiscono
delle risorse per la destinazione turistica in quanto inserite nel processo
produttivo del sistema turistico e in grado di generare reddito. Il concetto di
risorsa è dunque legato alla capacità di generare reddito degli elementi di una
destinazione. Traslandone il significato si può anche parlare di risorse naturali o
culturali nel momento in cui determinati siti naturalistici o beni culturali generano
attorno a se una serie di servizi per la propria fruizione (si pensi a tutti quei siti
con accesso a pagamento, ai servizi di guida e accompagnamento o a quelli di
caffetteria e ristorazione…), entrando in tal modo nel processo produttivo pur non
essendo fattori riproducibili da parte del mercato.
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-
le strutture e i servizi turistici:
ricettività
gastronomia e artigianato
sport e ricreazione
interpretazione ed educazione
Sono tutti quegli elementi che permettono al turista di fruire delle attrazioni della
destinazione. E’ evidente che la distinzione fra attrazioni da un lato e strutture e
servizi dall’altro non è sempre netta: un ristorante tipico o un impianto sportivo
possono considerarsi allo stesso tempo una struttura e una attrazione, qualora
costituiscano il motivo principale di un viaggio.
-
l’immagine della località
Ci si riferisce all’idea e alle credenze che i turisti hanno della destinazione. Essa
non è il frutto di una esperienza vissuta ma, spesso, dell’azione combinata di
campagne promozionali, guide turistiche, passaparola e altri elementi veicolati
dai mass-media, che hanno un impatto fondamentale sui processi di scelta del
turista. Nel Rapporto si sono considerate sia l’immagine percepita del Parco sia
quella promossa attraverso le guide turistiche.
Indispensabili per il funzionamento del sistema turistico sono poi gli elementi di
collegamento tra la destinazione turistica e i mercati di riferimento: la
comunicazione, che rende visibile al turista le caratteristiche e le attrazioni e i
trasporti, che ne consentono l’accesso.
-
Comunicazione
Consiste nel flusso di informazioni fra la regione turistica e il mercato, fra l’offerta
e la domanda. Esso può avvenire in due direzioni: dalla destinazione al mercato
e viceversa, la prima si definisce promozione e può consistere in molteplici
attività, pubblicità, incentivi, pacchetti, …, la seconda ricerca di mercato ed è
essenziale per restituire alla località un feedback su bisogni, aspettative,
soddisfazione del turista. Il rapporto, in mancanza di una organica attività di
indagine sui fruitori del parco, ha analizzato il materiale di comunicazione
prodotto ai vari livelli istituzionali dal Parco.
Trasporti
Si intendono le strutture e infrastrutture che mettono fisicamente in collegamento il
mercato con la destinazione turistica: la velocità, la sicurezza, l’affidabilità, il costo
dell’accesso nonché le modalità della mobilità interna sono elementi importanti nella
scelta del turista e influenzano notevolmente la determinazione dei mercati di
riferimento.
La lettura complessiva del modello spinta attrazione consente un’analisi
multidimensionale del fenomeno turistico nell’area del parco. L’elaborazione di
indicatori ed indici ha favorito la verifica rispetto alla filiera turistica e ha permesso di
individuare i criteri su cui impostare il processo di partecipazione.
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Partecipazione e costruzione della strategia.
Il modello di “spinta – attrazione” ha integrato la fase diagnostica tradizionale ed è
servito da timone per stimolare la partecipazione locale, per promuovere la
centralità dell’interazione con il territorio e per orientare alla gestione dei problemi
sia gli operatori pubblici sia gli operatori privati. La centralità dell’interazione e
l’orientamento alla gestione dei problemi sono concetti alla base della cosiddetta
pianificazione partecipata fortemente auspicata nel processo di definizione della
strategia. Il tema della partecipazione, da alcuni anni è centrale nel dibattito sulla
costruzione di politiche pubbliche e, in termini generali è finalizzato a :
• Migliorare le prestazioni delle politiche pubbliche, avvicinando il mondo dove
si formano i bisogni, all’ambito della produzione di decisioni;
• Valorizzare le conoscenze del luogo degli attori locali che si manifestano in
molte forme e non sempre evidenti;
• Valorizzare le competenze progettuali degli attori locali e incrementare il
numero e il tipo delle idee prodotte e trattate nel processo;
• Trattare i problemi dei soggetti deboli, che meno di altri riescono ad accedere
al sistema della rappresentanza politica.
Le esperienze di partecipazione già realizzate, confermano la possibilità di
conseguire margini di miglioramento del processo di progettazione
contemporaneamente in ciascuno dei quattro ambiti indicati. Occorre chiarire
tuttavia, che in questa prima fase il coinvolgimento non ha rappresentato un
momento di allargamento della base decisionale rispetto alle politiche del parco,
ma un semplice incontro e, in alcuni casi un confronto sui contenuti e sulle
prospettive relative allo sviluppo turistico auspicato nella Carta.
Il coinvolgimento degli attori, in questo caso è stato mirato a rilevare esigenze
concrete da recepire o rifiutare nell’ambito della strategia, a verificare la
presenze/assenza di motivazioni ad agire e a sostenere processi di mutamento e,
infine ad accogliere spunti e idee a cui dare cittadinanza nell’ambito più generale
del processo in corso.
L’ipotesi che si è inteso verificare è derivata dal modello di Middleton (1998)
rappresentato graficamente nella figura 4, che assume come elemento di
osservazione la relazione che caratterizza il contesto rappresentato dalla
molteplicità di attori che partecipano alla definizione del prodotto turistico.
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Figura 4. Il prodotto turistico
visitatori
Agenzie
DOMANDA
mercato
turistic a
Tour operator
agenti di
viaggio
Servizi ai
turisti
Promotori
Trasporti
Ambiente
naturale
Prodotti
turistici
Gruppi di
interesse locale
Infrastrutture
OFFERTA
risorse
Ambiente
costruito
Amministrazioni
locali e
municipalizzate
residenti
V. Middleton, R. Hawkins, 1998
Nella "ruota" il prodotto turistico costituisce l’elemento di sintesi della filiera turistica
rappresentata, in questo caso, da attori che partecipano sia dal lato dell’offerta, sia
dal lato della domanda, al processo di produzione del servizio turistico. Il
movimento della ruota è dato dal sistema di relazioni che anima il processo
complessivo; se ne deduce che tanto maggiore sarà la qualità delle relazioni, tanto
maggiore sarà la qualità del prodotto turistico.
Nel turismo quindi, la presenza degli operatori è fondamentale e la strategia non
può prescindere da un loro coinvolgimento e dalla definizione di un linguaggio
comune. La costruzione del linguaggio è stata possibile sia attraverso l’adozione
dei modelli presentati, sia attraverso incontri mirati con interlocutori privilegiati. Fra
gli attori locali più significativi si è deciso di avviare la rilevazione incontrando i
Sindaci del territorio del Parco, assumendo il loro punto di vista come sintesi della
progettualità locale, per la vicinanza alle molteplici istanze della popolazione e, nello
stesso tempo, per il quotidiano interloquire con le diverse Istituzioni del territorio. Si
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è ritenuto che la loro esperienza potesse fornire una vera e propria chiave di lettura
nella fase diagnostica del territorio.
E' seguito il focus group con le Comunità Montane, l'incontro con le Province, il
seminario di lavoro con le Case del Parco, l'intervista di gruppo al Parco.
L’analisi del materiale informativo emerso dai contatti con gli interlocutori
scelti è stato sintetizzato aggregando i diversi punti di vista in dati,
informazioni e tipologie di argomentazioni. Si è quindi messo a confronto il
materiale informativo proveniente dalle fonti secondarie (rilevazioni ad hoc )
con i dati e le informazioni provenienti dalle fonti primarie (dati statistici)
espressi. Si sono confrontate le informazioni delle fonti primarie e secondarie
con le conoscenze derivanti dalle esperienze nazionali ed internazionali di
sviluppo locale e pianificazione turistica e si sono definiti i criteri per
organizzare i gruppi di lavoro con gli operatori del territorio. Le risultanze
della fase diagnostica sono state presentate e discusse con i rappresentanti
del settore privato e rappresentano la grammatica del linguaggio che hanno
condotto alla predisposizione della strategia.
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PRIMA PARTE
1.
IL TERRITORIO ATTRAVERSO I DOCUMENTI PROPEDEUTICI
ALLA PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE LOCALE
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha recentemente approvato il Piano
pluriennale Economico e Sociale che, nel documento di presentazione, si
propone come l’ambito in cui vengono definite le tattiche per lo sviluppo
locale, laddove le strategie e le politiche ambientali sono definite nel Piano
del Parco (attualmente ancora in via di approvazione).
Necessaria è stata la scelta di predisporre contestualmente il Piano del
Parco e il Piano pluriennale economico e sociale per conciliare l’esigenza
di costruire le strategie a lungo termine proprie del Piano del Parco
insieme con le azioni concrete e le risposte tempestive ai problemi locali
specifiche del PPES. E mentre, nel Piano del Parco, si è presa come
riferimento un’articolazione del territorio per “unità di paesaggio” e per
“reti” , nel Piano Pluriennale sono stati individuati dieci “sistemi locali”,
considerati come forme di aggregazione territoriale in grado di esprimere
la dimensione socio-economica a cui oggi si è giunti negli stili di vita, al di
là delle forme tradizionali di aggregazione amministrativa.
In relazione ai contenuti dei due Piani, il Piano del Parco disciplina
l’organizzazione generale del territorio definendo gli indirizzi e i vincoli e
suddividendo il territorio in base al grado necessario di protezione; a sua
volta il Piano pluriennale economico e sociale individua gli interventi per
integrare le politiche di sviluppo, per qualificare i servizi di base, per
trasformare i nuclei montani del Parco in luoghi strategici per la fruizione
turistica, dove le attività agricole possano essere integrate con il turismo
naturalistico e con le attività legate alla valorizzazione delle tradizioni.
Dal punto di vista metodologico, la prima fase del processo di
pianificazione è consistita nella predisposizione di una serie di analisi
settoriali cioè di una serie di letture del territorio operate dagli esperti nelle
diverse discipline. Ciò ha permesso di costruire un patrimonio di
conoscenze, studi, analisi a beneficio di chi vive, opera e amministra il
territorio del Parco, e, nello stesso tempo, un quadro di riferimento
essenziale per l’approfondimento e l’ampliamento dell’analisi e delle
proposte.
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A tale patrimonio di dati, informazioni e conoscenze, ci si è richiamati nel
predisporre il Rapporto Diagnostico, che, secondo la metodologia prevista
dalla Carta Europea del turismo sostenibile, ha il compito di analizzare
con quali connotazioni si presenti oggi il fenomeno del turismo nel Parco.
Infatti, se il turismo, così come viene sottolineato dai Piani finora
predisposti, costituisce per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini la
principale attività economica che potrebbe non solo valorizzare il
ricchissimo patrimonio di risorse disponibili e creare nuova occupazione e
nuovi profili professionali, arrestando l'esodo dei giovani e delle famiglie,
ma anche qualificare i servizi esistenti incrementando la qualità della vita
della popolazione e svincolando l'economia locale dai trasferimenti
pubblici e dalla dipendenza da fonti di occupazione esterne all'area
territoriale, occorre attingere al patrimonio informativo esistente per
comprendere, attraverso una
lettura intrecciata dei dati e delle
informazioni come sia possibile mantenere un equilibrio territoriale (con
opportuni interventi sulle condizioni di vita dei residenti in termini di
razionalizzazione e ri-allocazione dei servizi di base e di incentivi alla
residenzialità) e come sia possibile rilanciare lo sviluppo del territorio,
promuovendo nuove modalità di far turismo in grado di avviare quel
processo d'integrazione fra settori economici, Istituzioni e operatori.
L’elaborazione della Strategia del turismo sostenibile diventa quindi
l’occasione per un verso di lettura e di risistemazione dei dati disponibili in
chiave d’intervento
sul turismo, per l’altro di divulgazione e
approfondimento di essi in tutte le sedi di confronto con i Soggetti locali.
Tale modalità di utilizzo permette quindi di valorizzare il patrimonio
informativo raccolto ai fini della redazione dei Piani, utilizzarlo per la
definizione della strategia turistica, arricchirlo, farlo conoscere e renderlo
vivo nel territorio.
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1.1.
La Scheda di area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si estende per una superficie di
71.437 ettari, compresa fra due Regioni (Marche ed Umbria), tre Province
(Ascoli Piceno, Macerata, Perugia) 18 Comuni (Acquacanina, Amandola,
Arquata del Tronto, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera,
Cessapalombo,
Fiastra,
Fiordimonte,
Montefortino,
Montegallo,
Montemonaco, Norcia, Pievebovigliana, Pievetorina, Preci, San Ginesio,
Ussita, Visso).
Figura 1. Collocazione geografica del Parco
Fonte immagine www.parks.it/parco.nazionale.monti.sibillini/map.html
Il territorio del Parco è caratterizzato da un massiccio montuoso centrale di
natura calcarea il cui versante orientale è solcato da valli (Fiastrone,
Ambro, Tenna, Aso, Fluvione), a sud dal corso del fiume Tronto che
separa la catena dei Sibillini dai Monti della Laga, il versante occidentale è
inciso dalla valle del fiume Nera e dalla più piccola valle del Campiano e
presenta le caratteristiche depressioni calcaree dei Piani di Castelluccio
(rarità assoluta negli Appennini con una così larga estensione a 1500
metri sul livello del mare) ed è delimitato a nord dalla Valle del Chienti.
Il paesaggio, fortemente articolato, in pochi chilometri consente di
spaziare da vette rocciose e pareti scoscese a dorsali ampie e ondulate,
da altipiani carsici coperti di pascoli e praterie d'altitudine a falde montane
coperte di foreste, da valli glaciali a gole strette e profonde scavate
dall'acqua. Non numerose le vette che superano i 2000 metri d’altitudine,
fra cui il Monte Vettore (2.476 m), sotto la cui cima, si trova il leggendario
lago di Pilato(1940 m);
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Figura 2. Quote di territorio protetto per ambiti comunali
CESSAPALOMBO
SAN GINESIO
OLTRE IL 91%
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
DAL 71% AL 90%
DAL 51% AL 70%
DAL 21% AL 50%
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
BOLOGNOLA
FIORDIMONTE
AMANDOLA
FINO AL 20%
USSITA
MONTEFORTINO
VISSO
CASTEL
S.ANGELO
PRECI
MONTEMONACO
MONTEGALLO
NORCIA
ARQUATA
DEL TRONTO
Elaborazione ACTA su dati Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini
L'intreccio di elementi naturali culturali costituisce il carattere affascinante
del territorio del Parco i cui tratti fondamentali riguardano:
una straordinaria ricchezza di paesaggi, di specie floristiche
(rinomate le fioriture di Castelluccio e di Prati di Ragnolo a metà
giugno, si contano 1800 specie floristiche tra cui la stella alpina
dell'Appennino, la genziana dinarica, l'anemone alpino, il giglio
martagone, l'uva orsina, il ginepì e numerose specie di orchidee. Tra le
specie arboree la roverella, il carpino nero, il carpino bianco, il
castagno, il cerro, il leccio, il faggio, l'acero montano), di specie
faunistiche (fra le numerosissime specie di animali occorre ricordare
la presenza dell'aquila, lupo, gufo reale, martora, gatto selvatico,
istrice. Spicca la presenza esclusiva del chirocefalo del Marchesoni,
piccolo crostaceo endemico del lago di Pilato).
La diffusa presenza di
elementi dell’architettura religiosa. L’area, appartenuta per secoli
allo Stato Pontificio, è stata teatro del fiorire della cultura monastica:
numerosi sono i segni lasciati sul territorio, abbazie, santuari,
monasteri, pievi, eremitaggi, oltre al ricco patrimonio ecclesiastico
urbano presente nelle numerose piccole frazioni disseminate sul
territorio
- antiche strutture feudali ancora visibili nelle cinte murarie ben
conservate di alcuni comuni e nei numerosi resti di torri, rocche e
castelli
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numerosi borghi e centri storici di origine medievale che dopo il
terremoto hanno potuto fruire di appositi interventi per
la
ristrutturazione e che si presentano oggi per lo più in buono stato
- monumenti di architettura rurale: casolari e ville, fontanili, mulini,
antiche carbonaie ancora in atto... segni superstiti dell’antica
tradizione agricola del territorio, a volte in stato di abbandono;
-
Alcune risorse "uniche" fra cui i preziosi manoscritti leopardiani
conservati a Visso e musei e istituti culturali dedicati a personaggi
illustri (Gasparri, Gentili, Duranti…) in grado di attrarre turisti per motivi
di studio
Un territorio ricchissimo di prodotti tipici : dalle lenticchie e farro di
Castelluccio al prosciutto di Norcia, dal tartufo al ciauscolo, dalle
castagne e dal carbone ai formaggi di pecora, al miele, alle trote.
Un'immagine del Parco indissolubilmente legata all’atmosfera che si
respira alle alte quote fra le cime del Monte Sibilla, del Vettore e
sull’altopiano di Castelluccio. Attorno a quest’atmosfera magica si sono
sviluppate in tempi remoti quelle leggende che hanno dato i nomi ai
luoghi e che tuttora costituiscono l’anima del Parco: la leggenda della
Sibilla, le gesta del Guerin Meschino, la leggenda di Pilato…
I Monti Sibillini, infatti, prendono il nome dal Monte Sibilla, dove
secondo alcune fra le numerose leggende che si raccontano, si rifugiò
la Sibilla Cumana, fuggita dai Campi Flegrei all'avvento del
cristianesimo. Per aver osato contendere il ruolo di Madre di Dio alla
Vergine Maria è stata condannata a vivere fino alla fine del mondo,
rinchiusa nell'antro appenninico.
La fortuna della Sibilla appenninica è rappresentata da una ricca
tradizione scritta tra cui primeggia il poema cavalleresco di Andrea da
Barberino "Il Guerin Meschino" (1410) che racconta la storia di un
cavaliere soprannominato "meschino"
per la malinconia che lo
affliggeva in quanto era alla ricerca delle proprie origini. Poiché aveva
sentito parlare della Sibilla di Norcia, il cavaliere salì fino alla cima
della montagna tra venti, serpenti, draghi e grifoni per interrogarla. La
Sibilla fece di tutto per trattenere il cavaliere oltre quei fatidici 330
giorni oltrepassati i quali si è costretti a restare per sempre prigionieri
del regno della Sibilla. Ma il cavaliere resistette alle tentazioni…
Anche Antoine de la Salle , scrittore provenzale vissuto tra il
quattordicesimo e quindicesimo secolo raccontò nel libro "Le Paradis
de la reine Sibylle" la sua ascesa alla grotta, nel corso di un suo
viaggio in Italia a seguito dei d'Angiò.
Ma la Sibilla vive anche grazie ai racconti degli anziani, dei pastori e
degli abitanti dei villaggi vicini : le ancelle della sua corte scendono dal
monte per ballare con i giovani dei villaggi, a volte li aiutano a
sorvegliare il gregge, i bambini mormorano il suo nome all'avvicinarsi
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del temporale, lei, in persona, insegna alle donne le arti domestiche ed
in particolare l'uso delle erbe e la tessitura….
La Sibilla, dalla duplice natura di fata e di strega, è, come ogni mito,
una realtà intramontabile e inafferrabile, ma nel territorio del Parco ha
una sua presenza particolarmente forte perché strettissimi sono i suoi
legami con la fantasia popolare.
1.2. Le Caratteristiche demografiche e socio-economiche
La popolazione del Parco, è soggetta ad un rilevantissimo declino che ha
avuto inizio con il dopoguerra e che comporta un preoccupante
spopolamento di numerose aree e l'accentuarsi sempre più manifesto
dell'invecchiamento della popolazione. Nel corso degli ultimi 50 anni i
residenti (attualmente 13.200 abitanti) si sono più che dimezzati e
questo processo di depauperamento di risorse umane interessa tutto il
territorio del Parco, ma in alcuni Comuni (Montegallo, Castelsantangelo
sul Nera, Arquata del Tronto)
si configura con una particolare
drammaticità.
Figura 3. Variazione demografica 1951-1997
140
120
Dinamica della
100
popolazione
80
residente per ambiti
60
territoriali di
40
riferimento (numeri
20
Italia
Regioni
Province
0
indice 1951=100)
1951
Comuni Comunità Montane
1961
1971
1981
Comuni Parco
1991
1997
1951
1961
1971
1981
1991
Comuni Parco
100
81
59,4
51
47,6
1997
Comuni Comunità Montane
100
90,8
77,8
72,4
70,4
69,5
Province
100
98,8
97,4
101,8
102,8
105,4
Regioni
100
98,8
98,5
102,4
103,4
105,3
Italia
100
106,5
113,9
119
119,5
121,1
46,4
Il modello insediativo delle comunità locali del Parco ha una struttura
scarsamente concentrata e la popolazione si distribuisce nelle
numerosissime frazioni, tuttavia più della metà della popolazione risiede
nei Comuni di Norcia, Amandola, San Ginesio. I Comuni del Parco
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sembrano caratterizzarsi come dei Comuni scarsamente abitati, con
un'alta percentuale di abitazioni non occupate (54% a fronte di una
media nazionale pari a 21.1%) e oggi inutilizzate come residenza abituale,
ma utilizzate, nella maggioranza dei casi, per le vacanze per accogliere il
cosiddetto "turismo di ritorno", quando molte persone del luogo, stabilitesi
altrove, tornano nella comunità di origine per trascorrervi il periodo delle
ferie, con i conseguenti problemi di gestione dei flussi, di carenza di
servizi, d'impatto sull'ambiente, di scarsa incisività economica.
Figura 4. Nuclei familiari per frazioni
43 - 51
PIEVEBOVIGLIANA
34 - 42
ACQUACANINA
25 - 33
16 - 24
PIEVE TORINA
BOLOGNOLA
AMANDOLA
6 - 15
DATI NON
DISPONIBILI
MONTEFORTINO
VISSO
MONTEMONACO
CASTEL
S.ANGELO
PRECI
MONTEGALLO
Elaborazione ACTA su dati ISTAT
ARQUATA
DEL
TRONTO
La quota di popolazione con più di 65 anni che vive nel Parco
rappresenta quasi il doppio della media nazionale e se è vero che tale
dato non va drammatizzato considerando il ruolo prezioso che oggi un
anziano può svolgere, è altrettanto vero che la carenza generalizzata di
risorse umane ed in particolare di popolazione giovanile si pone con
una forte drammaticità nel territorio.
La lettura integrata degli indicatori demografici e sociali, oltre ad
evidenziare un fenomeno di declino della popolazione, di una sempre
maggiore quota di anziani e una sempre decrescente quota di giovani,
sottolinea che i Comuni del Parco si caratterizzano rispetto alla media
nazionale per un grado d'istruzione più basso sia per quanto riguarda il
numero dei laureati( 2.3% rispetto al 4%), sia per quanti hanno conseguito
il diploma di scuola media superiore(15% rispetto al 18.6%), sia anche per
quanti sono in possesso del titolo di licenza media(24.3% rispetto al
30.7%). Il dato tuttavia risale all'ultimo censimento della popolazione e
quindi nell'ultimo decennio la situazione potrebbe essersi in parte
modificata.
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Mentre i fenomeni sopra citati rappresentano una costante per tutto il
territorio del Parco, il tasso di variazione amministrativa della
popolazione (saldo tra iscrizioni e cancellazioni dalle Anagrafi Comunali)
presenta valori positivi in alcuni Comuni (in particolare in quelli vicini a vie
di comunicazione importanti). Ciò per un verso può indicare il ritorno di
una quota di popolazione, forse al momento del pensionamento, al luogo
d'origine, ma per l'altro verso può evidenziare la decisione di prendere la
residenza per trasformare le seconde case in prime case per motivi fiscali
e, quindi, potrebbe non esprimere affatto l'emergere di una tendenza del
territorio del Parco ad essere maggiormente attrattivo che nel passato.
Figura 5. Saldo anagrafico amministrativo (1985-1997) e quota di
popolazione anziana
Elaborazione ACTA su dati ISTAT
32%
CESSAPALOMBO
SAN GINESIO
30%
PIEVEBOVIGLIANA
SALDI POSITIVI
33%
FIASTRA
35%
FIORDIMONTE
SALDI NULLI
SALDI NEGATIVI
ACQUACANINA
36%
33%
PIEVE TORINA
BOLOGNOLA
28%
24%
VISSO
30%
USSITA
(1985-1997). Le percentuali si
riferiscono alla quota di popolazione
25%
25%
MONTEFORTINO
33%
I saldi si riferiscono al tasso di
iscrizione e cancellazione anagrafica
AMANDOLA
CASTEL
S.ANGELO
38%
PRECI
33%
MONTEMONACO
28%
MONTEGALLO
43%
NORCIA
23%
ARQUATA
DEL TRONTO
23%
anziana (con più di 65 anni) sui
residenti..
In relazione al mercato del lavoro, mentre il tasso di attività dei Comuni
del Parco (38.4%) è inferiore a quello nazionale (42.2%), il tasso di
disoccupazione (11.8%) è più basso rispetto alla media
nazionale(17.8%): in altre parole chi ha deciso di non andar via, oggi non
trova difficoltà ad entrare nel sistema economico locale o delle aree
limitrofe.
L'economia locale oggi si basa principalmente sulle seguenti attività:
Attività manifatturiere (23% della popolazione attiva)
Agricoltura (17%)
Commercio (11%)
Costruzioni(11%)
Alberghi e ristoranti (5%)
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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(Elaborazione ACTA su dati ISTAT, Censimento Industria e Servizi
1996)
Il settore manifatturiero, che ha valori vicini alla media nazionale, ha nella
regione Marche, in cui ricade la maggior parte del territorio del Parco, una
forte presenza di piccole e medie imprese e ben quattro Comuni del Parco
(Amandola, Montefortino, Montegallo e Montemonaco) sono nel raggio di
attrazione di Comunanza, centro fortemente industrializzato.
L'alto numero di popolazione occupata nel settore agricolo presenta ben
dieci punti percentuali sopra la media nazionale e fa capire come
l'agricoltura rappresenti un importante elemento della storia del territorio
e, quindi, possa svolgere una funzione rilevante in una prospettiva di
sviluppo sostenibile oltre che rappresentare anche un'importante risorsa
turistica.
Il commercio che pure ha una quota notevole nell'economia locale non
esercita una funzione volano sullo sviluppo locale perché vende
soprattutto merci che provengono dall'esterno dell'area : ben diversi effetti
potrebbe avere con un collegamento più funzionale al settore agricolo e
turistico.
L'indice dell'occupazione in attività alberghiere e di ristorazione, maggiore
rispetto alla media nazionale (3.8%), resta contenuto, probabilmente
perché il settore turistico essendo per il momento un'attività stagionale fa
ricorso al lavoro saltuario. Ciò nonostante, il dato esprime una tendenza,
che nel futuro avrà ulteriori probabilità di crescere.
Per il reddito disponibile il territorio del Parco si pone al di sotto di tutti
gli ambiti presi a comparazione: 18 milioni annui a fronte di 20.980.000
(reddito medio delle province di Ascoli Piceno, Macerata, Perugia),
21.290.000 (reddito medio delle regioni Marche e Umbria), 20.810.000
(reddito medio italiano) e presenta una notevole variabilità: Montegallo,
Acquacanina e Fiordimonte hanno il reddito più basso e sono anche i tre
ultimi Comuni nella graduatoria di tutti i Comuni delle tre Province, mentre
Pievebovigliana e Visso sono i Comuni con reddito disponibile medio-alto
e presentano valori vicini alla media nazionale.
Il quadro demografico e socio-economico del territorio in sintesi mette in
luce diversi elementi di preoccupazione: l'accentuato spopolamento,
l'elevato indice d'invecchiamento della popolazione, il basso livello
d'istruzione, una struttura di economia marginale a parte alcune eccezioni
quali Norcia(turismo), Amandola (servizi), S. Ginesio (pellame), un reddito
al di sotto di tutti gli ambiti presi a comparazione (provinciale, regionale,
nazionale).
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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L'area del Parco, pur presentando alcune caratteristiche comuni, non è del
tutto omogenea: è possibile individuare tre gruppi di Comuni che
presentano condizioni diverse a partire dal saldo anagrafico, dalla
variazione nel numero degli addetti tra il 1971 e il 1996 e dal residuo
occupazionale (stima delle forze lavoro che non trovano occupazione nel
Parco cioè è una stima dei pendolari e delle persone in cerca di
occupazione).
Del primo gruppo caratterizzato da Comuni più dinamici fanno parte i
Comuni che presentano quote crescenti di addetti extra-agricoli, residui
occupazionali relativamente bassi e saldi anagrafici positivi(Amandola,
Fiastra, Norcia, Ussita, Visso). Al secondo gruppo appartengono i Comuni
stazionari (Bolognola, Castelsantangelo, Cessapalombo, Fiordimonte,
Montefortino, Preci). Il terzo gruppo dei Comuni regressivi, presenta una
bassa quota di addetti sulla popolazione in età lavorativa, indotta in alcuni
casi da una posizione geografica svantaggiata in termini di altitudine e
viabilità
(Acquacanina,
Arquata,
Montegallo,
Montemonaco,
Pievebovigliana, Pievetorina, San Ginesio).
Tabella 1. La dinamicità dei comuni del Parco
Fonte: Politiche strumenti e progetti per la valorizzazione dei centri storici
IL QUADRO
DI SINTESI
del PNMS: analisi demografica
dei comuni.
saldo
anagrafico
comuni
variazioni add.
residuo
occupazionale
UL
NORCIA
0,9
130
80%
VISSO
-0,4
-35
78%
AMANDOLA
0,1
375
30%
USSITA
0,5
-65
22%
FIASTRA
0,2
29
20%
CESSAPALOMBO
-0,3
110
18%
CASTELSANTANGELO
0,8
-3
15%
MONTEFORTINO
0
179
15%
FIORDIMONTE
0
21
15%
PRECI
-0,1
44
15%
BOLOGNOLA
-0,6
-7
15%
PIEVEBOVIGLIANA
0,4
56
-18%
ARQUATA
-0,2
91
-20%
PIEVETORINA
0,3
50
-22%
MONTEMONACO
-0,3
87
-22%
MONTEGALLO
-0,6
78
-55%
4
-70%
169
-78%
Associazione
Cultura Turismo0,6
Ambiente
ACQUACANINA
The Tourism Company
SAN GINESIO
0,3
LA CONGIUNTURA ECONOMICA
COMUNI DINAMICI
COMUNI STAZIONARI
COMUNI REGRESSIVI
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In questo quadro di generalizzato declino ( pur con qualche eccezione), il
Parco può rappresentare una via di sviluppo potenzialmente ben più
attraente sia rispetto a quanto l'area circostante offre in termini di
occupazione che a quanto le città vicine offrono in termini di qualità della
vita. Costituisce infatti una grande occasione di crescita economica "post
industriale" e di sviluppo dell'occupazione non solo nel settore turistico, ma
anche in altre attività che trovino nel turismo un complemento
fondamentale (agricoltura, settore alimentare, settore del benessere,
artigianato, commercio…).
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1.3. Le caratteristiche rurali
Nei documenti propedeutici alla pianificazione del Parco Nazionale dei
Monti Sibillini, si è molto insistito sul modello rurale proprio dello sviluppo
storico dell'area dei Sibillini che costituisce la più rilevante risorsa del
territorio. Essa comporta notevoli benefici non solo diretti, ma anche
funzionali ad una prospettiva di sostenibilità presente e futura dei processi
di crescita del territorio.
Nel territorio esistono 1.567 aziende agricole e di queste il 96% è condotto
direttamente dal proprietario con manodopera per lo più familiare, e, in
misura ridotta, attraverso salariati, dopo che è finita la conduzione a
mezzadria. La tendenza attuale è nella diminuzione del numero di imprese
agricole, non essendoci un adeguato ricambio generazionale.
I principali prodotti agricoli sono dati dalle produzioni erbacee, da quelle
arboree, dalle attività di raccolta dei tartufi e dei funghi, dall'allevamento.
Nella produzione erbacea le produzioni di foraggere provengono da prati
di erba medica, di graminacee e leguminose, da pascoli. Particolare
importanza merita la famosissima lenticchia di Castelluccio e il farro
che rappresentano le produzioni tipiche del Parco dei Sibillini. Nella zona
di Visso esiste anche la coltivazione di piante officinali e aromatiche come
l'anice che vanno a rifornire le vicine industrie di liquori.
Fra le produzioni arboree, in particolare nei comuni di Montegallo,
Montemonaco, e Montefortino ed in misura minore nei comuni di Fiastra e
Visso, tra 500 e i 750 metri s.l.m. vi sono numerosi castagneti da frutto,
la cui importanza è testimoniata dalle manifestazioni e sagre che vengono
svolte durante il periodo di raccolta nel mese di ottobre. Il prodotto viene in
parte auto-consumato (marmellate, dolci…) in parte raccolto dai turisti, in
parte venduto durante le sagre, in parte conferito ai grossisti.
La selvicoltura è prevalentemente volta a procurarsi la legna da ardere e,
nonostante che l'attività sia regredita per l'esodo della popolazione , per
l'introduzione di alternative energetiche per il riscaldamento, per le misure
di vincoli introdotte dalle Regioni, è ancora praticta nell'area sia come
settore primario di occupazione che come fonte integrativa al reddito.
Buona parte della legna viene auto consumata per il riscaldamento(usi
civici sulle proprietà delle Comunanze Agrarie), una parte viene destinata
ai mercati vicini, una parte viene trasformata in carbone (Arquata e
Cessapalombo) e distribuita tramite la Coop.
La raccolta dei tartufi nelle due specie di tartufo bianco pregiato e nero
pregiato attualmente viene destinata ai ristoranti locali, a grossisti e a
negozi tipici. Altrettanto si può dire della raccolta dei funghi e dei prodotti
del sottobosco.
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Una delle risorse agricole più importanti è rappresentata dall'allevamento
del bestiame (51 mila ovini, 3 mila bovini,625 equini, 500 caprini, suini).
Nei Monti Sibillini sono presenti 18.000 ettari di pascoli che rappresentano
il 34% dell'intero territorio e gran parte di questi pascoli sono di proprietà
dei Comuni e delle Comunanze Agrarie che li affittano a canoni irrisori ai
pastori. Gli allevamenti ovini sono i più rappresentativi ed essendo formati
da razze pregiate come la Vissana e Sopravvissana, Sarda e Massese
riescono a fornire prodotti di qualità sia in termini di latte e formaggio, che
di carne e lana.
Nella zona del Parco è possibile vedere anche asini e muli utilizzati per il
trasporto del legname. Nella zona maceratese della Valnerina, e in quella
di Montemonaco sono presenti alcuni impianti di acquacoltura.
Tali risorse, che rappresentano per le famiglie una fonte di reddito
integrativa, non sono quasi mai raccordate ad attività economiche di altro
settore ed in particolare al turismo(turismo rurale…). Di qui nascono per il
futuro molteplici opportunità, tutte da valorizzare, particolarmente
interessanti per le giovani generazioni non solo appartenenti alle
comunità locali, ma anche provenienti da contesti urbani e motivate a
scelte di vita alternative.
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PESCA (TROTE)
MAPPA DEI PRODOTTI TIPICI DI ALLEVAMENTO E PESCA
MIELE
FORMAGGI
NORCINERIA
CESSAPALOMBO
Provincia di Macerata
TROTE-FORMAGGI-NORCINERIA
SAN GINESIO
FIASTRA
MIELE-NORCINERIA-TROTE
PIEVEBOVIGLIANA
FORMAGGI-TROTE
AMANDOLA
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
BOLOGNOLA
MONTEMONACO
USSITA
VISSO
Comunita’ Montana di Camerino
Comunita’ Montana di S. Ginesio
Comunita’ Montana Valnerina
Comunita’ Montana del Tronto
Comunita’ Montana dei Monti Sibillini
MONTEFORTINO
MONTEGALLO
DEI MONTI SIBILLINI
CASTELSANTANGELO
SUL NERA
ARQUATA DEL TRONTO
PRECI
Provincia di Ascoli Piceno
NORCIA
Provincia di Perugia
MAPPA DEI PRODOTTI TIPICI RURALI
PATATE
FARRO
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
MELE
LENTICCHIE-FARRO
CESSAPALOMBO
Provincia di Macerata
FARRO-MANDORLE
SAN GINESIO
FIASTRA
PIEVEBOVIGLIANA
AMANDOLA
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
BOLOGNOLA
VISSO
USSITA
MONTEFORTINO
MONTEMONACO
Comunita’ Montana di Camerino
Comunita’ Montana di S. Ginesio
Comunita’ Montana Valnerina
Comunita’ Montana del Tronto
Comunita’ Montana dei Monti Sibillini
71
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Fonti: elaborati per la predisposizione del PPES e del Piano del Parco
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SECONDA PARTE
2. Il sistema turistico del Parco nazionale dei monti sibillini
2.1.
Le attrazioni naturali e culturali
L’analisi paesistica condotta nell’ambito della predisposizione del Piano
del Parco per l’individuazione delle unità di paesaggio rileva tre elementi
fondamentali:
•
Un “cuore del Parco” in cui si distinguono le dorsali principale e
secondaria, segnate dal susseguirsi di praterie e pareti rocciose e
dall’assenza di insediamenti, i piani di Castelluccio, l’altopiano di
Macereto, le Gole del Fiastrone, la valle di Fiastra
•
Una “corona insediativa” differenziata fra versante umbro e versante
marchigiano, articolata in ambiti di forte caratterizzazione, per la
ricchezza di elementi e segni distintivi, le relazioni antropiche e
naturali, le diverse dinamiche evolutive
•
Un’area esterna intensamente abitata e coltivata formata dalle valli del
Chienti e del Tronto, dalle colline marchigiane e picene, dall’area del
casciano.
Da un punto di vista qualitativo gli aspetti caratterizzanti dell’area del
Parco riguardano:
La natura e il paesaggio
Il Parco presenta una notevole ricchezza floristica e faunistica, si
contano 1800 specie floristiche, 50 specie di mammiferi, 150 specie di
uccelli, 20 specie di rettili ed invertebrati, 700 specie di farfalle. Fra
queste la presenza esclusiva del chirocefalo del Marchesoni nel lago di
Pilato, e rare specie vegetali come la genziana dinarica.
Area densamente abitata nel medioevo è stata soggetta nei secoli ad
un intenso disboscamento che ha portato ad una forte riduzione delle
faggete originarie, alla scomparsa del pino mugo e dell'abete bianco,
all'estinzione della lontra, del cervo, del camoscio appenninico,
dell'orso marsicano e di uccelli come il gipeto, il grifone, il corvo
imperiale. I caprioli sono stati reintrodotti e si ha modo di pensare che
l'orso marsicano proveniente dalle montagne dell'Abruzzo faccia delle
incursioni sul territorio. L'abbandono dell'agricoltura e della pastorizia
hanno recentemente contribuito ad una rinaturalizzazione delle medie
quote.
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Il paesaggio del Parco è fortemente articolato e consente di passare
da vette rocciose a dorsali ampie e ondulate, da pascoli e praterie a
foreste, da valli glaciali a gole strette e profonde scavate dall'acqua. La
storia ha plasmato l'ambiente naturale fino alle medie quote lasciando
segni nei nuclei edificati di cui molti sono in stato di abbandono e nelle
costruzioni sparse del sistema agrario.
La figura presenta un inventario dei siti naturali di maggiore interesse
per i turisti (fonte: Parco).
Figura 1. I siti naturali di interesse turistico del PNMS
Gole del Fiastrone
Grotta dei Frati
Lame rosse
Montana di Camerino
Montana di S. Ginesio
Montana Valnerina
Montana del Tronto
Montana dei Monti Sibillini
Provincia di Macerata
Lago di Fiastra
CESSAPALOMBO
SAN GINESIO
FIASTRA
PIEVEBOVIGLIANA
Prati di Ragnolo
PIEVE TORINA
Provincia di Ascoli Piceno
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
AMANDOLA
BOLOGNOLA
USSITA
VISSO
Monte Sibilla
MONTEFORTINO
MONTEMONACO
Monte Vettore
Monte Sibilla
Lago di Pilato
Piana di Foce
CASTELSANTANGELO
SUL NERA
PRECI
MONTEGALLO
Monte Vettore
Lago di Pilato
ARQUATA DEL TRONTO
Monte Vettore
Lago di Pilato
NORCIA
Monte Vettore
Piani di Castelluccio
Provincia di Perugia
Il patrimonio storico-artistico
L'intreccio fra gli elementi naturali e storico-architettonici costituisce il
carattere distintivo ed affascinante del territorio del Parco. A questo si
aggiunge un'evidente differenziazione fra la zona umbra del Parco ,la
zona maceratese e il piceno che costituisce un ulteriore elemento di
ricchezza. I tratti fondamentali del patrimonio riguardano numerosi borghi
di origine medievale, la presenza forte
di un'architettura religiosa
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costituita, a partire dal secolo VI con Benedetto da Norcia, da abbazie,
santuari, monasteri, pievi, eremi, oltre al patrimonio ecclesiastico
disseminato nei centri urbani e nelle numerose frazioni , torri, rocche,
castelli e cinte murarie di origine feudale, elementi dell'architettura rurale
(casolari, fontanili, mulini, segni superstiti dell'antica tradizione agricola) e
alcune testimonianze uniche fra cui i manoscritti leopardiani conservati a
Visso.
Nelle pagine seguenti viene presentato il censimento dei beni esistenti,
per il quale sono state utilizzate come fonti le Guide Rosse del Touring
Club Italiano (Regione Marche e Regione Umbria), uniche guide ad
essere riconosciute dal Ministero dei Beni culturali per il repertorio del
patrimonio artistico nazionale e il materiale di comunicazione prodotto dai
Comuni e che, tuttavia, non risulta completo.
Figura 2. I siti storico culturali turisticamente rilevanti
Montana di Camerino
Montana di S. Ginesio
Montana Valnerina
Montana del Tronto
Montana dei Monti Sibillini
Collegiata
Provincia di Macerata
CESSAPALOMBO
SAN GINESIO
FIASTRA
PIEVEBOVIGLIANA
Provincia di Ascoli Piceno
Museo Nostra Terra
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
Museo Antropogeografico
Abbazia di SS. Ruffino e Vitale
FIORDIMONTE
BOLOGNOLA
Manoscritti di Leopardi
Santuario di Macereto
USSITA
VISSO
AMANDOLA
MONTEFORTINO
Pinacoteca Fortunato Duranti
MONTEMONACO
CASTELSANTANGELO
SUL NERA
Abbazia di S. Eutizio
MONTEGALLO
ARQUATA DEL TRONTO
PRECI
Rocca
NORCIA
Piazza S. Benedetto
Provincia di Perugia
SITI STORICO-CULTURALI
Il patrimonio etnologico
Attorno all'atmosfera che si respira fra le cime del Monte Sibilla, del
Vettore, sull'altopiano di Castelluccio , le Gole del Fiastrone…. si sono
sviluppate le leggende che costituiscono l'anima del Parco : la leggenda
della Sibilla nell'area che va da Norcia a Montemonaco e che trova nella
grotta della Sibilla un suo epicentro, la leggenda del lago di Pilato (sotto il
M. Vettore) nelle cui acque si narra sia inabissato il corpo del governatore
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romano dopo aver peregrinato a lungo su un carro trainato da bufali. Il
riflesso rosseggiante del lago ha fin da tempi remoti ispirato visioni
sinistre e attirato sul luogo maghi e negromanti.
Ma è soprattutto sulla Sibilla che si concentra un forte interesse
testimoniato da un crescendo d'iniziative di ogni genere : volumi, articoli,
conferenze, visite ai luoghi della Sibilla, intitolazioni di strade, di esercizi,
di prodotti commerciali…"E' la prova che questo mito solo apparentemente
anacronistico ha salde radici e, come una ceppaia secolare , verdeggia
ancora. Un revival che spinge studiosi delle più disparate discipline a
cercare una spiegazione del suo successo e delle sue origini. Ma sono
tentativi destinati a fallire perché cercano di spiegare ciò che è impossibile
spiegare. Alla fine l'approccio meno frustrante sembra essere quello di
chi non fa professione di scientismo: artisti, letterati, proseliti di ogni tipo
che rilanciano l nome della Sibilla, riproponendola con sempre nuove
invenzioni, rivisitandola sotto inedite angolazioni, immaginandola con i
colori della fantasia, la ricreano continuamente in nuove disparate forme.
E forse è questo il segreto di una creatura che abita nei recessi più
nascosti del nostro io, là dove si agitano chimere, utopie e apostasie." 3
Figura 3. Gli eventi di maggior richiamo turistico
Comunita’ Montana di Camerino
Comunita’ Montana di S. Ginesio
Comunita’ Montana Valnerina
Comunita’ Montana del Tronto
Comunita’ Montana dei Monti Sibillini
Il Palio
Provincia di Macerata
CESSAPALOMBO
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
PIEVE TORINA
Provincia di Ascoli Piceno
ACQUACANINA
AMANDOLA
FIORDIMONTE
Torneo delle Guaite
SAN GINESIO
VISSO
BOLOGNOLA
Festival Internaz. del Teatro
USSITA
MONTEFORTINO
CASTELSANTANGELO
SUL NERA
MONTEMONACO
Sagra delle Castagne
MONTEGALLO
Notte delle Paure
Prosciutto in vetrina
ARQUATA DEL TRONTO
Le Fate
Rievocazione Battaglia di Lepanto
Alla corte della Regina
PRECI
NORCIA
Provincia
di Perugia
3
Sagra del Tartufo Nero
Intramontabile Sibilla di Romano Cordella in via di pubblicazione (testo presentato in una conferenza del
prof. Cordella).
SITI DEGLI EVENTI DI MAGGIOR RICHIAMO
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2.1.1. L'analisi delle attrazioni naturali
Le pagine seguenti sono il risultato di una ricerca finalizzata ad
individuare i siti di maggiore attrazione mediante l’analisi delle guide
commerciali naturalistiche (Guida ai parchi e alla riserve naturali in Italia
del TCI) e del materiale di comunicazione del Parco: i singoli siti sono
localizzati in base al Comune interessato dalla loro presenza,
prescindendo da un rigido rispetto dei limiti amministrativi. Questa prima
lista è stata successivamente integrata e confrontata con le indicazioni
fornite dai Sindaci, portatori di una lettura locale degli elementi rilevanti
del territorio.
Si è proceduto poi ad alcune valutazioni sulla fruizione, ricorrendo ai
risultati dell’indagine sui visitatori ed a fonti secondarie, e alla
individuazione dei siti a maggior fragilità ambientale e oggetto di
indicazioni di intervento nei documenti ufficiali del Parco (Piano del Parco
e Piano pluriennale Economico e Sociale).
Di seguito sono indicati in una matrice i risultati dell’analisi.
COMUNI
ATTRAZIONI
1
ACQUACANINA
PRATI DI RAGNOLO
2
AMANDOLA
FIUME TENNA
3
4
ARQUATA - MONTEGALLO MONTE VETTORE
- MONTEMONACO
ARQUATA - NORCIA
FORCHE CANAPINE
5
C. S. ANGELO
VALLE DI RAPEGNO
6
C. S. ANGELO
VALLE INFANTE
7
CESSAPALOMBO
LAME ROSSE
8
CESSAPALOMBO
GROTTA DEI FRATI
9
FIASTRA
LAGO DI FIASTRA
10
FIASTRA CESSAPALOMBO
MONTEFORTINO
GOLE DEL FIASTRONE
11
12
MONTEFORTINO
VALLE DELL'AMBRO
13
MONTEGALLO
VALLE GLACIALE DI LAGO
14
MONTEMONACO
PIANA DI FOCE
15
MONTEMONACO
VALLE DELL’ASO
16
MONTEMONACO
FRONDOSA
17
MONTEMONACO
LAGO DI PILATO
18
MONTEMONACO
GROTTA DELLA SIBILLA
19
MONTEMONACO
20
MONTEMONACO
LAGHETTO DI PALAZZO
BORGHESE
VALLE GRASCIA
21
NORCIA
PIAN GRANDE CASTELLUCCIO
22
NORCIA
MACCHIA CAVALIERA
23
NORCIA - PRECI
VALLE CASTORIANA
24
PIEVEBOVIGLIANA
LAGO DI POLVERINA
25
PIEVE TORINA
RISERVA NAT. TORRICCHIO
26
PRECI
MONTE PATINO
27
PRECI
MONTE MORICONE
28
S. GINESIO
S. LIBERATO
29
USSITA - C. S. ANGELO
MONTE BOVE
30
VISSO
PIANO DELLA CARDOSA
31
VISSO
MACERETO
32
GUIDA TCI
SINDACI INTERVENTI ZONE DI
PPES
FRAGILITA’
GOLA DELL'INFERNACCIO
VALLE CANATRA
La matrice, che riporta i siti naturali più interessanti, elenca per ogni sito la citazione della Guida al Turismo
verde del TCI, del Sindaco del comune nel cui ambito ricade, la possibilità di essere area di interventi previsti
dal PPES, e se è considerato “fragile”. Tanto più intenso è il colore tanto più rilevante è citazione nei
documenti considerati o dei sindaci.
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Figura 4. I siti naturali più visitati (% di visitatori; fonte analisi della
domanda)
GOLE
FIASTRONE
7%
MADONNA
DELL'AMBRO
10%
ALTOPIANO
CASTELLUCCI
O
27%
LAGO PILATO
12%
LAGO FIASTRA
18%
INFERNACCIO
12%
MACERETO
14%
Il confronto tra la tabella della pagina precedente e il grafico consente di
arrivare a due conclusioni:
a) Le misure di intervento indicate nel PPES riguardano solo due fra i siti
a maggior fragilità individuati dal Piano del Parco.
b) Su 28 siti individuati, quali di interesse turistico, solo 12 sono oggetto di
comunicazione commerciale (guide turistiche).
Infine, nella figura seguente è riportata la concentrazione dei siti naturali,
rilevanti ai fini turistici, per comune. Montemonaco è l’ambito comunale
con più siti. Inoltre, come si può vedere, la parte più a sud del Parco
presenta i territori comunali con la maggiore concentrazione.
Figura 4. Distribuzione per ambito comunale dei siti ambientali di
maggior interesse
CESSAPALOMBO
Oltre 5
SAN GINESIO
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
Da 3 a 5
Fino a 2
FIORDIMONTE
ACQUACANINA
PIEVE TORINA
BOLOGNOLA
USSITA
AMANDOLA
MONTEFORTINO
VISSO
MONTEMONACO
CASTEL
S.ANGELO
PRECI
MONTEGALLO
NORCIA
ARQUATA DEL
TRONTO
I comuni evidenziati con un colore più intenso sono quelli che
hanno una maggiore concentrazione di siti naturali turisticamente
rilevanti.
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2.1.2. La capacità di carico e i possibili effetti dell’aumento dei flussi
turistici nel PNMS
L’analisi sociale ed economica ha evidenziato i benefici che la Comunità
del Parco potrà avere dallo sviluppo turistico. La metodologia della Carta
Europea del Turismo Sostenibile prevede allo stesso tempo una analisi sui
possibili “impatti” negativi del turismo. Vale a dire comprendere in che
modo l’aumento dei flussi turistici potrebbe “compromettere” la
conservazione del patrimonio ambientale e fino a che punto i siti più
frequentati possono “sostenere” flussi di visitatori crescenti.
Non è operazione agevole l'individuazione di indicatori di sostenibilità del
turismo, anche a prescindere dalla componente più sfuggente del
concetto, vale a dire quella sociologica. Il rapporto che intercorre tra
attività turistica e risorse del territorio è infatti così diretto e immediato da
rendere le interrelazioni tra i due sistemi estremamente complesse. E’
preferibile quindi ragionare in un'ottica intertemporale tenendo presente in
particolare che in ogni contesto spazio-temporale lo sviluppo turistico si
fonda sulla fruizione dello stock di risorse presenti (naturali e di origine
antropica). La "produzione turistica" ha dunque come pre-condizioni
irrinunciabili le dotazioni e le vocazioni del territorio, che vanno gestite
oculatamente. Non si può certo negare la presenza di frequenti motivi di
conflitto tra le esigenze di sviluppo economico avanzate dalle popolazioni
residenti o dagli operatori economici da una parte e quelle di salvaguardia
evidenziate dagli organi pubblici che si occupano di gestione del territorio
o da movimenti ambientalisti dall’altra.
Per la verità sarebbe interessante poter avere un monitoraggio della
capacità di portata degli ecosistemi e verificare i casi di suo superamento,
ma a tal fine non si dispone di rilevazioni sufficienti, anche se non è
difficile immaginare che in quelle località in cui si verificano, in certi periodi
dell’anno, elevate concentrazioni vi siano delle conseguenze negative
sull’ambiente.
L’obiettivo del presente paragrafo, lungi dall’essere una valutazione di
impatto ambientale della politica turistica adottata, è finalizzata a dotare gli
organi competenti alle decisioni in materia turistica di elementi aggiuntivi e
complementari a quelli già posseduti in loro possesso.
Capacità ricettiva teorica
Qualora si considerino i posti letto nelle strutture ricettive commerciali
(alberghi, agriturismi, alloggi in affitto, rifugi, campeggi) e quelli delle
seconde case di proprietà il Parco può ospitare contemporaneamente
circa 47.000 turisti stanziali. In teoria si potrebbe avere una situazione in
cui per ogni abitante del parco sarebbero presenti quattro turisti. Per avere
un termine di paragone si consideri che nelle località turistiche del
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Trentino, nei giorni di massimo afflusso, si arrivano ad avere fino a 12
turisti per abitante nei comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti.
Le “presenze” effettive sul territorio
Un indice interessante, soprattutto al fine di un corretto dimensionamento
delle infrastrutture di servizio, è quello che mette in relazione le presenze
turistiche nel giorno di massimo afflusso e la popolazione residente.
La costruzione dell’indice risulta “complessa” a causa della difficoltà a
stimare i flussi di visitatori nel Parco. A tal fine si è fatto ricorso ad un
modello che integra diverse fonti:
a) dati sugli arrivi e le presenze registrate nelle strutture ricettive “ufficiali”
fornite dall’APT Regione Umbria e APTR Regione Marche
b) risultati dell’analisi dei flussi di visitatori presso le Case del Parco
(fonte: Istituto Pangea)
c) risultati dell’analisi del comportamento dei visitatori del Parco (fonte:
ACTA, ECONSTAT)
Come orizzonte temporale si è considerato il mese di agosto, in
particolare i fine settimana. I risultati sono riportati nella tabella seguente:
Media dei turisti stanziali presenti ad agosto al giorno
strutture ricettive commerciali "ufficiali" (intero territorio
2.733
del Parco)
Alloggi in affitto REC Marche
2.000
Alloggi in affitto REC Umbria
1700
Alloggi non REC Marche
1600
Seconde Case (intero territorio del Parco)
7.385
TOTALE
15.418
Escursionisti nel fine settimana ad agosto
36.000
(Elaborazioni ACTA su dati APT Umbria 1999, APTR Marche 1999,
Istituto Pangea, Econstat)
Nel Parco circolano, in un fine settimana di agosto circa 52.000 persone
tra escursionisti (il 70%) e turisti stanziali. In pratica ci sono 4 visitatori per
ogni abitante.
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La densità turistica
Sarebbe interessante disporre di un valido indicatore della concentrazione
spaziale del turismo, ma la sua costruzione non è agevole.
In generale si può dire che nel periodo di massima affluenza ci sono circa
74 visitatori (turisti stanziali ed escursionisti) per Km mq. Qualora si
considerano anche i residenti del Parco la densità antropica è di 94
persone per Km mq.
Inoltre, considerando il numero di visitatori presso le Case del Parco come
indicatore proxi dei flussi turistici di passaggio, i comuni più interessati
sono Visso e Arquata del Tronto dove giungono, rispettivamente, il 73% e
il 10% dei visitatori del Parco.
Infine, qualche dato sui siti ambientali oggetto più di altri di flussi turistici
consistenti. Si propone un elenco predisposto dall’Ente Parco che
evidenzia sito per sito i problemi derivanti dalla fruizione turistica.
Tabella 1. Siti naturali a “rischio” (fonte: Ente Parco Nazionale Monti
Sibillini)
Comune
sito
Pintura
Lago del Fiastrone
Macereto
Frontignano
M. Prata
Pian Perduto di Gualdo
Campolungo
Madonna dell'Ambro
Valleria
Infernaccio
S. Leonardo
Montemonaco (AP)
M. Sibilla
Piano della Gardosa
Le Svolte
V. del Lago di Pilato
Arquata del Tronto (AP) M. Vettore
Forca di Presta
C.lle Le Cese - F. Canapine
Forca Canapine
M. Cappelletta
Pian Grande
Fiastra (MC)
Castelluccio
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conflitti e rischi
Strutture
scarichi, rifiuti
rifiuti, auto
auto, strutture, rifiuti
strutture, auto
auto, sci di fondo
auto
auto, rifiuti
auto, rifiuti, fuoco
rifiuti, chiasso
rifiuti, chiasso, erosione
auto, erosione
auto, rifiuti, fuoco
chiasso, erosione
chiasso, rifiuti, erosione
chiasso, erosione, rifiuti
auto, erosione
auto, strutture, rifiuti
strutture, auto, rifiuti
strutture, auto, rifiuti
auto, rifiuti, erosione, volo libero,
sci di fondo
auto
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Come si evince dalla lettura della tabella uno dei maggiori problemi legati
alla fruizione turistica del Parco è legato all’uso dell’automobile privata.
L’auto risulta infatti il mezzo utilizzato dall’85% dei visitatori per accedere e
spostarsi all’interno del Parco. In termini numerici si può stimare che nel
periodo di massima affluenza circolino all’interno del Parco circa 15.000
veicoli.
Infine un altro problema è legato ai rifiuti. Le interviste ai sindaci hanno
evidenziato che per i piccoli comuni l’aumento della popolazione durante
la stagione estiva comporta notevoli problemi di gestione. Tra questi lo
smaltimento dei rifiuti, che deve essere effettuato con lo stesso personale
e gli stessi strumenti a disposizione nei mesi invernali (quando la
popolazione è notevolmente inferiore).
2.1.3. Le attrazioni culturali
La mancanza di un database sufficientemente organizzato del patrimonio
culturale del PNMS, ha indotto il gruppo di lavoro a procedere alla
compilazione di un “inventario”.
L’inventario dei beni esistenti è di carattere numerico e differenziato per
tipologia; è stato condotto sulla base delle segnalazioni contenute nelle
Guide Rosse TCI e nel materiale di comunicazione prodotto dai vari
Comuni che tuttavia è lacunoso.
Successivamente, sulla base dell’inventario dei beni esistenti (nelle pagine
seguenti Tabella 2), sono stati individuati gli elementi maggiormente
attrattivi dell’area Parco. Il metodo seguito consiste, come già visto per la
attrazioni naturali, nell’associare gli elementi di pregio indicati dalle guide
turistiche principali, di cui una sintetica nazionale (guida De Agostini) e
una a carattere regionale (guide Verdi TCI), con quelli segnalati dai
rappresentanti della comunità locale. I giudizi di importanza riportati dalle
guide sono stati sintetizzati in una scala di tre valori rappresentata
graficamente, nella matrice (nelle pagine seguenti Tabelle ), da tre
gradazioni di colore. Il colore più scuro (Tabella 3) indica il giudizio di
maggiore rilevanza.
Un punto di forza delle attrazioni culturali è costituto dal fatto che,
utilizzando i finanziamenti del terremoto, si sono resi possibile lavori di
riattamento e tutt'oggi lo stato del patrimonio è adeguato.
Un punto di debolezza è l'inaccessibilità delle strutture disperse in un
territorio non servito sufficientemente dalla rete dei trasporti pubblici.
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Tabella 2 . Inventario del Patrimonio culturale esistente
ABBAZIE CHIE CONVE MONU MURA- MUSEI- PAL PIAZZ
RESTI
SANTU TEAT
SE
NTO
MENTI PORTE PINACOT AZZI
E
ARCHEOL
ARI
RI
ECHE
OGICI
ACQUACANINA
1
2
1
AMANDOLA
1
5
1
1
2
1
2
1
ARQUATA
5
BOLOGNOLA
3
2
C. S. ANGELO
8
1
1
1
CESSAPALOMBO
1
2
2
1
FIASTRA
4
1
1
FIORDIMONTE
MONTEFORTINO
MONTEGALLO
MONTEMONACO
NORCIA
PIEVE TORINA
PIVEBOVIGLIANA
PRECI
SAN GINESIO
USSITA
VISSO
TOT
1
1
5
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
10
5
1
6
18
9
9
6
9
6
6
114
2
1
1
4
3
1
2
1
2
1
5
4
2
15
2
1
1
2
3
1
4
3
1
1
19
2
1
3
17
1
1
1
4
1
1
1
1
1
1
2
9
TORRIROCCHECASTELLI
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
1
1
2
2
3
1
3
1
1
1
1
1
1
2
1
8
TRAD. ALT
STORI RO TOT
CHE
8
2
18
3
6
6
11
8
1
9
2
6
3
19
3
84
1
3
20
11
12
4
10
41
21
17
9
24
9
22
246
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Tabella 3. Gli elementi di pregio
COMUNE
NOME
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
CHIESA ABBAZIALE S. MARIA DI
RIO SACRO
CASTELLO VARANO
MUSEO DEI FOSSILI
MUSEO DELLA CIVILTA'
CONTADINA
PORTA S. GIACOMO
PALAZZO MUNICIPALE
CHIESA S. AGOSTINO
CHIESA S. FRANCESCO
ABBAZIA SS. RUFINO E VITALE
TEATRO LA FENICE
ROCCA
TORRE CIVICA
PARROCCHIALE
CHIESA MADONNA DEL SOLE
CHIESA DI SPELONGA
CHIESA FAETE
PALAZZO PRIMAVERA
VILLA MALVEZZI
PARROCCHIALE S. STEFANO
CHIESA S. MARTINO
CONVENTO S. LIBERATORE
LE ROCCHE
PALAZZO SIMONELLI
ZONA ARCHEOLOGICA
MUSEO CIVICO
CENTRALE IDROELETTRICA
ABBAZIA S. SALVATORE
FIASTRA
28
29
CHIESA S. LORENZO
CHIESA S. PAOLO
FIORDIMONTE
30
ACQUACANINA
1
2
3
4
AMANDOLA
ARQUATA DEL
TRONTO
BOLOGNOLA
C. S. ANGELO
CESSAPALOMBO
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
CHIESA S. BIAGIO
CHIESA S. BENEDETTO
CHIESA S. GIORGIO
CHIESA S. LORENZO
CHIESA S. MARIA IN CASALICCHIO
31
32
MONTEFORTINO
MONTEGALLO
MONTEMONACO
CASTELLO
PINACOTECA FORTUNATO
DURANTI
SANTUARIO MADONNA
DELL'AMBRO
CHIESA S. AGOSTINO
CHIESA S. FRANCESCO
PALAZZO LEOPARDI
PARROCCHIALE
CHIESA S. MARIA IN LAPIDE
ABITAZIONI RURALI DIFFUSE
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GUIDA DE TCI VERDE SIND
AGOSTINI
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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COMUNE
NOME
44
45
46
47
NORCIA
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
65
66
67
68
69
CHIESA MADONNA DELLA NEVE
CHIESA S. SALVATORE (CAMPI
VECCHIO)
MUSEO NOSTRA TERRA
MULINO
CHIESA S. AGATA
OSPEDALE PELLEGRINI
CHIESA MADONNA CASPRIANO
70
MUSEO RAFFAELE CAMPELLI
71
72
CHIESA S. GIUSTO
CHIESA S. MARIA MADDALENA
73
74
75
76
77
78
CHIESA S. MARIA
ABBAZIA S. EUTIZIO
PARROCCHIALE S. ANDREA
PARROCCHIALE S. EGIDIO
CHIESA ANNUNCIATA
CHIESA S. GIOVANNI BATTISTA
64
PIEVE TORINA
PIEVEBOVIGLIAN
A
PRECI
MONUMENTO S. BENEDETTO
MURA
PIAZZA S. BENEDETTO
CHIESA S. MARIA ASSUNTA
(CASTELLUCCIO)
PORTICO DELLE MISURE
DUOMO
CASTELLINA
MUSEO CIVICO
PALAZZO COMUNALE
PALAZZO BUCCHI
PALAZZO COLIZZI
ORATORIO S. AGOSTINUCCIO
CHIESA S. BENEDETTO
CHIESA S. FRANCESCO
CHIESA S. AGOSTINO
EDICOLA
CHIESA S. GIOVANNI
CHIESA S. ANDREA (CAMPI
VECCHIO)
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GUIDA DE
AGOSTINI
TCI VERDE
SINDACI
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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COMUNE
SAN GINESIO
NOME
86
87
MURA
PORTA PICENA
OSPEDALE DEI PELLEGRINI
CHIESA S. AGOSTINO
EX CONVENTO AGOSTINIANI
COLLEGIATA
MUSEO PINACOTECA (EX CHIESA
S. SEBASTIANO)
CHIESA S. FRANCESCO
MONASTERO S. LIBERATO
88
89
90
CHIESA S. MARIA ASSUNTA
CHIESA S. STEFANO
MUSEO GASPARRI
79
80
81
82
83
84
85
USSITA
VISSO
PIAZZA DEI MARTIRI VISSANI
CHIESA DI S. AGOSTINO
MUSEO PINACOTECA
COLLEGIATA DI S. MARIA
PIAZZA CAPUZI
PALAZZO DEI GOVERNATORI
PALAZZO DEI PRIORI
SANTUARIO MADONNA DI
98
MACERETO
99 PALAZZO DELLE GUAITE
100 MANOSCRITTI LEOPARDI
101 PIEVE MEVALE
102 CHIESA MADONNA DI CARDOSA
91
92
93
94
95
96
97
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GUIDA DE
AGOSTINI
TCI VERDE
SINDA
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Figura 1. Il patrimonio culturale censito
CESSAPALOMBO
DA 31 A 41
SAN GINESIO
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
DA 21 A 30
FIORDIMONTE
DA 11 A 20
FINO A 10
ACQUACANINA
PIEVE TORINA
BOLOGNOLA
USSITA
AMANDOLA
MONTEFORTINO
VISSO
CASTEL
S.ANGELO
PRECI
MONTEMONACO
MONTEGALLO
NORCIA
ARQUATA DEL
TRONTO
Nella figura è rappresentata la distribuzione dei beni culturali per ambito
comunale. Come si può notare il comune con più testimonianze storiche è
Norcia. Risultano ricche di beni culturali anche località quali Visso,
Fiordimonte e San Ginesio.
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Figura 2. Distribuzione per ambiti comunali delle principali
attrazioni culturali
CESSAPALOMBO
DA 15 A 21
SAN GINESIO
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
DA 10 A 15
FIORDIMONTE
DA 5 A 9
FINO A 4
ACQUACANINA
BOLOGNOLA
PIEVE TORINA
USSITA
AMANDOLA
MONTEFORTINO
VISSO
MONTEMONACO
CASTEL
S.ANGELO
PRECI
MONTEGALLO
NORCIA
ARQUATA DEL
TRONTO
Per principali attrazioni culturali si intendono le testimonianze
storiche e il patrimonio culturale citati dalle guide turistiche
specializzate sui Parchi. Anche in questo caso Norcia risulta il
comune con la maggiore concentrazione.
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2.2.
La ricettività
Il sistema ricettivo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, si
compone
di
diversificate
tipologie
di
esercizi,
che,
convenzionalmente, sono suddivise nelle due macro-categorie:
alberghiera ed extra alberghiera.
Considerando ambedue i settori di offerta, (comprese le case
private iscritte al R.E.C, che costituiscono una sorta di categoria a
sé stante, anche se generalmente è assimilata alle strutture extra
alberghiere), all’interno dei Comuni facenti parte del Parco sono
stati individuati complessivamente:
1414 alloggi privati iscritti al REC (circa 7000 posti letto)
52 esercizi alberghieri (2304 posti letto)
28 agriturismi (circa 450 posti letto)
12 rifugi (circa 300 posti letto)
6 campeggi (circa 1550 posti letto)
3 ostelli (circa 125 posti letto)
Analizzando solo il dato relativo ai posti letto,
il 53% di questo si riferisce alle case private iscritte al R.E.C.
il 22% si riferisce agli esercizi alberghieri (compresi i residence)
il 18% è rappresentata dai campeggi
il 4% dagli agriturismi
il 2% dai rifugi
l’1% dagli ostelli
L’area del Parco presenta una struttura ricettiva coerente con il
contesto rurale e montano delle aree protette, frutto di una
trasformazione avvenuta negli ultimi anni e tuttora in atto. Dal 1993,
anno in cui si è insediato l’Ente Parco, il sistema dell’offerta, ha
aumentato i posti letto, soprattutto in ragione dell’aumento degli
esercizi extra-alberghieri. Dagli 8 esercizi agrituristici si è passati
agli attuali 28 e diverse strutture sono ancora in via di apertura.
Anche il comparto dei rifugi è destinato a crescere, soprattutto con
la prossima apertura degli 8 rifugi che costituiscono i punti tappa del
Grande Anello dei Sibillini, sentiero pedonale attrezzato che corre
lungo il perimetro del Parco.
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Figura 3. L'offerta ricettiva "commercializzata"
| | |
Fonti:
Guida del Parco
Compagnia dei Parchi
1
Ι
|
| |
7
Alberghi 3 stelle
Alberghi 2 stelle
Alberghi 1 stella
∀
campeggi
agriturismi
Ι
Θ rifugi
nn Appartamenti in affitto
|
∀
1
Ι Ι Ι Ι Ι Ι Ι
23
Ι Ι Ι
22
|
1
Ι Ι Ι Ι
| | |
2
2
Ι
|
|
|
Ι Ι
| | |
| | | |
∀ΘΘ 5
| |
∀Ι
|
∀
ΘΘ
9
Ι Ι
24
| | | | | |
| | |
| | | |
Ι Ι
Θ
11
| |
∀ Ι Ι 15
| | | |
Ι Ι Ι
21 Θ Θ
|
| |
∀
1
| |
| |
ΘΘ
6
Θ Θ 30
Θ
Compagnia dei Parchi
In questa mappa è evidenziata la distribuzione delle strutture ricettive “visibili”. Vale a dire le struttu
“pubblicizzate” attraverso i principali strumenti di comunicazione turistica dell’area. Le strutture
evidenziate sono quelle site all’interno dei confini dell’area del Parco.
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2.2.1 La distribuzione territoriale delle strutture ricettive
Le ricerche condotte ai fini della predisposizione del Piano del
Parco e del PPEES hanno evidenziato la mancanza di integrazione
e sinergie produttive nel sistema ricettivo: risultano incongruenze
tali da far supporre che, alle implicite differenziazioni esistenti tra i
sottosistemi locali, si è sovrapposta l'assenza di una pianificazione
strategica per uno sviluppo razionale ed ordinato di un settore di
vitale importanza per l’economia locale.
I risultati
di questo processo incontrollato possono essere
sintetizzati in due elementi fondamentali:
•
disomogeneità distributiva in termini quantitativi ( del numero di
posti letto presenti nei vari Comuni) per effetto di una politica di
investimenti che non ha tenuto conto delle reali esigenze del
mercato e delle potenzialità locali. (non si spiegherebbero
altrimenti in alcune località altissimi indici di densità alberghiera
che non solo superano di gran lunga le medie nazionali o
regionali, ma si discostano dallo stesso valore medio di tutto il
Parco, che risulta notevolmente alto).
•
disequilibri nella distribuzione delle due macro tipologie ricettive
(alberghiera ed extra alberghiera) e delle singole tipologie di
esercizi ricettivi. In qualche caso si assiste a sistemi di offerta
“monotematici” come nel caso di Visso (solo alberghiero) o
Cessapalombo e Acquacanina (solo extra alberghiero).
Nell'analisi della distribuzione di specifiche tipologie di esercizi
vale la pena di segnalare alcuni dati di un certo rilievo:
• nel Comune di Norcia vi è concentrato il 55,3% della categoria
alberghiera "3 stelle" di tutto il Parco ed un'ulteriore quota di
circa il 30% (sempre della stessa categoria) è ubicata in altri due
soli Comuni, Visso ed Ussita
• molti Comuni riescono ad offrire una sola categoria alberghiera,
è il caso di Visso ed Amandola per la categoria "3 stelle" e di
Fiastra Bolognola e Montegallo per la categoria "2 stelle".
Anche nel settore extra alberghiero, che tuttavia è oggetto di forti
cambiamenti in atto, vi sono realtà con picchi di capacità ricettiva:
nel settore agrituristico, nel solo Comune di San Ginesio è
concentrato quasi il 37% di tutti i posti letto disponibili nel Parco,
mentre tutti gli altri Comuni in cui è presente questa tipologia di
offerta si attestano su una quota media del 10%.
Gli ostelli ed i rifugi sono tra le strutture finora (ma nel corso del
2001 si apriranno diverse strutture) più concentrate sul territorio: in
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particolare a Montefortino si trova il 65% dei posti letto di tutti i
rifugi, gli ostelli sono localizzati in due soli Comuni (San Ginesio ed
Amandola).
Una distribuzione più equilibrata è invece quella dei campeggi nei
sei Comuni che presentano questo tipo di struttura (per un totale di
261.000 mq.)
In relazione agli appartamenti privati dati in affitto, il Comune di
Ussita, da solo, detiene quasi il 40% di tutti gli appartamenti
registrati nel Parco, tuttavia il dato va preso con cautela per la
notoria tendenza di questo settore a sfuggire ai processi di
rilevazione statistica
Figura 4. Densità del sistema ricettivo
POSTI LETTO PER 100 ABITANTI
100 - 176 (2)
50 - 100 (2)
30 - 50 (3)
10 - 30 (3)
0 - 10 (8)
CESSAPALOMBO
SAN GINESIO
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
Sono compresi i posti letto in alberghi,
esercizi complementari e alloggi
iscritti al REC
BOLOGNOLA
PIEVE TORINA
USSITA
AMANDOLA
MONTEFORTINO
VISSO
MONTEMONACO
CASTELSANTANGELO SUL NERA
MONTEGALLO
PRECI
NORCIA
ARQUATA DEL TRONTO
Elaborazione ACTA su dati Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
2.2.2 Il mercato delle case in affitto
Nell'analisi della capacità ricettiva del Parco emerge che le case in
affitto risultano
la principale forma di alloggio offerta,
coerentemente con la struttura ricettiva prevalente dei sistemi rurali
e delle aree protette.
Ma se si considera la “visibilità” delle strutture, cioè la possibilità
dei turisti di acquistare il servizio tramite i sistemi istituzionali (Pro
Loco, agenzie…) e informali (passaparola), l’offerta di alloggi in
affitto risulta fortemente problematica.
Infatti, gli alloggi “visibili” (Catalogo Compagnia dei Parchi),
risultano essere circa 200, cioè solo il 20% dell’intera offerta di
alloggi iscritti al REC.
Si ritiene che tale scarto sia principalmente dovuto al fatto che
l’iscrizione al REC sia stata fatta per motivi di contingenza fiscale,
piuttosto che per finalità commerciali.
A ciò si aggiunga che si è riscontrata in alcune ricerche, effettuate
ai fini della redazione dei Piani del Parco, una scarsa propensione
da parte dei proprietari delle abitazioni disponibili, ad affittare
camere o appartamenti per esigenze turistiche: probabilmente
questo accade perché gli stessi proprietari tendono a preservarsi
l’uso e la disponibilità delle abitazioni per i periodi feriali estivi (non
a caso si riscontra un alto tasso di turismo di ritorno), oppure per il
fatto che alcuni di questi appartamenti non sono praticamente
utilizzabili per il periodo invernale (assenza del riscaldamento…).
La valorizzazione turistica degli edifici non abitati potrebbe
costituire una grande opportunità per il recupero ed il restauro dei
centri storici o di edifici di particolare valore storico e culturale dei
nuclei abitativi rurali, rappresentando un intervento di valorizzazione
non solo di natura economica, ma anche sociale ed ambientale
(non a caso questa possibilità è prevista espressamente dalla
stessa Legge quadro sulle Aree protette).
Le opportunità sono dovute a:
• domanda in crescita verso queste forme di accoglienza
• possibilità di redditi integrativi per i proprietari e contributo alle
pari opportunità (si pensi ai numerosi corsi di formazione per
l'imprenditorialità femminile e per la gestione di alloggi Bed and
Breakfast)
• recupero patrimonio edilizio.
Uno Studio recente della Compagnia dei Parchi (Turismo
Ambiente e Comunicazione nelle Aree Protette, CARSA 2000) ha
preso in esame le opportunità che derivano dalla valorizzazione del
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
patrimonio edilizio non utilizzato relativamente al Parco dei Monti
Sibillini. Le conclusioni a cui lo studio arriva sono le seguenti:
• su un patrimonio edilizio di 4.500 abitazioni non utilizzate, circa
1.000 ricadono in aree ad alta vocazione turistica
• tra le 1000 abitazioni in affitto, 600 possono essere immesse in
tempi brevi sul mercato e, calcolando che per ogni abitazione si
prevede un fatturato di circa 10 milioni l’anno, il giro d’affari
diretto attivabile direttamente dalla rivalutazione delle seconde
case sarebbe circa 6 miliardi, ai quali vanno aggiunti circa 5
miliardi di indotto
• la ricaduta occupazionale stimata, diretta e indotta, è di circa
100 addetti (tra saltuari e fissi)
Uno stimolo non trascurabile all’apertura di nuovi esercizi è
costituito dalla nuova legge sul B&B (L.R. 8/2000) varata dalla
Regione Marche. L’Amministrazione Regionale marchigiana
cogliendo lo spirito della formula ricettiva, basata sul rapporto
diretto tra turista e territorio, ha disposto che la colazione, un
elemento costitutivo del prodotto, debba essere preparata in casa
utilizzando almeno il 70% dei prodotti locali.
Recentemente, anche la Regione Umbria si è dotata di uno
strumento legislativo specifico per il Bed and Breakfast. La legge è
stata deliberata dal Consiglio Regionale alla fine del dicembre
2000.
Il Bed & breakfast è la formula ricettiva che, negli ultimi anni, ha
avuto una notevolissima diffusione sulla spinta delle politiche di
valorizzazione dei centri montani (in particolare i progetti “borgo
albergo”) e di inserimento delle categorie svantaggiate nel mondo
del lavoro imprenditoriale. Importata dal mondo anglosassone, ha
avuto in Italia una fase di sperimentazione spontanea nelle grandi
città d’arte, coprendo il fabbisogno dei posti letto nei periodi di
punta.
La consistenza dell’offerta di B&B nel Parco non è facilmente
quantificabile. Le guide specializzate riportano due esercizi, ma le
interviste con i Sindaci hanno evidenziato che esistono sempre più
numerose richieste di autorizzazione.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Figura 5. Distribuzione delle seconde case per ambito
comunale
CESSAPALOMBO
POSTI LETTO SECONDE CASE
SAN GINESIO
PIEVEBOVIGLIANA
5.050
- 6.670
(1)
3.440
- 5.050
(1)
1.830
- 3.440
(7)
- 1.830
(9)
220
FIASTRA
FIORDIMONTE
ACQUACANINA
PIEVE TORINA
BOLOGNOLA
USSITA
AMANDOLA
MONTEFORTINO
VISSO
MONTEMONACO
CASTEL
S.ANGELO
PRECI
MONTEGALLO
NORCIA
ARQUATA DEL
TRONTO
Elaborazione ACTA su dati ISTAT
Nel grafico sono evidenziate le seconde case, l’alloggio di
una componente fondamentale della domanda turistica
attuale: “il turismo di ritorno”. Si stima che il 20% di esse
siano inutilizzate.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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2.2.3 Il mercato alberghiero
Il Parco è un territorio ad altissima densità alberghiera: l'indice di
densità alberghiera risulta essere di 1500 posti letto per abitante.
Paradossalmente le uniche due regioni che superano il valore
relativo al Parco sono la Valle d'Aosta (con 2024 posti letto per
abitante) ed il Trentino (con 2658 p.l. per ab.) che notoriamente
godono di flussi turistici di gran lunga superiori e abbastanza
distribuiti nell'arco dell'anno.
Figura 6. Concentrazione territoriale dell'offerta alberghiera
PIEVETORINA
1
FIASTRA
1
PRECI
1
MONTEGALLO
1
BOLOGNOLA
3
1
AMANDOLA
1
SAN GINESIO
2
MONTEFORTINO
1
1
CASTELSANTANGELO
1
1
***
**
*
3
1
MONTEMONACO
2
2
VISSO
2
ARQUATA
2
3
3
USSITA
3
6
NORCIA
0%
10%
20%
1
30%
40%
50%
60%
4
70%
80%
90%
100%
Il grafico riporta il numero di alberghi (e il peso percentuale) per tipologia presenti in
ogni comune
Elaborazioni ACTA su dati ISTAT, APTR MARCHE, APT
UMBRIA
Il numero medio è di circa 40 letti per esercizio, rispetto a una
media italiana di 53, della regione Marche 55 e dell’Umbria di 48.
Solo 11 esercizi su 48 hanno più di 60 posti letto, di cui 8 localizzati
a Norcia, 2 a Ussita e uno ad Amandola.
La presenza di strutture con dimensioni inferiori alla media
costituisce un dato positivo in relazione al minore impatto da un
punto di vista ambientale e paesaggistico, ma, in realtà, introduce
un fattore di fragilità finanziaria ed economica nel tessuto
imprenditoriale, in quanto la gestione di piccole strutture rende
difficile l’operazione di abbattimento dei costi fissi e di gestione, già
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
di per sé compromessa dall'elevato indice di stagionalità dei flussi
turistici. Si aggiunga che una così limitata capacità delle strutture
alberghiere rappresentano un problema per i gruppi organizzati
(per esempio scolaresche), per l’accoglienza dei quali sono
necessarie strutture alberghiere con una disponibilità di almeno 50
posti letto o di 25 camere.
In alcune località, inoltre, dagli anni del dopoguerra fino agli anni
settanta, si sono verificati disastrosi interventi speculativi, dannosi
sia da un punto di vista ambientale che strettamente economico:
come a Ussita (ed in modo più limitato Castelsantangelo, Fiastra,
Bolognola), dove schiere di strutture turistiche "fantasma", hanno
generato e continuano a generare altissimi costi per il territorio e
per l’economia della stessa comunità locale, soprattutto se si
considera lo scarso indice di utilizzazione degli alberghi e delle
infrastrutture create per la fruizione di un turismo invernale che
negli ultimi anni ha segnato il passo.
Figura 7. Distribuzione degli esercizi e dei posti letto
alberghieri
ESERCIZI E POSTI
ALBERGHI
3
606
- 802
(1)
408
- 606
(0)
210
- 408
(1)
12
- 210
(12)
0
1
1
Fonti:
Parco Nazionale Monti Sibillini, 2000
Osservatorio Turistico Regione Marche, 2000
F. Alaimo, Il sistema di ricezione turistica nel PNMS, lavoro
propedeutico al PPES, 1998
In particolare si è fatto ricorso a quest’ultimo lavoro per la rilevazione
dei posti letto di C. S. Angelo, Montemonaco e Visso. Nel comune di
Montemonaco si considera anche la presenza di 3 residence
alberghieri.
1
3
(0)
2
1
2
7
2
6
1
13
La mappa evidenzia la capacità ricettiva
alberghiera del Parco, espressa in
termini di esercizi (il numero) e di posti
letto (il colore).
4
Elaborazione ACTA su dati ISTAT
Nell'analisi della composizione del settore, dai dati risulta che vi è
una prevalenza massiccia delle categorie alberghiere più basse:
si riscontra una totale assenza delle categorie di esercizi a quattro e
cinque stelle, mentre più del 60% degli esercizi è composto dalle
categorie a 1 e 2 stelle; gli esercizi appartenenti alla categoria “tre
stelle” invece occupa il 38% della composizione totale ed una
minima quota interessa infine i residences, che convenzionalmente
vengono assimilati alla categoria 3 stelle.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Tuttavia non sempre vi è corrispondenza tra categoria dichiarata ed
il livello di qualità e dei prezzi, in quanto si verificano casi in cui,
secondo notizie fornite dalle APT, esercizi che dispongono dei
requisiti necessari per appartenere ad una data categoria possono
decidere, per strategie legate alla domanda turistica disponibile, di
auto-declassarsi. Inoltre bisogna considerare che i criteri di
classificazione non sono sempre omogenei, in quanto i parametri di
riferimento per definire la categoria di appartenenza sono definiti
dalle leggi regionali mentre l'attribuzione vera e propria viene
concessa, o dalle AAPT o dalle Provincie. In futuro, il livello di
frammentazione dei parametri di classificazione potrebbe
aumentare ulteriormente perché, secondo le ultime disposizioni
normative di carattere regionale, le competenze dovranno passare
ai singoli Comuni.
C'è da dire che il mercato locale attualmente non sembra
assolutamente pronto per accettare sistemi volontari di garanzia di
determinati standard nella qualità del servizio ( sistemi di
certificazione di qualità) che invece dovrebbero avere un
importanza
strategica, non solo nell'interesse primario del
consumatore, ma anche perché introdurrebbero un fattore di
competitività fra le imprese del settore.
2.2.4. Il mercato extra alberghiero
Per una valutazione dettagliata sulle caratteristiche strutturali e
sugli indicatori di consistenza dell'offerta extra-alberghiera, vi sono
due ordini di difficoltà:
• esistono differenze tra le varie categorie di esercizi di cui è
composto il settore (basti pensare a quanto sono diversamente
strutturati un campeggio ed un ostello)
• non vi è nessuna definizione degli indicatori di riferimento per le
diverse tipologie (basti pensare alla difficoltà ad individuare il
“posto letto" in un camping, o al diverso modo di classificare la
capacità ricettiva di una struttura agrituristica, a volte facendo
riferimento alle camere, a volte alle “unità abitative").
• Tale difficoltà è sottolineata dai differenti modi attraverso cui
vengono raccolti e classificati i dati dalle diverse APT di zona,
dall'ISTAT e dalle altre fonti d'informazioni.
La ricettività extra alberghiera è presente nel territorio del Parco con
49 esercizi e circa 2500 posti letto, ai quali vanno aggiunti i 1414
esercizi delle abitazioni private alle quali corrispondono 6967 posti
letto: complessivamente, quindi la capacità ricettiva di questo
settore ammonta a 9167 posti letto.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
In primo luogo ci pare opportuno suddividere le strutture extra
alberghiere in due grandi aree: nella prima rientrano solo le case
private iscritte al R.E.C., mentre nella seconda tutti gli altri esercizi
complementari (campeggi, aziende agrituristiche, ostelli, rifugi).
I dati mettono in luce come le case e gli appartamenti in affitto
costituiscono non solo la parte più consistente del settore extra
alberghiero, (circa 7000 posti letto contro i 2200 di tutti gli altri
esercizi, tanto da costituire il 76% di tutti i posti letto extra
alberghieri), ma anche di tutto il sistema ricettivo nel suo
complesso.
Figura 8. Distribuzione degli esercizi e dei posti letto
agrituristici
ESERCIZI E POSTI LETTO
CESSAPALOMBO
AGRITURISMI
7
SAN GINESIO
2
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
88
-
112
3
(1)
FIORDIMONTE
64
-
88
(1)
40
-
64
(2)
16
-
40
(7)
0
PIEVE TORINA
1
ACQUACANINA
1
USSITA
(0)
La mappa evidenzia la capacità ricettiva
alberghiera del Parco, espressa in termini di
esercizi (il numero) e di posti letto (il colore).
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
CASTEL
S.ANGELO
1
2
MONTEFORTINO
3
MONTEMONACO
MONTEGALLO
PRECI
NORCIA
4
2
VISSO
Fonti:
Parco Nazionale Monti Sibillini, 2000
I posti letto sono frutto di una stima basata
sull’attribuzione di un numero medio di 16
posti per ogni agriturismo .
AMANDOLA
BOLOGNOLA
2
ARQUATA DEL
TRONTO
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
L’agriturismo
L’“agriturismo” registra una consistenza del 18% circa sul totale dei
posti letto (circa 450 posti letto per 28 esercizi) e si pone al secondo
posto per consistenza ricettiva.
Il settore rappresenta una tipologia di offerta turistica ideale in una
prospettiva
economica
di
sostenibilità
ambientale.
La
ristrutturazione dei casolari agricoli a fini turistici rappresenta una
valida risorsa da utilizzare per creare ospitalità senza provocare
impatto sul paesaggio, ma rende possibile anche una attenta e
diretta fruizione delle risorse ambientali e del patrimonio storico e
culturale presente nei piccoli nuclei urbani.
In questi ultimi anni, il fenomeno ha assunto una dinamica di
sviluppo davvero sorprendente, che va molto al di là del tasso
generale di crescita di tutte le altre strutture ricettive. Dal 1993 al
1999 infatti, sono sorte 24 nuove aziende per un totale di 400 posti
letto, determinando un tasso di crescita totale di circa il 320%;
Grazie a questo recente processo di crescita, circa i tre quarti del
totale degli esercizi hanno un'età media di circa tre anni; si è
ampliata pure l'area geografica interessata da queste strutture,
anche se ancora vi sono dei Comuni completamente scoperti: nel
1993 le realtà agrituristiche si concentravano in quattro Comuni,
mentre adesso i Comuni coinvolti sono nove, distribuiti nei diversi
versanti del Parco.
Come già evidenziato negli studi propedeutici alla redazione dei
Piani del Parco, in questo campo si assiste spesso ad un uso
improprio del termine “agriturismo” da parte di operatori economici
che in realtà non hanno nessun legame con la tradizione e la
cultura agricola vera e propria.
Si rischia in tal modo di vanificare la concreta possibilità che si
sviluppi un’offerta di qualità in grado di soddisfare le reali
aspettative della domanda e di creare contraccolpi sull’immagine
complessiva del Parco.
Gli ostelli e i rifugi
Le strutture a cui si rivolge il segmento di domanda giovanile o
caratterizzato da motivazioni strettamente legate alla fruizione delle
risorse naturalistiche del Parco, sono gli Ostelli, i Rifugi, i
Campeggi, le aree attrezzate per camper.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Figura 9. Distribuzione per ambito comunale di rifugi ed ostelli
POSTI LETTO
100
2
81
-
63
-
80
(1)
44
-
62
(1)
25
-
43
0
(1)
2
(2)
(11)
2
N. ESERCIZI
2
Fonti:
F. Alaimo, Il sistema di ricezione turistica nel
PNMS, lavoro propedeutico al PPES, 1998
Parco Nazionale Monti Sibillini, 2000
Il numero dei rifugi (12) è basato sulle rilevazioni
del Parco, mentre per il numero dei posti letto,
poiché non tutti ancora ne sono dotati, si è fatto
ricorso al lavoro di Alaimo.
3
2
2
La Regione Marche ha recentemente approvato una legge che la
pone all’avanguardia nella regolamentazione del settore
dei
Campeggi. Infatti, nel prendere atto che il mercato è cambiato, la
nuova normativa prevede una equilibrata integrazione delle
piazzole di sosta con le unità abitative fisse e la realizzazione di
strutture di servizio commerciali, sportive e ricreative. Introduce
inoltre numerose novità: oltre al marchio di qualità e a un maggiore
rigore nella classificazione delle strutture, viene previsto
l’allestimento delle piazzole di sosta attrezzate per il turismo
itinerante, adiacenti ai campeggi e la realizzazione di strutture
mobili per ospitare coloro che non dispongono di tende o roulotte. I
titolari o i gestori dei campeggi, potranno poi esercitare anche
l’attività di ristorazione a favore dei campeggiatori. Nel caso di
applicazione di prezzi superiori a quelli indicati nelle apposite
tabelle o di carenza nella gestione delle strutture, i consumatori
potranno presentare reclami. Si rinvia alla deliberazione della
Giunta Regionale n. 3031 del 29/11/99, per i requisiti obbligatori dei
campeggi.
Infine, una delle modalità di fruizione proprie dell’ecoturismo è
quella del turismo itinerante. La Regione Marche, nel 1996 è stata
la prima Regione Italiana a regolamentarla, con l’obiettivo
d'incentivare i Comuni a realizzare, sul proprio territorio, aree
attrezzate da adibire alla sosta di autocaravan e caravan
prevedendo, per la loro realizzazione, l’assegnazione di appositi
contributi.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Figura 10. Distribuzione dei campeggi e dei posti letto (stimati)
nei campeggi.
ESERCIZI E POSTI LETTO
CAMPEGGI
780
-
560
-
780
(0)
340
-
560
(0)
-
340
(5)
120
1.000
0
(1)
1
(0)
1
1
1
1
1
Elaborazione ACTA su dati ISTAT
2.2.5 I nodi da sciogliere della ricettività
Nella valutazione complessiva, il problema della stagionalità dei
flussi turistici costituisce uno dei principali nodi da risolvere ai fini
del rilancio economico dell’economia turistica.
E' interessante notare come il valore che si riferisce alla
percentuale di esercizi che dichiarano di rimanere aperti al pubblico
tutto l’anno (escluso ovviamente il periodo di chiusura per ferie), si
attesta intorno all’80% del totale. Esso indicherebbe una buona
propensione degli operatori a prolungare il livello di fruibilità
ricettiva oltre l’esigenza reale della domanda (si ricorda, a questo
proposito, che la stagione turistica si riduce per lo più ad un
periodo di 2 mesi l’anno). Tale valore si differenzia tra le diverse
tipologie di esercizi. Vi è una generale tendenza del settore
alberghiero a tenere alta la percentuale di apertura annuale.
Ma i valori si differenziano molto anche all’interno di ogni singola
classe: ad esempio, tra la categoria tre stelle e quella una stella vi
è una differenza di otto punti percentuali in favore della categoria
tre stelle. Le differenze sono ancora più marcate nel settore extra
alberghiero: la media generale di tutto il settore (in cui non vengono
considerate le case private) denota un valore del 41% circa; in
particolare, emerge un valore molto basso per i campeggi ( 16%)
ed un valore relativamente alto per le aziende agrituristiche (42%
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
circa); sorprendente il dato relativo ai rifugi, dei quali nessuno
dichiara di stare aperto per tutta l’intera stagione (cosa
paradossale, in considerazione della particolare tipologia di turisti
alla quale questi esercizi sono destinati)
In relazione all'offerta di servizi complementari, la percentuale di
esercizi che offrono servizi complementari (anche in convenzione
con soggetti terzi), si aggira intorno al 47%, presentando delle
notevoli differenze tra i due principali settori ricettivi:
tra le strutture alberghiere infatti, solo il 38 % di queste presentano
almeno un servizio complementare mentre tra gli esercizi extra
alberghieri risultano essere quasi il 53%. Anche in questo caso, le
differenziazioni tra categorie di esercizi sono notevoli e ne
rispecchiano le specifiche caratteristiche: nel settore alberghiero,
per esempio, si va da un valore del 15% circa degli alberghi ad “una
stella”, ad un valore di gran lunga più alto degli alberghi a “tre stelle”
(quasi 59%) ; viceversa, nel settore extra alberghiero, la media
generale è tenuta bassa dalla categoria “rifugi” la quale presenta
un valore dello 0%; invece le altre tipologie evidenziano percentuali
abbastanza alte, soprattutto per quanto riguarda i camping (83,3%).
In definitiva, i dati non permettono di valutare -e ciò costituirà
l'oggetto d'indagine della
seconda fase del processo di
elaborazione della Strategia del turismo sostenibile, cioè dei gruppi
di lavoro che coinvolgeranno gli operatori turistici del Parco- se per
l'offerta dei servizi complementari
le strutture ricettive
si
avvalgono, come dovrebbero, dei servizi del territorio , formando
una vera e propria filiera turistica attorno ai bisogni dei visitatori.
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Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
2.3.
Ristorazione, gastronomia e artigianato
2.3.1 Le strutture della ristorazione
Nel Parco sono presenti 153 esercizi tra ristoranti, pizzerie, trattorie
e osterie, agriturismi: gli esercizi sono distribuiti all’interno dei vari
Comuni, in stretta relazione con le strutture ricettive presenti,
anche perché gran parte degli esercizi di ristorazione sono
strutture comprese in alberghi o in altre servizi
extra
alberghieri.
La classificazione proposta dalla guida del Parco è la seguente:
41 ristoranti-alberghi
28 agriturismi
27 ristoranti
18 ristoranti pizzerie
11 ristoranti rifugi
7 pizzerie
6 trattorie
3 osterie
3 ristoranti tipici
3 ristoranti pizzerie
3 ristoranti residence
2 ristoranti con camere
1 spaghetteria
Per quanto riguarda la composizione, vi è una certa prevalenza
dei ristoranti sulle trattorie/pizzerie, il che può far trasparire uno
sbilanciamento dell'offerta sul segmento di domanda con maggiore
disponibilità di spesa; ma per avvalorare questo tipo di
considerazione sarebbe necessario disporre di dati più articolati sia
sulla qualità e sui prezzi dei servizi offerti, che sulle caratteristiche
di consumo della domanda.
Un elemento che introduce un fattore di criticità nella qualità dei
servizi ristorativi riguarda l'organizzazione degli orari di apertura
e dei turni di chiusura che non riesce a garantire una
disponibilità continua e diffusa dei servizi pubblici. Spesso si
tiene conto più delle esigenze e dei tempi degli stessi gestori che
non di quelli dei turisti.
E' da sottolineare infine che nel Parco, territorio in cui sono
presenti numerosi prodotti tipici , vi è una forte carenza di
ristoranti tipici ( come struttura architettonica e di arredo) , che
dovrebbe invece rappresentare un naturale punto di forza del
territorio.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
La guida del Parco ne indica solo tre, ma, attraverso un'indagine
condotta con l’ausilio delle guide specializzate nel settore si è
riusciti a costruire un quadro più completo, che tuttavia non
oltrepassa il numero di sette, rappresentando il 10% dell’offerta
tipica locale . La distribuzione geografica indica una forte
concentrazione a Norcia (4 su 7).
Figura 11. Distribuzione dei esercizi di ristorazione per i
sistemi locali individuati dal PPES
N. ESERCIZI
26 -
41 (2)
16 -
25 (2)
6 -
15
(2)
1 -
5
(3)
PIEVEBOVIGLIANA
6
FIORDIMONTE
6
ESERCIZI DI RISTORAZIONE
(RISTORANTI-PIZZERIE-TRATTORIE)
6
6 SAN GINESIO
PIEVE TORINA
23 -
28 (2)
8
-
13 (1)
5
-
7
(2)
VISSO
USSITA
1
-
4
(4)
CASTEL
S.ANGELO
SERVIZI DI RISTORAZIONE
(BAR)
6
CESSAPALOMBO
FIASTRA
ACQUACANINA
BOLOGNOLA
9
-
13 (5)
6
3
-
8
(1)
6
1
-
2
(3)
PRECI
NORCIA
6 6
6
Elaborazione ACTA su dati Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
6
6
AMANDOLA
MONTEFORTINO
MONTEMONACO
MONTEGALLO
ARQUATA
DEL TRONTO
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
2.3.2. I prodotti gastronomici e l’artigianato del Parco
L'importanza strategica del comparto enogastronomico è andata
progressivamente crescendo negli ultimi anni. L’enogastronomia
rappresenta oggi la motivazione principale per molte fasce di
utenti, collocandosi tra i turismi emergenti. Basti solo pensare che
ne 1999 presso le aziende vinicole italiane si sono registrate circa
2,5 milioni di visite.
Il turismo enogastronomico è una forma di turismo culturale, basato
sulla conservazione dei territori agricoli, che può portare benefici a
diverse categorie di persone (dagli agricoltori, dagli allevatori agli
albergatori, ai ristoratori, ai commercianti di prodotti locali ) e che
ben si addice alle finalità del Parco.
Figura 12. Distribuzione dei prodotti tipici e dell'artigianato per
sistemi locali
CESSAPALOMBO
FIASTRA
ACQUACANINA
BOLOGNOLA
DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI
DELL’ARTIGIANATO
1 - 2
PIEVEBOVIGLIANA
FIORDIMONTE
(8)
0
DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI
GASTRONOMICI
PIEVE TORINA
4 - 11 (2)
1 - 3
(6)
SAN GINESIO
VISSO
USSITA
AMANDOLA
MONTEFORTINO
MONTEMONACO
CASTEL
S.ANGELO
0
PRECI
NORCIA
Elaborazione ACTA su dati Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
MONTEGALLO
ARQUATA
DEL TRONTO
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dal momento che l’agricoltura e l’allevamento costituiscono
l’economia tradizionale del territorio, la presenza di prodotti
alimentari locali è molto diffusa sul territorio e, ultimamente, si
stanno compiendo notevoli passi nell'acquisizione di certificazioni
riconosciute a livello ufficiale (certificazioni d'origine controllata,
Appenninia, Slow food…).
Il polo della tipicità è prevalentemente ubicato nel sistema
Norcia–Preci, in cui le lenticchie di Castelluccio e il prosciutto di
Norcia, già di rinomanza nazionale, hanno recentemente
conseguito il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). La
norcineria, ovvero l’arte della lavorazione del maiale, è conosciuta a
livello internazionale ed è alla base di una fiorente industria del
turismo enogastronomico.
Un indice significativo è dato da una struttura ricettiva
extralberghiera nell'area di Preci che ha attirato circa ventimila
presenze nel 1999, di cui più della metà straniere, cioè il 15% delle
presenze dell’intero sistema Norcia–Preci pubblicizzando sui mass
media il messaggio "Vieni a fare il maiale con noi !"
Pregiato è anche il tartufo nero, che costituisce l'occasione di
richiamo ad una sagra-mercato annuale a Norcia.
Sul versante maceratese, le Comunità Montane delle Alte Valli del
Fiastrone, Chienti e Nera e Alte Valli del Potenza e dell’Esino
hanno dato vita ad un marchio promozionale del territorio
(“Appenninia”) legato alla produzione di salumi, fra i quali il
ciauscolo, di legumi, di cereali biologici, di formaggi, di prodotti del
bosco, del tartufo nero di Visso.
Altri prodotti tipici sono le mele rosa dei Sibillini prodotte a
Montefortino, il miele e le castagne diffusi ovunque.
A Castel Sant’Angelo, infine, viene imbottigliata un’acqua minerale,
Acqua Nerea, che attualmente è l'unico prodotto che riporta il
logo del Parco.
Di seguito vengono specificati i luoghi di produzione dei diversi
prodotti:
Tabella 2. I Prodotti tipici citati dall’Atlante Slow Food
Farro
Cicerchia
Lenticchia di
Castelluccio
Pecorino
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Castelsantangelo, Castelluccio, Preci
Castelsantangelo, Norcia, Castelluccio
Castelluccio, Castelsantangelo
Visso e ovunque
Castelsantangelo, Ussita, Visso
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Ciauscolo
Miele
Ceci
Roveglia
Castagne/marroni
Tartufo bianco
Tartufo nero
Tartufo nero pregiato
Norcineria
Mele rosa dei Sibillini
Acqua Nerea
ovunque
Pievebovigliana
Castelsantangelo,
Norcia
e
Castelluccio
Montegallo,Montemonaco,Arquata,Ca
stelsantangelo
Pievebovigliana, Amandola, Fiastra,
Montefortino
Norcia, Visso
Norcia, Preci, Visso
Montefortino
Castelsantangelo
L’artigianato
Di minore spicco risulta la produzione artigianale del Parco. Il
territorio non offre prodotti particolarmente rinomati. Di grande
interesse tuttavia è la produzione del carbone secondo il metodo
tradizionale delle carbonaie ad Arquata, Cessapalombo e
Acquacanina, oggi commercializzato nel circuito Coop.
Altre produzioni segnalate sono quella del ferro battuto ad
Amandola, Pieve Torina, Visso e Preci, derivante quest’ultima dalla
tradizione della Scuola Chirurgica Preciana e sorta originariamente
come produzione di ferri chirurgici; quella di tessuti a
Pievebovigliana e Visso; il restauro di mobili antichi ad Amandola.
2.4. Sport, intrattenimento ed eventi
L’offerta di svago e di eventi in grado di attrarre visitatori non
appare sufficiente rispetto alla ricchezza di attrazioni naturali e
culturali presente sul territorio. Sono poche, infatti, le realtà
imprenditoriali che organizzano e gestiscono servizi fruibili dal
turista in tutte le ventiquattro ore della giornata. Sono presenti
servizi a carattere sportivo (sebbene esistano notevoli differenze
nei Comuni nella dotazione e nella qualità) mentre sono episodici
quelli dedicati all'intrattenimento. Finora questi sono stati legati
allo sviluppo dell’associazionismo e, conseguentemente, al
momento attuale, risentono dei problemi legati allo spopolamento,
al pendolarismo lavorativo, alla fuga dei giovani, all’invecchiamento
della popolazione.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel
Parco Nazionale dei Monti Sibillini
2.4.1. Gli sport invernali
Sotto la spinta di politiche pubbliche di sviluppo basate sul
potenziamento del turismo invernale , le caratteristiche altimetriche
e climatiche dei Monti Sibillini hanno portato, a partire dall'ultimo
dopoguerra, alla realizzazione di alcune stazioni sciistiche come
quella, abbastanza nota, di Frontignano (Ussita).
Negli anni più recenti, la contrazione dei mesi innevati e la
concorrenza delle stazioni sciistiche alpine e delle vicine stazioni
abruzzesi, hanno determinato un forte calo del turismo invernale e
un conseguente invecchiamento degli impianti che, attualmente,
sebbene vi siano in progetto ristrutturazioni e ampliamenti, hanno
un mercato di carattere prevalentemente locale.
Le dimensioni delle strutture sciistiche sono piuttosto contenute: dei
35 impianti, 27 sono sciovie, 6 sono seggiovie, è attiva una stazione
per lo sci da fondo e una cabinovia.
Ogni località sciistica, ad eccezione di Acquacanina, è dotata di una
scuola di sci.
Occorre rilevare inoltre la presenza, ad Ussita, di uno stadio del
ghiaccio di rilevanza regionale.
La funzionalità delle attrezzature sciistiche è allo stesso livello
delle stazioni appenniniche minori. Infatti, le località appenniniche
più frequentate come Abetone, Roccaraso e Scanno dispongono
di una capacità di elevazione degli impianti di risalita pari
rispettivamente a 4,5 e 6,8 milioni di persone/ora4
Tabella 5. Impianti sciistici del PNMS5
LOCALITA’
ACQUACANINA
ARQUATA DEL
TRONTO
BOLOGNOLA
C. S. ANGELO
USSITA
TOT
N.
IMPIANTI
Di cui
F
1
10
1
7
4
13
35
4
1
10
LUNG
H.
TOT
(Km)
4,777
7
4
6
27
3,575
2,380
11,319
22,051
SC
S
6
6
FU
1
1
LUNG
H.
MEDIA
478
511
595
871
-
PORTA
N.
TA
IMPIANTI
ORARI OMOLOG
A
ATI
1
5590
0
4800
2445
7908
-
Fonte Istat , Nono Rapporto sul turismo Italiano 2000
Fonte: elaborazione ACTA su dati Regione Marche -Servizio Turismo e Attività
ricettiva
(Legenda: F=fondo, SC=sciovia, S=seggiovia, FU= funivia)
5
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
1
1
1
4
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
2.4.2 Gli sport della natura
Con questo termine si fa riferimento a quelle pratiche sportive
coerenti con un contesto naturalistico e montano. Alcune di esse
possono essere considerate servizi indispensabili per l’offerta di
turismo nel Parco (l’equitazione, la mountain bike…), altre tipologie,
già presenti nel territorio (si pensi alla scuola di volo libero
(deltaplano, parapendio…) di Castelluccio, al centro di pesca
sportiva di San Ginesio, alla possibilità di fare roccia, di praticare
canoa, rafting sul fiume Nera e a tutti gli sport che si fanno a diretto
contatto con la natura) possono rappresentare delle grandi
attrazioni per il turista della natura ed un fortissimo richiamo a
visitare il Parco. Nel rigoroso rispetto dei vincoli definiti dal
Parco, tali settori dovranno essere potenziati ed organizzati in
tutta la loro filiera. Nella tabella di seguito vengono presentati i
Comuni dove hanno luogo alcune di queste attività:
Tabella 6. Sport della natura nel PNMS 6
LOCALITA’
BOLOGNOLA
FIASTRA
FIORDIMONTE
MONTEFORTINO
NORCIA
SAN GINESIO
USSITA
EQUITAZ.
X
X
X
X
X
MOUNT.
VOLO
GOLF
BIKE
LIBERO
X
X
X
X
X
X
ROCCIA
CANOA
RAFTING
X
X
X
X
2.4.3 Gli altri impianti sportivi
Per quanto riguarda le strutture sportive “classiche” ogni Comune è
dotato di qualche struttura fra campi da tennis, campi da bocce,
campi da calcio e campetti polivalenti per pallacanestro/pallavolo.
Alcuni Comuni presentano un’offerta più qualificata, come San
Ginesio, che dispone di un centro addestramento tennis della
Federazione Italiana del Tennis con circa 14 campi, e Norcia,
dotata di un centro sportivo che ospita atleti e squadre impegnate
nell'agonismo. Anche Ussita dispone di una buona dotazione di
impianti, se si considera l’esistenza delle due piscine di cui una
coperta, ma i costi di gestione, assolutamente sperequati rispetto
all'utilizzo delle strutture, rendono nei fatti non disponibili le piscine
se non per due mesi l’anno.
6
Fonte: materiale di comunicazione dei Comuni
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
PESCA
SPORT
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Tabella 6. Impianti sportivi del PNMS
CAMPI
N.
POLIVALE
CALCE MINI
LOCALITA’ TENNIS SPORTI BOCCE
PISCINE
IMPIAN
NTE
TTO
GOLF
VI
TI
ACQUACA
1
1
1
3
NINA
BOLOGNO
1
1
2
LA
C. S.
1
1
1
1
4
ANGELO
FIASTRA
1
2
2
5
FIORDIMO
1
1
1
3
NTE
NORCIA
1
1
1
1
2
1
8
PIEVE
1
1
1
3
6
TORINA
PIEVEBOVI
1
1
1
1
1
5
GL.
SAN
2
1
1
4
GINESIO
USSITA
1
1
2
1
5
VISSO
1
1
1
1
4
TOT
10
9
9
6
4
2
1
41
Di seguito viene presentata una tabella riassuntiva che consente di
caratterizzare ogni Comune del Parco in base alla tipologia di
dotazione sportiva:
Tabella 7. Dotazione degli impianti sportivi per tipologia di
sport
LOCALITA’
ACQUACANINA
ARQUATA
BOLOGNOLA
C. S. ANGELO
FIASTRA
FIORDIMONTE
MONTEFORTINO
NORCIA
PIEVE TORINA
PIEVEBOVIGLIANA
SAN GINESIO
USSITA
VISSO
TOT
SPORT
INVERNALI
1
10
7
4
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
SPORT RURALI SPORT GENERICI
3
2
1
2
1
5
1
13
3
1
35
11
2
4
5
3
7
6
5
4
5
4
41
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2.4.4 Gli eventi
Numerose sono le sagre, le feste religiose, i piccoli e i grandi eventi
di animazione estiva (concerti, festival del teatro, rassegne, gare di
fotografia) organizzati per lo più in occasione del "turismo di
ritorno". Fra gli eventi promossi direttamente dal Parco si ricorda la
Rassegna annuale delle Bande che si svolge in diversi comuni.
Nell'ambito del progetto " La Festa della Sibilla" del Gal Sibillini
Umbria è stato recentemente messo a punto l'itinerario "Valnerina
alla scoperta di erbe e tradizioni" per guidare i visitatori alla
scoperta del patrimonio naturale e culturale della Valnerina. Fra gli
eventi promossi, il Sentiero della Sibilla propone ai visitatori
un'escursione guidata ed animata dagli operatori della Cooperativa
Monte Patino alla scoperta della…Sibilla7
Un particolare cenno va fatto anche alle strutture dove possono
essere organizzati gli eventi: se solo a Norcia esistono delle vere e
proprie strutture congressuali (quali il complesso di S. Francesco,
inaugurato per Europarc 2000 e la struttura dove viene organizzata
ogni anno la sagra dei tartufi) ) tutto il territorio beneficia di un
patrimonio cospicuo di chiese rurali e di edifici del patrimonio
ecclesiastico da poter utilizzare per occasioni anche di rilievo. Si
tenga presente che con i fondi del terremoto e, poi, del Giubileo,
tale patrimonio è stato del tutto riadattato ed è quindi pronto per il
mercato.
Tuttavia è necessario rilevare che l’esistenza delle strutture in
questione non è sufficiente a creare un mercato di turismo
congressuale. In primo luogo bisognerebbe sciogliere il nodo legato
alla gestione delle strutture stesse. In secondo luogo si dovrebbe
avviare un processo di riqualificazione alle strutture alberghiere
coerentemente agli standard ricercati dal moderno turista
congressuale. Infine, affinché dei benefici derivanti dalla crescita di
questo nuovo segmento di domanda siano beneficiari anche
soggetti diversi dai gestori delle strutture dell’accoglienza, si
dovrebbe incentivare l’erogazione dei servizi accessori e
complementari all’organizzazione di eventi e congressi, allo stato
attuale, non reperibili sul territorio.
7
Si veda la brochure presentata a Milano alla Bit 2001 Valnerina:erbe e tradizioni
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
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2.5.
L'informazione, l'educazione e l'interpretazione
Fin dai primi tempi della sua operatività, il Parco ha creato con le
Case del Parco dei Centri Visitatori che avessero il compito
d'informazione e documentazione sul Parco, di accoglienza dei
visitatori, di promozione del turismo, di vendita dei materiali del
Parco, di coordinamento delle attività finalizzate a rendere fruibili le
risorse del territorio (escursioni, visite guidate, laboratori didattici…).
Si rinvia alla parte terza per un'analisi puntuale delle 15 Case del
Parco, presenti in tutti i Comuni del Parco (tranne Fiordimonte,
Acquacanina che fa riferimento alla Casa del Parco di Fiastra, e
Pievetorina). Si deve tuttavia sottolineare che nel corso degli anni
le Case del Parco, gestite attualmente da 8 Cooperative di giovani
locali, hanno in misura sempre maggiore differenziato la loro
attività. In stretto collegamento con le Case del Parco, è nata
un'Associazione di 50 guide riconosciute dal Parco che
promuove un ricco programma di escursioni (naturalistiche (80%),
culturali, didattiche…). Il 48% delle escursioni sono previste per il
mese di agosto , il 31% per il mese di luglio, il 21% si distribuisce
nei mesi da aprile a settembre . Lo scorso mese di agosto hanno
partecipato ad escursioni promosse dalle Guide circa 300 utenti ,
facendo registrare una presenza media di 6 persone per ogni
iniziativa.
Anche i sette Centri di Educazione Ambientale (CEA) sono in
diretto contatto con le Case del Parco, anzi, se si eccettua il CEA di
Montegallo gestito direttamente dal Comune, nella maggior parte
dei casi, i Centri sono gestiti dalle stesse Cooperative che hanno in
gestione le Case del Parco. Sono prevalentemente localizzati nel
versante ascolano del Parco , ad eccezione di quello di Ussita e di
San Ginesio. Essi offrono prevalentemente pacchetti didattici per le
scuole, anche a carattere residenziale(settimane o week end verdi).
Il CEA di Amandola svolge anche un'attività ricettiva, ma anche in
altri Comuni ci si sta attrezzando a tal fine. Chi invece non dispone
di strutture per la ricettività si appoggia alla disponibilità ricettiva del
territorio. Dallo studio effettuato, nell'ambito dei Piani del Parco, sui
servizi di educazione ambientale risulta che i centri integrano le
attività didattiche con il servizio di formazione per i docenti e, in
alcuni casi, con consulenze per terzi e con progetti di ricerca. Si
tratta di un volume pari a circa 10.000 arrivi ogni anno e i flussi di
utenti sono in aumento.
Oltre alle Case del Parco, all'Associazione delle Guide, ai Centri di
educazione Ambientale, alle Cooperative che gestiscono questi
servizi e, in modo autonomo, anche altre attività (apicoltura,
formazione, turismo…), non sono numerose le realtà imprenditoriali
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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e associative che offrono servizi specifici per i turisti. In quasi tutti i
Comuni sono attive le Pro Loco che si occupano per lo più
dell'animazione del territorio organizzando sagre e manifestazioni
popolari. In alcuni Comuni del Piceno operano delle strutture della
Provincia adibite alla promozione dei siti culturali.
Una realtà destinata ad assumere nel Parco una forte rilevanza è
quella dei Musei etnografici. Attualmente sono presenti il Museo
della Civiltà contadina a Norcia, e il Museo della Nostra Terra di
Pievetorina, ma alla fine dell'anno (dicembre 2001) sarà inaugurato
il Museo Antropogeografico di Amandola che rappresenterà un
modello innovativo di riferimento importante per questo tipo di
servizi. Anche a Castelsantangelo dove sarà presto attiva un'oasi
faunistica del cervo e a Montemonaco, il Comune dove è di casa la
Sibilla, sono previste per il futuro delle strutture museali.
Fra i musei di presentazione di opere artistiche sii segnalano invece
La Castellina a Norcia e la Pinacoteca comunale di Montefortino
gestita dalla Cooperativa "Il Chirocefalo" di Amandola.
Infine è opportuno rilevare che un veicolo di informazione
fondamentale e spesso trascurato, sono le indicazioni stradali.
Come di avrà modo di approfondire più avanti, nella presentazione
dei risultati dell’analisi della domanda, il 90% dei visitatori giunge al
Parco e ne fruisce attraverso l’auto propria. La “cartellonistica
stradale “ è quindi uno strumento fondamentale nell’ottica della
gestione dei visitatori. Non rientra tra gli scopi di questo lavoro
approfondire aspetti quali la coerenza dei cartelli con il paesaggio,
la loro uniformità o la loro efficacia in termini di informazioni.
Tuttavia si ritiene opportuno sottolineare che nelle principali direttrici
di accesso manchi una informazione adeguata della presenza del
Parco stesso. Spesso la prima segnalazione si presenta in
prossimità dei confini del Parco.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
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Tabella 3.
I servizi dell'informazione, interpretazione ed
educazione: Case del Parco, Servizio di guide, CEA, Pro Loco e
Piceno da scoprire, Musei .
Pro loco –
Case
Servizi
del
o
Parco
guide
Piceno da
C.E.A.
scoprire
Associaz.
Musei
Musei
etnografici
Turist.
ACQUACANINA
1
AMANDOLA
2
ARQUATA
2
BOLOGNOLA
1
CASTELSANTANGELO
1
CESSAPALOMBO
1
FIASTRA
0
FIORDIMONTE
0
MONTEFORTINO
1
MONTEGALLO
1
MONTEMONACO
1
NORCIA
10
PIEVE TORINA
0
PIEVEBOVIGLIANA
1
PRECI
1
SAN GINESIO
1
USSITA
2
VISSO
1
Fra i servizi di fruizione e interpretazione in un Parco, come
evidenzia l’indagine sui visitatori effettuata da ACTA, riveste una
particolare importanza la sentieristica cioè l'insieme di sentieri
segnati che consentano l’accesso e il godimento dei beni naturali
presenti sul territorio a chiunque non possieda una conoscenza
specifica dei luoghi. In un Parco come quello dei Monti Sibillini,
dove gran parte del patrimonio è disperso sul territorio, i sentieri
costituiscono una struttura fondamentale per la fruizione delle
risorse che va segnata, segnalata e adeguatamente gestita e
manotenuta .
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Stando ai progetti in atto, con l'inaugurazione del Grande Anello dei
Sibillini, sono tre i percorsi del Parco fruibili dal turista:
• il Grande Anello che circonda a media e bassa quota il cuore
dei Sibillini , toccando siti naturalistici e luoghi ricchi di
testimonianze
storico-architettoniche.
Ha
un'apposita
segnaletica e si svolge in parte su strade e carrarecce. E'
suddiviso in nove tratti percorribili a piedi in circa 8 giorni e
presto si potrà fruire di una rete di rifugi in via di apertura.
Prevede l'allestimento di una serie di percorsi attrezzati per i
disabili fra cui il primo in località Fiastra è già attivo. Il risultato
atteso è quello di rendere possibile la fruizione del Parco anche
a persone con difficoltà deambulatorie.
• il Grande Anello Bike che prevede l'attraversamento in
mountain bike del Parco e 14 piccoli anelli a guisa di petali
concentrati sul Grande Anello (di cui uscirà nei mesi prossimi
una guida specifica per i cicloturisti);
• i percorsi per le Famiglie che partono da ogni Comune la cui
segnaletica e comunicazione sono
già predisposte.
Recentemente, il Comune di Montegallo ha realizzato un
itinerario escursionistico lungo 30 Km. che collega nuclei rurali
attraverso vecchie strade che risalgono al 1600 e che sono state
dotate di punti informativi ed aree attrezzate.
In relazione ai percorsi escursionistici, Il CAI ha effettuato il
censimento di tutti i sentieri del Parco, ma fino all'approvazione del
Piano del Parco (entro l'estate 2001) è impossibile definire quali
saranno i percorsi accessibili ai turisti. Ad approvazione del Piano,
verrà effettuata la manutenzione della rete dei sentieri e l'apposita
segnaletica per riportare poi i sentieri fruibili su una nuova
edizione della Cartina del Parco.
Attualmente i sentieri segnati dal CAI sono circa 35, concentrati
nella parte centrale del Parco, nell'area che comprende le maggiori
attrattive naturalistiche, fra Pintura di Bolognola a nord e Forca
Canapine a sud; essi si svolgono per lo più ad alte quote e
prevedono livelli diversi di difficoltà. Il territorio del Parco, inoltre, è
percorso dal Sentiero Italia che attraversa i Comuni di Norcia e
Visso .
Perché il patrimonio del Parco possa essere adeguatamente fruito
e diventare uno strumento di informazione-formazione ambientale e
di crescita personale, occorre che sia adeguatamente interpretato
nei suoi valori più autentici e comunicato ai visitatori .
Il tema è oggetto del Piano d'interpretazione del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini in via di predisposizione e a tale documento si
rinvia per l'analisi diagnostica dei problemi esistenti e per la
definizione delle strategie necessarie.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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8
2.6.
Comunicazione e commercializzazione
Moltissimo ancora bisogna fare nel Parco Nazionale dei Monti
Sibillini
per rendere il ricco patrimonio di attrattive un
patrimonio di risorse per la destinazione turistica in grado di
generare reddito.
Solo nel momento in cui attorno ai siti
naturalistici o culturali verrà costituita una serie di servizi per la loro
fruizione (per la gestione e per la commercializzazione ) e questi
entreranno nel processo produttivo, il Parco potrà essere
considerato a pieno titolo una destinazione turistica.
Tuttavia il Parco non si propone l'obiettivo di diventare una delle
destinazioni turistiche, ma la legge 394/91 intende i Parchi come
un sistema di valori da comunicare alle persone.
Per far sì che questo tema sostanzialmente etico trovi il forte
riscontro economico che può avere, dal momento che assai elevato
è il numero di potenziali fruitori del Parco (da ricercare sia in quanti
sono consapevoli del loro bisogno di vivere i valori del Parco e che
non trovano risposte in questo tipo di società, sia in quanti non ne
sono ancora consapevoli, ma hanno un reale bisogno di trovare
messaggi per scoprire nuove prospettive), diventa imprescindibile
l'acquisizione di una capacità di comunicazione efficace con i
visitatori.
In questa prospettiva la comunicazione può diventare la chiave di
volta per la commercializzazione del prodotto Parco.
La politica della comunicazione del Parco
Il Parco ha finora perseguito una politica della comunicazione
basata su tre principali tracciati :
• la comunicazione istituzionale
• la comunicazione nell'accoglienza
• la comunicazione promozionale-commerciale
Il primo tracciato è costituito da tutti gli strumenti di cui il Parco si
serve per dare segni dei suoi fini . E' costituito dal logo9, dai
depliant, cartine e materiale cartaceo di presentazione dell'Ente
Parco, dal sito su Internet, dal giornale periodico Voci del Parco, dal
materiale di vendita(gadget…), dalla segnaletica, dal calendario
8
La commercializzazione vera e propria, cioè l'attività d'intermediazione non è stata
oggetto di analisi nel Rapporto Diagnostico in quanto attualmente non coinvolge, se non
marginalmente (con la partecipazione a fiere e con l'adesione ancora sulla carta alla
Compagnia dei Parchi il cosiddetto "tour operator delle aree protette"…), l'operato del
Parco, ma sarà oggetto di trattazione, con la definizione di specifiche misure nel
documento della Strategia di turismo sostenibile
9
Il logo del Parco , risultato di un concorso nelle scuole del territorio è stato valutato
sulla base di un apposito studio come il logo di maggiore attrattività fra tutti i loghi dei
Parchi nazionali.
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
annuale che il Parco offre alle istituzioni e agli operatori,
dall'immagine con cui
il Parco si presenta nella sua sede
(attualmente in rifacimento) e fuori sede (piazza Navona a Roma…)
e da tutti i veicoli che diffondono l'immagine del Parco (acqua
Nerea, la Corale del Parco…) .
Il secondo tracciato è costituito dallo stile di accoglienza con cui il
Parco ha voluto sempre caratterizzarsi, attraverso le Case del
Parco, attraverso l'organizzazione di momenti come Europarc
2000…
Il terzo tracciato è rappresentato dagli strumenti con cui il Parco
commercializza i prodotti
del suo territorio.
Si rinvia al Piano d'interpretazione in via di predisposizione a cura
dell'Istituto Pangea per un'analisi dei tre tracciati, occorre tuttavia
prendere atto che mentre i primi due tracciati finora hanno goduto
di una forte
attenzione alla qualità, di un elevato
coinvolgimento di risorse umane, finanziarie, e di una grande
attenzione ai risultati ottenuti, l'impegno nel terzo tracciato deve
ancora cominciare: la scelta d'investire innanzitutto nelle
fondamenta risulta coerente con l'obiettivo primario del Parco che
non è quello di vendere a tutti i costi, ma quello di proporre dei
valori e acquisire mercato sui valori proposti. Inoltre, tale
strategia ha permesso di evitare contraccolpi : un marketing
avrebbe portato nel territorio flussi di persone che il territorio non è
ancora preparato reggere e, soprattutto, a soddisfare.
Ciò premesso, occorre tuttavia analizzare soprattutto in relazione al
terzo tracciato (che necessita di maggiore attenzione per il futuro ) i
principali problemi .
Si è quindi pensato di studiare un campione ( costituito da una
quarantina di supporti cartacei promozionali) del materiale
promozionale prodotto, all'interno del territorio del Parco, dai
Comuni, dalle Comunità Montane, dalle Pro Loco e dalle
Associazioni presenti sul territorio al fine di rispondere ai seguenti
quesiti:
a chi si rivolge la comunicazione del territorio del Parco?
• cosa comunica?
• qual è il livello di visibilità del Parco?
• quali sono le informazioni utili per il turista?
Il materiale è redatto per lo più in lingua italiana, solo in un
depliant su quattro è disponibile la traduzione inglese e in un
depliant su dieci quella tedesca. Tuttavia anche il materiale
prodotto in lingua straniera non tiene conto delle caratteristiche del
mercato di riferimento: alcune parti significative del testo non
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vengono tradotte, il carattere utilizzato per la traduzione in lingua è
molto ridotto, numerosi sono i termini che presentano difficoltà
semantiche per degli stranieri .
Per quanto si riferisce al contenuto del materiale promozionale, si
rileva che il 75% dei testi è finalizzato a promuovere una generica
conoscenza del territorio (le caratteristiche naturali e storiche ) e
una parte molto esigua è destinata a dare informazioni sui beni
esistenti, sulle manifestazioni a cui partecipare, sul calendario e
orari di apertura e modalità di partecipazione. Il fatto di trovarsi in
un'area di Parco non è sempre esplicitato.
Il materiale finalizzato alla comunicazione dei beni artistici e storici
è composto soprattutto da pubblicazioni corpose ed impegnative
per addetti ai lavori.
Il materiale redatto per la pubblicizzazione degli eventi presenta
contenuti e forme comunicative molto eterogenee fra loro: si tratta
per lo più di manifestazioni a carattere locale, concentrate nel
mese di agosto, rivolte a visitatori che già si trovano sul posto o a
turisti senza particolari caratterizzazioni. Meno del 30% del
materiale analizzato si riferisce a target di domanda specifici
ed in particolare a ecoturisti a cui vengono presentati i principali
itinerari naturalistici, a turisti che possano amare l'enogastronomia
come le manifestazioni tradizionali, lo sport come le feste religiose.
Ai turisti sportivi che possono trovare nel territorio numerose
opportunità, ai turisti eno-gastronomici a fronte di un patrimonio
così significativo di prodotti locali non sono riservati strumenti mirati
di comunicazione .
In complesso i risultati che possono essere stati raggiunti dal
materiale analizzato non sono certamente proporzionali ai costi
sostenuti. Se è stato ottenuto l'effetto d'informare il visitatore,
certamente non è stato ottenuto quello di
caratterizzare
l'identità dell'area nelle sue peculiarità e nella sua capacità
attrattiva.
La predisposizione della Strategia del turismo sostenibile potrà
costituire (oltre che alla definizione delle misure direttamente legate
alla commercializzazione del prodotto Parco) l'occasione di una
riflessione
sull'attività
di
comunicazione
finalizzata
alla
commercializzazione che dovrà connotarsi per una duplice
modalità:
• un'attività guidata e finalizzata a far conoscere il territorio in
modo efficace a livello nazionale ed internazionale
• un'attività coordinata e finalizzata all'accoglienza dei visitatori
con strumenti coerenti all'identità dell'area Parco e mirati ai
bisogni anche pratici delle diverse tipologie di turisti.
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2.7.
Accessibilità e mobilità nel PNMS
Il Parco è raggiungibile sia con mezzi propri che con i trasporti
pubblici. Tuttavia, come l’analisi della domanda ha evidenziato,
l’automobile è il mezzo di trasporto prevalentemente utilizzato. I
motivi della preferenza accordata all’auto vanno ricercati:
• nella scarsa mobilità interna offerta dal servizio di trasporto
pubblico
• nella difficoltà ad accedere al Parco con i mezzi di trasporto
pubblici, soprattutto dai poli urbani più distanti (Milano ad
esempio)
Il sistema dei trasporti pubblici del Parco è infatti pensato per
soddisfare le esigenze dei pendolari.
2.9.1 Accessibilità al Parco: i trasporti pubblici
a) Aereo
Gli aeroporti più vicini all’area di interesse sono Roma Fiumicino,
Perugia S.Egidio ed Ancona Falconara. Nessuno di essi ha
collegamenti diretti con le località del Parco. E’ necessario ricorrere
ad una combinazione di più mezzi di trasporto.
a1) Roma Fiumicino
Da Roma Fiumicino vi è il servizio ferroviario che collega ogni 15
min. l’aeroporto con la stazione di Roma Tiburtina. Da qui per
raggiungere il Parco bisogna utilizzare il pullman. La linea
SPOLETINA collega Roma con Norcia e la CONTRAM collega
Roma con Visso.
b2) Ancona Falconara
Da Ancona Falconara, la linea CONERO-BUS collega l’aeroporto
con la Stazione Ferroviaria di Ancona. Da qui, con un treno si
possono raggiungere le stazioni di Porto S.Giorgio o di Macerata
per poi proseguire con i pullman e giungere ad Amandola.
b3) Perugia SanEgidio
Dall’aeroporto di Perugia-S.Egidio vi è il collegamento tra
l’aeroporto e Perugia con un autobus che parte dall’aeroporto tre
volte al giorno (14.10, 17.40, 20.55), ma, una volta giunti a Perugia,
l’unico mezzo pubblico che collegherebbe la città con il Parco
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sarebbe la linea SPOLETINA Perugia-Norcia che però effettua una
sola corsa giornaliera alle 14.00.
In conclusione Norcia, Visso e Amandola risultano essere i
punti di accesso principali, per chi giunge in Aereo.
b) Ferrovie
Per quanto riguarda l’utilizzo della ferrovia, non essendo i comuni
del parco dotati di stazioni ferroviarie, per raggiungerlo, anche in
questo caso, si rende necessario l’utilizzo di più mezzi pubblici
combinati.
Sono stati analizzati i collegamenti con i quattro nodi ferroviari
d’accesso all’area interessata al fine di ottenere una visione globale
della situazione dell’affluenza su tutta la regione.
Tali nodi sono Milano, Firenze, Roma, Pescara.
b1) Roma
Per quanto riguarda Roma ben 15 treni diretti raggiungono la città
di Spoleto ogni giorno, ma da questa città per il Parco esiste solo
una coincidenza al giorno con un’attesa media di 40’, sia feriale che
festivo. In termini quantitativi solo 3000 persone ogni mese, se in
pieno utilizzo, potrebbero raggiungere il Parco con i mezzi pubblici.
b2)
Da Firenze a Spoleto giungono 12 treni al giorno (10 con almeno 1
cambio e 2 diretti) che incontrano lo stesso problema ripuntoto per
Roma, solo 2 sono i collegamenti giornalieri con il Parco, solo al
pomeriggio e solo feriali, in base alle coincidenze con i treni, con
un’attesa media di 15’. In questo caso soltanto 6000 persone al
mese, se in pieno utilizzo, potrebbero raggiungere il Parco con i
mezzi pubblici.
b3)
Da Milano e da Pescara la stazione più comoda è Fermo – Porto S.
Giorgio, alla quale giungono 13 treni al giorno da Milano (tutti con
almeno 1 cambio) e 12 da Pescara ( di cui 10 diretti e 2 con 1
cambio). Una volta giunti a destinazione, per quanto riguarda i treni
provenienti da Milano vi sono solo 2 collegamenti sia feriali che
festivi al giorno, escluso ferragosto, con Amandola, così come i
treni provenienti da Pescara con un’attesa media di 30’.
Anche in questo caso solo poche persone potrebbero raggiungere il
Parco con i mezzi pubblici, nella misura di 12000 persone al mese,
se in pieno utilizzo.
Le località di Amandola e Norcia risultano essere punti di accesso
principali per il Parco, per chi giunge tramite ferrovia.
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c) Il Pullman
Roma è l’unica città extraregionale che presenta collegamenti diretti
con il Parco.
La linea SPOLETINA garantisce 2 collegamenti giornalieri tra la
capitale e le località di Norcia e la linea CONTRAM garantisce 2
collegamenti giornalieri con Visso.
La linea Roma-Norcia è solo feriale, la linea Roma-Visso, anche se
solo nei mesi di lugno e agosto, è servita anche nei giorni festivi.
Nella regione Marche uno dei principali collegamenti diretti su
gomma con il Parco avviene attraverso la città di Macerata che con
la linea S.A.S.P. (9 corse giornaliere tutte feriali) collega la città con
la località di Amandola.
L’altro capoluogo marchigiano che appare più collegato con il Parco
è Ascoli Piceno che, con la linea START,
garantisce il
collegamento con le località di Arquata del Tronto e Norcia.
La linea Ascoli-Cascia collega 2 volte al giorno il capoluogo con
Arquata e Norcia nei giorni di mercoledì, Sabato e Domenica.
La linea Ascoli-Amatrice effettua 11 corse al giorno per Arquata del
Tronto, solo nei giorni feriali, serve quindi pendolari e scolaresche.
Mentre la linea Borgo d’Arquata-Arquata-Norcia collega 1 volta al
giorno Arquata con Norcia, solo nei giorni feriali.
I punti di accesso al Parco appaiono quindi Amandola e Arquata
del Tronto per il versante orientale del Parco, Norcia e Visso per
quello occidentale.
2.7.2. La mobilita’ interna
Le quattro autolinee che garantiscono gli spostamenti tra un
comune e l’altro del Parco sono la CONTRAM, la SPOLETINA, la
START e la MAZZUCA.
La linea CONTRAM serve il versante occidentale.
-
Da Visso a Macerata vi è solo una corsa del mattino ed è
feriale, da Macerata vi è un solo collegamento giornaliero
feriale pomeridiano con Visso.
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-
-
-
-
Da Camerino a Bolognola vi sono 3 corse giornaliere feriali,
da Bolognola a Camerino invece solo 2 corse giornaliere,
sempre feriali.
Da Castel S. Angelo sul Nera a Visso partono 6 corse
giornaliere (5 feriali , 1 scolastica10), 7 sono invece le corse
di ritorno (1 settimanale, 4 feriali e 2 scolastiche).
Da Ussita a Visso partono 8 corse giornaliere (5 feriali, 3
scolastiche), 10 sono le corse di ritorno (7 feriali e 3
scolastiche).
Una corsa giornaliera, sempre feriale, effettua il percorso
Ussita- Castel S. Angelo sul Nera –Visso.
Da Macerata a Cessapalombo vi sono 2 corse giornaliere
feriali di andata e due di ritorno.
E’ possibile anche andare da Visso a Bolognola, collegando quindi i
comuni di Visso con Fiastra, Acquacanina e Bolognola, ma non ci
sono corse dirette, bisogna effettuare più cambi e per questo tale
collegamento risulta malagevole.
La linea SPOLETINA collega Norcia con i comuni di Castelluccio e
Preci.
-
Un solo collegamento settimanale (giovedì) tra Norcia e il
comune di Castelluccio.
Un solo collegamento giornaliero feriale tra Norcia e Preci
La linea START spa collega Ascoli Piceno con i comuni di Arquata
del Tronto e Norcia.
-
-
10
Da Ascoli ad Arquata a Norcia vi sono 2 corse al giorno sulla
linea Ascoli-Cascia, solo il mercoledì, il sabato e la
domenica.
Da Arquata a Norcia c’è solo un collegamento pomeridiano
feriale in direzione Norcia-Arquata.
La linea Ascoli-Amatrice collega ancora Ascoli con Arquata
più volte al giorno, ma è solo feriale.
Da Arquata a Norcia vi è solo un collegamento giornaliero
scolastico sulla linea Borgo di Arquata-Arquata-Norcia.
Per scolastica s’intende che le corse vanno dal 1/09 al 30/06 dell’anno.
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Tramite la START, si può raggiungere anche il comune di
Montegallo.
-
la linea Ascoli-Montegallo, effettua più corse al giorno solo
feriali. Si può contare circa un collegamento ogni ora.
la linea Amandola-Montegallo, sul percorso AmandolaTrisungo-Roma, che passa dai comuni di Montemonaco e
Montefortino effettua 2 corse al giorno feriali di andata e 2
feriali di ritorno.
Infine la linea MAZZUCA effettua 3 collegamenti giornalieri tra
Amandola e Montemonaco sulla linea Ascoli-Montemonaco.
-
-
3 corse al giorno di andata e 3 di ritorno collegano i comuni
di Montemonaco, Montefortino, Amandola e Comunanza
sulla linea Montemonaco-Ascoli Piceno.
2 corse al giorno di andata e 2 di ritorno collegano
Montemonaco con Amandola sulla linea MontemonacoAmandola.
La linea MASSACCI TOURS collega i comuni di Force con
Sarnano, passando da Amandola.
-
un solo collegamento giornaliero feriale effettua tale
collegamento.
2.7.2. Una valutazione complessiva dell’accessibilità
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In questo paragrafo è riportato il ventaglio delle possibilità di
giungere al Parco. L’analisi è stata condotta sulla base del
presupposto che nel concetto di accessibilità rientrino i seguenti
elementi:
a) Numero di collegamenti al giorno
b) Tempo medio di percorrenza
c) Costo del collegamento
A. IN AEREO (aeroporti di Ancona, Perugia, Roma sono i
più vicini all’area)
-
Da Roma Fiumicino vi è la possibilità di raggiungere il Parco con
il servizio ferroviario che collega ogni 15 minuti l’aeroporto con
la stazione di Roma Tiburtina. Da qui per raggiungere il Parco
bisogna utilizzare il pullman. La linea SPOLETINA collega Roma
Tiburtina con Norcia 2 volte al giorno con un’attesa media alla
Stazione di Roma Tib. di circa 20 min.(una corsa feriale ed una
giornaliera11), la CONTRAM collega invece Roma Tiburtina con
Visso 2 volte al giorno con un’attesa media alla Stazione di
Roma Tib. di 15 min. Le corse sono feriali, mentre nei mesi di
luglio e agosto vi è anche 1 corsa festiva serale.
•
Da Roma a Visso:
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 2
Tempo medio: 4h 10’
Costo: £. 28500/£. 40500 (SOLO ANDATA O A/R)
Punto d’accesso: Visso
N. mezzi: 2
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•
Da Roma a Norcia:
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 2
Tempo medio(compresa attesa): 4h 15’
Costo: £. 24500/£.34500 (SOLO ANDATA O A/R)
Punto d’accesso: Norcia
N. mezzi: 2
-
Da Ancona Falconara c’è la possibilità di raggiungere il Parco,
attraverso l’utilizzo combinato di più mezzi di trasporto. La linea
CONERO-BUS collega l’aeroporto con la Stazione Ferroviaria di
Ancona, effettuando 12 collegamenti al giorno dal lunedì al
sabato, 1 ogni ora, dalle 7.40 alle 18.30 e 7 collegamenti
giornalieri la domenica e i festivi, dalle 10.00 alle 23.35. Da qui,
con il treno si possono raggiungere le stazioni di Porto S.Giorgio
o di Macerata per poi proseguire con i pullman e giungere ad
Amandola. Da Ancona a Porto S.Giorgio arrivano 19 treni diretti
al giorno, vi sono 11 collegamenti con porto S. Giorgio, di cui
due soli hanno la coincidenza con il bus che conduce ad
Amandola (le corse si effettuano tutti i giorni escluso ferragosto).
Da Ancona a Macerata vi sono invece 9 treni tutti con cambio a
Civitanova Marche, da qui solo tre sono i collegamenti
esclusivamente feriali con Amandola in coincidenza con i treni.
•
Da Ancona Falconara ad Amandola (via Macerata):
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 3
Tempo medio: 3h 15’
Costo: £. 14000
Punto d’accesso: Amandola
N. mezzi: 4
11
Per giornaliera s’intende tutti i giorni feriali e festivi.
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•
Da Ancona Falconara ad Amandola
Giorgio):
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 3
(via Fermo-Porto S.
Tempo medio: 2h 55’
Costo: £.12800
Punto d’accesso: Amandola
N. mezzi: 4
-
Dall’aeroporto di Perugia-S.Egidio non vi sono collegamenti
con il Parco. Vi sarebbe un autobus che collega lo scalo
aeroportuale con Perugia tre volte al giorno (14.10, 17.40,
20.55), ma, una volta giunti qui, l’unico mezzo pubblico che
collegherebbe la città con il Parco sarebbe la linea SPOLETINA
Perugia-Norcia che però effettua una sola corsa giornaliera alle
14.00.
.
Norcia, Visso e Amandola risultano essere le Porte di Accesso
principali, per chi giunge in Aereo.
-
12
B. IN TRENO (stazioni di Fermo-Porto S.Giorgio, Spoleto
sono i nodi intermodali di collegamento)
Da Roma ben 15 treni diretti raggiungono la città di Spoleto ogni
giorno, ma da questa città per il Parco esiste solo una
coincidenza al giorno con un’attesa media di 40’, sia feriale che
festivo. Quindi solo 3000 persone ogni mese, se in pieno
utilizzo12, potrebbero raggiungere il Parco con i mezzi pubblici.
S’intende ad autobus completo.
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•
Da Roma a Norcia
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 1
Tempo medio: 3h 30’
Costo: da £. 22400 a £. 30500 ( a seconda del treno che si
prende se IC o Ir)
Punto d’accesso: Norcia
N. mezzi: 2
-
Da Firenze a Spoleto giungono 12 treni al giorno (10 con
almeno 1 cambio e 2 diretti) che incontrano lo stesso problema
ripuntoto per Roma, solo 2 sono i collegamenti giornalieri con il
Parco, solo al pomeriggio e solo feriali, in base alle coincidenze
con i treni, con un’attesa media di 15’. In questo caso soltanto
6000 persone al mese, se in pieno utilizzo, potrebbero
raggiungere il Parco con i mezzi pubblici.
•
Da Firenze a Norcia
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 2
Tempo medio: 4h 35’
Costo: £. 30000 ca.
Punto d’accesso: Norcia
N. mezzi: 2/3 (a seconda se il treno è diretto o no)
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-
Da Milano e da Pescara la stazione più comoda è Fermo –
Porto S. Giorgio, alla quale giungono 13 treni al giorno da
Milano (tutti con almeno 1 cambio) e 12 da Pescara ( di cui 10
diretti e 2 con 1 cambio). Una volta giunti a destinazione, per
quanto riguarda i treni provenienti da Milano vi sono solo 2
collegamenti sia feriali che festivi al giorno, escluso ferragosto,
con Amandola, così come i treni provenienti da Pescara con
un’attesa media di 30’.
Anche in questo caso solo poche persone potrebbero
raggiungere il Parco con i mezzi pubblici, nella misura di 12000
persone al mese, se in pieno utilizzo.
•
Da Milano ad Amandola
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 2
Tempo medio: 6h 40’
Costo: £. 65000
Punto d’accesso: Amandola
N. mezzi: 3
•
Da Pescara a Arquata del Tronto
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 2
Tempo medio: 3h 10’
Costo: £. 13200
Punto d’accesso: Arquata del Tronto
N. mezzi: 2
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Amandola e Norcia risultano essere le due Porte di Accesso
principali per il Parco, per chi giunge tramite ferrovia.
-
C. IN PULLMAN (Roma, Macerata, Ascoli Piceno sono i
nodi di collegamento diretto)
Da Roma (unica città extraregionale che presenta collegamenti
diretti con il Parco) la linea SPOLETINA garantisce 2
collegamenti al giorno (1 giornaliero e 1 feriale) tra la capitale e
le località di Norcia e la linea CONTRAM garantisce 2
collegamenti al giorno (feriali) con Visso.
La linea Roma-Visso, anche se solo nei mesi di luglio e agosto e
solo la sera, è servita anche nei giorni festivi.
•
Da Roma a Visso
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 2
Tempo medio: 3h 30’
Costo: £. 20.000/32000 ( SE SOLO ANDATA O A/R)
Punto d’accesso: Visso
N. mezzi: 1
•
Da Roma a Norcia
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 2
Tempo medio: 3h 30’
Costo: £. 16000/26000 (SE SOLO ANDATA O A/R)
Punto d’accesso: Norcia
N. mezzi: 1
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Da Macerata la linea S.A.S.P. collega la città con la località di
Amandola (9 corse giornaliere tutte feriali).
•
Da Macerata a Amandola
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 9
Tempo medio: 1h 30’
Costo: £. 5000
Punto d’accesso: Amandola
N. mezzi: 1
-
•
Da Ascoli Piceno, con la linea START, si garantisce il
collegamento con le località di Arquata del Tronto e Norcia.
La linea Ascoli-Cascia collega 2 volte al giorno il capoluogo con
Arquata e Norcia nei giorni di mercoledì, Sabato e Domenica.
La linea Ascoli-Amatrice effettua 11 corse al giorno per Arquata
del Tronto, solo nei giorni feriali, serve quindi pendolari e
scolaresche. Mentre la linea Borgo d’Arquata-Arquata-Norcia
collega 1 volta al giorno Arquata con Norcia, solo nei giorni
feriali.
Da Ascoli a Arquata del Tronto - Norcia
N. Collegamenti/giorno per il Parco: 11- 3
Tempo medio: 1 h circa – 1h 40’
Costo: £. 3300 – 6200
Punto d’accesso: Arquata del Tronto – Norcia
N. mezzi: 1
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Amandola e Arquata del Tronto per il versante orientale del
Parco, Norcia e Visso per quello occidentale sono le Porte di
Accesso principali.
D. IN AUTO
Macerata)
(Spoleto,
Porto
S.
Giorgio,Civitanova-
Per chi proviene da Roma o da Firenze passa da Spoleto e tramite
la SS209 può raggiungere direttamente Visso oppure prendere la
SS320 e la SS396 e raggiungere Norcia. Mentre chi proviene da
Milano può seguire uscendo dalla A14 a Porto S. Giorgio la SS210
o uscendo a Civitanova Marche la SS78 e giungere ad Amandola,
oppure uscendo sempre Civitanova Marche, attraverso le SS77 e
SS209 può arrivare fino a Visso. Da Pescara con la A14 e poi con
la Salaria (SS4) si può raggiungere Arquata del Tronto.
2.7.3. La rete dei servizi di autolinee
Frequenza dei collegamenti
- A Norcia giungono mediamente 5 pullman al giorno dall’esterno
del Parco, 2 da Roma, 2 da Ascoli Piceno e 1 da Borgo
d’Arquata.
- Ad Arquata del Tronto giungono mediamente 13 pullman al
giorno dall’esterno del Parco, da Ascoli Piceno.
- A Visso giungono mediamente 3 pullman al giorno dall’esterno
del Parco, 1 da Macerata e 2 da Roma.
- Ad Amandola giungono mediamente 11 pullman al giorno
dall’esterno del Parco, 2 da Porto S. Giorgio e 9 da Macerata..
I principali nodi della rete
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Per quanto riguarda la mobilità interna, le quattro autolinee
principali sono la CONTRAM, la SPOLETINA, la START e la
MAZZUCA.
La linea CONTRAM serve il versante occidentale.
-
-
-
-
-
Da Visso a Macerata vi è solo una corsa del mattino ed è
feriale, da Macerata vi è un solo collegamento giornaliero
feriale pomeridiano con Visso.
Da Camerino a Bolognola vi sono 3 corse giornaliere feriali,
da Bolognola a Camerino invece solo 2 corse giornaliere,
sempre feriali.
Da Castel S. Angelo sul Nera a Visso partono 6 corse
giornaliere (5 feriali , 1 scolastica13), 7 sono invece le corse
di ritorno (1 settimanale, 4 feriali e 2 scolastiche).
Da Ussita a Visso partono 8 corse giornaliere (5 feriali, 3
scolastiche), 10 sono le corse di ritorno (7 feriali e 3
scolastiche).
Una corsa giornaliera, sempre feriale, effettua il percorso
Ussita- Castel S. Angelo sul Nera –Visso.
Da Macerata a Cessapalombo vi sono 2 corse giornaliere
feriali di andata e due di ritorno.
E’ possibile anche andare da Visso a Bolognola, collegando
quindi i comuni di Visso con Fiastra, Acquacanina e Bolognola,
ma non ci sono corse dirette, bisogna effettuare più cambi e per
questo tale collegamento risulta malagevole.
La linea SPOLETINA collega Norcia con i comuni di Castelluccio e
Preci.
-
Un solo collegamento settimanale (giovedì) tra Norcia e il
comune di Castelluccio.
Un solo collegamento giornaliero feriale tra Norcia e Preci
La linea START spa collega Ascoli Piceno con i comuni di Arquata
del Tronto e Norcia.
- Da Ascoli ad Arquata a Norcia vi sono 2 corse al giorno sulla
linea Ascoli-Cascia, solo il mercoledì, il sabato e la
domenica.
- Da Arquata a Norcia c’è solo un collegamento pomeridiano
feriale in direzione Norcia-Arquata.
13
Per scolastica s’intende che le corse vanno dal 1/09 al 30/06.
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La linea Ascoli-Amatrice collega ancora Ascoli con Arquata
più volte al giorno, ma è solo feriale.
Da Arquata a Norcia vi è solo un collegamento giornaliero
scolastico sulla linea Borgo di Arquata-Arquata-Norcia.
Tramite la START, si può raggiungere anche il comune di
Montegallo.
-
la linea Ascoli-Montegallo, effettua più corse al giorno solo
feriali. Si può contare circa un collegamento ogni ora.
la linea Amandola-Montegallo, sul percorso AmandolaTrisungo-Roma, che passa dai comuni di Montemonaco e
Montefortino effettua 2 corse al giorno feriali di andata e 2
feriali di ritorno.
Infine la linea MAZZUCA effettua 3 collegamenti giornalieri tra
Amandola e Montemonaco sulla linea Ascoli-Montemonaco.
-
-
3 corse al giorno di andata e 3 di ritorno collegano i comuni
di Montemonaco, Montefortino, Amandola e Comunanza
sulla linea Montemonaco-Ascoli Piceno.
2 corse al giorno di andata e 2 di ritorno collegano
Montemonaco con Amandola sulla linea MontemonacoAmandola.
La linea MASSACCI TOURS collega i comuni di Force con
Sarnano, passando da Amandola.
-
un solo collegamento giornaliero feriale effettua tale
collegamento.
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
ACCESSIBILITA’ CON I MEZZI PRIVATI – I PRINCIPALI NODI DI ACCESSO AL PARCO
MACERATA-CIVITANOVA
CAMERINO
FABRIANO
San Ginesio
AUTOLINEA S.A.S.P.
MACERATA - C OMUNANZA
FERMO PORTO S. GIORGIO
FOLIGNO
Pieve Torina
PEDASO
Amandola
Visso
Comunanza
ASCOLI PICENO
SPOLETO
START SPA
ASCOLI–C ASCIA
BORGO
D’ARQUATANORCIA
ROMA - VISSO
S.BENEDETTO DEL
TRONTO
START SPA
ASCOLI–C ASCIA
ASCOLI-AMATRICE
Norcia
ROMA-NORCIA
ROMA
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Arquata
del
Tronto
AUTOLINEA FERIALE,FESTIVA
2 O PIU’ COLLEG\GIORNO
1 COLLEG\GIORNO
NODI DI COLL EGAMENTO DIRETTO
SU GOMM A REGIONALI
NODI DI COLL EGAMENTO DIRETTO
SU GOMM A EXTRAREG IONALI
STAZI ONI FERROVIARIE
PORTE D’ACCESSO
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
ACCESSIBILITA’ CON I MEZZI PUBBLICI – LE CONNESIONI CON GLI AEREOPORTI
ANCONA
FALCONARA
MACERATACIVITANOVA
CAMERINO
FABRIANO
PERUGIAS.EGIDIO
ANCONA
San Ginesio
AUTOLINEA S.A.S.P.
MACERATA - C OMUNANZA
FERMO PORTO S. GIORGIO
FOLIGNO
Pieve Torina
S.T.E.A.T.
PORTO .S GIORGIOAMANDOLA
PEDASO
Visso
Amandola
Comunanza
ASCOLI PICENO
SPOLETO
S.BENEDETTO DEL
TRONTO
ROMA - VISSO
Norcia
ROMA-NORCIA
ROMA TIBURTINA
Arquata
del
Tronto
AUTOLINEA FERIALE,FESTIVA E FERROVIA
2 O PIU’ CO LLEG\G IORNO
1 COLLEG\GIO RNO
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
ROMA
FIUMICINO
AEROPORTI REG IONALI
AEROPORTI EXTRAREG IONALI
STAZI ONI FERROVIARIE
PO RTE D’ACCESSO
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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ACCESSIBILITA’ CON I MEZZI PUBBLICI – LE CONNESIONI CON LA RETE FERROVIARIA
2 COINCIDENZE\GIORNO
PER IL PARCO
CAMERINO
FABRIANO
MACERATA
CIVITANOVA
San Ginesio
LINEA
FERROVIARIA
MILANOBOLOGNAFERMO
13 ARRIVI
FERMO-PORTO
FOLIGNO
PERUGIA
S. GIORGIO
Pieve Torina
S.T.E.A.T.
PORTO .S GIORGIOAMANDOLA
LINEA
FERROVIARIA
FIRENZE-SPOLETO
12 ARRIVI
Visso
Amandola
Comunanza
2 COINCIDENZE\GIORNO
PER IL PARCO
LINEA
FERROVIARIA
LECCEPESCARA FERMO
12 ARRIVI
2 COINCIDENZE\GIORNO
PER IL PARCO
S.BENEDETTO DEL
TRONTO
SPOLETO
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
SPOLETINA
SPOLETO-NORCIA
Norcia
Arquata del
Tronto
PRINCIPALI COLLEGAMENTI
FERROVIARI
COLLEGAMENTO SU GOMMA
FERIALE E FESTIVO
1 COINCIDENZE\GIORNO
PER IL PARCO
LINEA
FERROVIARIA
ROMA-SPOLETO
15 ARRIVI
NODI INTERMODALI
PRINCIPALI
PORTE D’ACCESSO
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
ACCESSIBILITA’ CON I MEZZI PUBBLICI – LE CONNESIONI CON LE AUTOLINEE
MACERATA-CIVITANOVA
CAMERINO
FABRIANO
San Ginesio
AUTOLINEA S.A.S.P.
MACERATA - COMUNANZA
FERMO PORTO S. GIORGIO
FOLIGNO
Pieve Torina
PEDASO
Amandola
Visso
Comunanza
ASCOLI PICENO
SPOLETO
START SPA
ASCOLI–C ASCIA
BORGO
D’ARQUATANORCIA
ROMA - VISSO
S.BENEDETTO DEL
TRONTO
START SPA
ASCOLI–C ASCIA
ASCOLI-AMATRICE
Norcia
ROMA-NORCIA
ROMA
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Arquata
del
Tronto
AUTOLINEA FERIALE,FESTIVA
2 O PIU’ COLLEG\GIORNO
1 COLLEG \GIORNO
NODI DI COLL EGAMENTO DIRETTO
SU GOMM A REGIONALI
NODI DI COLL EGAMENTO DIRETTO
SU GOMM A EXTRAREGIONALI
STAZI ONI FERROVIARIE
PO RTE D’ACCESSO
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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MOBILITA’ INTERNA – RETE DELLE AUTOLINEE
MACERATA-CIVITANOVA
CAMERINO
Cessapalombo
San Ginesio
FOLIGNO
PERUGIA
Pieve Torina
Fiastra
FERMO PORTO S. GIORGIO
Sarnano
Acquacanina
Bolognola
FORCE
Ussita
PEDASO
Amandola
Visso
Comunanza
Montefortino
Castel S.Angelo
Montemonaco
Preci
ASCOLI PICENO
Castelluccio Montegallo
SPOLETO
Norcia
ASCOLI-CASCIA
ANCHE FESTIVO
ASCOLI-CASCIA
ANCHE FESTIVO
Arquata
del
Tronto
S.BENEDETTO DEL
TRONTO
AUTOLINEE S.A.S.P.
AUTOLINEE M AZZUCA
AUTOLINEE M ASSACCI TOURS
AUTOLINEE CONTRAM
AUTOLINEE SPOL ETINA
AUTOLINEE START S.P.A.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
1 CORSA GIORNALIERA
2-3 COR SE GIORNALIERE
OLTRE 3 CORSE GIORNALIERE
FERMATE AUTOLINEE INTERNE
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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RETE STRADALE
CAMERINO
FABRIANO
A 14
77
SS
DA PESCARA
78
SS 209
SS 3BIS
MACERATA
Cessapalombo
FOLIGNO
PERUGIA
FERMO PORTO S.
GIORGIO
SS
DA
FIRENZE
DA MILANO E
BOLOGNA
CIVITANOVA
San Ginesio
Pieve Torina
Fiastra
Sarnano
Acquacanina
Bolognola
Ussita
SS
Amandola
Visso
9
PEDASO
43
SS
3
Montefortino
20
SS
Norcia
0
Comunanza
Castel S.Angelo
Preci
21
Montemonaco
Castelluccio Montegallo
Arquata del
Tronto
SS4
ASCOLI PICENO
S.BENEDETTO DEL
TRONTO
SS 396
STRADE INTERNE DI COLLEGAMENTO TRA
I COMUNI DEL PARCO
SS 320
SPOLETO
DA FIRENZE
A 1
Associazione Cultura Turismo Ambiente
DA ROMA
The Tourism Company
STRADE PROVINCIALI E STATLI MINORI
STRADE STATLI PIU’ IMPORTANTI
GALLERIE IMPORTANTI
ORTE
SVINCOLI AUTOSTRADALI
CASCIA
NODI DI SMISTAMENTO PRINCIPALI
RIETI
A1
AUTOSTRADE DI COLLEGAMENTO
PORTE DI ACCESSO PRINCIPALI
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Nazionale dei Monti Sibillini
2.8.
La domanda turistica nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini:
analisi dei flussi turistici.
L'analisi dei flussi turistici studia il movimento dei clienti registrati nelle
strutture ricettive ufficiali.
Per strutture ricettive ufficiali s'intende:
Gli esercizi alberghieri e le residenze turistico-alberghiere presenti nel
territorio del Parco
Gli esercizi complementari, cioè gli ostelli per la gioventù, i campeggi, i
villaggi vacanza, le case per ferie, gli alloggi privati gestiti da imprese
iscritte al REC, le country -houses, gli agriturismo, i rifugi alpini e simili.
Per quanto concerne il movimento dei clienti , costituiscono oggetto della
rilevazione:
Gli "arrivi" dei clienti nelle strutture ricettive e gli arrivi vengono calcolati
ogni volta che un cliente si presenta a chiedere alloggio nell'esercizio
(ad esempio per uno stesso turista che nel corso di un viaggio fa più
tappe in diverse località all'interno del Parco, si rilevano tanti arrivi,
quante sono le volte che il turista prende l'alloggio in ciascuno degli
esercizi) .
Le "presenze" e per presenza s'intende ogni notte trascorsa dal
cliente nella struttura ricettiva(ad esempio per un cliente che prende
alloggio in una struttura e vi resta 4 notti, si registra un arrivo e quattro
presenze).
L'analisi sui flussi non è sufficiente a far emergere un quadro completo
sulle “dimensioni” del fenomeno turistico in quanto sulla base dei dati
ufficiali non è possibile stabilire con una buona approssimazione il
numero dei turisti che visitano il Parco. Alcuni studi di settore rilevano che
il numero reale di turisti sia tre volte quello indicato dalle statistiche
ufficiali; si tratta di dati prettamente quantitativi che non consentono
valutazioni di tipo qualitativo sui comportamenti della domanda e, proprio
per garantirsi la disponibilità di tali valutazioni, si è realizzata nel corso del
processo di elaborazione della strategia del turismo sostenibile
un'indagine sul campo.
L'analisi dei flussi consente tuttavia di avere informazioni utili in merito a:
• le dimensioni del mercato turistico ufficiale
• la stagionalità della domanda
• i mercati geografici di riferimento
• le strutture ricettive utilizzate
• la durata del soggiorno
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121
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
E' necessario premettere che il sistema differente di rilevazione statistica
adottato dalla Regione Marche e dalla Regione Umbria influisce
sull'uniformità dei dati. Infatti i dati relativi agli esercizi complementari dei
comuni umbri (Norcia e Preci) non comprendono, a differenza di quanto
avviene nelle statistiche dei comuni marchigiani, i dati relativi agli alloggi
privati (non iscritti al REC)dati in affitto.
Le dimensioni del mercato turistico ufficiale
Il Parco nel 1999 con circa 93.000 arrivi e 560.000 presenze registrate nei
Comuni del Parco costituisce il 10% del mercato turistico delle tre
Province di Ascoli Piceno, di Macerata e di Perugia. Tale dato a partire
dal 1993 è in costante crescita. Negli ultimi otto anni le presenze sono
cresciute del 21%, un valore superiore alle Regioni Marche ed Umbria
(entrambe attorno a +15%), tra le più dinamiche in Italia. L'aumento degli
arrivi, con uguale tasso di crescita, sta a significare che l'incremento del
mercato è dovuto principalmente all'arrivo di nuovi turisti.
Tuttavia, la distribuzione geografica dei tassi crescita non è uniforme:
segnano il passo le destinazioni del turismo invernale: Ussita passa dalle
145.000 presenze registrate nel 1994 alle 110.000 quattro anni dopo.
Meno pesante il bilancio della seconda stazione sciistica del Parco,
Bolognola dove i valori delle presenze sono altalenanti. Al più alto valore
registrato nel 1994 (14.000) si contrappongono nel 1997 8000 presenze.
Dal quadro generale risulta che il Parco negli ultimi anni ha conquistato
nuovi turisti in virtù delle risorse naturalistiche e culturali, ma non
per il turismo montano legato alla neve. Ne sono conferma i valori in
crescita di alcune località quali Fiastra, San Ginesio, Montegallo, e
Montemonaco, mete con interessanti valenze ambientali, ma senza
attrezzature sciistiche.
Figura 13. Tasso di variazione degli arrivi per ambito comunale
CESSAPALOMBO
SAN GINESIO
I tassi sono calcolati su un arco
PIEVEBOVIGLIANA
FIASTRA
67%
160%
temporale 1994-1999. I valori
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
relativi all’anno 1999 dei comuni
del marchigiano sono stimati in
base alla distribuzione per
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
-12%
VISSO
BOLOGNOLA
6%
-15%
35%
USSITA
AMANDOLA
9%
MONTEFORTINO
28% MONTEMONACO
42%
CASTELSANTANGELO SUL NERA
30%
MONTEGALLO
PRECI
-5%
7%
NORCIA
ARQUATA DEL TRONTO
122
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
La stagionalità della domanda
Il 63% degli arrivi è concentrato nel periodo compreso tra giugno e
settembre. Ciò significa che i due terzi dei turisti scelgono il periodo estivo
per visitare il Parco. In termini di presenze, l'estate costituisce l'80% del
mercato. In tutto il territorio nazionale l'estate è il periodo in cui vengono di
solito concentrate le più importanti attività di fruizione ambientale e
culturale, ma la domanda turistica del Parco Nazionale dei Monti Sibillini
risente di una maggiore e più drammatica stagionalità.
Figura 14. Andamento mensile degli arrivi e delle presenze
20000
18000
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
alberghieri
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
complementari
FONTI: elaborazioni ACTA su dati APTR MARCHE, APT UMBRIA, 1999
Tale dato è importante anche ai fini di una valutazione sull'impatto
ambientale: considerando solo i dati ufficiali del mese di agosto (in cui si
registrano il 33% degli arrivi e il 47% delle presenze annue), si può
stimare un afflusso giornaliero di 9.000 turisti, con tutto quello che
comporta in termini di congestione del traffico, di affollamento delle
strutture…
Occorre però evidenziare che la stagionalità si presenta in modo
differenziato nelle diverse tipologie ricettive: il 90% dei turisti che
alloggiano negli esercizi complementari scelgono senz'altro il periodo
estivo, viceversa, i turisti che visitano il Parco e che scelgono di fermarsi
negli alberghi (circa il 55% dell'intero flusso), solo in parte (pari al 44% )
viaggiano nei mesi estivi: aprile, maggio, ottobre e le festività natalizie
costituiscono dei periodi in cui negli alberghi cominciano a
registrarsi dei flussi turistici interessanti.
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123
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
I mercati geografici di riferimento
In termini d mercati geografici, le regioni dell'Italia centrale sono le
principali aree provenienza dei turisti in visita al Parco. I flussi maggiori
sono provenienti da Roma (il 33% degli arrivi e il 30% delle presenze). Le
provenienze da Ascoli e Macerata da sole rappresentano il 52% delle
presenze. Il turismo estero sebbene sia in ascesa, resta fortemente
limitato: solo il 10% dei turisti proviene dai paesi stranieri (in prevalenza
tedeschi) ed è interessante notare che i turisti stranieri preferiscono
viaggiare soprattutto nei mesi primaverili ed autunnali. Inoltre la
distribuzione geografica del turismo estero all'interno del territorio del
Parco è fortemente concentrata nella zona tra Norcia e Preci.
Figura 15. Provenienza geografica degli arrivi.
ARRIVI
per provincia di provenienza
I dati tengono conto
Altre Province
Italiane
9%
solo dei flussi
Paesi esteri
3%
registrati nel versante
Roma
29%
Perugia
7%
Ancona
12%
Ascoli
13%
Macerata
27%
PRESENZE
per provincia di provenienza
I dati tengono conto
solo dei flussi
Altre Province
Italiane
7%
Perugia
registrati nel versante
Paesi esteri
3%
Roma
33%
7%
Ancona
12%
124
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The Tourism Company Ascoli
16%
Macerata
22%
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
Le strutture ricettive utilizzate
La maggior parte dei turisti che visitano il Parco sceglie di utilizzare
l'albergo (il 55% degli arrivi). Tuttavia se si considerano anche gli alloggi
non iscritti al REC (e ciò si può fare solo per la Regione Marche) il
mercato degli alloggi rappresenta una quota pari a più della metà.
Alberghi
Alloggi REC Marche
Alloggi non REC Marche
Altre strutture Marche
Campeggi Marche
Preci (tutte le strutture)
Esercizi Complementari Norcia
Agriturismi Marche
arrivi
presenze
48.369
164.257
Permanenza
Media
3
17.414
6.540
5.354
4.280
4.019
1.857
1.501
180.812
111.861
32.198
29.818
28.116
4.994
7.710
10
17
6
7
7
3
5
La durata del soggiorno
In media chi visita il Parco si ferma almeno sei giorni, ma sono presenti
alcuni elementi di differenziazione: il turista non straniero alloggia in media
11 giorni negli esercizi complementari (la media estiva sale a 20 giorni) e
solo 3 negli esercizi alberghieri; viceversa, i turisti stranieri che tendono a
preferire le strutture alberghiere non prolungano il loro soggiorno oltre i sei
giorni.
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125
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
2.9.
L’analisi della fruizione del patrimonio. Il comportamento dei
visitatori.
L’impostazione di una strategia di sviluppo turistico non può prescindere
dalla conoscenza attenta del visitatore, delle sue attese, dei suoi bisogni.
La teoria delle scienze sociali applicate al turismo prevede l’analisi di due
tipologie di visitatori: quelli potenziali (in altre parole, persone intenzionate
a visitare le aree protette) e quelli effettivi (gli attuali visitatori del Parco
Nazionale dei Monti Sibillini). La realtà, come spesso accade, si discosta
dalla teoria: la cultura della pianificazione turistica italiana tradizionalmente
poco orientata alla conoscenza del mercato e il costo elevato delle
indagini sulla domanda (soprattutto per i vincoli di budget degli enti
competenti in materia turistica) non consentono spesso di dotarsi di un
quadro informativo sufficientemente significativo della domanda sia
potenziale che effettiva. Da questa realtà non sfugge il Parco Nazionale
dei Monti Sibillini che, tuttavia negli ultimi anni, nell’ambito del notevole
sforzo di pianificazione avviato, ha condotto ricerche e studi mirati a
colmare la carenza di "informazioni di governo".
Ai fini dell'elaborazione della strategia del turismo sostenibile, è stato
deciso di utilizzare il patrimonio informativo esistente 14 e di procedere ad
una specifica rilevazione (anche se non prevista nel Piano di Lavoro)
finalizzata a rispondere ai seguenti interrogativi:
•
•
•
•
•
Chi è il visitatore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini?
Perché sceglie il Parco per le sue vacanze?
Come utilizza i servizi e le possibilità di svago?
Quanto spende?
E’ soddisfatto del sistema di offerta locale?
Consapevoli dei vincoli temporali e delle limitate risorse disponibili, si è
voluto mirare l’indagine alla conoscenza del visitatore estivo (a chi ha
visitato il Parco nel periodo compreso tra Agosto e Settembre 2000). In
termini numerici, infatti, in tale periodo, si registrano nelle strutture ricettive
ufficiali del Parco circa la metà delle presenze dell’intero anno.
14
Si fa riferimento all'indagine sugli escursionisti effettuata nel 1999 dalla Regione
Marche nel territorio marchigiano del Parco a cura di ECONSTAT (Ricerche sulla
situazione e sulle tendenze del turismo locale. I distretti turistici delle aree 5b e le priorità
di intervento) e all'indagine sui visitatori delle Case del Parco effettuata nell'estate del
2000 dall'Istituto PANGEA ai fini della predisposizione del Piano d'interpretazione.
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The Tourism Company
126
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
Pur avendo analizzato solo una parte del fenomeno (non si hanno
informazioni sul turista potenziale e sui visitatori invernali e primaverili), si
ritiene che l'indagine effettuata possa costituire un utile strumento per
costruire delle ipotesi di sviluppo turistico che basino i loro presupposti su
elementi di natura oggettiva.
L’indagine è stata realizzata attraverso interviste ad un campione casuale
di visitatori (turisti ed escursionisti non residenti nel Parco) di età
superiore ai 15 anni . Per garantire una certa significatività alla indagine, il
campione è stato dimensionato su 500 interviste distribuite nei principali
siti turistici del Parco proporzionalmente alla distribuzione dei posti letto.
Ma poiché l'intervista ha richiesto più tempo di quello preventivato e non è
stato facile convincere i visitatori a sottoporsi ad un'intervista di durata
effettiva di circa 40 minuti, i casi risultati validi con interviste condotte a
termine sono stati 234. Nei grafici seguenti sono riportate la distribuzione
temporale delle interviste e la distribuzione geografica dei luoghi di
realizzazione.
Figura 16. Distribuzione temporale delle interviste
1 - 15
settembre
10%
Le interviste sono state condotte
dal 1° agosto al 30 settembre
16 - 30
settembre
11%
1 - 15 agosto
23%
16 - 31
agosto
56%
Figura 17. Distribuzione geografica del campione
FIASTRA
16%
AMANDOLA
9%
VISSO
3%
PRECI
5%
USSITA
MON TEF ORTINO
22%
CASTEL S.
ANGELO
4%
3%
MON TEMONAC O
4%
MON TEGALLO
4%
NORCIA
27%
ARQUATA DEL
TRON TO
2%
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The Tourism Company
127
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
2.9.1 Il profilo del visitatore
I dati si presentano molto simili alle rilevazioni di ECONSTAT che
nell'indagine sui visitatori ospiti delle aree naturalistiche marchigiane,
rileva una presenza maschile pari al 60% degli intervistati, un’età media di
42,4 anni, (a fronte del dato di 43 anni nella presente indagine) e una
forte concentrazione nelle classi di età intermedie (nell'indagine oggetto di
analisi circa la metà di essi (48%) appartiene alla fascia d’età dei 35 – 54
anni e la classe d’età più rappresentata è quella che va dai 35 ai 44 anni).
Figura 18. Distribuzione del campione per classi di età e sesso
55-64
14%
> 65
6%
45-54
22%
15-24
8%
Femmine
25-34
24%
40%
Maschi
35-44
26%
60%
Base 227
Risposte mancanti 7
Base 229
Risposte mancanti 5
Il Parco, quindi, rappresenterebbe un'area la cui valenza naturale e
culturale attrae prevalentemente segmenti di mercato collocati nelle fasce
di età matura, costituite soprattutto da famiglie e coppie (circa il 60% dei
visitatori).
Figura 19. Con che è in vacanza
Fa
m
ig
lia
(b
am Co
pp
bi
ia
ni
Fa
<
m
12
ig
G
lia
ru
an
p
ni
(b
)
am po
a
du
bi
n
lti
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G
ru
pp 12
an
o
ni
et
)
à
m
ist
a
G
ru S
pp ing
o
l
gi e
ov
an
i
Al
tro
L'indagine svolta ai fini 30% 25%
22%
della
predisposizione 25%
18%
20%
della
Strategia
del
12%
turismo sostenibile non 15%
10%
ha
preso
in 10%
5%
3% 3%
considerazione
la 5%
professione e il livello di 0%
istruzione, ma i risultati di
altre indagini confermano
che la maggior parte dei
Base 231
visitatori fa parte del
Risposte mancanti 3
ceto
medio
impiegatizio con un buon livello di istruzione. La percentuale di diplomati si
attesta sul 55%, considerando un valore intermedio fra quelli indicati dalle
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128
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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due indagini cui si fa riferimento15. Divergenze rilevanti emergono invece
per quanto riguarda la percentuale di laureati (35% PANGEA e 13,5%
ECONSTAT) e la composizione per classi professionali: particolarmente
accentuata la differenza relativa alla quota di studenti (27% PANGEA e
8% ECONSTAT). La differenza può essere spiegata dal fatto che
l’indagine Pangea ha utilizzato questionari compilati dai visitatori presso le
Case del Parco che, si presume, siano frequentate in maggiore
percentuale da studenti.
2.9.2. La provenienza
Il 70% dei visitatori proviene dalle Regioni limitrofe: Lazio (in
particolare da Roma) 39%, Marche 37%, Umbria 4%, Toscana 4%.
Solo il 5% dei visitatori proviene dall’estero.
I dati risentono della metodologia di campionamento adottata che non
prende in esame solo i turisti, ma anche gli escursionisti, i quali, come è
prevedibile, hanno per lo più una provenienza dalle aree limitrofe a quelle
della rilevazione. Anche l’indagine ECONSTAT, che considera solo gli
escursionisti , rileva una dimensione dei mercati di riferimento fortemente
connotata dalle regioni vicine, con una percentuale di visitatori stranieri
nell'estate dell'anno precedente che non supera il 2% .
Figura 20. Provenzienza dei visitatori
UMBRIA
4%
Stranieri
5%
MARCHE
37%
Altro
16%
Italiani
95%
LAZIO
39%
TOSCANA
4%
ALTRO
(nord)
10%
ALTRO
(sud)
5%
ALTRO
(centro)
1%
Tuttavia un incrocio con i dati dei flussi turistici ufficialmente censiti nelle
strutture ricettive (che si riferiscono quindi solamente a coloro che
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129
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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pernottano almeno una notte) e i risultati delle altre indagini delle altre
indagini (Pangea) consente di affermare che:
a) i visitatori esteri del Parco sono tra il 2 e il 5% del totale. Le nazionalità
più rappresentate sono quella tedesca, quella olandese e quella
inglese.
b) la principale quota di mercato è costituita dai visitatori provenienti dalla
Regione Marche, tra il 37 e il 51% e dalla Regione Lazio (soprattutto
Roma), tra il 23 e il 39%.
c) modesti sono i flussi provenienti dalle altre regioni limitrofe. L’Umbria
(in prevalenza dalla provincia di Perugia) tra il 4 e il 10%, la Toscana
intorno al 4%.
d) Tra le aree di provenienza non limitrofe la quota di visitatori più alta
spetta al Milanese (circa il 3%). La maggior parte di essi sono
escursionisti, che soggiornano nelle vicine località balneari.
2.9.3. La durata del soggiorno
L’indagine rileva che il 23% delle persone intervistate svolga una
escursione giornaliera. Un dato molto simile ai risultati di PANGEA
(28%). Intrecciando i risultati delle tre indagini (ACTA, ECONSTAT e
PANGEA) si può verosimilmente affermare che nei giorni infrasettimanali
la quota degli escursionisti si aggiri tra il 20 e il 30% dei visitatori,
viceversa nel fine settimana, soprattutto nei mesi estivi, la componente
escursionistica arrivi a rappresentare il 60% dei visitatori.
Figura 21. Principali componenti della domanda
Escursionisti
23%
Turisti
77%
Base 234
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The Tourism Company
130
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
L'analisi della durata del soggiorno evidenzia due fenomeni importanti:
a) una elevata permanenza media nel territorio del Parco (il 46%
soggiorna almeno per una settimana), spiegabile principalmente con
l’importanza del turismo di ritorno, come vedremo a breve;
b) l’importanza crescente del segmento “vacanza breve”: il 25%
degli intervistati dichiara di soggiornare da uno a tre giorni, in
conformità con le tendenze che attualmente si riscontrano tanto nel
territorio italiano che di tutta Europa.
Figura 22. La durata del soggiorno
da 22 a 1
mese
12%
più di 1
mese
5%
da 15 a 21
20%
da 8 a 14
9%
da 1 a 3
25%
da 4 a 7
29%
Base 181
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131
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
2.9.4 L’alloggio
Tutte le indagini finora effettuate concordano che il turismo del Parco sia
prevalentemente un turismo “di ritorno” e la lettura del grafico seguente lo
conferma: il 48% dei turisti intervistati dichiara infatti di alloggiare
presso la propria seconda casa o presso parenti e amici.
Figura 23. Tipologia di alloggio scelto
35%
31%
30%
25%
20%
15%
17%
11%
10%
5%
5%
4%
3%
3%
3%
2%
1%
C
as
a
d
ip
ro
A
p
m
ri
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ic
io
à
p
ar
en
ti
A
lb
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o
T
en
da Rif
d ug
a
i
b o
iv
ac
A
ff
co
itt
ac
am
er
e
0%
Base 190
Risposte mancanti 44
Percentuale che tende ad aumentare (78%) se si considerano i turisti
abituali, cioè coloro che visitano il Parco più volte l’anno, e quasi a
raddoppiare (87%) per quelli che si trattengono in vacanza per più di 15
giorni e che sono ben il 37% del totale dei turisti.
E’ interessante notare che l’albergo rappresenti la soluzione preferita,
dovendo scegliere un alloggio “commerciale”.
Il dato molto contenuto relativo all’agriturismo è spiegabile dall’elemento
novità. Le strutture agrituristiche ancora poche sono nate solo negli ultimi
anni . Ne è una conferma il fatto che ben l’80% di coloro che hanno scelto
questo tipo di sistemazione è alla prima visita nel Parco.
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The Tourism Company
132
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
E' da sottolineare il fatto che le formule che contraddistinguono il turismo
"plein air", in notevole crescita nelle regioni dell'Italia centrale, ancora
non emergano in modo rilevante nel Parco.
Nel complesso appare
limitata la dimensione commerciale del
soggiorno. In altre parole, a fronte di una fruizione estiva intensiva del
Parco, la ricaduta economica per l’industria turistica è molto bassa.
2.9.5. I mezzi di trasporto
L’automobile è il mezzo di trasporto più utilizzato. L’85% degli intervistati
si serve dell’auto per raggiungere e visitare il Parco. Un dato questo che,
sebbene prevedibile data la scarsa distribuzione e frequenza di servizi
pubblici di trasporto, pone al centro della strategia di turismo sostenibile il
problema della “gestione dei visitatori”.
Non si è ancora affermato il cicloturismo.
Figura 24. Mezzi di trasporto utilizzati
Al
3%
tro
1%
ci
cl
ot
o
1%
Bi
o
en
Tr
eo
Ae
r
pe
C
am
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
2%
M
3%
r
4%
Au
to
llm
an
7%
et
ta
85%
pr
op
r
Pu ia
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Sono consentite più risposte.
La frequenza percentuale
per ogni risposta è calcolata
sul numero dei casi (234)
133
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Nazionale dei Monti Sibillini
2.2.6. Le Motivazioni e le aspettative dei visitatori
Prima di partire, cosa si aspettava Il motivo principale del viaggio nei
Sibillini è quello di trascorrere un
dalla vacanza?
periodo di vacanza all’interno del
Parco. Le aspettative principali legate
a questo tipo di vacanza si
riconducono al binomio natura-riposo
(relax).
Tuttavia
non
bisogna
trascurare altri elementi quali la
gastronomia, la riscoperta della cultura
e delle tradizioni e la dimensione delle
visite ai luoghi religiosi. Il Parco
dei
Sono consentite più risposte. Nazionale
La frequenza percentuale
per ogni risposta è calcolata Monti Sibillini ha
sul numero dei casi (234)
infatti un valore
aggiunto rispetto ai contesti naturalistici . Le testimonianze storico culturali
(in special modo le testimonianze religiose), le tradizioni rurali e la
gastronomia rappresentano, infatti, gli elementi di un potenziale prodotto
turistico molto ricco nella diversificazione delle sue risorse.
frequenza
Contatto natura
172
Riposo
133
Stare con amici/famiglia
111
Arte/cultura/tradizioni
76
Divertimento
69
Ambiente rurale
66
Gastronomia
52
Centri religiosi
44
Fare amicizia
30
Isolamento
24
Salute/cura personale
23
Evasione/trasgressione
8
Altro
3
%
74%
57%
47%
32%
29%
28%
22%
19%
13%
10%
10%
3%
1%
Figura 25. Motivazioni della vacanza nel PNMS
Sono consentite più risposte.
La frequenza percentuale per ogni
risposta è calcolata sul numero dei casi
(234)
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
63%
21%
14%
3%
ta
ti
e)
)
rna
ro v
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t
za arco
l
o
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i
n
a
P
op
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m
l
o
s
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i
a
a
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V
(
ita
lo g
za
Vis
(a l
an
c
Va
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
0%
A ff
1%
ari A ltro
134
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
2.9.7. La scelta della destinazione
Tra i fattori di scelta che spingono gli intervistati a visitare i Monti Sibillini
viene ribadita l'importanza della natura, della buona cucina e del “Parco”
in quanto tale.
Anche la qualità della sistemazione risulta presente.
Tuttavia incrociando gli indicatori oggettivi come il livello di servizi offerti
dalle strutture ricettive, misurato dal numero di stelle che non superano
mai le tre - e gli indicatori soggettivi - come le valutazioni degli
imprenditori, riportate nelle interviste agli attori istituzionali, che denotano
un sistema ricettivo di qualità mediacon il livello di soddisfazione
dell’alloggio (che nella presente indagine risulta discreto),
si può
immaginare che i visitatori del Parco non siano molto esigenti in
termini di qualità della sistemazione ricettiva.
Il dettaglio dei singoli fattori di scelta , presentato nella tabella seguente è
coerente con quello rilevato dall’indagine ECONSTAT che individua una
motivazione di base legata al relax, una consistenza elevata delle
motivazioni ambientaliste, sportive e religiose: fra le aree naturalistiche
marchigiane il Parco dei Sibillini si dimostra la più versatile.
Figura 26 Quale importanza hanno avuto i seguenti elementi nella
scelta? (da 0 = nessuna, 1 = poca, 3 = molta)
Moda
Base
2,89
3
204
2,17
3
174
2,07
3
179
2,05
3
132
2,01
3
160
1,99
3
161
raggiungere
1,97
3
182
qualità/
1,79
3
121
2,82
3
Medi
Paesaggio
intatt
Gastronomia
buona
E' un Parco
Qualità
della
Ricchezz
di specie
Variet
Facile
Rapporto
sistemazione
d
d
protett
attività
prezz
Altr
28
2.2.8. Le fonti d’informazione sul Parco
In relazione alle modalità con cui si è fatta conoscenza con il Parco, il
miglior veicolo per orientare le scelte del turista è stato il consiglio di
parenti e amici (il cosiddetto "passaparola") Hanno avuto una scarsa
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135
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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incidenza i metodi tradizionali quali le inserzioni pubblicitarie, mentre
cominciano a farsi strada nuovi strumenti quali la navigazione su Internet.
Come già rileva la ricerca ECONSTAT, anche se il “passaparola” resti lo
strumento più utilizzato dal mercato turistico italiano perché ritenuto più
“fidato”, sui dati relativi al Parco dei Sibillini incide in modo rilevante il fatto
che i turisti siano per lo più residenti nelle vicinanze del Parco e che quindi
hanno necessariamente utilizzato il "passaparola".
Infatti, i turisti intervistati provenienti da aree non limitrofe al Parco
dichiarano di aver fatto ricorso a strumenti commerciali quali
agenzie, inserzioni, articoli, depliant.
Il mancato approfondimento nell’intervista della voce “Altro” impedisce di
avere informazioni più precise riguardo ad altri strumenti di
comunicazione. Emerge che la voce “altro” è la fonte di conoscenza
principale per i frequentatori abituali del Parco, dopo il consiglio di amici e
parenti, mentre la stessa voce è molto ridotta per i visitatori “nuovi”. Ciò
potrebbe verosimilmente indicare che sotto la voce "altro" si raggruppano
sostanzialmente coloro che hanno una conoscenza personale del Parco
perché originari del luogo. Vale a dire che potrebbe costituire una stima
indiretta di quella quota del turismo di ritorno costituita da ex
residenti o discendenti di residenti nel Parco.
Figura 27. Come ha conosciuto la possibilità di trascorrere una
vacanza nel Parco?
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136
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
50%
24%
6%
6%
4%
4%
1% 1%
C
on
si
gl
io
di
am
ic
Pe
Si
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In
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N
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lic
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In
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rn
et
Al
tro
50%
45%
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
Anche in relazione alle informazioni utilizzate per programmare le attività
da svolgere durante la visita nel parco, il consiglio di parenti e amici e
l'esperienza maturata in visite precedenti sono stati gli strumenti principali.
Sebbene per ordine di frequenza le “Case del Parco” siano la terza voce
tra quelle menzionate, esse non rappresentano ancora, per il mercato, un
punto di riferimento per la programmazione della visita nel Parco.
Il quadro completo delle risposte fa ipotizzare un tipo di turista “fai da
te”. Sorprende in questo senso la scarsa utilizzazione di supporti quali
brochure, depliant e cartine, pur esistenti e di qualità notevole. Le
informazioni disponibili non consentono di comprendere perché il
visitatore non utilizzi i servizi informativi offerti e se ciò sia imputabile ad
un atteggiamento tipico del turista di “ritorno”. Tuttavia sembra opportuna
una riflessione sul fatto che il 61,5% degli intervistati dichiara di
conoscere le Case del Parco, ma solo il 14% le utilizza per
organizzare la propria visita nel Parco.
Figura 28. Strumenti utilizzati per programmare la visita
Consiglio di altre persone
Visite precedenti
Ufficio informaz. e CdP
Brochure/depliant
Riviste/giornali
Associazione
Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Internet
Materiale informativo
Info telef. al Parco
Libro guida
Ufficio informazioni
48%
46%
14%
10%
10%
5%
5%
5%
4%
4%
La risposta multipla
“Consiglio di altre
persone e visite
precedenti”
rappresenta il 21% dei
casi
137
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
2.9.9. La conoscenza del Parco, i luoghi visitati e le attività svolte
Tutti i visitatori intervistati sono a conoscenza di essere in un Parco. Per
un quarto di essi si tratta delle prima visita, mentre circa la metà visita il
Parco più di una volta all’anno. Il dato è confermato dalla ricerca
ECONSTAT che rileva esattamente le stesse percentuali, mentre se ne
discosta l’indagine PANGEA che individua il 37% di prime visite. La
frequenza delle visite conferma ancora una volta che una quota
consistente del turismo del Parco è rappresentata dal “turismo di
ritorno”.
La quota elevata di coloro che visitano il Parco per la prima volta è
indice di un buon grado di attrazione, specialmente se si considera che
la maggior parte di essi (75%) trascorre almeno una notte all’interno del
Parco: si tratta prevalentemente di turisti che si fermano per un week-end
o una settimana.
Figura 29. Quante volte ha visitato il Parco prima?
E' la prima
volta
26%
Più volte
in 1 anno
48%
Base 232
Risposte mancanti 2
Occasionalmente
13%
Ogni 1-2
anni
13%
I luoghi più conosciuti sono, in ordine di importanza, l’Altopiano di
Castelluccio, il Lago di Fiastra, il lago di Pilato, il santuario di Macereto, le
Gole dell’Infernaccio, Norcia, Visso . Sorprende che solo il 50% degli
intervistati dichiari di aver sentito parlare della “Grotta della Sibilla”.
Assai meno le persone che hanno sentito parlare del mito del “Guerin
Meschino”. Un altro dato su cui riflettere è la scarsa conoscenza delle
opportunità di diversificazione della visita nel Parco. Il 60% degli
intervistati non è a conoscenza di un programma di visite guidate. Più del
75% non ha sentito parlare di eventi e manifestazioni di forte richiamo
quali la “Rassegna Teatrale di Amandola” e la “Festa delle Fate di
Arquata”.
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138
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Il dettaglio delle risposte è riportato nella tabella seguente:
Figura 30. Ha mai sentito parlare di..….?
frequenza %
Monte Vettore
Case del Parco
San Benedetto
Monte Bove
Grotta della Sibilla
Calendario attività guide del Parco
Il Guerin Meschino
Grande Anello dei Sibillini
La marcite di Norcia
La Rassegna teatrale di Amandola
La festa delle fate di Arquata
La Pinacoteca di Montefortino
Il carbone dei due Parchi
Il sentiero dei mietitori ( Montegallo )
Giovanna la pazza
79,1
61,5
59,0
51,3
50,4
40,2
23,9
21,8
19,2
16,2
16,2
10,3
10,3
7,7
7,3
Nella domanda si sono
elencati i siti, gli eventi,
miti e personaggi
tradizionalmente meno
conosciuti
Sono consentite più risposte.
La frequenza percentuale per
ogni risposta è calcolata sul
numero dei casi (234)
I luoghi più visitati del Parco sono l’altopiano di Castelluccio e Visso.
Almeno due turisti su tre si recano nel luogo più reclamizzato e in quello
dove ha sede l’Ente Parco.
Sorprende che alcuni siti (ad esempio le Gole dell’Infernaccio e le Gole del
Fiastrone) su cui vi è una forte comunicazione non siano stati visitati dalla
maggioranza degli intervistati.
Figura 31. I siti e le località più frequentati
frequenza %
Altopiano di Castelluccio
Visso
Norcia
Lago di Fiastra
Fiastra
Santuario di Macereto
Ussita
Arquata
Gole dell'Infernaccio
Amandola
Lago di Pilato
Bolognola
Castelsantangelo
Preci
Montefortino
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
62,0
61,1
56,0
41,5
37,6
30,3
29,5
28,2
27,4
26,1
26,1
25,2
24,8
23,1
22,6
frequenza %
Madonna dell'Ambro
Montemonaco
Pievetorina
Montegallo
Pievebovigliana
22,2
19,2
17,5
17,1
17,1
Acquacanina
Rocca di Arquata
Gole del Fiastrone
San Ginesio
Fiordimonte
15,4
15,4
13,7
9,8
Pinacoteca di
Montefortino
Cessaplombo
Altri itinerari
9,4
6,4
5,1
15,0
139
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
La fruizione del Parco tende a concentrarsi principalmente nei luoghi
dove si soggiorna. In media ogni intervistato conosce 5 elementi sui 15
considerati nell'intervista e ne ha sperimentato solo 2, il 45% di quelli
conosciuti.
Se si eccettuano le Case del Parco assai diffuse nel territorio, il Monte
Bove e il Monte Vettore, le altre risorse (luoghi, eventi, attività) non solo
sono poco conosciute, ma anche poco “sperimentate”.
Figura 32. Luoghi , attività e manifestazioni "sperimentati"
%
Case del Parco
Monte Bove
Monte Vettore
Il sentiero dei mietitori (Montegallo)
La Pinacoteca di Montefortino
La festa delle fate di Arquata
San Benedetto
Calendario attività guide del Parco
Giovanna la pazza
La Rassegna teatrale di Amandola
Grande Anello dei Sibillini
Il Guerin Meschino
Grotta della Sibilla
La marcite di Norcia
Il carbone dei due Parchi
82%
63%
58%
44%
42%
39%
39%
38%
35%
29%
24%
21%
18%
18%
17%
frequenza;base
118; 144
75; 120
107; 185
8; 18
10; 24
15; 38
54; 138
36; 94
6; 17
11; 38
12; 51
12; 56
21; 118
8; 45
4; 24
Quando i visitatori vengono a conoscenza delle possibilità che il Parco
offre, allora la fruizione turistica del Parco è diversificata: non solo le
escursioni, le visite ai centri storici e le attività legate al concetto di
scoperta delle identità locali (gastronomia, acquisto prodotti locali,
partecipazione a manifestazioni della tradizione) sono tra le attività svolte
dai visitatori, ma anche le attività legate alla fruizione sportiva (le cui
percentuali di attività, per quanto piccole, sono molto significative, tenendo
conto che il campione selezionato ha una forte prevalenza di ultra
quarantenni e, soprattutto, che le percentuali crescono quando si fa
riferimento a ciò che si vorrebbe fare nel futuro).
Un altro elemento importante che si desume dai dati è l’interesse
crescente per visite guidate. Se solo il 18,4% degli intervistati ha usufruito
finora delle visite guidate, è pur vero che il 40% ha dichiarato di essere
a conoscenza del programma di visite guidate e il 38% degli
intervistati si dice interessato a usufruirne in futuro.
Ne deriva che una più efficace campagna promozionale e degli accordi
specifici tra gli operatori turistici (soprattutto con quelli del comparto
ricettivo) e le guide del Parco potrebbe trovare i visitatori disponibili ed
interessati ad accogliere le proposte in questa direzione.
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Anche in relazione ad un calendario di manifestazioni culturali nel
Parco, oltre il 48% manifesta un grande interesse.
Figura 33.
Attività svolte
Quali attività stai svolgendo in questo viaggio (A) e quali possono
interessarti in futuro (B)?
Brevi passeggiate
Visita ai centri storici
Gastronomia locale
Acquisto prodotti locali
Visita case del Parco
Manifestazioni culturali
Lunghe camminate
Visite guidate
Altri acquisti
Trekking
Mountain bike
Sci (visite future)
Cavallo
Pesca
Arrampicata
%
74,4
53,4
52,6
52,1
47,0
39,3
30,3
18,4
15,8
12,8
10,3
10,3
8,5
3,0
3,0
%
53,8
50,4
44,4
42,3
35,0
48,3
39,3
38,5
12,0
25,2
15,8
36,3
18,4
6,0
12,8
%
-20,5
-3,0
-8,1
-9,8
-12,0
9,0
9,0
20,1
-3,8
12,4
5,6
26,1
9,8
3,0
9,8
2.9.10.
La spesa
La spesa giornaliera del visitatore medio risulta di circa 90 mila lire. Il
dato varia leggermente se si distingue fra turisti ed escursionisti: la
propensione cresce per questi ultimi (94 mila) ed è di poco inferiore per i
primi (87 mila). Come prevedibile, varia molto secondo la durata del
soggiorno: il picco di spesa giornaliera si raggiunge nei soggiorni di una
settimana, la spesa diminuisce poi all’aumentare della permanenza. Su
quest’andamento incide sicuramente l’alloggio: l’albergo è il tipo di
sistemazione prevalente fra coloro che si fermano fino a una settimana,
mentre per permanenze superiori prevalgono, come si è visto, categorie di
alloggi non commerciali.
Se confrontata con la spesa media per presenza del turista in Italia16,
pari a 170 mila lire per il turista straniero e 130 per l’italiano, quella del
visitatore del Parco si rivela di entità modesta, a conferma di un turismo
di tipo prevalentemente tradizionale e non particolarmente esigente
riguardo alla diversificazione ed alla qualità della fruizione.
Nel primo dei due grafici sottostanti è rappresentata la distribuzione della
spesa giornaliera per classi: circa il 30% degli intervistati dichiara di
spendere fra le 60 e le 100 mila lire, è alta anche la quota (28%) di chi
spende fra 30 e 60 mila lire.
16
ENIT, Nono rapporto sul turismo italiano 2000.
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Figura 34. Quanto pensi di spendere oggi (24 ore) nel Parco, inclusi
viaggio, pasti e sistemazione?
27,7%
30,0%
29,9%
25,0%
19,2%
20,0%
13,4%
15,0%
10,0%
4,0%
4,9%
5,0%
0,4% 0,4%
<1
0.
00
10
0
-3
0.
00
30
0
-6
0.
60
00
0
-1
10 00.0
0
- 2 00
00
20
.0
0
00
-4
00
40
.0
00
0
-6
00
.0
00
>6
00
.0
00
0,0%
Nel grafico seguente, l’andamento della spesa complessiva durante il
viaggio, che raggiunge tre picchi in corrispondenza delle tre classi centrali,
è spiegato dal peso che hanno all’interno di ciascuna classe
rispettivamente i turisti del week-end, quelli che si fermano all’incirca una
settimana e quelli che pernottano fra le due e le tre settimane.
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Figura 35. Puoi stimare la somma spesa complessivamente nel
viaggio?
28,4%
30,0%
26,5%
29,0%
25,0%
20,0%
15,0%
10,0%
5,0%
6,5%
7,7%
1,3%
0,6%
<5
0.
00
50
0
-1
00
.0
10
00
0
-5
00
50
.0
0.
00
00
0
-1
M
IL
1
-3
M
IL
3
-5
M
IL
>5
M
IL
0,0%
Un ulteriore elemento di indagine è dato dal paniere di spesa del
visitatore che evidenzia la netta prevalenza dei consumi alimentari su
tutte le altre voci. Particolarmente scarsa risulta la spesa per i servizi
di fruizione turistica. Si deve tenere presente che le voci menzionate
non pretendono di essere esaustive, ma si limitano ad indicare alcune
componenti rilevanti della spesa, escluso l’alloggio ( si è visto come sia
per lo più di tipo non commerciale). La rilevazione della composizione
percentuale è quindi indicativa e non consente di produrre confronti col
paniere medio del turista italiano.
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Tabella 3. Spesa media del visitatore per tipologia d’acquisto.
media
Somma spesa o da spendere
all'interno del Parco
Di cui per:
bar/ristoranti
vestiario
trasporti
regali
attrazioni/divertimento
guide, mappe, libri
altro
620.694
323.407
185.063
122.847
107.171
93.889
71.985
128.714
Figura 36. Composizione percentuale della spesa complessiva del
visitatore per tipologia.
guide, mappe,
libri
vestiario
altro
4%
2%
6%
attrazioni/divertimento
bar/ristoranti
51%
7%
regali
11%
trasporti
19%
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2.9.11 .
Il livello di soddisfazione del turista
Al fine di rendere più efficace l’analisi sulla soddisfazione del visitatore, si
è ritenuto opportuno conoscere la sua “gerarchia dei servizi nel Parco” per
ordine d’importanza e per ordine di efficacia.
In pratica, tutti i servizi citati nell'intervista hanno per il visitatore una certa
importanza, lo scarto massimo fra il giudizio di maggiore e quello di minore
importanza è inferiore ad uno, su uno spazio ( range) che va da 0 a 5.
Figura 37. Quali sono i servizi che ritiene importanti in un Parco? (da
1= assolutamente contrario a 5=molto d’accordo, x=non so)
Aree attrezzate per disabili
Qualità dell’accoglienza
Manutenzione sentieri
Segnaletica
Sistemazione ricettiva
Case del Parco
Depliant informativi
Parcheggi
Visite guidate
Bus navette per turisti
Piatti tipici nei ristoranti
Ristoranti
Uffici informazioni
Feste folcloristiche, popolari
Intrattenimenti serali
Strutture sportive
Conferenze, iniziative
sull'ambiente e attività culturali
media
moda
4,62
4,58
4,56
4,44
4,44
4,28
4,24
4,17
4,15
4,15
4,14
4,13
4,07
4,05
3,96
3,95
5
5
5
5
5
5
4
5
4
5
5
4
4
4
4
4
3,71
X
Si può comunque osservare che la graduatoria rivela una struttura dei
bisogni coerente con quella di un turista in cerca di relax e di contatto con
la natura e la comunità rurale: in alto sono i bisogni primari (la qualità
dell’accoglienza, la sistemazione, l’accesso alle informazioni, la mobilità
e, trattandosi di un Parco naturale, la manutenzione dei sentieri e la
segnaletica), in fondo, gli intrattenimenti serali, le strutture sportive, le
conferenze e le iniziative strettamente culturali. Da notare la grande
attenzione che il turista dimostra per l’opportunità di rendere il Parco
fruibile anche a persone disabili.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Figura 38. I servizi più “efficaci” (da 1= assolutamente contrario a
5=molto d’accordo, x= non so)
Ristoranti
Piatti tipici nei ristoranti
Case del Parco
Depliant informativi
Sistemazione ricettiva
Visite guidate
Feste folcloristiche, popolari
Qualità dell’accoglienza
Parcheggi
Uffici informazioni
Strutture sportive
Segnaletica
Intrattenimenti serali
Conferenze, iniziative
sull'ambiente e attività culturali
Aree attrezzate per disabili
Manutenzione sentieri
Bus navette per turisti
media
3,81
3,68
3,59
3,50
3,49
3,44
3,39
3,39
3,30
3,21
3,19
2,89
2,69
2,61
2,20
2,13
1,51
moda
4
4
X
4
X
X
X
4
4
X
X
2
X
X
X
1
X
Il livello di soddisfazione dei visitatori sembra discreto, anche se non sono
stati utilizzati nell'intervista parametri per esprimere un giudizio sintetico.
Non si segnalano tuttavia livelli “estremi” tanto in positivo quanto in
negativo. In altre parole, non esistono servizi per i quali il giudizio di
efficacia è positivo e si è molto soddisfatti ma neppure esistono servizi per
i quali il giudizio è negativo e non ci si sente per nulla soddisfatti.
Gastronomia (sia i ristoranti che i “piatti tipici”), Case del Paro e
servizi informativi,
sistemazione ricettiva, sono i servizi più
apprezzate. Mobilità, sentieristica, intrattenimenti serali e culturali,
segnaletica sono quelle che lasciano meno soddisfatto il turista.
Per approfondire la valutazione della soddisfazione dei visitatori, si è
chiesto loro se concordassero con alcune
affermazioni riportate
nell'intervista. La frase con il più alto grado di condivisione è “mi
piacerebbe che conoscessero il Parco anche i miei amici: glielo dirò
appena torno”. Viene in tal modo ribadita l'importanza del “passaparola”
nel Parco e si sottolinea il ruolo che esso può svolgere nella promozione
turistica del Parco.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Figura 39. E’ d’accordo con le seguenti affermazioni (da 1=
assolutamente contrario a 5=molto d’accordo)
media moda
Mi piacerebbe che conoscessero il Parco anche i
4,38
5
miei amici: glielo dirò appena torno
Un calendario unitario degli eventi e manifestazioni a
disposizione di tutti i turisti potrebbe essere molto
4,36
5
utile
Mi piacerebbe avere sempre la possibilità di
mangiare piatti locali della gastronomia tipica
4,11
5
dell’Area Parco
Sarebbe fantastico tornare qui in mesi in cui non c'è
3,9
5
tanta gente!
Dovrebbero essere previste più attività alternative in
caso di cattivo tempo
Sarei interessato ad usare un bus navetta per lo
spostamento nei diversi punti del Parco
Le testimonianze culturali e storiche dovrebbero
essere maggiormente fruibili, attraverso appositi
servizi d'interpretazione
Il programma delle attività serali dovrebbe essere più
ricco
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Base; mancanti
218
16
220
14
224
10
218
16
3,86
4
218
16
3,77
5
222
12
3,77
4
218
16
3,76
5
216
18
147
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Dalla tabella sono desumibili una serie di “suggerimenti” che rimandano
all'esigenza fondamentale di essere aggiornati sulle attività e sugli eventi,
in modo più sistematico.
Gli intervistati chiedono, inoltre, una maggiore attenzione alla
valorizzazione dei beni culturali, attraverso un sistema di gestione che li
renda più fruibili, una maggiore ricchezza delle attività serali e la presenza
di intrattenimenti alternativi in caso di cattivo tempo.
Tra i suggerimenti spicca ancora l’attenzione alla gastronomia locale:
notevole è l’interesse ad avere sempre a disposizione menù tipici del
luogo.
Le interviste effettuate danno modo di mettere a fuoco i seguenti nodi da
sciogliere:
a) la manutenzione dei sentieri. La lamentela più frequente è lo stato in
cui versano alcuni sentieri, segnalati sulla carta ma abbandonati nella
realtà e con una dotazione scarsa di segnaletica.
b) il modello di fruizione e di mobilità, basato sull’utilizzo dell’auto privata
crea problemi di congestione in alcuni tratti di strade e in alcune
giornate di punta. Bus navette e potenziamento dei trasporti pubblici,
incontrerebbero il favore di molti visitatori, così come la realizzazione di
percorsi adatti anche ai disabili. Alcune spie che segnalano un livello di
congestione nel periodo estivo sono costituite dalla dichiarazione di
numerosi visitatori che tornerebbero al Parco "quando non c'è tanta
gente! Inoltre esiste un desiderio diffuso di prevedere il numero chiuso
per alcuni itinerari (ad esempio il lago di Pilato)
E’ significativo che entrambi i nodi problematici individuati coincidano con
gli aspetti cui il visitatore attribuisce l’importanza maggiore nella gerarchia
dei bisogni.
2.9.12.
Sintesi riepilogativa dell'indagine
L'indagine effettuata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini su un
campione casuale di 234 visitatori tramite interviste svolte nell'agosto
2000 nei principali siti turistici del territorio porta ai seguenti risultati:
il Parco rappresenta un'area la cui valenza naturale e culturale attrae
prevalentemente segmenti di mercato collocati nelle fasce di età più
mature, formati per lo più da famiglie e coppie
il 70 % dei visitatori proviene dalle Regioni limitrofe(39% dal Lazio ed
in particolare Roma, il 37% dalle Marche. Solo il 4% dall'Umbria e il
4% dalla Toscana )
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il 5% dei visitatori sono stranieri , provenienti per lo più dalla Germania,
dall'Olanda, dall'Inghilterra
su 100 visitatori, nei giorni infrasettimanali sono 23 gli escursionisti, ma
nel fine settimana sono 60
il 48 % dei turisti alloggia nella propria casa o in casa di parenti (fra
questi una grossa quota di "turisti di ritorno"), ma dovendo scegliere
una soluzione commerciale, l'albergo è la soluzione preferita(11%).
L'agriturismo e le soluzioni plein air , in notevole crescita in Europa,
non emergono ancora in modo rilevante nel Parco. Non si è ancora
affermato il cicloturismo
l'85% si serve della propria auto per visitare il Parco: ciò pone al centro
della strategia di turismo sostenibile il problema della gestione dei
visitatori
il passaparola resta la fonte d'informazione più frequente, ma i turisti
provenienti da aree meno vicine hanno fatto ricorso a strumenti ufficiali
come depliant, agenzie… Cominciano a farsi strada nuovi strumenti
quali la navigazione su Internet. Il turista prevalente è "fai da te"
il Parco è vissuto come un patrimonio di risorse naturalistiche, ma
anche storico-culturali, religiose, di tradizioni locali e gastronomiche.
Nel Parco vi sono tutti presupposti per un prodotto turistico ricco e
differenziato.
fra i fattori di scelta, la qualità dei servizi turistici non ha ancora quel
peso che si riscontra in contesti europei. Il visitatore del Parco di oggi
non è molto esigente in fatto di qualità, è soddisfatto di un trattamento
"familiare"
su 100 visitatori per 25 si tratta di una prima visita, ma circa 50
visitatori visitano il Parco più volte in un anno (fra questi i turisti di
ritorno)
I turisti di ritorno possono essere stimati tra una soglia massima del
40% e un soglia minima del 25% del movimento dei visitatori
elevata è la permanenza media nel territorio del Parco: il 46%
soggiorna almeno un settimana, ma cresce l'importanza della vacanza
breve da uno a tre giorni (25%)
i luoghi più conosciuti sono Castelluccio, Fiastra, il lago di Pilato,
Macereto, l'Infernaccio, Norcia, Visso, mentre quelli più visitati
Castelluccio, Visso e Norcia. Solo il 50% ha sentito parlare della
Sibilla. La fruizione tende a concentrarsi nei luoghi dove si soggiorna,
tuttavia ai turisti piace alternare diverse attività
il 61.5% dei visitatori conosce le Case del Parco, ma soltanto il 14% le
ha utilizzate per organizzare la propria visita
solo il 18.4% dei visitatori ha usufruito delle visite guidate, ma il 40% è
a conoscenza del programma e il 38% si dice interessato a usufruirne
in futuro
le attività preferite sono: brevi passeggiate (sotto le 3 ore), la visita ai
centri storici, l'acquisto di prodotti locali, soprattutto gastronomici, le
manifestazioni legate alla tradizione
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la spesa media giornaliera risulta di 90.000 Lit, di modesta entità se
confrontata con la media italiana (170.000 Lit per il turista straniero, Lit
130.000 per quello italiano).Particolarmente contenuta la spesa per la
fruizione turistica
i servizi turistici ritenuti più importanti: l'ospitalità, la manutenzione dei
sentieri, la segnaletica, un servizio di navette per gli spostamenti sul
territorio. Fra i servizi importanti, quelli ritenuti nel Parco dei Sibillini più
efficaci : la ristorazione, i menu tipici e l'ospitalità; fra i servizi
importanti, quelli di cui si sente la necessità: un servizio di navette
per gli spostamenti sul territorio, l'accessibilità per persone con minore
mobilità, programmi di conferenze ed attività culturali per la sera e in
caso di cattivo tempo, la manutenzione e la segnaletica dei sentieri, il
numero chiuso per alcuni itinerari connotati da maggiore fragilità (Lago
di Pilato…)
il grado di soddisfazione complessivo è discreto, non emergono né
giudizi entusiastici, né severe critiche.
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150
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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TERZA PARTE
3. GLI ATTORI ISTITUZIONALI E IL SISTEMA TURISTICO
3.1. I colloqui con i Sindaci
I colloqui con i Sindaci si sono svolti presso la sede dei Comuni (si
rimanda all'allegato per i documenti di verbale). Si è trattato di colloqui
individuali, ad eccezione del caso di Visso in cui, essendo il Comune
commissariato, è stato previsto un tavolo di testimoni privilegiati (il
Commissario, il Sindaco uscente, il Presidente della Pro-loco, il
funzionario della Biblioteca Comunale).
Si sono avuti anche degli incontri con alcuni Comuni che, pur essendo al
di fuori dei confini amministrativi del Parco, ricoprono un’importante
rilevanza da un punto di vista della filiera turistica, il cui coinvolgimento,
quindi, è fondamentale per l'elaborazione della strategia, che dovrà
considerare anche le aree contigue. A tal fine sono state effettuate delle
interviste anche nei Comuni di Sarnano, Cascia, Camerino, Montecavallo
(che, tuttavia, esulano da questo Rapporto).
Le aree-obiettivo dei colloqui sono state le seguenti:
1. Strumenti di pianificazione in vigore
2. Economia locale
3. Comunicazioni
4. Patrimonio disponibile
5. Domanda e offerta turistica
6. Progettualità locale
7. Coesione sociale
8. Prassi cooperative e transnazionalità
9. Situazione finanziaria
10. Relazione con l'Ente Parco e con le Case del Parco
11. Punti di forza e di debolezza
Non sempre si è ritenuto opportuno analizzare le aree tematiche previste
in eugual misura per dare spazio alla maggior complessità di alcune di
esse e non ovunque è stato possibile un approfondimento articolato di
ciascun tema, tuttavia, il quadro complessivo è in grado di far emergere i
principali punti di forza e di debolezza del territorio.
L'analisi che viene fatta si propone di sintetizzare i temi trattati, mediante
quadri riepilogativi, approfondendone alcuni
da cui poter trarre
interessanti spunti di riflessione ai fini dell'elaborazione della strategia del
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turismo sostenibile e di concludersi con la definizione dei punti di forza e di
debolezza del territorio.
Come punto di partenza dell'analisi si è scelto di privilegiare il tema del
conflitto e la motivazione di tale scelta è dettata, non tanto dal peso
effettivo che questo tema ha nella realtà locale e che è analogo alle realtà
di tutti i Parchi italiani, quanto dalla convinzione che il conflitto possa
rappresentare un indicatore importante che esprime in questo caso
l'attaccamento alla propria terra, il timore che si possa essere lesivi dei
valori del territorio, la preoccupazione collettiva che i problemi che
affliggono la popolazione locale non vengano risolti… Vale dunque la
pena "leggere" il conflitto per assumerne ogni energia positiva (il conflitto
come risorsa) e grazie ad esso comprendere quali siano gli strumenti (di
ascolto, di confronto, di elaborazione delle strategie, di coinvolgimento…)
maggiormente in grado di rendere coesi gli attori locali verso il comune
obiettivo della valorizzazione e sviluppo locale.
3.1.1 Il conflitto come risorsa: i rapporti con il Parco
Il conflitto sembra avere una presenza frequente sul territorio, non
soltanto legata alle scadenze elettorali, ma anche alla presenza
storicamente recente dell'istituzione Parco.
E' forse possibile che gli attori coinvolti (Sindaci e popolazioni da una parte
ed Ente Parco dall'altra) abbiano interessi e principi contrapposti?
E' così diverso l'uso delle risorse ambientali fra le pratiche secolari
(agricole, pastorali, boschive…) della popolazione e la salvaguardia della
natura da parte di un'Istituzione dello Stato? E può questo costituire un
ostacolo insuperabile all'instaurarsi di una relazione cooperativa?
Chi ha dimestichezza con il tema della mediazione pubblica sa bene che
tanto maggiore è il confronto fra i diversi Soggetti che compongono un
territorio, tanto più alta è la probabilità che si stabiliscano divergenze
d'interessi e di principi, ma sa anche che la qualità delle relazioni è
data proprio dalla ricchezza del confronto dei molteplici punti di
vista.
Per garantire tuttavia lo sviluppo qualitativo dei rapporti, occorre essere
ben consapevoli della natura delle divergenze in atto: a fronte dei "conflitti"
(che hanno sempre origine in un interesse materiale) è necessario dotarsi
di strumenti preventivi o riabilitativi (diffusione delle informazioni, tavoli di
concertazione, distribuzione delle responsabilità …), che siano in grado di
far approdare i Soggetti coinvolti a delle risoluzioni comuni.
A fronte dei "dissidi" (i cui moventi, invece, sono dati da principi
contrastanti), è necessario un dialogo per rendere esplicite all'altro le
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proprie motivazioni, e, solo nel caso in cui queste effettivamente si
appoggino su valori diversi, si potrà essere convinti dell'impossibilità di
una risoluzione condivisa.
Generalmente, l'area dei dissidi resta di gran lunga minoritaria sul piano
quantitativo. Al contrario degli iceberg e delle terre sommerse, ciò che è
visibile è una vasta porzione di conflitti, che risultano essere quasi sempre
risolvibili con idonei strumenti di conciliazione, mentre ciò che è
sommerso, l'irriducibile quota di dissidi, sembrerebbe avere dimensioni
relativamente ridotte.
Figura 40. Mappa della conflittualità
AREA DELL’OSTILITA’
AREA DELLA CRITICITA’
AREA DELLA CIRCOSPEZIONE
CESSAPALOMBO
FIASTRA
Provincia di Macerata
Comunita’ Montana di Camerino
Comunita’ Montana di S. Ginesio
Comunita’ Montana Valnerina
Comunita’ Montana del Tronto
Comunita’ Montana dei Monti Sibillini
SAN GINESIO
PIEVEBOVIGLIANA
AMANDOLA
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
BOLOGNOLA
USSITA
MONTEFORTINO
MONTEMONACO
VISSO
MONTEGALLO
Provincia di Ascoli Piceno
CASTELSANTANGELO
SUL NERA
ARQUATA DEL TRONTO
PRECI
NORCIA
Provincia di Perugia
Per mettere in luce e comprendere il fenomeno della conflittualità nel
territorio del Parco, si è costruita una mappa con l'individuazione di tre
linee prevalenti: la linea dell'ostilità, la linea della criticità, la linea
della circospezione, comprensiva quest'ultima di atteggiamenti
prudenziali, segnati, a seconda delle circostanze, da una maggiore o
minore fiducia nell'istituzione del Parco.
Se la linea della circospezione è quella più diffusa sul territorio, ciò non
deve far sottovalutare la forte potenzialità del conflitto. Sia, perché chi
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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esprime un atteggiamento prudenziale di non dissenso non esprime un
atteggiamento convinto di approvazione, sia perché i poli di ostilità e di
criticità, per quanto ridotti numericamente, possono coltivare alleanze e
diffondere sul territorio i propri motivi di polemica.
Analizzando la distribuzione nel territorio delle tre linee, non emergono
collegamenti fra la conflittualità dei Sindaci e la tipologia dell'Istituzione di
riferimento. Infatti i Comuni, dove il Sindaco ha espresso una maggior
conflittualità, sono distribuiti indifferentemente nel territorio di diverse
Comunità Montane e di diverse Province, a significare che il conflitto fra
Sindaco e Parco non possa essere spiegato da motivazioni riflesse da
Istituzioni diverse: esso ha origine entro l'ambito comunale.
Cosa analoga si può dire in riferimento alla quota di territorio del Comune.
Figura 41. Confronto "conflittualità" - quota del territorio comunale
nel Parco
MAGGIORE DI 90%
71 % - 90 %
51 % - 70 %
21 % - 50 %
CESSAPALOMBO
FIASTRA
Provincia di Macerata
FINO AL 20 %
SAN GINESIO
PIEVEBOVIGLIANA
AMANDOLA
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
BOLOGNOLA
VISSO
USSITA
CASTELSANTANGELO
SUL NERA
Comunita’ Montana di Camerino
Comunita’ Montana di S. Ginesio
Comunita’ Montana Valnerina
Comunita’ Montana del Tronto
Comunita’ Montana dei Monti Sibillini
MONTEFORTINO
MONTEMONACO
MONTEGALLO
Provincia di Ascoli Piceno
ARQUATA DEL TRONTO
PRECI
NORCIA
Provincia di Perugia
Ci si sarebbe aspettato che i Comuni con maggiore quota di territorio nel
Parco, avessero più difficoltà a condividere la politica del Parco, essendo
maggiormente vincolati nel proprio territorio, ma a parte il caso di
Bolognola (che ha il 100% di quota del territorio nel Parco)e quello di
Fiastra (83% di quota), i Comuni delle linee più conflittuali hanno quote di
territorio interno al Parco relativamente esigue.
Non è possibile d'altra parte collegare il conflitto - ed è questo un dato
molto significativo ai fini di una possibile mediazione della conflittualità
esistente - all'emergere di progettualità opposte ai principi del Parco.
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In realtà tutti i Sindaci si sono dichiarati d'accordo in via di principio con
gli obiettivi del Parco e anche i progetti più significativi in corso sono
all'interno di una logica di sviluppo sostenibile.
Quali sono allora i motivi di conflittualità con il Parco?
Sulla base di quanto emerge dagli incontri con i Sindaci, possono essere
raggruppati in quattro tipologie:
• polemica (Fiastra, Montefortino e Bolognola) motivata dal rifiuto di
aderire a iniziative promosse dal Parco
• critica (Montegallo, Amandola, Pievetorina) motivata dall'idea che
l'Ente Parco non abbia introdotto il cambiamento atteso né in relazione
all'indotto economico, né in relazione allo sviluppo demografico del
territorio in controtendenza allo spopolamento;
• richiesta di atti concreti snellendo le procedure burocratiche (Arquata,
Preci, Ussita), di dare alla popolazione segni tangibili della vicinanza
del Parco (Norcia, Montemonaco, Castelsantangelo, Cessapalombo),
di soddisfare bisogni e domande che i Comuni non riescono ad
assolvere e cioè: maggiore promozione del territorio, avvio di nuove
imprenditorialità, marchi di qualità dei prodotti, formazione di una
cultura turistica diffusa, servizi turistici e nuovi finanziamenti
(Pievebovigliana, Visso, San Ginesio e quasi tutti i Comuni);
• attesa di avere specifici benefici dall'Ente Parco (Fiordimonte ,
Acquanina).
Le tipologie di motivazioni, diverse a seconda dei differenti profili dei
Sindaci, manifestano un clima generale di potenziale conflittualità che
secondo uno studioso di aree protette (cfr Beato, Parchi e società, F.
Angeli 1999) ha questa genesi: quando il Parco nasce viene percepito
dalle comunità locali come fonte di rischio. Poi, le azioni del Parco
necessariamente differenziate perché differenziata è la struttura sociale
del territorio, introducono vantaggi e svantaggi che non possono
equidistribuirsi tra i diversi gruppi sociali. Questa differenziazione, che
viene rielaborata dai diversi gruppi a seconda della propria cultura e della
propria esperienza, determina la genesi del conflitto locale.
Così, gli anziani residenti in un'area protetta che fino a ieri basava la
propria economia sul raccolto dei prodotti della terra, non possono che
criticare l'Ente Parco perché non ricostruisce quelle condizioni che ieri
erano portatrici di benessere.
Così, diversi gruppi di popolazione locale che percepiscono scarsamente
i benefici derivanti dalla presenza del Parco, finiscono a volte per allinearsi
su posizioni contrarie al Parco e portatrici d'interessi addirittura
contrastanti con i propri.
Così, analogamente, i Sindaci le cui preoccupazioni sono focalizzate sui
problemi dello sviluppo del proprio territorio e di prospettive temporali
ravvicinate, in grado di confermare loro il consenso della cittadinanza,
non possono che contestare criteri che privilegiano lo sviluppo di un'area
comprensiva di più comunità locali, di progetti finalizzati a volte a medio e
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lungo termine o improntati a regole più legate alla modernità
e
all'innovazione che non alle abitudini del territorio.
In questo quadro, si comprende come la manifestazione di Europarc
(organizzata dal Parco a Norcia nel settembre 2000) sia stata da alcuni
considerata come una manifestazione di scarso impatto sul territorio, e
non come una modalità necessaria per entrare in un mercato globale e,
nello stesso tempo, una premessa fondamentale per far crescere rapporti
transnazionali. E si comprende anche perché lo sviluppo sostenibile non
sia considerato da tutti oltre che come un dovere nei confronti delle
generazioni del futuro, una garanzia economica per le generazioni attuali,
in quanto è proprio il criterio della sostenibilità ad introdurre progresso,
valorizzazione, e il suo contrario a comportare il rischio dell'uscita dal
mercato.
Va sottolineato tuttavia che l'assenza di sintonia nelle valutazioni legate al
territorio rappresenta anche l'effetto di una grande trasformazione in atto.
E' cambiato un millennio, è cambiato un orizzonte spaziale, sono
cambiate in pochi anni le condizioni di vivere, lavorare, stare con gli altri.
E' in questo panorama di trasformazioni che dobbiamo leggere il conflitto
per scoprire le modalità più adeguate per affrontarlo.
Un modo per affrontarlo è, certamente, quello di individuare delle
opportunità concrete per instaurare nel territorio relazioni cooperative.
Ed è con questa convinzione, che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini,
fin dalla sua nascita, ha voluto realizzare sul territorio un modello di
gestione partecipata che rendesse i giovani protagonisti e li coinvolgesse
nell’attività di animazione del territorio. Animazione, appunto, finalizzata a
promuovere relazioni e prassi cooperative in grado di costruire le strade
nuove dello sviluppo economico e sostenibile del territorio.
Ed è a tal fine, che ha dato vita al progetto “Case del Parco” che ha
trovato maggiori riconoscimenti a livello internazionale che non a livello
locale.
3.1.2 Il vissuto sulle Case del Parco: da elementi strutturali del Parco a
elementi di sistema del territorio
Se si fa un bilancio del vissuto locale sulle Case del Parco, va detto che,
escludendo il caso in cui non ha avuto luogo il colloquio con il Sindaco e,
quindi, non è possibile alcuna valutazione, tutti i Sindaci, ad eccezione di
Bolognola, hanno dato un giudizio sostanzialmente positivo delle Case
del Parco anche se in proposito emergono critiche, attese, desideri. Pur
nelle valutazioni diverse, un dato incontrovertibile è che le Case del Parco
siano considerate allo stato attuale, da quasi tutti i Sindaci, come una
realtà strutturale del territorio.
A fronte della preoccupazione diffusa di vedere in atto un progressivo
spopolamento della maggioranza dei Comuni, nella convinzione condivisa
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156
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che lo sviluppo locale debba passare soprattutto attraverso la motivazione
dei giovani a restare e a costruire imprese sul territorio, la strategia del
Parco che ha puntato sulle cooperative giovanili, come elemento di
animazione del territorio attraverso le Case del Parco, ha in qualche
modo risposto al forte bisogno del territorio di disporre di un volano
per l'occupazione giovanile.
E' chiaro che in questa prima fase, le Case del Parco hanno dovuto
concentrarsi su problemi legati al "nascere", all'essere riconosciute, alla
necessità di diffondere il significato del Parco e di rappresentare un punto
di accoglienza, d'informazione e di riferimento stabile per i visitatori. Ma
già in alcune situazioni, dove le condizioni sono state più favorevoli per il
consenso della popolazione, per la formazione degli operatori, per
avvenimenti molteplici, è possibile constatare come si sia di fatto
innescato un processo che condurrà gradualmente le Case del Parco, le
cooperative che le gestiscono, i giovani del territorio a fare impresa e a
veicolare sul territorio nuove opportunità di occupazione. E di queste cose
i Sindaci sembrano esserne ben consapevoli.
3.1.3. L'immagine del territorio
Non emergono forti diversità nelle immagini che i Sindaci danno del
proprio territorio: in tutti i colloqui emerge il ricordo di un passato agricolo
non lontano, di cui è testimonianza la presenza dei numerosi prodotti della
terra (lenticchia, farro), del bosco (castagna, funghi, tartufi, carbone), di
allevamento (formaggi, prosciutto, ciauscolo, insaccati, trote, miele),
l'abitudine ancora viva delle feste legate alle stagioni e che riportano nei
paesi chi è andato via. In tutti i colloqui emerge l'amara realtà dello
spopolamento, dell'inarrestabile diminuzione ed invecchiamento della
popolazione (tranne poche eccezioni quali Norcia, Amandola, San
Ginesio, non esenti tuttavia dal
rischio di veder andar via i giovani), della progressiva chiusura dei servizi
di base .E in tutti colloqui emerge anche la ferma intenzione dei Sindaci di
costruire sul passato agricolo un'economia legata al turismo.
Ed è tale la ricchezza del patrimonio disponibile che si possono contare
almeno 15 forme di turismo possibile, 15 identità che caratterizzano il
territorio e che dovranno concretizzarsi in prodotti turistici da inoltrare sul
mercato, 15 ampi segmenti in cui si può scomporre la domanda turistica
che affluisce al momento attuale nel Parco.
L'intero territorio del Parco è caratterizzato da:
• Turismo gastronomico
• Turismo di ritorno (è questo un segmento di domanda molto rilevante
per il territorio, ma, per quanto se ne sia consapevoli, minima è
l'offerta di servizi turistici dedicati a questa fascia di turisti)
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157
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•
•
Escursionismo domenicale (di famiglie, di sportivi, di motociclisti…)
Turismo religioso (Norcia, Santuario di Macereto(Visso), Abbazia di
S.Eutizio (Preci), Santuario dell'Ambro (Montefortino). Tale aspetto del
turismo potrebbe riguardare l'intero territorio se venisse valorizzato il
patrimonio ancora inutilizzato delle numerose chiese presenti nelle
frazioni di tutti i Comuni (che, grazie ai finanziamenti per i lavori dopo il
terremoto e del giubileo, è stato per lo più riattato).
Figura 42. I principali Siti Religiosi
Comunita’ Montana di Camerino
Comunita’ Montana di S. Ginesio
Comunita’ Montana Valnerina
Comunita’ Montana del Tronto
Comunita’ Montana dei Monti Sibillini
Provincia di Macerata
CESSAPALOMBO
SAN GINESIO
FIASTRA
PIEVEBOVIGLIANA
Provincia di Ascoli Piceno
PIEVE TORINA
ACQUACANINA
FIORDIMONTE
AMANDOLA
BOLOGNOLA
Santuario Madonna di
Macereto
VISSO
USSITA
MONTEFORTINO
Santuario Madonna dell’ Ambro
MONTEMONACO
CASTELSANTANGELO
SUL NERA
MONTEGALLO
Abbazia S. Eutizio
ARQUATA DEL TRONTO
PRECI
NORCIA
Duomo di Norcia
Provincia di Perugia
Cascia (fuori dal Parco)
SITI RELIGIOSI
Solo parte del territorio del Parco è caratterizzata da:
• Turismo scolastico richiamato dai Centri di Educazione Ambientale
• Turismo sportivo (Norcia, San Ginesio, Ussita)
• Turismo invernale sciistico (Ussita, Bolognola, Castelsantangelo…)
• Turismo estivo naturalistico (Montemonaco, Fiastra, Cessapalombo…)
• Turismo di stranieri (Norcia, San Ginesio, Preci)
• Turismo sociale con riferimento alle convenzioni per le vacanze degli
anziani promosse
da alcuni Comuni (Amandola…)
• Turismo per istruzione e congressuale (previsto a Norcia, Arquata)
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•
•
Turismo delle famiglie dei cacciatori (Fiordimonte)
Turismo alternativo (Castelluccio, luogo delle fioriture, del volo libero).
Nuovi turismi: nei colloqui con i Sindaci emergono riferimenti solo
incidentali al turismo dei disabili e al turismo ciclistico, collegati al Grande
Anello dei Sibillini, perché tali progetti non sono ancora in atto, ma, nei
prossimi anni, essi non potranno che avere un forte impatto sul territorio.
Diffusa è la consapevolezza di disporre di un patrimonio molto ricco fra
siti naturali, culturali, tradizioni mutuate dall'economia agricola, eventi, ma
altrettanto diffusa è la certezza che la valorizzazione turistica di tale
patrimonio passa attraverso la maturazione di una cultura della fruizione
turistica che il territorio ancora non possiede.
Ciò fa sì che alcuni beni, che sono addirittura caratterizzati dal fatto di
essere unici al mondo, siano del tutto ignorati ai fini della promozione
turistica (ne è l'esempio più clamoroso il manoscritto leopardiano
dell'Infinito e di altri Idilli); alcuni beni significativi per l'identità del territorio
(come il mito della Sibilla) danno origine a gravi dilacerazioni fra chi
abbia più titolo per rivendicarne la proprietà e non implicano invece una
comune elaborazione, un laboratorio collettivo di proposte per valorizzare
i luoghi del mito, tutelandoli dalla loro fragilità e, nello stesso tempo, per
tradurre la molteplicità delle idee in
progetti concreti; di moltissimi beni c'è una grande consapevolezza del
valore, ma non altrettanta chiarezza di come portarli sul mercato, di come
valorizzarli dal punto di vista turistico e proporli, tenendo presente le
esigenze diverse del turismo (che, nel Parco, ha facce assai diversificate);
ed infine i beni oggetto dei programmi del PPES di cui viene colta
senz'altro l'importanza, ma non vengono parallelamente analizzate le
trasformazioni che potranno portare sul territorio. Il Centro dei due Parchi
ad Arquata, il Museo Antropogeografico
ad Amandola, il Centro
ecofaunistico e il Museo dell'acqua a Castelsantangelo, il Grande Anello
dei Sibillini, con i suoi sentieri, i suoi rifugi, le sue strutture turistiche aperte
anche ai disabili, sono dei progetti in corso d'opera, di cui sono ancora da
analizzare gli scenari dei cambiamenti che introdurranno nel territorio e i
problemi collegati alla gestione dei visitatori.
3.1.4 La progettualità locale
Quali sono i progetti verso cui i Sindaci pongono una grande attenzione?
Nella diffusa consapevolezza che il turismo sia il veicolo principale della
nuova ricchezza, i progetti che concretizzano di più le attese sono :
promozione e qualificazione dei prodotti tipici, aumento della ricettività
mediante piccole strutture, rifugi e agriturismo (in particolare a Preci,
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Amandola, Montefortino, Montemonaco, San Ginesio, ultimamente anche
a Montegallo e altri Comuni), organizzazione di eventi estivi (di richiamo
per lo più locale), riattazione di edifici storici, rurali e del patrimonio
ecclesiale, utilizzando contributi relativi al terremoto e adibendo poi tali
edifici a manifestazioni di respiro sovralocale (Norcia, Amandola,
Montemonaco, Montefortino…), iniziative rivolte soprattutto ad alcuni
segmenti dell'articolata domanda turistica: i ragazzi delle scuole e gli
sportivi (creazione dei CEA, visite didattiche, tornei sportivi…), iniziative
infine che vanno incontro alle domande degli abitanti.
Il Comune di Fiordimonte ha di propria iniziativa, attivato una navetta che
ha il compito di occuparsi dei trasporti degli anziani da tutte le frazioni del
Comune ai luoghi di riferimento per la vita degli anziani : l'ambulatorio, il
supermercato, la posta, la banca…In molti dei Comuni vengono attivate
corali, scuole di ballo, corsi d'inglese, ginnastica e yoga, musica per i
bambini, corsi di teatro, catechesi…
Nel panorama assai diversificato dei progetti, si vuole sottolineare a titolo
esemplificativo alcune iniziative più attinenti al settore turistico:
il Comune di Preci ha in progetto di sviluppare la comunicazione del
territorio utilizzando diverse modalità (portale su Internet, dotazione di
pannelli informativi (plurilingue) caratterizzati da una forte capacità
espressiva e disposti in luoghi chiave, in modo da proporre con
sistematicità ai visitatori le attrattive di tutto il territorio comunale).
Il Comune di Montegallo ha già realizzato un itinerario verde di 30 Km,
recuperando le vecchie strade del 1600 che collegavano le case rurali con
fontanili, fienili, mulini, mentre il Comune di Cessapalombo si appresta a
realizzare un percorso delle Rocche e dei castelli.
Nel Comune di Arquata (la stazione romana "Supircanum" ) collocato in
una posizione strategica e sede futura del Centro dei 2 Parchi, è in corso
il progetto "Il calore dei 2 Parchi" che consiste nella tutela e sostegno di
antichi mestieri (carbonai…), ancora attivi nel Parco dei Sibillini e nel
Parco del Gran Sasso e Laga e nella commercializzazione del carbone
prodotto, all'interno della grande distribuzione.
Il Comune di Amandola (dove ha luogo un festival di teatro di fama
internazionale), di Castelsantangelo (in cui la Casa del Parco è riuscita a
mettere in piedi una Corale di Voci bianche con la partecipazione di tutti i
bambini del luogo) e di Montemonaco impegnato a valorizzare il mito
della Sibilla appenninica (che nel territorio comunale, trova la sua
collocazione leggendaria), attiveranno presto una rete di Ecomusei/Centri
visita che avranno una forte capacità di attrazione dei visitatori. Nel
contempo, a Pievetorina, il Museo della Nostra terra dà il benvenuto ai
visitatori in entrata dal versante maceratese.
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Mentre il Comune di Norcia è già a metà strada nel percorso di
qualificazione dei prodotti locali (avendo già ottenuto dei marchi di qualità
(IGP) per alcuni prodotti (prosciutto, lenticchia), molti Comuni (come
Montefortino, Pievebovigliana…) stanno attualmente adoperandosi per
conseguire un marchio di qualità dei prodotti agricoli.
Diversi Comuni
hanno la necessità di monitorare, nei momenti di
maggiore afflusso, la capacità di carico dei siti naturalistici più visitati
(Castelluccio, lago di Fiastra, Gole del'Infernaccio, Lago di Pilato, Valle
dell'Ambro, Foce …).
Il Comune di Visso (antica località di produzione e lavorazione della lana)
per dare una rinnovata vitalità al suo territorio dovrà fare i conti,
completati i lavori di ristrutturazione del dopo-terremoto, con il consistente
patrimonio di abitazioni non occupate ed incentivarne l'utilizzo, attraverso
un'organizzazione efficiente che preveda misure di garanzia verso i
proprietari e una risposta adeguata alla domanda dei turisti.
I Comuni di Bolognola e di Ussita, fra rinnovo degli impianti scioviari ed
azioni di risanamento ambientale, rielaborano l'identità del loro territorio
(comuni montani, cittadelle dello sport, centri del benessere).
Tale progettualità ricca e diffusa, mette in luce, insieme la presenza di un
patrimonio straordinariamente diversificato e ricco di attrattive naturali e
culturali, tuttavia non sempre, non ovunque, non a sufficienza lavorato, e
per lo più spezzettato, offerto più sulla base delle iniziative delle singole
Amministrazioni che non sulla base di un progetto complessivo che integri
organicamente le risorse dei tre versanti del Parco e di tutti Comuni. E
mette in luce anche un patrimonio umano ridotto come numero, ma non
come motivazione e qualità, di soggetti che hanno scelto di restare nel
territorio ed un patrimonio finanziario costituito dalle opportunità esistenti
di finanziamenti ai diversi livelli (regionale, nazionale e comunitario).
Pur risentendo di una forte semplificazione delle molteplici attività che tutti
i Comuni realizzano, i progetti riportati, per la diversità delle tematiche e la
ricchezza dei contesti locali che sottintendono, consentono di evidenziare
gli assi portanti su cui costruire la strategia del turismo sostenibile del
territorio del Parco.
3.1.5 La cultura locale dell'integrazione
Uno degli assi strategici per lo sviluppo locale è la cultura
dell'integrazione. Se è difficile trarne dalle interviste un quadro preciso, si
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161
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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possono invece identificare dalle interviste alcuni atteggiamenti che la
mettono in luce .
Da quanto si può dedurre dai colloqui con i Sindaci, vengono poco
utilizzati a livello comunale sistemi informativi legati alla programmazione,
al monitoraggio e alla valutazione: nelle realtà comunali non sono ancora
in uso documenti di pianificazione turistica, addirittura solo in tre situazioni
è in vigore il Piano regolatore (Preci, Amandola, Pievebovigliana), anche
se in diversi Comuni l'iter di approvazione è in via di completamento o di
attesa dell'approvazione del Piano del Parco. In questa situazione
certamente problematica, i documenti programmatori degli altri livelli (si
pensi al PPES dell'Ente Parco, pur approvato all'unanimità, ai documenti
delle Comunità Montane, delle Province e delle Regioni) lungi dall'essere
considerati un "proprio" bagaglio prezioso, una guida all'azione, utile nel
concreto per articolare meglio i programmi del Comune, vengono,
viceversa, sentiti come vincoli da cui occorre difendersi.
Non utilizzando un riferimento di pianificazione, è alto il rischio di
focalizzare la prospettiva dell'azione amministrativa sul breve
termine, sulla domanda emergente, con un'elevata probabilità di far
cadere nell'indifferenza, se non addirittura nell'ostilità, i progetti che
hanno bisogno di tempi lunghi, le iniziative di avanguardia che stimolano
ai cambiamenti culturali, i progetti di sistema che comportano la
sinergia di più attori, di più Comuni, di più territori.
In relazione alla coesione sociale, quasi tutti i Sindaci danno un parere
fortemente positivo del clima delle relazioni esistente nel territorio ( Norcia,
Preci, Montegallo, Montefortino, Montemonaco, Cessapalombo, San
Ginesio, Acquacanina, Pievetorina, Fiordimonte) e, solo per i Comuni di
Visso, Arquata e Amandola, la valutazione è relativamente negativa.
Tuttavia, laddove esiste, la coesione non si traduce in prassi
cooperative quotidiane rivolte a intese e collaborazioni sia fra Istituzioni
che fra operatori, anche se queste a volte sono sollecitate dai Sindaci e
sono incentivate dai nuovi indirizzi dell'Amministrazione Pubblica. In altre
aree del Paese, analoghe per molti aspetti a quella del Parco dei Sibillini, i
finanziamenti europei (Leader in particolare) hanno costituito l'opportunità
di coagulare interessi diversi attorno a dei progetti comuni di sviluppo
locale, avviando all'interno delle aree un metodo di lavoro, un linguaggio
comune e un'integrazione tra Enti pubblici e privati, che prima non
esisteva. Nel territorio del Parco ciò non sembra essere ancora avvenuto.
Anche il linguaggio della transnazionalità non è ancora fatto proprio
dal territorio: non vi sono progetti di partenariato con altri Paesi, i
gemellaggi sono
rari e riguardano per lo più scambi di visite o
manifestazioni di solidarietà in occasione dell'avvenuto terremoto.
Sotto questi aspetti, le manifestazioni internazionali sul tipo di Europarc
2000 rappresentano "un vero e proprio laboratorio" con una forte portata
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innovativa per il territorio, perché vanno a costruire un capitale di
competenze e di relazioni fra Comuni e e fra mondi diversi.
La cultura locale sottintende una preoccupazione comune a tutti i Sindaci,
così forte che spesso diventa paralizzante: il timore che il
depauperamento di risorse giovanili sia tale da far profilare il rischio
di nuova povertà per il territorio. Tale opinione è bene espressa dal
Sindaco di Norcia "Fino al terremoto del 1979, lo sviluppo del territorio è
stato prevalentemente agricolo, poi dopo la ricostruzione sono state create
le prime strutture turistiche per opera di alcuni imprenditori capaci e
motivati. Oggi però si manifesta una rinnovata difficoltà: il turismo, per
come è adesso, pur essendo negli ultimi anni esploso, porta un'economia
che non riesce ancora a portare un'occupazione "garantita" , sufficiente a
tutti. Conseguentemente, i giovani del territorio, dopo la laurea, scappano
via senza alcuna intenzione di stabilirsi nel territorio. E i mestieri degli
anziani che hanno assicurato ieri al territorio la sopravvivenza e che
rappresentano oggi un patrimonio prezioso di saperi, rischiano di non
trovare quella continuità necessaria per portare al territorio il benessere
appena intravisto". Quali possano essere le soluzioni concrete a questo
problema non è ancora chiaro, certo è -tale è la condivisione del
problema- che la pianificazione del che fare e del come agire
sull’emergenza dell’esodo potrebbe costituire un fronte comune ed
aggregante di tutto il territorio.
Sarà compito della strategia raccordare gli elementi culturali emersi e
definire procedure per far sì che la cultura dell'integrazione, l'elemento più
frequentemente emerso come necessità del territorio, possa costituire il
terreno base di ciascuna comunità locale.
3.1.6 Gli indicatori
Dai Colloqui con i Sindaci sono stati desunti alcuni indicatori significativi
che permettono di fornire un quadro sintetico della realtà e nello stesso
tempo di stimolare un'immagine del che fare. Nella tabella seguente,
accanto ad alcuni indicatori su cui si è soffermata l'analisi, è riportata la
valutazione dei principali punti di forza, punti di debolezza, opportunità,
minacce del
territorio,
emergenti dai Colloqui con i Sindaci.
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Tabella 4. Indicatori, punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce, desunti dai Colloqui con i Sindaci
INDICATORI PUNTI DI FORZA
Cultura della Coesione sociale
integrazione
Cultura
dell'integrazi
one fra
Comuni e
Parco
nell'emergen
za
Le Case del Parco
come leve per lo
sviluppo del
territorio
Cultura
•
dell'integrazi
one
fra
Comuni
e
Parco
nel
governo del
turismo
Avvio
del
processo
di
pianificazione
del
Parco
(PPES,
Piano
del
Parco,
Strategia T.S.,
Piano
dell'interpretazio
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PUNTI DI DEBOLEZZA
OPPORTUNITA'
MINACCE
SFIDE
di La
Carta
Assenza
di
prassi Costruzione di procedure e Moltiplicarsi
cooperative
strumenti di ascolto, di conflittualità
Europea
del
dialogo, di concertazione, dissidio
turismo
di
negoziazione
delle
sostenibile come
posizioni di conflittualitàopportunità per
risorsa
costruire
procedure
e
strumenti
di
integrazione
Costruzione di un fronte
Fuga dei giovani Avvio di
• Assenza di incentivi
comune che
e dei giovani
occupazione
all'imprenditorialità
individui le possibili
laureati e delle stabile, ripresa
giovanile e alla
soluzioni allo
famiglie
degli indici
residenzialità nei
spopolamento
demografici
Comuni del Parco
• Potenziamento dei
trasporti e dei servizi
di qualità
• Politiche di sostegno
agli investimenti
• Assenza di strumenti • Costituzione
di
un • Focalizzazion Avvio
per
la
progetto
organico
e sul proprio d'integrazione fra
e
sull'integrazione dei 3
programmazione,
territorio, sul Istituzione
su
operatori
versanti del Parco e di
breve
monitoraggio,
da
valutazione a livello
gestione dei flussi dei
termine, sulla progetti
lanciare durante
comunale
visitatori (Ape, Regione,
domanda
l'anno
Province, valorizzazione emergente
dell'Ecoturismo
protocollo d'intesa con il
Comune di Roma)
164
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ne)
Avvio di progetti
di
sistema
(Grande Anello
dei
Sibillini),
transnaz.
(Europarc) e di
avanguardia
(Carta Europea
T.S.)
• Presenza
di •
alcuni
imprenditori
capaci
e di
successo
• Nascita di una
rete
•
di
cooperative
giovanili motivate, •
formate, coese
• Avvio di alcuni
Servizi
innovativi (Case
del
Parco,
guide,
CEA,
Centro
2
Parchi,
rifugi…)
•
•
Cultura
dell'integrazi
one
fra
Comuni
e
Parco nella
sviluppo del
turismo
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•
Insufficiente
valorizzaz.
del
patrimonio
(atomizzato e non
lavorato
adeguatamente)
Assenza della filiera
turistica
Formazione
professionale
non
adeguata ai bisogni
Costituzione
di
un
progetto di Centri Visita
(Sibilla,
Leopardi,
Acqua…)
Costituzione
di
un
progetto
di
qualificazione
delle
strutture ricettive
Disponibilità
di
capitali •
(investimenti,
sponsor,
finanziamenti
locali,
regionali,
nazionali,
europei), disponibilità di
opportunità formative
•
Squilibrio
territoriale
nella
distribuzione
del turismo
Turismo
mordi e fuggi
• Turismo
di
qualità
Scadente
• Presenza di
un patrimonio
non
valorizzato
L'elaborazione
della strategia di
turismo
sostenibile.
come occasione
per
costruire la filiera
turistica
165
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Nella tabella, la colonna degli indicatori sintetizza gli elementi cardine
desunti dai Colloqui con i Sindaci, le colonne dei punti di forza e dei punti
di debolezza evidenziano i fattori reali che costituiscono elementi di freno
o di motore dello sviluppo turistico, mentre le colonne delle opportunità e
delle minacce riassumono i fattori potenziali in grado di influenzare
positivamente o negativamente lo sviluppo turistico.
Ad esempio, in relazione all'indicatore "Cultura della integrazione",
l’attuazione della Carta Europea del turismo sostenibile sembra costituire
una preziosa opportunità per costruire procedure e strumenti per
l'integrazione, soprattutto se la conflittualità esistente sul territorio viene
letta per assumerne ogni energia positiva, e far refluire pregiudizi e
ostilità non costruttive. Ciò che emerge dall'analisi, è che accanto ad
alcuni punti di forza, quale l'avvio nel territorio del processo di
pianificazione del Parco e di progetti di sistema di avanguardia,
permangono fra i punti di debolezza, una scarsa abitudine a livello
comunale a dotarsi di strumenti per la programmazione, monitoraggio e
valutazione.
Le opportunità da utilizzare sono quelle che derivano dalle possibili
modalità operative per avviare all'interno dei Comuni e fra le diverse
Istituzioni un metodo di lavoro e un linguaggio comune in grado di
rendere coesi tutti i Soggetti verso l'obiettivo della valorizzazione e
sviluppo del territorio.
In relazione agli altri indicatori considerati "Cultura d'integrazione nel
governo e nello sviluppo del turismo e nell'emergenza" va costituito
un fronte comune e aggregante di tutto il territorio che individui le possibili
e graduali soluzioni allo spopolamento. Vi sono infatti tutte le condizioni
per l'affermarsi di una solida economia turistica in grado di dare
occupazione e benessere alla popolazione, purché si individuino
tempestivamente gli interventi terapeutici più adeguati (ad esempio
incentivi all'imprenditorialità dei giovani e alla residenzialità nei Comuni del
Parco, potenziamento dei trasporti e dei servizi, politiche di sostegno agli
investimenti).
Sotto questo aspetto, fondamentale è l'esempio di alcuni imprenditori
capaci e di successo che operano nel territorio, altrettanto importante è il
ruolo della rete delle cooperative giovanili coese, motivate, formate ,
come dei passi fatti in direzione dell'apertura di servizi innovativi (Case del
Parco, Servizio di guide, CEA…). Per la crescita di una cultura d'impresa
sul territorio dovrà progettarsi una rigorosa formazione professionale,
attraverso forme efficaci di accompagnamento degli attori dello sviluppo
locale verso l'eccellenza dei modelli operativi. Anche sotto questo aspetto,
la Carta Europa del turismo sostenibile può rappresentare un potente
volano per valorizzare appieno le attrazioni del territorio, utilizzare le
opportunità del mercato e costruire nel contempo la filiera turistica del
Parco.
I diversi punti di forza e di debolezza, evidenziati in modo per lo più
concorde dai Sindaci, sottolineano, per un verso, un cambiamento di
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orizzonte già avvenuto (avvio di un processo di pianificazione all'interno
del Parco, una consapevolezza dei problemi e delle opportunità del
mercato, la disponibilità di finanziamenti e di modelli che possono
incentivare il partenariato fra operatori come l'integrazione degli sforzi da
parte delle Istituzioni…), per l'altro, una lentezza dell'apparato ad
adeguarsi al cambiamento (assenza di abitudine a fare progetti di lungo
periodo, difficoltà a strutturare sia prassi cooperative che rapporti
internazionali, prevalere a volte delle polemiche non costruttive).
Dalla tempestività e dalla responsabilità con cui si affronterà il percorso
verso il futuro, (che è un percorso innanzitutto culturale) , dipenderà lo
sviluppo economico e sociale del territorio.
3.2. Le Interviste agli Assessori Provinciali del turismo
Pur nella consapevolezza dei problemi e delle difficoltà che il Parco si
trova ad affrontare, l'immagine che gli Assessori Provinciali hanno del
territorio è un'immagine sfocata, in qualche misura deformata dai "sentito
dire", dagli articoli di stampa, dalle battaglie del passato, dai desideri
irreali, dal rumore delle polemiche e dal silenzio dei fatti quotidiani.
Emerge uno strano paradosso fra i tre Assessorati Provinciali al turismo e
il Parco Nazionale dei Monti Sibillini: una vicinanza di valori, di obiettivi,
d'interessi, di linguaggi, e stesso tempo, una lontananza inspiegabile
come se appartenessero a territori diversi, esiste una forte sinergia
potenziale che tuttavia deve ancora concretizzarsi.
Le interviste ai tre Assessori Provinciali al turismo (si rimanda agli allegati
per i documenti di verbale) hanno seguito una traccia che comprendeva
un 'unica area d'indagine:
- gli spazi aperti per la cooperazione fra Province e Parco.
Così come per i colloqui con i Sindaci si è scelto di privilegiare il tema
della relazione tra Sindaci e Parco (e si è visto come, nel caso dei Sindaci,
il termine abbia a volte assunto un'accezione di dissidio, ma molto più
spesso un'accezione positiva di risorsa), anche nel caso delle interviste
provinciali l'accento è posto sulla relazione tra Provincia e Parco e, nella
lettura che si fa della relazione, l'obiettivo dell'analisi è quello di
evidenziare i possibili margini di cooperazione a partire dai propri ambiti
di competenza.
L'aver assunto come indicatore significativo oggetto di analisi nel Rapporto
diagnostico la cooperazione tra Provincia e Parco è perché si è convinti
che solo attraverso una strettissima relazione fra i due Enti sarà possibile
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167
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
per il Parco raggiungere l'obiettivo dello sviluppo e della valorizzazione del
territorio. Gli impedimenti incontrati dai Parchi europei sono così gravosi
che o si stabilisce un'alleanza forte tra più soggetti che condividano gli
obiettivi e lavorino in ambiti diversi e in modo strettamente integrato, o
l'operato, per quanto fecondo di una parte a sé stante, non riuscirà a far
decollare il territorio. Viceversa, un rapporto pienamente cooperativo tra
Parco e Provincia può determinare dei circoli virtuosi che non solo sono
in grado di accelerare lo sviluppo del mercato turistico, ma portano a dei
traguardi di eccellenza che possono costituire un modello di riferimento
anche per altre aree territoriali.
3.2.1 Spazi aperti per la cooperazione fra Province e Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Dal punto di vista legislativo, gli Assessori Provinciali al turismo si
propongono, in coerenza con la legge 20/96 della Regione Umbria e la
legge 53/97della Regione Marche e per quanto riguarda le proprie
competenze, di portare il turismo tra i settori leader dell'economia,
contribuendo ad una sua nuova organizzazione.
A tal fine, operano, in due delle tre Province (Macerata e Ascoli Piceno),
delle Consulte per il turismo, con il compito di raccordarsi con gli Enti
locali e gli operatori privati.
In relazione al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il territorio è considerato
dagli Assessori delle tre Province una preziosa risorsa turistica da
considerarsi "carta vincente": non solo per la ricchezza del patrimonio di
risorse naturali e culturali, ma anche perché tutta l'area del Parco è un
laboratorio di sperimentazione, un motore trainante di modelli di sviluppo
sostenibile, i cui risultati devono essere allargati a aree sempre più ampie
del territorio. Ciò ha decorrenza immediata nel caso dell’Umbria dove
(sulla base dell’intervista effettuata) non sembrano emergere
differenziazioni tra l’area compresa nel Parco (Norcia e Preci) e l’area
della Valnerina.
Dal punto di vista operativo, gli Assessorati con personale assolutamente
impari rispetto ai compiti che la legislazione affida loro (promozione
turistica, coordinamento, classificazione delle strutture ricettive…) e anche
rispetto alle necessità di adeguamento di tutto il settore turistico, utilizzano
le risorse di cui dispongono, al meglio possibile, senza tuttavia poter
costruire, ancora, quella relazione cooperativa con gli Enti Locali e gli
operatori del settore, necessaria rispetto agli obiettivi che si sono posti.
In relazione al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, i traguardi da
raggiungere che emergono dalle interviste ai tre Assessori provinciali sono
i seguenti:
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168
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Un primo traguardo è quello di caratterizzare fortemente l'identità
dell'area Parco. L'immagine del turismo sostenibile è fortemente legata
ai valori: la tranquillità di una vita legata a ritmi non incalzanti, la serenità
del tessuto sociale, il senso di ospitalità, la ricchezza del paesaggio, del
patrimonio artistico e architettonico e delle tradizioni, la storia del territorio,
la genuinità e naturalezza dei prodotti gastronomici locali (che diventerà
sempre più una rarità), l'attenzione per ciascuno dei visitatori e in
particolar modo per visitatori "speciali" come i bambini e i ragazzi, coloro
che hanno problemi di mobilità, di handicap e gli anziani. E' un turismo
che può definirsi turismo di scoperta, di conoscenza, di qualità della vita,
in una parola, è "un turismo di valori" . E' proprio a partire da questi
elementi che bisogna sviluppare, a breve e medio termine, dei prodotti
turistici, dei prodotti-Parco legati all'immagine di turismo sostenibile e di
qualità della vita da costruire, predisponendo pacchetti attraenti,
associando servizi, personale e risorse di più Comuni.
Un secondo traguardo da raggiungere, rinforzando l'impegno del Parco
con quello delle Province, è quello di realizzare gradualmente una
maggiore qualificazione dell'offerta turistica. Occorre pensare ad una
crescita della qualità della ricettività e della cultura della fruizione turistica
nel Parco.
Dal momento che le Province hanno il compito di verifica delle categorie
delle diverse strutture, occorre progettare per ogni struttura adeguamenti
progressivi, elaborando progetti specifici per la crescita quantitativa e
qualitativa dei servizi di ogni tipo(alberghieri,
extra-alberghieri, nuovi servizi :paese hotel…)17, prevedendo anche
modalità efficaci di formazione professionale
Un terzo traguardo da portare avanti, anche attraverso organi quali le
Consulte provinciali per il turismo, è quello di organizzare il raccordo tra
i vari livelli istituzionali. Se sul piano culturale, l'idea di Parco è oggi
forse più condivisa di ieri (o forse meno ostacolata) come strumento
necessario per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, continua a
permanere una diffusa diffidenza dei diversi Enti, un'abitudine alla
separatezza degli interventi che nuoce alla promozione del territorio:
questa potrà risultare efficace, solo all'interno di una strategia di
collaborazione e perfino di solidarietà di tutti i soggetti interessati al
turismo. A tal fine occorre un maggior rapporto di familiarità e condivisione
17
Fino a qualche tempo fa non si sarebbe potuto prevedere l’elevato indice di gradimento che avrebbero
conseguito i Marchi di qualità delle strutture alberghiere nei paesi europei: l’adesione volontaria da parte dei
promotori nel definire le regole cui i servizi turistici devono attenersi e da parte di chi richiede il marchio
nell'adeguare il servizio ai criteri ed indicatori definiti , risponde evidentemente ad un’esigenza diffusa. I
marchi oggi stanno diventando un significativo settore che opera per ridurre l’impatto ambientale da parte
dei servizi turistici, attraverso regole (basate su criteri ed indicatori) cui attenersi, in un percorso di crescita
graduale della qualità dell'offerta turistica.
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169
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
fra il Parco e gli altri Soggetti Istituzionali. Per cominciare a fare progetti
insieme, sarebbe
importante promuovere periodicamente un tavolo fra tutti gli Enti e le
Istituzioni, con la convinzione che l’integrazione non debba trovare vita
solo in protocolli d’intesa che risultano a volte essere fine a se stessi, ma
debba porsi l'obiettivo di raggiungere concretamente la valorizzazione e lo
sviluppo economico del territorio.
Un quarto traguardo è quello di raggiungere una maggior visibilità .
All'interno innanzi tutto. Far conoscere a tutti i soggetti del territorio gli
impegni che ci si è dati, gli sforzi che sono stati fatti, i risultati piccoli e
grandi che si sono ottenuti, soprattutto in termini economici e
occupazionali, gli ostacoli che si sono trovati e che si continuano a trovare.
Verso l'esterno, dove la comunicazione dovrà connotarsi attraverso una
duplice modalità:
• un'attività rigorosamente coordinata su esigenze razionali e guidata da
un soggetto (che anche per le deleghe che le sono state affidate
potrebbe essere la Provincia) finalizzata a far conoscere il territorio in
modo pienamente efficace
• un'attività finalizzata all'accoglienza, una volta che i visitatori siano
arrivati sul territorio, per cui gli operatori locali dovranno poter offrire
una conoscenza approfondita del territorio, una capacità di comunicare
e di comunicare in più lingue (sia dal vivo che tramite Internet), una
cortesia che, oltre ad essere nella tradizione del luogo è il prodotto
della motivazione al proprio lavoro.
Rispetto a tali traguardi gli spazi per una integrazione fra le azioni del
Parco e quella delle Province sono ampi e, finora, non battuti. Il Parco che
ha affrontato il suo percorso iniziale da solo, ha dovuto convogliare il
massimo delle sue energie nel fronteggiare le pressioni e le emergenze
provenienti dall'interno. Le Province a fronte dell'esiguo dimensionamento
dell'organico in relazione alla vasta gamma degli interventi da compiere,
hanno cercato di volta in volta di trovare una soluzione che si ponesse
l'obiettivo dell'efficacia, pur
nella consapevolezza dell'insufficienza
quantitativa degli strumenti.
Così, nella Provincia di Ascoli Piceno, fra le numerose iniziative svolte, di
particolare efficacia è risultata l'iniziativa "Piceno da scoprire" che è
servita a coinvolgere molti giovani e ha innescato un movimento di
energie, entusiasmi, produzione di materiali.
Così, la Provincia di Macerata, impegnata in prima linea sul fronte della
promozione del territorio, con la recente iniziativa della Guida tematica
(formata da più brochure su specifici temi quali: Aree protette, Rocche e
castelli, Musei e itinerari, Olii e vini, Prodotti tipici e mercati…) si è
proposta di indicare come l'attuale sovrabbondanza di materiali per lo più
cartacei oggi in distribuzione - a cui non corrisponde a volte né una buona
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170
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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qualità né un'efficacia promozionale - possa trovare una valida alternativa
se si concentra solo su un Ente, quale ad esempio la Provincia, il ruolo
della comunicazione all'esterno del territorio.
Così, nel caso della Provincia di Perugia che , a completamento del
processo di ricostruzione dai danni del terremoto, si è data l’obiettivo di
stimolare concretamente le iniziative imprenditoriali della Valnerina.
E lo vuole fare attraverso uno strumento formativo, una sorta di
“incubatoio dell’imprenditorialità” che parta da incentivi finanziari e tecnici
e supporti l’imprenditorialità mostrando dal vivo
casi positivi di
valorizzazione del territorio quali obiettivi da raggiungere e, nello stesso
tempo, strade concrete e sostenibili per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Tale iniziativa , (L.R 12/1995) non solo potrà consentire di sviluppare le
potenzialità economiche e turistiche del patrimonio della valle, ma anche
di arginare il rischio dell’abbandono del territorio da parte dei giovani.
3.2.2 Gli indicatori
Anche per gli incontri con gli Assessori provinciali al turismo è stata fatta,
in relazione all'indicatore assunto come significativo (la cooperazione fra
Assessorati provinciali al turismo e Parco), una valutazione dei principali
punti di forza e di debolezza , opportunità e minacce emersi dalle
interviste. E' riportata nella tabella seguente.
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171
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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172
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Tabella 5. Indicatori, punti di forza e di debolezza, opportunità
e minacce desunti dalle interviste agli Assessori Provinciali
INDICATORI
PUNTI DI FORZA
Cooperazio 1.FORTE SINERGIA
ne fra Parco POTENZIALE:
e Province 1.1 vicinanza di valori
importanza
del turismo e
importanza del
turismo sostenibile
consapevolezza del
ruolo del Parco,
coscienza della
ricchezza del
patrimonio)
1.2 obiettivi e interessi
comuni
(incrementare la
qualità,
raccordare le
istituzioni e gli
operatori,
promuovere il
territorio)
1.3 coscienza delle
difficoltà in atto
(conflittualità elevata,
distribuzione
equilibrata
delle risorse,
immaturità
turistica rispetto al
mercato:
avvio di specifici
prodotti sul mercato
gestione dei flussi dei
visitatori,
ritorno economico …)
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PUNTI DI DEBOLEZZA
1.ASSENZA DI
CONDIVISIONE
DEL QUADRO DI
CONOSCENZE
E VALUTAZIONI
assenza
di
un
osservatorio
sistematico da parte
della
Provincia
(con perdita di dati e
informazioni
rilevanti ai fini di
un'equa
distribuzione dei flussi
turistici e
delle
risorse
economiche)
-assenza di visibilità del
Parco
e
di
comunicazione
2.
ASSENZA
DI
STRUMENTI
SISTEMATICI DI
CONCERTAZIONE
(tavoli, consulte,
conferenze)
3 ASSENZA DI UNA
COLLABORAZIONE
OPERATIVA
.
condivisione
e
diffusione
dei valori ,
dei
linguaggi,
dei modelli operativi
. messa in comune del
personale
. integrazione fra gli
operatori
173
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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OPPORTUN
MINACCE
ITA’
LAVORO
Consolidarsi di un modello
COMUNE
burocratico nel rapporto fra
per la gli Enti
qualificazion
e
dell'offerta
ricettiva
per la
visibilità del
Parco
(interna,
esterna)
per lo
sviluppo
della
funzione
del Parco di
SFIDE
-Attuazione della Carta
Europea del turismo
sostenibile come avvio di
sinergia fra le Istituzioni
"laboratorio
di modelli
di sviluppo
sostenibile"
da
trasportare
all'esterno(ar
ee
contigue)
La tabella mette in evidenza che se esiste una potenziale sinergia per la
vicinanza dei valori, degli obiettivi, degli interessi, per la coscienza delle
difficoltà, questa non si traduce in effettiva sinergia né attraverso momenti
periodici di valutazione dell'esistente, né attraverso strumenti sistematici
di dialogo, né attraverso progetti operativi del percorso comune, né
attraverso azioni concertate in direzione del mercato turistico. A fronte
del rischio del consolidamento di un modello burocratico nel rapporto fra
gli Enti, l'attuazione della Carta Europea del turismo sostenibile
rappresenta una concreta opportunità per tradurre in atti la potenziale
sinergia fra Province e Parco e trasformarla in un volano per il decollo del
territorio.
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174
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
3.2.3 Le opportunità della sinergia fra Province e Parco
Le Province e il Parco che oggi sono ancora realtà distanti fra di loro, dal
momento che
in concreto non costruiscono un percorso comune
(identificando problemi, soluzioni, priorità, difficoltà e risultati da
raggiungere insieme), potrebbero invece costituire congiuntamente una
leva potente per il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali.
Numerosi infatti sono i vantaggi che potrebbero derivare da una
cooperazione concreta fra gli Enti: le Province potrebbero avvalersi del
Parco per sperimentare progetti innovativi ed esportarne i modelli più
efficaci fuori dal territorio del Parco, che, viceversa, potrebbe agevolarsi
della collaborazione delle Province per trovare una maggior distensione
nel sistema delle relazioni e concentrare le sue forze nel raggiungere più
speditamente il mercato. Si enumerano di seguito le principali opportunità
che deriverebbero da un'azione congiunta degli Assessorati Provinciali al
turismo e del Parco:
•
costruzione di un'immagine del territorio del Parco nelle tre Province
che permetterebbe di mettere a fuoco per priorità problemi e azioni e
distribuire conseguentemente le risorse (l'assenza di un osservatorio
sistematico fa perdere dati ed informazioni ricostruibili solo a livello
provinciale come nel caso delle comunicazioni e trasporti che gli stessi
Assessori denunciano come problematico, della gestione della
capacità di carico dei siti turistici e della distribuzione dei flussi dei
visitatori, della valutazione dell’effetto Parco sull’indotto finanziario ).
• supporto nel diffondere valori (importanza del Parco, importanza del
turismo sostenibile, …), linguaggi (innovazione, transnazionalità…),
modelli legati alla cultura della fruizione e del mercato turistico e
modelli operativi da mutuare dalle esperienze nazionali ed
internazionali di eccellenza
• attività di concertazione, di negoziazione finalizzata al superamento
della polemica frontale per la valorizzazione di ciascun punto di vista e
al raccordo fra Enti e Soggetti operanti nel settore
• comunicazione esterna del territorio del Parco
• condivisione del percorso per la qualificazione dell'offerta turistica
(definizione dei marchi o degli standard di qualità da raggiungere,
definizione profili professionali necessari e formazione degli operatori)
• identificazione comune dei temi di sperimentazione e delle aree fuori
del territorio del Parco dove esportare i modelli sostenibili già
sperimentati nel Parco
• collaborazione sistematica nel superamento degli impedimenti che
ostacolano lo sviluppo del mercato turistico nel Parco.
• incentivazione di fattori-volano, valorizzando la rete delle Case del
Parco, al fine di minimizzare le barriere che si frappongono fra
territorio e mercato
La sinergia fra Assessorati Provinciali al turismo e Parco costituisce una
leva potente, ma ancora inutilizzata, per lo sviluppo economico e sociale
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The Tourism Company
175
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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e la valorizzazione del Parco,. La Prima Conferenza sul turismo del Parco
rappresenterà un primo passo in questa direzione?
3.3. Il Focus Group con le Comunità Montane
Il Focus Group con le Comunità Montane si è svolto a Muccia, presso la
sede della Comunità Montana di Camerino ( si rimanda all'allegato per i
documenti di verbale). Delle 5 Comunità Montane erano presenti quella
del Tronto (per i Comuni Arquata e Montegallo), quella dei Monti Azzurri
(per i Comuni Cessapalombo e San Ginesio), quella delle Alti Valli del
Chienti Fiastrone e Nera -comunemente detta di Camerino- (per i Comuni
di Visso, Ussita, Castelsantangelo). Mancavano invece (per oggettive
difficoltà legate al cattivo tempo) quella della Valnerina (Norcia e Preci) e
quella dei Sibillini(Amandola, Montefortino, Montemonaco).
La metodologia del Focus Group ha il pregio di creare un luogo
d’incontro e di scambio delle rispettive opinioni, stimolando un
atteggiamento positivo e costruttivo nei partecipanti perché costituisce,
grazie anche al ruolo del moderatore del Focus Group, un’opportunità di
costruzione di un linguaggio comune e, nello stesso tempo,
di
approfondimento delle soluzioni inerenti ai problemi del proprio territorio,
Il ruolo del moderatore del Focus Group è quello di far svolgere
autonomamente la discussione e d'intervenire solo per:
• apportare a sostegno degli argomenti utilizzati esperienze significative
e soluzioni mutuate da casi pilota
• garantire che avvenga il processo di scambio, facilitando le condizioni
in cui si attua il confronto e consentendo, al tempo stesso, il
superamento costruttivo di eventuali divergenze.
Nel caso del Focus Group con le Comunità Montane i lavori sono stati
organizzati nel seguente modo:
- presentazione da parte del moderatore del progetto complessivo di
elaborazione della
• strategia di turismo sostenibile (in allegato comunicazione svolta)
• presentazione da parte dei partecipanti del profilo di ciascuna
Comunità Montana
• breve illustrazione da parte del moderatore dei temi oggetto di
discussione, in particolare : la visione dello sviluppo turistico, la
progettualità delle Comunità Montane e i rapporti di cooperazione con il
Parco e nel Parco
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176
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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•
•
discussione
osservazione e monitoraggio da parte del gruppo di osservatori esterni
degli argomenti utilizzati, della gerarchia d'interessi e
dei
comportamenti complessivi.
Tale metodologia applicata allo studio di un'organizzazione territoriale
complessa come la Comunità Montana ha permesso di selezionare fra i
numerosi indicatori possibili solo quelli ritenuti più significativi ai fini
dell'elaborazione della strategia di turismo sostenibile, relativi in particolare
alle condizioni necessarie per l’attuazione della Carta Europea del turismo
sostenibile.
3.3.1. Il quadro delle Comunità Montane
Nella tabella seguente si presenta il quadro delle Comunità Montane e dei
sistemi locali e dei Comuni che esse comprendono.
Comuni
tà
Montan
a
Sistema
Locale
Valnerina (25%)
Norcia
Preci
Funzione
(PPES)
- E' il centro
turistico più
importante
del territorio
come
diversificazion
e
del
patrimonio
(enogastr.relig
.sport.
cult. ambient),
come capacità
imprenditorial
e espressa, Il
turismo
è
esploso negli
ultimi
anni,
ma l'economia
non
riesce
ancora
ad
assicurare
l'occupazione
a tutti
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Comune
(PPES)
Norcia (57%)
Norcia:
non
occorrono
interventi
nel
breve periodo
Castelluccio:
modello
di
fruizione come
luogo "diverso"
del silenzio…
Preci (28%)
percorsi nella
valle
del
Campiano
(affluenza
notevole
di
stranieri
a
Collaccio),
maggiore
valorizzazione
di S. Eutizio
Progettu
alità
Progettuali
tà Comuni Comunità
Montane
Maggiore Informazion
maturità
e mancante
turistica
maggiore
coesione
fra
Istituzioni
(Parco
e
Comuni)
Organizzazi
one
a
sistema
dell'offerta
turistica
(distribuzio
ne
dei
pannelli
informativi,
realizzazion
e itinerari,
qualificazio
ne
operatori)
177
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
Comuni
tà
Montan
a
Sistema
Locale
Funzione
(PPES)
Via Arquata (54)%
Finestra sulla
Salaria
con
ristorante
di
qualità e area
di ristoro
Piazza
di
Arquata
con
Lo
vendita
di
spopolament prodotti tipici
o
è
il
problema da Montegallo
risolvere
(59%)
Sistemazione
piazza comune
capoluogo
Arquata
Sulla
Montegall Salaria
o
Del Tronto (11%)
Comune
(PPES)
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Progettu
alità
Progettuali
tà Comuni Comunità
Montane
Centro dei Turismo
2 Parchi
mare
e
(centro
monti
visita, casa (progetto in
del Parco, collab. con
ostello…)
la
Com.
Mont. dei
Monti
Misure
di Sibillini e la
contrasto
provincia di
per
lo AP)
spopolame Promozion
nto
e
Valorizzazi pubblicitari
one
a
in
itinerario
occasione
realizzato
Bit 2001
dal
Comune
(30Km)
Creazione
strutture
ricettive
178
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
Sistema
Locale
Funzione
(PPES)
Comune
(PPES)
Progettualità
Comuni
Amandol
aMontefort
inoMontemo
naco
Trova
in
Comunanza
e nella base
industriale il
perno
dell'econom
ia
Amandola(36
%)
Centro
dei
servizi
e
ricreativo
(teatro)
Museo
Antropogeogr
afico
Grande Anello
dei Sibillini e
attenz.
alle
frazioni.
Messa in rete
dei
servizi
culturali
Montefortino
(69%)
Centro
turistico:
-area
di
Rubbiano
-ricettività
e
ristorazione di
qualità
-convegni
Attenzione
alla capacità
di carico del
santuario
dell'Ambro e
Infernaccio
Parcheggio
area
Rubbiano.
Dei Sibillini(19 %)
Comuni
tà
Montan
a
Montemonac
o(84%)
Centro
turistico che
valorizza
patrimonio
naturale
e
culturale:
-la piazza
-Foce
-Altino
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Progettu
alità
Comunità
Montane
m.i
Insuff.
strutture
ricettive
Centro visita
sulla Sibilla
Valorizzazione
Foce
Utilizzazione a
museo
del
mulino di Tofe
Valorizzazione
patrimonio
delle frazioni
179
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
(Sarnano:risorsa termale e sciistica)
Monti Azzurri(4%)
Comunit
à
Montana
Sistema
Locale
Funzione
(PPES)
Cessapal
ombo
San
Ginesio
E' un sistema
integrato con il
sistema
di
Tolentino che
ha avuto negli
ultimi decenni
un'intensa
crescita
industriale.
I due Comuni ,
ricchi
di
emergenze
architettoniche
e naturalistiche
e
legate
al
paesaggio
agrario,
possono
svolgere
la
funzione
di
Parco urbano
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Comune
(PPES)
Progettualità
Comuni
Cessapal Realizza.
ombo
itinerario
(72%)
Rocche
,
Castelli
Valorizzazione
della centrale
San
idroelettrica
Ginesio
(13%)
Utilizzazione
delle frazioni a
(pellami… finalità
)
turistica
Completament
o del recupero
di
Palazzo
Simonelli
Ricettività
Progettu
alità
Comunità
Montane
Ricettività
(presso
Cea…)
Riqualificaz
ione
ricettività
Unificazion
e
del
biglietto
mus.
(conComun
ità
di
S.Severino)
Valorizz.pro
doti
tipici
maceratesi
(Internet)
Marchio
Prov. MC
180
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Nazionale dei Monti Sibillini
(Camerino, Montecavallo)
Alte Valli del Chienti Fiastrone e Nera (40%)
Comunità
Montana
Sistema
Locale
VissoUssitaCastelsanta
ngelo
Funzione (
PPES)
Il modello di
sviluppo
che
fino agli anni 80
si è cercato
d'imporre
all'area
ha
lasciato
sedimentazioni
che
sono
ostacoli
per
modelli
di
sviluppo
alternativo.
Occorre
sincronizzarsi
con
il
processo
di
ricostruzione,
avendo
ben
presente che è
necessario
trovare un uso
Acquacanin del
grosso
acapitale edilizio
Bolognola- disponibile.
Fiastra
Comune
(PPES)
Visso (41%)
Protocollo
d'intesa con il
Comune
di
Roma
per
scuole
ed
anziani
Progettualità
Comuni
L'Infinito e i
Monti Azzurri
La
valorizzazione
di Macereto
Animazione
delle frazioni
Progettualità
Com.Montane
Incentivi per il
reinserimento
della
razza
originale di suini
bianco e neri
(produzione del
lardo…)
Lo sport e il Realizzazione di
un marchio di
benessere
qualità
(Università
di
L'Ecocentro
Castelsantang faunistico del Camerino)
elo (100%)
cervo e del Gestione di un
un’intera frazione
capriolo
del Comune di
Museo
Fiastra destinata
dell'acqua
a
Centrodiaccoglie
nza
Ussita (100%)
Acquacanina
(100%)
Può diventare
un
centro
E' un sistema residenziale di
debole
con qualità (paese
meno di 1000 hotel),
Pievebovigl abitanti.
conservando il
ianapaesaggio
Pievetorina
agrario
Fiordimont
Bolognola
La facilità di (100%)
e
accesso
da Deve essere ritutta
la trasformato in
provincia
di un Comune di
Macerata
montagna
consente
di
pensare
ad Fiastra (83%)
una
La sua identità
specializzazio è costruita sulla
ne per l'attività presenza
del
ricreativa
lago
giornaliera o
di
fine
settimana
di
un'area molto
ricca
di Pieveboviglian
emergenze
a (37%)
culturali.
Pievetorina
(2%)
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Fiordimonte
(5%)
Benefici per
gli anziani
Contributo per
la pista da
fondo
Aumentare la
ricettività
Rinnovo
impianti sci
Risanamento
ambientalepar
cheggi
m.i.
perimetrazion
e congrua
assenza
ricettività
e
ristorazione
museo della
nostra terra
iniziative
turistiche per
le famiglie dei
cacciatori
181
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
Il quadro presentato sintetizza le seguenti informazioni:
• Comunità Montane interessate dal territorio del Parco e quota di
territorio compresa nel Parco (La Comunità di Camerino possiede la
quota più elevata quella dei Monti Azzurri la quota più bassa)
• Comuni del Parco (e quota di territorio compresa nel Parco) e Sistemi
locali (previsti dal PPES) nel territorio delle diverse Comunità Montane
• Funzioni attribuite dal PPES (Piano Pluriennale economico-sociale del
Parco recentemente approvato ) ai Sistemi Locali e ai Comuni del
Parco compresi nelle Comunità Montane
• Progettualità locale desunta dalle Interviste ai Sindaci e dal Focus
Group con le Comunità Montane
3.3.2. L'oggetto di analisi
Così come per i colloqui con i Sindaci e per le interviste agli Assessori
Provinciali al turismo, si è scelto di privilegiare il tema della relazione tra
Istituzioni18, anche nel Focus Group, ha un posto di primo piano il tema
della cooperazione fra Comunità Montane e soggetti istituzionali quali il
Parco da un lato e i Comuni dall’altro.
In particolare si è focalizzata l’attenzione sull’integrazione per quanto
riguarda l’ambito di competenza affidato dalla legislazione delle due
Regioni alle Comunità Montane e cioè quello di animazione turistica.
Tale ambito di competenza nelle analisi disponibili e nell’accezione
comune si esplica nelle seguenti funzioni:
•
•
guida del processo globale di sviluppo turistico, sia integrando diversi
settori economici
(agricoltura, settore culturale, turismo), che
individuando le componenti della filiera turistica
attenzione alle istanze delle comunità locali che si esplica nello
stimolare Enti e
Soggetti pubblici e privati ad una feconda
cooperazione, nel coinvolgere gli attori locali e mobilitare la
popolazione agli obiettivi dello sviluppo turistico
18
E, nel primo caso, l'accento è stato posto sulla conflittualità e sul fatto che può essere considerata quasi
sempre una “risorsa”, soprattutto se si organizzano adeguate modalità di ascolto e di condivisione di
responsabilità, mentre, nel secondo caso, si è messa in evidenza una forte sinergia fra Province e Parco che
tuttavia resta allo stato potenziale perché il prevalere di un modello burocratico nei rapporti fra gli Enti
finisce per vanificarla.
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182
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Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
Se dalla sinergia di azione fra Province e Parco, il territorio può ricavare il
vantaggio di una maggiore spinta alla diffusione di valori e di linguaggi
(innovazione, transnazionalità…), di modelli legati alla cultura della
fruizione e del mercato turistico, che tengano conto anche delle
esperienze positive nazionali ed internazionali, l’integrazione per un verso
fra Comunità Montane e Parco e per l’altro fra Comunità Montane e
Comuni consente una spinta - altrimenti impensabile- a dinamizzare il
territorio ai fini dello sviluppo turistico.
Si ricorda che i modelli di pianificazione più utilizzati a livello internazionale
mettono in luce come soltanto una forte sinergia tra tutti gli attori locali
possa portare ad uno sviluppo sociale ed economico del territorio e come
tanto più ricca sia la qualità dei rapporti fra i soggetti coinvolti nel processo
di sviluppo turistico, tanto più velocemente e più adeguatamente sia
possibile l’inserimento nel mercato.
Ma si può parlare di integrazione e di sinergia nel caso dei rapporti fra le
Comunità Montane e i Soggetti istituzionali del territorio?
3.3.3. I rapporti con il Parco e nel Parco
Il Focus Group evidenzia un rapporto molto complesso fra Comunità
Montane e Parco: in teoria il Parco è considerato una risorsa del territorio
(la fase dello scontro frontale appartiene ad un passato quasi del tutto
superato), tuttavia nessuno dei rappresentanti delle Comunità Montane fa
riferimento al principale compito che la L 394/91 attribuisce ai Parchi e
cioè quello di costituire un laboratorio sperimentale di modelli di sviluppo
sostenibile da esportare anche al di fuori del territorio.
In pratica al Parco vengono mosse diverse critiche, anche se non da tutti
condivise, fra cui le principali riguardano:
• una scarsa visibilità
• un insufficiente coinvolgimento dei Comuni e delle Comunità Montane
• una separazione tra i tre versanti del Parco
• un investimento sulle Case del Parco e sulle Cooperative giovanili
locali non proporzionale ai risultati conseguiti
Dal Focus Group si desume che se per un verso il Parco è stato vissuto
da una parte del territorio con la speranza di avere delle opportunità che
altrimenti non sarebbe stato possibile avere, per l’altro verso quello che ci
si aspettava in realtà era una soluzione rapida ai problemi del territorio, il
desiderio che costituisse un veloce antidoto allo spopolamento, un potente
braccio commerciale del territorio e, anche se gli indici delle presenze
turistiche siano significativamente aumentati negli ultimi sette anni, i
risultati ottenuti appaiono inferiori a così grandi aspettative.
Considerando d’altro canto il rapporto fra Comunità Montane e Comuni, il
confronto fra i partecipanti al Focus Group mette in evidenza come siano
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183
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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stati compiuti dei progressi rispetto al passato: sempre più
frequentemente, i Comuni si associano per la gestione dei servizi (un
esempio è dato dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani ), dando vita a forme
svariate di cooperazione. Ma, secondo quanto emerge dal Focus Group, è
una questione più di necessità che di consapevolezza, perché i Comuni si
associano solo laddove possono conseguire riduzioni di costi o incentivi
economici. Le Comunità Montane vengono quasi sempre percepite come
Enti erogatori di finanziamenti, di benefici immediati (produzione di
materiale di comunicazione, erogazione di incentivi economici). Restano
sporadiche le richieste alle Comunità Montane di altro tipo, più legate alla
formazione degli operatori e alla qualificazione dell'offerta turistica.
In sintesi, si può dedurre un forte parallelismo nei rapporti fra le Comunità
Montane e il Parco e fra i Comuni e le Comunità Montane: così come le
Comunità Montane sono considerate dai Comuni una necessità legata al
fabbisogno di finanziamenti e non alla rilevanza del loro ruolo, allo stesso
modo esse considerano il Parco come un ente inefficiente a meno che
non sia in grado di produrre immediatamente dei benefici economici.
Tale realtà fa comprendere come nel territorio, attualmente lacerato da
schieramenti e Istituzioni che operano per proprio conto debba ancora
nascere la convinzione, fatta propria dalla politica dell’Unione Europea,
che soltanto una forte sinergia tra tutti gli attori locali e, quindi , un
percorso condiviso da tutti i Soggetti Istituzionali e non, un’integrazione
delle azioni degli sforzi di ciascuno possa portare ad uno sviluppo
sociale ed economico del territorio.
Solo quando si farà strada la certezza che la via maestra dello sviluppo
debba passare attraverso delle concrete opportunità di organizzare i
tempi e i luoghi dell’integrazione di tutti gli attori locali e che il Parco, per
un verso, e le Comunità Montane, per l’altro, potranno costituire i
nodi fondamentali di tale processo di sinergia/condivisione/
integrazione, solo allora si saranno gettate le condizioni basilari per uno
sviluppo del territorio che tenga conto degli indirizzi e dei programmi
europei. Per il momento manca ancora al territorio la coscienza che il
Parco possa rappresentare un prezioso strumento di ascolto e di
organizzazione dell’incontro fra gli Enti e che le Comunità Montane delle
fondamentali guide dello sviluppo del territorio, sia nello stimolare ad
una feconda cooperazione Enti e Soggetti pubblici e privati, sia nel
collegare i diversi settori economici
(agricoltura, settore culturale,
turismo), sia nell’individuare le componenti della filiera turistica, sia nel
mobilitare la popolazione sugli obiettivi del turismo come leva essenziale
per il raggiungimento dello sviluppo economico e sociale del territorio.
Alla luce di questa realtà complessa e lacerata nello stesso tempo, la
Carta Europea del turismo sostenibile
rappresenta una bussola
indispensabile per il percorso da fare.
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184
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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3.3.4. La visione dello sviluppo turistico
Lo sviluppo turistico, secondo quanto è emerso nel Focus Group ha un
carattere di complementarità rispetto allo sviluppo degli altri settori. Per le
caratteristiche del territorio il turismo di qualità rappresenta una scelta
d'obbligo per la mancanza di posti letto, ma comporta un’innovazione e
una diversificazione dell'offerta, tutte da costruire.
I problemi principali sotto questo aspetto riguardano il reperimento della
forza di lavoro, l’assenza di una cultura imprenditoriale, la formazione degli
operatori turistici.
Il bilancio che le Comunità Montane fanno del turismo attuale nel territorio
del Parco è molto critico: "Il turismo oggi è un turismo "mordi e fuggi" che
non porta alcuna ricaduta economica sull'area…né è avvenuta
quell'inversione di tendenza al progressivo spopolamento che ci si
aspettava…la qualità dell'offerta turistica è scadente, gli unici servizi che
funzionano con efficienza sono gestiti da persone che vengono da
fuori….scarsa è la propensione imprenditoriale dei giovani locali in cui
manca del tutto la volontà di rischiare in proprio…la realizzazione di
pacchetti turistici è impossibile… i prodotti locali venduti nei posti d'origine
non sono competitivi né per la qualità né per il prezzo con quelli delle
città…le poche azioni efficaci del territorio sono quelle legate al recupero
delle produzioni tipiche e all'introduzione dei marchi di qualità (progetto
Appenninia, e studio del marchio per la Provincia di Macerata)…"
Facendo riferimento al modello di Weaver (1999), presentato nella
introduzione metodologica, i rappresentanti delle Comunità Montane
identificano la posizione del territorio del Parco in un punto di bassa
intensità turistica e di bassa regolamentazione e ritengono che occorra
mantenere un livello ridotto d'intensità, proporzionale alla capacità ricettiva
del territorio, ma incrementare la sua regolamentazione qualificando il
turismo, puntando ad una distribuzione equa dei flussi turistici e nello
stesso tempo raggiungendo anche ad un incremento della spesa media
dei turisti.
Tra gli ostacoli allo sviluppo ci si trova di fronte a:
• ostacoli di natura geografica, demografica e sociale come la scarsa
densità di popolazione, il progressivo spopolamento, le distanze nelle
comunicazioni, i trasporti difficoltosi, l'assenza di servizi, in particolare
della ricettività extra-alberghiera, la scarsità di mano d'opera locale, la
scomparsa delle produzioni locali, l'economia debole che non
permette il decollo di prodotti turistici (gastronomici, naturalistici,
culturali)
• dinamiche conflittuali (espresse o non espresse)
• tematiche di ordine culturale come la mancanza della volontà di
rischiare, la mancanza di cultura imprenditoriale (definita come il vero
problema del territorio), l’urgenza della formazione professionale
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185
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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•
problemi organizzativi come la scarsezza di strutture turistiche
qualificate, la mancanza di una definizione univoca dei criteri per i
marchi ambientali…)
Sulla base delle valutazioni emerse nel Focus Group, l’impegno primario
delle Comunità Montane è orientato a far decollare il turismo osteggiando
la fuga delle risorse locali e adoperandosi per una maggiore e più
adeguata regolamentazione del turismo, in particolare con azioni volte a
predisporre i criteri per i marchi di qualità dei prodotti locali e a incentivare
la formazione professionale degli operatori.
3.3.5 Gli indicatori
Indicatori, punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce
desunti dal Focus Group con le Comunità Montane
INDICATORI
•
Integrazione
Istituzioni
•
Turisticità
territorio
fra
le •
del
PUNTI DI
FORZA
recupero e valorizzazio
ne
dei
prodotti
tipici
-
-
-
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PUNTI DI DEBOLEZZA
rapporti critici con il Parco
(scarsa visibilità, insufficiente
coinvolgimento dei Comuni e
delle
ComunitàMontane,
separazione fra i
versanti,
investimento sulle CdP non
proporzionale
ai
benefici
ottenuti)
cooperazione con i Comuni più
legata ad esigenze di utilità che
non di convinzione del ruolo
esodo e assenza manodopera
comunicazioni,
trasporti
difficolt.,
scarsità di serv per residenti
assenza
di
incentivi
alla
residenz.
turismo “mordi e fuggi"
scarsa quantità e qualità delle
strutture turistiche (ricet) e dei
prodotti
assenza cultura imprenditoriale
nei giovani
186
RAPPORTO DIAGNOSTICO
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•
•
•
OPPORTUNITA'
Ruolo delle Comunità •
Montane come guide
dello
sviluppo
turistico: marchi di •
qualità dei prodotti e
costruzione
della •
filiera turistica
Formazione (cultura
d'impresa,
lingue,
progettualità,
riqualificazione
professionale)
politica di sostegno
agli
investimenti
(produzioni
tipiche,
strutture
per
il
turismo, servizi per i
residenti)
MINACCE
spopolamen •
to
progressivo
economia
debole
•
dinamiche
conflittuali
SFIDE
La
Carta
Europea
come
possibilità di integrazione fra gli
Enti e gli operatori e di crescita
del turismo
Le Comunità Montane come
nodifondamentali per la crescita
del turismo
La tabella mette in evidenza un punto di forza - costituito dalla
valorizzazione dei prodotti tipici - di grande importanza, sia perché trova in
tutte le Comunità Montane un ambito d’interesse comune, sia perché le
tipicità locali rappresentano un aspetto rilevante delle risorse del territorio,
sia perché, con l’esodo dei giovani dal territorio, è elevato il rischio
d’interruzione della catena fra vecchie e nuove generazioni, sia infine
perché la genuinità dei prodotti, che il territorio ancora può offrire,
rappresenta sempre di più una rarità da tutelare.
Molteplici i punti di debolezza che trovano dei correttivi e delle soluzioni
nelle opportunità di investimenti e nell’avvio di un percorso generalizzato
d'integrazione, a partire da uno specifico ruolo guida svolto dalle Comunità
Montane nell'animazione turistica del territorio e della filiera turistica. Tale
percorso che costituisce, secondo la prospettiva dell’Unione Europea, la
condizione indispensabile per la crescita dello sviluppo e della
valorizzazione del territorio, diventa la principale sfida della strategia del
turismo sostenibile del Parco e, quindi, dell'applicazione della Carta
Europea.
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3.4.
Il seminario di lavoro con le Case del Parco
Nel processo di costruzione della strategia del turismo sostenibile del
Parco, le Case del Parco hanno un ruolo centrale sia in quanto portatrici
d'interessi e competenze atte ad innescare energie per lo sviluppo locale,
sia in quanto testimoni privilegiati della storia degli ultimi cinque anni del
territorio e della relazione fra questo e il Parco.
L'importanza di tale ruolo è stata del resto ribadita nei colloqui con i
Sindaci e nel Focus Group con le Comunità Montane, tanto che le Case
del Parco, possono essere considerate, pur nelle contraddizioni che
contraddistinguono la realtà quotidiana, non solo degli elementi strutturali
del Parco, ma anche degli elementi di sistema del territorio.
In relazione al processo di elaborazione della strategia del turismo
sostenibile, le modalità di coinvolgimento delle Case del Parco sono state
definite a seguito di una riunione con i Presidenti delle Cooperative che
gestiscono le Case del Parco, in cui è stato presentato il progetto
complessivo e si è concordato di promuovere un seminario di lavoro di
approfondimento degli scenari possibili a seguito della nuova
convenzione19.
Per poter svolgere pienamente tale ruolo, un'opportunità concreta è
costituita dall'elaborazione della strategia di turismo sostenibile del Parco,
in cui le Case del Parco e le Cooperative che le gestiscono hanno
occasione di incontrare gli operatori turistici del territorio, interrogarsi sui
prodotti turistici da portare al mercato, verificare la filiera turistica da
costruire, comprendere
le leve necessarie per lo sviluppo e la
valorizzazione del territorio attraverso il mercato turistico.
Il seminario di lavoro con le Case del Parco
momenti (si rimanda ai verbali del 23 gennaio
ciascuna cooperativa ha presentato se stessa
svolte, servizi gestiti, risultati, relazioni con le
si è sviluppato in due
e del 6 febbraio) in cui
(numero di soci, attività
altre cooperative, con il
19
Finora si sono avute tre convenzioni del Parco con le Case del Parco, (1995, 1997, 2000) che
progressivamente accompagnano l'evoluzione delle Case del Parco da servizi più centrati su
attività di sportello, a servizi più centrati su imprenditorialità e animazione economica. L'attuale
convenzione prevede tre funzioni : servizi istituzionali, attività di animazione socio-economica e
servizi aggiuntivi. Fra i servizi istituzionali(per i quali la quota non potrà superare il 60%
dell'ammontare complessivo): Informazione ai visitatori, monitoraggio dei visitatori, verifica della
soddisfazione dei visitatori, Informazione ai esidenti sulle attività del Parco, Sensibilizzazione sulle
regole, Promozione e vendita dei gadget
del Parco e diffusione materiali, Attività di
rappresentanza per conto del Parco(fiere), Raccolta dati o informazioni locali per conto del Parco,
attività amministrative della CdP. L'attività di animazione socio-economica è finalizzata allo
sviluppo e valorizzazione del territorio in collegamento anche con progetti che riguardano altri
territori. Rappresenta l'attività che caratterizza la singola Casa del Parco. Fra i servizi
aggiuntivi (per cui è possibile prevedere finanziamenti aggiuntivi). Monitoraggio delle aree critiche,
Interpretazione ambientale, Altre attività.
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188
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Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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Parco, con il territorio , elementi di criticità, prodotti turistici da portare sul
mercato) e insieme è stato a lungo dibattuto sulle difficoltà trovate
nell'acquisire una sempre maggiore autonomia finanziaria dal Parco ed un
maggiore peso a livello territoriale.
Ciò ha permesso di evidenziare l’opportunità di arrivare ad un livello di
aggregazione delle cooperative. Infatti, è fondamentale, soprattutto nelle
relazioni con il mercato, che vengano espressi obiettivi unitari, anche se
fra le cooperative coesistono elementi di cooperazione e di competizione.
Va verificata a tal fine la possibilità di trovare strumenti adeguati di
aggregazione, e il punto di partenza per tale verifica può essere costituito
dall'elaborazione della Strategia del turismo sostenibile.
Le Cooperative, attraverso lo strumento del business plan, metteranno a
fuoco la propria identità organizzativa rispetto al mercato, e, lavorando
congiuntamente agli operatori turistici del territorio per costruire le ipotesi
d'intervento del territorio nel suo complesso, potranno verificare in
concreto la possibilità di agire attraverso forme di aggregazione.
A questo scopo un gruppo di operatori delle Cooperative seguirà
attivamente gli incontri sul territorio programmati per la progettazione
condivisa della strategia, e stimolerà il maggior numero possibile di
operatori turistici locali a partecipare alla Conferenza sul turismo del Parco
del 16 marzo e ai gruppi di lavoro che si svolgeranno fra aprile e luglio e
che specificamente approfondiranno le problematiche relative al
mercato turistico
e individueranno i prodotti concreti che
diventeranno parte integrante della Strategia.
3.4.1. La storia delle Case del Parco
Una sintesi della breve, ma intensa storia delle Case del Parco viene
riportata in una comunicazione del presidente del Parco al Ministro
dell'Ambiente 20 di cui , di seguito, vengono riportati alcuni stralci:
"Fin dal momento della sua istituzione (ottobre 1993), il Parco decise di far
partecipare i giovani alla propria vita, nella consapevolezza di offrire loro
una prospettiva importante e, nello stesso tempo, di riuscire a far meglio
recepire alle popolazioni locali la novità del Parco, cioè l'idea di uno
sviluppo che potesse coniugarsi alla conservazione. I giovani in un
territorio in via di forte e progressivo invecchiamento accolsero con
20
Tale analisi è stata assunta dalla comunicazione del Presidente del Parco Carlo Alberto Graziani al
Ministro dell'Ambiente on. Willer Bordon del 15 febbraio 2001 (oggetto Case del Parco).
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entusiasmo l'invito e nel 1995 nacquero le Case del Parco gestite da
Cooperative di giovani , nel frattempo
costituitesi, con questi obiettivi:
• svolgere un'opera di animazione socio-economica del territorio sulle
tematiche del Parco
• formare i giovani stessi alle dinamiche anche imprenditoriali del Parco
• essere strumento di partecipazione dei residenti alla vita del Parco
• operare come sportelli informativi per i residenti e per i visitatori.
Le 15 Case del Parco (una per ogni Comune con centro abitato nel
territorio del Parco) operano con un contributo dell'Ente che, nei primi
anni, ammontava complessivamente a Lit 1.100.000.000 e, dal 2000, a
causa dell'aumento delle uscite, a 850 milioni. Il contributo è destinato a
diminuire ulteriormente: per il 2003 è stata stabilita la cifra di 750 milioni.
A fronte di tale spesa il Parco dal 1995 ha potuto disporre di:
• quindici Case del Parco aperte tutti i giorni dell'anno (inclusi i giorni
festivi) per 6 ore al giorno
• più di 200 giovani coinvolti di cui 50 regolarmente assunti dalle propri
cooperative (gli altri prestano lavoro volontario)
• quindici strutture, in cui si lavora per il Parco, messe a disposizione a
titolo gratuito dai Comuni o, in alcuni casi, prese in locazione dalle
stesse cooperative
• una crescita progressiva della capacità progettuale degli operatori,
dimostrata dai progetti attualmente in fase di realizzazione (tutte le
cooperative sono riuscite ad attivare iniziative economiche che vanno
ad integrare i servizi previsti nella convenzione che regola la gestione
delle Case del Parco e a creare quindi
ulteriori opportunità
occupazionali e di reddito attraverso i Servizi di guide e interpreti del
territorio, i Centri di Educazione Ambientale, la gestione di strutture
ricettive, la produzione di prodotti tipici…).
• un servizio complessivo che, pur potendo essere ancora perfezionato ,
ha incontrato notevoli apprezzamenti perfino internazionali (valgano
per tutti la presentazione delle Case del Parco come unico caso
italiano esemplare al convegno del 1999 di Lisbona organizzato dalla
DGXI dell'Unione Europea sul turismo sostenibile e lo svolgimento
dell'Assemblea Generale del 2000 della Federazione Europarc sul
tema "I giovani e i Parchi" nel Parco dei Sibillini, scelto proprio perché
sede di un progetto pilota considerato di particolare valore (le Case
del Parco per l'appunto).
E' da sottolineare che se l'efficacia di tale progetto è legata soprattutto al
significato culturale e sociale, ciò non toglie che se il Parco acquistasse
sul mercato i servizi che attualmente le Case del Parco offrono, dovrebbe
affrontare un costo più che triplo e ne è prova il confronto con servizi
analoghi (servizi informativi, centri visita…) del nostro paese."
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190
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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Anche negli studi preparatori del Piano Pluriennale Economico e Sociale
viene effettuato un bilancio del sistema delle cooperative che gestiscono
le Case del Parco e viene ribadito il valore strategico del progetto che
oltre a dimostrarsi funzionale ad una politica di qualificazione del sistema
di fruizione turistica del territorio, si è rivelato un innovativo strumento di
animazione economica che ha contribuito ad accelerare lo sviluppo di
un'imprenditorialità giovanile diffusa, malgrado i limiti di un contesto poco
favorevole a generare cultura d'impresa21. "Con le Case del Parco si è
sviluppata una cultura del fare e del fare insieme della quale prima non si
aveva alcun riscontro nel territorio, una nuova cultura che ha fatto
maturare nell'immaginario collettivo l'idea che la presenza del Parco
rappresenti una preziosa risorsa per il soddisfacimento delle aspettative
occupazionali sia individuali che sociali".
Tale idea può diventare una realtà del territorio, proprio grazie
all'opportunità dell'applicazione della Carta Europea del turismo
sostenibile e della definizione della strategia di sviluppo turistico del Parco.
Una realtà in cui le Cooperative giovanili rafforzino la loro identità
attraverso un processo di specializzazione funzionale, offrano una più
dei servizi, raggiungano una maggiore
ampia diversificazione
autonomia finanziaria e peso politico anche mediante adeguati
strumenti di aggregazione. Una realtà in cui le Cooperative giovanili
esprimano la capacità concreta di diventare cerniera fra territorio e
mercato.
Nel pagine seguenti per ogni Casa del Parco vengono indicate le principali
informazioni di sintesi.
Legenda:
• SERVIZI ISTITUZIONALI (per i quali la quota non potrà superare il
60% dell'ammontare complessivo): Informazioni ai visitatori,
Monitoraggio visite, verifica soddisfazione, informazioni ai residenti
sulle attività del Parco, sensibilizzazione sulle regole, Promozione e
vendita gadget del Parco e diffusione materiale, attività di
rappresentanza per conto del Parco(fiere), Raccolta dati o
informaz.locali per conto del Parco, Attività amministrative della CdP.
• ANIMAZIONE SOCIO ECONOMICA è finalizzata allo sviluppo e
valorizzazione del territorio che può collegarsi anche d altri territori. E'
l'attività che caratterizza la singola Casa del Parco.
• SERVIZI AGGIUNTIVI (per cui è possibile prevedere finanziamenti
aggiuntivi) : Monitoraggio aree critiche, Interpretazione ambientale,
Altre attività.
N.B. Gli Enti gestori delle CdP possono svolgere ulteriori attività a
carattere imprenditoriale al fine di valorizzare il territorio del Parco, ma
21
Si rimanda allo studio di Stefania Truffini sul progetto "Case del Parco"
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sono tenuti ad operare collaborando fra loro e in un rapporto di lealtà con il
Parco. Gli importi avuti finora sono stati da 60 (nei Comuni con meno di
500 abitanti) a 100 milioni (nei Comuni con oltre 2000 abitanti) + 15 milioni
per area critica dove va effettuato il monitoraggio (Montemonaco: 2 aree
critiche, Montefortino:2, Arquata:1, Amandola:1, Fiastra :1, Norcia:1).
Nelle previsioni del 2001 si passa ad un importo che va dai 54 ai 63 milioni
(arrotondando per eccesso), nelle previsioni del 2002 ad un importo che
va dai 51 ai 60 milioni, nelle previsioni del 2003 ad un importo che va dai
48 ai 55 milioni.
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192
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RIEPILOGO ATTIVITA' DELLE CASE DEL PARCO
CASE DEL PARCO
COOPERATIVE
ARQUATA
(2 Parchi)
AMANDOLA
SERVIZI
ISTITUZIONALI
Apertura integrat.
4 ore al giorno 5
giorni feriali
CdP (36%)
(1700 : 10%res)
Cime azzurre
(1994)*
Il Chirocefalo*
BOLOGNOLA
Apertura
integrativa
giorni feriali
CdP
Monti Sibillini
CESSAPALOMBO
Il Balcone dei
Sibil.
Offerta gratuita di Pagina web
agli operatori tur
CdP
-Kinder-land
-Coro Voci bianche
-Gestione Centro faunist.
-Gestione
verde
Villa
di Itinerar
Turistic
Montalto,
-Manutenz. Sentieri carbon e
Grotta dei Frati
CdP
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
Siti
web,
prenot
albergh.
on line
-
CdP
Alcina
CASTELSANTANGELO
ANIMAZIONE
IDENTITA
SERVIZI AGGIUINTIVI E ALTRE
SOCIOECONOMICA
ATTIVITA’
Forma-Il Calore dei 2 Parchi(20%)
CEA(500)
-Il Centro dei 2 Parchi (progetto zione
Serv guide
(250)
APE)
-La Bottega dei Parchi?
-gestione della biblioteca com -visite
guidate alla Rocca medievale3000
visitatori annui
-organizzaz.di eventi(video, convegni,
mo-stre,fiere,sagre, ("Marrone che
passione")
-animaz. Sviluppososten
-monitoraggio aree critiche
-itiner nat-cult
-La carta di Arquata(2001)
Educaz
-Educazione amb. Scol.
CEA+ strutt ricett(con Legamb)
ambient
-Laboratori temat
Serv guide
-Sistemaz e manutenz itin.
Natural. Amandola
-Visite guidate
-
SOCI
13 di cui
4
assunti+
1 collab
coord e
cont+3
occas
15 soci di
cui
5
assunti,
5
part
time,
5
collab
period
Vedi
Fiastra
-
Vedi
Visso
Festa dei carbonai
Vedi S.
Ginesio
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CASE DEL PARCO
FIASTRA E
ACQUACAN
MONTEGALLO
MONTEFORTINO
MONTEMONACO
NORCIA
COOPERATIVE
ANIMAZIONE
IDENTITA
SERVIZI AGGIUINTIVI E ALTRE
SOCIOECONOMICA
ATTIVITA’
Promozione del Parco nelle AccessiCEA
scuole
e
presso
disabili bilità
Serv. guide
(progetto accessibilità)
-Organizzaz
Alcina(1999 per
corsi di formaz. profess.FSE
fusione di 2
(48%)
Coop, nate nel 96
-Convegni
e nel 96)
-Realizz.siti
web
e
gestione
prenotaz.alb.
-Organizzaz. Triathlon M.Sibill
(700 visit)
CdP(1500 visitat) -Gestione
del
trappolam Itinerartur CEA
istici
selett.del cinghiale
+strutt ricett in apertura +campeggio
-mostra mercato prod tip (gara miele)
-attività
inf
ccordin
con
Vettore
attrezzat sport:piscina
Comune, Prov,Com Mont
-Organizz manifestaz, concorsi
Il Chirocefalo*
Il Chirocefalo*
Monte
Patino(1993)*
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
SERVIZI
ISTITUZIONALI
CdP(40%)
800 visitat
SOCI
26 di cui
6
lavoratori
,
1
lavorator
e
non
socio, e
10 attivi
16 di cui
3 lavorat
Apertura
integrativa
2 giorni feriali
-Educaz. Amb. Scol.
-Manutenz itin.Rubbiano
-Biblioteca Sibilla
-
-
Vedi
Amandol
a
Apertura
integrativa
2 giorni feriali
-Educaz. Amb. Scol.
-Visite guid Foce, LagoPil
-Attiv. coordin.
-
-
Vedi
Amandol
a
-Sportello
inf.
Poliv.
Apertura
integrativa
continuativa (in
accordo con il
Comune)
Sportello
di
Casteluccio
-opuscolo sulle Chiese da
scoprirein 4 lingue
-collab. con il Comune per la
prom. Tur
-promoz. conosc. del Parco
-opuscolo sulle Marcite
-continuaz Itin della Sibilla e
itinerari erbe e tradizioni
Formaz.
Profes
Itinerar
tur.
CEA
Mostre
Itinerar tur
31 di cui
5
soci
lavorano
nelle
CdP
194
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
CASE DEL PARCO
PIEVEBOVIGLIANA
PRECI
SAN GINESIO
COOPERATIVE
SERVIZI
ISTITUZIONALI
CdP: 700 visitat
Monti Azzurri
(1993)*
Monte Patino*
Il Balcone dei
Sibil.
(1995)
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
ANIMAZIONE
IDENTITA
SERVIZI AGGIUINTIVI E ALTRE
SOCIOECONOMICA
ATTIVITA’
apicultura -Gestisce insieme a Legamb. l'Oasi di
-Centro di della fauna selvat.
-organizz.sito CdP
Polverina
--Corsi
sull'agricoltura
-realizz. Apiario didattico
biologica
-CEA "Casa dell'ape"
-Sagra della castagna
-mostra permanente dei prod
-Corale Monti Azzurri
tipici
-monitoraggio Isola di Pievebov
nel mese di ottobre
-Visite guidate nelle strutt.
ecclesiast
-punto di riferim per la Corale
-punto di rif per l'Assoc
Macerata Soccorso
-promoz. concorsi scolastici sul
Parco
-collab con il Comune di
Fiordimonte
-collegam tra Parco e Oasi
natural.
Apertura
-Gestione SIM
integrativa
-opuscoli su Chiese da scoprire
continuativa (in -laboratorio
didattico
accordo con il ambientale per le scuole
Comune)
CdP(35%
2500 visit)
-
-Riqualif. Amb area Campo Cicloturismo
Lupo S. Liberato
-manutenz
sentiero
per
mountain bike
-
SOCI
35 di cui
8 attivi: 1
a tempo
pieno, 2
part time,
5 volont
Vedi
Norcia
CEA+ ostello(60 pl)/600visit)+ trekking 21 poi 5
e mountain bike
di cui 8
Serv. guide
collab di
cui 4 in
modo
contin.
195
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
CASE DEL PARCO
COOPERATIVE
SERVIZI
ISTITUZIONALI
Cdp
USSITA
VISSO
Monti Sibillini
Monti
Sibillini(1988)
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
ANIMAZIONE
SOCIOECONOMICA
IDENTITA
-Programma didattico per le scuole locali
-Soggiorni scol nel Parco
in
CdP(10%)
-Recupero
Parco
Jaja
e Ident
2000vis per le 3 creazione Giardino Appenninico costruz.
CdP
-Gestione Sant.Macereto
-Gestione Museo-Pinac Visso
SERVIZI AGGIUINTIVI E ALTRE
ATTIVITA’
SOCI
CEA
Vedi
Visso
-Ufficio organizz.
Torneo delle Guaite
-Valoriz manoscr
leopard
-Ricerca genziana
-Attività forest 20%
56 di cui
11
lavorat
196
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
3.4.2 Indicatori , punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce,
desunti dal seminario di lavoro con le Case del Parco
INDICATORI
-Capacità di essere un
elemento
strutturale
del Parco
-Capacità di essere un
elemento di sistema
del territorio
-Capacità
di
imprenditorial.
-Capacità
di
autofinanziarsi
-Capacità di essere
cerniera fra territorio e
mercato
PUNTI DI FORZA
-Esperienza
nell'
animazione
del
territorio
-Consapevolezza
della posta in gioco
-Riconoscimento
parziale del ruolo
svolto
PUNTI DI DEBOL.
-Scarsa
influenza
nelle
politiche locali
-Mancanza di autonomia
finanziaria dal Parco
-Atomizzazione
delle
cooperative
-Insufficiente
diversificazione dei servizi
-Formazione in atto offerti e assenza di filiera
di
una
propria turistica
identità
-Produzione
di
servizi
(CEA,
ricettività, Servizio di
guide,
Centro
2
Parchi…)
e
di
progetti ( produz
tipiche…)
OPPORTUNITA'
-Formazione
professionale
-Aggregazione
fra
Cooperative
-Rapporto e scambi
con altre realtà dei
Parchi
italiani
ed
europei
MINACCE
SFIDE
-Linguaggi autoriferiti -La Carta come maturazione
della propria identità
e conflittualità
-Marginalità rispetto -La Carta come opportunità
di aggregazione
al mercato
-La Carta come tappa
fondam per arrivare al
mercato
Non deve meravigliare che la colonna degli indicatori, presentata in
tabella, sintetizzi degli obiettivi che possono essere maggiormente
attribuibili alle cooperative che gestiscono le Case del Parco. Infatti la
peculiarità delle Case del Parco sta proprio (ed è in questo un esempio
unico nel territorio nazionale) nel fatto che esse non rappresentino
esclusivamente dei "servizi del Parco" ma si richiede loro di dimostrare
capacità imprenditoriale, di autofinanziamento , di spinta del territorio
verso il mercato.
In realtà, dalle Case del Parco (e dalle cooperative che le gestiscono) il
territorio si aspetta che, oltre a costituire delle "vetrine" del Parco (front
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
197
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
office), esse diventino dei veri e propri soggetti imprenditoriali, tanto
più esemplari quanto più capaci di indicare una via di sviluppo al
territorio, inventando e sperimentando soluzioni diverse.
Le colonne dei punti di forza e di debolezza mettono in luce per un verso
l'esperienza maturata dalle Case del Parco e i risultati conseguiti in
termini di maggiore consapevolezza del proprio ruolo e della propria
identità e di accreditamento sul territorio, per l'altro verso, la lontananza
ancora dai traguardi attesi sia economici che di posizionamento sul
mercato. Il maggior ostacolo incontrato è quello della mancanza da parte
degli interlocutori politici di un vero riconoscimento del ruolo svolto dalle
Case del Parco, dei suoi risultati, delle sue difficoltà. Paradossalmente, la
cultura dello sviluppo locale resta ai margini delle strategie che contano.
Le colonne delle opportunità e delle minacce riassumono i fattori potenziali
in grado d'influenzare positivamente (formazione professionale,
aggregazione fra Cooperative, rapporti e scambi con altre realtà dei Parchi
italiani ed europei…) o negativamente (linguaggi autoriferiti e conflittualità,
marginalità rispetto al mercato…) . Ma la maggiore opportunità, la sfida in
atto è proprio data dal processo in corso di elaborazione della Carta del
turismo sostenibile: la strada di un nuovo e progressivo sviluppo turistico
potrà nascere da un patto fra gli operatori ed Istituzioni del territorio che su
alcuni obiettivi concreti si impegnino ad unire i propri sforzi e ad operare in
sinergia. E di questo patto le Case del Parco sono per loro storia il volano
principale.
3.5. Il modello organizzativo dell’Ente Parco
L’intervista al Parco si è svolta a Visso (è disponibile in allegato il verbale)
presso la sede del Parco e vi hanno preso parte il Presidente, il Direttore e
i componenti degli Uffici più direttamente a contatto con il territorio.
L’intervista è stata effettuata prima di dare inizio alla fase del percorso di
elaborazione della strategia di turismo sostenibile che riguarda la
progettazione condivisa e, perciò, si è rivelata utile anche per costruire
una base di lavoro per i gruppi con gli operatori turistici.
Ha partecipato all’intervista
Richard Denman che fa parte della
Commissione dei valutatori europei delle strategie di turismo sostenibile
dei Parchi che hanno sottoscritto la Carta Europea.
Per carenza del tempo da dedicare all'intervista di gruppo, non è stato
possibile, come nelle altre rilevazioni, porre l’accento sul tema della
cooperazione, che, nel caso del Parco avrebbe significato finalizzare
l'attenzione sul ruolo svolto dal Parco nello stimolare e organizzare, “il
lavorare insieme “ verso la crescita del turismo del Parco.
Nel tempo disponibile si è preferito approfondire la sfida che il Parco pone
a se stesso e al territorio rispetto al turismo.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
198
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
3.5.1 La sfida del turismo
Il turismo, così come generalmente s’intende, può essere un termine quasi
distorcente rispetto agli obiettivi del Parco.
La legge 394/91 intende il Parco come un sistema di valori che il Parco
deve poter far “vivere” comunicandoli alle persone, in modo che tali valori
possano fungere da esempio per un numero sempre più grande di
persone. Questo tema sostanzialmente etico ha tuttavia un forte risvolto
economico perché assai elevato è il numero di potenziali fruitori del Parco,
da ricercare sia in quanti sono consapevoli del loro bisogno di vivere i
valori del Parco e che non trovano risposte in questo tipo di società, sia in
quanti non ne sono consapevoli perché più soggetti ai modelli di vita
usuali. Tanto verso gli uni quanto verso gli altri il Parco ha il compito di
costruire un’organizzazione tale da fornire risposte, nel primo caso
pianificando una esperienza significativa, nel secondo caso ponendosi
l’obiettivo di aprire per i visitatori nuove prospettive.
Sulla base di quanto emerge dall'intervista, costruire tale organizzazione
è una sfida che appare allo staff del Parco, ambiziosa, ma nel contempo
semplice. Ambiziosa in quanto si tratta di creare strutture, operatori,
modalità di fruizione diverse da quelle, prevalentemente in uso, che
generalmente puntano al consumo fine a se stesso. Semplice perché il
Parco assume come punto di riferimento la valorizzazione del proprio
patrimonio (naturale, culturale, sociale, organizzativo) così come esso si è
conservato fino ad oggi. Tale semplicità non deve tuttavia indurre a
fraintendimenti: ogni caratteristica del territorio può diventare una potente
risorsa turistica purché conservi la sua autenticità e nello stesso tempo
acquisisca una capacità di essere comunicata in modo efficace al
visitatore. Ciò comporta quindi una lavorazione intensa (di
elaborazione, di professioni diverse, di operatori, di strutture) per
riuscire a trasformare le attrattive del patrimonio in risorse turistiche. E
implica anche uno sforzo sinergico del territorio in grado di definire le
attrattive da promuovere, il come promuoverle e la filiera da offrire al
visitatore.
3.5.2. I presupposti organizzativi perché il Parco diventi un
laboratorio di sinergia
Le interviste svolte ai diversi livelli (provinciale, comunale, di Comunità
Montana) hanno fatto emergere la consapevolezza diffusa che una serie
di ostacoli si frappongono fra territorio e mercato turistico. Se il
collocamento nel mercato è tanto più agevole, quanto maggiore è la
sinergia fra gli attori del territorio (sulla base del modello di Middleton
preso come riferimento essenziale, la sinergia rappresenta il fattore
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The Tourism Company
199
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
principale che determina la qualità del prodotto turistico), la prima
condizione da raggiungere è quella di riuscire a incrementare la sinergia
fra gli attori locali, istituzionali e non. In tale prospettiva gli ostacoli emersi
dalle interviste ai Sindaci, agli Assessori provinciali, ai rappresentanti
delle Comunità Montane, alle Case del Parco possono essere letti come
ambiti privilegiati dell'azione del Parco: tanto più il Parco fungerà da
stimolo e supporto nel superamento degli ostacoli incontrati dagli altri Enti,
tanto più determinerà i presupposti necessari per raggiungere i suoi
obiettivi. La sinergia con gli altri Enti diventa quindi per il Parco uno
strumento per realizzare le condizioni e le alleanze necessarie per il
raggiungimento del proprio fine istituzionale che è lo sviluppo e la
valorizzazione del territorio.
L'espressione "Parco come laboratorio di sinergia" è stata del resto
enucleata all'interno dell'intervista di gruppo nel Parco, facendo riferimento
sia ad un principio di gestione che tende ad accentuare la collaborazione
con altri Parchi con lo scopo di creare un sistema di Parchi (sottolineando
la distanza da altre organizzazioni in competizione fra di loro) che ad un
principio di gestione basato su una forte integrazione con gli altri Enti con
cui sia possibile stabilire comuni obiettivi strategici e avere un
orientamento comune per le specifiche azioni. Tale integrazione è tanto
più necessaria quanto più, a fronte delle sfide poste in gioco, risultano
esigui i finanziamenti e gli organici a disposizione e per raggiungere le
finalità istituzionali non è sufficiente il diretto impegno delle proprie risorse,
ma diventa necessario anche quello di tutte le forze esterne che si
muovono in modo coerente con gli obiettivi istituzionali del Parco.
Tuttavia nell'espressione "Parco come laboratorio di sinergia" c'è anche la
consapevolezza che allo stato attuale devono essere ancora immaginati,
elaborati, sperimentati i linguaggi e i modelli relativi alla sinergia fra gli
Enti, per poterli poi trasportare anche al di fuori dei confini del Parco (Si
pensi alle molteplici situazioni tutte da sperimentare in cui il Parco ha la
possibilità di agire come catalizzatore, fra queste la politica di stimolo delle
imprenditorialità locali verso processi eco-compatibili, mediante il rilascio
del marchio a quelle aziende che rispettino alcuni parametri di gestione
ecologica nel loro processo produttivo)
Nel breve tempo disponibile per l'intervista non si è purtroppo avuto il
tempo di discutere e definire le condizioni organizzative perché il Parco
possa diventare un laboratorio di sinergia. La stessa domanda posta da
Denman ("Come il Parco può far fronte ad obiettivi così ambiziosi?" ) è
restata senza risposta.
In questo paragrafo quindi si tenterà di mettere in luce alcuni presupposti
organizzativi che emergono dalla letteratura di settore che possono servire
da lenti di osservazione per analizzare la realtà dell'Ente Parco alla luce
delle sfide poste in gioco.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
200
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
La prima necessità su cui concordano unanimamente autorevoli autori 22è
quella di disporre di un management adeguato, che rappresenta un
fattore d'importanza decisiva soprattutto laddove esistono pressioni
esterne, emergenti conflittualità, condizioni difficili, pesanti vincoli
finanziari.
Se solitamente la Pubblica Amministrazione presenta una cultura
burocratica alla quale sono associati aspetti che influiscono
negativamente sui risultati quali la carenza d'impegno posta nel lavoro dai
dipendenti, i lenti ritmi e metodi di erogazione del servizio e la scarsa
attenzione alle esigenze degli utenti, il management del Parco deve
riuscire a scardinare i meccanismi che rendono spesso rigida, inefficiente,
e improduttiva l'organizzazione, senza però assumere l'orientamento
legato esclusivamente al profitto, ma elaborando un orientamento
aziendale che oltre a considerare il mercato come riferimento, tenga
conto che l'offerta dei servizi deve assicurare il maggior livello possibile di
soddisfazione alle diverse categorie di utenti.
Un filone della ricerca 23 ha analizzato le organizzazioni pubbliche e ha
fornito un quadro dei principi che tali organizzazioni dovrebbero impiegare
per passare da un paradigma burocratico ad un paradigma che consenta
di operare in condizioni di maggiore efficacia, efficienza ed economicità.
Dal momento che in tale passaggio esiste il concreto rischio di una
diminuzione di garanzie per la collettività e che un'eccessiva spinta
imprenditoriale possa stabilirsi a discapito del raggiungimento di importanti
finalità istituzionali (spesso associate al conseguimento di valori di cui la
collettività beneficia proprio al di fuori di uno scambio di mercato), occorre
definire alcuni principi irrinunciabili che devono connotare il processo di
evoluzione dell'organizzazione pubblica.
I principi a cui far riferimento sono i seguenti:
• atteggiamento orientato alla risoluzione dei problemi (e non
dell'assolvimento del mansionario) e al tenace perseguimento degli
obiettivi organizzativi. Ciò comporta un ribaltamento della prospettiva
burocratica incentrata più sulle modalità di spesa dei finanziamenti
(con una frequente attenzione a mantenere elevati i livelli di spesa per
ottenere un ammontare corrispondente anche per gli anni seguenti)
che non sullo sviluppo di strategie orientate al raggiungimento degli
obiettivi organizzativi e ad uno stile di lavoro basato sull'efficienza,
22
cfr Carosi A. Problemi in ordine all'introduzione dei principi di management nella Pubblica
Amministrazione in Enti Pubblici n.3 1995 pag270
23
cfr V. Lane J.E. L'evoluzione della Pubblica Amministrazione :dall'approccio amministrativo all'approccio
manageriale in Problemi di Amministrazione pubblica a.XX n.4, 1995 pag 537
Mussari R. Di Toro P. Etica ed efficienza del management pubblico: un approccio economico aziendale in
Azienda Pubblica a.VI n.3, 1993.
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
201
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
sulla semplicità delle procedure, sulla rapidità delle risposte,
sull'attenzione al problema dell"altro";
•
capacità di sviluppare in tutto il territorio un forte senso di
"missione da compiere", stimolando collaborazione e condivisione
degli obiettivi strategici. La consapevolezza di contribuire al
perseguimento di un'importante missione e l'orgoglio di perseguire
obiettivi riconosciuti dalla collettività sono fattori di stimolo ad
un'elevata devozione verso il lavoro (indipendentemente dagli orari
contrattuali, dalle retribuzioni straordinarie…)
al senso di
responsabilità per i compiti assunti, al lavoro di squadra, ad
un'organizzazione non solo gerarchica, ma che punti a sviluppare
diverse tipologie di canali comunicativi per diffondere sul territorio
valori e conquiste, per dare visibilità alle azioni del Parco, per
strutturare modalità sistematiche di ascolto, per stimolare la
partecipazione.
In particolare i canali di comunicazione dall'alto al basso saranno utilizzati
per ottenere la massima snellezza e velocità dell'azione amministrativa, i
canali di comunicazione dal basso all'alto consentiranno di rendere i
servizi sempre più rispondenti alle esigenze degli utenti, mentre i canali
orizzontali renderanno possibile il lavorare efficacemente per progetti;
•
espressione di professionalità e progressivo miglioramento dei
servizi attraverso l'ottimizzazione delle strategie, delle strutture, delle
tecnologie e delle soluzioni organizzative adottate e attraverso un
rapporto costante con le esigenze degli utenti.
• Si deve considerare che a fronte di un patrimonio straordinariamente
ricco, ci si trova di fronte ad un territorio relativamente povero di
modelli nell'offerta turistica, povero di nuove figure professionali
necessarie per far evolvere la realtà turistica, povero in relazione al
fabbisogno di riqualificazione delle figure esistenti in relazione alle
nuove regole del lavoro e nello stesso tempo alla richiesta di stabilità
occupazionale.
Un particolare elemento su cui far leva è quello della formazione che non
deve essere
finalizzata al solo apprendimento di funzioni, ma anche al lavoro di
gruppo, a far crescere la consapevolezza degli obiettivi organizzativi e dei
valori da sostenere e da difendere.
Un fattore d'importanza decisiva è l'utilizzo di forme di assunzione di
personale
mediante contratti diversi da quello dei dipendenti di
ruolo. Ciò permette di porre in essere meccanismi d'incentivazione del
personale e di miglioramento delle performance, maggiormente basate
sulla motivazione.
Un terzo elemento è dato dal coinvolgimento dei volontari che può
rappresentare un'opportunità straordinaria per il miglioramento del livello
dei servizi erogati.
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The Tourism Company
202
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
•
approccio ai problemi puntando costantemente all'integrazione. Il
Parco infatti è strutturalmente un laboratorio d'integrazione e sinergia e
come tale deve organizzare il suo staff per promuovere, organizzare e
monitorare l'integrazione fra le diverse discipline, fra i diversi operatori,
fra le diverse istituzioni , fra i diversi territori, per incrementare sempre
più il grado di sinergia raggiunta.
3.5.3. Dalla fase di avvio alla fase di regime
A tali principi sono legate le specifiche abilità di cui occorre dia prova il
management del Parco e che possono essere sintetizzate nella
conoscenza del territorio, nella capacità di ascolto e di
organizzazione per priorità dei problemi emergenti, di costruzione
della filiera turistica, di ottimizzazione delle relazioni e mediazione dei
conflitti, di comunicazione e promozione della visibilità delle azioni
svolte e degli obiettivi da raggiungere.
Attualmente, l'organigramma del Parco evidenzia una struttura non
coerente con un'organizzazione che si proponga di operare in condizioni
di efficacia ed efficienza. Esso denuncia, infatti, una struttura più adeguata
alla fase di avvio del Parco che non alla fase di regime, ad una fase in cui
ogni ruolo corrispondeva ad un servizio e l'insieme dei ruoli concorreva a
formare un organigramma snello e interrelato al suo interno. E tale
struttura era tanto più adeguata quanto più il compito di animazione sul
territorio era esternalizzato alle Case del Parco. Queste erano state
costituite (oltre che per dar vita ad un processo di animazione del territorio
basato sui giovani) per articolare piccole strutture, una per ogni Comune,
cui il Parco delegasse parte di suoi compiti, evitando il rischio di costruire
un Ente ricco di personale per le funzioni amministrative in un territorio
quanto mai bisognoso di risorse umane attive localmente.
Il Parco, cui restava il compito della programmazione e della valutazione
delle attività e della formazione delle cooperative giovanili che gestivano
le Case del Parco, poteva essere dotato di un organigramma snello con
personale per lo più con funzioni direttive.
A distanza di qualche anno il quadro in cui il Parco si muove è
sostanzialmente cambiato: le Case del Parco da elementi strutturali del
Parco sono diventate degli elementi di sistema del territorio (e questo
fatto sottolinea l'innovatività e la fecondità del progetto originario) e
contemporaneamente sono state poste le basi per un'attività
imprenditoriale autonoma. In tal modo il Parco può sì esternalizzare
ancora alle Case del Parco le attività di informazione relative al territorio e
alle finalità del Parco, può diffondere e vendere i suoi gadget, può avere
un supporto per le attività di rappresentanza alle fiere e nei convegni, può
eventualmente contare sulle Case del Parco per servizi aggiuntivi
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The Tourism Company
203
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
(monitoraggio delle aree critiche, servizio d'interpreti…), ma deve svolgere
in prima persona una serie di compiti previsti dallo Statuto, con un
organigramma deficitario rispetto alle finalità istituzionali 24.
Se i prossimi concorsi per la pianta organica consentiranno di superare in
parte il deficit, è pur vero che già emerge un insufficiente
dimensionamento qualitativo e quantitativo delle piante organiche. Ciò è
da mettere in relazione soprattutto con la forte crescita della domanda
turistica, ma anche con la necessità di disporre di diversi profili
professionali più aderenti alle nuove tipologie di offerta turistica richieste
dal mercato (come ad esempio il pianificatore dell'esperienza dei turisti,
l'animatore della filiera turistica, il mediatore dei conflitti, l'operatore
addetto alla qualificazione e gestione ecologica dei servizi turistici, il
comunicatore con il territorio, il progettista ed utilizzatore dei finanziamenti
disponibili,
l'animatore di partenariati …) Occorrerebbe una specifica rilevazione sugli
attuali carichi di lavoro e sui fabbisogni dei profili professionali più urgenti
per poter dimensionare correttamente la richiesta di un adeguamento della
pianta organica.
L'arricchimento della pianta organica e un più maturo orientamento
ai principi sopra enunciati da parte del management , costituisce una
priorità assoluta dell'Ente Parco e del suo territorio.
24
Le finalità statutarie del Parco sono:
tutelare, valorizzare, estendere le caratteristiche di naturalità integrità territoriale e ambientale
salvaguardare le aree suscettibili di alterazione e i sistemi di specifico interesse naturalistico
c) conservare e valorizzare il patrimonio storico, culturale e artistico
realizzare un modello di sviluppo sostenibile, favorendo e riorganizzando le attività economiche
tradizionali, in particolare quelle agricole, zootecniche, forestali, e artigianali e promovendo lo sviluppo
di attività integrative e turistiche compatibili con le sue finalità
e) promuovere attività di ricerca scientifica e di educazione ambientale.
a)
b)
c)
d)
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
204
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
3.5.4 Gli indicatori
Indicatori, punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce
desunti dall’Intervista di gruppo al Parco
INDICATORI
-capacità
di
rispondere
alla
domanda
di
vivere
valori
legati
alla
sostenibilità
(anziani, portatori
di
handicap,
scuole...)
-capacità
di
creare domanda
attraverso
proposte
efficacidi
comunicazione
dei valori del
Parco
-capacità
di
tutelare
l’autenticità
(attenzione alla
fragilità,
riqualificazione
ambientale)
-capacità
di
costruire
i
linguaggi
e
i
modelli
della
sinergia
nel
territorio
PUNTI DI FORZA
-Lavori in corso per
nuove
strutture
(GrandeAnello
dei
Sibillini….)
- Competenze
acquisite da alcuni
operatori turistici, dalla
rete di giovani, dalle
CdP, dalle Guide, dai
CEA
-Progetti e servizi
innovativi...
in
collegamento
a
progetti nazionali e
transnazionali (APE,
Carta Euopea Tur.
Sost,
Piano
per
l'interpretazionePiano
del Parco…)
Associazione Cultura Turismo Ambiente
The Tourism Company
PUNTI DI DEBOLEZZA
-Assenza di sinergia con le
Istituzioni (conflittualità dei
Comuni, separatezza delle
Province, antagonismo delle
Comunità Montane)
-Organigramma
debole
(scarsità
numerica
dei
dipendenti
e
di
profili
professionali
manageriali,
orientamento non adeguato
agli obiettivi del Parco) con
conseguenze nell' assenza di
visibilità del Parco nel territorio
205
RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini
OPPORTUNITA'
La
Carta
Europea
del
turismo
sostenibile come
Opportunità per
costruire
un
management del
Parco in grado di
dare indirizzi,
stimolo, supporto
al territorio nel
settore del ts
MINACCE
-Orientamento
burocratico
(assolvimento
delle
mansioni e non dei
problemi,
estraneità
del territorio dalla
mission del Parco,
mancanza
d'integrazione fra gli
Enti,
scarsa
attenzione
alle
esigenze degli utenti)
-Cambiamento
del
quadro
politico
a
livello nazionale
SFIDE
Il Parco come laboratorio di
modelli di sinergia
da esportare anche fuori
dell’area
come
unica
possibilità di sviluppo e
valorizzazione del territorio
In base agli obiettivi per il turismo nel Parco emersi dall'intervista, nella
tabella vengono identificati quattro macro-indicatori ed in particolare la
capacità del Parco a rispondere alla domanda di target privilegiati quali
ragazzi, anziani, portatori di handicap, la capacità di creare nuove
modalità di fruizione dei valori di un territorio, la capacità di prevenire
modalità di consumo selvaggio o di banalizzazione delle risorse, la
capacità di costituire un laboratorio di sinergia (e, quindi, secondo l'ipotesi
di Middleton, di creare con il concorso di tutti i Soggetti dei prodotti turistici
di elevata qualità in grado di valorizzare il territorio e di incrementare il suo
sviluppo economico).
Per quanto riguarda il primo indicatore, si stanno predisponendo, ma
sono ancora in costruzione alcune significative strutture (parte del
Grande Anello dei Sibillini sarà fruibile anche da parte di portatori di
handicap…); in relazione alla capacità di creare nuove modalità di
fruizione turistica, il Parco ha come punti di forza una rete di Case del
Parco, un'Associazione di Guide Interpreti del territorio, un insieme di
Centri di Educazione Ambientale che appaiono ben rispondere alla
domanda esistente, i cui programmi periodicamente aggiornati sono diffusi
tramite sito Internet, un Centro dei 2 Parchi che farà della formazione degli
operatori un'attività centrale …; in relazione al terzo indicatore, si sta
definendo nel Piano del Parco la zonizzazione e le soglie di attenzione e
attraverso
altri documenti attualmente in elaborazione (Piano per
l'interpretazione e Strategia del turismo sostenibile), si sta lavorando per
definire in modo condiviso dal territorio criteri e modelli di fruizione; in
relazione al quarto indicatore si evidenziano i più gravi punti di debolezza
nell'insufficiente sinergia fra Parco ed Istituzioni (conflittualità dei Comuni,
separatezza delle Province, antagonismo delle Comunità Montane) e nella
scarsa visibilità del Parco nel territorio, riconducibile ad un organigramma
inadeguato sia per scarsità numerica e di profili professionali che per una
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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oggettiva difficoltà a scardinare i meccanismi che rendono rigida e lenta
l'organizzazione complessiva.
La Carta Europea potrà costituire un'opportunità significativa ai fini dello
sviluppo e valorizzazione del territorio, se riuscirà a avviare un laboratorio
di sinergia fra le Istituzioni che, a sua volta, potrà strutturarsi solo a
partire da un ruolo centrale svolto dal management del Parco nello
stimolare e organizzare, “il lavorare insieme “ verso la crescita del turismo
del Parco.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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3.6. L'immagine sintetica del territorio sulla base delle rilevazioni
qualitative svolte
Se la sinergia sulla base dell'ipotesi di partenza del Rapporto Diagnostico
permette di costruire la qualità del sistema turistico e, di conseguenza, il
posizionamento sul mercato, lo sviluppo economico e la valorizzazione del
territorio, quali strumenti sono necessari per darle concretezza e quali
risultati è possibile aspettarsi dalla fase di avvio di un processo che punti
ad ottimizzare la sinergia?
Nella tabella sono presentate le parole chiave relative alla relazione fra i
diversi interlocutori e il Parco, gli strumenti concreti che possono far
evolvere la situazione, caratterizzata da una generale frammentazione di
risorse, perché costituiscono delle modalità sistematiche di dialogo, i
risultati attesi che è possibile aspettarsi dalla fase di avvio di un processo
che punti ad ottimizzare la sinergia, nell'ipotesi che questa (sulla base del
modello assunto da Middleton) costituisca la più efficace via di sviluppo
economico e valorizzazione del territorio.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Tabella 6 SINERGIA E SOGG
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SOGGETTI DEL TERRITORIO CON CUI REALIZZARLA
INTERLOCUTORI
Sindaci
Province
Comunità Montane
Case del Parco
Parco
FENOMENI ATTUALI
STRUMENTI
RISULTATI ATTESI
Conflittualità-risorsa
Incontri di ascolto e Fronte comune su
comunicazione
-iniziative contro lo spopolamento
-Grande Anello dei Sibillini: come integrare i 3 versanti e gestire i
flussi turistici
-Progetto integrato dei Centri Visita
Sinergia potenziale
Osservatorii
-Creazione degli osservatori con tre funzioni di promuovere la
provinciali sul Parco
visibilità, di diffondere valori e linguaggi, di verificare dove
esportare i modelli di sostenibilità
-Progetto integrato sulla qualità delle strutture ricettive
Mancata integrazione Strumenti
di -Progetto pilota sul ruolo delle C.M. nella costruzione della filiera
accompagnamento
turistica
delle filiere turistiche
-Progetti sulla def. e gest. dei marchi di qualità
Partner del Parco
Partner del territorio
-Business plan per essere più efficaci
-Aggregarsi per essere più riconosciuti
La Carta Europea del Laboratorio di sinergia Progetto management: pianificazione e dotazione di
un
turismo
sostenibile
organigramma adeguato per profili professionali e per principi
come opportunità di
organizzativi a stimolare il lavorare in sinergia
costruire la sinergia
con le Istituzioni e gli
operatori
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QUARTA PARTE
4.
L'ELENCO DEI PUNTI DI FORZA
DELLE MINACCE.
,
DI DEBOLEZZA, DELLE OPPORTUNITÀ E
Obiettivo di questa area di riflessione è quello, dopo aver combinato fra
loro i risultati di ogni singola parte, di tradurre la sintesi prodotta, come
prevede la Carta Europea del turismo sostenibile, in un elenco di punti di
forza, di punti di debolezza, di opportunità (politiche, finanziarie,
organizzative…) e di minacce esistenti che la Strategia del turismo
sostenibile dovrà assumere per definire obiettivi strategici, azioni, risorse,
organizzazione e indicatori di valutazione per l'applicazione della Carta
Europea nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
La valutazione di sintesi, che è stato possibile costruire valorizzando il
patrimonio informativo delle molteplici fonti
presentate nelle parti
precedenti del Rapporto, può tradursi nel seguente elenco di punti di
forza, di debolezza, di minacce di opportunità :
Punti di forza:
• Ricchezza del patrimonio naturale, culturale, etnologico, sociale
• Differenziazione delle risorse fra i 3 versanti del Parco e fra le 4
stagioni
• Elementi di unicità (fra cui specie faunistiche e floristiche, mito della
Sibilla, manoscritti di Leopardi, Centro dei 2 Parchi…)
• Rinomanza di alcuni prodotti gastronomici
• Felice ubicazione geografica (non lontana da destinazioni turistiche di
forte richiamo)
• Attualità del mercato turistico, anche se solo in fase di avvio (crescita
della domanda negli ultimi 5 anni, presenza degli stranieri nella zona
Norcia-Preci…)
• Processo di pianificazione del Parco in fase di conclusione
• Scelte strategiche coraggiose (voler puntare sui giovani tramite Case
del Parco, CEA, Associazione Guide, giovani imprenditori…)
• Comunicazione istituzionale efficace
Punti di debolezza:
• Elevata stagionalità della domanda
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•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Insufficiente e non coordinata attività promozionale e commerciale
Carenza di ristoranti tipici, di servizi dedicati allo svago, di artigianato
tipico
Scarsa disponibilità di trasporti pubblici (un pullman alla settimana per
Castelluccio!)
Modesta qualificazione dei servizi turistici (ritardo nei marchi di qualità
per le strutture ricettive, scarsa formazione professionale…)
Assenza di regolamentazione nella gestione dei visitatori e aree
sottoposte a flussi superiori alla loro capacitò di carico
Assenza di segnaletica turistica nelle direttrici di immissione al Parco
Presenza di elementi d'impatto ambientale ed incoerenti con il territorio
Mancanza di sinergia fra le Istituzioni
Frequenti elementi di conflittualità-dissidio a livello politico ed operativo
Poca visibilità dei progetti in atto del Parco (Grande Anello, Anello
Bike, segnaletica, sentieristica…)
Opportunità:
• Incentivi economici a livello europeo, nazionale, regionale
• Carta europea come strumento per distinguersi a livello europeo
• Apertura di nuovi servizi (Grande Anello, Anello bike, Rifugi, Parco per
tutti, Museo Antropogeografico di Amandola…)
• Istituzione a livello nazionale della Compagnia dei Parchi come tour
operator delle aree protette
• Possibilità di attivazione del ruolo del Parco come laboratorio di
sinergia e catalizzatore del territorio (grazie anche ai concorsi per
pianta organica…)
Minacce:
• Prevalere dei dissidi , permanenza dei campanilismi, difficoltà a creare
partenariati
• Lentezza nel processo di maturazione del settore turistico e maggiore
competitività di altre aree
• Scarso riconoscimento del ruolo dei giovani, demotivazione delle leve
giovanili ed ulteriore spopolamento del territorio
• Banalizzazione delle tradizioni e sparizione dei mestieri e dei prodotti
autentici
• Perdita di attrattiva e di naturalezza del patrimonio
• Atteggiamento burocratico delle Istituzioni, mancanza di ascolto e di
orientamento alla risoluzione dei problemi
• Scarsa valorizzazione del patrimonio delle attrattive del territorio e
delle strutture turistiche
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Sulla base dell'elenco presentato e nell'ipotesi che il modello assunto da
Middleton costituisca la più efficace via di sviluppo economico e di
valorizzazione del territorio, è necessario accelerare un processo che
armonizzi le relazioni del territorio, in una situazione fortemente
penalizzata da una frammentazione disorganica delle risorse.
A tal fine, in relazione alle rilevazioni qualitative svolte nel territorio che
hanno coinvolto gli attori istituzionali locali, nella tabella 1, pagina
seguente, sono presentate le parole chiave relative alla relazione fra i
diversi interlocutori e il Parco e gli strumenti concreti che possono
incrementare la qualità del
tessuto relazionale.
La sfida principale che il Parco deve porsi nei prossimi cinque anni, nel
periodo cioè di attuazione della strategia del turismo sostenibile, è quella
di cogliere le potenzialità del turismo nel creare benefici per le comunità
locali e per l'economia, facendo leva sulle specifiche qualità dell'ambiente
e del patrimonio di risorse del territorio e , nello stesso tempo, sulla
capacità del Parco in quanto area protetta di attrarre flussi turistici.
Tuttavia ciò esige un forte cambiamento della qualità dell'offerta turistica e
del modo in cui tale offerta viene presentata e promossa. Con questo
orientamento, l'elenco dei punti di forza, di debolezza, le opportunità le
minacce specifiche per il territorio del Parco Nazionale dei Sibillini
segnano la rotta da seguire per la definizione della Strategia.
La Carta Europea per il turismo sostenibile -predisposta da Europarc su
commissione dell'Unione Europea- che il Parco Nazionale dei Monti
Sibillini, fra i primi Parchi in Europa, ha sottoscritto per arrivare ad un
equilibrio fra le necessità dell'ambiente e quelle dei visitatori e della
comunità locale costituirà effettivamente una pietra miliare nella storia del
Parco?
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Tabella 1. Il percorso verso la sinergia
INTERLOCUTORI
Sindaci
Province
Comunità Montane
Case del Parco
Parco
FENOMENI
STRUMENTI
RISULTATI ATTESI
ATTUALI
Conflittualità- dissidio Incontri di ascolto e Fronte comune su
comunicazione per - iniziative contro lo spopolamento
promuovere sinergia - Grande Anello dei Sibillini: come integrare i 3 versanti e
gestire i flussi turistici
- Progetto integrato dei Centri Visita
Sinergia
solo Osservatori
- Creazione degli osservatori con
funzioni di
potenziale
provinciali sul Parco promuovere la visibilità, di diffondere valori e linguaggi,
di verificare dove esportare i modelli di sostenibilità
- Progetto integrato sulla qualità delle strutture ricettive
di - Progetto pilota sul ruolo delle C.M. nella costruzione
Mancata integrazione Strumenti
accompagnamento
della filiera turistica
delle filiere turistiche - Progetti sulla definizione e la gestione dei marchi di
qualità
Partner del Parco
Partner del territorio -Business plan per essere più efficaci
-Aggregarsi per essere più riconosciuti
La Carta Europea del Laboratorio
di Progetto management: pianificazione e dotazione di un
turismo
sostenibile relazioni sinergiche
organigramma adeguato per profili professionali e per
come opportunità di
principi organizzativi a stimolare il lavorare in sinergia
costruire la sinergia
con le Istituzioni e gli
operatori
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PARTE QUINTA
5.
LE TENDENZE DEL MERCATO TURISTICO
5.1
Dal turismo ai turismi
Negli ultimi decenni è avvenuta una radicale trasformazione dei consumi
turistici, sia sotto il profilo quantitativo che sotto quello qualitativo. Se negli
anni 50’andare in vacanza era ancora un fenomeno elitario (ci andava
solo il 13% della popolazione), oggi riguarda almeno il 55% della
popolazione. Non solo. Negli anni cinquanta si andava in vacanza
mediamente una volta l’anno per un lungo periodo oggi, invece, il turista
tipo preferisce diversificare i periodi di vacanza e le occasioni di svago.
Inoltre, accanto ai turismi delle destinazioni storiche (mare, lago e
montagna), nuove destinazioni trovano spazi favorevoli nelle scelte dei
turisti.
Il cambiamento è tale che parlare di “turismo” è diventato anacronistico.
Oggi si parla di “turismi”. Turismo culturale, turismo verde, turismo rurale,
turismo scolastico, turismo archeologico, ecoturismo, ecc.. sono solo
alcune tipologie di turismo introdotte dalla letteratura scientifica e
divulgativa. Alla base di queste classificazioni ,che hanno solo una
valenza didascalica, c’è un aspetto fondamentale per leggere la
complessità del fenomeno turistico contemporaneo: la motivazione.
L’evoluzione recente del turismo non riguarda solo gli aspetti quantitativi,
quanto i cambiamenti delle motivazioni alla base del desiderio di fare
vacanza. Motivazioni che non hanno carattere esclusivo. E’ difficile che
esistano forme uniche di turismo. Si può partecipare ad un congresso, ma
poi utilizzare parte del tempo disponibile per visitare un museo. Si può fare
agriturismo, ma fare anche turismo culturale. Si deve quindi correttamente
parlare di motivazione prevalente.
Le principali tendenze riguardano l’incremento delle motivazioni artistiche
e culturali, il peso crescente della componente ambientale, la
valorizzazione di forme alternative di fare vacanza. E’ in questo contesto
che le aree protette stanno diventando un luogo privilegiato dove
trascorrere le vacanze.
Osservato dal lato del processo produttivo, il turismo appare come un
settore economico complesso, un sistema costituito dall'integrazione di
attività infrastrutturali, produttive e di servizio. Esso rappresenta, ormai, la
principale attività economica a livello globale. Il turismo, infatti,
• sposta 5 miliardi di persone ogni anno (oltre 600 milioni verso
l’estero),
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•
occupa 230 milioni di persone a livello mondiale (1 ogni 15
lavoratori in tutto il mondo)
• è destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi decenni,
favorito dallo sviluppo di trasporti e comunicazioni (stime dell’OMT
indicano una crescita del 5-6% degli arrivi internazionali fino al 2010).
Dell’intero movimento l’Europa copre il 60%, occupando oltre 22 milioni
di persone, con un’incidenza delle attività turistiche sul PIL europeo pari al
14%.
L’Italia attira il 5,5% dell’intero flusso, con circa 33 milioni di arrivi
ogni anno. (FONTE: OMT)
Nel 1998, anno cui si riferiscono i dati disponibili più aggiornati, l’industria
dei viaggi e del turismo in Italia ha consolidato la sua posizione
nell’economia italiana, registrando un incremento del fatturato nominale
del 3,8% e dell’1,6% di quello reale.
• 134 mila i miliardi di fatturato (consumi turistici), pari al 11% dei
consumi interni e al 6,7% del Pil
• 234 mila miliardi (il 20% del Pil) se si comprendono anche gli
investimenti infrastrutturali, cioè quelli effettuati dalle imprese in
beni capitali e per viaggi d’affari nonché le spese sostenute dalle
autorità governative
• 112.814 miliardi di valore aggiunto attivato dai consumi turistici
che oscilla intorno al 5,7% dell’intero valore aggiunto del Paese.
• 2 milioni gli occupati nel settore (8,8% dell’occupazione totale)
(FONTE: NONO RAPPORTO SUL TURISMO ITALIANO, 2000)
Sarebbe a dire che è pari a oltre il doppio di quello generato dall’industria
alimentare e dal settore agricolo e circa l’84% del valore aggiunto di uno
dei volani della economia italiana, il comparto tessile-abbigliamento-pellicuoio e calzature.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è compreso in un’area che interessa
le Regioni Umbria e Marche e le province di Perugia, Ascoli Piceno e
Macerata.
Nel 1996
• 4.331 i miliardi di fatturato prodotti dalle attività turistiche
all’interno delle regioni ( il 4,5% del fatturato turistico nazionale),
di cui 1.401 miliardi in Umbria e 2.940 nelle Marche.
• 854.010 miliardi di valore aggiunto attivato dai consumi turistici
nelle due regioni
• Nella Regione Umbria la domanda turistica attiva il 33,4% del
valore aggiunto regionale, mentre nella Regione Marche tale
quota è del 30%
• Nel 1998 sono stati circa 15 milioni le presenze rilevate
ufficialmente nelle due regioni, di cui 3,6 milioni nella Regione
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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Umbria, 11,4 milioni nella Regione Marche (FONTE:
RAPPORTO SUL TURISMO ITALIANO, 2000)
NONO
5.1.1. Il turismo verde
Il “Parco” è cambiato in questi anni. Dalle finalità di mera conservazione di
specie particolari si sposta verso una progressiva antropizzazione. Grazie
a questo cambiamento, il parco e il suo indotto stanno acquistando un
crescente valore economico, spesso cruciale per una economia locale.
Negli Stati Uniti, il paese con la più lunga tradizione nella gestione dei
Parchi si calcola che il solo biglietto (che costa dai 3 ai 5 dollari) di 270
milioni di visitatori produce un incasso di circa un miliardo di dollari. Se a
questo si aggiunge anche l’indotto, l’economia generata dal parco sfiora i
100 miliardi di dollari, una cifra che rappresenta il 2% del PIL USA.
Nel dibattito sul tema dello sviluppo economico dei parchi si inserisce il
turismo, un settore il cui impatto economico, già di per se rilevante è,
come si è avuto modo di vedere, in crescita.
La quantificazione dell’economia generata dal turismo dei parchi è ancora
controversa. La mancanza di dati precisi, ma soprattutto la difficoltà a
concettualizzare un turismo da alcuni definito “verde”, da altri
“naturalistico”, da altri ancora “alternativo”, rendono difficili i tentativi di
quantificazione del fenomeno.
Tuttavia, al fine di circoscrivere il problema si può affermare che c’è una
relazione stretta tra turismo nei parchi e “turismo verde”, cioè quella forma
di turismo che ha come motivazione principale il contatto con la natura e i
luoghi naturali.
Secondo alcune stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo il
“turismo verde” genera il 7% della spesa turistica mondiale( Lindberg,
1997). Il World Resources Institute (1990) ha condotto alcune ricerche
secondo le quali il tasso di crescita medio annuo del turismo legato alla
natura si situa tra il 10 e il 30%, mentre il turismo, inteso nella sua
globalità presenta tassi di poco superiori al 4%. Dati, questi ultimi,
indirettamente confermati da una ricerca americana che ha analizzato un
campione di Tour Operator che trattano destinazioni ecoturistiche nel
Pacifico. Negli ultimi anni, infatti, il tasso di crescita dei viaggi organizzati
dai Tour Operator in questione è aumentato del 25% (Lindberg, 1997).
In Italia, le regioni che hanno aumentato di più le quote di afflusso turistico
sono proprio le regioni a più alto indice di naturalità: Valle d’Aosta +117%,
Trentino +150%, Sardegna +159%, Umbria +246% (Compagnia dei
Parchi, 2000).
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A questo aumento di domanda è corrisposto un aumento di offerta che ha
portato, secondo dati Agriturist, da 80 a 8.000 gli operatori agrituristici
presenti su territorio nazionale. (Compagnia dei Parchi,2000)
L’indagine Istat sulle vacanze degli italiani, condotta su un campione
statistico di 16.000 famiglie, riporta che il 22% delle preferenze
complessive vanno verso quelle località che possono definirsi
“ecodestinazioni”.
Alcune ricerche riferiscono che il trend del turismo verde è in crescita
anche in Italia con un tasso medio annuo fino al 2005 del 3% (Giuliano,
1996,rit).
Le stime più recenti quantificano il “turismo verde” italiano in 186 milioni di
presenze complessive (il dato si riferisce alle presenze stimate, che
tengono conto di dati non ufficialmente rilevati, Cresme), che equivalgono
ad un giro d’affari di 13.642 miliardi di lire, l’11,22% del mercato turistico
complessivo. A conferma di ciò, le statistiche relative al turismo verde in
Francia, che si basano su un sistema di contabilità ambientale più evoluto
di quello italiano, riportano dati i cui valori sono vicini a quelli italiani: il
turismo verde rappresenta in Francia il 25% delle presenze e il 10% del
consumo turistico interno.
IL MERCATO DELL’ECOTURISMO IN ITALIA
11,2% del fatturato di tutto
mercato turistico
Presenze totali in Italia (in milioni)
Presenze turismo "ambientale" (in milioni)
(a) Stima del fatturato (in Euro)
(b) Stima fatturato aggiuntivo alloggi privati (in Euro)
(c) Stima fatturato con alloggi privati e seconde case (in Euro)
Totale giro d'affari turismo "ambientale" (a+b+c) (in Euro)
Con alloggi
privati e
Valore
Con alloggi privati seconde
ufficiale
in affitto
case
289,4
395,8
845,6
63,7
87,0
186,0
3.967.421,9
782.948,7
2.295.650,9
7.045.505,0
(Fonte: Turismo, Ambiente e Comunicazione delle aree protette
italiane, CARSA edizioni)
Secondo una indagine realizzata dall’ISAFA25 di Trento nel 1993, il 40%
delle visite che ogni italiano fa in media nelle aree naturali sono effettuate
25
La stesura di questo paragrafo si basa sui dati che emergono da una ricerca condotta dalla Compagnia dei
Parchi (Turismo, ambiente e comunicazione delle aree protette, a cura di Federico della Puppa e Sandro
Polci. 2000).
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nei parchi e nelle aree protette. Questo dato consente di stimare, in modo
approssimativo, che i parchi e le aree protette in Italia generano un giro
d’affari di circa 6.000 miliardi. Infatti, se si considera che il turismo
ambientale complessivamente rappresenta ogni anno un insieme di 186
milioni di presenze, le presenze turistiche nei parchi e nelle aree protette
si possono stimare in circa 74,4 milioni.
Il che equivale a dire che, se si utilizza come moltiplicatore di attivazione
economica di ogni singola visita un valore medio che oscilla tra le 65 e le
80 mila lire, si giunge alla conclusione che il sistema delle aree protette è
capce di produrre attraverso le attività turistiche un giro di affari compreso
tra i 5.000 e i 6.000 miliardi di lire.
Questo dato è anche confortato utilizzando un altro metodo di stima. In
base ai risultati di alcune ricerche effettuate nel Parco Nazionale degli
Abruzzi, è emerso che, in media, ogni ettaro di Parco, “produce” dal punto
di vista turistico 2,5 milioni di giro d’affari. Utilizzando questo valore come
un moltiplicatore rappresentativo, e moltiplicandolo per il numero di ettari
complessivi delle aree protette (circa 2.230.000), si giunge alla
conclusione che l’economia turistica generata dai parchi e dalle aree
protette è pari a 5.600 miliardi di lire.
I benefici economici si trasmettono a quelli occupazionali. Si calcola che
soltanto sul versante amministrativo, l’occupazione generata nel caso in
cui le amministrazioni delle aree protette funzionassero a pieno regime
sarebbe di circa 15 mila addetti.
Dal punto di vista più marcatamente turistico, qualora si utilizzi uno
stimatore prudenziale che vede un addetto ogni 80 milioni generati
dall’economia turistica, si giunge alla conclusione che già oggi la
valorizzazione turistica dei parchi attiva 65 mila addetti.
4%
del mercato
turistico
italiano
complessivo
6.000 miliardi di Lire
43%
del mercato
ecoturistico
italiano
Fonti dati: Compagnia dei Parchi, Turismo, ambiente e comunicazione
Fonte immagine: www.cts.it/parchionline/parchi.htm
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5.2.
L’impatto Economico del turismo nei Monti Sibillini
Per stimare il valore economico (il giro d’affari) messo in moto
dall’economia turistica del Parco si è proceduto inizialmente a rilevare le
presenze turistiche. Quelle ufficiali, il movimento turistico rilevato nelle
strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, sono state rilevate (nel
1998) in 523.000 di cui 482.000 italiani e 41.000 stranieri.
La differenziazione tra italiani e stranieri è importante in quanto diversa è
la loro capacità di spesa. Secondo le stime riportate nell’ultimo IX
Rapporto sul Turismo Italiano la spesa media per presenza di un turista
italiano è di 130.000 Lire, mentre quella di un turista straniero è di Lire
170.000. Questa composizione di spesa ha delle differenze a seconda
delle Regioni, ma le medie delle due Regioni all’interno delle quali ricade il
territorio del Parco, confermano il dato medio nazionale. Tuttavia, come
suggerito nel VII Rapporto sul Turismo Italiano, in base agli scostamenti
della spesa calcolati nelle diverse destinazioni turistiche ricadenti nelle
aree protette, si ritiene opportuno moltiplicare il livello della spesa media
per un coefficiente di trasformazione pari a 0,86.
Nelle aree protette, quindi, il valore dei consumi turistici medi per
presenza degli stranieri diventa quindi di 140.000 mentre quello degli
italiani è pari a 112.000. Questi valori, moltiplicati per le presenze ufficiali
censite nel Parco dei Monti Sibillini, producono un giro d’affari legato ai
consumi turistici di circa 70 miliardi di lire. Tenuto conto che in media
nazionale, ogni 1000 spese in attività turistiche nel 1998, danno vita ad un
valore aggiunto di circa 840 lire, e che tale valore aggiunto nelle regioni
Umbria e Marche è calcolabile in 740 lire, si arriva a stimare che il valore
aggiunto direttamente e indirettamente attivato dalla domanda
turistica è pari a circa 51 miliardi.
In conclusione il valore economico attivato dal movimento turistico ufficiale
è pari a 121 miliardi di lire.
A questa rilevazione sfugge però una componente essenziale della
domanda turistica del Parco Nazionale dei Monti Sibillini: quella che
alloggia nelle seconde case o negli appartamenti e camere date in affitto.
Secondo stime effettuate annualmente per il IX Rapporto Italiano del
Turismo la domanda turistica non rilevata rappresenta il 65% di quella
totale in Umbria e il 45% nelle Marche. La particolare tipologia di turismo
presente nel Parco, si ritiene sia più vicina ai valori stimati per la Regione
Umbria che non quelli della Regione Marche. Si presume, infatti, che il
65% della domanda turistica totale del Parco sia non rilevata. In altri
termini, a fronte di circa 523 mila presenze ufficiali si stimano circa 863
mila presenze non rilevate. Di queste, si può affermare, il 70% si
distribuiscono nelle seconde case, mentre un 30% negli alloggi privati dati
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in affitto. Tenuto conto che secondo le stime del COSES, la spesa media
giornaliera per presenza negli alloggi privati è pari a 65 mila lire e quella
nelle seconde case è pari a 45 mila lire, si giunge a stimare un giro
d’affari, generato dai consumi turistici della domanda “non rilevata”
pari a circa 44 miliardi (che genera direttamente e indirettamente un
valore aggiunto di circa 32 miliardi).
Concludendo i consumi turistici generano nel parco un valore economico
pari a 110 miliardi, al quale sia aggiungono 83 miliardi di valore aggiunto.
Con i dati ottenuti si può azzardare qualche ipotesi di valutazione
dell’occupazione generata dall’economia turistica del Parco. A tal fine si
ricorrerà all’uso di semplici stimatori. Si tratta dei valori di attivazione di un
posto di lavoro in condizioni labour intensive, come quelle di un parco
naturale, che possono presentare due valori di riferimento:
da 60 milioni per addetto, riferito alle tipologie di lavoro a bassa
specializzazione
a 100 milioni per addetto, riferito a lavori ad alta specializzazione,
come ad esempio quelli del settore ristorativo
Utilizzando come dato di riferimento i 110 miliardi di fatturato stimato si
giunge alla conclusione che allo stato attuale il turismo da occupazione nel
parco, nell’ipotesi peggiore a 1100 persone, nell’ipotesi migliore a
1700.
Si consideri che, secondo i dati statistici ufficiali, gli addetti al settore
turistico (alberghi, ristoranti, commercio) nel Parco sono circa 1100.
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5.3.
Un possibile modello di segmentazione del mercato turistico nel
PNMS
La segmentazione del mercato è una azione analitica e metodologica per
l’identificazione di un gruppo omogeneo di turisti dal punto di vista dalle
esigenze da soddisfare e delle risorse disponibili.
La segmentazione di un mercato turistico è alla base di una scelta
strategica di non considerare il mercato in modo indifferenziato. Una
scelta coerente con l’impostazione teorica della Carta del turismo
durevole. I criteri di segmentazione cui sovente si ricorre sono di carattere
demografico, geografico e psicologico.
Questo capitolo riporta, in parte, le analisi effettuate da Paolo Ramazzotti
e Stefania Vico per la individuazione delle politiche di valorizzazione dei
centri storici in declino (Politiche strumenti e progetti per la valorizzazione
dei centri storici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; le politiche, a cura
di Paolo Ramazzotti e Stefania Vico).
Anziani
I comuni del Parco si trovano ad un’altitudine solitamente compresa fra i
600 e i 1000 metri, adatta ai soggiorni di persone che soffrano di problemi
di ipertensione, come spesso avviene agli anziani.
Gli anziani sono raggruppabili in due gruppi:
a) privati
b) persone che partecipano ai programmi estivi di soggiorni per
anziani organizzati dai comuni e dai dopolavori.
La distinzione fra i due gruppi è importante: se è difficile rivolgersi ai
privati, ben più facile può essere attivarsi per partecipare alle iniziative
promosse dagli organismi in questione. Inoltre, i soggiorni estivi per
anziani vengono solitamente organizzati fuori dai periodi di punta delle
vacanze. Ciò permetterebbe di integrare forme diverse di turismo,
allungando il periodo di afflusso turistico complessivo.
Famiglie
Famiglie con giovani (adolescenti e bambini) - L’area si presta ai soggiorni
estivi di famiglie con bambini e ragazzi. E’ ragionevole ritenere, invece,
che i giovani che abbiano l’età per muoversi da soli, sia pure solo per le
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vacanze, nutrano scarso interesse a trascorrere un lungo periodo nei
comuni del Parco, salvo che rientrino in una delle nicchie che seguono.
Disabili
Non si tratta di una fascia di mercato particolarmente grande. L’assenza
generale di infrastrutture riscontrabile in molte località turistiche fa di
questo segmento della popolazione una fascia di mercato sulla quale è
possibile puntare. Per quel che riguarda le difficoltà fisiche, i disabili sono
equiparabili agli anziani. In generale, invece, li si potrà considerare alla
stessa stregua dei coetanei non disabili. Come per gli anziani, occorre
pensare a iniziative rivolte non solo ai privati ma anche a quelle da
realizzare congiuntamente con i comuni e le aziende sanitarie locali, volti
a garantire i soggiorni estivi a categorie disagiate.
Escursionisti
Sugli escursionisti, poiché è il segmento prevalente di visitatori nel Parco,
è necessario fare alcune puntualizzazioni.
Si possono distinguere tre tipologie di escursionisti: gli escursionisti diretti,
detti day tripper, gli escursionisti indiretti e i falsi escursionisti.
Gli escursionisti diretti provengono dal luogo di residenza, concentrano
la loro visita in una giornata, senza pernottare nella località prescelta e il
costo della visita è limitato alla spesa per il trasporto nelle sue componenti
monetarie e di disagio da sopportare.
Gli escursionisti indiretti provengono da altri luoghi di villeggiatura, ad
esempio bacini turistici balneari o termali nei dintorni del Parco, che non
viene scelta come destinazione del proprio viaggio, oppure fanno una
tappa nell’ambito di un viaggio più complesso.
Infine i falsi escursionisti sono coloro che hanno scelto la località quale
destinazione e centro di interesse della loro vacanza, ma trovano più
conveniente pernottare in zone limitrofe.
Gli escursionisti diretti non spendono denaro per l’alloggio, mentre gli
escursionisti indiretti e i falsi escursionisti lo spendono in altre località. Gli
escursionisti non solo spendono una cifra inferiore nella località
considerata ma causano anche un maggiore costo, in quanto utilizzano
per ogni visita le strutture di collegamento tra l’area urbana e le zone
limitrofe, concentrando partenze ed arrivi nelle ore di punta e
contribuiscono quindi alla congestione del traffico, mentre i turisti residenti
hanno più libertà e spesso utilizzano strutture e servizi di trasporto al di
fuori degli orari di punta.
Dal punto di vista delle motivazioni che spingono un visitatore a far parte
di un certo segmento, si sottolinea la differenza fra gli escursionisti indiretti
e gli altri segmenti. Mentre i primi hanno come destinazione principale
della propria vacanza una località differente da quella in questione e la
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possibilità di effettuare l’escursione non ha un ruolo determinante nella
scelta, le altre tipologie scelgono il Parco come destinazione, ma
usufruiscono di un prodotto turistico differenziato, la cui scelta dipende
dalle motivazioni individuali, dai vincoli di tempo e di bilancio. Il prodotto
turistico per i residenti e i falsi escursionisti, invece, coincide ad eccezione
della localizzazione della struttura di pernottamento. Le motivazioni di
questa scelta apparentemente irrazionale possono essere dovute alla
mancanza di disponibilità di strutture nelle località prescelte, in situazioni
in cui la domanda eccede l’offerta o la ricettività non è adeguata oppure
alla maggiore competitività dei prezzi nelle località limitrofe, poiché i prezzi
degli alberghi aumentano generalmente in maniera proporzionale alla
vicinanza al centro storico.
I flussi di escursionisti di vario tipo sono difficilmente quantificabili, non
esistendo strumenti certi per il loro controllo. Anche questo fenomeno è la
conseguenza del diverso approccio nei confronti del movimento turistico
contemporaneo, poiché la visita non è più una lunga vacanza o soggiorno
interessato ad instaurare rapporti culturali profondi con la comunità
visitata, ma diviene frettolosa fruizione di un luogo che si cerca solo per
esserci stati, rispondendo ai canoni della moda e viene meno la ragione di
una
relazione
duratura.
La conformazione geografica dell’area del Parco è tale per cui, quale che
sia la durata complessiva dell’escursione (giornaliera o plurigiornaliera), è
difficile non scendere verso un centro abitato a fine giornata. Naturalmente
l’esistenza di alcuni rifugi alpini non impedisce una permanenza più lunga
in quota ma tale situazione sembra corrispondere più all’eccezione che
alla norma. Si delinea, quindi, una domanda potenziale di servizi turistici
nei centri abitati. Nel caso degli escursionisti plurigiornalieri è una
domanda “obbligata”; non lo è per gli escursionisti di giornata. La stagione
escursionistica è lunga. Senza pretesa di precisione, da maggio a
novembre è possibile realizzare escursioni senza problemi associati
all’innevamento. Inoltre, tenuto conto che il trekking nel Parco richiede di
percorrere spesso sentieri al di sotto dei 1000 metri di quota, i mesi di
maggio e giugno possono permettere di evitare il caldo estivo, godendo
altresì della bellezza del periodo primaverile. Si tratta, quindi, di una
domanda che si distribuisce in un arco di tempo abbastanza lungo e che
non necessariamente deve sovrapporsi alla domanda associata ai
soggiorni estivi.
Praticanti degli sport estivi
Praticanti di altri sport estivi (paracadute da pendio, deltaplano,
equitazione, ciclismo su strada e da montagna, ecc) - Per il paracadute da
pendio e il deltaplano esistono posti precisi dove è possibile praticare
questi sport. Circa gli altri è possibile pensare di promuovere percorsi
analoghi all’anello (escursionistico) dei Sibillini. Le considerazioni
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sviluppate per gli escursionisti sono, a questo punto, estendibili anche a
queste fasce di mercato. Occorre solo aggiungere che, mentre gli
escursionisti solitamente hanno poco bisogno di assistenza tecnica, non
altrettanto si può dire per i ciclisti e, ancor di più, per chi intenda trascorre
più giorni a cavallo per il Parco.
Praticanti degli sport invernali
Dato che nelle stazioni sciistiche locali vi è una scarsa quantità e varietà di
piste per praticare lo sci da discesa, i praticanti che occorre tenere a
mente sono perlopiù i principianti. In tal senso si può pensare non solo a
individui ma a scolaresche che trascorrano settimane bianche.
Benché esistano più località dove è praticabile lo sci da fondo, la loro
conoscenza è scarsa anche perché non ne viene fatta che una limitata
pubblicità.
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5.4.
I possibili prodotti turistici nelle aree protette
La progressiva estensione della civiltà industriale e post-industriale e il
raggiungimento di condizioni di relativo vantaggio economico da parte di
nuovi paesi rendono il turismo bisogno primario per una quota della
popolazione mondiale che, già significativa, è in continua crescita.
Questo fattore e la continua riduzione del costo degli spostamenti, in
particolare per via aerea, concorrono nel definire, come recentemente
rimarcato dall'O.M.T. (Organizzazione Mondiale del Turismo), brillanti
prospettive per il turismo internazionale nei prossimi anni.
Gli osservatori dei comportamenti della domanda turistica internazionale
evidenziano in particolare i seguenti trend:
una maggiore mobilità dei turisti;
la frammentazione dei periodi di vacanza e la minore durata dei
soggiorni;
la minore disponibilità di tempo per viaggiare unita ad una maggiore
disponibilità di reddito, che porterà alla crescita dell’offerta di prodotti
turistici che propongono un maggior concentrato di esperienza nel
minimo tempo;
una maggiore individualità ed autonomia organizzativa dei turisti;
lo sfumare e dissolvere di segmenti, classi e stili di vita, rimpiazzati dal
sovrapporsi di nicchie e bisogni turistici trasversalmente ad età e classi
sociali;
la tendenza a dare agli aspetti ecologico-ambientali una valutazione
sempre più importante per la scelta del luogo di vacanza;
la rivalutazione della memoria storica e quindi anche delle motivazioni
culturali ed artistiche del turismo;
la crescita del turismo avventuroso, verso mete lontane e poco note.
In questo quadro si pone al centro dell'attenzione la domanda di turismo
montano e dei parchi (estivo e invernale), che da qualche anno, sia in
Europa, che in America, che in Giappone, segnala una certa tendenza alla
contrazione, in particolare nei confronti dei prodotti più tradizionali, come
la villeggiatura estiva e il turismo "bianco".
Il quadro nazionale non si discosta molto da quello internazionale. Il
mercato turistico nazionale è un mercato ormai maturo, nel quale tende ad
assumere maggiore rilievo la domanda di prodotti "alternativi", anche se si
prevedono comunque buone prospettive di crescita per il turismo d'arte e
quello balneare.
In particolare per l'Italia, si rileva come l'impronta tecnologica della società
attuale produrrà, quasi come contrappeso, la necessità di fughe sempre
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più frequenti nel turismo, alla ricerca di una dimensione umana che si va
perdendo nei tempi e nei modi dell'attività lavorativa. Il desiderio della
vacanza appare sempre più forte, anche in presenza di minor reddito, per
cui si preferisce rinunciare ad altro ma non a qualche breve break.
Al fine di delineare un quadro più preciso della situazione si descrivono, di
seguito i principali prodotti turistici che interessano il Parco. Si propone di
seguito una sintetica analisi del trend della domanda nelle
tipologie principali di prodotto turistico offerte nel parco. Vi sono, tra
queste, particolari caratterizzazioni o ulteriori specificazioni dei prodotti
turistici dei Sibillini (turismo sportivo/attivo, culturale, naturalistico,
agrituristico, eno-gastronomico,cc.), che rappresentano potenziali fattori di
innovazione, integrazione e diversificazione dell'offerta.
E' proprio in direzione di queste caratterizzazioni dell'offerta che la
domanda sembra più dinamica negli ultimi tempi. La prospettiva è dunque
quella del superamento delle tipologie tradizionali di prodotto. In
quest'ottica si invita a considerare le indicazioni che seguono.
5.4.1. Turismo enograstronomico
Definizione
Il turismo enogastronomico è quel particolare prodotto turistico che si basa
sulle risorse vino e prodotti gastronomici.
Dimensioni del fenomeno
Da mera componente di altri prodotti turistici, l’enogastronomia ha assunto
oggi, nel nostro Paese, il ruolo di motivazione principale dello
spostamento di consistenti fasce di utenti, collocandosi fra i turismi
emergenti.
L’Italia vanta infatti un patrimonio enogastronomico di primaria importanza
a livello mondiale: si contano, ad esempio, circa 500 varietà di formaggi,
300 tipi di salumi e oltre 2000 etichette di vini.
L’immagine del Paese all’estero, derivante dagli articoli riportati sulla
stampa internazionale, è innanzitutto associata alla bontà dei prodotti
gastronomici e alla qualità dei vini.
Profilo della domanda
Il turista enogastronomico è quasi sempre uomo, ha un’età compresa fra i
30 e i 50 anni, è un fine conoscitore dei cibi e dei vini del suo luogo
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d’origine ed è spinto al viaggio dalla curiosità e dalla ricerca di nuovi e più
raffinati sapori.
Il momento centrale della sua vacanza è la degustazione, attraverso cui si
aspetta di sperimentare prodotti unici, identificabili non solo dal marchio,
dalla confezione, dall’etichetta, dalla bottiglia ma soprattutto dalla
particolarità del gusto.
Al desiderio di gustare si accompagna generalmente un intento
conoscitivo: i cibi e i vini diventano tramite per un approccio inedito al
territorio e alla sua cultura. In tal senso il turismo enogastronomico è una
forma di turismo culturale, il cui fruitore non si accontenta di degustare, ma
chiede di conoscere particolari storici, provenienza e informazioni
specifiche circa i piatti e gli ingredienti.
Una categoria importante di questo gruppo di turisti (soprattutto gli
stranieri provenienti dal nord Europa) richiede perfino di poter apprendere
a cucinare i cibi assaporati, dal momento che attribuisce al cibo ed alla
cultura italiana un valore di status symbol.
Il canale di informazione e di promozione più rilevante per questo target di
turisti è dato dagli stessi prodotti tipici: spesso il turista conosce la località
proprio attraverso il prodotto. Utili canali promozionali sono rappresentati
dal passaparola e dalle riviste specializzate, mentre relativamente poco
efficace risulta la promozione attraverso i mezzi di comunicazione di
massa.
Strutture ricettive
Le strutture ricettive utilizzate sono di livello medio-alto, in grado di fornire
servizi accessori e caratterizzate dall’elevata professionalità e disponibilità
del personale.
Periodo e durata del soggiorno
Il turismo enogastronomico viene praticato in tutte le stagioni ad eccezione
del periodo estivo.
La durata dei soggiorno è in costante aumento: il turismo
enogastronomico nasce infatti come escursione all’interno di una vacanza
motivata da altre ragioni e si afferma successivamente come vacanza a sé
abbandonando l’iniziale carattere escursionistico.
Servizi
I servizi richiesti dal turista sono la ristorazione tipica di livello medio-alto,
la possibilità di noleggiare auto. Solo il segmento più giovane (30-35 anni)
richiede la possibilità di praticare sport o di disporre di intrattenimenti di
diverso tipo, di luoghi ed opportunità d’incontro e di scambio.
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Aree
Il turismo enogastronomico ha potenzialità di sviluppo in tutti gli ambiti
territoriali, ma è particolarmente coerente con l’ambito del paesaggio
tradizionale.
5.4.2. Turismo religioso
Il turismo religioso si riferisce a “tutte le relazioni giuridiche afferenti al
fenomeno socio-economico caratterizzato dal viaggio o dalla permanenza
in luoghi diversi da quello di normale residenza motivate da un fine
religioso (turismo religioso oggettivo o in senso stretto) o quando, pur
mancando una motivazione religiosa, riguardino espressamente soggetti
religiosi (turismo religioso soggettivo o in senso lato)” (A. G. Chizzoniti)26.
Dimensioni del fenomeno
Il turismo religioso conduce ogni anno a santuari e a luoghi di richiamo
religioso e spirituale in tutto il mondo oltre 250 milioni di persone. L’Italia,
in cui si contano circa 2.400 santuari, si colloca ai primi posti tra le
destinazioni preferite: nel 1997 si è registrato un flusso di circa 30 milioni
di pellegrini di cui la metà nei sette principali santuari: San Giovanni
Rotondo, Loreto, Assisi, Padova, Pompei, Caravaggio, L'Incoronata.
Nel 1998 San Giovanni Rotondo, il luogo di Padre Pio, ha registrato ben 7
milioni e mezzo di visitatori, secondo solo al Santuario di Guadalupe, in
Messico (oltre 14 milioni di fedeli)27.
Il Giubileo del 2000 ha ulteriormente stimolato la crescita dei flussi turistici
(anche internazionali) diretti verso località con testimonianze religiose.
Secondo le ultime analisi condotte dall’Agenzia romana per la
preparazione del Giubileo a beneficiarne sono stati soprattutto i centri
minori. L’evento del 2000 ha aperto inoltre una riflessione sui temi del
turismo religioso, stimolando le Amministrazioni Pubbliche a incentivare
tale tipologia di turismo. Si consideri, ad esempio, la legge regionale della
Liguria 11 settembre 1997 n. 39 Interventi della Regione Liguria in
occasione del Giubileo dell’anno 2000, in cui si afferma che lo scopo della
legge è, congiuntamente alla realizzazione di interventi per il Giubileo,
quello di “consolidare nel tempo flussi di turismo religioso” con la
promozione di iniziative che permettano l’insediamento del territorio
26 La definizione è tratta dall’articolo “Gli itinerari turistico-religiosi giubilari tra turismo e
cultura” pubblicato sulla rivista on line Aedon (n°1, 1999).
27
Ogni anno sono 5 milioni i pellegrini che raggiungono il tempio di Montmartre, a Parigi. Stessa cifra per il
santuario polacco di Czestochowa, per Lourdes e Fatima, per la Basilica del Santo di Padova e per il tempio
mariano di Lujan, in Argentina. Santiago de Compostela, Assisi, Pompei e Loreto sono visitate, ciascuna, da
4 milioni e mezzo di fedeli l'anno. I luoghi della Terra Santa, il santuario di San Gabriele dell'Addolorata
(Isola del Gran sasso-Teramo), la basilica di Yamoussoukro in Costa d'Avorio, i santuari di Mariatzell in
Austria e di Knock in Irlanda registrano 2 milioni di pellegrini l'anno.
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regionale “nei circuiti nazionali ed internazionali del turismo culturale e
religioso”.
Profilo della domanda
Il turista religioso si muove spesso in gruppo, insieme con altri pellegrini.
Fa parte o comunque è vicino ad un gruppo o a una istituzione religiosa
ed è spinto al viaggio dall’intenzione di approfondire la conoscenza storica
in campo religioso e dal desiderio di rinvigorire la propria spiritualità.
Il turista religioso viaggia in famiglia o in gruppo. Per il resto, l’eterogeneità
sembra essere la caratteristica principale del segmento di domanda in
oggetto.
Strutture ricettive
Le strutture ricettive preferite dai turisti che viaggiano per motivi religiosi
sono le strutture di proprietà delle istituzioni religiose, organizzate per
ospitare i pellegrini, in cui si ritrova l’atmosfera dei luoghi sacri.
Recentemente si stanno affermando nuove forme di ricettività
extralberghiera (bed & breakfast, case vacanza).
Periodo e durata del soggiorno
Il turismo religioso non si concentra in determinati periodi dell’anno. La
durata media del soggiorno è di 2-3 giorni.
Servizi
I servizi richiesti dal turista religioso sono, in particolare, quelli legati
all’offerta culturale (fruibilità di monumenti, musei, luoghi sacri, etc.).
Aree
Le zone maggiormente interessate dai flussi turistici religiosi sono quelle
in cui vi è una forte presenza di beni storici e architettonici di carattere
religioso e in cui le tradizioni religiose si sono conservate, in forma di
feste, riti ed eventi culturali caratterizzanti. I luoghi più frequentati sono
quelli immediatamente riconducibili alla vita di alcuni Santi o Beati (San
Giovanni Rotondo, Padova, Assisi, etc.).
5.4.3 Turismo scolastico
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Per turismo scolastico si intende l’insieme di viaggi d’istruzione e visite
guidate di uno o più giorni effettuati dalle scuole primarie e secondarie.
I viaggi organizzati dagli istituti scolastici possono essere classificati
secondo quattro distinte tipologie:
1. viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo, finalizzati
all’acquisizione di esperienze tecnico-scientifiche e a un più ampio
e proficuo rapporto tra scuola e mondo del lavoro;
2. viaggi e visite di integrazione culturale finalizzati a promuovere
negli alunni una maggiore conoscenza del Paese o anche della
realtà di Paesi esteri, la partecipazione a manifestazioni culturali e
concorsi, la visita presso complessi aziendali, mostre, località di
interesse storico e artistico;
3. viaggi e visite nei parchi e nelle riserve naturali, considerati come
momenti conclusivi di progetti in cui siano sviluppate attività
connesse alle problematiche ambientali. A tale proposito si rileva
che l’art. 1 della legge quadro sulle aree protette (l. 394 del 1991),
prevede che vengano svolte all’interno dei parchi attività con finalità
educative, di formazione e di ricerca scientifica, nonché attività
ricreative compatibili. L’importanza delle aree protette come mete di
viaggi di istruzione è sancita anche da uno specifico accordo di
programma tra i Ministeri dell’Ambiente e della Pubblica Istruzione;
4. viaggi connessi ad attività sportive, che devono avere valore
formativo, anche sotto il profilo dell’educazione alla salute.
Rientrano in tale tipologia le manifestazioni sportive scolastiche
nazionali e internazionali, nonché le attività in ambienti naturali e
quelle rispondenti a significative esigenze a carattere sociale,
anche locale.
Dimensioni del fenomeno
Il mercato di riferimento del turismo scolastico è formato, considerando
solo gli istituti italiani, da circa 60.000 scuole e da oltre 7 milioni di
studenti, di cui il 39% frequenta le scuole elementari, il 25% le scuole
medie, il 36% le scuole superiori28. Del mercato di riferimento almeno il
75% effettua viaggi di istruzione o visite guidate per cui si può affermare
che gli studenti italiani che viaggiano per motivi didattici e formativi sono
ogni anno più di 5 milioni.
Questi dati sono suscettibili di consistenti aumenti nei prossimi anni grazie
alla riforma scolastica che attribuisce maggiore autonomia ai singoli istituti
anche nell’organizzazione delle gite. Il regolamento sull’autonomia
organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche (dpr 275, 8 marzo
1999) ha sancito l’autonomia degli istituti nell’organizzazione dei viaggi di
28
Gli studenti delle scuole materne non sono stati calcolati in quanto la circolare ministeriale 291
del 14 ottobre 1992 che disciplina la materia esclude dai viaggi di istruzione le scuole materne per
cui si prevedono al limite brevi gite organizzate secondo modalità e criteri adeguati all’età.
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istruzione, già prevista dalle circolari ministeriali 291 del 1992 e 623 del
1996 secondo cui “l’intera gestione delle visite guidate e dei viaggi
d’istruzione o connessi ad attività sportive in Italia e all’estero rientra nella
completa autonomia decisionale e nella responsabilità degli organi di
autogoverno delle istituzioni scolastiche”.
Profilo della domanda
La domanda di turismo scolastico è composta da classi di 15-20 studenti
delle scuole elementari, medie e superiori. All’interno della domanda vi
sono notevoli differenze per quanto attiene la propensione alla spesa: lo
studente delle scuole medie superiori che si reca all’estero spende in
media circa 500.000 lire in un anno; il suo collega che viaggia all’interno
dei confini nazionali circa la metà, mentre l’alunno delle scuole elementari
non supera in media, per le sue escursioni senza pernottamento, le
100.000 lire. Complessivamente il turismo scolastico contribuisce al
fatturato dell’industria turistica nazionale con un apporto di circa 2.000
miliardi di lire ogni anno.
Il turista scolastico ricerca soprattutto prodotti culturali o itinerari integrati
natura-cultura.
Strutture ricettive
Le strutture ricettive utilizzate dagli studenti sono alberghi di due o tre
stelle, capaci di ospitare in media 100 studenti, in cui la variabile prezzo
viene spesso ritenuta più importante della variabile qualità. Negli ultimi
anni le scuole hanno dimostrato interesse per le strutture agrituristiche.
Ospitare una scuola comporta il rischio di atti di cattivo utilizzo delle
strutture da parte dei ragazzi o addirittura di atti di vandalismo per cui la
struttura ricettiva deve essere organizzata e arredata nei mesi primaverili
in funzione del turismo scolastico.
Periodo e durata del soggiorno
Il turismo scolastico presenta flussi fortemente stagionalizzati nei mesi
primaverili: nei mesi di marzo e aprile si concentra l’84% dei viaggi di
istruzione delle scuole superiore, il 65% dei viaggi delle scuole medie e il
90% delle escursioni delle elementari.
La durata delle gite è di circa 5-7 giorni per le scuole superiori, 3-6 giorni
per le scuole medie e 1 giorno per le elementari.
Servizi
Le scolaresche richiedono buoni livelli di servizi culturali quali guide ed
accompagnatori preparati e abituati a comunicare con i ragazzi.
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Per quanto attiene ai trasporti, le scuole si muovono quasi sempre con
pullman privati anche se negli ultimi anni vi è stata una risposta positiva
all’introduzione di vantaggiose tariffe per gruppi di studenti che viaggiano
in treno o aereo.
Aree
Il turismo scolastico si dirige soprattutto verso le città d’arte e i borghi
storici. I parchi e le aree naturali sono al secondo posto tra le preferenze
degli istituti ma presentano un trend in ascesa, anche perché si affermano
sempre più i pacchetti scolastici “arte e natura”.
In Italia le regioni più visitate dagli studenti sono Lazio, Toscana e
Campania, le tre regioni in cui si concentra la parte più significativa del
capitale culturale del Paese. Circa il 20% del flusso di turismo scolastico si
dirige fuori dai confini nazionali, in particolare verso le capitali europee.
5.4.4. Turismo sportivo
Per turismo sportivo si intende l’insieme dei flussi turistici diretti ad una
destinazione con il fine di praticare uno più sport specifici.
Dimensioni del fenomeno
Il turismo sportivo è uno dei segmenti in maggiore crescita soprattutto
nelle aree protette, zone in cui si prevede un incremento per i prossimi
anni superiore al 10%.
Profilo della domanda
Il target di domanda è composto da appartenenti ad associazioni
ambientaliste, a CRAL aziendali e a gruppi giovanili mossi da precise
motivazioni, riconducibili alla pratica di attività sportive che risulta difficile
praticare nel luogo di provenienza (in particolare rafting, trekking,
parapendio, pesca, canottaggio etc.).
Il turista sportivo cerca esperienze autentiche, quasi sempre a contatto
con la natura, che lo distolgano dai ritmi della città, da cui nella maggior
parte dei casi proviene.
Strutture ricettive
Il turista sportivo alloggia in tutti i tipi di struttura alberghiera ed extra
alberghiera. Negli ultimi anni predilige le strutture rurali che offrono la
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possibilità di praticare sport a contatto con la natura (in particolare
equitazione).
Periodo e durata del soggiorno
Negli anni 80 il turismo sportivo veniva praticato esclusivamente nella
stagione estiva e attraverso brevissimi soggiorni. Dagli anni ’90 in poi si
rileva una progressiva destagionalizzazione dei flussi e la disponibilità ad
allungare le proprie vacanze.
Servizi
Il turista sportivo richiede la possibilità di noleggiare l’attrezzatura sportiva
o di acquistarla presso esercizi commerciali specializzati, oltre che la
possibilità di usufruire di guide e istruttori professionisti. Negli ultimi anni,
in coincidenza con l’allungamento del soggiorno e con la
destagionalizzazione del flusso, si richiede la possibilità di vivere
esperienze a contatto con la natura.
Aree
Le località più frequentate dai turisti sportivi sono quelle alpine ed
appenniniche. L’Umbria è la regione italiana che assorbe la parte più
significativa di tale segmento di domanda.
5.4.5. Il cicloturismo
Tra le forme di turismo sportivo è opportuno trattare come specifico
prodotto turistico il cicloturismo, che comprende i flussi composti dai
soggetti che intraprendono un viaggio con lo scopo principale di praticare
il ciclismo in forma professionistica, amatoriale o dilettantistica.
Dimensioni del fenomeno
Il cicloturismo è ancora poco sviluppato in Italia (circa 900.000 cicloturisti
ogni anno29) a differenza di Paesi europei quali Germania, Olanda e
Austria.
Profilo della domanda
29
Intervento di Maurizio Damilano su turismo e sport al convegno"LE TERRE DEL MONVISO:
TURISMO E CULTURA UNA PROPOSTA DI SVILUPPO", Staffarda (CN) 30/31 maggio 1998.
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Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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Il cicloturismo non ha molto a che vedere con l’idea (diffusa nel nostro
paese) di un turista con poca propensione alla spesa e che usa la bici per
risparmiare sulla benzina,al contrario questo prodotto ha regole proprie
articolate e precise, che occorre conoscere.
Il cicloturista è prevalentemente nordeuropeo (singoli o tour operator
specializzati), di sesso maschile e viaggia quasi sempre con un gruppo
organizzato (associazione e club).
La motivazione principale è l’uso della bicicletta, che in alcuni casi è la
propria, portata da casa, in altri deve poter essere noleggiata in loco.
Strutture ricettive
Il cicloturista alloggia in strutture di livello medio, anche agriturismi e bed &
breakfast.
Periodo e durata del soggiorno
Il cicloturismo viene maggiormente praticato durante i mesi che hanno
clima temperato (primavera e autunno).
Il soggiorno in una stessa regione è di circa 5 giorni anche se, all’interno
della stessa regione, si tende a cambiare località giornalmente.
Servizi
Il cicloturista ha esigenze precise: percorsi in sicurezza, non
eccessivamente lunghi, su terreni prevalentemente pianeggianti;
assistenza per il trasporto bagagli in caso di tappe lunghe; possibilità di
noleggio bici e assistenza organizzata. Importanti sono gli itinerari
operativi che includono punti di assistenza e ristoro e l’accessibilità dei
luoghi e delle attrazioni da visitare, sempre raggiungibili in bicicletta.
Aree
Il cicloturismo dilettantesco è diffuso soprattutto nelle aree costiere o
pianeggianti dell’immediato entroterra, quello amatoriale o professionistico
anche in quelle collinari o montagnose.
5.4.6. Turismo invernale
Il turismo invernale si riferisce ai viaggi invernali, alle escursioni, alle
“settimane bianche” degli amanti dello sci e degli sport invernali.
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Dimensioni del fenomeno
Il trend relativo agli ultimi anni presenta valori in diminuzione :i risultati di
un’indagine effettuata su 21 importanti stazioni alpine ed appenniniche
mostrano che le presenze invernali diminuiscono tra il 1996 e il 1998 di
circa 408.000 unità (-11,5%).
Il calo di turisti è dovuto alla accentuata concorrenza non solo delle
stazioni sciistiche europee ma anche di nuove destinazioni esotiche e
balneari più accessibili grazie alle sempre più vantaggiose offerte
commerciali.
Profilo della domanda
Lo sci da discesa domina tra i turisti che si concedono vacanze invernali,
ma le motivazioni sembrano diversificarsi sempre più verso altre attività,
ora collaterali ma che alcuni studiosi indicano come il futuro core business
dello svago sulla neve. Il turismo invernale rischia, infatti, di essere spesso
l’omologo di quello balneare: un insieme poco distinto di motivazioni
accomunate da un generico bisogno di evasione. E’ inoltre un mercato
segnato da una fortissima competizione, persino più elevata che nel
turismo balneare, a causa della minore estensione della stagione.
Il turista invernale ricerca nella sua vacanza in montagna innanzitutto la
possibilità di praticare lo sci o altri sport invernali e in secondo luogo
paesaggi incontaminati e scenari naturali più grandiosi rispetto alla
campagna per evadere dai ritmi della città e dallo stress del lavoro.
Strutture ricettive
Il turista invernale possiede spesso una seconda casa che utilizza proprio
per i periodi invernali in cui si reca a sciare. Oltre la seconda casa
vengono utilizzati gli alberghi nei pressi delle stazioni sciistiche e i rifugi.
Periodo e durata del soggiorno
Novembre- Febbraio.
Servizi
Il turista invernale richiede un buon livello di servizi soprattutto per quanto
attiene la pratica dello sci.
Innanzitutto si richiede la possibilità d frequentare lezioni di sci e di
usufruire e di impianti di risalita di elevata qualità. Importante è anche la
presenza nei luoghi di vacanza di itinerari per lo sci di fondo ben
organizzati (segnaletica, guide dedicate, etc.).
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Un buon livello di servizi è richiesto anche nell’organizzazione di servizi
dedicati alle famiglie (baby sitting etc.).Per quanto attiene ai trasporti
generalmente il turista richiede servizi di trasporto da e per l’aeroporto in
tempi rapidi ed a basso costo.
Aree
Montagne con piste da sci.
5.4.7. L’ Ecoturismo
L’ecoturismo è quella forma di turismo responsabile verso le aree naturali
che produce un impatto minimo sull’ambiente e contribuisce al
miglioramento delle condizioni sociali delle popolazioni locali. Pertanto il
concetto di ecoturismo si applica soltanto a quelle forme di turismo che:
•
•
•
•
•
si realizzano in contesti naturali relativamente “incontaminati”;
sono ecologicamente sostenibili, cioè non danneggiano o degradano
l’ambiente;
contribuiscono direttamente ad una continua ed accurata protezione e
“gestione” dell’ambiente naturale;
sono soggette ad adeguate ed opportune forme di controllo e di
organizzazione;
rispettano le comunità locali e contribuiscono alla loro economia.
Dimensioni del fenomeno
L’ecoturismo nasce come fenomeno di nicchia praticato da una ristretta
cerchia di soggetti ecologicamente sensibili e consapevoli, ma negli ultimi
anni è diventato un fenomeno molto diffuso.
In Italia il 22% delle presenze turistiche totali è registrato dall’Istat nelle
“ecodestinazioni”30: ciò significa che secondo le statistiche ufficiali in Italia
si registrano circa 65 milioni di presenze dovute all’ecoturismo. Tale dato,
moltiplicato per la spesa media giornaliera per presenza nel turismo
ambientale che ammonta a circa 120.000 lire, comporta un giro d’affari
complessivo di circa 8 mila miliardi di lire. Se alle statistiche ufficiali si
aggiungono le informazioni relative agli alloggi privati e alle seconde case
30
E’ opportuno precisare che i dati relativi al mercato ecoturistico non corrispondono esattamente alla
definizione data ma si riferiscono più genericamente a forme di agriturismo e di turismo ambientale e rurale a
cui è associato in Italia il concetto di ecoturismo.
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si possono stimare più di 185 milioni di presente legate all’ecoturismo con
un giro d’affari superiore a 13 mila miliardi di lire (11,2% del totale).
Del volume d’affari prodotto dall’ecoturismo più del 40% riguarda le aree
protette.31
Profilo della domanda
La natura, o forse il “mito della natura” incontaminata e selvaggia, è
l’oggetto vagheggiato dal moderno ecoturista. Vi sono gradazioni differenti
sia nelle motivazioni che nelle modalità di fruizione di questo viaggiatore.
Sfumature che vanno dalle esigenze educative a quelle dell’avventura
estrema.
In generale, si può affermare che l’ecoturista cerca soprattutto
un’esperienza intensa di carattere prettamente conoscitivo o di contatto
con l’ambiente vegetale e animale o sportivo.
Il profilo dell’ecoturista è quello di un visitatore proveniente da aree
metropolitane, di età media superiore a quella dei turisti tradizionali, con
preferenze precise suddivise a seconda dell’età. Di istruzione superiore
alla media dei turisti, l’ecoturista viaggia in coppia e raramente con
bambini.
Strutture ricettive
Per quanto concerne l’alloggio, chi domanda turismo naturalistico predilige
strutture inserite nel contesto natural
e (bed & breakfast, rifugi, agriturismi). Va smentita l’idea che questo tipo di
turista si accontenti di standard scadenti. Al contrario, la richiesta è di
soluzioni abitative lontane dal lusso tradizionale, ma efficienti, dotate di
comfort moderni, scevre di fronzoli, ma esteticamente gradevoli.
Periodo e durata del soggiorno
Preferisce vacanze relativamente più lunghe e se le organizza per conto
proprio. E’ propenso a viaggiare anche in bassa stagione ed effettua
almeno due vacanze all’anno.
Periodo: primavera ed autunno.
Servizi
31
Tutte le informazioni quantitative riportate sono riprese dalla ricerca “Turismo, ambiente, comunicazione
delle aree protette italiane” realizzata recentemente da Legambiente e dalla Compagnia dei Parchi.
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L’ecoturista ama camminare e richiede sentieri non solo ben organizzati
(segnaletica, guide dedicate, punti di osservazione, etc.), ma anche dotati
di un sistema di comunicazione che gli permetta di cogliere il senso del
contesto.
L’ecoturista giovane richiede inoltre un buon livello di servizi sportivi
(rafting, deltaplano, parapendio, mongolfiere, etc). I meno giovani sono
interessati ad attività più riposanti come il bird watching.
In generale si può dire che basta anche un’offerta minima di servizi ma
ben organizzata per ottenere buoni risultati.
Lo spostamento a piedi non è la sola modalità richiesta da questo tipo di
domanda, per cui importanti sono altri mezzi di trasporto collettivo, meglio
se dotati di caratteristiche tipiche: traino a cavalli, autobus d’epoca,
fuoristrada etc.
Aree
Zone rurali, aree protette, montagne.
5.4.7. Il turismo culturale
Il turismo culturale è dato dai viaggi dei soggetti che si spostano per motivi
culturali.
Nell’analisi di tale tipologia di turismo è necessario distinguere tra turisti
culturali generali e specifici, cioè tra coloro che viaggiano specificamente
per visitare una data attrattiva culturale e per i quali questa è una
motivazione molto importante o importante e coloro che visitano le
attrattive culturali come parte della vacanza e per i quali queste ultime non
costituiscono una motivazione importante. I turisti culturali specifici
consumano una varietà più ampia di attrattive culturali, sono grandi
consumatori di viaggi e vacanze, soprattutto brevi soggiorni e consumatori
abituali di cultura anche nei luoghi di residenza. Si distinguono per avere
un capitale culturale di base elevato, spesso lavorano nel settore culturale.
Dimensioni del fenomeno
La World Tourism Organization stima che il turismo culturale attualmente
conti per il 37% del turismo generale e che la domanda stia crescendo al
ritmo del 15% annuo, passando da fenomeno elitario a fenomeno di
massa anche grazie a una nuova generazione di attrattive culturali
popolari
In Italia il 20% delle presenze turistiche totali è in qualche modo
riconducibile al turismo culturale, che si colloca pertanto al secondo posto
dopo il turismo marino.
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Le regioni più visitatedai turisti per motivi culturali sono Lazio, Toscana e
Campania i cui musei e istituti culturali hanno assorbito nel 1999 quasi il
75% dei visitatori (poco meno di 20 milioni di persone)e più dell’80% degli
introiti (più di 100 miliardi di lire).
Profilo della domanda
Il turista che viaggia per motivi culturali ha un’età di circa 30-50 anni,
presenta un livello di istruzione elevato (24% diploma di scuola media
superiore, 44% laurea, 21% formazione post universitaria) e svolge
un’attività a reddito medio alto: l’11,3% è composto da imprenditori, il 20%
da impiegati, il 37% da dirigenti o liberi professionisti32.
La motivazione del turista culturale è visitare luoghi e il patrimonio in essi
contenuto, sia di carattere architettonico piuttosto che pittorico,
archeologico, etc. Ulteriori elementi di attrazione sono le manifestazioni di
carattere culturale, ovvero legate a specifiche caratteristiche della cultura
di un luogo. Il profilo del turista culturale non è univoco. Questa definizione
comprende sia i gruppi organizzati con interessi specifici (associazioni
culturali, club, etc.), sia i viaggiatori in tour con autobus, così come i
visitatori, mediamente di reddito medio alto, che viaggiano per conto
proprio.
In tutti i casi è possibile riassumere la motivazione in due concetti:
• conoscere e arricchirsi moralmente, facendo esperienza;
• evadere, entrando in un’atmosfera.
Strutture ricettive
Il turista culturale alloggia in hotel o in altre strutture ricettive di livello
medio-alto.
Periodo e durata del soggiorno
La permanenza media del turista culturale è piuttosto bassa: da
un’indagine condotta nel 1995 emerge che nelle località di interesse
storico e artistico la durata media del soggiorno è di circa 2,76 giorni.
Nonostante i dati relativi alla durata media del soggiorno collochino le città
d’arte agli ultimi posti, è possibile affermare che l’aumento in termini
qualitativi e quantitativi dell’offerta culturale degli ultimi anni favorisca il
prolungamento del soggiorno. Tale affermazione è giustificata da alcune
ricerche svolte all’estero che hanno mostrato questa tendenza. Anche se
non si dispone di nessuno studio sui turisti in Italia è possibile riferirsi in
32
Le informazioni sono tratte da una ricerca di Valeria Minghetti – CISET – La spesa turistica nel
Veneto, le città d’arte, 1996.
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particolare a un’indagine condotta nel 1997 negli Stati Uniti33, da cui
emerge che la maggior parte dei turisti ha aumentato la sua permanenza
nelle località di interesse culturale. In particolare, il 61% di questi ha
prolungato il viaggio per meno di una giornata, il 30% di una giornata, il
5% di 2 giornate, il 4% di 3 o più giornate34.
Il flusso di visitatori non si presenta costante durante tutto l’anno, ma
presenta due picchi stagionali, in corrispondenza della primavera (in
particolare nei mesi di aprile e maggio) e della stagione estiva (in
particolare ad agosto), periodi in cui si concentrano rispettivamente le gite
scolastiche e i viaggi organizzati per le vacanze; al contrario in inverno il
flusso tende a ridursi significativamente, per cui sarebbero auspicabili
politiche mirate a destagionalizzare i flussi con offerte specifiche.
Servizi
Il turista culturale è essenzialmente uno scopritore e un soggetto alla
ricerca di atmosfere che evocano in lui conoscenze sedimentate durante il
tempo in cui ha preparato la vacanza.
La sua aspettativa principale è di trovare esattamente ciò che si
attendeva; ciò che libri, guide, film etc. hanno contribuito a fargli
conoscere in anticipo.
I servizi per il turismo culturale nascono pertanto da una seria riflessione
sulla storia e l’identità del luogo. Da questa sarà possibile trarre le
indicazioni operative per l’erogazione di tali servizi. Siano essi sistemi
multimediali o narrazioni di guide esperte, sia che si tratti di gastronomia,
che di concerti di musica classica.
Aree
l prodotto turismo culturale è trasversale agli ambiti ed ha le sue migliori
possibilità in tutte quelle località che possiedono emergenze culturali
significative.
5.4.8. Il turismo della salute
“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e
non soltanto l’assenza di malattia o infermità. Questa interpretazione di
salute si associa con estrema facilità all’idea di turismo; anzi,
estremizzando, si può sostenere che il turismo moderno nasce come
33
Secondo l’ENIT (Nono Rapporto sul turismo italiano – 2000 -) il turista culturale italiano e quello
statunitense presentano caratteristiche socio-culturali omogenee, presentando entrambi cultura e reddito
elevati ed età compresa fra i 40 e i 50 anni.
34
P.A Valentino – A. Musacchio – F. Perego, La storia al futuro, Firenze 1999.
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risposta ai problemi di salute, come “cura” del corpo e dello spirito.
Rifacendosi agli antichi greci che andavano ad Epidauro, ai Romani che
nel soggiorno in campagna contrapponevano ai negotia il valore positivo
dell’otium, ai pellegrini medievali che andavano a Roma o a Santiago de
Compostela nella speranza del benessere fisico e dell’anima, allo sviluppo
della “civiltà della villeggiatura” settecentesca nella villa, come rifugio della
nobiltà in centri salubri, alla pratica del “Gran Tour”, con il quale il giovane
inglese scopriva i benefici effetti fisici, culturali e sociali del Mediterraneo,
si osserva sempre la motivazione salutistica come elemento
determinante.” (Emilio Becheri e Carlo Bartolini)35
Tornando ai nostri giorni, il turismo della salute comprende i flussi di turisti
che viaggiano con la motivazione principale di “rimettersi in forma”
attraverso il termalismo o il ricorso a centri e cliniche della salute e di
bellezza.
Dimensioni del fenomeno
In Italia, in cui sono presenti circa 320 aziende termali attive di cui molte
inserite in contesti ambientali attraenti sotto il profilo naturalistico e
artistico, più di un milione di cittadini ogni anno frequenta stabilimenti
termali e istituti termali, con un’elevata propensione a tornare nei centri
visitati.
Profilo della domanda
Il turista della salute è un soggetto che proviene da centri urbani medio
grandi e non ricorre alle terme o ai centri di salute per curare una malattia
ma per “prendersi cura di tutto se stesso”. Il turista della salute ha quasi
sempre sesso femminile, possiede cultura e reddito elevati e non è
indifferente alle attrattive mondane dell’offerta.
La scomposizione della domanda per classi d’età evidenzia un’accentuata
presenza di persone anziane, anche se è erroneo considerare il turismo
della salute come prodotto curativo per soli anziani: più del 35% dei
curandi delle principali terme e istituti di bellezza italiani è composto da
persona di età compresa fra i 20 e 60 anni e fra quelli che acquistano
pacchetti benessere (piscina termale, remise en forme, cure estetiche,
etc.) solo il 10% è over 60.
Per quanto attiene le professioni dei turisti della salute la maggior parte di
essi è in pensione, ma si rintraccia un buon numero di casalinghe e di
impiegati.
I turisti della salute normalmente provengono da realtà territoriali adiacenti
a quella di offerta, il turismo della saluta è pertanto un turismo di
35
Istat, Nono rapporto sul turismo italiano 2000. Da questa ricerca sono riprese le informazioni
quantitative riportate nella presente sezione.
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
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prossimità. La parte più significativa di turisti stranieri è composta da
cittadini tedeschi.
Strutture ricettive
Il turista della salute soggiorna principalmente in strutture alberghiere di
qualità medio alta, spesso situate nello stesso complesso dei centri termali
o di bellezza.
Periodo e durata del soggiorno
Il turista termale viaggia principalmente nei periodi marzo –maggio e
settembre-ottobre.
La durata media di permanenza nelle località termali è di circa 5 giorni
(con punte di 7 giorni registrate soprattutto nelle regioni meridionali).
Servizi
Il turista della salute ricerca soprattutto standard elevati di carattere
medico sanitario e pretende beauty farm o comunque offerte specializzate
per trattamento (terapie dedicate, metodi particolari e settoriali).
Oltre le cure del corpo tale tipologia di turista richiede di assistere ad
eventi di carattere culturale e mondano o comunque frequenta strutture
finalizzate all’intrattenimento (cinema, teatri, sale da ballo) o allo sport
(palestre, tennis, piscine, centri equitazione).
Aree
Le aree più visitate dai turisti della salute sono ovviamente quelle in cui vi
sono numerosi e attrezzati centri di bellezza e stazioni termali. Le regioni
d’Italia più interessate da tale tipologia di turismo sono la Toscana e
l'Emilia Romagna.
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Bibliografia dei principali studi e ricerche sul PNMS utilizzate per la
predisposizione del rapporto diagnostico.
A. Per quanto concerne le fonti primarie è stata presa visione dei seguenti
documenti:
Flussi turistici e consistenza delle strutture ricettive, APT
(Umbria) – APTR (Marche)
Leggi Regionali sul Turismo
Marche: 4/96, 20/96, 31/96, 41/97, 53/97, 75/97,
12/98, 20/99, 23/99, 8/00
Umbria: 08/94, 40/95, 20/96, 28/97, 38/99, 2/01
Bandi e Convenzioni con le Case del Parco
B. Per quanto concerne le fonti secondarie è stata
presa visione dei seguenti documenti:
Programmazione del territorio
PUT, Piano Urbanistico del Territorio (Regione Umbria)
PIT, Piano di Inquadramento Territoriale (Regione
Marche)
Piano Territoriale di Coordinamento, Provincia di Perugia
Piano Territoriale di Coordinamento, Provincia di Ascoli
Piceno
Bozza del Piano del Parco
Programmazione economica e sociale
PPS, Piano Programmatico per lo Sviluppo (Regione
Marche)
PRS, Programma Regionale per lo Sviluppo (Regione
Marche)
DAP, Documento Annuale di Programmazione (Regione
Umbria)
Provincia di Macerata, Linee programmatiche 1999-2004
Pal , Piano di Azione Locale, Gal Sibillini Marche
PPEES, Piano Pluriennale economico e sociale del Parco
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Documenti di propedeutici alla predisposizione del
PPEES
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Le imprese agricole nei comuni del Parco tra autoconsumo ed orientamento al
mercato
L’intervento pubblico a sostegno delle attività agricole nel comprensorio del Parco
Politiche strumenti e progetti per la valorizzazione dei centri storici del PNMS:
analisi demografica dei comuni
Politiche strumenti e progetti per la valorizzazione dei centri storici del PNMS: Le
politiche
Potenzialità di valorizzazione del sistema insediativo della valle del Campiano,
valle Castoriana (punti A, B, C della convenzione)
Il sistema di ricezione turistica nel PNMS
Il sistema di offerta di servizi per la fruizione didattica del PNMS
Imprenditori del Parco
La coop. il Chirocefalo: un esperienza imprenditoriale nel PNMS
Rappresentazioni sociali, motivazioni individuali e piani di vita nel PNMS
(Senza titolo)
Analisi demografica - comuni
(Senza titolo)
Analisi demografica - sistemi locali
Le cooperative del Parco nell’economia del PNMS
Il quadro dei servizi nel PNMS
Programmazione turistica
Programma Promozionale Turistico 2001, Regione
Marche
Programma Pluriennale per il Turismo Provincia di
Macerata
Letteratura socioeconomica
Fulvio Beato, Parchi e Società
Gruppo Grotta dell’Elefante, Monti Sibillini: un Parco
Compagnia dei parchi, Turismo Ambiente Comunicazione
Riviste e documenti del territorio
Voci del Parco, (n°3/97, 1/99, 1/00)
Regione Marche, Notiziario della Giunta Regionale
(n°1,2,3,4,5 2000)
Marche News (n°2-5-7/2001, 3-21-27-33/2000)
Speciale Turismo, notiziario dell’Osservatorio Turistico
Regionale dell’Umbria (n°6, 8, 9, 11)
Atti della Conferenza presso Borsa Italiana del Turismo in
Campagna, Abbadia di Fiastra – giugno 2000
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RAPPORTO DIAGNOSTICO
Strategia Quinquennale di sviluppo turistico in applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile nel Parco
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Regione Marche, Relazione sulla legislazione turistica
1995 – 2000
Regione Marche, Relazione sugli sull’attuazione degli
interventi di riqualificazione turistica regionale 1994-2000
Provincia di Macerata, Relazione sullo stato di attuazione
del progetto L’arte della Qualità
Guide turistiche
CTS, Parchi nazionali d’Italia, guida all’ospitalità, 2000
WWF, Parchi Nazionali d’Italia, 1995
TCI, Parchi e riserve naturali in Italia, 2000
TCI, Marche e Umbria, Guida Rossa, 1996
TCI, Marche e Umbria. Guida verde, 2000
Antiche e nuove locande, Le Lettere, 2000
Mondadori – Panorama, Guida ai Parchi Nazionali
d’Italia, 2000
Principali Siti Internet
www.sibillini.net
www.parks.it
www.gal.sibillini.it/
www.regione.marche.it
www.regione.umbria.it
www.provincia.ap.it
www.provincia.macerata.it
www.comcamerino.sinp.net/ (Comunità Montana di
Camerino)
www.comsanginesio.sinp.net/ (Comunità Montana San
Ginesio)
www.provincia.ap.it/ospiti/comunita_montana/default.htm
(Comunità Montana Montnana dei Monti Sibillini)
http://members.xoom.it/_XOOM/valnerina/index.htm
(Comunità Montana della Valnerina)
www.turismo.marche.it
www.regione.umbria.it/umbria/default.htm
www.cedrav.net/
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