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Scrittura itinerante,
lungo le strade e i sentieri di Tonino Guerra
Pennabilli
22 aprile 2012
“I luoghi dell’anima”
Appunti e suggestioni tratti dal
cammino…
A cura di Anna Cecchini
È fresco stamane, previsioni meteo poco allietanti, ma tuttavia in nove persone, con caparbietà,
curiosità e la speranza di trovare miglior cielo, ci accingiamo alla partenza per quel di Pennabilli,
sui sentieri di Tonino Guerra, alla scoperta dei “luoghi dell’anima”. Le nostre macchine viaggiano
in fila indiana su paesaggi verdi e rilassanti, oltrepassano la Valconca, valicano “una costola” del
Monteferltro, su sali e scendi un po’ tortuosi tra rupi, picchi e roccioni dell’appennino
“marchignolo”. Ecco, siamo arrivati! Pennabilli, piccolo centro dell’entroterra romagnolo deve il
suo nome alla fusione di due castelli, Penna e Billi. Per la naturale conformazione di questi picchi
rocciosi venne sempre sfruttata come mezzo di difesa contro ogni tipo di attacco sin dal
lontanissimo V secolo1. Che paesaggio! Al nostro sguardo si apre un panorama sorprendente, una
naturale terrazza sulla Val Marecchia. Guardo le colline e penso al mare...2 È qui che il noto poeta
Tonino Guerra ha dato vita al Museo diffuso dei “luoghi dell’anima”.3
“È bello arrivare in un posto dove puoi trovare te stesso! Abbiamo bisogno di incontrare il
mistero… i misteri sono i luoghi dell’anima” 4. Siamo immersi nella bellezza, tra terra e cielo, tra
natura e poesia.5
Sono le dieci del mattino: ci accoglie un vento gelido che s’incunea e fischia su per il borgo, tra le
viuzze inerpicate del paese producendo insoliti suoni. Il cielo che ci accompagna non promette
bene, è denso di nuvoloni neri; sfumature grigie un po’ bluastre minacciano pioggia. L’accoglienza
del cielo è poco invitante per le nostre scritture in cammino!
1
Testo da Pennabilli online
Ursula – Appunti dal taccuino
3
Il percorso è suddiviso in diversi momenti: L’orto dei Frutti Dimenticati, La Strada delle Meridiane, Il Santuario dei Pensieri,
L’angelo coi Baffi, Il Giardino Pietrificato, La Madonna del Rettangolo di Neve
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T. Guerra
5
Manuela – Appunti dal taccuino
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1
In piazza il ritrovo: si aggiungono altri incontri, presentazioni, baci, strette di mano. Aspettando i
risvolti del tempo socializziamo al Caffè della Nina: un angolo caldo e appartato sembrava proprio
aspettarci! Magica sensazione! La familiarità di visi! Persone non conosciute ma così
straordinariamente vicine.6
Fuori piove forte: intanto noi facciamo conoscenza di noi, di lui, Tonino, l’Ulisse di campagna,
come lo definiva l’amico Gianni Fucci. Ad alta voce leggiamo stralci della sua biografia, delle sue
opere; cerchiamo di captarne i pensieri, i significati, il senno.
L’uomo delle favole che incantava gli ascoltatori con i suoi racconti, i suoi sogni, con le sue poesie.
L’uomo che vedeva immagini infinite dentro la parola per raccontare l’essenza della vita, racchiusa
in un inguaribile ottimismo. Un amante della bellezza come nutrimento della mente, un cantore
della civiltà contadina e della sua Romagna, del suo dialetto, considerandolo lingua a tutti gli effetti.
Un artista a tuttotondo, un esaltatore della vita!
Poi un tuono, nell’aria luminosa del paese col sole dopo la pioggia7 sembra destarci. K-Way,
zaino in spalla penna e taccuino… forza è ora di andare alla scoperta della bellezza nei “luoghi
dell’anima”.8
«La bellezza è il nutrimento della mente. La incontriamo per strada e ci stupisce. Purtroppo, nei
piccoli mondi esiste tanta bellezza che sta morendo. E se la salviamo salviamo noi stessi». Già, la
bellezza. Bellissima è quella casa lassù, rosa e legno e sasso. […] Ogni cosa è possibile – dice – se
abitui il tuo occhio a vedere o a voler vedere. E più una cosa è semplice, più vedi in profondità e
capisci l’armonia che ci circonda» 9
Ci incamminiamo lentamente per le vie del paese gustando il piacere del silenzio, delle visioni,
degli incontri, richiamati ad ascoltare suoni, voci, natura. Un sentimento di calma e di pace ci
accompagna. I nostri pensieri sono liberi, leggeri: si aprono nello spazio con uno sguardo diverso
sulle cose.
“Vivere il silenzio è darsi tempo […] È accompagnarsi, ospitare l’intimità prima della reciprocità,
coltivare un “tempo di incubazione e già anche di pregustazione “ degli incontri che si faranno. È
scegliere l’incanto invece del disincanto, la scoperta invece della conferma. Accontentarsi di
esperienze marginali, mai totalizzanti, piccoli frammenti di stacco, in cui anche un secondo […] è un
frammento autosufficiente dell’intero”10
Il colore, i rumori e gli odori nei paesi la domenica: vecchie strade, vecchi mattoni e finestre.
campane che dolcemente scandiscono le ore! Qui il tempo che passa non da agitazione, non fa
paura anzi siamo avvolti dalla calma e uniti dal forte entusiasmo di condividere la giornata,
scoprendo e guardando con innocenza… alla ricerca di noi stessi!11
6
Barbara - Appunti dal taccuino
Katia - Appunti dal taccuino
8
Il percorso è suddiviso in diversi momenti: L’Orto dei frutti dimenticati, la Strada delle Meridiane, l’Angelo coi baffi, il Santuario
dei pensieri, Il Giardino pietrificato, La Madonna del rettangolo di neve
9
L’Unità 18 aprile 2010, intervista a T. Guerra, un ragazzo che compie novantanni di A. Guermandi
7
10
11
N.Polla-Mattiot – Pause- Mimesis Accademia Del Silenzio
Barbara – Appunti dal taccuino
2
L’Orto dei frutti dimenticati - un museo di sapori utile a farci toccare il passato.
Mura, antiche e la magia della natura sembrano fondersi! Angoli nascosti, curiosità, antichi
profumi nel museo della natura. Il vecchio cancello cigola con il forte vento della giornata ed
accompagna attutendo le parole leggere, le parole semplici di una vita vera in un contesto vero!12
[…] Senza sapere dove andavamo abbiamo aperto la porta
e proprio davanti a noi, nel prato che confina
con la strada, c’erano i ciliegi in fiore
che ci facevano festa dentro quell’aria azzurra.
Allora io e mio fratello ci siamo fermati
impalati sullo scalino e senza dire una parola
ci siamo levati il cappello dalla testa.13
Separa un mondo la porta di legno, dischiude un orto all’interno del paese. Chi entra non sa
cosa trova dentro ed uscire non diventa più un pensiero importante. Ti fermi nel viottolo sotto un
albero fiorito e guardi quell’arco che ti chiude all’esterno, ai rumori, al chiasso, allo schiamazzo
della gente. La porta guarda fuori e dentro, ma l’aria non passa tra le fessure, il contatto tra i
luoghi non lascia accadere.14
Il sacro che si unisce alla natura, un straordinario fondersi di tinte ed un ritorno forte ai bisogni
primari dell’uomo!15
La raccolta delle “Marie”, le varie immagini della Madonna è così tenera.16
In quest'orto-giardino respiro profumi perduti come il melo od il pero cotogno e guardo la pianta
dai cento tronchi salire verso l'alto coi suoi rami ma rimanere radicata alla terra, mi ci ritrovo:
con la mia testa altrove da ciò che è il mio scorrere tranquilla l'esistenza, così statica come le tue
radici, le mie origini. Ed ogni punta di ogni tua foglia e germoglio ci raccontano, mentre
esplodono di profumo, quel che sai regalarci di te!
Qui in quest'orto anche l'ortica pare voglia parlarci, copre gli angolini a ridosso dei muri di
pietra, vicino ai rigagnoli e sembra voler dire: anche io sono qui e sono parte della bellezza del
mondo!17
È un posto che sa di buono, i fiori profumati del pero cotogno, i rami fioriti del pesco, il grande
ciliegio con tanti fruttini che attendono il tempo della maturazione. In fondo un grande fascio di
tronchi, è dell'albero di alloro, più in là il gelso arioso con le more appena abbozzate, alla base
un cespuglio di fiorellini gialli d'acacia.18
La bellezza che risplende mi spaventa, mi ubriaca, mi confonde. Non la godo. E penso e mi
rattristo che poi sfiorisce, ed è fugace.
La bellezza da cercare mi trascina, mi spinge a camminare, mi fa avvicinare al profumo del fiore
del pero cotogno, che non si nasconde perché il vento lo apre e lo diffonde.19
12
Barbara – Appunti dal taccuino
T.Guerra - Il Miele, Canto trentesimo, Maggioli editore 1981
14
Sara – Appunti dal taccuino
15
Barbara - Appunti dal taccuino
16
Katia - Appunti dal taccuino
17
Katia - Ibidem
18
Giancarla Appunti dal taccuino
19
Simona - Appunti dal taccuino
13
3
Sul ciliegio profumato e accogliente come una madre, avrei voluto arrampicarmi e stare.
Il mistero è donna che accoglie come la pigna, produce come la pera cotogna, porta come la
chiocciola20.
L’odore della menta, il rosmarino, terra bagnata ed il verde dalle mille sfumature e chiaro scuri,
il cielo vitale ed il silenzio!
Il rispetto che dobbiamo dare ma che dobbiamo darci sempre! La forza delle cose, la durezza
delle pietre e il loro durare nel tempo! La natura! Bisogna fermarsi, siam qui per qualcosa e
siam parte di questa cosa. Sempre alla ricerca di chissà che, ma forse è già tutto qui’!21
Se apri la porta vedi un’auto passare, una bici, un rumore famigliare, ma preferisci restare sul
viottolo, senza calpestare i petali sparsi. Guardi la porta chiusa al mondo, ma stai fermo sotto
l’albero ad ascoltare il vento, le foglie, il profumo dei fiori….22
“Tutto è vivo e parla in natura. E quanta vita incessante ci accoglie in campagna”23
“…la natura si fa paesaggio a chi contempla con sentimento”24
Ogni giardino racconta di noi…
Giorno per giorno bisogna saper tagliare, potare, nutrire curare e seminare, godendo poi di
colori ed odori con tanto tempo da dedicargli e tempo da dedicarmi. Sono io il mio giardino
forse: chiuso ancora agli altri “sicuro” ancora per un po’ forse ma aperto al mondo ed alla vita.
Tante le piante, le fioriture segrete che ancora non riesco neppure ad immaginare e le gemme
che ancora devono sbocciare, vengono da me, dalla mia vita e dalle persone che mi sono vicino.
Pianto continuamente semi dappertutto, che annaffio e curo continuamente perché un giorno
spero, di godere di frutti succosi, rari fiori, di tanti fiori dai mille colori. Spero di poter mostrare
orgogliosa il mio giardino...25
Nell’orto, il vecchio lavatoio, un tempo luogo di ritrovo e di lavoro per le donne del paese,
oggi ospita, alle pareti, le dodici targhe in ceramica con 'Le Parole dei mesi'.
Sotto una pioggia scrosciante, al riparo delle sue mura, anche noi abbiamo scritto lo scenario dei
mesi dell’anno nel nostro ricordo! Frammenti di storie nascoste dentro di noi…
GENNAIO il dolce senso delle buie e lunghe giornate e la calma per riflettere, per iniziare ancora.
FEBBRAIO un tappeto di neve soffice ricopriva la terra… ed il silenzio invadeva ogni cosa.
MARZO l’albero del gelso con le gemme delle foglie appena spuntate, piccoli bottoni di vita.
APRILE la natura ci risveglia, la rinascita forte ci spinge verso la vita.
MAGGIO maggiolino, vola lieve dal mio balcone al mio giardino e sul viso del mio bambino
GIUGNO a scorrazzare liberi nei campi…
LUGLIO aria salmastra, corpo sdraiato al sole che assorbe la vita .
AGOSTO calore che inondi gli occhi di luce col gusto triste del mese che incalza alla volta dell’uva scura
SETTEMBRE la gioia, l’amore, settembre nel cuore; le voci di bimbi pronti ad entrare…
OTTOBRE … sei ottimo, come il vino con le castagne che ci mettiamo a gustare , coperti, ma non molto.
NOVEMBRE fino alle orecchie, il mare nell’aria, il faro che parla…
DICEMBRE col fuoco che hai dentro il cuore, il freddo non fa paura.
20
Ursula - Appunti dal taccuino
Barbara - Appunti dal taccuino
22
Sara – Appunti dal taccuino
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23
24
25
F.Lodi – Il Silenzio – Mimesis Accademia del Silenzio
R. Milani – Il paesaggio è un’avventura – Feltrinelli 2005
Barbara - Appunti dal taccuino
4
La Via delle Meridiane
Dal 1991 il centro storico di Pennabilli si è arricchito di 7 meridiane artistiche collocate lungo un
itinerario che attraversa tutto il borgo di Penna.
Prima s’è rotta la sveglia,
e poi l’orologio a cipolla che un macchinista
aveva regalato a mio fratello. Allora misuravamo il tempo
coi raggi del sole che s’infiltravano in cucina
e facevano dei barbagli sopra la sponda della credenza
se erano le nove di mattina,
se invece arrivavano tra i bicchieri era mezzogiorno suonato. …]26
Lungo la via i nostri occhi guardano in alto, osservano, contemplano sui muri la bellezza, i dipinti
delle meridiane.
Andare lento vuol dire essere saggi!
La strada delle meridiane segna il tempo. Il tempo che scorre27…
Sui gradini della via rapidi appunti pere riflettere sul tempo che attraversiamo …
Tutti siamo presi dal tempo, il tempo che passa, non ho tempo per fare, per sbrigare. Se perdo
tempo, non finisco in tempo, se non arrivo in tempo, non avrò tempo per farlo da solo…
Invece com’è bello perdersi nel tempo, pensando che si fermi (il tempo), perché devo finire, in
tempo, questo libro che mi piace, senza guardare l’orologio, che scandisce il tempo.
Oggi voglio prendermi tempo per me.28
Il tempo si è ristretto. Arrivano le priorità, bisogna fare ordine, fare pulizia di ciò che non serve,
ma che si è appiccicato addosso, come abitudine, come dovere, come smarrimento di fronte ad un
nuovo modo di pormi, di guardare, di sentire. Mi fermo e ascolto ciò che avviene dentro di me,
cosa accade fuori ha meno importanza di una volta. Intanto il tempo passa ed io resto ferma, ma
non so fare altrimenti . Ascolto lo mia anima persa in questa nuova consapevolezza che ho di me
e del mondo. Quanto tempo ho perso per paura di vivere, in attesa di non so cosa, che doveva
accadere nella monotonia di giorni sempre uguali! Ed ora sono qui con il tempo che resta con
cui devo pur fare i conti. .29
Che tristezza chiusa in quel solo unico mondo di realtà dorata. Ahi… che disappunto dentro!
Che ribellione socchiusa sotto il coperchio dove bolliva forte l'odore della giovane curiosità! Così
all'improvviso, senza nemmeno progettarlo mi si è svelata l'idea di prendermi il mio tempo! Il
mio destino poteva essere tra le mie mani? Lasciare le confortanti abitudini per affrontare il
mondo nell'incertezza e nella vasta e misteriosa scoperta di ogni singolo giorno futuro, vivere per
quel momento che... in quel giorno mi conquista! …30
Poi un incontro inaspettato, Gianni, l’amico di Tonino che ci guida alla Casa dei Mandorli 31…
26
T.Guerra – Il Miele, Canto trentaquattresimo, Maggioli editore 1981
Barbara - Appunti dal taccuino
28
Bruna - Appunti dal taccuino
29
Giancarla – Appunti dal taccuino
3030
Katia - Appunti dal taccuino
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La casa pennese di T.Guerra
27
5
Nella Casa dei Mandorli… trovare profili nelle nuvole
[…] Sto seduto in mezzo all’erba dei miei pensieri
che mi cadono dalla bocca e gli occhi intanto
guardano le nuvole bianche come lenzuoli.
Ormai l’acqua della mia vita è il Marecchia
che porta a spasso il cielo
e le ossa del mondo che rotolano fino al mare.32
Il giardino dei mandorli, l’ultima dimora di T. Guerra! Anche nel disordine di quelle piante e
fiori c’era un ordine segreto, forse. La sua sedia posizionata vicino allo strapiombo… Chissà
quante volte vi si è seduto per pensare, per riflettere e per immaginare! Il paesaggio è lo stesso
ma mai uguale …e la sua scelta di rimanere lì per sempre, coerente con la persona che era! 33
Mi piace il giardino che non assomiglia a quello del Paradiso, mi piace il giardino con i rovi dove
ti pungi, dove tra il caos e il disordine il Tulipano Rosso porta l'armonia con il suo gambo lungo,
lungo.34"
Quante nuvole corrono sopra di noi, ricoprono le nostre teste mentre non riescono a coprire la
nostra meraviglia nel vedere quel che Tonino ci racconta, e soprattutto quel che, attraverso i suoi
occhi arriva ai nostri;35
Come la madre di T. Guerra, anch’io scovo i profili delle persone, ma non nelle foglie, bensì
nelle nuvole. La pioggia è cessata da poco, ho ancora la sua musica nelle orecchie.
All’improvviso sento una brezza leggera che, trasporta come in un valzer i petali di mandorlo.
Alzo gli occhi al cielo e lì, fra le nuvole, che ora stanno schiarendosi, vedo la sua immagine che
sorride, accenna un occhiolino e saluta.
È un attimo, un battito d’ali... e mi viene in mente la sua poesia36: “…e piano piano sono
arrivato a terra leggero come non mai”.37
L’angelo coi baffi …il più piccolo sguarnito museo poetico del mondo!
Illustra la delicata storia di un angelo “che non era capace di far niente “.
C'era un angelo coi baffi
che non era capace di far niente
e invece di volare attorno al Signore
veniva giù nel Marecchia
dentro la casa di un cacciatore
che teneva gli uccelli impagliati
in piedi sul pavimento di un camerone.
E l'angelo gli buttava il granoturco
per vedere se lo mangiavano.
32
T. Guerra da La Valle del Kamasutra’ - 2010 - Bompiani
Barbara – Appunti dal taccuino
34
Simona - Appunti dal taccuino
35
Katia – Appunti dal taccuino
36
Bruna .- Appunti dal taccuino
37
T. Guerra, La Valle del Kamasutra’ - 2010 - Bompiani
33
6
E dai, e dai
con tutti i Santi che ridevano dei suoi sbagli
una mattina gli uccelli impagliati
hanno aperto le ali
e hanno preso il volo
fuori dalle finestre dentro l'aria del cielo
e cantavano come non mai.38
L’angelo di Tonino ci invita a rincorrere instancabilmente tutti i nostri desideri e ci incoraggia a
portare a termine anche i più ardui progetti. Riflettiamo su un sogno impossibile diventato realtà …
Sognare un sogno... e per sognare bisogna dormire...
Desiderare un desiderio... e per desiderare bisogna vivere.39
Fin da bambina ho avuto la tendenza ad appartarmi e sognare.
Nonostante fossi la quinta di sette fratelli, sentivo spesso questo bisogno di isolarmi.
Non ricordo i sogni di allora. ma questo modo di sognare ad occhi aperti mi è rimasto e mi aiuta
molto, per fortuna. Ho avuto, ed ho tutt’ora, parecchie controversie, ma passati quei periodi bui
dove non trovo vie d’uscita, alterno momenti di totale sconforto ad altri di sogni impossibili, dove
arriva sempre qualcuno a togliermi dagli impacci della vita.
Finora di quei sogni non se ne è avverato nessuno, ma io continuo a sognare…40
Sono molto materiale, mi hanno fatto con “le scarpe di cemento” come le chiamo io e raramente
sogno e … guardo oltre desiderando chissà che!
Sinceramente non so se fosse stato un mio sogno ma credo che stia diventando realtà la persona
che sono oggi io! Desideravo forse essere un po’ più sicura di me, piacermi ed essere tranquilla
con gli altri ed oggi posso dire che mi sembra quasi una realtà! Mi sento realizzata e la realtà del
mio piccolo ed unico sogno è quella che son oggi io, senza pretesa e con tanta semplicità ed
umiltà: mi piaccio!41
[…]La storia del sasso e della vecchia arrivò fino all’altopiano
dove le nuvole tiepide,
gonfie d’acqua sollevata dal lago,
tengono verdi i pascoli.
E molti vennero a vedere il sasso che diventava morbido,
se il desiderio di chi si metteva ad accarezzarlo era giusto e meritato […]42.
38
T. Guerra - L’angelo coi baffi.- poesia
Simona – Appunti dal taccuino
40
Bruna – Appunti dal taccuino
41
Barbara – Appunti dal taccuino
42
T.Guerra, Il sasso morbido – da Farfalle 2002
39
7
Il santuario dei pensieri … le sculture suscitano echi nel cuore, nella mente, nell’anima del
viandante …ed è silenzio!
Sette pietre misteriose
Sette specchi opachi per la mente
Sette confessori muti
che aspettano di ascoltare
le tue parole belle
e le tue parole brutte43
Parlare con una pietra, confessore muto di parole, pensieri, situazioni brutte o belle…
Qui il silenzio penetra, bisogna saper tacere…!
Lascio qui una pietra che ho tolto di tasca…44
Ancora non ho parlato con una pietra. Ma lo farò.45
Poi su… in cima al Santuario Dalai Lama … Qui è così in alto che, "si sente la tosse di Dio”. 46
“Certi luoghi infondono la necessità della loro presenza. Il loro magnetismo accompagna a sentire
l’impossibilità di essere accolti. Si prova attraversandoli, la convinzione che ci aspettavano, che non
avevano mai cessato di attenderci. Non è una scoperta ma un ritorno […] Ogni storia personale
converge verso questo momento. Il tempo si ferma. Un altro mondo si presenta in seno a quello che
noi siamo… un’altra dimensione del reale appare sottolineata dal silenzio… la serenità, la bellezza.”
47
Siamo in cima al mondo, siamo in tanti eppur mi sento felicemente sola a stretto contatto con la
mia anima: ho la mia penna, il foglio e cosa posso desiderare di più…. Mi sembra impossibile
poter vivere ancora di più godere, apprezzare e riconoscere certi momenti!
La forza della natura, l’eco della campana, il vento, il rumore degli alberi. Gli uccelli, … il
silenzio!! È un luogo sacro! L’occhio si perde in un paesaggio mozzafiato nella sua semplicità, i
miei occhi sono pieni e si perdono ancora di più.. E vanno su’ fino al cielo e sempre più in alto,
sempre di più! Che pace!48
L’aria è quella roba leggera che sta
attorno alla tua testa e che diventa più chiara quando ridi.49
L’aria l’è ch’ la ròba lizìra ch’ la sta
datònd a la tu tèsta e la dvénta piò cèra quant che t’róid.
43
Queste le parole sulla targa in ceramica all’ingresso del piccolo parco.
Sara – Appunti dal taccuino
45
Simona – Appunti dal taccuino
46
T. Guerra, verso
44
47
48
Le Breton David – Appunti in formazione, Festival Autobiografia – Anghiari 2012
Barbara – Appunti dal taccuino
49
T.Guerra – La valle del Kamasutra- Bonpiani
8
Il nostro cammino sui sentieri di T. Guerra si ferma qui, sulla roccia del suo eterno riposo…
Gli porgiamo il saluto con la lettura ad alta voce della sua poesia, Un Montanaro …
Un montanaro quando si è accorto
che stava per morire
ha cominciato a salutare la sua roba.
Agli alberi da legna
che erano sotto la montagna
gli ha detto che lo dovevano perdonare
se gli aveva rotto le braccia per venderle ai fornai.
Agli alberi da frutto ha cominciato ad accarezzare
le pere, le mele e le susine
che erano cariche di sole.
A tutte le foglie dell’orto: l’insalata
La cipolla e i cavoli ,
gli ha dato un’occhiata lunga.
Poi, prima di mettersi a letto
che si sentiva molto stanco,
è arrivato a salutare un filo d’acqua,
buona da bere, che sgocciolava da una roccia
come fosse un respiro bagnato
e le ha detto: “Acqua che vai giù
fino a marina saluta il mare
che ho visto una volta soltanto
e mi ha fatto grande impressione
perché da quassù è soltanto
una riga lunga e blu”50
50
T.Guerra, Il Montanaro , da Piove sul diluvio,1997
9
Pennabilli… camminare nei luoghi dell’anima!
È stata una giornata di incontri, di ascolti, di narrazioni. Una giornata di cammino nelle terre di
Tonino Guerra per riscoprire insieme la sua poesia: la misura del nostro sguardo, la bellezza del
creato, il suo rispetto … il mistero di un semplice filo d’erba, la sua grandezza, il suo mondo.
Ci siamo soffermati a guardarci intorno, indietro, dentro, per catturare quelle tracce emozionali
che il tempo nella sua inesorabile corsa sembra aver sepolto. Ci siamo nutriti di visioni ed
emozioni, per scoprire ed appuntare i silenzi dell’anima. È stata occasione per condividere
riflessioni …e quell’armonia perduta che affettuosamente Tonino ci porgeva.
[…] Al ritorno, in quel taccuino, non rileggeremo soltanto i ricordi di poche ore prima.
Riappariranno con le parole le sensazioni incontrate, quasi fossero oggetti, momenti, luoghi
deposti in una teca minuscola a testimonianza di un giorno più intensamente vissuto e fissato in
un’illusione di eternità di noi e delle emozioni provate.51
51
D.Demetrio- I Sensi Del Silenzio – Mimesis Accademia Del Silenzio
10