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Scrittura itinerante, lungo le strade e i sentieri di Tonino Guerra Pennabilli 22 aprile 2012 “I luoghi dell’anima” Appunti e suggestioni tratti dal cammino… A cura di Anna Cecchini È fresco stamane, previsioni meteo poco allietanti, ma tuttavia in nove persone, con caparbietà, curiosità e la speranza di trovare miglior cielo, ci accingiamo alla partenza per quel di Pennabilli, sui sentieri di Tonino Guerra, alla scoperta dei “luoghi dell’anima”. Le nostre macchine viaggiano in fila indiana su paesaggi verdi e rilassanti, oltrepassano la Valconca, valicano “una costola” del Monteferltro, su sali e scendi un po’ tortuosi tra rupi, picchi e roccioni dell’appennino “marchignolo”. Ecco, siamo arrivati! Pennabilli, piccolo centro dell’entroterra romagnolo deve il suo nome alla fusione di due castelli, Penna e Billi. Per la naturale conformazione di questi picchi rocciosi venne sempre sfruttata come mezzo di difesa contro ogni tipo di attacco sin dal lontanissimo V secolo1. Che paesaggio! Al nostro sguardo si apre un panorama sorprendente, una naturale terrazza sulla Val Marecchia. Guardo le colline e penso al mare...2 È qui che il noto poeta Tonino Guerra ha dato vita al Museo diffuso dei “luoghi dell’anima”.3 “È bello arrivare in un posto dove puoi trovare te stesso! Abbiamo bisogno di incontrare il mistero… i misteri sono i luoghi dell’anima” 4. Siamo immersi nella bellezza, tra terra e cielo, tra natura e poesia.5 Sono le dieci del mattino: ci accoglie un vento gelido che s’incunea e fischia su per il borgo, tra le viuzze inerpicate del paese producendo insoliti suoni. Il cielo che ci accompagna non promette bene, è denso di nuvoloni neri; sfumature grigie un po’ bluastre minacciano pioggia. L’accoglienza del cielo è poco invitante per le nostre scritture in cammino! 1 Testo da Pennabilli online Ursula – Appunti dal taccuino 3 Il percorso è suddiviso in diversi momenti: L’orto dei Frutti Dimenticati, La Strada delle Meridiane, Il Santuario dei Pensieri, L’angelo coi Baffi, Il Giardino Pietrificato, La Madonna del Rettangolo di Neve 4 T. Guerra 5 Manuela – Appunti dal taccuino 2 1 In piazza il ritrovo: si aggiungono altri incontri, presentazioni, baci, strette di mano. Aspettando i risvolti del tempo socializziamo al Caffè della Nina: un angolo caldo e appartato sembrava proprio aspettarci! Magica sensazione! La familiarità di visi! Persone non conosciute ma così straordinariamente vicine.6 Fuori piove forte: intanto noi facciamo conoscenza di noi, di lui, Tonino, l’Ulisse di campagna, come lo definiva l’amico Gianni Fucci. Ad alta voce leggiamo stralci della sua biografia, delle sue opere; cerchiamo di captarne i pensieri, i significati, il senno. L’uomo delle favole che incantava gli ascoltatori con i suoi racconti, i suoi sogni, con le sue poesie. L’uomo che vedeva immagini infinite dentro la parola per raccontare l’essenza della vita, racchiusa in un inguaribile ottimismo. Un amante della bellezza come nutrimento della mente, un cantore della civiltà contadina e della sua Romagna, del suo dialetto, considerandolo lingua a tutti gli effetti. Un artista a tuttotondo, un esaltatore della vita! Poi un tuono, nell’aria luminosa del paese col sole dopo la pioggia7 sembra destarci. K-Way, zaino in spalla penna e taccuino… forza è ora di andare alla scoperta della bellezza nei “luoghi dell’anima”.8 «La bellezza è il nutrimento della mente. La incontriamo per strada e ci stupisce. Purtroppo, nei piccoli mondi esiste tanta bellezza che sta morendo. E se la salviamo salviamo noi stessi». Già, la bellezza. Bellissima è quella casa lassù, rosa e legno e sasso. […] Ogni cosa è possibile – dice – se abitui il tuo occhio a vedere o a voler vedere. E più una cosa è semplice, più vedi in profondità e capisci l’armonia che ci circonda» 9 Ci incamminiamo lentamente per le vie del paese gustando il piacere del silenzio, delle visioni, degli incontri, richiamati ad ascoltare suoni, voci, natura. Un sentimento di calma e di pace ci accompagna. I nostri pensieri sono liberi, leggeri: si aprono nello spazio con uno sguardo diverso sulle cose. “Vivere il silenzio è darsi tempo […] È accompagnarsi, ospitare l’intimità prima della reciprocità, coltivare un “tempo di incubazione e già anche di pregustazione “ degli incontri che si faranno. È scegliere l’incanto invece del disincanto, la scoperta invece della conferma. Accontentarsi di esperienze marginali, mai totalizzanti, piccoli frammenti di stacco, in cui anche un secondo […] è un frammento autosufficiente dell’intero”10 Il colore, i rumori e gli odori nei paesi la domenica: vecchie strade, vecchi mattoni e finestre. campane che dolcemente scandiscono le ore! Qui il tempo che passa non da agitazione, non fa paura anzi siamo avvolti dalla calma e uniti dal forte entusiasmo di condividere la giornata, scoprendo e guardando con innocenza… alla ricerca di noi stessi!11 6 Barbara - Appunti dal taccuino Katia - Appunti dal taccuino 8 Il percorso è suddiviso in diversi momenti: L’Orto dei frutti dimenticati, la Strada delle Meridiane, l’Angelo coi baffi, il Santuario dei pensieri, Il Giardino pietrificato, La Madonna del rettangolo di neve 9 L’Unità 18 aprile 2010, intervista a T. Guerra, un ragazzo che compie novantanni di A. Guermandi 7 10 11 N.Polla-Mattiot – Pause- Mimesis Accademia Del Silenzio Barbara – Appunti dal taccuino 2 L’Orto dei frutti dimenticati - un museo di sapori utile a farci toccare il passato. Mura, antiche e la magia della natura sembrano fondersi! Angoli nascosti, curiosità, antichi profumi nel museo della natura. Il vecchio cancello cigola con il forte vento della giornata ed accompagna attutendo le parole leggere, le parole semplici di una vita vera in un contesto vero!12 […] Senza sapere dove andavamo abbiamo aperto la porta e proprio davanti a noi, nel prato che confina con la strada, c’erano i ciliegi in fiore che ci facevano festa dentro quell’aria azzurra. Allora io e mio fratello ci siamo fermati impalati sullo scalino e senza dire una parola ci siamo levati il cappello dalla testa.13 Separa un mondo la porta di legno, dischiude un orto all’interno del paese. Chi entra non sa cosa trova dentro ed uscire non diventa più un pensiero importante. Ti fermi nel viottolo sotto un albero fiorito e guardi quell’arco che ti chiude all’esterno, ai rumori, al chiasso, allo schiamazzo della gente. La porta guarda fuori e dentro, ma l’aria non passa tra le fessure, il contatto tra i luoghi non lascia accadere.14 Il sacro che si unisce alla natura, un straordinario fondersi di tinte ed un ritorno forte ai bisogni primari dell’uomo!15 La raccolta delle “Marie”, le varie immagini della Madonna è così tenera.16 In quest'orto-giardino respiro profumi perduti come il melo od il pero cotogno e guardo la pianta dai cento tronchi salire verso l'alto coi suoi rami ma rimanere radicata alla terra, mi ci ritrovo: con la mia testa altrove da ciò che è il mio scorrere tranquilla l'esistenza, così statica come le tue radici, le mie origini. Ed ogni punta di ogni tua foglia e germoglio ci raccontano, mentre esplodono di profumo, quel che sai regalarci di te! Qui in quest'orto anche l'ortica pare voglia parlarci, copre gli angolini a ridosso dei muri di pietra, vicino ai rigagnoli e sembra voler dire: anche io sono qui e sono parte della bellezza del mondo!17 È un posto che sa di buono, i fiori profumati del pero cotogno, i rami fioriti del pesco, il grande ciliegio con tanti fruttini che attendono il tempo della maturazione. In fondo un grande fascio di tronchi, è dell'albero di alloro, più in là il gelso arioso con le more appena abbozzate, alla base un cespuglio di fiorellini gialli d'acacia.18 La bellezza che risplende mi spaventa, mi ubriaca, mi confonde. Non la godo. E penso e mi rattristo che poi sfiorisce, ed è fugace. La bellezza da cercare mi trascina, mi spinge a camminare, mi fa avvicinare al profumo del fiore del pero cotogno, che non si nasconde perché il vento lo apre e lo diffonde.19 12 Barbara – Appunti dal taccuino T.Guerra - Il Miele, Canto trentesimo, Maggioli editore 1981 14 Sara – Appunti dal taccuino 15 Barbara - Appunti dal taccuino 16 Katia - Appunti dal taccuino 17 Katia - Ibidem 18 Giancarla Appunti dal taccuino 19 Simona - Appunti dal taccuino 13 3 Sul ciliegio profumato e accogliente come una madre, avrei voluto arrampicarmi e stare. Il mistero è donna che accoglie come la pigna, produce come la pera cotogna, porta come la chiocciola20. L’odore della menta, il rosmarino, terra bagnata ed il verde dalle mille sfumature e chiaro scuri, il cielo vitale ed il silenzio! Il rispetto che dobbiamo dare ma che dobbiamo darci sempre! La forza delle cose, la durezza delle pietre e il loro durare nel tempo! La natura! Bisogna fermarsi, siam qui per qualcosa e siam parte di questa cosa. Sempre alla ricerca di chissà che, ma forse è già tutto qui’!21 Se apri la porta vedi un’auto passare, una bici, un rumore famigliare, ma preferisci restare sul viottolo, senza calpestare i petali sparsi. Guardi la porta chiusa al mondo, ma stai fermo sotto l’albero ad ascoltare il vento, le foglie, il profumo dei fiori….22 “Tutto è vivo e parla in natura. E quanta vita incessante ci accoglie in campagna”23 “…la natura si fa paesaggio a chi contempla con sentimento”24 Ogni giardino racconta di noi… Giorno per giorno bisogna saper tagliare, potare, nutrire curare e seminare, godendo poi di colori ed odori con tanto tempo da dedicargli e tempo da dedicarmi. Sono io il mio giardino forse: chiuso ancora agli altri “sicuro” ancora per un po’ forse ma aperto al mondo ed alla vita. Tante le piante, le fioriture segrete che ancora non riesco neppure ad immaginare e le gemme che ancora devono sbocciare, vengono da me, dalla mia vita e dalle persone che mi sono vicino. Pianto continuamente semi dappertutto, che annaffio e curo continuamente perché un giorno spero, di godere di frutti succosi, rari fiori, di tanti fiori dai mille colori. Spero di poter mostrare orgogliosa il mio giardino...25 Nell’orto, il vecchio lavatoio, un tempo luogo di ritrovo e di lavoro per le donne del paese, oggi ospita, alle pareti, le dodici targhe in ceramica con 'Le Parole dei mesi'. Sotto una pioggia scrosciante, al riparo delle sue mura, anche noi abbiamo scritto lo scenario dei mesi dell’anno nel nostro ricordo! Frammenti di storie nascoste dentro di noi… GENNAIO il dolce senso delle buie e lunghe giornate e la calma per riflettere, per iniziare ancora. FEBBRAIO un tappeto di neve soffice ricopriva la terra… ed il silenzio invadeva ogni cosa. MARZO l’albero del gelso con le gemme delle foglie appena spuntate, piccoli bottoni di vita. APRILE la natura ci risveglia, la rinascita forte ci spinge verso la vita. MAGGIO maggiolino, vola lieve dal mio balcone al mio giardino e sul viso del mio bambino GIUGNO a scorrazzare liberi nei campi… LUGLIO aria salmastra, corpo sdraiato al sole che assorbe la vita . AGOSTO calore che inondi gli occhi di luce col gusto triste del mese che incalza alla volta dell’uva scura SETTEMBRE la gioia, l’amore, settembre nel cuore; le voci di bimbi pronti ad entrare… OTTOBRE … sei ottimo, come il vino con le castagne che ci mettiamo a gustare , coperti, ma non molto. NOVEMBRE fino alle orecchie, il mare nell’aria, il faro che parla… DICEMBRE col fuoco che hai dentro il cuore, il freddo non fa paura. 20 Ursula - Appunti dal taccuino Barbara - Appunti dal taccuino 22 Sara – Appunti dal taccuino 21 23 24 25 F.Lodi – Il Silenzio – Mimesis Accademia del Silenzio R. Milani – Il paesaggio è un’avventura – Feltrinelli 2005 Barbara - Appunti dal taccuino 4 La Via delle Meridiane Dal 1991 il centro storico di Pennabilli si è arricchito di 7 meridiane artistiche collocate lungo un itinerario che attraversa tutto il borgo di Penna. Prima s’è rotta la sveglia, e poi l’orologio a cipolla che un macchinista aveva regalato a mio fratello. Allora misuravamo il tempo coi raggi del sole che s’infiltravano in cucina e facevano dei barbagli sopra la sponda della credenza se erano le nove di mattina, se invece arrivavano tra i bicchieri era mezzogiorno suonato. …]26 Lungo la via i nostri occhi guardano in alto, osservano, contemplano sui muri la bellezza, i dipinti delle meridiane. Andare lento vuol dire essere saggi! La strada delle meridiane segna il tempo. Il tempo che scorre27… Sui gradini della via rapidi appunti pere riflettere sul tempo che attraversiamo … Tutti siamo presi dal tempo, il tempo che passa, non ho tempo per fare, per sbrigare. Se perdo tempo, non finisco in tempo, se non arrivo in tempo, non avrò tempo per farlo da solo… Invece com’è bello perdersi nel tempo, pensando che si fermi (il tempo), perché devo finire, in tempo, questo libro che mi piace, senza guardare l’orologio, che scandisce il tempo. Oggi voglio prendermi tempo per me.28 Il tempo si è ristretto. Arrivano le priorità, bisogna fare ordine, fare pulizia di ciò che non serve, ma che si è appiccicato addosso, come abitudine, come dovere, come smarrimento di fronte ad un nuovo modo di pormi, di guardare, di sentire. Mi fermo e ascolto ciò che avviene dentro di me, cosa accade fuori ha meno importanza di una volta. Intanto il tempo passa ed io resto ferma, ma non so fare altrimenti . Ascolto lo mia anima persa in questa nuova consapevolezza che ho di me e del mondo. Quanto tempo ho perso per paura di vivere, in attesa di non so cosa, che doveva accadere nella monotonia di giorni sempre uguali! Ed ora sono qui con il tempo che resta con cui devo pur fare i conti. .29 Che tristezza chiusa in quel solo unico mondo di realtà dorata. Ahi… che disappunto dentro! Che ribellione socchiusa sotto il coperchio dove bolliva forte l'odore della giovane curiosità! Così all'improvviso, senza nemmeno progettarlo mi si è svelata l'idea di prendermi il mio tempo! Il mio destino poteva essere tra le mie mani? Lasciare le confortanti abitudini per affrontare il mondo nell'incertezza e nella vasta e misteriosa scoperta di ogni singolo giorno futuro, vivere per quel momento che... in quel giorno mi conquista! …30 Poi un incontro inaspettato, Gianni, l’amico di Tonino che ci guida alla Casa dei Mandorli 31… 26 T.Guerra – Il Miele, Canto trentaquattresimo, Maggioli editore 1981 Barbara - Appunti dal taccuino 28 Bruna - Appunti dal taccuino 29 Giancarla – Appunti dal taccuino 3030 Katia - Appunti dal taccuino 31 La casa pennese di T.Guerra 27 5 Nella Casa dei Mandorli… trovare profili nelle nuvole […] Sto seduto in mezzo all’erba dei miei pensieri che mi cadono dalla bocca e gli occhi intanto guardano le nuvole bianche come lenzuoli. Ormai l’acqua della mia vita è il Marecchia che porta a spasso il cielo e le ossa del mondo che rotolano fino al mare.32 Il giardino dei mandorli, l’ultima dimora di T. Guerra! Anche nel disordine di quelle piante e fiori c’era un ordine segreto, forse. La sua sedia posizionata vicino allo strapiombo… Chissà quante volte vi si è seduto per pensare, per riflettere e per immaginare! Il paesaggio è lo stesso ma mai uguale …e la sua scelta di rimanere lì per sempre, coerente con la persona che era! 33 Mi piace il giardino che non assomiglia a quello del Paradiso, mi piace il giardino con i rovi dove ti pungi, dove tra il caos e il disordine il Tulipano Rosso porta l'armonia con il suo gambo lungo, lungo.34" Quante nuvole corrono sopra di noi, ricoprono le nostre teste mentre non riescono a coprire la nostra meraviglia nel vedere quel che Tonino ci racconta, e soprattutto quel che, attraverso i suoi occhi arriva ai nostri;35 Come la madre di T. Guerra, anch’io scovo i profili delle persone, ma non nelle foglie, bensì nelle nuvole. La pioggia è cessata da poco, ho ancora la sua musica nelle orecchie. All’improvviso sento una brezza leggera che, trasporta come in un valzer i petali di mandorlo. Alzo gli occhi al cielo e lì, fra le nuvole, che ora stanno schiarendosi, vedo la sua immagine che sorride, accenna un occhiolino e saluta. È un attimo, un battito d’ali... e mi viene in mente la sua poesia36: “…e piano piano sono arrivato a terra leggero come non mai”.37 L’angelo coi baffi …il più piccolo sguarnito museo poetico del mondo! Illustra la delicata storia di un angelo “che non era capace di far niente “. C'era un angelo coi baffi che non era capace di far niente e invece di volare attorno al Signore veniva giù nel Marecchia dentro la casa di un cacciatore che teneva gli uccelli impagliati in piedi sul pavimento di un camerone. E l'angelo gli buttava il granoturco per vedere se lo mangiavano. 32 T. Guerra da La Valle del Kamasutra’ - 2010 - Bompiani Barbara – Appunti dal taccuino 34 Simona - Appunti dal taccuino 35 Katia – Appunti dal taccuino 36 Bruna .- Appunti dal taccuino 37 T. Guerra, La Valle del Kamasutra’ - 2010 - Bompiani 33 6 E dai, e dai con tutti i Santi che ridevano dei suoi sbagli una mattina gli uccelli impagliati hanno aperto le ali e hanno preso il volo fuori dalle finestre dentro l'aria del cielo e cantavano come non mai.38 L’angelo di Tonino ci invita a rincorrere instancabilmente tutti i nostri desideri e ci incoraggia a portare a termine anche i più ardui progetti. Riflettiamo su un sogno impossibile diventato realtà … Sognare un sogno... e per sognare bisogna dormire... Desiderare un desiderio... e per desiderare bisogna vivere.39 Fin da bambina ho avuto la tendenza ad appartarmi e sognare. Nonostante fossi la quinta di sette fratelli, sentivo spesso questo bisogno di isolarmi. Non ricordo i sogni di allora. ma questo modo di sognare ad occhi aperti mi è rimasto e mi aiuta molto, per fortuna. Ho avuto, ed ho tutt’ora, parecchie controversie, ma passati quei periodi bui dove non trovo vie d’uscita, alterno momenti di totale sconforto ad altri di sogni impossibili, dove arriva sempre qualcuno a togliermi dagli impacci della vita. Finora di quei sogni non se ne è avverato nessuno, ma io continuo a sognare…40 Sono molto materiale, mi hanno fatto con “le scarpe di cemento” come le chiamo io e raramente sogno e … guardo oltre desiderando chissà che! Sinceramente non so se fosse stato un mio sogno ma credo che stia diventando realtà la persona che sono oggi io! Desideravo forse essere un po’ più sicura di me, piacermi ed essere tranquilla con gli altri ed oggi posso dire che mi sembra quasi una realtà! Mi sento realizzata e la realtà del mio piccolo ed unico sogno è quella che son oggi io, senza pretesa e con tanta semplicità ed umiltà: mi piaccio!41 […]La storia del sasso e della vecchia arrivò fino all’altopiano dove le nuvole tiepide, gonfie d’acqua sollevata dal lago, tengono verdi i pascoli. E molti vennero a vedere il sasso che diventava morbido, se il desiderio di chi si metteva ad accarezzarlo era giusto e meritato […]42. 38 T. Guerra - L’angelo coi baffi.- poesia Simona – Appunti dal taccuino 40 Bruna – Appunti dal taccuino 41 Barbara – Appunti dal taccuino 42 T.Guerra, Il sasso morbido – da Farfalle 2002 39 7 Il santuario dei pensieri … le sculture suscitano echi nel cuore, nella mente, nell’anima del viandante …ed è silenzio! Sette pietre misteriose Sette specchi opachi per la mente Sette confessori muti che aspettano di ascoltare le tue parole belle e le tue parole brutte43 Parlare con una pietra, confessore muto di parole, pensieri, situazioni brutte o belle… Qui il silenzio penetra, bisogna saper tacere…! Lascio qui una pietra che ho tolto di tasca…44 Ancora non ho parlato con una pietra. Ma lo farò.45 Poi su… in cima al Santuario Dalai Lama … Qui è così in alto che, "si sente la tosse di Dio”. 46 “Certi luoghi infondono la necessità della loro presenza. Il loro magnetismo accompagna a sentire l’impossibilità di essere accolti. Si prova attraversandoli, la convinzione che ci aspettavano, che non avevano mai cessato di attenderci. Non è una scoperta ma un ritorno […] Ogni storia personale converge verso questo momento. Il tempo si ferma. Un altro mondo si presenta in seno a quello che noi siamo… un’altra dimensione del reale appare sottolineata dal silenzio… la serenità, la bellezza.” 47 Siamo in cima al mondo, siamo in tanti eppur mi sento felicemente sola a stretto contatto con la mia anima: ho la mia penna, il foglio e cosa posso desiderare di più…. Mi sembra impossibile poter vivere ancora di più godere, apprezzare e riconoscere certi momenti! La forza della natura, l’eco della campana, il vento, il rumore degli alberi. Gli uccelli, … il silenzio!! È un luogo sacro! L’occhio si perde in un paesaggio mozzafiato nella sua semplicità, i miei occhi sono pieni e si perdono ancora di più.. E vanno su’ fino al cielo e sempre più in alto, sempre di più! Che pace!48 L’aria è quella roba leggera che sta attorno alla tua testa e che diventa più chiara quando ridi.49 L’aria l’è ch’ la ròba lizìra ch’ la sta datònd a la tu tèsta e la dvénta piò cèra quant che t’róid. 43 Queste le parole sulla targa in ceramica all’ingresso del piccolo parco. Sara – Appunti dal taccuino 45 Simona – Appunti dal taccuino 46 T. Guerra, verso 44 47 48 Le Breton David – Appunti in formazione, Festival Autobiografia – Anghiari 2012 Barbara – Appunti dal taccuino 49 T.Guerra – La valle del Kamasutra- Bonpiani 8 Il nostro cammino sui sentieri di T. Guerra si ferma qui, sulla roccia del suo eterno riposo… Gli porgiamo il saluto con la lettura ad alta voce della sua poesia, Un Montanaro … Un montanaro quando si è accorto che stava per morire ha cominciato a salutare la sua roba. Agli alberi da legna che erano sotto la montagna gli ha detto che lo dovevano perdonare se gli aveva rotto le braccia per venderle ai fornai. Agli alberi da frutto ha cominciato ad accarezzare le pere, le mele e le susine che erano cariche di sole. A tutte le foglie dell’orto: l’insalata La cipolla e i cavoli , gli ha dato un’occhiata lunga. Poi, prima di mettersi a letto che si sentiva molto stanco, è arrivato a salutare un filo d’acqua, buona da bere, che sgocciolava da una roccia come fosse un respiro bagnato e le ha detto: “Acqua che vai giù fino a marina saluta il mare che ho visto una volta soltanto e mi ha fatto grande impressione perché da quassù è soltanto una riga lunga e blu”50 50 T.Guerra, Il Montanaro , da Piove sul diluvio,1997 9 Pennabilli… camminare nei luoghi dell’anima! È stata una giornata di incontri, di ascolti, di narrazioni. Una giornata di cammino nelle terre di Tonino Guerra per riscoprire insieme la sua poesia: la misura del nostro sguardo, la bellezza del creato, il suo rispetto … il mistero di un semplice filo d’erba, la sua grandezza, il suo mondo. Ci siamo soffermati a guardarci intorno, indietro, dentro, per catturare quelle tracce emozionali che il tempo nella sua inesorabile corsa sembra aver sepolto. Ci siamo nutriti di visioni ed emozioni, per scoprire ed appuntare i silenzi dell’anima. È stata occasione per condividere riflessioni …e quell’armonia perduta che affettuosamente Tonino ci porgeva. […] Al ritorno, in quel taccuino, non rileggeremo soltanto i ricordi di poche ore prima. Riappariranno con le parole le sensazioni incontrate, quasi fossero oggetti, momenti, luoghi deposti in una teca minuscola a testimonianza di un giorno più intensamente vissuto e fissato in un’illusione di eternità di noi e delle emozioni provate.51 51 D.Demetrio- I Sensi Del Silenzio – Mimesis Accademia Del Silenzio 10