Testi, documenti e indicazioni per il lavoro sulla poesia

Transcript

Testi, documenti e indicazioni per il lavoro sulla poesia
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
POESIA ITALIANA
DELL'OTTO-NOVECENTO
Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.
Alda Merini
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Preambolo
Che cos'è poesia?
La poesia del Dizionario
♦poeṣìa o (poet.) †poeṣì
[lat. poēsi(m), dal gr. póiēsis ‘produzione, poesia’, da poiêin ‘fare’. V. poeta; 1319]
s. f.
1 Arte e tecnica di esprimere in versi, con estrema attenzione all'aspetto fonico, ritmico e timbrico del linguaggio,
esperienze, idee, emozioni, fantasie e sim.: esprimersi in poesia; poesia e prosa; poesia epica, drammatica, lirica,
didascalica, satirica; poesia dialettale, sentimentale │ Poesia visiva, componimento poetico che utilizza i caratteri
grafici di stampa disponendoli in modo tale da delineare le linee di un oggetto, un ritratto e sim.
2 Produzione poetica di un singolo autore, di una corrente, di una nazione, di un'epoca: la poesia di Leopardi, del
Petrarca, di Baudelaire; la poesia del romanticismo, del surrealismo; la poesia italiana del Duecento; la poesia moderna,
contemporanea; la poesia greca, latina, inglese, russa, negra.
3 Singolo componimento in versi, spec. di breve estensione: dire, recitare una poesia; la poesia di Natale; imparare una
poesia a memoria; scelta, raccolta di poesie; scrivere poesie.
4 (gener.) Forma metrica: scrivere in poesia; mettere, volgere in poesia.
5 (est.) Senso di elevata tensione spirituale che si può manifestare in qualsiasi opera d'arte: un quadro pieno di poesia;
una sonata ricca di poesia; la poesia di certe inquadrature cinematografiche.
6 (fig.) Capacità di suggestionare, di suscitare emozioni, sentimenti, fantasie: la poesia della notte, dell'alba sul mare;
sentire tutta la poesia di un incontro │ Capacità di una persona di provare in alto grado emozioni, sentimenti e sim.: un
animo ricco di poesia; generazione, giovani senza poesia.
7 (fig.) Evasione dalla realtà, abbandono a sogni e utopie: non si può vivere di poesia; lascia perdere, questa è solo
poesia.
║ poeṣi̠ àccia, pegg. │ poeṣi̠ étta, dim. │ poeṣi̠ òla, poesiuòla, dim. │ poeṣi̠ ùccia, dim.
Page 2/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
L'endecasillabo
1
2
3
4
5
6
7
8
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Dante Alighieri, Commedia, Inferno, Canto V, versi 100-107. Versi scritti attorno al 1310
Il sonetto
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ‘l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,
del vario stile in ch’io piango e ragiono
fra le vane speranze e ‘l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;
e del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto,
e ‘l pentersi, e ‘l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.
Francesco Petrarca, Canzoniere, Sonetto I. Scritto verso il 1349
Page 3/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
I testi1
L'Ottocento
Ugo Foscolo (1778-1827)
Alla sera
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Forse perché della fatal quiete
tu sei l'immago a me sì cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensieri su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirito guerrier ch'entro mi rugge.
Ugo Foscolo, Poesie. Scritto nel 1803
1
Lettura di molti dei testi qui presentati sul sito di italiano del collège Sismondi:
http://italiano.sismondi.ch/media/suono_lf/letture-di-poesia
Page 4/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Giacomo Leopardi (1798-1837)
L'Infinito
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi, I canti, testo scritto nel 1819
A Silvia
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
Page 5/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
Giacomo Leopardi, I canti, testo scritto nel 1828
Page 6/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Il Passero solitario
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
44
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
45
Tu, solingo augellin, venuto a sera
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
Page 7/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vóto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirornmi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
Giacomo Leopardi, I canti, testo scritto nel 1829-1830
Page 8/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Giosuè Carducci (1835-1907)
Pianto antico
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell'inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
Giosuè Carducci, Rime nuove, testo scritto nel 1871
San Martino
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Giosuè Carducci, Rime nuove, testo scritto nel 1883
Page 9/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Giovanni Pascoli (1855-1912)
Novembre
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti.
Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1891
X Agosto
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Giovanni Pascoli, Myricae, testo scritto nel 1896
Page 10/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Il gelsomino notturno
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Giovanni Pascoli, Canti di Castelvecchio, testo scritto nel 1903
Page 11/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Il Novecento
Umberto Saba (1883-1956)
Trieste
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Ho attraversata tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
Umberto Saba, Tieste e una donna, testo scritto nel 1910-12
Città vecchia
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Spesso, per ritornare alla mia casa.
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall'osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito
nell'umiltà;
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
Page 12/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d'amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore:
s'agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia,
il pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.?
Umberto Saba, Tieste e una donna, testo scritto nel 1910-12
Ulisse
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più a largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Umberto Saba, Mediterranee, testo scritto nel 1947
Amai
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica difficile del mondo.
Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.
Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.
Umberto Saba, Mediterranee, testo scritto nel 1947
Page 13/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Giuseppe Ungaretti (1888-1970)
In memoria
Locvizza il 30 settembre 1915
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perchè non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa
Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse
Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916
Page 14/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
I fiumi
Cotici il 16 agosto 1916
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
Mi tengo a quest'albero mutilato
abbandonato in questa dolina
che ha il languore
di un circo
prima o dopo lo spettacolo
e guardo
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
in un'urna di acqua
e come una reliquia
ho riposato
L'Isonzo scorrendo
mi levigava
come un suo sasso
Ho tirato su
le mie quattr’ossa
e me ne sono andato
come un acrobata
sull’acqua
Mi sono accoccolato
vicino ai miei panni
sudici di guerra
e come un beduino
mi sono chinato a ricevere
il sole
Questo è l'Isonzo
e qui meglio
mi sono riconosciuto
una docile fibra
dell'universo
Il mio supplizio
è quando
non mi credo
in armonia
Ma quelle occulte
mani
che mi intridono
mi regalano
Page 15/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
la rara
felicità
Ho ripassato
le epoche
della mia vita
Questi sono
i miei fiumi
Questo è il Serchio
al quale hanno attinto
duemil'anni forse
di gente mia campagnola
e mio padre e mia madre
Questo è il Nilo
che mi ha visto
nascere e crescere
e ardere d'inconsapevolezza
nelle estese pianure
Questa è la Senna
e in quel suo torbido
mi sono rimescolato
e mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
contati nell' Isonzo
Questa è la mia nostalgia
che in ognuno
mi traspare
ora ch'è notte
che la mia vita mi pare
una corolla
di tenebreGiuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916
San Martino del Carso
Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916
1
2
3
4
5
6
7
8
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Page 16/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
9
10
11
12
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
1
2
Di che reggimento siete
fratelli?
4
Parola tremante
nella notte
5
Foglia appena nata
6
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
3
7
8
9
10
Fratelli
Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto, testo scritto nel 1916
Page 17/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Eugenio Montale (1896-1981)
Non chiederci la parola
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
Eugenio Montale, Ossi di seppia, testo scritto nel 1923
Meriggiare
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale, Ossi di seppia, testo scritto nel 1925
Portami il girasole
4
Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
5
Tendono alla chiarità le cose oscure,
1
2
3
Page 18/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
6
7
8
9
10
11
12
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
Eugenio Montale, Ossi di seppia, testo scritto nel 1925
Page 19/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Giorgio Orelli (1921-2013)
Foratura a Giubiasco
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
1
2
3
I
Nessuno che raggiusti biciclette?
Da un muro all’altro In gremio Matris sedet
sapientia Patris. L’immigrato
manovra seriamente le occlusive
dense della sua bella: ah che Carlo! ah che Porta!
Qui CELLE DI CONGELAZIONE, DO
IT YOURSELF CON TAPPETI,
là misericordine (giusto adesso
che, cauto, m’avvicino, scatta
la serratura dell’ingresso),
ed ecco DA QUI MOSSE I PRIMI PASSI
BERTA EDOARDO (amico
del Chiesa,
Chiesa Francesco, però:
un sì, un no ch’esitano sull’onda)
PER LE VIE LUMINOSE DELL’ARTE.
Ah, LAVASOL con signora Scerpella.
Uno schianto? Ma l’occhio della vecchia
dalla panchina mi guarda, le ortensie
hanno raggiunto tutto il loro blu.
II
Per dire in contropelo lo strazio
patito da una piazza
fra le più miti del mondo: ampio prato in pendío
che tra castagni d’India e platani (danno ombra
ora a vuote automobili) allontanava
dolcemente le case verso i monti,
paese da scomporre e ricomporre
come un Bruegel, ad ogni stagione;
ed ora bello come un cesso nuovo,
una di quelle belle soluzioni
definitive
che i cervelli asfaltati dei nostri Consigli Comunali
trovano senza ombre di dubbi
nel sozzobosco dell’incultura.
E allora tu, cagnino, alza l’anca, irrora a lungo il frivolo
tappeto verde.
III
«Desidèri?» sospira
un’altra vecchia, «i miei desideri son quelli
della partenza. Ma senta il sogno che ho fatto stanotte.
Page 20/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
4
5
6
7
8
9
1
2
3
4
5
6
7
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
Ero, morta, e credevo d’andare, ma sì, in paradiso,
e vedo davanti a una casa, come là, verdina,
San Pietro che faceva
zuccole, ed io gli ho detto che avevo freddo, e gli ho chiesto
se la strada era quella, e San Pietro mi ha detto: “Torna indietro
che è più corta”, e mi sono svegliata.»
IV
Nell’ultimo sole non dico
Un fiore! ma Xuan Loc e vedo
— lucertola impazzita sull’asfalto
caldo ancora d’estate —
una ragazza che non sa dove andare
col fratellino in braccio
e gira gira su se stessa
V
Da qui,
da questo suolo tra i piú intrisi di sangue,
si vede bene la nostra
bella zona di resistenza alla noia,
«chiave dei passi alpini»,
«roccaforte» ... di che?,
toppa patrizia
dove ci si risparmia,
si economizzano le proprie forze
in attesa di meglio o di peggio.
Troppo tardi ormai per guardare
con calma l’uva più bella
di cui la terza vecchia mi ha parlato
senza invidia mostrandomi un povero grappolo
della sua, straziata dal maltempo.
Quel poco che posso adocchiare
non mi sembra né greve né leggero.
Ma giusto alla mia altezza s’è accesa una stanza,
una donna si toglie la collana,
l’affida lentamente ad un astuccio.
Sorpresa, senza denti, risponde
(grilli per attimi gridano)
al mio saluto attento al cane
(all’ovvio, all’oppio, al cancro, al rincaro).
Giorgio Orelli, Sinopie, testo scritto nel 1975
Page 21/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
In ripa di Tesino
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
Nel mondo delle fiabe in primavera
quando più forte odorano lungo il Ticino i sambuchi
e sui sentieri gli amenti dei pioppi s’ammucchiano
come neve soffiata, aumenta il numero
dei suicidi, specie a causa del Föhn
Seduti tra i cespugli si ha un bel ridere
vedendo passare con l’acqua timbri attrezzi d’ufficio, si finisce
con lo star male come alla stazione
quando fra un treno e l’altro un colombo si posa
sulle rotaie
Più ricca del Kuwait la Svizzera ha il primato
dei suicidi in carcere, cinque su mille,
un ingegnere delle ferrovie dice che molti si gettano
sotto al treno, due in un mese a Bellinzona,
l’altr’anno sessanta lungo la sola linea del Gottardo
Si resta perplessi si guarda l’amico
di fuorivia perplesso se a un tratto
sul mezzodì vien incontro tra i pallidi tronchi dei platani
un anziano signore sconosciuto che chiede garbato
da che parte è il Ticino, il fiume
Il fiume? Si addita dicendo che il ponte più vicino
l’hanno tagliato e gli altri
sono un po’ tanto a nord, a sud
Ma non meno inattesa la gioia di vederci salutare
con quasi festoso trasporto da chi credevamo travolto
e invece passeggia, pietosamente toccato d’eterno,
sulla diga, la giacca sottobraccio per caldo
Giorgio Orelli, Spiracoli, testo scritto nel 1987
Page 22/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Appendici
Nozioni di metrica
La forma di una poesia determina il suo ritmo, cioè parte fondamentale della poesia. Lo studio dei
vari tipi di forma è detto metrica. La metrica di una poesia si decide prima di tutto dalla lunghezza e
dal tipo dei suoi versi, ma la strofa e le rime sono altri elementi importanti.
I versi
Trisillabo (3 sillabe)
Il ternario ha un unico accento ritmico sulla seconda sillaba
La mòrte
si scónta
vivéndo
(Ungaretti, Sono una creatura)
Quadrisillabo o quaternario (4 sillabe)
Il quaternario ha due accenti sulla prima e sulla terza sillaba. È usata raramente
Dàmigèlla
tùtta bèlla
versa versa quel bel vino,
fa che cada
la rugiada
distillata di rubino.
(Chiabrera, Damigella)
Quinario (5 sillabe)
Il quinario ha due accenti: uno sulla prima o seconda sillaba, l’altro sulla quarta sillaba
Fòntì e còlline
chiesi agli Dei:
m'udiro alfine,
pago io vivrò.
(Pidemonte, La melanconia)
Senario (6 sillabe)
Il senario ha due accenti ritmici: uno sulla seconda e l’altro sulla quinta sillaba
Fratèlli d'Itàlia,
l'Itàlia s'è dèsta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa
(Mameli, Inno nazionale italiano)
Settenario (7 sillabe)
Il settenario ha un accento fisso sulla sesta sillaba e l’altro mobile su una delle prime quattro. È uno
dei versi più usati nella poesia italiana.
L’albero a cui tendevi
Page 23/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
la pargoletta mano,
il vèrde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdi tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
(Carducci, Pianto antico)
Ottonario ( 8 sillabe)
L’ottonario ha gli accenti ritmici sulla terza e sulla settima sillaba
Quant’è bèlla giovinèzza
che si fugge tuttavia
(Lorenzo il Magnifico, Canzone di Bacco)
Novenario ( 9 sillabe)
Il novenario nella sua forma più comune ha tre accenti ritmici che cadono sulla seconda, sulla
quinta e sull’ottava sillaba
Il giòrno fu pièno di làmpi
ma òra verrànno le stèlle
(Pascoli, La mia sera)
Decasillabo (10 sillabe)
Il decasillabo ha gli accenti ritmici sulla terza, sulla sesta e sulla nona sillaba
S'ode a dèstra uno squìllo di tròmba
a sinìstra rìsponde uno squìllo
(Manzoni, Carmagnola)
Endecasillabo (11 sillabe)
L’endecasillabo è il verso più usato nella poesia italiana e il più armonioso. È un verso di undici
sillabe con accenti in posizione libera, se si esclude l’ultimo che cade sempre sulla decima sillaba;
tuttavia gli schemi più usati per gli accenti principali sono: sulla sesta e sulla decima; sulla quarta,
ottava e decima; sulla quarta, settima e decima. Ecco un esempio:
Sempre caro mi fù quest’ermo cólle,
e questa sièpe, che da tànta pàrte
dell’ultimo orizzónte il guardo esclùde.
(G. Leopardi, L’infinito)
Le rime e le strofe
Le rime
In poesia, la rima è l'uguaglianza di due o piu parole dall'accento tonico in poi; essa si verifica
per lo più tra le clausole dei versi di un componimento (altrimenti, si definisce rima interna).
Nell'analisi metrica, i versi che rimano tra loro sono indicati mediante la stessa lettera.
Baciata
Un verso rima con quello successivo. Schema metrico AABB.
Page 24/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Una donna s'alza e canta
La segue il vento e l'incanta
E sulla terra la stende
E il sogno vero la prende
(Ungaretti - Canto beduino)
Alternata
Il primo verso rima con il terzo, e il secondo con il quarto. Schema metrico ABAB, CDCD.
Lo stagno risplende. Si tace
la rana. Ma guizza un bagliore
d'acceso smeraldo, di brace
azzurra: il martin pescatore...
E non sono triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino...
stupito di che? non mi sono
sentito mai tanto bambino...
(Gozzano - L'assenza)
Incrociata
Il primo verso rima con il quarto, il secondo con il terzo. Schema metrico ABBA, CDDC.
Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. È stanco di mentire.
Vieni; usciamo. Tempo di rifiorire.
Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio.
Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancora per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.
(D'Annunzio - Consolazione)
Incatenata
Il primo verso rima con il terzo della prima terzina, il secondo con il primo della seconda terzina, il
secondo di questa rima con il primo delle terza terzina, e così via. Il più alto esito di tale schema di
rime è la Divina Commedia, interamente strutturata in questo modo. Questo è anche detto terza
rima. Schema metrico ABA, BCB, CDC.
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
Queste parole da lor ci fuor porte.
(Dante - Divina Commedia - Inf. V)
Ripetuta
Il primo verso rima con il quarto, il secondo con il quinto e il terzo con il sesto. Schema metrico
Page 25/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
ABC, ABC
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno ;
et del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.
(Petrarca - Canzoniere, 1)
Invertita o simmetrica
Il primo verso rima con il sesto, il secondo con il quinto e il terzo con il quarto. Schema metrico
ABC, CBA
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.
(Dante - Tanto gentile e tanto onesta pare)
Le strofe
Il distico
Strofa di due versi per lo più in rima baciata (AA, BB...) o alternata (AB, AB...).
La terzina
Strofa di tre versi generalmente a rima incatenata (ABA, BCB, CDC...). Ci possono essere delle
terzine rimate in altro modo (per esempio in rima incrociata)
La quartina
Strofa di quattro versi a rima alternata (ABAB...) o incrociata (ABBA...).
La sestina
Strofa di sei versi con rime varie. Generalmente le prime 4 sono a rima
alternata e le ultime due a rima baciata.
L’ottava
Strofa di otto versi , di solito sono degli endecasillabi: i primi sei sono a rima alternata (AB, AB,
AB), gli ultimi due a rima baciata (CC).
La strofa libera
La strofa libera è costituita da una combianzione di versi regolari (endecasillabi o settenari) o liberi.
Essa non segue uno schema fisso, si articola secondo l'ispirazione del poeta.
Per esercitarsi: sito di italiano del collège Sismondi - Esercizi interattivi https://italiano.sismondi.ch/letteratura/aspetti-teorici/elementi-di-organizzazione-e-analisi-del-testopoetico/poesia_web.zip/view
Page 26/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Alcune figure retoriche
Esistono numerose classificazioni delle figure retoriche: variano nome, numero e identificazione
delle figure retoriche. Qui distinguiamo tra:
(a) figure di significato (o tropi), basate sul trasferimento di significato da un’espressione a
un’altra;
(b) figure di parola, che riguardano l’espressione linguistica;
(c) figure di pensiero, che riguardano le idee.
(A) Figure di significato
Metonimia (metonimia)
Sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto di contiguità logica. Si può sostituire ad
esempio:
il concreto per l’astratto avere del fegato l’astratto per il concreto sei una bellezza l’effetto per la sua causa le
sudate carte la causa per il suo effetto vive del suo lavoro il contenente per il contenuto bere un bicchiere la marca
per il prodotto una Fiat
l’autore per l’opera ascoltare Mozart
Sinèddoche Sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto di quantità. Si può sostituire
ad esempio:
la parte per il tutto tornare al tetto il tutto per la parte pelliccia di visone il genere per la specie i comuni mortali la
specie per il genere il pane quotidiano il singolare per il plurale non passa lo straniero
Metafora
Sostituzione di una parola con un’altra il cui senso letterale ha una qualche somiglianza col senso letterale della
parola sostituita. Eempio.: capelli d’oro per capelli biondi: la sostituzione è possibile perché i due termini biondo
e oro appartengono allo stesso campo semantico (il colore giallo). Tradizionalmente la metafora è considerata una
similitudine abbreviata. Per esempio dalla similitudine il mio amore brucia come una fiamma possono derivare le
metafore: il mio amore è una fiamma la mia ardente fiamma la mia fiamma
Sinestesia
Tipo di metafora che consiste nel trasferimento di significato dall’uno all’altro campo sensoriale.
un colore caldo l’urlo nero della madre (Quasimodo)
Perifrasi (circonlocuzione)
Sostituzione di un solo termine con un “giro di parole”, o una definizione, o una parafrasi.
La gloria di colui che tutto move (=di Dio) (Dante)
Eufemismo
Perifrasi usata per attenuare un’espressione trop•po cruda, dolorosa o volgare.
É passato a miglior vita (per non dire “è morto”)
Antonomasia
Uso di un nome comune, un epiteto o una perifrasi al posto di un nome proprio, per esprimerne una qualità
caratterizzante:
Il Cavaliere (= Berlusconi) Il Pelìde (= Achille) Antonomasia è anche l’uso di un nome proprio al posto di un
nome comune: Un Einstein (= un genio) Un Otello (=un uomo geloso)
Litote
Negazione del contrario per affermare un con•cetto in forma attenuata.
Don Abbondio non era nato con un cuor di leone
Ipèrbole
Esagerazione, per eccesso o per difetto.
É un secolo che non ci vediamo
Page 27/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
(B) Figure di parola
Asindeto
Assenza di congiunzioni coordinanti.
Veni, vidi, vici (Cesare)
Polisindeto
Ripetizione insistita di una congiunzione.
E mangia e beve e dorme e veste panni (Dante)
Epanalèssi
Raddoppiamento di un’espressione, ripetuta all’inizio, o al centro, o alla fine di un segmento testuale.
Vola, colomba bianca, vola…
Climax (gradazione)
Espressione di un’idea con più parole aventi un valore gradatamente più intensivo o viceversa:
Veloce? É un razzo, una scheggia, un fulmine!
Anafora (iterazione)
Ripetizione di una o più parole all’inizio di enun•ciati, o di loro segmenti, successivi.
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto (Pascoli)
Allitterazione
Ripetizione della stessa consonante o della stessa sillaba all’inizi di parole contigue.
fresche le mie parole nella sera
ti sien come il fruscio che fan le foglie (D’Annunzio)
Onomatopèa
Si ha quando una parola imita o suggerisce il suono dell’oggetto o dell’azione che significa.
il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo (Pascoli)
Paronomasia (paronomasia, bisticcio)
Accostamento di parole di suono affine, ma diffe•renti nel significato.
i’ fui per ritornar più volte vòlto (Dante)
Poliptoto (polittoto, polittoto)
Ripetizione della stessa parola con mutamento di flessione o di funzione sintattica.
cred’io ch’ei credette ch’io credesse (Dante)
Figura etimologica
Accostamento di parole aventi la stessa radice:
questa selva selvaggia e aspra e forte (Dante)
Endiadi
Espressione di un solo concetto mediante due termini coordinati:
nella strada e nella polvere (= nella strada polverosa)
Ellissi
Soppressione di uno o più elementi che la costru•zione grammaticale esigerebbe:
Li uomini si vendicano delle leggiere offese, delle gravi non possono (Machiavelli)
Zeugma (sillèpsi)
Ellissi che comporta il collegamento di due o più sostantivi a un aggettivo o a un verbo che logicamente si può
riferire a uno solo di essi:
Parlar e lagrimar vedrai insieme (Dante)
Anastrofe (inversione)
Inversione del normale ordine sintattico degli elementi di una frase.
all’opre femminili intenta / sedevi (Leopardi)
Page 28/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Ipèrbato
Interposizione di un segmento di enunciato tra i due costituenti di un sintagma.
O belle agli occhi miei tende latine (Tasso)
Mille di fiori al ciel mandano incensi (Foscolo)
Omotelèuto (omeotelèuto)
Ripetizione di sillabe omofone alla fine di più parole della stessa frase. La rima è un caso di omoteleuto.
Pleonasmo
Aggiunta a un’espressione di parole non necessa•rie dal punto di vista sintattico.
Gina non lo sapeva, lei, di dover andarsene
Anacoluto
“Rottura” della regolarità sintattica di una frase.
Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro
(C) Figure di pensiero
Antitesi
Accostamento di due termini o espressioni di sen•so opposto o contrastante.
Non fronda verde, ma di colore fosco;
non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti;
non pomi v’eran, ma stecchi con tosco (Dante)
Ossimoro (ossimoro)
Unione paradossale di due termini antitetici.
tacito tumulto (Pascoli)
la morte che vive (Montale)
Chiasmo
Incrocio di membri corrispondenti, dove due o più termini collocati in successione seguono in uno dei membri
l’ordine inverso a quello dell’altro.
Le donne, i cavallier L’arme, gli amori (Ariosto)
Similitudine (paragone)
Confronto tra due elementi in base a caratteristiche comuni. La similitudine è resa esplicita da un termine di
paragone: come, tanto, tale, simile, ecc.
Al cor gentil rempaira sempre amore
come l’ausello in selva a la verdura (Guinizelli)
Preterizione
Dichiarazione che si tralascerà di parlare di un certo argomento che intanto viene nominato; in altre parole, si
finge di voler omettere ciò che in realtà si dice.
Non starò a raccontare le peregrinazioni di Ulisse…
Hysteron proteron
Consiste nel dire per prima la cosa che è accaduta per ultima.
Usciamo, muoviti!
Domanda retorica
Domanda che, anziché richiedere un’informazio•ne, attende come sola risposta una conferma:
Il leone non è forse il re della foresta?
Allegoria
Attribuzione di un significato simbolico, diverso da quello letterale, al discorso. Come la metafora, anche
l’allegoria si basa su un paragone non espresso; secondo la retorica antica, anzi, l’allegoria risulta da “una serie
ininterrotta di metafore”, ed è perciò “una metafora prolungata”. La Commedia di Dante è tutta una lunga
allegoria; e allegorie sono per lo più le parabole e le favole.
Per esercitarsi: sito di italiano del collège Sismondi - Esercizi interattivi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/aspettiteorici/elementi-di-organizzazione-e-analisi-del-testo-poetico/poesia_web.zip/view
Page 29/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Come analizzare una poesia (consigli di metodo)
Page 30/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Page 31/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Page 32/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Page 33/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Analisi di alcuni testi
Giacomo Leopardi - L'infinito
Elementi di analisi in formato diaporama e pdf. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège
Sismondi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Leopardi/linfinito/tpptinfinito/Infinito.sxi/view
Giovanni Pascoli - Il gelsomino notturno
Elementi di analisi in formato diaporama e pdf. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège
Sismondi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Pascoli/tppgelsomino/Gelsomino.sxi/view
Umberto Saba - Amai
Elementi di analisi in formato diaporama e pdf. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège
Sismondi - https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Saba/saba-testi-e-analisi/tppamai/sabaamai-elementi-di-analisi-tutti-i-formati-versione-2014/view
Giuseppe Ungaretti - I fiumi
Aiuti per l'analisi in formato html. Scaricare e de-zippare - Sito di italiano del Collège Sismondi https://italiano.sismondi.ch/letteratura/autori/Ungaretti/ungaretti-i-fiumi.zip/view
Organizzazione del lavoro - Valutazione
Ecco le tappe del nostro lavoro sulla poesia italiana.
1. Breve riflessione sulla definizione di poesia
2. Nozioni di metrica e di retorica
3. Analisi in classe di alcune poesie (Leopardi, Pascoli, Saba, Ungaretti)
4. Ognuno sceglie uno/due testi, li analizza e prepara una presentazione orale (il lavoro a
gruppi di due è ammesso)
5. Presentazioni orali (30' per ogni testo) - Voti intermedi orali
6. Esame semestrale orale: Tutti i testi presentati in classe - Ponderazione: 50%
Page 34/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Crediti
Immagine della copertina: gestalt psicoterapia.it - http://www.gestaltpsicoterapia.it/tag/poesia/
Immagine pagina 3: http://ousia.asso.free.fr/ousia_poesies-sur-parole(s)_files/poesie.jpg
Immagine pagina 8: http://www.nuvoledipoesia.it/site/amore-e-morte-di-giacomo-leopardi/
Immagine pagina 11:
http://2.bp.blogspot.com/_xK9bWnaoOOQ/TSCvR7U02II/AAAAAAAAEes/Xb2D3z6OlsI/s1600/j
asmine-flower-wallpaper-wide-full-hd.jpg
Immagine pagina 17: Hulton Archive
Immagine pagina 19: http://4.bp.blogspot.com/QW_12aoLzZs/TdP4JXi9fjI/AAAAAAAAAcQ/5ZzmPRQvvmQ/s1600/cocci.jpg
Immagine pagina 22:
http://www.sccbellinzona.ch/fileadmin/documents/degno_nota_pdf/Orelli_bici.jpg
Immagine pagina 33: http://www.finzionimagazine.it/news/il-lettore-seriale/
Altre immagini: Wikipedia Commons
Metrica: Wikipedia.it - Graziella Fazio per gli esercizi interattivi
Retorica: Docenti.UNIOR.it (Università di Napoli Orientale) http://docenti2.unior.it/doc_db/doc_obj_18101_13-11-2013_5283d4c291939.pdf
Graziella Fazio per gli esercizi interattivi
Documento metodologico e analisi di alcuni testi: AC (2000-2014)
Indice
Preambolo.............................................................................................................................................2
Che cos'è poesia?.............................................................................................................................2
La poesia del Dizionario.............................................................................................................2
L'endecasillabo................................................................................................................................3
Il sonetto..........................................................................................................................................3
I testi.....................................................................................................................................................4
L'Ottocento......................................................................................................................................4
Ugo Foscolo (1778-1827)...........................................................................................................4
Alla sera..................................................................................................................................4
Giacomo Leopardi (1798-1837)..................................................................................................5
L'Infinito.................................................................................................................................5
A Silvia...................................................................................................................................5
Il Passero solitario..................................................................................................................7
Giosuè Carducci (1835-1907).....................................................................................................9
Pianto antico...........................................................................................................................9
San Martino............................................................................................................................9
Giovanni Pascoli (1855-1912)..................................................................................................10
Novembre.............................................................................................................................10
X Agosto...............................................................................................................................10
Il gelsomino notturno...........................................................................................................11
Il Novecento...................................................................................................................................12
Umberto Saba (1883-1956).......................................................................................................12
Trieste...................................................................................................................................12
Città vecchia.........................................................................................................................12
Page 35/36
Collège Sismondi - Corso di italiano - 3OS - 2014 (AC)
Ulisse....................................................................................................................................13
Amai.....................................................................................................................................13
Giuseppe Ungaretti (1888-1970)..............................................................................................14
In memoria...........................................................................................................................14
I fiumi...................................................................................................................................15
San Martino del Carso..........................................................................................................16
Fratelli..................................................................................................................................17
Eugenio Montale (1896-1981)..................................................................................................18
Non chiederci la parola.........................................................................................................18
Meriggiare............................................................................................................................18
Portami il girasole................................................................................................................18
Giorgio Orelli (1921-2013).......................................................................................................20
Foratura a Giubiasco............................................................................................................20
In ripa di Tesino....................................................................................................................22
Appendici...........................................................................................................................................23
Nozioni di metrica.........................................................................................................................23
I versi.........................................................................................................................................23
Le rime e le strofe.....................................................................................................................24
Le rime.................................................................................................................................24
Le strofe................................................................................................................................26
Alcune figure retoriche..................................................................................................................27
(A) Figure di significato............................................................................................................27
(B) Figure di parola...................................................................................................................28
(C) Figure di pensiero...............................................................................................................29
Come analizzare una poesia (consigli di metodo).........................................................................30
Analisi di alcuni testi.....................................................................................................................34
Giacomo Leopardi - L'infinito..................................................................................................34
Giovanni Pascoli - Il gelsomino notturno.................................................................................34
Umberto Saba - Amai................................................................................................................34
Giuseppe Ungaretti - I fiumi.....................................................................................................34
Organizzazione del lavoro - Valutazione.......................................................................................34
Crediti............................................................................................................................................35
Page 36/36