SUNSHINE GOSPEL CHOIR NU SEASON

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SUNSHINE GOSPEL CHOIR NU SEASON
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SUNSHINE GOSPEL CHOIR!
NU SEASON GOSPEL TOUR!
Quando si alza il sipario, il Sunshine Gospel Choir è pronto, circa venti elementi allineati a semicerchio, capeggiati da Alex Negro, che, oltre ad essere la voce solista e il direttore del coro, si occupa di introdurre le canzoni e intrattenere il pubblico.!
E’ soprattutto quest’ultimo, la fortuna e la popolarità del coro: Negro gode infatti di una discreta notorietà, in gran parte per il suo talento di cantare e adeguarsi a differenti generi musicali e talora di
mischiarne alcuni, tra cui il rock (è stato la voce del gruppo BIT dal 2009 al 2013 e ha collaborato
con artisti del calibro di Vasco Rossi, Elisa, Irene Grandi e Stadio) e la musica afro-americana,
prevalentemente il gospel e il soul, a cui viene indirizzato a ventuno anni, quando si trasferisce in
California.!
L’ambizioso progetto del Sunshine Gospel Choir, ossia quello di mischiare diversi generi musicali,
riesce però solo in parte. !
La serata si apre con una canzone eseguita da tre voci soliste schierate in primo piano, tra cui il
leader, sullo sfondo il coro, e ai lati le chitarre elettriche e la tastiera, che permettono di armonizzare il suono e di intrecciare il soul e il gospel con la musica rock ed elettrica. Questa prima performance stupisce un pubblico a cui è ignoto il tentativo del coro, assolutamente premeditato e studiato, di fare quello che si potrebbe definire un “mix” di stili e generi musicali completamente scollegati fra loro. Il primo impatto, ad un pubblico impreparato, non può che essere negativo, e questo
giudizio è rafforzato, in seguito, quando vengono eseguite le successive canzoni, da singole o poche voci soliste, che sono solo marginalmente integrate al coro, particolare che non può sfuggire al
pubblico, nonostante l’indubbia preparazione e abilità dei cantanti, ma meramente sbagliata dal
momento che il Sunshine Gospel Choir dichiara di attenersi alle regole e norme, o meglio alla tradizione, della musica afro-americana. Il primo pensiero è che la faccenda del “mescolare” sia loro
sfuggita di mano. Per calcare questa immagine di incongruenza, inoltre, l’abbigliamento dei solisti
è completamente diverso da quello del coro, non solo da un superficiale punto di vista estetico ma
anche relativamente al contesto culturale-musicale: Infatti gli elementi del coro indossano la tipica
toga lunga e ampia, mentre i solisti maschili scelgono eleganti completi da sera, le soliste femminili
lunghi abiti neri abbelliti da pizzi e rose rosse che appaiono collegate al ballo spagnolo del flamenco.!
Le performance dei solisti, accompagnati da un coro che acquisisce funzione di immagine-supporto, sono portate avanti nella serata fino a quando un radicale cambiamento di genere musicale ribalta nuovamente la situazione, presa in mano da un vigoroso e potente coro, che così esce allo
scoperto, e sono questa volta i coristi, nella loro individualità ma senza scollegarsi dal gruppo o
ergersi come solisti, che portano avanti canzoni eseguite a più voci, vocalizzi su diverse ottave e
frequenti melismi, che, uniti alla tecnica del Belting, conferiscono al coro una voce notevolmente
potente. Senza che si annulli mai il ruolo d’eccezione da protagonista costituito da Negro e da un
altro solista, il pubblico si adegua allo stile del coro, che piano piano risale alle origini per tornare
ad una più tipica musica soul e gospel, ritmata e coinvolgente ma senza la troppo marcata intromissione di strumenti musicali nettamente legati al rock come le chitarre elettriche. !
Il coro ha riadattato in modo singolare innumerevoli brani famosi, tra cui, in via eccezionale per
l’imminente arrivo del Natale, un adattamento di una decina di canzoni natalizie, tra cui Last
Christmans e Jingle Bells, che vengono amalgamate a formare un’unica “grande ed estesa” canzone natalizia.!
Il pubblico, dopo le prime perplessità dovute all’innovazione della musica eseguita, si è fatto coinvolgere pienamente nello spettacolo, grazie anche all’invito da parte di Negro di cantare insieme al
coro, invito che in pochi hanno rifiutato, e all’energia che quest’ultimo ha trasmesso.!
D’eccezione è stata anche la performance di un musicista che ha eseguito un assolo di sax, portato in prima linea e affiancato da Negro, e che ha conferito un accenno di blues e jazz allo stile misto del coro.!
Fra le ultime performance si può citare l’adattamento della canzone “Hallelujah”, nella quale hanno
preso voce alcuni elementi del coro per brevi pezzi, per poi unirsi alla potenza della voce corale
nell’esecuzione di una canzone che riesce sempre ad emozionare il pubblico.!
Quindi, nonostante un inizio difficoltoso, il Sunshine Gospel Choir ha tenuto un magistrale spettacolo, e ha dato l’occasione agli spettatori di assistere ad un excursus sui generi musicali appartenenti alla nuova cultura moderna e a quelli invece appartenenti ai decenni passati, che hanno le
proprie radici nell’America del sud.!
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Sarah Bellucci