Tipi di omotossine

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Tipi di omotossine
Tipi di omotossine
IAH AC Tipi di omotossine
© IAH 2007
Nell’ambiente in cui viviamo e persino nel nostro corpo sono presenti numerose
omotossine. Nei libri di tossicologia sono descritte oltre 100.000 sostanze e ogni
giorno ne vengono aggiunte di nuove. Alcune di esse sono ovvie e ben note, altre
possono essere meno conosciute o persino diventare tossiche in determinate
circostanze. Sebbene si tratti di una materia complessa è necessario analizzare
la classificazione dei tipi di omotossine per finalizzare un protocollo terapeutico
che offra maggiori possibilità di successo terapeutico.
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Obiettivi:
• Identificare i diversi tipi di omotossine presenti nell’ambiente
naturale.
• Descrivere gli effetti delle omotossine sugli organismi viventi.
• Indicare i possibili farmaci omotossicologici che possono aiutare
a neutralizzarle.
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Obiettivi di questa lezione sono l’identificazione dei diversi tipi di omotossine
presenti nel nostro ambiente naturale, la descrizione degli effetti delle omotossine
sull’organismo umano e l’indicazione dei possibili farmaci omotossicologici che
potrebbero aiutare a neutralizzarle.
Per le generalità su drenaggio e disintossicazione, consultare la lezione IAH AC
Drenaggio e disintossicazione.
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Agenda:
• Definizione di omotossina
• Tipi di omotossine
• Tossine chimiche
• Tossine insidiose
• Dieta e tossicità
• Farmaci come tossine
• Campi di interferenza neurale
• Psicotossine
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Definizione di omotossina
• Una omotossina è una qualsiasi sostanza che genera un carico
tossico diretto o indiretto nell’organismo umano.
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Una omotossina è definita come una qualsiasi sostanza che esercita un effetto
dannoso diretto o indiretto sull’organismo umano. Non è quindi importante la
sostanza in sé, ma il suo effetto sull’organismo.
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Tipi di omotossine
• Omotossine esogene
• Carichi tossici esterni che penetrano nell’organismo o
interferiscono con esso (per es. arsenico, fumo di tabacco,
metalli pesanti ecc.).
• Omotossine endogene
• Create dall’organismo, per lo più in conseguenza di processi
metabolici (per es. ammoniaca, CO2, ecc.).
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Le omotossine si suddividono in due grandi gruppi: esogene ed endogene.
Le omotossine esogene sono sostanze che raggiungono il corpo dall’ambiente e
hanno un effetto tossico diretto o indiretto su tessuti, organi e meccanismi di
regolazione. Persino uno stile di vita salutare non garantisce l’assenza di
omotossine esogene nell’organismo; per molte di esse infatti non è possibile
evitare l’assunzione (polvere presente nell’aria, radiazioni, gas, ecc.). Alcune di
esse sono tossiche a basso dosaggio, altre necessitano un dosaggio più elevato
o un’assunzione prolungata di piccole quantità per diventare tossiche. Alcune
omotossine esogene diventano estremamente tossiche se unite ad altre
sostanze. Evitarle non è sufficiente per rimanere privi di tossine poiché gran parte
di esse può penetrare nell’organismo senza che l’individuo se ne accorga.
Le omotossine endogene sono generate dallo stesso organismo. Si tratta di una
molteplicità di prodotti metabolici intermedi o terminali. Ogni sostanza che in
circostanze normali è presente nell’organismo, ma che diventa tossica se si
accumula, deve essere considerata come una omotossina e assumere una
importanza terapeutica quando non è possibile eliminarla con i normali processi
fisiologici.
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“La dose crea il veleno”
Paracelso
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Secoli fa Paracelso aveva già parlato dell’importanza della dose per definire una sostanza tossica.
L’arsenico è comunemente noto come una sostanza molto tossica, ma poche persone sanno che
l’arsenico è presente in piccolissime dosi in molti degli alimenti che consumiamo quotidianamente.
Se le dosi più elevate sono mortali, dosi bassissime di una tossina possono risultare persino
benefiche per l’organismo. Altre sostanze che consideriamo senza alcun dubbio salutari possono
diventare estremamente tossiche a dosi elevate (bere una quantità di acqua dolce superiore al
30% del nostro peso corporeo in 24 ore è mortalmente pericoloso). Non è solo la sostanza in sé a
risultare tossica, pertanto occorrerebbe valutare:
• la sostanza
• le dosi (ripetute)
• il periodo di interazione con l’organismo
• l’adattamento all’intossicazione
• la sensibilità dell’organismo
• la capacità di deposito (ECM)
• la capacità di escrezione
• le interazioni (potenzianti o inibenti) con altre sostanze fuori dall’ambiente diretto dell’organismo
• l’associazione tra le dosi e il periodo di impatto della tossina che potrebbe indurre effetti di
intossicazione inattesi. Una dose elevata di una tossina è quasi sempre pericolosa, ma potrebbe
esserlo anche una intossicazione a lungo termine con piccole dosi.
Di conseguenza, potremmo affermare che una omotossina diventa tossica nell’organismo solo in
condizioni ben definite e che non tutte le omotossine hanno lo stesso grado di tossicità per ogni
organismo umano. Pertanto eventuali linee guida e standard non potranno essere applicabili nello
stesso modo, senza varianti, a tutti gli esseri umani.
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Omotossine:
• Tossine chimiche
• Tossine insidiose
• Dieta e tossicità
• Farmaci come tossine
• Campi di interferenza neurale
• Psicotossine
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Oltre alla stessa omotossina, è necessario studiare gli aspetti dello stile di vita e
dell’ambiente. Esistono aspetti chimici, aspetti nutrizionali, farmaci moderni e
aspetti farmacologici e persino fattori correlati alla rigidità della regolazione e ai
campi di interferenza. Sono questi i principali fattori che determinano il
sovraccarico omotossicologico.
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Fattori che determinano il
sovraccarico omotossicologico
Avvelenamento chimico
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Il nostro tempo è caratterizzato da un ambiente fortemente industriale, molecole
sintetiche, estraniazione sociale, stress psicologico e medicina soppressiva:
l’avvelenamento chimico troverà una infinità di fattori potenzianti per creare
tossicità nel corpo umano.
Come precedentemente accennato, non è facile sfuggire a un sovraccarico
omotossicologico chimico nei paesi fortemente industrializzati poiché questi
fattori sono diventati parte integrante della vita quotidiana a causa delle politiche
governative passate e del conseguente inquinamento ambientale. Le radiazioni
cosmiche (danneggiamento dello strato di ozono), la radioattività, gli pseudoestrogeni nel pesce e i metalli pesanti nell’ambiente rappresentano un problema
che riguarda tutti, a prescindere dallo stile di vita condotto o dalle scelte
compiute. Anche trasferirsi da una regione all’altra non è sempre la soluzione
ideale poiché alcune sostanze tossiche viaggiano nell’aria e raggiungono le
cosiddette regioni pulite e naturali.
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Avvelenamento chimico: criteri tossicologici
• Bioaccumulazione
• Tendenza di una sostanza ad accumularsi nei tessuti degli
organismi viventi per bioaccumulazione correlata alle
caratteristiche idrofobiche e lipofiliche
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Paracelso affermava che la dose crea il veleno. In questo modo sembrerebbe
che solo dosi elevate di una tossina possano generare uno stato di
intossicazione, il che non è sempre vero. Persino piccolissime quantità di carichi
chimici, ripetuti per decenni, possono creare una bioaccumulazione che diventerà
estremamente pericolosa a lungo termine.
Nella lezione “IAH AC Istologia e fisiologia della matrice” abbiamo già accennato
all’esistenza di almeno 3 modi in cui le tossine possono diventare parte della
struttura della matrice extracellulare. Ciò può accadere grazie a una carica
positiva (la struttura dell’ECM è prevalentemente a carica negativa), alle
caratteristiche idrofiliche o a puri aspetti meccanici (dimensione della tossina).
Pertanto, sebbene le tossine vengano assunte in piccole quantità alla volta, il
raggiungimento del livello tossico può essere dovuto alla bioaccumulazione nel
corso degli anni.
Ancora oggi in Europa vivono persone anziane che hanno lavorato nel settore
della floricoltura e che presentano un elevato accumulo di DDT nel fegato, una
sostanza bandita ormai da più di 2 decenni.
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Avvelenamento chimico: criteri tossicologici
• Tossicità
• Effetti avversi sulla salute umana e animale
• Possono essere suddivisi in sette categorie fondamentali
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L’effetto tossico di una sostanza chimica dipende da diversi criteri. Non tutte le
sostanze chimiche sono tossiche allo stesso modo per le specie viventi. Alcune
di esse sono estremamente tossiche per le piante e scarsamente tossiche per gli
animali o gli esseri umani e viceversa. Ecco perché è necessario approfondire
questa materia.
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Avvelenamento chimico: criteri tossicologici
• Tossicità
• Letalità acuta
• Effetti subletali su specie non mammifere
• Effetti subletali sulle piante
• Effetti subletali sui mammiferi
• Teratogenicità
• Genotossicità/mutagenicità
• Cancerogenicità
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Per gran parte delle sostanze chimiche, la dose letale acuta è descritta nella letteratura
professionale. Dobbiamo essere consapevoli che non solo la singola dose letale può essere
tossica ma anche il fenomeno della bioaccumulazione può verificarsi e, attraverso l’aggiunta di
ripetuti dosaggi alle quantità residue di una precedente assunzione, è possibile raggiungere i livelli
di una dose letale. Pensiamo ad esempio alla bioaccumulazione di metalli pesanti come il piombo.
Gli effetti tossici possono interessare specie non mammifere e possono avere un effetto a lungo
termine dovuto al ciclo alimentare. Lo stesso vale per le piante avvelenate.
Gli effetti subletali esercitati dalle sostanze chimiche sui mammiferi sono ben descritti in
letteratura, ma spesso dimenticati nell’anamnesi del paziente. Le intossicazioni correlate al lavoro,
al domicilio (industriale o non), ad alimenti chimicamente trattati, possono causare, soprattutto a
lungo termine, effetti intossicanti subletali.
Alcune sostanze chimiche possono influenzare lo sviluppo embriologico. In questo caso, la
tossicità a carico della madre causa alterazioni nel figlio. Questo non avviene solo con le sostanze
chimiche pure presenti nell’ambiente ma anche con le sostanze chimiche o le sostanze utilizzate
in farmacologia (per es. Softenon pediatrico negli anni ‘60).
Altre sostanze chimiche manifestano genotossicità e sono causa di disfunzioni genetiche. Questo,
spesso, non comporta solo conseguenze fisiche ma anche fisiologiche.
Numerose sostanze sono notoriamente cancerogene e sono descritte nella letteratura
professionale a causa delle loro proprietà cancerogene. Anche in questo caso possiamo
osservare dosi tossiche acute che innescano una dedifferenziazione cellulare e dosaggi da
accumulazione che inducono questo processo a lungo termine.
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Avvelenamento chimico: principali inquinanti
• Sostanze acidificanti
• Ammoniaca
• Ossidi di azoto
• Diossido di zolfo, ecc.
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Il pH dell’ambiente cellulare è estremamente importante e minime deviazioni possono causare
disfunzioni o persino danni irreversibili.
L’ammoniaca è un prodotto del catabolismo proteico ed è metabolizzata dal fegato; i livelli ematici
di ammoniaca variano normalmente da 80-110 mcg/dL. Teoricamente, i pazienti con disfunzione
epatica sono a maggior rischio di una tossicità da ammoniaca; il livello di ammoniaca è altresì
determinato come indice di insufficienza epatica.
NOx è un termine generico per indicare i diversi ossidi di azoto prodotti durante la combustione.
Si ritiene che possano aggravare le condizioni asmatiche, reagire con l’ossigeno atmosferico
producendo ozono, anch’esso un irritante e, in ultimo, formare acido nitrico quando disciolti
nell’acqua. Se disciolti nell’umidità atmosferica possono causare piogge acide dannose sia per gli
alberi sia per interi ecosistemi di foreste, coinvolgendo l’essere umano come ultimo anello della
catena.
Il diossido di zolfo è talvolta utilizzato come conservante nelle bevande alcoliche oppure nella
frutta secca grazie alle sue proprietà antimicrobiche. Il conservante è utilizzato per preservare
l’aspetto della frutta anziché prevenirne la decomposizione. Questo può conferire alla frutta un
gusto chimico distintivo.
Il diossido di zolfo è anche un buon riducente. In presenza di acqua, il diossido di zolfo è in grado
di scolorare le sostanze che può ridurre; questo ne fa un ottimo sbiancante riducente per la carta
e per i materiali delicati come i tessuti. Le emissioni di tonnellate di diossido di zolfo avvenute in
questi decenni sono una delle principali cause delle piogge acide.
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Avvelenamento chimico: principali inquinanti
• Metalli e metalloidi
• Cadmio
• Mercurio
• Piombo
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I metalli pesanti sono onnipresenti nell’ambiente industriale moderno.
Il Cadmio è una delle poche sostanze presenti in natura che non hanno assolutamente alcun
valore per gli esseri viventi. A causa della bioaccumulazione, anche in ridottissime concentrazioni,
isolato o associato ad altre sostanze, è estremamente tossico per gli organismi viventi e gli
ecosistemi. L’inalazione dei gas di cadmio è altamente tossica per i reni e i polmoni. L’assunzione
orale può danneggiare gravemente fegato e reni. Numerose reazioni e legami con il cadmio sono
note per la loro cancerogenicità. L’intossicazione da cadmio può portare alla sindrome itai-itai,
termine giapponese per indicare la malattia “dolore-dolore”. Il cadmio emesso finisce nel nostro
corpo poiché una volta assunto dalle piante entra nella catena alimentare. In particolare, i nostri
organi disintossicanti (reni e fegato) sono danneggiati da questa omotossina esogena che risulta
doppiamente pericolosa in quanto l’intossicazione riduce la possibilità di eliminare altre tossine.
Il mercurio è utilizzato in molti materiali moderni e persino in odontoiatria (amalgama per
otturazioni dentali). Alcune attività umane, come l’applicazione di fertilizzanti in agricoltura e lo
smaltimento delle acque di scarto industriali, sono alcuni esempi di come gli esseri umani
rilasciano direttamente il mercurio nel terreno o nell’acqua. Il mercurio rilasciato nell’ambiente
finisce nei terreni o nelle acque superficiali. Quando i valori di pH delle acque superficiali acide
sono compresi tra cinque e sette, le concentrazioni di mercurio nell’acqua aumentano. Questo è
dovuto alla mobilizzazione del mercurio nel terreno in prossimità di una fonte d’acqua. I
microrganismi sono capaci di convertire il mercurio che raggiunge l’acqua di superficie in
metilmercurio, sostanza che viene assorbita rapidamente da gran parte degli organismi. È altresì
noto che il metilmercurio causa danni nervosi. I pesci sono tra gli organismi che assorbono grandi
quantità di metilmercurio dall’acqua. Di conseguenza, il metilmercurio si accumula nel pesce ed
entra nella catena alimentare. Gli effetti nocivi del mercurio assunto dagli animali che si nutrono di
pesce includono incapacità riproduttiva, danni intestinali, problemi gravi allo stomaco, alterazione
del DNA e danni renali.
Il piombo è un metallo velenoso che può danneggiare le connessioni nervose (specialmente nei
bambini più giovani) e causare disturbi ematici e cerebrali. L’esposizione a lungo termine al
piombo o ai suoi sali (specialmente sali solubili o il forte ossidante PbO2) può causare nefropatia e
dolori addominali tipo coliche. L’uso storico di acetato di piombo (anche noto come zucchero di
piombo) come dolcificante per il vino durante l’Impero Romano è considerato da alcuni la causa
della demenza che colpì numerosi Imperatori Romani. A un certo punto, alcuni composti del
piombo, a causa della loro dolcezza, furono utilizzati per i dolciumi. Sebbene questo uso sia stato
bandito nelle nazioni industrializzate, nel 2004 uno scandalo coinvolse un dolce messicano con
guarnizione al piombo che era stato consumato dai bambini della California.
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Avvelenamento chimico: principali inquinanti
• Composti organici
• Composti non alogenati:
• composti alifatici (formaldeide, metano)
• composti aromatici (benzene, toluene)
• Composti alogenati:
• composti alifatici (clorofluorocarburi, tricloroetano)
• composti aromatici (clorobenzene, diossine)
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Tra le sostanze chimiche anche molti composti alogeni e non alogeni sono estremamente tossici
e persino cancerogeni.
Dato che le resine di formaldeide sono utilizzate in numerosi materiali da costruzione, tra cui
legno compensato, tappeti e schiume isolanti nebulizzate, e dato che queste resine rilasciano
lentamente nel tempo la formaldeide, questa sostanza è uno degli inquinanti atmosferici domestici
più comuni. A concentrazioni superiori a 0,1 mg/kg nell’aria, la formaldeide inalata può irritare gli
occhi e le membrane mucose, causando lacrimazione, cefalea, sensazione di bruciore alla gola e
difficoltà di respirazione.
L’esposizione a benzene ha gravi effetti per la salute. L’inalazione di elevati livelli di benzene può
causare la morte, mentre livelli inferiori possono causare torpore, vertigini, aumento della
frequenza cardiaca, cefalee, tremori, confusione e incoscienza. L’assunzione di alimenti, solidi e
liquidi, contenenti elevati livelli di benzene può causare vomito, irritazione dello stomaco, vertigini,
sonnolenza, convulsioni, aumento della frequenza cardiaca e decesso.
Il clorobenzene è stato utilizzato nella fabbricazione di alcuni pesticidi, soprattutto DDT per
reazione con il cloralio (tricloroacetaldeide). In passato era inoltre utilizzato nella produzione di
fenolo. L’impiego di questi processi di fabbricazione si è tuttavia ridotto in maniera significativa
nelle ultime decadi. Oggigiorno il maggior uso di clorobenzene è quello di prodotto intermedio
nella produzione di nitroclorobenzeni e difenil ossido, sostanze importanti nella produzione di
erbicidi, coloranti e gomma.
Le diossine si accumulano nel tempo nei tessuti viventi (bioaccumulazione) cosicché persino
piccole esposizioni possono creare accumuli a livelli nocivi. TCDD ha un’emivita di ~7 anni
nell’uomo, ma a elevate concentrazioni la velocità di eliminazione è intensificata dal metabolismo.
Gli effetti sanitari esercitati dalle diossine sono riconducibili alla loro azione su un recettore
cellulare, il Recettore Aril Idrocarburo (AhR). L’esposizione a elevati livelli di diossina causa
nell’uomo una grave forma di acne persistente, nota come cloracne. Altri effetti possono includere:
anormalità nello sviluppo dello smalto dei denti nei bambini, danni al sistema immunitario,
endometriosi, difetti alla nascita, COPD, diabete e, almeno negli animali da laboratorio, maggiori
percentuali di cancro alla tiroide e al fegato.
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Avvelenamento chimico: principali inquinanti
• Altre sostanze
• Amianto
• Anidride carbonica
• Monossido di carbonio
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Altre sostanze meglio conosciute dal pubblico ed estremamente tossiche sono
l’amianto, l’anidride carbonica e il monossido di carbonio. Sebbene in Europa
siano stati compiuti grandi sforzi per bandire l’amianto dai materiali da
costruzione e dai materiali antincendio, questa sostanza è ancora fortemente
presente nell’ambiente poiché vi permane per anni. Le particelle ganciformi di
amianto possono penetrare nella regioni più profonde dei polmoni e sono
notoriamente cancerogene.
CO2 e CO sono entrambi gas tossici inquinanti molto comuni nelle società
moderne, soprattutto nelle regioni industriali e con traffico elevato.
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Avvelenamento chimico: principali inquinanti
• Emissioni da combustione
• Diossido di zolfo
• Composti organici volatili
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Le emissioni da combustione sono diffuse in ogni parte del mondo. Il loro carico
tossico aumenta con le concentrazioni atmosferiche. Vivere in una città o nei
pressi di strutture industriali accrescerà il rischio di intossicazioni da diossido di
zolfo e composti organici volatili.
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Fattori che determinano il
sovraccarico omotossicologico
Lesioni provocate dall’esposizione a tossine
ambientali
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Atmosfera - inquinamento
• L’anidride carbonica è il gas che ha evidenziato il maggiore
incremento nell’atmosfera.
• L’emissione sta aumentando al ritmo del 5% ogni 10 anni.
• Negli ultimi 200 anni è aumentata di circa il 25%.
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L’anidride carbonica è un prodotto terminale negli organismi che ricavano energia
dalla scissione degli zuccheri o dei grassi con l’ossigeno come parte integrante
del loro metabolismo, in un processo noto come respirazione cellulare. Questo
processo interessa tutte le piante, gli animali, numerosi funghi e alcuni batteri.
Negli animali superiori, l’anidride carbonica è trasportata nel sangue dai tessuti
corporei ai polmoni, dove viene espirata. Nelle piante che utilizzano la fotosintesi,
l’anidride carbonica è assorbita dall’atmosfera.
Il contenuto in anidride carbonica dell’aria fresca è variabile ed è compreso tra
0,03% (300 ppm) e 0,06% (600 ppm), a seconda dell’ambiente, mentre nell’aria
espirata è circa il 4,5%. Se inalata a concentrazioni elevate (superiori al 5% in
volume) l’anidride carbonica è immediatamente pericolosa per la vita e la salute
delle piante, dell’uomo e degli altri animali. L’attuale valore limite di soglia (TLV) o
il massimo livello di sicurezza per gli adulti sani in una giornata lavorativa di 8 ore
è 0,5% (5000 ppm). Il livello massimo di sicurezza per lattanti, bambini, anziani e
individui con problemi cardio-polmonari è significativamente inferiore.
Le foreste stanno lasciando il posto alle aree industriali. Ciò comporta una
diminuzione della conversione di CO2 in ossigeno con conseguente incremento
delle sue concentrazioni nelle aree industriali.
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Atmosfera - inquinamento
• Le sostanze inquinanti possono percorrere grandi distanze
trasportate dai venti.
• I processi di inquinamento pesante sono fortemente influenzati
dalla circolazione delle masse d’aria.
• Un determinato luogo risulta più o meno inquinato a seconda
della qualità della circolazione dell’aria della regione geografica
in cui si trova.
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Come precedentemente citato, le condizioni atmosferiche potrebbero
incrementare le concentrazioni di alcune sostanze inquinanti. L’inquinamento può
colpire anche le persone che non risiedono in un’area industriale. I forti venti
possono infatti trasportare le sostanze inquinanti, in poche ore, da un posto
all’altro. La ricaduta del materiale radioattivo, dopo l’incidente di Chernobyl, ha
interessato in pochi giorni l’intera Europa occidentale, fino a migliaia di chilometri
dalla fonte di origine.
Le piogge acide non sono un fenomeno locale ma il frutto dell’inquinamento
atmosferico prodotto in diversi luoghi. Le piogge acide stanno distruggendo le
foreste in luoghi dove non è presente alcuna industria nel raggio di centinaia di
chilometri. L’inquinamento non è quindi un fenomeno locale ma, a causa delle
caratteristiche atmosferiche, un problema mondiale.
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Fattori che determinano il
sovraccarico omotossicologico
Metalli pesanti
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Metalli e metalloidi
• Classificazione dei metalli scondo l’EPA (Environmental
Protection Agency) degli Stati Uniti
• Metalli pericolosi:
• Mercurio (oligometallo pesante)
• Berillio (oligometallo leggero)
• Una blanda esposizione può danneggiare la salute umana.
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Gli statunitensi vengono principalmente esposti al composto organico metilmercurio quando
consumano pesci e crostacei che lo contengono. L’esposizione alle diverse forme di mercurio può
danneggiare la salute di una persona in base a vari fattori (vedi sotto). Quasi tutti gli individui
presentano almeno piccole quantità di metilmercurio nei loro tessuti, riflettendo la diffusa
presenza di metilmercurio nell’ambiente e l’esposizione delle persone attraverso il consumo di
pesce e crostacei. Le persone possono essere esposte al mercurio in una qualsiasi delle sue
forme e in svariate circostanze. I fattori che determinano la gravità degli effetti sanitari derivanti
dall’esposizione al mercurio includono:
la forma chimica del mercurio (il metilmercurio è più tossico del mercurio elementare); la dose;
l’età della persona esposta (il feto è maggiormente sensibile); la durata dell’esposizione; modalità
di esposizione: inalazione, ingestione, contatto dermico, ecc. e la salute della persona esposta.
Per quanto concerne il feto, i lattanti e i bambini, l’effetto sanitario primario del metilmercurio è
l’alterazione dello sviluppo neurologico. L’esposizione in utero al metilmercurio, riconducibile al
consumo di pesce e di crostacei contenenti metilmercurio da parte della madre, può influenzare
negativamente la crescita del cervello e del sistema nervoso del neonato. Impatti su pensiero
cognitivo, memoria, attenzione, linguaggio e capacità spaziali visive e motorie, sono stati
osservati in bambini esposti in utero al metilmercurio.
Breve termine: l’EPA ha scoperto che il berillio causa potenzialmente i seguenti effetti sanitari:
infiammazione dei polmoni se inalato; meno tossico nell’acqua potabile. Lungo termine: berillio
causa potenzialmente i seguenti effetti con una esposizione continua a livelli superiori al livello
minimo di concentrazione (MCL): danni alle ossa e ai polmoni; cancro.
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Metalli e metalloidi
• Classificazione dei metalli scondo l’EPA (Environmental
Protection Agency) degli Stati Uniti:
• Metalli potenzialmente pericolosi:
• Bario
• Cadmio
• Rame
• Piombo
• Manganese
• Nickel
• Zinco
• Vanadio
• Stagno
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Devono essere
monitorati
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Secondo l’EPA è necessario monitorare anche altre sostanze potenzialmente
rischiose. Alcune di queste sono persino necessarie come oligoelementi per il
corretto funzionamento dell’organismo ma sono tossiche in concentrazioni
elevate. Zinco e rame, per esempio, sono essenziali per alcuni processi fisiologici
e la comparsa di alcuni sintomi è correlata a una loro carenza. D’altro canto,
queste sostanze possono causare anch’esse dei problemi se assunte a dosi
elevate. Di conseguenza, ancora una volta, si tratta di un problema di omeostasi.
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Metalli e metalloidi
• Tossicità dei metalli in base a dosi e tempi di esposizione
• In casi di esposizione prolungata
• Attraverso acqua potabile, sostanze alimentari o esposizione
professionale.
• Sintomi: sindrome gastrointestinale acuta, alterazione renale,
neurotossicità, ecc.
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Dosi e tempo sono i parametri principali per la tossicità di una sostanza.
Ovviamente, a breve termine, una esposizione acuta di elevato livello comporta
maggiori rischi poiché potrebbe risultare letale. Metalli e metalloidi sono presenti
nel terreno, nell’acqua e nell’aria e, di conseguenza, l’acqua potabile,
l’esposizione all’aria e persino gli alimenti (catena alimentare, dal livello inferiore
a quello superiore) potrebbero rappresentare fattori di rischio.
I principali sintomi delle intossicazioni da metalli o metalloidi sono rappresentati
da sindrome gastrointestinale, alterazione renale che può indurre insufficienza,
neurotossicità, danni epatici, problemi respiratori ecc.
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Tossicità dei metalli in base a dosi e tempi di
esposizione
• In casi di esposizione prolungata
• Attraverso acqua potabile, aria o il contatto con il terreno
contaminato.
• Sintomi:
• Sviluppo di vari tipi di ipercheratosi e cancro
• Iper- e ipo-pigmentazione della cute, soprattutto nel caso di
•
•
arsenico
Infiammazione cronica delle vie aeree
Insufficienza renale
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Come precedentemente citato, piccolissime quantità di metalli e metalloidi
possono raggiungere un elevato livello tossico nel corso di anni, o persino
decenni, a causa della bioaccumulazione.
La prolungata esposizione a metalli e metalloidi è stata associata a vari tipi di
cancro. Possono manifestarsi variazioni della pigmentazione cutanea e di
frequente si osservano irritazione e persino lesioni del sistema respiratorio.
Particolarmente comune è l’insufficienza renale poiché numerosi metalli e
metalloidi causano danni renali.
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Tossicità dei metalli in base a dosi e tempi di
esposizione
• In casi di esposizione prolungata
• Attraverso acqua potabile, aria o per contatto con il terreno
contaminato
• Sintomi:
• Dermatite
• Sintomi neurologici
• Danno al sistema riproduttivo: fetotossicità, teratogenicità,
aborto spontaneo
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L’esposizione prolungata a metalli e metalloidi può altresì indurre dermatite,
sintomi neurologici e danni al sistema riproduttivo. Numerosi metalli,
specialmente i metalli pesanti, sono fetotossici e/o teratotossici e possono essere
causa di aborti spontanei.
Numerosi metalli presenti nella circolazione sanguigna sono in grado di
oltrepassare la barriera fetale e intossicare il feto.
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Omotossine ambientali
• Farmaci specifici per i metalli pesanti:
• Plumbum metallicum-Injeel
• Mercurius Solubilis Hahnemanni-Injeel
• Arsenicum album-Injeel
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In base al principio inverso dell’omeopatia possiamo cercare di trattare un
paziente con intossicazione da metalli. Micro o nanoconcentrazioni di un metallo
invertiranno la sintomatologia dell’intossicazione dovuta a elevate concentrazioni
nel corpo. I microdosaggi hanno persino un effetto disintossicante.
Sono state compiute delle ricerche fondamentali su questo fenomeno. Ratti
avvelenati artificialmente con arsenico hanno eliminato l’arsenico nell’urina. In
base alle dosi intossicanti, l’eliminazione dell’arsenico si è arrestata dopo pochi
giorni. Diluizioni di arsenico superiori al numero di Avogadro hanno nuovamente
riattivato l’escrezione di arsenico nell’urina1.
Similmente, farmaci specifici (diluizioni omeopatiche) di un metallo vengono
somministrate per invertire l’effetto dell’intossicazione e disintossicare
specificamente l’organismo da tale metallo. Plumbum Injeel è utilizzato per
l’intossicazione da piombo, Aluminium Injeel per l’intossicazione da allumina
(vecchie vaccinazioni), Mercurius Injeel per il mercurio (amalgama, odontoiatria),
Cadmio Injeel per il sovraccarico da cadmio e Arsenicum Injeel per
l’intossicazione da arsenico.
1. J.C. Cazin et al.. "A Study of the Effect of Decimal and Centesimal Dilution of Arsenic on
Retention and Mobilization of Arsenic in the Rat,“ Human Toxicology, Luglio 1987.
26
Fattori che determinano il sovraccarico
omotossicologico
• Sostanze chimiche per l’agricoltura
• In agricoltura, le piante infestanti sono tenute sotto controllo con
pesticidi che non esistevano prima del 1940.
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27
In agricoltura si utilizzano numerosi pesticidi e insetticidi. Queste sostanze
finiscono nelle piante e nel terreno. Anche se sono stati stabiliti dei livelli
massimi, non esistono studi sull’effetto esercitato dall’assunzione a lungo termine
di piccole dosi ripetute.
27
Omotossine ambientali
• Insetticidi:
• Injeel-Chol
• Lycopodium compositum
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28
Dato che numerosi pesticidi si accumuleranno principalmente nel fegato,
Lycopodium compositum aiuterà questo organo disintossicante. Lo stesso vale
per Injeel-Chol.
28
Omotossine insidiose
© IAH 2007
Alcune omotossine non sono particolarmente evidenti, perché sconosciute alla
maggior parte delle persone, e sono difficilmente identificabili senza
un’apparecchiatura elettronica specializzata. Queste sono le omotossine più
insidiose.
29
Omotossine insidiose
• Ossidanti
• Evidenti prove che sono coinvolte nella
patogenesi di numerose malattie
• Agenti radianti
• Radiazione ultravioletta
• Radioattività latente
• Radioterapia
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30
Lo stile di vita è responsabile dell’introduzione di numerosi ossidanti nel corpo.
Non solo attraverso l’aria (fumo) ma anche attraverso gli alimenti e le bevande. È
dimostrato che queste sostanze non invecchiano solo i tessuti ma inducono
anche patologie degenerative.
Le radiazioni sono difficilmente monitorabili, almeno per un profano. Possono
essere di origine industriale o di origine cosmica e una brevissima esposizione
può già avere conseguenze potenzialmente fatali. La maggior parte delle
radiazioni sono cancerogene.
30
Campi elettromagnetici nella vita quotidiana: fonti
• Naturali:
• Campo magnetico terrestre
• Radioattività solare naturale
• Radioattività dallo spazio:
• raggi cosmici, gamma, x, infrarossi, visibili e ultravioletti.
• Umani:
• Volontaria
• Telefoni, radio, radar, telecomandi, strumenti senza fili
• Involontaria
• Piloni dell‘elettricità
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Il magnetismo e i campi elettromagnetici possono creare cariche geopatiche a cui
alcune persone sembrano essere sensibili. Le radiazioni cosmiche possono
indurre malattie cellulari.
Nello stile di vita moderno, le emissioni e i ricevitori di segnali radio sono ad ogni
angolo di strada, nella maggior parte delle case, al lavoro. Telecomandi,
microonde, induttori ad alta tensione (monitor e schermi televisivi), emettono tutti
radiazioni o campi elettromagnetici in cui viviamo ogni giorno, per decenni.
Sapendo che le trasmissioni delle informazioni corporee si basano su potenziali
elettrici molto deboli è ragionevole affermare l’esistenza di possibili interferenze
con i flussi di induzione di origine esogena.
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Geopatie
• Edifici che vengono costruiti presso:
• Corsi d’acqua sotterranei
− Faglie
− Faglie di graben
• Depositi di minerali
• Cavità
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Oltre ai materiali utilizzati negli edifici, che potrebbero emettere o rilasciare
sostanze tossiche (malattie correlate alla “sindrome della malattia da edificio”)
anche il luogo in cui sono costruiti potrebbe causare problemi. Sebbene non sia
sempre scientificamente accettato dall’establishment e dal mondo accademico, le
interferenze geopatiche esistono e potrebbero causare disturbi psicologici (come
nervosismo, insonnia ecc.) e fisici (disturbi psicosomatici, cefalea ecc.).
32
Geopatie
• Nelle zone geopatogene influenzate da emissioni di onde nocive
si osserva un incremento di
• insonnia, incubi, esaurimento mattutino, crampi, palpitazioni,
depressione, raffreddori ed emicrania.
• I processi degenerativi, quali il cancro, tendono ad
accelerare.
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Numerosi sintomi possono essere correlati a una lunga o ripetuta permanenza in
una località a carica geopatica. La maggior parte di questi sintomi sono
psicologici. Disturbi del sonno, incubi, esaurimento mentale e depressione sono
solo alcuni di una lista di disturbi psicologici geopaticamente indotti. Un numero di
sintomi e malattie ancora maggiore è correlato alle cariche geopatiche:
immunodeficienza (un maggior numero di raffreddori e condizioni similinfluenzali), emicrania, crampi, esaurimento fisico. Le cariche geopatiche sono
persino correlate allo sviluppo o all’accelerazione del cancro.
33
Sindrome della malattia da edificio
• Definizione (OMS):
• Serie di sintomi causati da agenti chimici, fisici o biologici e/o
fattori ergonomici, frequentemente correlati alla struttura,
distribuzione, installazioni e/o apparecchiature dell’edificio;
sintomi la cui gravità tende ad aumentare con il tempo trascorso
nell’edificio e non sempre riconducibili a una causa ovvia, che è
frequentemente diagnosticata per esclusione e non riguarda tutti
gli occupanti dell’edificio.
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La sindrome della malattia da edificio è ufficializzata da una definizione
dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS). Come si può osservare, si tratta
di una definizione molto vasta (completa) e non si riferisce solo all’edificio ma
anche alle installazioni e alle apparecchiature utilizzate nell’edificio.
34
Sindrome della malattia da edificio
• Cause:
• Scarsa ventilazione
• Variazione delle temperature
• Carica ionica ed
elettromagnetica
• Particelle in sospensione
• Gas e vapori di origine chimica
• Bioaerosol
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L’architettura moderna, l’aerazione artificiale, condizionata e umidificata, l’uso di
composti edili non naturali, l’induzione elettromagnetica dovuta ad
apparecchiature ad alta tensione (motori di ascensori, cabine ad alta tensione per
l’alimentazione, ecc.) sono tutte ragioni plausibili per lo sviluppo dei sintomi della
sindrome della malattia da edificio.
In alcuni edifici moderni, la percentuale della comparsa di alcuni sintomi nella
popolazione dell’edificio è talmente elevata che sono stati effettuati degli
adeguamenti per migliorarne la situazione.
35
Inquinamento acustico
• A 100 dB e oltre, l’udito inizia ad essere alterato, a prescindere
dalla lunghezza dell’esposizione.
• A 120 dB inizia la soglia del dolore.
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Nella nostra società moderna, soprattutto nelle città, in prossimità degli aeroporti
e delle aree industriali, in alcuni luoghi di lavoro nelle fabbriche, come pure nelle
aree di intrattenimento quali discoteche e durante i concerti, è spesso presente
un inquinamento da rumore. Sebbene il rumore di fondo sia necessario per il
benessere (il silenzio assoluto è percepito dal cervello come un allarme), il
rumore può essere un inquinante. Un rumore continuo superiore al livello della
conversazione (50-60 dB) diventa irritante. I suoni superiori a 100 dB sono
assolutamente spiacevoli e sopra i 120 dB causano dolore auricolare e persino
danni uditivi irreversibili.
36
Inquinamento acustico
• A livelli superiori a quelli in cui l’apparato uditivo subisce dei
danni si inizia a percepire l’insorgenza di sordità temporanea e
traumi acustici.
• Perdita dell'equilibrio
• Irritabilità
• Nervosismo
• Disturbi del ritmo cardiaco
• Perdita di concentrazione
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Un eccessivo livello di rumore, specialmente in caso di prolungata esposizione, può creare danni
auricolari (organo del Corti: danneggiamento delle cellule ciliate). Suoni e rumori sono sempre
presenti intorno a noi, a diversi livelli. Solo i livelli elevati risultano nocivi.
0 dB: il suono più debole percepibile dall’orecchio umano;
30 dB: sussurri, silenzio da biblioteca;
60 dB: conversazione normale, macchina da cucire, macchina da scrivere;
90 dB: tagliaerba, strumenti di lavoro, traffico di camion; 8 ore al giorno è l’esposizione massima
per proteggere il 90% delle persone;
100 dB: sega elettrica, martello pneumatico, motoslitta; 2 ore al giorno è l’esposizione massima
senza protezione;
115 dB: sabbiatura (processo di pulitura di superfici), concerto rock, clascon d’auto; 15 minuti al
giorno è l’esposizione massima senza protezione;
140 dB: rumore di arma da fuoco, motore a reazione; il rumore provoca dolore e persino una
breve esposizione può lesionare le orecchie non protette. Massimo livello consentito di rumore
con protezioni auricolari.
Numerosi sintomi possono derivare dall’inquinamento acustico permanente:
•Sordità
•Irritabilità
•Nervosismo
•Perdita dell'equilibrio
•Disturbi del ritmo cardiaco
•Perdita di concentrazione
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Dieta
Omotossine nel menu
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Le nazioni industrializzate manifestano svariate problematiche anche a livello
nutritivo. Non solo il consumo di zucchero raffinato è drasticamente cresciuto
nell’ultima decade, ma la qualità degli alimenti è passata dagli alimenti freschi
naturali agli alimenti essiccati, già preparati o conservati. Una elevata percentuale
di giovani frequenta i fast food, consumando notevoli quantità di componenti
aromatiche, coloranti ed esaltatori del gusto. Già ora, negli USA, la popolazione
dei bambini obesi e persino diabetici di età inferiore a 12 anni sta drasticamente
aumentando.
38
Omotossicità alimentare
• Alimenti raffinati e di produzione industriale
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Gli alimenti industriali e raffinati sono certamente uno dei motivi dell’aumentata
intolleranza alimentare osservata nei bambini e nei giovani adulti. Unitamente a
un minore valore nutritivo (valore biologico) e persino minori calorie (prodotti light)
si registra un maggiore utilizzo di conservanti e additivi. Le sostanze alimentari,
che inizialmente erano costituite da componenti naturali, diventano oggi
omotossine a causa delle strutture di produzione e del trattamento che subiscono
prima di arrivare nei negozi. Gli alimenti vengono riscaldati ed essiccati,
confezionati sotto vuoto e irradiati, conservati con antiossidanti e sostanze
chimiche. Anche se gli standard sono altamente qualitativi, non sono state
ancora valutate le conseguenze del consumo decennale di queste sostanze.
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Farmaci come tossine
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Nelle società moderne, i farmaci sono alla portata di tutti. Alcune nazioni
autorizzano persino come farmaci da banco (senza prescrizione medica) alcuni
farmaci che bloccano i meccanismi di regolazione (per es. acido acetilsalicilico).
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Terapie aggressive
• Farmaci psicotropi a lungo termine
• Modulazione
• Selenium compositum
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Ansiolitici, anti-depressivi e sonniferi sono tra i farmaci più venduti nel mercato
farmaceutico di alcune nazioni dell’Europa occidentale. Nervosismo e stress sono
lamentele comuni nella pratica medica di prima linea. L’estraniazione sociale ha
incrementato la sensazione di isolamento, inducendo pensieri e comportamenti
depressivi.
Il principale farmaco omotossicologico utilizzato per trattare i pazienti sottoposti a
uso prolungato (abuso) di farmaci psicotropi è il Selenium compositum. Come la
maggior parte dei farmaci composti, si dovrebbe utilizzare a lungo termine per
avere un effetto di supporto degli organi e per regolare le funzioni de-regolate.
41
Terapie aggressive: antibiotici
• Crescita eccessiva
• Alcuni antibiotici eliminano certi tipi di batteri ma
incoraggiano la crescita di altri batteri o funghi.
• Disbatteriosi
• Eliminazione dei batteri “buoni” (la cui presenza nel tratto
digerente è desirabile).
• Allergia
• Numerosi antibiotici inducono esantemi cutanei e altri segni
di allergia (febbre, artrite, ecc.) nei soggetti predisposti.
© IAH 2007
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Oltre al consumo di farmaci psicotropi, si osserva anche un consumo eccessivo
di antibiotici. Sebbene in questi ultimi anni, nella maggior parte delle nazioni
industriali, alcune campagne governative abbiano cercato di contrastare l’uso
eccessivo di antibiotici (batteri resistenti in ambiente clinico), gli antibiotici sono
ancora largamente utilizzati nella medicina convenzionale.
L’uso di un antibiotico costituisce un attacco diretto al terreno del paziente.
Sebbene gli antibiotici inibiscano la proliferazione di alcuni batteri o classi di
batteri, favoriscono quelli che rimangono, che potranno disporre dell’intero
terreno. In un certo senso, possiamo affermare che l’uso degli antibiotici tenderà
a far riprodurre le specie più resistenti.
Alcuni batteri vivono in simbiosi con l’organismo umano. Questo vale certamente
per una intera gamma di batteri intestinali. Gli antibiotici ad ampio spettro
influenzeranno questi batteri, squilibrando la flora intestinale e inducendo
conseguentemente tutta una serie di sintomi e malattie.
Numerosi antibiotici presentano un tasso di tolleranza ridotto e causano
intolleranze, e persino allergie, nelle persone predisposte.
42
Terapie aggressive: antibiotici
• Resistenza
• I batteri sviluppano una resistenza agli antibiotici.
• La somministrazione continua o ripetuta di antibiotici per il
trattamento di malattie minori promuove la comparsa di
questo tipo di resistenza.
• Tossicità
• Gli antibiotici possono causare danni a reni, fegato e sistema
nervoso e produrre variazioni ematologiche.
© IAH 2007
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L’uso frequente di antibiotici per lo stesso ceppo di batteri indurrà a lungo termine
una resistenza di quei batteri contro quell’antibiotico. Questo rappresenta
attualmente un enorme problema negli ospedali europei poiché i batteri resistenti
possono indurre infezioni potenzialmente fatali nei pazienti immunodeficienti
(anziani, post-operatori, ecc.).
Gli antibiotici sono omotossine esogene e possono provocare danni al fegato e ai
reni. Alcuni di essi sono persino neurotossici. Si osservano inoltre variazioni
dell’aggregazione piastrinica e del funzionamento di altri corpuscoli ematici.
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Antibioticoterapia
• Modulazione:
• Penicillin-Injeel
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44
Dopo un trattamento antibiotico, in base a una similarità anamnestica o
sintomatologica, è possibile trattare il paziente con Penicillin Injeel.
44
Terapie aggressive
• Chemioterapia anti-cancro
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45
Sebbene siano spesso assolutamente necessarie nei casi di cancro
potenzialmente fatale, non dobbiamo dimenticare l’aggressività delle terapie anticancro. La chemioterapia comporta un grave stato di intossicazione, non solo per
le cellule cancerose ma per qualsiasi cellula vivente dell’organismo umano.
Anche se non si tratta di una terapia d’urto, durante la chemioterapia occorre
aiutare le cellule e gli organi a superare questo pesante stato di intossicazione,
migliorando la qualità di vita del paziente. È possibile inibire sintomi come nausea
e vomito, vertigine, stomatite, ecc., “energizzare” il paziente sostenendo gli
organi e, in uno stadio successivo, le cellule. Dopo la chemioterapia, una volta
raggiunta una certa guarigione, è possibile persino avviare un massivo intervento
di drenaggio e disintossicazione.
45
Terapia omotossicologica
della mucosite
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Gli effetti della terapia omotossicologica utilizzata nel trattamento della stomatite
dei bambini indotta dalla chemioterapia (studio pilota in doppio cieco) sono stati
pubblicati sulla rivista “Cancer” nel 2001, dando il via a ulteriori ricerche su
questa problematica.
46
Chemioterapia
• Modulazione
• Arnica comp. Heel
• Pulsatilla compositum
• Lycopodium compositum
• Medulla ossis suis-Injeel
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La modulazione omotossicologica, durante e dopo la chemioterapia, può essere
attuata con un cocktail di Arnica compositum, Pulsatilla compositum, Lycopodium
compositum e Medulla ossis suis Injeel.
Arnica compositum: farmaco di regolazione dell’infiammazione (IRD), effetto
immunomodulante;
Pulsatilla compositum: stimola le difese nella rigidità di regolazione dei depositi
(stadio di intossicazione dell’ECM);
Lycopodium compositum: stimola e sostiene la funzione del fegato;
Medulla ossis suis-Injeel: stimola e sostiene la funzione del midollo osseo.
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Fattori che determinano il sovraccarico
omotossicologico
• Campi di interferenza neurale
• Rumore cibernetico
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Possiamo anche spingerci oltre in un approccio maggiormente complementare
sulla presenza di omotossine influenzate dal terreno del paziente. Nell’ambito
della terapia neurale, il campo di interferenza neurale è un fenomeno ben noto
dato che può creare una rigidità della regolazione che blocca qualsiasi intervento
terapeutico di regolazione intrapreso.
48
Campo di interferenza: istologia
• “Infiammazione cronica da sostanze non degradabili depositate
nel Sistema di Regolazione di base di Pischinger”.
G. Kellner, Università di Vienna
• Ogni malattia o fase di malattia può iniziare con, o essere
aggravata da, un campo di interferenza.
• In ogni patologia cronica è necessario tenere in considerazione
un campo di interferenza.
• Le condizioni croniche favoriscono la formazione dei campi di
interferenza.
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Le omotossine, come pure la cicatrizzazione, possono creare un campo di
interferenza. I campi di interferenza, come già suggerito dal nome, interferiscono
con i sistemi di autoregolazione a livello extracellulare. Vale a dire che la
trasmissione di qualsiasi messaggero (mediatori, impulsi elettrici, regolazione del
pH, ecc.) sarà de-regolata o persino impedita da blocchi o ostruzioni.
Un campo di interferenza può amplificare l’effetto tossico di una omotossina.
D’altro canto, la presenza prolungata delle omotossine e il loro effetto
degenerativo possono indurre, da ultimo, la creazione di un campo di interferenza
che può rimanere attivo per un lungo periodo di tempo dopo che le omotossine
sono scomparse.
49
Campo di interferenza: riassunto
• Con la presenza costante di un campo di interferenza, i problemi
di regolazione possono alterare permanentemente la risposta
terapeutica.
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50
I campi di interferenza possono causare un blocco completo dei sistemi di
regolazione e persino interferire e bloccare le terapia di regolazione, come il
farmaco omotossicologico nella sua forma iniettabile oppure orale.
50
Psicotossicità
© IAH 2007
Un’omotossina, nel suo stato più elevato, può essere persino immateriale.
Questo significa che la causa dell’effetto dannoso non è una molecola, bensì una
condizione psichica, una emozione o persino un pensiero. Questa condizione
prende il nome di psicotossicità. Si riferisce in particolare alla PNEI (psico-neuroendocrino-immunologia (cfr. la lezione “IAH AC La Matrice Vivente”).
La PNEI valuta le conseguenze dello stress sulla nostra salute in generale e sul
nostro equilibrio immunologico in particolare.
Alcune emozioni possono essere particolarmente traumatiche e contrassegnare
l’avvio di un problema mentale cronico, come nel caso dei conflitti latenti non
risolti.
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Mente e malattia
• Ippocrate fu il primo a dare una indicazione sul ruolo della mente
negli esseri umani.
• La malattia inizia nella mente e si materializza (somatizzazione)
nel corpo. (Hahnemann)
• Egli creò un metodo terapeutico omeopatico basato sullo studio
e sul trattamento dei sintomi mentali. (J.T. Kent)
• T. Dethlefsen e R. Dahlke scrissero su mente ed eziologia.
© IAH 2007
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Prima di Samuel Hahnemann, Ippocrate fu il primo a indicare che la mente
poteva svolgere un ruolo direttivo negli esseri umani. Hahnemann ritiene che
numerose malattie siano una materializzazione degli aspetti della mente e che
persino il “dinamismo” (energia vitale) è uno stato correlato alla mente.
Nell’omeopatia, uno dei pilastri terapeutici è rappresentato dal trattamento dei
sintomi mentali (sintomi della mente). Anche Dethlefsen e Dahlke analizzarono a
lungo il legame eziologico tra la malattia e lo stato mentale del paziente.
52
Psicotossine
• Modulazione:
• Selenium compositum
• Thalamus compositum
• Ignatia-Homaccord
• Ignatia-Heel
• Valerianaheel
• Acidum phosphoricum Homaccordl
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Per regolare il livello della PNEI sugli effetti psicogenici possiamo utilizzare uno o
più dei farmaci omotossicologici sopra indicati. Per saperne di più su indicazioni e
aree di applicazione, consultare il vademecum omotossicologico di Heel.
Sottolineiamo la differenza terapeutica tra l’effetto di regolazione delle specialità e
l’effetto di supporto degli organi di farmaci composti.
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Riassunto
• Gli elementi chimici presenti nell’ambiente sono responsabili
della tossicità esogena.
• Un grande numero di fattori tossici non prontamente riconoscibili
costituiscono il gruppo delle tossine insidiose.
• Nella malattia cronica, gli effetti collaterali dei farmaci generano
una carica omotossicologica massiva.
• Le alterazioni strutturali dei tessuti possono agire da campi di
interferenza e influenzare la genesi o lo sviluppo di malattie.
• La psicotossicità assume un ruolo preponderante nella società
moderna.
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Le sostanze chimiche costituiscono la maggior parte delle omotossine esogene
più tossiche, che assumiamo direttamente dal micro ambiente. Alcune sono
evidenti, mentre altre non sono facilmente riconoscibili e prendono il nome di
omotossine insidiose. Queste ultime sono persino più pericolose perché
difficilmente identificabili ed evitabili.
Le sostanze chimiche di derivazione ambientale devono essere considerate
pericolose per la salute, ma anche l’assunzione cronica e volontaria di alcuni
farmaci convenzionali può creare a lungo termine un carico fortemente tossico.
Oltre alle intossicazioni molecolari, altri fattori possono influenzare o aggravare il
carico tossico di una omotossina. Questo è certamente il caso dei campi di
interferenza e del rumore cibernetico. Anche la psicotossicità, oltre all’influenza
della PNEI, può influenzare negativamente la presenza di una tossina e
aggravare persino sinergicamente la condizione patologica del paziente.
54

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