Francesco ai cristiani dell`Iraq: la vostra resistenza è martirio Un

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Francesco ai cristiani dell`Iraq: la vostra resistenza è martirio Un
munità islamica e cristiana. In centinaia
hanno assaltato
si sono invece rifugiati in una chiesa.
la comunità cristiana
«Giovani musulmani hanno attaccato
con machete e coltelli un quartiere cria Bambari». Resta
stiano della cittadina di Bambari – ha
Avvenire
07/12/2014
alta la tensione, ma
affermato Mandaba Delphin, capo della Croce Rossa nella regione –. Abbiamo
i francesi riducono
già trovato 13 morti e 12 feriti, tutti quanil contingente
ti sono civili cristiani». Il massacro rap-
prima, invece, i ribelli islamici della Seleka aveva ucciso un soldato.
Queste ultime violenze stanno avvenendo nello stesso momento in cui la
Francia ha deciso di ridurre di
numero
Copia
i suoi duemila soldati presenti a Bangui.
«Nonostante questi attacchi la situazione è migliorata nel Paese – hanno però
recentemente affermato fonti dell’eser-
Da quando Catherine Samba-Panza è
stata nominata presidente della transizione centrafricana, a gennaio di quest’anno, il ripristino della democrazia
sembra però
ancora un meta
lontana.
E
ridotta
al %d%%
del
formato
le rappresaglie tra i diversi gruppi armati
continuano.
Matteo Fraschini Koffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la valle della Bekaa, in Libano, provocando
la morte e il ferimento di diverse persone.
Secondo quanto riferisce l’emittente televisiva al-Jazeera, alcuni abitanti del campo
sarebbero stati anche
sequestrati.
originale
letter
della L’attacco
pagina
viene considerato una vendetta per l’uccisione di un soldato libanese ad opera delle
milizie del Fronte al-Nusra avvenuta due
giorni fa, in Siria. Il gruppo terrorista chie-
bu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico.
Attivisti libanesi sostengono su Facebook
che le vittime dell’attacco al campo profughi siriano siano dieci, tra cui cinque donne e due bambini, e che 47 persone sarebbero state rapite, mentre l’agenzia Masar
Press parla della morte di due bambini e del
ferimento di cinque persone.
Francesco ai cristiani dell’Iraq:
la vostra resistenza è martirio
Un videomessaggio del Papa ai fedeli scacciati dall’Is
DANIELE ZAPPALÀ
oi siete le canne di Dio oggi! Le
canne che si abbassano con
questo vento feroce, ma poi sorgeranno!». Con un videomessaggio a sorpresa ai profughi cristiani a Erbil, nel nord
dell’Iraq, papa Francesco ha evidenziato ieri con toni accorati la dimensione profetica
del «martirio» quotidiano dei perseguitati
in Medio Oriente. Il Pontefice si è espresso
in corrispondenza di un viaggio di fratellanza promosso dalla Diocesi di Lione, sotto la guida del cardinale Philippe Barbarin.
Il presule francese si era già recato in Iraq in
estate inaugurando un gemellaggio MosulLione, e questa volta ha esportato a Erbil la
“Festa delle Luci”, tradizionale appuntamento di fede ed esultanza pubblica che ricorre a Lione per l’Immacolata. Ma le parole del Papa trasmesse da Roma hanno trasformato di colpo il ponte proteso dai francesi in abbraccio universale della Chiesa.
Dopo aver evocato il viaggio in Turchia, du-
«V
nità cristiane a cui chiederò di pregare in
rante il quale ha appena chiesto a tutte le respecial modo per voi, il giorno 8 dicembre,
ligioni di condannare le persecuzioni in Mepregare la Madonna perché vi custodisca:
dio Oriente, Francesco ha incoraggiato caLei è madre, che vi custodisca. Fratelli e solorosamente i rifugiati: «Vorrei essere lì, ma
relle, la vostra resistenza è martirio, rugiada
poiché non posso viaggiare, lo faccio così...
che feconda».
ma vi sono tanto vicino in questi momenti
E continuando a rivolgersi ai profughi, Frandi prova. Vi ringrazio della testimonianza
cesco ha voluto coche voi date; c’è
gliere l’occasione
tanta sofferenza
anche per ribadire
nella vostra testiil messaggio più
monianza. Grazie!
Il discorso del Pontefice
ampiamente poliGrazie tante! Semin occasione del viaggio a Erbil, in tico già lanciato in
bra che lì non vogliano che ci siano
Kurdistan, del cardinale Barbarin Turchia, chiedendo con forza «una
i cristiani, ma voi
date testimonian- «Voi siete le canne di Dio. Le canne maggiore converza di Cristo. Penso
che si abbassano con questo vento genza internazionale volta a risolvealle piaghe, ai doferoce, ma poi sorgeranno»
re i conflitti che inlori delle mamme
sanguinano le vocon i loro bambini,
stre terre d’origine,
degli anziani e dea contrastare le altre cause che spingono le
gli sfollati, alle ferite di chi è vittima di ogni
persone a lasciare la loro patria e a protipo di violenza». Fra le tende, accese a femuovere le condizioni perché possano rista anche grazie alle luminarie portate dalmanere o ritornare. Io vi auguro che voi rila delegazione diocesana francese, si è svoltorniate, che voi possiate ritornare».
ta in giornata una fiaccolata mariana. E da
Non solo chi siede sul soglio di Pietro, ma oRoma, il Papa ha invocato proprio l’intergni capo religioso ha «l’obbligo di denuncessione della Vergine per alleviare le piaghe
ciare tutte le violazioni della dignità e dei didi un popolo in fuga: «Cari fratelli e sorelle,
ritti umani», ha ripetuto papa Bergoglio, sotsiete nel mio cuore, nella mia preghiera e
tolineando inoltre come la cieca violenza
nei cuori e nelle preghiere di tutte le comu-
L’INIZIATIVA
La conferenza di al-Azhar:
«Islam tradito dai jihadisti»
«L’Italia promuova un’azione
per crimini contro l’umanità»
Filippine.
apostati, ma come «khawareg», estremisti violenti che hanno tradito la religione. Nel comunicato finale della conferenza si legge:
«Terrorizzare persone pacifiche, uccidere gli innocenti, assaltare
proprietà e santuari sono crimini contro l’umanità che l’islam
condanna in modo totale». Nel documento si sottolinea anche
che i cristiani e i membri delle altre religioni nel Medio Oriente
sono fratelli e cittadini insieme ai musulmani. E poiché hanno
vissuto insieme per molti secoli, si domanda ai cristiani di non
lasciare la loro terra, «di resistere a questa ondata di terrorismo
che tutti noi stiamo subendo».
Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, ha espresso
«apprezzamento» per la condanna dell’Is pronunciata da al-Azhar.
Il cardinale ha inoltre auspicato che le religioni «giungano attraverso il dialogo a condannare insieme ogni abuso, conflitto o persecuzione di ogni credente». Un plauso all’iniziativa del Cairo è
arrivato dal Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti Grégoire III
che, riporta Fides, ha parlato di «evento fondamentale».
I numeri
660mila
I CRISTIANI
PRESENTI IN
IRAQ ALLA PRIMA
GUERRA DEL
GOLFO DEL
1990: IL 3,2%
DELLA
POPOLAZIONE
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L’appello dal Cairo
i è alzata forte la voce dell’islam contro la follia estremista
dello Stato islamico: l’Università di al-Azhar, la più autorevole istituzione del mondo islamico sunnita, ha organizzato una conferenza al Cairo, il 3 e il 4 dicembre, per riaffermare la via «media» dell’islam contro il terrorismo, per sottolineare
una comune fraternità fra cristiani e musulmani e membri di altre religioni, e per diffondere il giusto insegnamento del “jihad”
(come sforzo, impegno, certamente non come guerra). All’incontro hanno partecipato almeno 600 personalità musulmane e cristiane da circa 120 Paesi. Presenti anche diversi patriarchi del Medio Oriente. Il patriarca copto ortodosso, Tawadros II, è stato co-presidente insieme ad Ahmed al-Tayeb, grande imam di al-Azhar.
I leader musulmani, riporta AsiaNews, hanno innanzitutto condannato il terrorismo e il fondamentalismo che, esercitati nel nome dell’islam, «non presentano il vero volto di questa religione».
Gli autori di queste violenze sono stati additati non come «kafr»,
S
voglia ormai radere al suolo «edifici sacri,
monumenti, simboli religiosi e i patrimoni
culturali, quasi a voler cancellare ogni traccia, ogni memoria dell’altro».
Citando pure i perseguitati yazidi, anch’essi vittime di un «gruppo estremista e fondamentalista», il Papa ha invocato «forza e
resistenza» per chi fugge. Lo stesso «dono
dello Spirito» che santa Teresa di Lisieux, ricordata da Francesco, scorgeva sempre nella Chiesa vessata, simile a una canna: «Voi
siete in questo momento questa canna, voi
vi piegate con dolore, ma avete questa forza di portare avanti la vostra fede, che per
noi è testimonianza».
Lione, prima culla del cristianesimo francese, ha un legame storico viscerale con il
Medio Oriente. Sant’Ireneo, secondo vescovo della città, padre della Chiesa e primo
grande teologo occidentale, giunse in Francia nel II secolo proprio da quell’Asia Minore appena visitata da papa Francesco.
Dunque, come ha ricordato nelle ultime ore il cardinale Barbarin, «marciare fianco a
fianco con i fratelli d’Iraq» significa per Lione guardarsi allo specchio tornando alle origini.
E ribaltando a sua volta la scena, il Papa ha
chiesto alla fine, proprio ai fratelli martiri
d’Iraq, di pregare per Roma.
L’Italia dovrebbe valutare seriamente l’ipotesi di
promuovere un’azione presso la Corte penale
internazionale, per crimini contro l’umanità, nei
confronti del “califfo” al-Baghdadi, responsabile
di azioni aberranti contro donne e bambini. Lo si
sostiene in un’interrogazione al ministro degli
Esteri Paolo Gentiloni da un gruppo di senatori di
Ncd, primo firmatario Giuseppe Esposito, nella
quale si chiede anche al governo di adoperarsi in
sede internazionale per «tutelare i cristiani e le
altre minoranze religiose in Medio Oriente» e di
sollecitare l’Onu a garantire il ritorno dei profughi.
In alto, una nonna
con i nipoti
all’arrivo a Erbil:
nella capitale del
Kurdistan iracheno
sono ospitati
185mila sfollati, in
prevalenza
cristiani, ai quali
ieri il Papa
ha inviato
il messaggio
A sinistra,
la conferenza
organizzata
al Cairo da Al-Azhar
(Anadolu/Reuters)
250mila
I FEDELI IRACHENI
RIMASTI NEL
PAESE DOPO
L’OFFENSIVA DI
GIUGNO DELL’IS
NELLA PIANA DI
NINIVE: 185MILA
SONO RIFUGIATI
A ERBIL
Tifone Ruby, 600mila in fuga
STEFANO VECCHIA
se quelle internazionali presenti nel dopoHaiyan. Sono 600mila gli evacuati dalle aree
più esposte, con alcuni che hanno preferito
opo giorni di incertezza sulla sua
restare presso le loro abitazioni e non ragpotenza e sulla sua direzione, il sugiungere i centri di raccolta. Lo scenario pegper-tifone Hagupit, nome locale
giore potrebbe interessare 32 milioni di fiRuby, ha toccato terra nella regione centrolippini, poco meno di un terzo dell’intera posettentrionale dell’arcipelago filippine, scavalcando alle 21 di ieri sera, ora locale, la La grande fuga dal tifone
(Ansa) polazione.
Il fenomeno atmosferico è accompagnato da
costa dell’isola di Samar presso la città di
venti di circa duecento chilometri orari, con
Dolores.
Dalla mattinata, tuttavia precipitazioni
La tempesta ha toccato raffiche attorno ai 300 chilometri. A preoccupare, in particolare, le precipitazioni che,
sempre più consistenti si erano scaricate su
terra nelle regioni
ha segnalato l’agenzia meteorologica filipuna vasta area costiera che include zone già
pina, potrebbero scaricare fino a 30 millidevastate l’8 novembre 2013 dal tifone
centro-settentrionali
metri di pioggia l’ora e mezzo metro nelle
Haiyan. Fu proprio la combinazione ecceMinacciata anche Manila ventiquattr’ore.
zionale di ampiezza delle onde, vento e
Si temono alluvioni, smottamenti e crolli su
pioggia a essere responsabile della devaun’area molto estesa e anche nella capitale
stazione che l’8 novembre 2013 provocò la
Manila, particolarmente esposta alla furia delle acque per la premorte di 7.350 abitanti. A rischio, quindi, oggi e nelle prossime
caria situazione dei suoi fiumi in un contesto urbano densaventiquattro ore anche la precaria esistenza degli sfollati e di
mente popolato.
quanti vivono tra macerie e disagi.
Allertate tutte le strutture di prevenzione e di soccorso, inclu© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Dicembre 26, 2014 6:18 pm / Powered by TECNAVIA