Il fondo Gina Lombroso Ferrero

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Il fondo Gina Lombroso Ferrero
ARCHIVIO PER LA MEMORIA
E LA SCRITTURA DELLE DONNE
“ALESSANDRA CONTINI BONACOSSI”
Archivio Contemporaneo "Alessandro Bonsanti"
del Gabinetto G. P. Vieusseux
FONDO
GINA LOMBROSO FERRERO
Censimento
a cura di
Beatrice Biagioli
2011
Beatrice Biagioli
Cenni biografici:
Gina Lombroso nacque a Pavia nel 1872 da Cesare Lombroso, antropologo e criminologo
positivista, e da Nina De Benedetti, appartenente ad una famiglia di commercianti di Alessandria di
origini ebraiche. L’ambiente familiare e principalmente la figura paterna furono da subito
particolamente stimolanti e condizionanti sullo sviluppo intellettuale dei figli..
Nel 1876 la famiglia si trasferì a Torino dove Gina iniziò a frequentare le scuole di stato; dopo aver
conseguito la maturità classica nel 1891 fu iscritta dai genitori alla Facoltà di Lettere e Filosofia
dove si laureò con pieni voti nel 1897. Successivamente, seguendo la sua reale aspirazione, si
iscrisse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino ottenendo la laurea nel 1991 con una tesi dal
titolo “I vantaggi della generazione”, argomento estremamente rilevante per il dibattito scientifico
della seconda metà dell'Ottocento che verrà successivamente approfondito in un volume dallo
stesso titolo pubblicato nel 1904.
Iniziata empiricamente fino da bambina e proseguita poi negli anni, la collaborazione con il padre si
trasformò progressivamente fino ad assumere un ruolo pubblico con i contributi scientifici e le
recensioni che pubblicò sulla rivista l'Archivio di psichiatria (fondata dal Lombroso nel 1880) a cui
seguirono una serie scritti di argomento psichiatrico e psicologico: L'atavismo nel delitto e l'origine
della specie (1899), Ambliopia isterica guarita coll'ignatia (1901), Epilessia psicomotrice con
coscienza degli accessi e manifestazioni criminose di origine sifilitica (1901) e Pazzia morale da
nefrite (1902).
Oltre alla figura del padre e a quella della sorella Paola, fondamentale per il suo futuro impegno
sociale fu l’incontro con l’esponente socialista Anna Kuliscioff. Proprio a questi anni risalgono
infatti una serie di inchieste e di lavori a sfondo riformatore condotti dalla Lombroso e pubblicati
sulle riviste «Riforma sociale» e «Critica sociale».
Dopo la laurea in medicina, prosegue la sua attività di ricerca come assistente volontaria nella
clinica psichiatrica dell'Università di Torino, incarico che porterà avanti fino ai primi anni del
matrimonio avvenuto nel 1901 con Guglielmo Ferrero, allora collaboratore del padre Cesare.
Dopo le nozze Gina Lombroso si impegnò a costruire col marito uno stretto rapporto di
collaborazione intellettuale e decise di lasciare i suoi studi di medicina per dedicarsi alla famiglia e
alla vita matrimoniale. Il 16 ottobre 1903 nacque il primo figlio Leo; successivamente nel maggio
1907 la Lombroso accompagnò il marito in America latina; visitando carceri, scuole e manicomi;
l’anno seguente dette alle stampe le sue riflessioni di viaggio nel libro dal titolo Nell'America
meridionale.
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Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1909, si dedica alla risistemazione e ripubblicazione delle
sue opere . Nel 1910 nasce la figlia Nina; nel 1916 lascia Torino e si trasferisce con la famiglia a
Firenze, dove la sua casa diviene sede di incontri e scambi con l'ambiente intellettuale cittadino.
A Firenze si dedica allo studio della condizione femminile, impegnadosi per la valorizzazione della
donna e pubblicando numerosi scritti. Nel 1917 fonda con Amalia Rosselli e Olga Monsani
l’”Associazione Divulgatrice Donne Italiane” con lo scopo di spingere le donne italiane a
collaborare per lo sviluppo sociale, politico e scientifico del paese. In seguito ai pressanti controlli
effettuati dal regime sugli intellettuali antifascisti, nel 1930 Gina si trasferisce col marito Guglielmo
Ferrero a Ginevra, si dedica ad un'intensa attività pubblicistica ed entra a far parte del gruppo dei
fondatori della casa editrice Nuove edizioni di Capolago. In questi anni approfondisce il problema
dell’industrializzazione, mettendo in luce gli squilibri nel rapporto tra l'uomo e il suo ambiente
naturale indotti dall’avvento della grande industria meccanica. Durante l’esilio a Ginevra, nel 1933,
Gina perde il giovane figlio Leo, poeta ed intellettuale deceduto in un incidente d’auto nel Nuovo
Messico. La Lombroso morirà nel 1944, due anni dopo il marito, assistita dalla sorella Paola che
l'aveva raggiunta nella città svizzera.
Notizie sul fondo:
Il fondo è giunto presso il Gabinetto Vieusseux in più versamenti. Nel luglio 2005 abbiamo una
prima cospicua donazione delle carte da parte di Bosiljka Raditsa, figlia di Nina Ferrero e nipote di
Gina Lombroso, che consegnerà nel 2008 un secondo nucleo di carte. L’archivio era
precedentemente conservato presso Villa Ulivello a Strada in Chianti.
Mario e Luigi Carrara (nipoti di Paola Lombroso e di Mario Carrara), nella primavera del 2008,
hanno arricchito il fondo con una donazione di un pastello e un disegno raffiguranti Gina
Lombroso.
Oltre a raccogliere documenti relativi alla vita pubblica e privata di Gina Lombroso, l’archivio
documenta anche la fitta trama di relazioni intrecciate dai vari membri delle famiglie Lombroso e
Ferrero, evidenziando quindi i contributi di più personalità. Il fondo donato all’archivio Bonsanti da
Bosiljka Raditsa era stato preso inizialmente in consegna da Nina Ferrero, che già si era occupata
delle carte prima della scomparsa dei genitori. Dopo la fine della seconda guerra mondiale le carte
erano state divise tra le due residenze di Nina, New York e Villa Ulivello a Strada in Chianti,
residenza estiva e dimora stabile della famiglia Ferrero dal 1924 al 1930. La parte del fondo che è
stata accolta nell’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Vieusseux è stata parzialmente riordinata
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da Ilaria Balzanti per la sua tesi di laurea incentrata essenzialmente sulla corrispondenza fra le
sorelle Gina e Paola Lombroso.
La
schedatura
delle
corrispondenze
familiari
è
consultabile
on
line
in
http://archivistorici.comune.fi.it/easyweb/viex/, mentre ancora da ordinare sono i numerosi testi
manoscritti presenti nel fondo che consta in totale di circa 75 scatole e 55 volumi a stampa. Una
descrizione sommaria delle carte è presente in http://www.vieusseux.fi.it.
Va comunque segnalato che altre numerose testimonianze relative agli esponenti delle famiglie
Lombroso e Ferrero sono conservate in vari istituti italiani ed esteri.
Estremi cronologici delle carte: [1880-1944]
Descrizione:
Corrispondenza:
Carteggi ordinati alfabeticamente per mittente in base ai vari destinatari a cui sono indirizzati. Circa
54 scatole così suddivise:
14 scatole di corrispondenza familiare, con circa 4500 pezzi databili dal 1891 al 1943, articolata a
sua volta in:
lettere inviate da Gina Lombroso a Guglielmo Ferrero (circa 700 unità dal 1891 al 1942)
lettere di Guglielmo Ferrero a Gina Lombroso (circa 800 unità dal 1896 al 1942)
lettere inviate da Gina Lombroso alla sorella Paola (circa 1300 unità dal 1908 al 1943)
lettere inviate da Paola Lombroso alla sorella Gina (circa 500 unità dal 1900 al 1943)
lettere di Gina Lombroso alla madre Nina De Benedetti (circa 400 unità dal 1904 al 1931)
lettere di Nina De Benedetti a Gina Lombroso (circa 600 unità dal 1901 al 1930);
24 scatole di lettere inviate a Gina Lombroso da oltre 1200 mittenti elencati in un indice alfabetico
curato da Ilaria Balzanti;
2 scatole con mittenti parzialmente o non identificati;
1 scatola di corrispondenza editoriale a Gina Lombroso;
1 scatola di corrispondenza relativa all’attività della Casa Editrice “Capolago;”
1 scatola con lettere di vari a vari;
1 scatola contenente telegrammi e lettere relative al matrimonio di Gina e Guglielmo Ferrero e alla
morte di Guglielmo Ferrero;
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4 scatole di lettere di vari mittenti a Guglielmo Ferrero;
1 scatola di lettere di Guglielmo Ferrero a vari;
1 scatola di corrispondenza editoriale a Guglielmo Ferrero;
4 scatole di corrispondenza di e a Nina Ferrero e Bogdan Raditsa, Cesare Lombroso, Nina De
Benedetti, Paola Lombroso Carrara e Leo Ferrero [1890 al 1944]
In particolare il copioso carteggio inviato a Gina Lombroso dagli oltre mille corrispondenti italiani e
internazionali ci testimonia la fitta rete di rapporti da lei intrattenuta con l’élite culturale del primo
Novecento rappresentata da scrittori, storici, artisti, scienziati, uomini politici e personalità di rilievo
nel processo di emancipazione femminile. Tra questi segnaliamo: Helen Abraham, Sibilla Aleramo,
Giovanni Ansaldo, Silvio Benco, Leonardo Bistolfi, Giuseppe Antonio Borgese, Alberto Carocci,
Mario Castelnuovo Tedesco, Eleonora Duse, Enrico Ferri, Giustino Fortunato, Arcangelo Ghisleri,
Piero Jahier, Anna Kuliscioff, Jack La Bolina (Vittorio Augusto Vecchi), Ugo La Malfa, Arrigo e
Fillide Levasti, Olindo Malagodi, Olga Monsani, Enrico Morselli, Gaetano Mosca, Olga Monsani,
Enrico Morselli, Ada Negri, Laura Orvieto, Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini, Giuseppe
Ravegnani, Egidio Reale, Niccolò Rodolico, Amelia Rosselli senior, Francesco Ruffini, Luigi
Salvatorelli, Gaetano Salvemini, Carlo Sforza, Ignazio Silone, Luigi Sturzo, Lina Trigona, Lina
Waterfield. Di particolare rilevanza sono anche gli scambi epistolari intrattenuti con alcune case
editrici, italiane e straniere, come Bemporad, Bocca, Payot, Treves, Zanichelli, o con associazioni
come il Lyceum di Firenze.
Manoscritti:
5 scatole: 3 con manoscritti di Gina Lombroso; 1 scatola con manoscritti di Guglielmo Ferrero; 1
scatola con manoscritti di Cesarte Lombroso. Il fondo conserva un numero rilevante di manoscritti
di Gina Lombroso relativi alla pubblicazione delle sue opere, a materiale preparatorio raccolto in
vista della pubblicazione di opere di Cesare Lombroso, o a documentazione di carattere personale
come taccuini e quaderni con annotazioni, appunti di lavoro e memorie. Interessante è anche la
presenza di due sue autobiografie, una in francese e l’altra in italiano (“Souvenirs et experiences de
ma vie”e “Autobiografia”), inedite ma già analizzate nelle pubblicazioni di Delfina Dolza e Marina
Calloni. E’ inoltre presente un esiguo numero di manoscritti di Guglielmo Ferrero relativi
essenzialmente alle lezioni universitarie da lui tenute tra il 1938 e il 1940, oltre ad altri scritti di
varia natura fra i quali segnaliamo alcuni taccuini di Nina Ferrero contenenti fra l’altro annotazioni
sullo stato delle carte.
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Materiale a stampa:
2 scatole e 1 raccoglitore con ritagli di giornale, recensioni, opuscoli ed estratti relativi alle attività
dei vari componenti le famiglie Lombroso e Ferrero dal 1880 al 1944. Il fondo conserva anche una
cinquantina di volumi relativi per lo più a opere di Gina e Cesare Lombroso.
Materiale iconografico:
un pastello e un disegno a carboncino (1935) raffiguranti Gina Lombroso; 2 rilievi in bronzo con
ritratti di Gina e Guglielmo Ferrero.
Documenti vari:
3 scatole con taccuini, quaderni e rubriche di Gina Lombroso; 1 scatola con documentazione
eterogenea appartenente a Gina Lombroso (materiali pubblicitari, volantini, atti notarili, biglietti da
visita, ecc..) [1890-1944]
Bibliografia:
Opere principali:
Sulle condizioni sociali economiche degli operai di un sobborgo di Torino, in «Riforma sociale»,
1896
I coefficienti della vittoria negli scioperi, in «Critica sociale», 1897
Sulle cause e sui rimedi dell'analfabetismo sociale, in «Riforma sociale », 1898
I vantaggi della degenerazione, Bocca, Torino, 1904.
Cesare Lombroso. Appunti sulla vita. Le opere (in collaborazione con Paola Lombroso), Bocca,
Torino, 1906.
Nell'America Meridionale (Brasile-Uruguay-Argentina), Treves, Milano, 1908.
Riflessioni sulla vita. L’anima della donna. Libro I: La tragica posizione della donna, Addi,
Firenze, 1917.
Riflessioni sulla vita. L’anima della donna. Libro II: Le conseguenze dell’altruismo, Addi, Firenze,
1918.
L’anima della donna, I ed. Zanichelli, Bologna, 1920; II ed. Zanichelli, Bologna, 1921; III ed.: in II
volumi 1. Gli enigmi più oscuri, 2. Intelligenza ed amore, Zanichelli, Bologna, 1926.
Cesare Lombroso. Storia della vita e delle opere narrata dalla figlia, I ed. Bocca, Torino, 1915; II
ed. Zanichelli, Bologna, 1921.
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La donna nella vita. Riflessioni e deduzioni, Zanichelli, Bologna, 1923.
Anime di donna. Vite vere, Zanichelli, Bologna, 1925.
La donna nella società attuale, Zanichelli, Bologna, 1927.
Le tragedie del progresso meccanico, Bocca, Torino, 1930.
Studi:
Delfina Dolza Carrara, Essere figlie di Lombroso. Due donne intellettuali tra '800 e '900, Milano,
Franco Angeli, 1990.
Politica e affetti familiari. Lettere di Amelia, Carlo e Nello Rosselli a Guglielmo, Leo e Nina
Ferrero e Gina Lombroso Ferrero (1917-1943), a cura di Marina Calloni e Lorella Cedroni,
Milano, Feltrinelli, 1997.
Marina Calloni, Gina Lombroso tra scienza, impegno civile e vita familiare (Pavia 1872-Ginevra
1944), in L. Cedroni (a cura di), Nuovi studi su Guglielmo Ferrero, Roma, Aracne, 1999, pp. 273294
Marina Calloni, (Auto)biografie di intellettuali ebree italiane: Amelia Rosselli, Laura Orvieto e
Gina Lombroso, Cagliari, CUEC, 2003
Anna Maria Colaci, Il modello femminile in Gina Lombroso, Lecce, Pensa Multimedia, 2006.
Valeria Paola Babini, Maria Montessori e Gina Lombroso. Due risposte femminili al problema
della degenerazione, in «Scienza a due voci», Firenze, Olschki, 2006, pp. 183-215.
Valeria Paola Babini, In the Name of Father. Gina and Cesare Lombroso, in More than Pupils.
Italian Women in Science at the Turn of the 20th Century, Firenze, Olschki, 2007.
“Riordinamento del Fondo Gina Lombroso Ferrero. Inventario del carteggio".Tesi di laurea a cura
di Ilaria Balzanti, Università degli studi di Firenze, anno accademico 2007-2008.
Scheda su Gina Lombroso Ferrero a cura di Fabio Desideri, in http://siusa.archivi.beniculturali.it/
Biografia di Gina Lombroso, a cura di Maria Calloni, in http://www.enciclopediadelledonne.it
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