Informazione, cultura, società e sport - Anno II - N. 2

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Informazione, cultura, società e sport - Anno II - N. 2
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Informazione, cultura, società e sport - Anno II - N. 2 - Giugno 2010
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale -70% Teramo Aut. N. 125/2009
Un amore di altri tempi
Terra di bellezze estreme, di
forme crude e faticose, di colori
saturi, di selve e antiche necropoli, di ville Liberty, florealmente
esauste di vita e d’abbandono, di
dolcezze e di amori, talora infelici e magari affabulati, come si
usava nelle campagne, narrati per
consegnare tradizioni, per esemplificare l’esistenza, per costruire
un mito, una leggenda.
Una storia in particolare sembra
di fatto avere la stessa grandezza
ineluttabile del mito: una passionale eroina, un bel cavaliere
con la testa altrove, un amore
non corrisposto, nato tra i palchi
del Serpente Aureo, gran teatro
di Offida, nelle cui spire si intrecciarono gli sguardi, i sorrisi,
le illusioni e lo sventurato destino dell’innamorata fanciulla.
Un amore casto, di altri tempi,
vissuto ed eterno nelle sue forme
estreme, e forse mai finito, benché i protagonisti da tanto non
siano più.
Il nobile cavaliere preferì
un’altra bellezza, andò a nozze
con altra sposa. Si racconta che
a ricevere la coppia la sera delle
nozze - evento felice di cui mai
s’era visto l’uguale! - brillarono,
lungo tutta la strada e fin dentro il palazzo e il grande giardino
di Sant’Omero, le luci di mille
lucerne romane, trovate arando,
e così maledettamente profanando, mille tombe nei vasti possedimenti del gentiluomo.
Per la bella eroina fu la disillusione, il disincanto mortale,
forse la follia. Inseguì il suo
nobile cavaliere, lo rincorse per
ogni dove, lo invocò, gli gridò il
suo amore perso folle dilaniato.
Avrebbe voluto il suo principe re
e lei stessa regina. Ma il principe
tacque, sempre la fuggì.
Inneggiando al suo amore la
bella innamorata coprì così cancelli e portoni, finestre e muri
di un unico desolante messaggio d’amore, di un’unica scritta,
sempre reiterata negli anni a venire: w il re!
La grande villa restò deserta, il
giardino incolto, i cancelli arrugginirono, degradando, morendo.
Una maledizione. Più nessuno
varcò le soglie di quella speranza
d’amore. Oggi pochi ricordano
la triste storia. Restano ancora
alcune scritte. Ma nessuno bada
a quelle bizzarrie. Eppure se al
silenzio delle notti d’inverno si
tende l’orecchio oltre il muro
di cinta, giunge il sospiro della
donna che vaga per i viali, lieve
s’inoltra per le vuote e polverose
stanze, ancora chiama il suo perduto re.
Controcultura
Internet e
social networks
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Teatro
Tutti in scena per il
laboratorio teatrale
La lunga estate santomerese
La festa del Santo Patrono del 2 e
3 giugno ha aperto le porte della
lunga estate santomerese, ricca di
eventi gastronomici e culturali.
Si parte con ben nove giorni di
divertimento, musica, gastronomia e fiumi di birra in occasione
della ormai tradizionale Festa
della Birra. Giunta all’undicesima
edizione, prende il via venerdì 25
giugno per concludersi sabato 3
luglio. Come sempre sarà una festa
aperta a tutti, del buon mangiare,
degli amanti della bella musica,
della buona birra. Quest’anno
tutte le sere saranno proiettate le
partite del mondiali di calcio 2010
su schermo gigante. La birra HB
München sarà di nuovo la protagonista, servita direttamente ai
tavoli nei tradizionali boccali da
mezzo litro e da un litro. Per accompagnare le fresche birre, i cuochi della Pro Loco prepareranno
succulente pietanze come mezze
maniche all’amatriciana, stinco,
arrosticini, pollo, salsicce, pizza,
frittelle, patatine e i tipici bretzel.
La musica live sarà la grande novità. Nel corso delle serate si esibiranno gruppi come Pulse Brothers, Dixieland Brass Band, Loop
Quartet; 43° parallelo, Stone Free
Band. Venerdì 2 luglio, invece, ci
sarà lo spettacolo del simpaticis-
nelle ore serali, dalle 19.00 alle
23.00 fino all’11 agosto 2010 in
un percorso itinerante e suggestivo
nel cuore di Sant’Omero.
La XXX edizione della Sagrà del
Baccalà inizia venerdì 16 per concludersi sabato 24 luglio. Anche
quest’anno, oltre ai tradizionali
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Amarcord
C’era una volta
il Torneo
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simo Vittorio il Fenomeno. Dal
puro divertimento Sant’Omero si
impregna di cultura con Visionaria, mostra d’arte contemporanea
che si avvale anche quest’anno del
coordinamento artistico di Nazzareno Lucani. Fondaci, strade,
angoli, sottoscala, depositi, botteghe, case e spazi pubblici, palazzi
storici, piazze e balconi saranno
nuovamente “invasi” della presenza visionaria di opere di pittura,
scultura e installazioni di quindici
giovani artisti. L’inaugurazione
dell’esposizione è prevista per domenica 11 luglio alle ore 19.00. La
mostra sarà visitabile tutti i giorni
balli in pazza e giochi per bambini, si esibiranno bande e majorettes
della Polonia e dell’Ungheria. È
doveroso, al trentesimo anno, un
cenno sulle origini di una delle più
grandi e attese sagre della nostra regione. La sagra nasce ufficialmente
nel 1980 per iniziativa di un gruppo di amici ma già molto prima,
verso la fine degli anni sessanta,
era diffusa l’usanza, tra i giovani e
meno giovani santomeresi, specie
dopo il consueto torneo di calcio,
di ritrovarsi a tavola tutti insieme
(con Leo De Ascaniis, addetto
alla cucina), per festeggiarne
degnamente la conclusione. Le
Il valore del latte
Premiati i bimbi
dell’elementare di Garrufo
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Giugno 2010
La lunga estate santomerese
continua dalla prima pagina
tavolate erano preparate all’aperto, sul campo sportivo, e la cucina era limitata soprattutto alla preparazione del baccalà con le
patate. Banchetti luculliani e gratuiti, aperti
a chiunque volesse e finanziati con i modesti
proventi della manifestazione sportiva. Da
questa “tradizione” pare sia scaturita l’idea
della sagra e la conseguente mobilitazione in
onore del baccalà . Si inizia con 70 kg di
prodotto secco, per raggiungere, nel corso
degli anni, quantità crescenti, fino alle cifre da capogiro delle ultime edizioni. Negli
ultimi anni l’attività della sagra del baccalà
ha consentito all’associazione Pro Loco di
realizzare diverse manifestazioni e iniziative
culturali come produzioni di libri, mostre,
seminari, organizzazione di corsi di ricamo,
di teatro, di cucina e ovviamente il nostro
stesso giornale.
Il 17 luglio cultura ed enogastronomia si
incontrano in piazza Alvaro De Mendoza con le
riflessioni del Convegno
“La fame e l’abbondanza”,
a cura del prof. Gabriele Di Francesco. Nello
stesso periodo della sagra,
sempre nel centro storico,
parte la II edizione, a cura
dell’Amministrazione Comunale, di Borgo D’Arte
e Sapori, rassegna di concerti di musica classica e
degustazione/esposizione
di prodotti tipici locali.
Sulla scia del cabaret degli ultimi anni,
tornerà ad agosto, nella sua originaria location, il Festival Internazionale del Teatro
Comico. Quattro i giorni di durata della
manifestazione che da quest’anno vede la
collaborazione tra Pro Loco e Amministrazione Comunale. Si parte il 9 agosto con
un monologo del famoso attore, comico e
il monologo “Abruzzo per tutti”. La serata
conclusiva del 12 agosto vedrà protagonista
in “Mannaggia’a mort” il gruppo teatrale
di San Cesario di Lecce, finalista al Premio
Scenario Infanzia di Parma, Principio Attivo Teatro, con musiche originali dal vivo
di Raffaele Vasquez. Seguiranno le esibizioni
dei comici di laboratorio Domenico Lannutti in “Satira sociale”e Fulvio Fuina in “Il
controllore”.
A fare da corolla al festival, la rassegna cinematografica dedicata all’indimenticabile
Totò con la proiezione dei suoi film più
famosi nel cuore del “castello”, da guardare
seduti davanti ad un buon piatto servito
nel suggestivo ristorante all’aperto, che ha
caratterizzato la storia del teatro comico a
Sant’Omero.
scrittore Giobbe Covatta per proseguire il
10 agosto, direttamente da Zelig, con Pablo
e Pedro. In seconda serata si esibirà Perrotta,
comico di laboratorio, in “Faccio il provino”.
Sempre da Zelig e Colorado Café, mercoledì
11 agosto assisteremo alla graffiante comicità di Luciano Lembo, cabarettista romano
che gioca con il pubblico creando un’ atmosfera d’ intesa, dove non mancano anche
momenti di riflessione. La serata prosegue
con Lis Nobre, clown comico direttamente
dal Brasile in “La vita intensa”. Chiude
Marko Ferrari,comico di laboratorio, con
La sopravvivenza di un ospedale
Una lettera di Mario Bucciarelli, stimato Direttore Amministrativo della ASL di Sant’Omero per tanti anni, in risposta a Gennaro Cristofori
Carissimo Gennarino,
ho letto con. sofferta inquietudine il tuo amaro e
comprensibile sfogo riportato sulle pagine del trimestrale “S@ntomero”. Nell’addentrarmi nelle
tue lucide argomentazioni per la malasorte che
sta imperversando sull’ospedale, ritengo superfluo
dirti che non posso che condividerle pienamente.
Ti anticipo che molto ci sarebbe da dire. Per recriminare, se è vero, i controversi atteggiamenti
assunti da chi dovrebbe sostenere una strenua
difesa per vedere garantita la salute dei cittadini
che l’hanno sostenuto. E degli altri.
Certo è che noi, testimoni del tempo, non possiamo, a ragione, accettare che le tante forze ed i
tanti sacrifici spesi per l’ospedale siano schiaffeggiati dai c.d. “sommi profeti”. E comunque per
compiacere chi (a noi oggi sconosciuti) desidererebbe speculare sulla salute pubblica a danno
dei tanti cittadini che avevano riposto le proprie
speranze sulla nascita del nuovo e invidiato ospedale.
Se ciò dovesse realizzarsi a noi resterebbe soltanto
l’orgoglio di aver fornito all’ospedale un “abito
nuovo” e di averlo attrezzato per un suo sicuro
buon funzionamento, sia sotto l’aspetto umano
che tecnico-scientifico, dotandolo, senza tema
di smentite, di personale medico-specialistico e
paramedico all’altezza dei nuovi tempi.
Sotto il profilo finanziario quel nostro ospedale
poteva vantarsi di aver avuto sempre e comunque
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il pareggio dei suoi bilanci
sanitari in pensione che pri- pareggio sempre validato da
ma esercitavano la loro proferrei revisori dei conti -, sebfessione come dipendenti del
bene usufruisse di una quota
Val Vibrata, contribuendo
finanziaria pro-capite che era la
a far registrare l’inevitabile
più bassa di tutti gli altri presidi
mobilità passiva.
ospedalieri a livello provinciale
Per chi ha la memoria corta
e regionale.
bisognerebbe ricordare che
Con l’avvento delle ASL, suba “quei tempi” l’ospedale di
entrate alle vecchie ULSS, il
Sant’Omero era quello che
nostro povero ospedale, allora
invece richiamava numeroricercato ed invidiato dagli adsissimi utenti dall’interno
detti ai lavori ad ogni livello, ha
del territorio provinciale,
purtroppo subito un deprecabile
regionale ma anche da fuori
ed ingiustificato abbandono,
regione.
Mario Bucciarelli
privato di personale medico speQuesto perché i solerti amcialistico e paramedico, come anche di aggiornate ministratori dell’epoca (dal cav. Gennarino
attrezzature, ma con nuovi amministratori (lau- Cristofori, al dott. Altobrando Chiarini, al prof
tamente compensati).
Mario Di Leonardo, a Gianfilippo Vallese e tanti
In queste esasperate condizioni l’ospedale non altri) si erano preoccupati di dotare l’ospedale di
veniva più posto nelle condizioni di poter assi- un organico costituito da valenti professionisti
curare, come nel passato, una soddisfacente as- nelle varie specializzazioni medico-chirurgiche,
sistenza sanitaria ai suoi numerosi residenti ed di idonee attrezzature e di un gruppo operatorio
alla consistente popolazione turistica ospitata nei di assoluta avanguardia.
centri balneari costieri.
Non ci si può sottrarre nell’evidenziare che tanti
Per siffatta critica situazione in cui l’ospedale (sicuramente troppi) sono i debiti accumulati
e’stato trascinato, i bisognosi della sua zona sono per la sanità dalla nostra regione. Tale situastati costretti a ricorrere ad altri presidi viciniori zione non può essere addebitata all’ospedale di
e più propriamente a quelli confinanti dell’area Sant’Omero, sempre attento a tenere a posto i
marchigiana dove, peraltro, ritrovavano quei conti, ma a quanti, malaccortamente, non sono
stati in grado di agire con la necessaria parsimonia e di tenere a bada la mobilità passiva. Ed anche ai tanti quattrini erogati dalla nostra regione
per sostenere le ben note case di cura private che
hanno poi lasciato sul lastrico i propri numerosi
dipendenti.
Per ironia della sorte dobbiamo far osservare che
negli anni Sessanta l’ospedale di Sant’Omero si
preoccupò di rilevare, utilizzando le proprie risorse finanziarie correnti, la ben nota casa di
cura Parere di Nereto dove fu allocato anche un
nuovo reparto di ortopedia diretto dal compianto
prof. Franco Battiato: il primo in Italia ad effettuare interventi innovativi per la protesi d’anca,
richiesto anche da fuori regione.
C’è da stupirsi che questi nostri nuovi amministratori sono convinti che, chiudendo ospedali
o cedendoli a privati, possano risolvere la critica
situazione finanziaria della spesa sanitaria.
Perché non ascoltano, invece, (…) quanto affermato dallo stesso on.le Remo Gaspari (il padre del
nostro Abruzzo) il quale, in una recente trasmissione televisiva, sollecitava i nostri amministratori
regionali a non fare “fesserie” per la sanità abruzzese, ed in pratica a potenziare i nostri ospedali
e non a decretare la loro chiusura? E se è vero
che bisogna fare risparmi, perché programmare la
costruzione di un nuovo ospedale in provincia se
ne esiste uno nuovo: quello di Sant’Omero?
Mario Bucciaelli
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Giugno 2010
Internet & Social Network
Frutto del Progresso o semplice Controcultura?
In poco più di un decennio il mondo è stato
oggetto di migliaia di cambiamenti, volti al proprio miglioramento o, talvolta, controproducenti. Basti pensare alle grandi crisi economiche che
molti paesi stanno attraversando senza però perdere d’occhio i piccoli cenni di ripresa da parte
di alcuni.
In questo tumulto, chi non conosce crisi e occupa sempre di più una posizione di leadership
generale è senza dubbio “Internet”.
La rete si sta sostituendo progressivamente alle
nostre “vecchie abitudini”, anche le più disparate.
Si è imposta prepotentemente, ed è un dato di
fatto, sull’informazione mediatica.
Con un semplice “click” è possibile conoscere
notizie di ogni natura, sport, attualità, gossip,
cronaca nera.
Se prima un normale cittadino si recava in edicola per comprare un giornale, ora, grazie ad un
telefono cellulare di ultima generazione, può collegarsi a internet e leggerlo.
L’informazione, perciò, dilaga a dismisura, come
non si era mai visto fino ad oggi e questo movimento è pressoché inarrestabile.
Negli ultimi anni c’è stata un esplosione dei “Social Network”. All’inizio erano semplici mezzi
di comunicazione, ora, grazie alla popolarità acquisita nel tempo, sono diventati dei veri e propri centri culturali (purtroppo) e mediatici. Con
l’espansione e lo sviluppo dei social network non
si è rimasti al semplice “chattare”. Sono nati dei
validissimi movimenti volti alla divulgazione di
politica in primis e, non meno importante, di
marketing. Il tutto permesso dalla libertà largamente concessa dalla rete, dove chiunque è libero
di parlare di ciò che vuole.
Le pubblicità esistenti sui siti internet e diffuse
via e-mail sono tantissime, forse troppe, e spesso
davvero efficaci per chi ne usufruisce. Le maggiori possibilità di successo offerte dalla rete a chi
vende hanno permesso la diffusione di veri e propri “Mercatini Online”, del nuovo e dell’usato.
“Ebay” è il più grande e famoso sito di compravendita del web. Nascono ogni giorno migliaia di
“Blog”, spazi virtuali dove chiunque può esporre
il proprio pensiero e mettersi in discussione con
gli altri, realizzare dibattiti politici tra fazioni
di ideali diversi o
parlare di problemi
sociali. L’Italia si dimostra preparata e
aperta a queste nuove forme di comunicazione o fonti di
informazione. Un
esempio lampante è
il celeberrimo Blog
di Beppe Grillo,
uno dei più visitati
in Europa. Comunque non è tutto oro quel che
luccica. Chi pensa di essere approdato nell’eden
ha preso un abbaglio. La facilità di accesso è si il
punto di forza della rete, ma anche il suo punto
debole. Coloro che vengono per così dire “educati” dalla rete, non sono di certo il prototipo
della persona di sani principi. A livello culturale
bisogna sapersi indirizzare, perché non tutto ciò
che ci viene proposto è educativo e promotore
del giusto. Basta poco per distogliere un adolescente dallo studio. Ci pensa “Facebook”, il social
network che permette di rimanere in costante
contatto con i propri amici, condividere video e
foto, aggiornarsi sulle ultime tendenze in fatto di
moda o di personaggi famosi.
E la carta stampata che fine farà? Il telegiornale
chi lo segue? È più facile stare dietro a qualcosa
che non impegna l’attenzione piuttosto che informarsi su quello che veramente succede nel
mondo in cui viviamo. Usufruire di questi social
network in maniera errata può indurre a comportamenti devianti. Irresponsabili hanno pubblicato sul web video osceni di animali maltrattati e
persino di violenze
su bambini portatori di handicap,
semplicemente per
generare momenti
di riso o anche solo
per stupire i propri
amici. Ciò che più
dovrebbe far riflettere è l’età media di
chi naviga, ormai
sempre più “infantile”. La deviazione mentale di un ragazzino
che approda in un sito non adatto alle proprie
esigenze è inevitabile, nella peggiore delle ipotesi letale. Atti di bullismo o di vandalismo che
vengono osannati come fossero eroici, generano
un’emulazione che si diffonde tra chi li guarda,
in maggior parte adolescenti che si giustificano
dicendo: “Se lo fanno vedere su Internet, che
c’è di male?”.L’informazione adeguata su Internet inizia a diventare rara ed è facile perdersi in
concetti che non hanno né capo né coda. Ormai
tutti sulla rete si improvvisano scrittori, filosofi,
politici ma pochi sanno di cosa stanno parlando.
L’informazione distorta spadroneggia nei Social
Network e chiunque leggerà ciò che vuole e non
ciò che deve.
I vecchi valori sono sopraffatti dalle nuove
tendenze che questi potenti media lanciano.
L’aspetto culturale si riduce a fare da contorno
alla popolarità di qualcosa, che nella maggior
parte di casi è sbagliato, ma meno impegnativo
da recepire.
Cosi facendo la rete con la sua “libertà” dà un
contributo essenziale a quel movimento chiamato “Ignoranza”, che sembra essere in ascesa
più dello stesso Internet.
Ma attenzione! Informarsi autonomamente in
maniera corretta non è un’utopia. Con il buon
senso possiamo riuscire a destreggiarci tra le infinite possibilità che la rete ci offre e riuscire a
costruirci la nostra informazione nell’ambito che
scegliamo di approfondire. Costruire una propria
idea su qualcosa attraverso internet diventa possibile, nei giusti modi e con i giusti mezzi.
Il web è nelle nostre mani, dipende tutto da noi
e deve esserci una presa di coscienza generale che
porti ad usufruire di questo servizio senza farne
un abuso e senza annegare nell’ignoranza.
Le istituzioni competenti dovrebbero “vigilare”
di più la libertà mediatica, in modo da non condizionarla con assurdità ed errate concezioni, garantirla e non minare quell’obiettività della quale
ognuno ha diritto di godere.
La cultura non va offuscata, ma portata avanti e
implementata da tutti noi.
Giampiero Fileni
Tutti in scena - Teatro laboratorio
Prima i bambini
Martedì 8 giugno gli alunni delle classi terze
della scuola primaria di Sant’Omero e Garrulo
hanno rappresentato in piazza A. De Curtis
due storie liberamente tratte da altrettanti racconti di Gianni Rodari, pedagogista e scrittore
per ragazzi. I bambini di Sant’Omero hanno
entusiasmato il pubblico con “Piccoli giganti
grandi nani”, quelli di Garrufo con “C’era due
volte il barone Lamberto”.
Tutti gli alunni-attori hanno dato prova di aver
interiorizzato quanto appreso durante le attività svolte nel corso del progetto-prova “Crescere a teatro”. I due eccellenti esperti, Ottaviano Taddei e Cristina Cartone della compagnia
Terra Teatro hanno introdotto gli alunni nel
mondo del palcoscenico in modo divertente,
fornendo gli strumenti per un approccio alla
scena: studio del corpo e del movimento, alternanza espressiva della voce, approfondimento
della personalità del personaggio interpretato,
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memorizzazione
delle parti. Ognuno
ha saputo calarsi nel
ruolo come a volte
non riescono a fare
neppure i professionisti. Questo aspetto è stato colto
dai numerosi spettatori che hanno esternato il loro apprezzamento con spontanei e prolungati applausi.
Non si può negare che i risultati dei laboratori, finanziati dalle Pro-Loco di Sant’Omero e
Garrufo, abbiano premiato tutti, gli alunni, la
scuola e i registi. Un grazie alle insegnanti che
hanno stimolato la
creatività attraverso
un approccio interdisciplinare, collaborando attivamente
al progetto. Constatato il consenso
espresso, le due ProLoco intendono collaborare, anche nel
prossimo anno con
l’istituzione scolastica riproponendo il progetto e dando la possibilità anche a più classi di parteciparvi.
Poi giovani e meno
giovani
Il coraggio è la
virtù dei forti o degli incoscienti. Ma
il destino premia
gli audaci! E il successo ha premiato
l’esordio dei non
più giovanissimi
attori santomeresi
che sabato 12 giugno hanno debuttato, tra
gli applausi e le risate, ne “La bottega del
caffè” di Carlo Goldoni.
Sono persone che hanno da sempre amato
il teatro e che hanno frequentato il laboratorio teatrale come
ragaz-zi entusiasti,
con un grande
coinvolgimento
personale, guidati
dagli stessi professionisti che hanno
seguito gli alunni
delle scuole.
Il laboratorio si è
articolato in due
fasi, per approfondire l’utilizzo di tecniche ed esercizi sensoriali, di relazione, di coordinamento, la scelta
di un copione e quindi per la messa in scena
del testo, la scelta dei costumi e la rappresentazione finale.
Tutte le lezioni sono state una scoperta
della propria creatività corporea, gestuale e
della parola. La commedia, ambientata nella
Venezia del ’700, ben si adatta ad ogni luogo
e ad ogni epoca. Le pettegole del paese, il
…don Marzio, la moglie abbandonata, sono
personaggi che possiamo incontrare più
spesso di quanto sembri. Ed è stato un vero
successo, in cui oltre al pubblico si sono divertiti moltissimo anche gli attori.
La Pro-loco di Sant’Omero intende riproporre il laboratorio teatrale, fucina di cultura, anche per il prossimo anno, progettando già per il futuro una scuola di teatro
permanente.
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Giugno 2010
Luca Carboni - “Musiche ribelli”
La fame e l’abbondanza
Convegno sull’enogastronomia e l’alimentazione per i trent’anni della sagra
“Speriamo che Sant’Omero ci
protegga dalla pioggia”... Inizia
così, con una particolare richiesta di intercessione al nostro
Santo Patrono, il concerto
che Luca Carboni ha tenuto
giovedì 3 Giugno in piazza
Roma. Nonostante l’acqua
fosse caduta con “puntuale”
regolarità nei due giorni di
festa dedicati al nostro Santo Patrono, nelle
quasi due ore di concerto, il tempo ha ascoltato l’invocazione concedendo una pausa e non
negando ai numerosi presenti il piacere di una
serata speciale in compagnia delle note e della
poesia in musica del cantautore bolognese. Si
inizia con “Sarà un uomo” canzone del 1985
dall’album “Forever”, per poi proseguire con
la delicata “Le storie d’amore” e la più movimentata e graffiante “La mia città”, entrambe
da “Carboni” del 1992, il suo lavoro più conosciuto ed apprezzato. Il concerto si snoda secondo un canone molto preciso e collaudato.
A canzoni più lente come “Colori” e “Chicchi di grano”, tra le sue canzoni d’amore più
belle di sempre, si alternano pezzi più movimentati come “L’amore che cos’è”, “Le band si
sciolgono” e “Le ragazze”. Dopo l’intermezzo
dedicato al suo ultimo album, fatto di cover
di canzoni degli anni ‘70 , dove canta in suc-
cessione “Ho visto anche degli zingari felici” di Claudio
Lolli, “Raggio di sole” di De
Gregori e “Musiche ribelli” di
Finardi, il concerto entra nel
vivo e sale il coinvolgimento
nel pubblico. “Settembre”,
splendida canzone nostalgica
sulla sua adolescenza, precede
“Silvia lo sai”, “Fragole buone buone” e “Farfallina”, canzoni simbolo di
una generazione che anticipano il gran finale.
“Inno nazionale”, “Mi ami davvero” e il tormentone storico “Ci vuole un fisico bestiale”
esaltano la platea. Il cantautore bolognese saluta una prima volta per poi risalire sul palco,
acclamato a gran voce dal pubblico, regalando
le ultime emozioni con “Vieni a vivere con
me” e “Mare Mare” e congedarsi definitivamente con un sentito “Grassie, Grassie davvero Sant’Omero”. Il nostro personale “grassie”
va innanzitutto al Comitato Festa per averci
regalato questa serata indimenticabile con un
dei più grandi cantautori italiani, al nostro
Santo Patrono per l’intercessione con il meteo,
e naturalmente a lui, Luca Carboni, per averci
emozionato con le sue canzoni fatte di storie
semplici, di ricordi malinconici, di ironia, di
attualità, raccontate con poesia, delicatezza e
tanta passione.
Fabrizio Cardelli
La “Ragazza Incinta”
Il Novecento è stato un secolo
di cambiamenti. Pittoricamente
parlando questi cambiamenti
sono stati cruciali. La frattura
con ciò che vi è stato prima è totale. Un colpo d’ ascia in un mare
di ghiaccio. La pittura figurativa
cambia, adeguandosi, o accodandosi alle nuove branche filosofiche e all’ avvento della nascente
psicanalisi. Ed è proprio al nipote
del grande padre della psicanalisi
(Sigmund Freud) che va il merito , insieme ad
un altro manipolo di artisti suoi contemporanei, di aver portato la pittura figurativa ad un
grande cambiamento, unendo forte meticolosità (specie negli esordi) ad influenze fortemente intimiste, paranoidi, isteriche e (volontariamente o involontariamente) psicologiste di
un suo coetaneo, Francis Bacon, che aveva fondato praticamente tutta la sua pittura in una
sorta di indagine interiore, di auto riflessione
(nonostante che i soggetti da lui presi in esame
sono comunque diversi), giù nelle profondità
del subconscio (“Se guardi nell’abisso, l’abisso
guarda in te”. Friedrich Wilhelm Nietzsche.
Questo è Bacon). Inizialmente( ma comunque
passata la primissima fase che attingeva a piene
mani dalla pittura di Cedric Morris) Lucian
Freud era un giovane pittore figurativo realista
decisamente minuzioso. Lo avreste definito
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quasi lezioso, stucchevole. I suoi
pennelli erano rigorosamente
fini. Dipingeva seduto. Ad un
certo punto ci fu la frattura,un
anno zero da cui ripartì ex novo,
che coincise, come detto con la
scoperta ed il conseguente innamoramento per la pittura
di Francis Bacon. E da dipinti
minuziosi come quello che ha
Bacon come modello si arriva
con disinvoltura a capolavori
come “Ragazza Incinta”(1960-1961). Osservando la sua produzione precedente è facile
denotare quanto il cambiamento sia stato radicale. a stesura dei colori si fa più ampia e ivi si
trova pienamente realizzata la volontà di “impacchettare un sacco di cose in una pennellata”
come riportano le cronache. C’è un turbinio
di colori neutri, fossili di un’ aggregazione/disgregazione bio/geologica evidenziati sulla fragile superficie umana. Fotografie di uno smottamento ancora in corso. La donna è volta su un
lato. Addormentata. Ma attraverso il vorticare
delle pennellate, che piroettano sapientemente
sul suo corpo e debordano sulla poltrona, è difficile asserire che regna uno stato di vera quiete. Anzi. È come se ci fossero occulti spettri
di linee cinetiche che rendono l’intera composizione silenziosamente irrequieta. Caos calmo
e controllatissimo.
Nima Tayebian
In occasione della 30a
Sagra del baccalà si
terrà a Sant’Omero
un importante convegno scientifico multidisciplinare su “La
fame e l’abbondanza.
R i f l e s s i o n i
sull’enogastronomia
e
l’alimentazione”,
promosso dal nostro
periodico, in collaborazione con la
Pro-loco e la Cattedra di Metodologia e
tecniche della ricerca sociale dell’Università
“G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Il convegno si terrà sabato 17 luglio 2010 nel centro storico di Sant’Omero e vedrà avvicendarsi importanti relatori a livello nazionale
ed internazionale. I temi spazieranno dalla
sociologia all’antropologia, dal turismo gastronomico ai problemi dell’alimentazione
letti in chiave psicologica. Partendo dalle
diverse e molteplici rappresentazioni della
“tradizione” (intesa come know-how della
cultura materiale, come persistenza simbolicamente rielaborata del passato, come
invenzione ex novo a scopo utilitaristico-ludico-ideologico, ecc.) si vogliono così ana-
lizzare e proporre delle
riflessioni sui rapporti
tra enogastronomia,
turismo e sviluppo locale, su alimentazione
e stili di vita e infine
su alimentazione e
salute. Tra i relatori,
provenienti da prestigiose sedi universitarie italiane, importanti sociologi come
il prof. Luigi Frudà,
dell’Università
“La
Sapienza” di Roma, il
prof. Everardo Minardi dell’Università di
Teramo, il prof. Ezio Sciarra dell’Università
di Chieti, il prof. D’Andrea ed il prof. Anselmi dell’Università di Perugia, i proff. Antonelli e Corsi di Chieti. Altri accademici
come il prof. Perri della Facoltà di Scienze
Gastronomicha di Pollenzo (Cuneo), e professionisti dell’alimentazione e del controllo
di qualità presenteranno e problematiche
proprie dei loro ambiti di interesse. Mentre andiamo in stampa il programma non è
ancora definitivo. E’ stata peraltro assicurata
anche la presenza di un produttore di baccalà di Alesund, la località resa famosa proprio
per la lavorazione del baccalà.
Legalità
Promosso
dalla
nostra redazione,
e dall’Associazione
Pro-Loco,
con
il
patrocinio
della Facoltà di
Scienze
Sociali
d e l l ’ Un i v e r s i t à
degli Studi “G.
D’Annunzio”, Chieti-Pescara e di SPE
- Sociologia per la
Persona, con il coordinamento scientifico del
nostro direttore prof. Gabriele Di Francesco,
si sono svolti con successo e grande partecipazione gli incontri della prima edizione della
Scuola di formazione civica e di educazione alla legalità.
Dal 12 aprile al
3 maggio 2010
si sono avvicendati nella sala di
accoglienza della
Pro-Loco
ben
sei relatori, docenti
universitari, dottorandi e dottori di ricerca, tutti di grande competenza, che
hanno illustrato alcuni temi di grande attualità nel panorama sociale e politico italiano.
In particolare il
prof. Francesco Ferzetti, ha parlato di
“Diritto e società”, il
dott. Andera Pesa di
“mobbing”, il dott.
David Ferrante di
“Senso civico e incivilities”. Il prof.
Gianmarco Cifaldi
ha relazionato su
“Internet e pedofilia” mentre il prof. Stefano Pasotti su “Luoghi
e metodi della deliberazione pubblica”. La
dott.ssa Roberta Pellegrino si è occupata
invece delle tematiche della violenza sulle
donne con una ricca
e dettagliata relazione su “Un modello
di intervento per il
contrasto alla violenza sulle donne
e
l’empowerment
femminile”. Il pubblico, attento, interessato e molto
partecipe ha risposto
tutte le sere alle sollecitazioni dei relatori con
un animato dibattito. Per l’interesse suscitato
si pensa già alla seconda edizione nel 2011.
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5
Giugno 2010
Crookers - Tons of Friends
Torniamo a parlare della nostra musica, quella italiana
d.o.c. che molte volte purtroppo viene tralasciata e non
compresa nell’immediato.
Phra e Bot, italiani entrambi,
si sono conosciuti nel 2003
in negozio di dischi, ma
non hanno trovato in patria
quell’audience che invece si
aspettavano. Così hanno esportato la loro musica oltre
i confini e ora fanno ballare
mezzo mondo, i loro dj set sono un evento
imperdibile anche per artisti quali Chemical Brothers, i quali hanno dichiarato di essere loro fan. Saliti alla ribalta con il remix di
Day ‘N’ Night di Kid Cudi, con essa hanno
scalato le pop chart inglesi fino al 2° posto.
Da piccoli club quindi al Coachella Festival
del 2009. Per capire, ritrovarsi a suonare con
Paul McCartney e Robert Smith dei Cure
dal nulla. Grazie al loro expolit si sono potuti fare a “Tons of Friends”, letteralmente
una “tonnellata di amici” come ad esempio
Kanye West o Will.i.am. dei Black Eyed Peas
che compare nel loro disco, che definirei un
mix di underground, rap e pazzia, in Lets
get beezy insieme anche a Kelis e Kid Cudi
in altri pezzi. Il disco inoltre è prodotto nientepocodimenoche da Norman Cook conosciuto anche come Fatboy Slim ed è stato
proprio lui a volerli per la sua
produzione. Una curiosità:
il duo milanese nell’ultimo
mese è comparso anche in
una pubblicità di una nota
marca di scarpe, cui uno degli
ultimi modelli porta proprio
il loro nome. Le tracce del
loro disco di debutto parlano
da sole, volendo potrebbero
uscirne benissimo diversi
singoli: intro house da trip
con i Soulwax in We Love
Animals, la voce ordinata della Murphy e un
groove underground pazzesco in Royal T, oppure Remedy cantata da Miike Snow che ti
fa muovere anche se sei steso per terra, Yelle
che rende Cooler Coleur un brano che continui a cantare anche quando esci di casa o
scendi dalla macchina e infine Have Mercy
fornita di un basso schizofrenico incalzante
da paura. Questo disco l’ho ascoltato molte
volte già e per scrivere questa recensione ho
voluto riascoltarlo di nuovo e l’ho fatto con le
cuffie a tutto volume (voi se potete fatevene
delle iniezioni a tutto volume con lo stereo)
e devo dire che questi due ragazzi hanno davanti una strada lunga fatta di festival dance
e rave party, meritano davvero tanto datemi
retta. A dire la verità sarebbe ora che li facessimo suonare un po’ anche da noi.
Filippo De Donatis
J. Stroud - La trilogia di Bartimeus
E’ impossibile commentare
l’opera di Stroud senza metterla in relazione al maghetto per
eccellenza, Harry Potter.
Ambientato in una Londra
quasi contemporanea, narra
di un orfano apprendista stregone che svela oscuri complotti
con l’aiuto di poteri occulti. A
differenza di Hogwarts, la magia non è una cosa innata che
si impara a maneggiare, ma
deriva dall’evocare dall’Altro
Luogo dei demoni. Tutto ciò
che è magico quindi è dovuto
all’imprigionamento di semplici folletti, insipidi foliot,
potenti jihn, temibili afrit e spaventosi marid (e
altro ancora). L’orfanello Mandrake brucia tutte
le tappe e di nascosto, ancora apprendista, chiama
a sè Bartimeus, un jihn potente, con una lunga
vita alle spalle, ironico, e anche un po’ sbruffone.
Questa improbabile coppia rimane legata da uno
“stallo tecnico”, e i due personaggi affrontano nei
tre libri tre fasi di un gigantesco complotto.
La lettura è piacevolissima, Bartimeus racconta
in prima persona quello che gli è capitato, e non
smette mai di far notare le spiacevolezze e le incongruenze dei perfidi padroni umani. Dato che
i demoni jihn hanno una mente molto meno ristretta di quella umana, continua a divagare nei
suoi racconti, affollando la narrazione di note a
piè di pagina che sono più divertenti della narrazione stessa.
Impaginato A3 Giugno2010.indd 5
“Sono Bartimeus! Sono Sakhr
al-Jinni, N’gorso il Possente,
Serpente dalle Piume d’Argento!
Ho riedificato le mura di Uruk,
di Karnak e di Praga. Ho parlato
con Salomone. Ho corso nelle
praterie insieme ai padri dei
bufali. Ho sorvegliato l’Antico
Zimbabwe fino a quando le
pietre caddero e gli sciacalli
banchettarono con le sue genti.
Sono Bartimeus! Non riconosco
signore alcuno. E per questo ora
sono io che ti ordino di parlare,
ragazzo: chi sei tu per convocarmi?”
“In un avvicendarsi sfrenato di
emozioni, sostenuto da un ritmo denso di suspense, Stroud insegue il tema del fascino avvinghiante e morboso del potere e del coraggio di
sfidarlo.” La Repubblica
“Una sequenza di incantesimi e prodigi paurosi,
stemperati dallo stile brillante e pieno di humour.” Il Giornale
“Una combinazione emozionante di magia, avventura e deliziosi toni di commedia, come nessuno scrittore riusciva a realizzare dai tempi de I
viaggi di Gulliver... Stroud immagina un mondo
tenebroso ricco di sfumature barocche e vivido di
dettagli.” The Times
“Una narrazione coinvolgente e irresistibile, carica
di drammaticità e umorismo.” Independent
Antonello Cristofori
Humour paesano
Lemen
Agora
“Agora” è un film spagnolo del
2009, diretto magistralmente
da Alejandro Amenabàr (“The
Others”) ed interpretato dalla
splendida Rachel Weiszn (“Il
nemico alle porte”, “La Mummia”). Uscito in Italia soltanto
nell’Aprile 2010 e probabilmente non più in circolazione,
“Agora” è una ricostruzione
storica che trasmette un messaggio prorompente ed attuale
che vale la pena segnalare.
Si svolge ad Alessandria
d’Egitto nella seconda metà del
IV secolo dopo Cristo e narra la vicenda umana
della giovane filosofa ed astronoma Ipazia, figlia
del geometra Teone, definita dagli storici “prima
martire del libero pensiero”. Saggia e perspicace
insegnante, la donna si fa baluardo di un concetto che oggi definiremmo “laico”, soprattutto
nel momento in cui, nella virtuosa città, si rilevano le prime dispute fra le componenti religiose
di quel tempo. Su tutti ha la meglio quella dei
cristiani, guidati dal vescovo Cirillo (elevato poi
agli altari come santo) che, servendosi di una politica imperiale ormai cristianizzata da decenni,
riesce ad annientare tutti coloro non allineati
al pensiero della Chiesa nascente. In primis i
Pagani, privati della loro celebre e preziosa “Bi-
blioteca alessandrina”, in seguito
gli Ebrei tacciati, in un déjà vu
che definiremmo allarmante, di
deicidio e cacciati da ogni angolo della città. La lotta infinita
fra pensiero e fondamentalismo
religioso, nello svolgere della
pellicola, diventa asse portante,
dimostrando come l’ignoranza
e la disinformazione trascinino
popoli interi nella decadenza e
nel degrado umano ed urbano.
L’Agorà si svuota e nella politica
s’innesca quella forma di potere
a stampo piramidale dove il
popolo che è alla base, smette di essere popolo
e diventa quella futile agglomerazione comunemente detta sterco. Gli argomenti trattati nel
film sono ancora oggi all’ordine del giorno. Oltre le continue guerre politiche ed economiche
fatte nel nome dell’Altissimo, il regista ci pone
dinanzi la figura della donna, una figura ancor
oggi vessata ed oppressa in parecchi punti del
globo. Proprio per questo Ipazia diventa l’eroina
dei nostri tempi, la sua saggezza e conoscenza
volta sempre alla ricerca e quindi all’evoluzione
della ragione, abbatte qualunque componente
sessuale o religiosa discriminante, elevando
l’individuo ad essere “divino” portatore di virtù.
Fabiano Di Damaso
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6
Giugno 2010
C’era una volta il Torneo
Sant’Omero trasformato in un piccolo
grande stadio, Sant’Omero contagiato
dall’entusiasmo di tanta gente. Sant’Omero e
la Val Vibrata, e non soltanto quella degli appassionati di calcio. Ma ci siamo, attenzione!
I riflettori si accendono, Bertino il bidello
controlla che negli spogliatoi sia tutto in ordine, Giuann d’ Crepat si accinge a vendere
le ultime salsicce e bibite ai tifosi che sugli
spalti già inneggiano ai loro beniamini, alcuni ragazzini tentano all’ultimo momento
di intrufolarsi in ogni maniera all’interno del
campo sportivo, lo speaker Tonì d’ Biasciò è
ormai pronto ad annunciare le formazioni
delle squadre. Ecco, l’arbitro ha collocato il
pallone al centro del campo e fischia l’inizio.
Comincia la manifestazione più attesa e
caratteristica dell’intera estate vibratiana. O,
meglio, cominciava. Eh già, cari concittadini.
C’era una volta, come in una favola. Tale atmosfera fiabesca in tanti l’hanno respirata e
per loro rimarrà senza dubbio una pagina indelebile nel grande libro dei ricordi. Molti
altri, invece, e ci riferiamo ai più giovani,
non hanno purtroppo, e sottolineiamo
purtroppo, assaporato quello che non è stato
soltanto un evento
sportivo di cartello,
ma un capitolo di
notevole importanza
sociale, soprattutto
dal punto di vista
dell’aggregazione fra
le
persone,
per
Sant’Omero e dintorni: il “mitico” torneo notturno di agosto, che proprio nella
pulizia e nella qualità
dell’organizzazione,
unite allo spirito di
competizione ed al
divertimento
che
sapeva regalare, aveva le molle che facevano
scattare la vasta e festosa partecipazione
all’evento, unico nel suo genere. La memoria
storica ci riporta al lontano 1964, anno in
cui Leo De Ascaniis, Corrado Ciccarelli e
Franco De Ascaniis, amici ed amanti del calcio, partorirono l’idea, con un pizzico di sana
incoscienza, ma con tanta dedizione e buoni
propositi, di organizzare un torneo che mai
avrebbero ipotizzato potesse ottenere da
subito un successo tanto clamoroso. Li abbi-
Impaginato A3 Giugno2010.indd 6
amo incontrati e ci hanno regalato una
minuziosa ricostruzione, intrisa di emozione
e al tempo stesso di romanticismo, dell’ appuntamento simbolo di un periodo nel quale la
creatività e la
voglia di fare e di
mettersi in gioco
prevalevano sui
freddi modelli di
divertimento stereotipati proposti
dalla tecnologia
che caratterizza i
giorni nostri. “Ci
piaceva giocare a
pallone – racconta Corrado -.
Quando facevamo le partitelle tra amici delimitavamo la porta con due coppie di mattoni ed andavamo avanti instancabilmente,
per ore ed ore. Una volta, mentre mi trovavo
a Milano, mi capitò di partecipare ad un torneo notturno e ne rimasi a dir poco affascinato. Riportai con me a Sant’Omero l’idea e
il sogno di poter organizzare un giorno una
cosa simile, riservata ai compaesani ed allargata a squadre dei paesi limitrofi. Ne parlai
con Leo ed immediatamente accettò di collaborare. A noi si aggiunse Franco. Provo
sempre emozione e nostalgia ricordando quel
periodo e la prima edizione”. “Il luogo deputato ad ospitare il torneo – puntualizza Leo
- fu un campo boario dove si teneva la fiera.
Era un terreno ruvido, scosceso e pieno di
pietre, ma nessuno si lamentò e si giocò comunque. Ci finanziavamo soltanto con la
quota d’iscrizione delle varie squadre. Il
regolamento è rimasto identico per tutte le
edizioni e prevedeva la partecipazione di 8
squadre suddivise in 2 gironi da 4. Si giocava
in 6+1 e c’era l’apertura
anche ai semi-professionisti. Anche le date
sono rimaste pressoché immutate: si iniziava il 7 agosto e la
finalissima era in programma il 16. La prima se l’aggiudicò la
“Costa Verde” di Tortoreto che superò noi
del Sant’Omero. Oltre
a me e Corrado, scesero in campo Claudio
Bianconi, Beniamino
Pistacchio, Ruggiero
Ruggieri, Piero De
Ascaniis, Tonino Clementoni e Valentino
Pucci che andavo a prendere personalmente
a Sant’Egidio”. Corrado: “Subito dopo la
prima edizione, ci fu subito il rischio che il
torneo venisse sospeso per motivi di ordine
pubblico, in quanto erano necessari il nullaosta della Questura e la nomina di un responsabile, che fu individuato in Dante Tomassini, e di un vero e proprio comitato
organizzatore. “Così, – interviene Franco –
creammo una sorta di organigramma nel
quale Leo si occupava delle questioni prettamente sportive, in particolare dei rapporti
con la federazione. Corrado andava in giro a
contattare le varie squadre e a riscuotere i
soldi
delle
iscrizioni.
Io
pensavo
all’organizzazione logistica ed amministrativa”. Corrado:“Proprio così. Giravo con una
lambretta alla ricerca di tutto ciò che potesse
tornare utile all’organizzazione, ma ricordo
che c’erano problemi enormi che riguardavano principalmente le attrezzature. In pratica, si partiva da zero. Il padre del Dott. Santoni ed Elio Pompizi (padre di Paride, ex
grande giocatore del Sant’Omero calcio)
all’epoca lavoravano per il signor Cerulli e,
all’inizio, ci fornirono alcuni materiali fondamentali. Ma, fino al 1968, il campo rimase
delineato da paletti e fil di ferro e non vi erano recinzioni. Il pubblico era quasi a contatto
con i giocatori”. Franco:”
Individuammo alcune
persone, piuttosto robuste,
che fungevano
da addetti alla
sicurezza, tra i
quali il compianto Mario
Tulli e Lucio
Ippoliti. Ma il
problema
principale
rimaneva
quello di livellare il campo. Anche perché,
vista l’accresciuta notorietà che la manifestazione stava acquistando e, dunque, la
necessità di giocare in una cornice più sicura
ed accogliente, pensai di buttar giù un progetto. Ci rimboccammo un po’ tutti le maniche, spinti dall’entusiasmo generale che
aveva contagiato i santomeresi, i quali divennero
baldi e preziosi collaboratori che ci aiutarono in
tutto e per tutto e che non
smetteremo mai di ringraziare”. Leo: “In effetti
Franco creò un progetto,
dopo aver ottenuto una
“bonaria” autorizzazione
dal comune, per realizzare
un campetto 30x60, con
un muretto in cemento,
rete di recinzione, illuminazione più idonea e una
tribuna che venne anno
dopo anno estesa e migliorata”. Ad onor del vero – precisa Franco -,
mancava anche una società sportiva riconosciuta dalla federazione e fummo obbligati a
crearne una. Io ne fui presidente per oltre 10
anni”. Le redini della società sportiva vennero poi prese da Rodolfo Spada che se ne occupò con una cura quasi paterna. Oggi la
Palmense Sant’Omero è un fiore all’occhiello
della nostra comunità. Ma questo sarà argomento che tratteremo nei prossimi numeri.
Fatto sta che gli ingredienti per la definitiva
Sant’Omero - Tel. 0861 818267
Nereto - Tel. 0861 843117
Avviso ai collaboratori
Si invitano quanti inviano articoli per la pubblicazione a non superare una cartella di testo
(max 20-24 righe, corpo 14, spaziatura singola).
La redazione si riserva comunque di ridurre o
sintetizzare gli scritti inviati per adattarli allo
spazio disponibile.
esplosione del torneo erano ormai stati tutti
amalgamati, a cominciare dal gioiellino che
doveva ospitare la rassegna. “Vista l’affluenza
di pubblico, iniziammo a far pagare – interviene di nuovo Franco – e facemmo predisporre delle pannellature modulari per circoscrivere il perimetro. Il prestigio del torneo
continuò a crescere a tal punto che, dal lato
sportivo, divenne un’importante vetrina per i
giovani talenti della provincia che venivano
visionati da numerosi osservatori di squadre
professionistiche che accorrevano alle partite.
Qualche dettaglio lasciava ancora a desiderare. Ad esempio, avevamo pochi palloni e così
chiedemmo ad alcuni giovani locali di aiutarci a ritrovarli nel caso in cui fossero finiti abbondantemente al di fuori del campo. Può
sembrare assurdo, eppure questa divenne una
delle attività predilette dai ragazzini, che
quasi facevano a gara per andare a recuperare
la palla. Tra questi ricordiamo in maniera
particolare lo spericolato Baldassarre e soprattutto Pasquale Iachini, futuro campione
nostrano in serie A!”. Parlando di ruoli e personaggi che hanno caratterizzato il torneo, ci
permettiamo di ricordare altre due figure
centrali, purtroppo scomparse prematuramente: il
gentile e saggio custode
della biglietteria Mimì lu
Barbir ed il pittoresco e
funambolico massaggiatore Mingiachitt, il quale
rivestiva anche il ruolo di
procacciatore di premi che
reperiva via via presso le
attività commerciali della
zona; persone stimate e
benvolute da tutti. Tornando al punto di vista
strettamente agonistico,
“l’apice della fama e del
successo fu raggiunta sottolinea Leo – nel 1967 quando, alla sventurata morte di Franco Capponi, persona
conosciuta ed apprezzata in paese, istituimmo il trofeo “Coppa d’Oro” in sua memoria.
Lo portò a casa il Maltignano, capace di vincere due edizioni consecutive. Intanto, si ampliava sempre più la richiesta di partecipazione che portò noi organizzatori a scegliere di
volta in volta le squadre protagoniste. Al tirar
delle somme non scontentammo nessuno,
visto che possiamo ben dire che tutte le rap-
21/06/2010 11.46.44
7
Giugno 2010
C’era una volta il Torneo
presentative della Val Vibrata, e non solo,
hanno partecipato. Inoltre, con l’alzarsi del
livello tecnico del torneo, iniziò ad esserci
un’assidua presenza di calciatori professionisti (che dovevano ottenere il permesso
dalle proprie società di
appartenenza che si apprestavano a cominciare
la preparazione ai rispettivi campionati). Decidemmo, allora, di contattare
anche
arbitri
professionisti del calibro
di Mattei di Macerata e di
Archimede e Pasqualino
Rodomonti di Teramo.
Fischietti di alto livello
con esperienze di serie A
che hanno diretto diverse
finali
rappresentando
un’altra nota di vanto per
noi addetti ai lavori e per
il pubblico. A proposito di finali, quella che
ricordo maggiormente fu un Sant’Egidio –
Nereto terminata con la vittoria dei primi e
che ebbe un “simpatico” contorno folkloristico messo in atto dai tifosi santegidiesi i quali recapitarono una bara nella centrale piazza di Nereto. Diverse finali hanno
avuto addirittura una cornice di 2000-2500
spettatori! Un ultimissimo e bel ricordo che
mi preme segnalare come allegra nota di co-
lore a margine delle vicende calcistiche, è il
banchetto a base di fagioli con le cotiche e
baccalà che decidemmo di organizzare nel
decennio ‘70/’80 a fine manifestazione con
presenti gli atleti, i dirigenti accompagnatori
e le intere delegazioni
delle squadre”. Come
d’incanto, arriviamo al
1989, anno in cui calò il
sipario sul torneo dopo
25 stagioni di successi e
dopo aver dispensato
emozioni ed allegria a
tutti coloro che l’hanno
vissuto. Un po’ a causa
della rigidità burocratica
dei regolamenti della
FIGC che fece in modo
di far perdere i valori di
semplicità e di genuinità
propri delle prime edizioni, un po’ a causa della
difficoltà incontrate nel programmare nuove
e valide proposte adatte alle necessità del
nuovo decennio. In conclusione, molti altri
aneddoti e curiosità non abbiamo citato
per motivi di spazio, ma siamo comunque
certi di aver riacceso la luce su una rassegna
che ha a modo suo rinvigorito ed esaltato il
più profondo senso di appartenenza al nostro amato paese.
Danilo Camaioni
Moto Guzzi
Radio d’epoca
Dopo varie edizioni con l’impermeabile pronto
all’uso e il meteo che scoraggiava i meno avventurieri, le Aquile Guzzi della Val Vibrata tornano
a volare su Sant’Omero. In occasione della Festa
di S.Maria a Vico, la sezione Sant’Omero del
motoclub Aquile Millenarie organizza per domenica 29 agosto il V° Incontro “Moto Guzzi”,
raduno aperto a tutti i tipi di moto. L’evento si
svolge ormai da 4 anni all’insegna dell’amicizia,
in un ottica di riscoperta della nostra terra, ricca
di storia, di sapori e di belle strade. Come non
citare alcuni dei tratti percorsi negli anni scorsi:
le famose vie del vino, Torano-Controguerra-Colonnella, le bellissime colline con vista
mare-monti che accarezzano Poggio Morello o
le scampagnate a S.Maria a Vico, in collaborazione con l’Associazione dei Cultori di Ercole.
Gli amanti delle due ruote saranno accontentati
con una colazione abbondante e un aperitivo a
base di salumi, formaggio e vino. Terminato il
“carosello” si rientrerà a Sant’Omero per pranzare a base di piatti classici come vuole la tradizione: fagioli con le cotiche e porchetta!
Alessandro Azzari
Grande successo della Mostra Scambio di Radio d’Epoca con lo spazio a rari dischi in vinile
e juke box d’epoca. La manifestazione è una
delle più importanti del genere e ha ricevuto
notevoli consensi. La finalità della Mostra è
di promuovere il mondo della radio e delle
telecomunicazioni, attraverso lo scambio di
apparecchiature antiche e moderne, manuali
e accessori. Nell’edizione di quest’anno anche
uno spazio dedicato al mondo della musica,
con rari dischi in vinile e di juke box. I soci
radioamatori negli anni hanno dotato le contigue Vallate del Tronto, del Vibrata e del
Salinello di ponti di comunicazione che permettono di essere sempre in collegamento anche in caso di calamità naturali. Le strumentazioni, tutte al top della tecnologia attuale,
sono usate anche a scopo didattico durante
i corsi di preparazione agli esami per il conseguimento del patentino di Radioamatore.
Altro importante traguardo sarà l’istituzione
del “Museo della Radio”che sarà un importante centro di aggregazione e cultura.
Per una squadra di calcio della Val Vibrata...
Riceviamo e pubblichiamo un articolo tra il serio e il faceto
Tutti dovremmo cercare di fare il possibile perché
tutti possano vivere meglio. Non serve pensare
egoisticamente al proprio bene, ma al bene di tutti
che di riflesso sarà anche il proprio. Fatta questa filosofica premessa - degna di un pizzaiolo australiano - posso passare all’argomento che mi ha spinto
a scrivere queste righe. Penso che il bene di una
comunità, come quella di Sant’Omero e di tutta la
Val Vibrata, vada misurato soprattutto attraverso i
servizi e le opportunità offerte alla persone più deboli e indifese, i bambini, i ragazzini e gli anziani.
Le persone che iniziano il vero cammino per la via
della vita - e sarà meglio non iniziare con le salite!
-, e quelle che vorrebbero fare l’ultima tratta senza
troppi problemi, in scioltezza. Non voglio proporre
strane cose ma solo due piccole idee, che potrebbero dare il via ad una discussione costruttiva e
alla nascita di idee sicuramente migliori delle mie.
Un’ottima opportunità di crescita per i bambini e
i ragazzi penso sia quella di praticare dello sport. Si
tratti di calcio, di pallavolo, di nuoto, hockey sul
prato o rugby non importa. Non voglio stare qui
ad elencare le valenze socio-terapeutiche che possono avere gesti stupidi come tirare calci ad una
palla, passare indietro per andare avanti e rotolarsi
nel fango. Fare parte di una piccola comunità, una
squadra, avere degli obbiettivi, essere inseriti in un
certo ordine gerarchico con dei ruoli e delle funzioni non può far altro che aiutare la formazione
di cittadini migliori della grande comunità che li
aspetta. Quindi se siamo d’accordo sulla bellezza
dello sport dobbiamo porci - non maiali -, il pro-
Associazione Pro-Loco
Sant’Omero
Via Renato Rascel, 4 - Sant’Omero (Te)
Tel. e fax 0861 88068 - 3383031124
E-mail: [email protected]
Impaginato A3 Giugno2010.indd 7
blema delle opportunità. Le piccole società sportive sono spesso impegnata a tirare avanti con piccoli sponsor, spesso amici personali, cercando di
far quadrare i conti tra bollette da pagare e palloni
da comprare. Cercano di fare il loro lavoro con i
pochi mezzi che hanno, le semi strutture che esistono, senza poter contare su un vero e pieno
aiuto di piccoli comuni
il cui bilancio non permette molto altro oltre
al rattoppamento delle
buche. Perché allora
non pensare oltre e invece di avere X società
di calcio, Y società di
pallavolo e Z società di
diversi sport che cercano
di sopravvivere grazie al
sudore e all’impegno personale di persone stupende, formare delle società di Unione, della Val
Vibrata, che potrebbero avere un supporto più
ampio e una visibilità più interessante anche dal
punto di vista degli sponsor. Forse per qualcuno
non è possibile pensare che ogni comune non abbia una squadra di calcio, ma se si facessero degli
sforzi di razionalizzazione delle risorse, creando
una struttura che possa occuparsi della formazione
dei giovani in più punti, si potrebbero mettere
su delle squadre in grado di dare qualche soddisfazione. Io sento parlare molto di Unione dei
Comuni, ma spesso o quasi esclusivamente per la
monnezza. Cerchiamo di fare altro, lo sanno tutti,
vecchi e bambini, l’Unione fa la forza. Quindi oltre al venerato calcio, si potrebbe pensare di fare
qualcosa di serio anche per gli altri sport, dando
un’offerta molto ampia ai bambini e i ragazzi, che
forse si annoierebbero meno e ognuno troverebbe
sicuramente lo sport
più adatto per le proprie caratteristiche.
I genitori dovranno
chiaramente trovare
un’organizzazione solida dietro tutto questo, gestita con serietà
e in maniera razionale.
Siamo in una piccola
vallata, a mio parere
splendida, e i problemi
logistici che potrebbero porsi sono davvero ridicoli se si considerano
quelli che si possono trovare in una grande città.
Ogni comune, o più comuni per il calcio ad esempio, potrebbero adottare uno sport nelle proprie
strutture e creare una grande cooperativa sportiva
che potrebbe funzionare, sempre per il vecchio
detto che l’unione fa la forza. Potremmo addirittura creare un campionato tutto vibratiano. lo so le
parole si scrivono facilmente, soprattutto oggi che
non si fa nemmeno più lo sforzo di cercare la penna nei cassetti della scrivania, ma sognare e pensare
non costa nulla passare ai fatti invece costa molto,
fatica e denari. E nonne e nonni? Oltre ad andare
a vedere le partite dei nipotini, oltre a prendersi a
parole per un placcaggio troppo alto del figlio del
vicino sul nipotino preferito, cosa potrebbero fare?
Un’ idea potrebbe essere quella di recuperare una
delle tante case nelle magnifiche campagne che
ci circondano per creare una sorta di circolo. Un
circolo in cui sia ragazzi volenterosi che persone
con tanta esperienza e anni sulle spalle possano
condividere delle ore della loro giornata. E a fare
cosa? Non dimentichiamoci delle nostre origini,
contadine. Sarebbe molto carino ad esempio dare
la possibilità di coltivare piccoli orti personalizzati
nei terreni del circolo. Per creare poi ad esempio
un piccolo mercatino della domenica, anche del
baratto in cui vecchi e giovani si scambiano capra
e cavoli. In tutto ciò la struttura potrebbe funzionare da fattoria didattica per le scuole e i bimbi
più piccini, che per qualche pomeriggio potrebbero divertirsi in campagna. Perché anche se siamo
circondati dalle campagne, e le nostre origini sono
decisamente contadine, molti bambini non hanno
mai giocato nel fango o provato ad acchiappare
delle galline, cose che devono essere fatte assolutamente. Insomma io non vorrei che i bambini un
giorno non sapessero chi sono i nonni e non vorrei
che i nonni restino chiusi in casa senza sapere cosa
fanno i nipoti. Non perdiamo la memoria delle
nostre origini, basta una generazione disattenta e
tutto è perduto. L’orgoglio di avere un grande nipote e quello di avere un grande nonno non hanno
prezzo... per tutto il resto c’è la Val Vibrata.
[email protected]
rassegna internazionale di arte contemporanea
a cura di Daniele De Angelis – art director Nazareno Luciani
IRRUZIONI
Inaugurazione 11 luglio 2010 ore 18,00 - Centro Storico di Sant’Omero
La mostra rimarrà aperta di sera fino al 12 agosto 2010 - info pro-loco 339-3060474
21/06/2010 11.46.48
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Carne e pesce
Giugno 2010
Doposcuola
Trofie di pane
Dialettezze
In autunno di nuovo in cucina
Alici in carpione, cocktail di gamberi, farfalle
ai gamberi con crema di ricotta e frutta secca,
fagottini di crèpes ai frutti di mare, rana pescatrice in potacchio spigole al cartoccio, mousse
all’arancia. Avete l’acquolina in bocca? Chiedete
a chi ha partecipato alla cena organizzata in occasione della chiusura del corso di cucina di 2°
livello. Ospite d’onore “il pesce“ che gli allievi
del corso hanno preparato in modo nuovo,
senza, però, stravolgere il classico. Sono stati
messi in pratica gli insegnamenti dello chef De
Renzis, che ha consegnato i diplomi dopo aver
vagliato i piatti nella loro completezza. A fine
serata sono stati messi in vendita i ricettari di
tutti i menù dei corsi di cucina. L’intero ricavato
è stato consegnato al Dirigente Scolastico dell’
Istituto Comprensivo di Sant’0mero. Ringraziamo la PRO LOCO per questo generoso atto
e per averci dato la possibilità di apprendere ”segreti“ di cui sono depositari solo i cuochi professionisti. In autunno le cucine riaccoglieranno
gli allievi con nuovi temi culinari: abbinamento
vino-pietanze, dolci a tavola o presentazione dei
piatti. Si attendono suggerimenti in merito. E
se si organizzassero tutti e tre? Vera Cristofori
Il valore del latte
I bimbi delle elementari di Garrufo di Sant’Omero
si sono classificati primi al concorso “Il valore del
latte - premio Vittorio Del Giudice”. L’iniziativa
indirizzata agli alunni delle scuole Primarie e Secondarie del Molise, Abruzzo e Puglia è giunta
alla sua diciannovesima edizione e ella mattinata
del 27 maggio ha visto le premiazioni degli studenti vincitori di questo concorso a loro dedicato. Premiazione che si è svolta a Termoli nei locali
del cinema Lumière dinanzi ad una sala gremita
dalle classi che hanno preso parte al progetto e
dai rispettivi insegnanti giunti dalle tre regioni.
All’interno del concorso sono state proposte due
categorie in cui gli studenti hanno potuto cimentarsi. “Disegni, Temi e Poesie” la categoria in cui
si sono espressi collettivamente gli alunni della
classe 3^ della Scuola Primaria di Garrufo, con il
testo fantastico “Alice e la goccia magica”illustrato
con la tecnica del Pop-up (disegni in rilievo).
Come primi classificati gli alunni di Garrufo si
sono aggiudicati un personal computer con stampante multifunzione e due assegni per un totale
di € 350 per l’acquisto di materiale didattico.
Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di sensibilizzare i ragazzi alla conoscenza e al corretto utilizzo
di questo indispensabile alimento quotidiano,
dalle sue proprietà ai suoi derivati passando per le
fasi della lavorazione utilizzati negli stabilimenti
caseari.
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Il 31 maggio si è concluso il doposcuola gestito
dalla Pro Loco di Sant’Omero; il servizio si è
svolto ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle
14:00 alle 18:00. Il Doposcuola, nato nel
2007, è uno “spazio” pomeridiano rivolto
agli alunni della Scuola Primaria che mira a
sostenere i bambini nella gestione dei compiti e del tempo libero. Il servizio non riguarda solo lo studio ma propone momenti
di svago e di interazione tra i piccoli iscritti,
attraverso il dialogo e il gioco libero. Durante l’anno scolastico le iscrizioni sono state
22; in un’ottica di accoglienza, il doposcuola
si è aperto ad alunni di differenti nazionalità, per permettere ai ragazzi di raggiungere
una buona integrazione sociale, come risorsa
e opportunità per trarre maggiore arricchimento dalla diversità. Tra i risultati conseguiti possiamo, ci sono stati miglioramenti
nei risultati scolastici, la “fedeltà” e la frequenza giornaliera degli iscritti e la valorizzazione delle reti relazionali. L’impegno e la
serietà nella gestione del servizio sono stati
premiati sia dall’approvazione delle famiglie, per le quali il servizio è diventato un
punto di riferimento extra-scolastico, sia dai
giudizi positivi della preside e degli insegnati dell’Istituto Comprensivo di Sant’Omero.
Ma senza dubbio, quello che ci gratifica di
più è l’affetto e la fiducia che i bambini hanno sempre dimostrato e riposto nei nostri
confronti.
Antonella Antonini
I rincari sono sotto gli occhi di tutti e allora,
oggi, anche a tavola occorre fare di necessità
virtù e scoprire piatti nutrienti, facili da preparare, che ci fanno risparmiare senza rinunciare al gusto, a partire da questa ricetta che
recupera il pane raffermo.
Ingredienti: 300 g di farina 00, 100 g di
pane grattugiato, 1,5 dl di acqua bollente,
2 albumi.
In una ciotola mescolare la farina con il pane
grattugiato, aggiungere l’acqua bollente e
gli albumi. Impastare e lasciar riposare per
mezz’ora; stendere quindi una sfoglia dello
spessore di un centimetro e tagliarla come delle
pappardelle. Arrotolare tra le mani ogni pezzo
di pasta formando dei lunghi lacci da spezzare
in pezzi di circa 5 cm a forma di trofie.
Le trofie si lessano in acqua bollente salata e
quando salgono a galla, si scolano e si condiscono a piacere: aglio-olio-peperoncino, amatriciana, arrabbiata oppure con un buon pesto,
un ottimo ragù o soltanto burro e parmigiano.
Qualunque salsa metterete sul piatto lo farà
diventare un piatto da re!
Lemmi
Pup’ = s.m. = pron.: puup’ = articoli: lu, li =
pannocchia di granturco con i semi. Lemma
usato anche per indicare pannocchie immature se lessate o arrostite.
Tot’re = s.m. = pron.: tot’r’ = articoli: lu, li =
torsolo secco e privato dei semi della pannocchia di granturco. Metaforicamente usato in
senso ironico per indicare un grande naso o un
attributo sessuale maschile (Tè nu’ belle tot’re!
= ha un grande naso!).
Lètte, litte = s.m. = pron.: lètt’, litt’ = articoli:
lu, li = letto, letti.
Mæle = s.m = pron.: mæl’ = articoli: lu, li =
mela e melo = fraseologia: damm’ ‘nu mæl’ =
dammi una mela.
Verbo essere, passato remoto
ji so state = Io fui
tu fuste = tu fosti
isse/æsse f ’zzette = egli, ella fu
nu f ’zzemme = noi fummo
vu f ’zzeste = voi foste
isch/æsch f ’zzette = essi, esse furono
Modi di dire
Va’ cacà jò lu mare, che te sgrizz’ l’acqu’ là
‘ncul’ = invito imperativo popolaresco, volgare
= vai a farla al mare che ti schizzi d’acqua il
didietro. Metaforicamente sta per “vai altrove,
stai lontano da me” nel senso di “vuoi fare il
furbo o lo scemo con me, ma io non ci casco,
non mi imbrogli”.
In breve
S@NTOMERO
Periodico di informazione, cultura, società e
sport della Pro-Loco di Sant’Omero.
Iscritto al Registro Stampa Trib. Teramo
n° 608 del 16/09/2009
L’assessore Malatesta a Bruxelles
Martedì 4 maggio 2010, alla presenza del Presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzek,
del Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, e del Commissario Europeo
per l’Energia, Günter Oettinger, si è svolta a Bruxelles la Cerimonia del Patto dei Sindaci, alla
quale ha partecipato anche l’Assessore di Sant’Omero Riccardo Malatesta. Il principale obiettivo consiste nella riduzione di almeno il 20% delle emissioni di CO2 attraverso misure locali
che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile entro il 2020. Sarà necessario a tal fine
predisporre un inventario delle emissioni di base per quantificare l’ammontare di CO2 emesse
a causa di consumo di energia nel territorio del firmatario del Patto. L’anno base raccomandato
per l’inventario è il 1990. Attualmente sono 400 i comuni italiani che hanno aderito formalmente al Patto dei Sindaci, tra cui Sant’Omero.
Raccolta oli vegetali esausti
Attivo il servizio di raccolta differenziata degli Oli Vegetali Esausti (olio di frittura o di conservazione alimenti). I cittadini, muniti di proprio contenitore, potranno conferire gli oli esausti in
appositi bidoni. Non è consentito il conferimento di oli provenienti da attività produttive che
sono obbligate per legge a stipulare apposita convenzione con ditte autorizzate al ritiro. Come
fare: aspettare che l’olio si raffreddi e collocarlo in bottiglie di plastica, o barattoli di vetro. Svuotarli presso gli appositi contenitori stradali situati a Sant’Omero (nei pressi dell’Ufficio Postale), a
Poggio Morello (nei pressi della Scuola Elementare) , a Garrufo (nei pressi della Scuola Materna).
Non gettare nei raccoglitori l’olio minerale (es. olio motore automobili, lubrificanti, ecc.).
La biblioteca al tuo servizio
La Direttrice della biblioteca “G. D’Annunzio” di Sant’Omero organizza a titolo completamente gratuito corsi di preparazione all’apprendimento della lingua greca e latina durante tutto
il periodo estivo, supporto nella ricerca e nella stesura delle tesi di laurea, supporto didattico
durante tutto l’anno scolastico in latino, greco, italiano, francese, filosofia. Per informazioni
Dott.ssa Faillace (0861.88098).
Direttore Responsabile: Gabriele Di Francesco
Redattori capo: Danilo Camaioni
Antonio De Ascaniis
Segretaria di redazione: Danila Cordoni
Disegni e Vignette: Fabiano Di Damaso
Impaginazione Grafica: Antonello Cristofori
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Tiratura media: 1.500 copie - Diff. Gratuita
La redazione di S@ntomero è lieta di ospitare
articoli, lettere, racconti, poesie, foto, vignette,
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