Fru a John Henry Newton Trust me, I`m firing on all

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Fru a John Henry Newton Trust me, I`m firing on all
Fru�a
John Henry Newton
Trust me, I’m firing on all cylinders
6 Febbraio - 14 Marzo 2015
C’era una crepa che appariva spesso in galleria ed era sempre compito mio
ripararla; una mansione che consideravo una sorta di riposo da più pesanti
incarichi, quali impacchettare le opere o spostare le casse per i trasporti.
Apparentemente la crepa correva dal soffitto al pavimento: passavo le dita
lungo tutta la sua frastagliata lunghezza in modo da rimuovere ogni residuo
di vernice, prima di riempirla con troppo stucco, che avrei poi scartavetrato
e dipinto nuovamente. Era più stretta dopo e poteva essere coperta con una
sola pennellata. Una volta invece, si fece molto più larga e dovetti staccare
tutti i precedenti strati di stucco e vernice da ogni lato della fessura, prima
di scartavetrare, riempire, scartavetrare e verniciare. Un’altra volta era più
corta, e, in modo curioso, non cominciava o finiva dal pavimento al soffitto, ma
levitava al centro della parete: in questa circostanza decisi semplicemente di
coprirla con un dipinto, lasciandone sporgere un paio di centimetri dalla parte
inferiore della tela.
Attraverso la ripetizione di questa operazione, cominciai a comprendere le
differenti nuances della crepa; nonostante questa variasse costantemente,
c’erano angoli familiari, diramazioni, pieghe e curve che permanevano.
Arrivai a sapere quale punto aveva più probabilità di sfaldarsi, quale meandro
si sarebbe diviso in un altro se avessi manovrato la lama delicatamente,
quali protuberanze avrei dovuto erodere più leggermente di altre; capii quali
condizioni climatiche avrebbero peggiorato la crepa, tanto che, ogni giorno,
prima di arrivare in galleria, sapevo già se la crepa sarebbe stata lì o meno.
Ogni volta che svolgevo le mie riparazioni, mi tornavano alla mente memorie
legate alle stesse circostanze: non ricordi legati al lavoro in sé, piuttosto
pensavo a ciò che passava nella mia mente durante le precedenti riparazioni.
La crepa divenne così una sorta di mappa astratta di un personale ricordo
di pensieri ed emozioni, proprio come una mixtape che ho fatto una volta,
e che in qualche modo incarnava l’autunno del mio sedicesimo anno.
Per John Henry Newton l’atto di camminare ha una grande importanza
nello sviluppo delle proprie idee. I went for a walk and came back with no
soles è infatti una mappa astratta della sua produzione, quindi, tutto il resto
della mostra dal titolo Trust me, I’m firing on all cylinders, può essere vista
come una mixtape composta per accompagnare le attività deambulatorie di
Newton nel corso degli ultimi quattro anni, dal momento i cui esce da casa
sua ogni giorno. I lavori esposti hanno in questo modo la funzione di segni
nei diversi viaggi di Newton, così come la biforcazione all’interno della crepa
sul muro della galleria, che si frantumava ogni volta che la riparavo e che mi
ricordava una canzona nella mia mixtape, la quale a sua volta mi ricordava
una panchina sulla quale mi fermavo a fumare e riflettere ogni giorno, lungo
la strada di ritorno da scuola verso casa: ognuno un segno nell’accumulo di
memorie invocate da un’azione ripetuta.
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* Sarà simultanemanente inaugurata nel nostro project space, Hadrian,
Economists are Watching di Stefano Calligaro.
Opening 6 febbraio ore 19