View - ADMO Sardegna
Transcript
View - ADMO Sardegna
A.D.M.O A.Gi.Far FEDERAZIONE ITALIANA Associazione Donatori Midollo Osseo ADOCES Associazioni Donatori Cellule Staminali Associazione Giovani Farmacisti Italiani LOGO COLLEGIO OSTETRICHE Delle Province di CA-CI-NU-OG-OR-VS LE CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE DEL CORDONE OMBELICALE risorsa biologica per la vita a disposizione dell’intera umanità STAI ASPETTANDO UN BAMBINO? Informati sulla possibilità di donare il sangue Cordonale L’attesa di un figlio è un tempo bellissimo e ricco di emozioni. E’ anche il tempo di riflettere sulla importanza di donare il sangue cordonale alla banca pubblica per offrire una speranza di vita a tanti malati che hanno bisogno di un trapianto Leggi questo opuscolo e informati dalla tua ostetrica di fiducia dal tuo ginecologo dai medici della Banca del sangue cordonale di Cagliari (tel. 070.6092985) presso la tua farmacia di fiducia “” il tuo medico di fiducia “” il centro trasfusionale vicino “” L’A.D.M.O. (tel. 070.658841) Retro della Copertina Opuscolo Informativo per i Genitori A cura di Licinio Contu- Presidente Federazione Italiana ADOCES e Associazione Donatori Midollo Osseo- A.D.M.O. Alice V.Bandiera Vice Presidente Federazione Italiana ADOCES e Referente per il sangue cordonale Maria Rosaria Lai Presidente collegio ostetriche delle Province di CA-CI-NU-OG-OR-VS Gruppo di lavoro A.D.M.O. sul sangue cordonale Alba Fulgheri, Annalena Urru, Pietro Manca Pietro Pischedda, Salvatore Pinna, Nicolo Spano e Maria Rosaria Lai Aldo Contu Volontario dell’A.D.M.O., esperto di Presentazione L’apertura ufficiale della banca pubblica del sangue del cordone ombelicale della Sardegna presso l’ospedale Binaghi di Cagliari, l’accreditamento dei primi sei Puntinascita da parte della Regione, con l’inizio effettivo delle attività di raccolta e conservazione del sangue cordonale, sia per uso solidaristico che dedicato, hanno reso necessaria e urgente la preparazione di materiale informativo per le future mamme e per le coppie di genitori in attesa di un figlio. Ciò soprattutto in considerazione del vuoto informativo sulle problematiche della donazione, della raccolta, della conservazione e dell’uso terapeutico del sangue cordonale, che ho potuto constatare nei numerosi incontri divulgativi e promozionali ai quali da anni partecipo in Sardegna, allo scopo di diffondere la cultura della donazione delle cellule staminali emopoietiche e di incrementare il numero dei volontari aderenti al registro dei donatori di midollo osseo. Vuoto informativo che riguarda purtroppo larghi strati della popolazione anche femminile, e non pochi settori del mondo sanitario e istituzionale. Vuoto informativo che viene spesso colmato con notizie e dati falsi e fuorvianti da banche private estere e dai loro intermediari, allo scopo di indurre le mamme a consegnare loro il sangue cordonale dei figli per una costosa quanto inutile conservazione autologa. Questo opuscolo, della cui stampa e diffusione si è fatta carico l’Associazione dei Giovani Farmacisti Italiani A.Gi.Far., ha lo scopo di colmare almeno in parte il vuoto informativo e di fornire ai genitori in attesa di un figlio uno strumento di facile lettura in cui potranno trovare risposte semplici e chiare, ma obiettive e scientificamente corrette, ai principali problemi riguardanti il sangue del cordone ombelicale, le procedure di prelievo, la donazione, le diverse possibili destinazioni del sangue cordonale in Italia, le limitazioni alla sua raccolta e conservazione, l’organizzazione pubblica italiana, le banche private e la loro attività, i principali dati mondiali e nazionali aggiornati, sulle unità di sangue cordonale conservate e trapiantate. Il Cordone Ombelicale E’ un grosso e robusto funicolo di 50 cm circa, tortuoso e flessibile, ripieno di materiale gelatinoso, che collega il feto alla placenta. Al suo interno, immerse nella densa gelatina, scorrono due arterie ombelicali che portano il sangue venoso dal feto alla placenta, e una grossa vena ombelicale che, in direzione opposta, porta il sangue arterioso dalla placenta al feto. La Placenta E’ un organo spugnoso, molto vascolarizzato, che mette in intimo contatto il feto con la madre nelle pareti della cavità uterina. Ha la forma di una focaccia, con un lato immerso nella mucosa uterina e un lato “libero” che ha al centro l’inserzione del cordone ombelicale. Al termine della gravidanza, la placenta viene espulsa dopo il feto nel corso del secondamento. Ha un diametro di 18-20 cm circa e un peso medio intorno a 500 gr. Nella placenta si incontrano due ampi letti vascolari, uno materno e uno fetale, in intimo contatto tra loro, ma rigorosamente separati (barriera materno-fetale). Le arterie ombelicali provenienti dal feto si suddividono, all’interno della placenta, in vasi sempre più piccoli fino ai capillari e i sinusoidi dei villi, che pescano direttamente nelle lacune vascolari contenenti il sangue arterioso che proviene dalla circolazione uterina materna. Qui, l’anidride carbonica e i prodotti di rifiuto portati dalle due arterie ombelicali filtrano nel sangue materno e vengono scartati, mentre l’ossigeno e le sostanze nutritive presenti nel sangue materno filtrano nel sangue fetale. Questo viene trasportato lungo la grande vena ombelicale nel fegato e quindi immesso nella circolazione generale del feto. La placenta assolve dunque alla funzione respiratoria del feto prima della nascita. Il Sangue del Cordone Ombelicale Nel cordone ombelicale, il sangue fetale venoso viene trasportato continuamente dal feto alla placenta con le due arterie ombelicali. Nella placenta, il sangue cede l’anidride carbonica, si carica di ossigeno e ritorna al feto, come sangue arterioso, per mezzo della grande vena ombelicale che scorre lungo il cordone. Il sangue del cordone ombelicale (SCO) è ricco di cellule staminali emopoietiche (CSE), cioè di cellule progenitrici, simili a quelle del midollo osseo, capaci di produrre continuamente le cellule del sangue e del sistema immunitario. Rappresenta perciò una fonte preziosa di CSE che, come il midollo osseo, permette di curare col trapianto malati affetti da malattie gravi come: leucemie, linfomi, anemie congenite e acquisite, talassemie, malattie congenite del sistema immunitario e del metabolismo, e alcune forme di tumori solidi. Il Prelievo del SCO Il prelievo del SCO per scopo di trapianto deve essere eseguito in Punti nascita appositamente accreditati dalla Regione, in quanto conformi ai criteri di sicurezza e idoneità previsti dalle norme europee e nazionali. Ciò premesso, oggi vengono usate procedure di raccolta del SCO a circuito chiuso, con sacche collegate ad un ago di calibro adeguato contenenti anticoagulanti. Dopo la nascita del bambino, con la placenta ancora in utero, si chiude il cordone con un morsetto (clampaggio) a 1-2 centimetri dal neonato e si applica un secondo morsetto a 5 cm circa dal primo. Si taglia il cordone tra i due morsetti e si effettuano le prime cure di routine sul bambino. Si disinfetta il cordone per 10-12 centimetri sopra il punto clampato e si inserisce l’ago collegato alla sacca di raccolta nella vena ombelicale. Si fa defluire il sangue nella sacca per gravità. Per favorire il deflusso del sangue, si esercita una delicata spremitura del cordone verso la sacca, mentre questa è tenuta in agitazione costante per evitare coaguli. Terminata la raccolta, la sacca viene etichettata, adeguatamente confezionata e inviata alla banca per la conservazione in azoto liquido, entro 48 ore (72 ore per le unità dedicate) dalla raccolta, tenendola sempre a temperatura ambiente. Il Clampaggio del Cordone Ombelicale a) Tempi del Clampaggio Il momento in cui si chiude il cordone (clampaggio) dopo la nascita, per la raccolta del SCO, è importante in funzione del volume di sangue cordonale che si riesce a raccogliere e delle possibili conseguenze per il neonato. Il clampaggio può essere eseguito quando il cordone cessa di pulsare (in generale ≥ 120 sec. dopo la nascita). In questo caso si parla di clampaggio tardivo. Oppure, si può eseguire quando il cordone è ancora pulsante: subito dopo la nascita (clampaggio immediato), entro 30 sec. (clampaggio precoce), o 60 sec. dopo la nascita. b) Risultati e possibili conseguenze Col clampaggio tardivo, si permette al neonato di ricevere sangue placentare ricco di ossigeno e di cellule staminali nei momenti fisiologici successivi alla nascita, fino a quando il cordone continua a pulsare, mentre il neonato inizia a sperimentare la respirazione polmonare. Uno studio su 358 neonati a termine, di peso normale, ha dimostrato che il clampaggio a 120 sec. aumenta significativamente, a 6 mesi di età, la ferritina, il ferro totale corporeo, il ferro di deposito e il volume globulare medio, specialmente nei bambini nati da madri sideropeniche e in quelli di peso di 2.500-3.000 gr. D’altra parte, col clampaggio tardivo, non si riesce a raccogliere più di 50 ml di SCO, che è un volume generalmente insufficiente per i trapianti. Col clampaggio immediato o precoce, si riesce a raccogliere molto spesso quantità di SCO di 100-200 ml e più che soddisfano pienamente i volumi richiesti per i trapianti anche di malati adulti. Tuttavia, come ha ben sottolineato l’American Academy of Pediatrics, questo tipo di clampaggio può privare il neonato di un importante apporto di sangue placentare ricco di ossigeno e di cellule staminali nei primi momenti dopo la nascita, causando una riduzione del volume ematico e un rischio di anemia più tardi nella vita. Il clampaggio del cordone a 60 sec. dalla nascita è quello indicato nell’accordo della conferenza Stato-Regioni del 20 aprile 2011, che è stato raccomandato, anche recentemente, dalla Società Italiana di Neonatologia e che viene eseguito in generale nei Punti-nascita italiani accreditati, poiché permette di raccogliere unità di SCO generalmente conformi ai criteri internazionali richiesti per i trapianti, senza esporre ad alcun rischio i neonati. E’ molto importante che le madri che vogliono donare il SCO del loro figlio siano informate con precisione sui tempi del clampaggio da adottare per il prelievo e sulle possibili conseguenze per il bambino, e che queste informazioni siano comprese nel modulo di consenso informato che dovranno sottoscrivere per autorizzare il prelievo del SCO. A quale scopo si preleva il sangue cordonale ? Lo scopo finale è quello di mettere a disposizione dei malati che ne hanno bisogno una fonte di cellule staminali emopoietiche di grande utilità per i trapianti. Come è stato precisato, le malattie che possono essere curate col trapianto di SCO sono numerose, tutte molto gravi, e possono interessare bambini e adulti di qualunque età. La Donazione del sangue cordonale Qualsiasi futura mamma può chiedere di donare il sangue cordonale del figlio che verrà facilmente raccolto dall’ostetrica durante il parto. La richiesta può essere rivolta direttamente alla banca del cordone ombelicale, al servizio dove è previsto il parto e naturalmente all’ostetrica e al ginecologo di fiducia. La procedura del prelievo del sangue cordonale non modifica in alcun modo l’assistenza della mamma e del neonato. La mamma che desidera donare il sangue cordonale dovrà sottoscrivere un consenso informato e sottoporsi ad esami del sangue (gratuiti) prima del parto e dopo 6 mesi per escludere la presenza di malattie che potrebbero essere trasmesse al paziente da trapiantare. A chi può essere destinato il SCO ? La normativa italiana (Decreto Ministero della Salute 18 nov 2009) prevede che il sangue cordonale di un neonato sano, appartenente ad una famiglia in cui non vi siano patologie genetiche ereditarie né altre patologie in atto per le quali è indicato il trapianto di CSE, possa essere donato per uso altruistico o solidale. In questo caso, la donazione è anonima e il SCO donato sarà messo a disposizione di qualunque malato del mondo lo richieda, nella banca pubblica competente per territorio e ne Registro unico nazionale dell’IBMDR. La stessa normativa prevede che: 1) nel caso di una famiglia in cui ci sia un membro affetto da una malattia per la quale è indicato il trapianto di CSE (per es., una leucemia acuta o una beta-talassemia), il SCO di un neonato sano possa essere dedicato a quel familiare malato e quindi raccolto e utilizzato per trapiantarlo; 2) nel caso di una famiglia in cui esista il rischio che possa nascere un figlio con una malattia genetica per la quale è indicato il trapianto di CSE (per es. la beta-talassemia), il SCO di un figlio sano possa essere dedicato alla famiglia, raccolto e conservato per tale scopo; 3) nel caso in cui il neonato presenti alla nascita una malattia in atto per la quale è indicato il trapianto autologo di CSE (per es., un neuroblastoma), il SCO possa essere dedicato allo stesso neonato, raccolto e utilizzato per un trapianto autologo. Tutte queste tipologie di raccolta e conservazione del SCO sono attuate dalla rete delle banche pubbliche italiane ed erogate dal Servizio Sanitario Nazionale gratuitamente come LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Non è invece consentita nel territorio nazionale la conservazione del SCO di un neonato a titolo preventivo, per un eventuale uso autologo futuro. La normativa nazionale consente tuttavia ai genitori di esportare e conservare all’estero il SCO dei propri figli per uso autologo, assumendo a loro carico tutte le spese relative, previa autorizzazione della Direzione Sanitaria del Presidio in cui avverrà il parto Che cosa si deve fare per una donazione dedicata ? L’iter della donazione dedicata è il seguente: 1) Richiesta formale alla banca di organizzare la raccolta dedicata del SCO di un neonato da parte del Centro responsabile, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria rilasciata da un medico specialista nel relativo ambito clinico; 2) Colloquio con il responsabile medico della banca per la valutazione di ammissibilità della richiesta; 3) In caso di valutazione affermativa, la mamma che dovrà fare la donazione deve prendere contatto con l’Unità Operativa di Ostetricia abilitato alla raccolta presso cui decide di partorire. La procedura, la raccolta e la conservazione sono gratuiti. La donazione del sangue cordonale e’ sempre possibile ? No. La donazione non è possibile se: Il parto avviene in un Punto-nascita non accreditato; Non è nota la storia clinica familiare completa; C’è il rischio che i genitori possano trasmettere al figlio infezioni o malattie genetiche; Il bambino nasce prematuro o con sofferenza fetale o con malformazioni congenite o malattie genetiche; La gestazione è stata inferiore a 37 settimane; La mamma ha avuto gravi problemi durante la gravidanza o il parto, o ha assunto farmaci pericolosi o sostanze da abuso (alcool, etc). Le donazioni vengono tutte conservate ? Solo il 25-30% delle unità di SCO raccolte nei Punti-nascita risultano idonee per la conservazione in una banca e un possibile utilizzo. Le unità di sangue cordonale raccolte vengono escluse se non sono conformi ai criteri internazionali che stabiliscono il volume minimo, il numero minimo di cellule nucleate e di cellule staminali presenti nell’unità, oltre che la sua sterilità. Le unità vengono inoltre escluse qualora al controllo che si effettua 6 mesi dopo il parto, il neonato e/o la madre risultino portatori di infezioni o di malattie gravi. Il rispetto di questi requisiti garantisce un’alta qualità delle unità che vengono conservate per i trapianti e comporta purtroppo l’eliminazione della maggior parte delle unità raccolte. Comunque le unità che non vengono conservate per trapianto vengono destinate alla ricerca. Per quanto tempo sono utilizzabili le unità di SCO conservate in una banca ? Le cellule staminali emopoietiche del cordone ombelicale conservate in azoto liquido si possono mantenere integre e funzionali per circa 15 anni dal loro congelamento. Non abbiamo alcuna prova che possano rimanere vive e vitali più a lungo. Pertanto non possono essere utilizzate né per trapianti né per terapie cellulari oltre 15 anni. COS’ E’ LA BANCA DEL SANGUE CORDONALE La Banca è una Struttura Sanitaria pubblica, autorizzata dal Ministero e dalle Regioni che raccoglie, valida, caratterizza, conserva e distribuisce le unità donate ai Centri di Trapianto, garantendone la tracciabilità, la qualità, l’idoneità e la sicurezza. Le banche italiane attive sono : Padova Cord Blood Bank tel. 049 8211480 – mail: [email protected] Treviso Cord Blood Bank TCBB tel. 0422 322486 mail: [email protected] Verona Banca Sangue Cordone Ombelicale tel. 045 8124738 - mail: [email protected] Milano Cord Blood Bank tel. 02 55034050/4087 – mail: [email protected] Torino Cord Blood Bank T.C.B.B. tel. 011 3135568/787 – mail: [email protected] Pavia Cord Blood Bank – tel. 0382 503086 – mail: [email protected] Bologna ERCB Emilia-Romagna Cord Blood Bank tel. 051 6363011-6364779 – mail: [email protected] Genova Banca Cordone Ombelicale tel. 010/55535443148 - mail:[email protected] Firenze Banca Toscana Sangue Cordone Ombelicale tel. 055/7947672 – mail: [email protected] Pisa Banca Tessuti e Cellule Regione Toscana – tel. 050/995522 – mail: [email protected] Roma Banca Sangue Cordone Ombelicale La Sapienza – tel. 06/85795549 – mail:[email protected] Roma Banca Sangue Cordone Ombelicale Tor Vergata – tel. 06/51002259 – mail [email protected] Roma Unicatt Cord Blood Bank – tel. 06/30154514 – mail [email protected] Pescara Banca Sangue Placentare PECB – tel. 085/4252687-374 – mail: [email protected] Napoli Ba.S.C.O. A.O.R.N. – tel. 081/2205511-81 – mail:[email protected] S. Giovanni Rotondo (FG) Banca Cordonale Opera Padre Pio - tel. 0882/416206 - N. Verde 800402640 mail: [email protected] Reggio Calabria Calabria Cord Blood Banck - tel. 0965/393723 - mail: [email protected] Sciacca Banca Sangue Cordonale – tel. 0965/22221 – mail: [email protected] Cagliari (Banca Sangue Cordonale) mail: [email protected] – Tel 070. 6092985 L’attività delle banche italiane è coordinata dal Centro Nazionale Sangue e dal Centro Nazionale Trapianti. A queste banche sono collegati oltre 300 centri di raccolta (Punti-nascita) presso le unità operative di ostetricia dove viene prelevato il sangue cordonale da personale ostetrico competente, accreditato. Le banche registrano e inviano, tramite il Registro Nazionale Donatori Midollo Osseo (IBMDR) di Genova, i dati delle unità alla rete mondiale per la donazione di cellule staminali denominata Bone Marrow Donord Worldwide (BMDW). LA DONAZIONE E’ VOLONTARIA, ANONIMA E GRATUITA Perchè non è ammessa nel territorio nazionale la conservazione del SCO per uso autologo futuro ? La raccolta del SCO di un neonato sano e la sua conservazione a titolo preventivo, per un eventuale uso autologo futuro, non è consentita nel territorio nazionale per i seguenti motivi: 1) E praticamente inutile poiché la probabilità di utilizzo è inferiore a 1/100 mila. Cioè, solo un bambino su 100 mila potrebbe aver bisogno di utilizzare il proprio SCO nei primi 15 anni di vita. 2) Il SCO conservato nelle banche è utilizzabile per trapianto o per altre terapie cellulari per 15 anni. Oltre questo limite, non c’è alcuna prova che le cellule staminali siano vive e vitali. 3) Non è utilizzabile per curare col trapianto malattie genetiche, in quanto l’alterazione genetica responsabile della malattia è presente anche nelle CSE del sangue cordonale. 4) E’ sconsigliato nelle leucemie acute e in molte altre malattie maligne, in cui l’indicazione primaria è il trapianto allogenico, cioè da donatore familiare o non familiare. 5) E’ ragionevolmente ammissibile per curare col trapianto solo poche malattie molto rare entro i primi 15 anni di vita. 6) Mancano valide evidenze scientifiche di efficacia di questo tipo di trapianto. 7) E’ sconsigliata da tutte le società scientifiche nazionali ed internazionali. Qual’ è la posizione degli ematologi italiani sull’utilizzo del SCO conservato nelle banche private estere ? Il GITMO, Gruppo Italiano Trapianto Midollo Osseo, al quale aderiscono tutti gli specialisti italiani che operano nei centri in cui si eseguono i trapianti di CSE di midollo osseo, di sangue periferico e di sangue cordonale, ha dichiarato che nei Centri di Trapianto italiani non potranno essere utilizzate le unità di SCO conservate nelle banche private estere poiché non fanno parte di un circuito di Centri autorizzati che seguono criteri e modalità di raccolta, conservazione e trasporto secondo standard internazionali mutualmente riconosciuti dai diversi Paesi. In altri termini, le unità di SCO conservate nelle banche private estere non possono essere utilizzate nei Centri di Trapianto Italiani. Perche le banche private estere si danno tanto da fare per convincere le mamme italiane a conservare per uso autologo il SCO dei figli ? L’attività delle banche private estere e dei loro intermediari italiani ha uno scopo esclusivamente economico. Il SCO umano è una merce su cui fanno i loro lauti guadagni. La loro attività è rivolta alla conservazione del SCO per un eventuale uso futuro. Su ciascuna raccolta e conservazione incassano una somma di circa 8.000-10.000 euro con una spesa irrisoria. Poiché sanno che il 99,99% delle unità conservate non sarà mai richiesto dai genitori, non avranno nessuna ulteriore spesa da sostenere e potranno tranquillamente incassare la rata annuale della conservazione del SCO per periodi di 20-30 o più anni, a seconda del contratto stipulato con i genitori, ma comunque ben oltre i 15 anni in cui è provato che il SCO possa essere conservato. Tutto questo senza alcun possibile beneficio per il bambino a cui appartiene il SCO. Diverse banche private chiedono anche un pezzo di cordone ombelicale oltre il campione del SCO. E’ legittimo ? No! Il prelievo e l’esportazione di pezzi del cordone ombelicale sono vietati in Italia. L’accordo sull’esportazione del SCO per uso autologo è stato oggetto di una decisione della Conferenza Stato-Regioni del 29 aprile 2010 (N.62/25R) che recita: “ il presente accordo si applica esclusivamente al sangue contenuto all’interno del cordone ombelicale e non ad altra tipologia di cellule o tessuto”. Dunque, le Direzioni Sanitarie dei presidi ospedalieri non possono autorizzare l’esportazione di pezzi del cordone ombelicale ! e il personale del Punto-nascita dovrebbe rifiutarsi di farlo! Le informazioni che danno le banche private sono corrette ? Le informazioni riportate dalle banche private su depliants, brochures, siti web, settimanali, e altro materiale divulgativo, allo scopo di pubblicizzare il servizio di conservazione del SCO che propongono alle mamme, sono spesso scorrette, poco chiare o devianti, e forniscono dati non veri. Così, per es., la possibilità di conservare il SCO per più di 15 anni a fini terapeutici, la possibilità di usarlo per trapianti autologhi in malattie genetiche in cui non è ammissibile, o di usarlo in altre patologie in cui è sconsigliato. Così pure, l’offerta di conservarlo per curare malattie come il diabete, l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale, il Morbo di Parkinson, la paralisi cerebrale infantile, e molte altre, presentando, come realtà già acquisite dalla medicina, delle ipotesi di terapia rigenerativa ancora in fase iniziale di sperimentazione. E ancora, la voluta confusione sul numero dei veri trapianti autologhi effettuati con le unità di SCO conservate dai genitori nelle banche private, e le infusioni di SCO autologo effettuate in studi sperimentali di terapia rigenerativa. Delibera dell’Antitrust del 24 Ottobre 2011 sulle banche private di SCO Sei società estere alle quali fanno capo altrettante banche private di SCO (Future Health Italia, Sorgente, Crylogit Regener, Futura Stem Cells, Cryo Save Italia e Smart Bank) sono state sottoposte ad indagine dall’Antitrust per possibili pratiche commerciali scorrette. Le sei società dovranno correggere i loro messaggi pubblicitari non veritieri e fornire alle mamme informazioni non devianti sulle reali possibilità di utilizzo terapeutico delle unità di SCO conservate all’estero. L’Antitrust ha stabilito che entro 60 giorni dalla notifica della delibera le 6 società dovranno informare l’Autorità Garante delle “modalità di attuazione dei provvedimenti”, pena l’applicazione di adeguate sanzioni. Alcuni dati sulle unità di SCO conservate e trapiantate 1) I dati mondiali Al 31 Marzo 2011, dopo 22 anni dal primo trapianto di cellule staminali cordonali, sono ufficialmente conservate nelle banche private del mondo più di 1.200.000 unità di SCO per uso personale e circa 620.000 unità nelle banche pubbliche a scopo solidaristico. Queste ultime hanno consentito il trapianto a più di 25.000 pazienti, sia bambini che adulti. Le unità di SCO utilizzate per trapianto autologo, fra quelle conservate nelle banche private al 31-12-2010, sono state solamente 12. Se le unità di sangue cordonale private fossero state messe a disposizione di tutti nelle banche pubbliche, si sarebbero potuti trapiantare almeno altri 40.000 malati. 2) I dati Italiani Al 31-12 2010 erano conservate nelle banche pubbliche italiane 32.132 unità di SCO per uso solidale. Di queste, 25.824 erano completamente caratterizzate, e 23.098 erano esposte nel registro nazionale dell’IBMDR, pronte per l’uso. Altre 2176 unità di SCO erano conservate nelle banche italiane per uso dedicato a familiari, e 115 per uso autologo. Le unità di SCO rilasciate per trapianto dalle banche italiane sono state 1.035 per trapianti solidali, 129 per trapianti familiari e 2 per trapianti autologhi. Alla stessa data, sono state esportate dall’Italia più di 60.000 unità di SCO in banche private estere, ma nessuna è stata finora utilizzata.