Comune di Monza Settore Polizia Locale e Protezione Civile

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Comune di Monza Settore Polizia Locale e Protezione Civile
Comune di Monza
Settore Polizia Locale e Protezione Civile
Ufficio Protezione Civile
Ing. Mario Stevanin
MonzaChiamaMonza2009
Monza 04/02/2009
Settore Polizia Locale e Protezione Civile
Ufficio Protezione Civile
Ing. Mario Stevanin
Per capire di cosa stiamo
parlando:
alcuni scenari incidentali
derivanti da rischi naturali…
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Ing. Mario Stevanin
Terremoti
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Foligno
1997
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S. Giuliano
di Puglia
31.10.2002
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Salò (BS)
Novembre 2004
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In Italia il 40% della popolazione vive in aree a
rischio, dove il 64% degli edifici non è costruito
secondo le norme anti sismiche.
In Italia nell'ultimo secolo sono morte 120.000
persone
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Eruzioni
vulcaniche
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Etna
17 luglio 2006
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Stromboli
2007
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In Italia sono attivi circa 10 vulcani e sono circa 2
milioni le persone esposte al rischio vulcanico.
Per la tipologia delle eruzioni attese, prevalentemente
esplosive, e per il grado di antropizzazione del
territorio, le zone più a rischio sono quella napoletana
interessata dal Vesuvio (circa 700.000 persone) e
quella dei Campi Flegrei (da 200.000 a 400.000
persone)
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Alluvioni
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Piemonte
1994
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Versilia
19.06.1996
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Piemonte
2000
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Valle d’Aosta
2000
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In Italia negli ultimi 80 anni ci sono
state 5.400 alluvioni e 11.000 frane
Negli ultimi 20 anni, si sono calcolati
oltre 30.000.000 € di danni
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Frane
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Sarno
1998
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Boario Terme (BS)
Frana di crollo
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Val
Brembana
Nov 2002
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Frana di Capizzone
(BG) 2002
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Valanghe
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In Italia negli ultimi 15 anni sono stati
rilevati più di 500 incidenti da valanga
che hanno provocato più di 300 morti
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Fenomeni
meteorologici
eccezionali
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Concorezzo
Luglio 2001
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Monza
Gennaio 2006
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Alcuni scenari incidentali
derivanti da rischi antropici…
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Incidenti a impianti
industriali
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Seveso
Luglio 1976
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Mexico City 19 novembre 1984
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HongKong
anni ‘90
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Incendio AGIP
S. Giovanni Teduccio 1985
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Pisogne
15 maggio 2006
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In Italia sono presenti 1151
stabilimenti soggetti al D.Lgs.334/99
614 Art.6
537 Art.8
il 25% dei quali in Lombardia
136 Art.6
145 Art.8
il 30% (7,5%) dei quali in Provincia di Milano
45 Art.6
41 Art.8
Fonte Ministero dell’Ambiente ottobre 2008
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Incidenti a trasporti
di sostanze
pericolose
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U.S.A. train derailment
in Houston
October 19, 1971
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Bergamo
1999
Cortesia P.A. G.Gnecchi VV.F. Bergamo
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60
1547
Curno
Gennaio 1997
Foto Cortesia P.A. G.Gnecchi VV.F. Bergamo
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Nella sola Provincia di Milano si registrano
mediamente
10-15 incidenti all’anno
di vettori stradali in ADR
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Incidenti legati alle
ordinarie attività
umane
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Incidente aereo SAS
a Linate ottobre 2001
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Esplosione in Via
Lomellina a Milano
19 settembre 2006
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Atti di terrorismo
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Madrid
11 marzo 2004
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Londra
17 Luglio 2005
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Ing. Mario Stevanin
Cosa hanno in comune
questi scenari di evento?
E perché ci interessa
conoscerli?
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Cosa hanno in comune questi scenari
Modi
Tempi
Coinvolti
Spazi
Priorità
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1)
La modalità di
manifestarsi
dei fenomeni
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Gli eventi di cui ci occupiamo
hanno un rapido sviluppo
e sono
molto impattanti sul territorio
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1) La modalità di manifestarsi dei fenomeni
2)
lo sviluppo nel
tempo
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COME EVOLVE UNA EMERGENZA?
Nel tempo.
ortesia I.P. G.M.Gnecchi VV.F. BG
Inizio
dell’evento
Salvataggio
e stabilizzazione
Assistenza
alla popolazione
Ripristino e
avvio della normalità
Prevenzione
e previsione
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1) La modalità di manifestarsi dei fenomeni
2) Lo sviluppo nel tempo
3)
Il coinvolgimento
della popolazione
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le1persone direttamente coinvolte nell'incidente
(operai, conduttori dell'impianto, autotrasportatori)
Chi interviene
nelle fasi della
gestione
operativa
le persone,
2
non direttamente coinvolte, che vengono dell’intervento
man mano a conoscenza dell'incidente
(altri operai, impiegati, altri utenti della strada, passanti)
3
le squadre di primo soccorso
(vigili del fuoco, forze dell'ordine, ambulanze)
il personale specialista
(squadre speciali dei vigili del fuoco, tecnici
di altri stabilimenti,
aziendali ASL, società per la bonifica)
4
Sviluppo incidente
Stabilizzazione
5
le autorità
(sindaco, responsabile dell'azienda, ecc.)
ortesia I.P. G.M.Gnecchi VV.F. BG
Conclusione
Ripristino servizi essenziali
Bonifica e ritorno alla normalità
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Ing. Mario Stevanin
1) La modalità di manifestarsi dei fenomeni
2) Lo sviluppo nel tempo
3) Il coinvolgimento della popolazione
4)
Lo sviluppo nello
spazio
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Ing. Mario Stevanin
Lato “esterno”:
interfaccia diretta tra i soccorritori e il resto
della popolazione
118
115
P.C. 112/113 autorità
Lato “interno”:
interfaccia diretta tra i soccorritori e le
vittime
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Cortesia I.P. G.M.Gnecchi VV.F. BG
Lato “esterno”:
interfaccia diretta tra i soccorritori e il resto
della popolazione
P.C.
“autorità”
112/113
115
118
Lato “interno”:
interfaccia diretta tra i soccorritori e le
vittime
ortesia I.P. G.M.Gnecchi VV.F. BG
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Ing. Mario Stevanin
SCHEMA DI RIFERIMENTO ZONE
- Non
pericoloso
- Non operativo
- Autorità, Media
- Area attesa di 2°
livello
- Non
Pericoloso
- Operativo
- Posto di comando
- VF protez. ordin.
- Sanitari protez.ordin.
- Supporto
- Attesa 1° livello
Potenzialmente
Pericoloso
- Operativo
- Decontaminazione
- VF protetti NBC
- Sanitari protetti
NBC
- Supporto/Backup
- Pericoloso
- Operativo
- Solo Squadre
SPECIALI
Completamente
protette
- Pericoloso
- Non operativo
- Nessuno
(area interdetta
per pericolo
incombente)
(non accessibile)
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Ing. Mario Stevanin
1) La modalità di manifestarsi dei fenomeni
2) Lo sviluppo nel tempo
3) Il coinvolgimento della popolazione
4) Lo sviluppo nello spazio
5)
Le priorità di
intervento
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Ing. Mario Stevanin
Sequenza
degli
Obiettivi di
Protezione
Civile durante
l’emergenza
Cortesia I.P. G.M.Gnecchi VV.F. BG
• Il soccorso alla popolazione,
popolazione
per il salvataggio di persone
in pericolo di vita
• L’assistenza alla popolazione
garantendo i bisogni
principali (sicurezza, vitto,
alloggio, igiene, stabilità
sociale, “futuro”)
• La verifica del funzionamento
delle infrastrutture e la messa
in funzione dei servizi
essenziali
• La messa in sicurezza delle
strutture pericolanti
• Il progressivo ripristino delle
attività
sociali/economiche/produttive
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PROTEZIONE CIVILE:
NORMATIVA FONDAMENTALE
L.225/92
Art. 3 (Attività e compiti di protezione civile)
1.Sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione e prevenzione delle varie
ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria
ed indifferibile diretta a superare l'emergenza connessa agli eventi di cui all'articolo 2.
2. La previsione consiste nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle
cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle
zone del territorio soggette ai rischi stessi.
3. La prevenzione consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità
che si verifichino danni conseguenti agli eventi di cui all'articolo 2 anche sulla base delle
conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione.
4. Il soccorso consiste nell'attuazione degli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni
colpite dagli eventi di cui all'articolo 2 ogni forma di prima assistenza.
5. Il superamento dell'emergenza consiste unicamente nell'attuazione, coordinata con gli
organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie ed indilazionabili volte a
rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita.
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Ing. Mario Stevanin
Programmi e piani di emergenza
nella Protezione Civile
Previsione
Studio cause e zonaz. rischi
Prevenzione
Attività di riduzione dei rischi
PROGRAMMI DI PREVISIONE
E PREVENZIONE DEI RISCHI
Individuano dinamiche, cause ed effetti sul
territorio dei fenomeni critici e descrivono le
priorità di intervento nell’ambito della prevenzione
Soccorso
Interventi di assistenza
Superamento em.
Ripristino condizioni di vita
PIANI DI EMERGENZA
Partendo dagli scenari di
rischio e/o evento
supportano le decisioni in
emergenza
?
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Ing. Mario Stevanin
Il ruolo della pianificazione di emergenza
nella Protezione Civile
Sillogismo della pianificazione di emergenza:
•Il periodo intercorrente tra due eventi è normalmente
molto lungo
•Il livello di conoscenza e gli strumenti attuali sono tali
da consentire una interpretazione significativa dei
fenomeni
•Per quanto fatta bene la prevenzione non basta
per annullare il rischio (rischio residuo)
•La gestione di una emergenza è una attività molto
complessa
•Il sistema delle competenze è particolarmente
complicato
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Ing. Mario Stevanin
Il ruolo della pianificazione di emergenza
nella Protezione Civile
Ciò vuol dire che si hanno:
•Il tempo
•Gli strumenti conoscitivi ed operativi
•La necessità e l’opportunità
Per strutturare ed organizzare
PRIMA
dell’evento il Servizio di P.C.
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Ing. Mario Stevanin
Come è possibile giustificare una
perdita di tempo per pianificare
DURANTE l’emergenza quello
che si sarebbe potuto pianificare
PRIMA?
Cortesia I.P. G.M. Gnecchi VVF Bergamo
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Ing. Mario Stevanin
Pianificare… cioè?
• Analizzare il territorio dal punto di vista dei rischi e di
dove questi accadono
• Ipotizzare una serie di scenari incidentali di riferimento
• Elencare le azioni da svolgere e soprattutto:
– individuare chi fa,
– che cosa fa,
– quando lo fa,
– in sincronia con chi altro?
• Individuare le principali risorse necessarie e come
renderle disponibili
Per strutturare ed organizzare PRIMA dell’evento il Servizio
di P.C.
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Ing. Mario Stevanin
Il Metodo Augustus
“Il valore della pianificazione diminuisce
con la complessità dello stato delle cose”.
Non si può pianificare nei minimi particolari,
perchè l’evento - per quanto previsto sulla
carta - al suo “esplodere” è sempre diverso
La pianificazione di emergenza si deve quindi
imperniare sui concetti di:
SEMPLICITÀ
FLESSIBILITÀ
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Ing. Mario Stevanin
Il Metodo Augustus
Partendo dalla complessità connessa alla gestione di una
emergenza, si ritiene utile suddividere ed aggregare le
problematiche in FUNZIONI DI SUPPORTO da attivare nei
centri di comando e controllo
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Ing. Mario Stevanin
La pianificazione di emergenza
in Lombardia
•Ai sensi del D.Lgs 112/98 (Art. 108 c.1)
la Regione Lombardia ha emanato (per
quanto di competenza) una serie di
norme di indirizzo.
•In particolare è stata emanata la
D.G.R. n.VIII/4732 del 16 maggio 2007
che approva la terza edizione della
Direttiva Regionale per la
Pianificazione di Emergenza degli Enti
Locali”
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Ing. Mario Stevanin
La pianificazione di emergenza
in Lombardia
La direttiva :
• Fornisce informazioni di carattere pratico per
LA REDAZIONE di un piano di emergenza
(chi può farlo, come organizzarlo, dove reperire dati, cosa si intende per “…”, ecc.)
• Stabilisce standard minimi per i CONTENUTI del P.E.
(Scala di dettaglio delle cartografie, contenuti minimi delle carte, colori legenda ecc.)
• Determina la CREAZIONE DI UNA STRUTTURA MINIMA di
Prot.Civ. in ogni Comune
(Sindaco, ROC - Referente Operativo Comunale, UCL - Unità di Crisi Locale)
• Determina un MODELLO DI INTERVENTO unico per tutta la
Regione
(Suddivisione rischi per tipologa, det. fasi di Preallarme-cod1 , Allarme-cod2, Emergenza-cod3 )
• Fornisce informazioni di carattere pratico per LA GESTIONE
di un evento
Polizia Locale e Protezione Civile
(Schemi di messaggistica, esempi di procedure, citeri di gestione dei massSettore
media
ecc.)
Ufficio Protezione Civile
Ing. Mario Stevanin
La pianificazione di emergenza
in Lombardia
La direttiva i ntroduce e consolida due strutture di gestione
dell’emergenza:
L’UNITA’ DI CRISI LOCALE (U.C.L.)
Quale struttura minima di comando e controllo in sede locale
normalmente costituita da:
•
•
•
•
Sindaco (o suo sostituto)
Tecnico comunale (o Ufficio Tecnico Comunale)
Comandante della Polizia Locale (o suo sostituto)
Responsabile del Gruppo Comunale di Protezione Civile (o di eventuali Associazioni di Protezione
Civile convenzionate)
• Rappresentante delle Forze dell’Ordine del luogo (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza,
Corpo Forestale dello Stato)
IL REFERENTE OPERATIVO COMUNALE (R.O.C.)
Figura interna all’Amministrazione Comunale (tra i funzionari o tra
gli amministratori) con compiti di preparazione e supporto
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specifico alla gestione dell’emergenza
Ufficio Protezione Civile
Ing. Mario Stevanin
Il Comune di
Monza
Settore Polizia Locale e Protezione Civile
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Ing. Mario Stevanin
Il piano di emergenza del
Comune di Monza
Sulla base dell’esperienza maturata possiamo dividere
le attività di PC in Monza in tre tipologie
Manifestazioni/
eventi pubblici
Emergenze
territoriali
Grandi emergenze/
calamità
Previsione
Previsione Prevenz.
Previsione
P.O.S.
Prevenz. Soccorso
Sup.Em.
Soccorso
Prevenz.
Sup.Em.
Soccorso
MOVE
P.O.S.
PIANO
Sup.Em.
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Ing. Mario Stevanin
La gestione delle
emergenze territoriali:
Il Metodo M.O.V.E.
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Ing. Mario Stevanin
Progetto MoVE: Muoversi Verso l’Efficienza
Risultato di esperienze e capacità messe in comune attorno ad un'idea
Obiettivi organizzativi:
Organizzazione in squadre
Obiettivi operativi:
Risposta organizzata all’esigenza di Pronto Intervento
Procedura Operativa Standard
Obiettivi formativi:
Percorso formativo / addestrativo
Affiatamento nelle Unità Operative
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Obiettivi organizzativi
Volontari in giallo/blu:
•15/20
operatori
a
squadra
•CS: Capo Squadra
•VCS:
Vice
Capo
Squadra
•UO: Unità Operativa
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Obiettivi operativi
Fornire un servizio di “pronto
intervento”garantendo:
•risorse certe
•tempi certi
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Obiettivi formativi
•Assicurare:
•Continuità formativa ed addestrativa
•Un livello di gerarchia noto
•Apprendere,
•Modalità di utilizzo delle risorse
•Tecniche di intervento
•Conoscere:
•Regole comuni
•Modi di intervenire
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Il piano per il
rischio
idraulico
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Il piano di emergenza del
Comune di Monza
PREVISIONE
Parco di Monza
(vasca di laminazione)
Centro storico
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Il piano di emergenza del
Comune di Monza
PREVENZIONE
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Il piano di emergenza del
Comune di Monza
Gestione emergenze
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Via Annoni Via Villa
Parco di Monza
Molino del Cantone
Valle dei Sospiri
Via Lecco
Il piano di emergenza del
Comune di Monza
Gestione emergenze
Via Boccaccio
C.so V. Emanuele
Muro di Via Annoni
Municipio
Muro di Via Moriggia
Comando PM -PC
Via Mentana
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Via Annoni Via Villa
Parco di Monza
Molino del Cantone
Valle dei Sospiri
Via Lecco
Il piano di emergenza del
Comune di Monza
Gestione emergenze
Via Boccaccio
C.so V. Emanuele
Muro di Via Annoni
Municipio
Muro di Via Moriggia
Comando PM -PC
Via Mentana
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Lambro in Monza
novembre 2002
SUPERAMENTO EMERGENZA
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Lambro in Monza
novembre 2002
ELEMENTI DI RIFLESSIONE ...
•Sostanziale corrispondenza con la reale evoluzione del
fenomeno
•Dinamiche macro della struttura di P.C. rispettate (ruoli,
competenze - no interferenze!!!!)
•Criticità emerse:
•Informazione alla popolazione
•Rischio curiosi (1 DISPERSO!!!)
•Esternalità (i muri crollati erano pianificabili?)
•mancanza di informazioni in ingresso al sistema decisionale
(monitoraggio strategico!!!!)
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Il piano di emergenza del
Comune di Monza
Rischio di esondazione Lambro - Evento novembre 2002
Pianificare ricordando che
La differenza VERA la fanno LE PERSONE
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