Vanoni_Press_Reloaded - Istituto Vanoni Nardò

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Vanoni_Press_Reloaded - Istituto Vanoni Nardò
V
SPECIALE
CULTURA:
VANONI PRESS
PIERLUIGI PARISI
IL DIBATTITO
CONTEMPORANEO
Parrotto: il giovanissimo che ha “osato” osare
A tu per tu col ventenne casaranese “inventore” delle micro pale eoliche
Di Michele Parisi
E poi dicono che non c’è niente più che entusiasmi i ragazzi. A noi invece la storia di Gianluigi Parrotto, ventenne casaranese, ideatore di un progetto di miglioramento delle
micro pale eoliche e fondatore, appena adolescente, della
“Gp Renewable”, ci ha appassionati eccome. Al punto che,
per l’occasione, abbiamo deciso di abbandonare i banchi e
metterci a fare i reporter. Ci siamo documentati sulla sua
storia, abbiamo cercato i suoi recapiti e lo abbiamo invitato
a scuola per conoscere questo nostro quasi coetaneo da
poco a capo del cda di “Air Group”, megasocietà che ha
inglobato, a inizio 2015, la sua start up. Parrotto a scuola,
nonostante i suoi numerosissimi impegni, è venuto il 23
marzo e, sentire la sua storia raccontata da lui stesso, lascia davvero di stucco. Enfant prodige dell’Iiss “Ettore Maiorana” di Brindisi, casaranese, il suo progetto è nato tra i
banchi di scuola. La sua caparbietà, qualche incontro fortunato, come quello su un volo per Roma con l’imprenditore
bresciano che ha aiutato Parrotto con il suo primo progetto,
hanno fatto il resto. «Il progetto è piaciuto e il fatto che lo
proponesse un poco più che adolescente spavaldo, se
all’inizio mi ha creato problemi, dopo è diventato uno dei
punti di forza dell’idea. Certo non posso dimenticare quella
direttrice di banca che non mi volle fare credito sulla busta
paga di mio padre, perché è così che ho cominciato — racconta Parrotto - con un fido di mille e 500 euro su uno stipendio che mio padre neppure riceveva regolarmente, ma
vuoi mettere la soddisfazione di poter tornare dopo un anno, in quella banca, da quella donna, come investitore e
dare questa volta tu a lei il benservito?»
A sentirlo parlare insomma Parrotto non sembra affatto un
“nerd”, un genietto sociopatico alla Zuckerberg per intenderci , ma semplicemente un ragazzo che ha “osato” osare.
Si è tenuta il 7 Marzo, presso il Chiostro di
Sant’Antonio, a Nardò, la conferenza dal
titolo “Lo sfondo culturale contemporaneo
di eutanasia e accanimento terapeutico”
tenuta da Pierluigi Parisi ed organizzata
dalla professoressa di Italiano Diana Rizzello, nell’ambito di una serie di iniziative
pensate per una formazione che vada al di
là di quella curriculare. Pierluigi Parisi è
neretino di nascita e capitolino di adozione, poliedrica personalità con all’attivo
due lauree, medicina e filosofia, nonché
sconfinati interessi in vari ambiti disciplinari, dalle lingue straniere alla sociologia,
ha tenuto conferenze su Cartesio, Pascal,
Florenskij, solo per citarne alcuni.
Prima di arrivare a Parisi però la curiosità
di noi ragazzi è stata stimolata dalla visione di un film, “La bella addormentata” di
Marco Bellocchio, sul caso di Eluana Englaro. Da qui la voglia di dare risposta ai
tanti interrogativi suscitati dalla vicenda.
Continua dietro
Con una grande voglia di emergere
e di farcela, questo sì, forse, un
dato un po’ particolare, nel panorama di “depressione generale” che
colpisce quelli della nostra età.
Ecco perché abbiamo voluto conoscerlo, perché Gianluigi Parrotto è
un ragazzo intelligente ma normale
che ha canalizzato la forza dei suoi
vent’anni attorno ad una bella idea. E il nostro augurio per noi è che
possiamo prendere esempio da lui.
Il musical: “L’infinitamente piccolo”
Gianluigi Parrotto, davanti alla sede della “Air Group” e , a seguire,
davanti al “Vanoni” durante la visita del 27 marzo. Sotto gli attori del
musical “L’infinitamente piccolo”
Fuori da ogni cliché gli studenti del “Vanoni” confermano la loro passione per il teatro
Di Enrica Cisternino
Il Vanoni vanta da anni una lunga tradizione teatrale, forse uno “strano caso” per gli
studenti di un istituto tecnico ma meno
strano se si conosce uno dei suoi docenti
di lungo corso, Roberto Russo, insegnante
di religione con una passione per il teatro
contagiosa al punto da coinvolgere studenti e colleghi. Una passione che il professore porta avanti, tra i banchi di scuola, da più di dieci anni e che quest’anno
ha registrato grande successo con il
musical “L’infinitamente piccolo” liberamente tratto dall’omonimo album di Angelo Branduardi e rappresentato dalla compagnia teatrale dell’ Iiss “Ezio Vanoni” con
la regia dello stesso Roberto Russo. Una
delle prime rappresentazioni dell’opera si
è tenuta il 26 gennaio 2015 nel teatro comunale di Nardò riscuotendo un enorme successo. Branduardi mette in risalto la vita di
San Francesco d’Assisi, con molti canti a lui
dedicati, ispirati alle laudi medioevali. Ogni
singola traccia, godibile anche isolatamente,
diventa racconto della vita del Santo nel
complesso dell’album. I ragazzi della compagnia sono partiti così proprio dai singoli brani
per trarre il loro musical creando la cerogra-
fia e scegliendo le parti da recitare e quelle da cantare. Anche i costumi sono stati ideati e realizzati dagli studenti e loro stessi si sono occupati di trucco, acconciatura, luci, audio, suono per un risultato finale di
grande impatto che ha riscosso successo anche fuori dalle mura della
scuola. Dopo la rappresentazione al comunale di Nardò infatti i ragazzi
hanno presentato un estratto del musical in occasione della
“Settimana della Carità” a cura della parrocchia Cattedrale e a breve
verrà riproposto in altri interessanti contenitori culturali.
Abbiamo chiesto al professore Russo quale, secondo lui, grande conoscitore sia del mondo dei giovani che di quello del teatro, il segreto di
tanto successo: «il teatro in sé appassiona
sempre i giovani –ha commentato il docente- quando poi si portano in scena testi
e musiche, quindi ballo e canto che da
sempre sono l’accoppiata vincente per i
ragazzi, il successo è garantito. Non da
ultimo la riuscita del musical è dovuta anche ai bellissimi temi trattati. San Francesco entra alla grande anche nei cuori dei
giovani, il suo messaggio li coinvolge. Ma
se mi è consentito un parere personale,
vedere questi ragazzi ballare e cantare i
valori cristiani più veri, che spesso le nostre parrocchie e la comunità in genere
fanno fatica a veicolare, vedere la passione che ci mettono è la cosa che più appaga un educatore. I ragazzi non sono solo
quelli che sfasciano tutto nei cortei, se incontrano veri maestri diventano veri discepoli».
“L’infinitamente piccolo” andrà ancora in
scena il prossimo 4 giugno presso il Teatro
Comunale di Nardò.
Numero Unico Giugno 2015
Quella di Eluana Englaro è una vicenda che, da privata, è diventata presto un caso pubblico.
Ed è proprio da qui che è partita la riflessione del nostro relatore. Parisi parte
dall’osservazione attenta di un quadro di Vermeer, “Ragazza che legge una lettera”: il
quadro del fiammingo rappresenta, secondo Parisi, «con chiarezza la distinzione degli
ambiti pubblico e privato così come era all’alba della modernità europea. Oggi, in
un’epoca in cui la parabola della modernità viene declinando nella cornice antropologico
-culturale del postmoderno, la confusione tra pubblico e privato è sempre più evidente.
Si pensi, nella fattispecie, al caso Englaro, un caso privato divenuto pubblico e posto
sotto i riflettori dei media e dell’opinione pubblica».
Instabilità, fluidità, incapacità di essere, in ogni campo, da quello filosofico e tecnologico
a quello politico, guida certa e sicura per giovani e non, sono questi i criteri con cui
“leggere” la nostra società.
Dai tempi di Hegel, di Galilei, di Cartesio, di Newton, quando la cultura, soprattutto illuministica, aveva insegnato più a pensare che a fare, si è giunti in un’età in cui l’istinto
domina sulla ragione, in cui le azioni sono dettate da impulsi immotivati e momentanei.
In che epoca viviamo oggi? Molti pensatori chiamano la nostra epoca “età della tecnica”,
la quale si caratterizza per un’inversione mezzo-fine tra uomo e strumento tecnico. Si
pensi al campo medico sanitario: si è avuto lo slittamento dalle domande inerenti il senso della vita alle modalità tecniche atte all’allungamento della stessa. «Senso e prassi,
nell’età della tecnica, rischiano una scissione perniciosa – spiega il medico-filosofo Riconfigurare gli orizzonti di senso e le domande fondamentali è (e resta) la missione
dell’intellettuale responsabile».
La speranza di noi giovani, stimolati a riflettere dal discorso di Parisi, è che ogni tassello
della società rioccupi il suo posto e riacquisti la sua funzione così che si possa dare
all’uomo la centralità di un tempo e lo si riscopra essere pensante e dominante, non
dominato da schemi dettati, oggi, da un contesto prettamente sì scientifico e quindi evoluto, ma distruttivo e aberrante nello stesso tempo.
La dirigente Maria Rosa Rizzo, Pierluigi
Parisi e la professoressa Diana Rizzello
durante il dibattito
Vanoni:
promosso o
bocciato?
Vanoni chiama mondo: i tanti volti del Sud Sudan
La testimonianza di Paola Piccione, operatrice Onu nel paese africano
Di Sara Fracella e Marco Capuzzello
La realtà dei paesi in via di sviluppo è poco
nota ai ragazzi male informati e disinteressati ai problemi che affliggono questi popoli.
Per sensibilizzare noi studenti attorno
all’argomento, con particolare attenzione
verso ciò che vivono quotidianamente gli
abitanti del Sud-Sudan, è stata organizzata
una conferenza tenuta da un rappresentante dell’ ONU e che ha coinvolto gli alunni
della IV e V A S.I.A.
Si tratta di Paola Piccione, laureata in
“Cooperazione allo sviluppo” presso l’ Università degli Studi di Trieste. Ha seguito un
master in “cooperazione allo sviluppo e questioni di genere”, conseguito presso l’ Università Inglese London Schools of Economics and Political Science. In Italia ha lavorato presso il ministero degli Affari Esteri e
all’estero ha collaborato con alcune organizzazioni non governative Italiane in Africa, Asia e America Latina. Da quasi due anni si
occupa di progetti volti alla promozione dell’ uguaglianza di genere, accesso alla giustizia e sicurezza in Sud - Sudan.
Una conferenza diversa dal solito in quanto gli studenti hanno
interagito direttamente con l’ esperta, mentre sullo sfondo scorrevano delle diapositive con foto scattate personalmente dalla relatrice. Il Sud - Sudan prima dominio egiziano e poi inglese, è una
repubblica presidenziale indipendente dal Nord Sudan appena
dal 2011. Il paese ha subito due lunghi periodi di guerra civile,
conclusa con la firma dell’ accordo globale di pace che ha garantito l’autonomia della regione meridionale.
Con il referendum del 2011 il Sud si separa dal Nord. Nel meridione
vivono principalmente due tribù: Dinka e Nuer, che sono spesso in
lotta fra di loro poiché, ha spiegato la dottoressa, «La violenza è l’ unico strumento che adoperano per risolvere le questioni interne».
L’ economia della regione è una delle più deboli del mondo ed è basata sull’ agricoltura, principalmente di sussistenza e l’ allevamento del
bestiame. La regione ha il più alto tasso di mortalità materna e analfabetismo femminile. Dal 2011 l’ ONU opera all’ interno del paese. Si
occupa della distribuzione di aiuti umanitari e inoltre offre ai sudanesi
conoscenze e nozioni atte ad educarli a risolvere civilmente i problemi.
«Bisogna ribadire, dice la relatrice, che le truppe dell’ ONU disposte
nel paese non prendono posizione all’ interno dei conflitti, dato che
sono per definizione truppe di pace. In Sudan intervengono per proteggere i civili e cercare di calmare le fazioni che combattono».
Avere la possibilità di interagire con una persona quale Paola Piccione, che conosce così da vicino la realtà di cui abbiamo parlato, è stato
molto istruttivo perché è come se avessimo vissuto un’ esperienza dal
vero. La Piccione infatti ha documentato il suo intervento con foto ed
oggetti quali manufatti tipici del luogo (collane, parei ecc,) che ci hanno davvero fatto “toccare con mano” i tanti volti del Sud-Sudan.
Due diversi momenti dell’incontro con la dottoressa
Piccione
IL VANONI PRESS
DIVENTA BLOG
Gli studenti di una scuola orientata al futuro per
vocazione non potevano non sentire forte il richiamo
della rete e cosi, arrivati al quarto anno di “Vanoni
press” e dopo una pluridecennale esperienza di
giornalini scolastici, hanno deciso di fare della testata anche un blog on line.
L’idea è stata colta con entusiasmo dalla dirigente
Maria Rosa Rizzo e da aprile 2015, il “Vanoni
press” è anche uno spazio digitale che accoglie articoli scritti da alunni e docenti per raccontare il mondo scolastico e non solo. Il tutto con la supervisione
tecnica del volenteroso maturando Vincenzo Manieri. Per far sentire la propria voce allora basta scrivere a [email protected].
di Aurora Casili, Daniele Bottazzo,
Federico Amato
Se per anni ha promosso o bocciato
generazioni di studenti adesso sotto
esame è finito lui, l’IISS “Ezio Vanoni”.
Ad un gruppo di 98 alunni al termine
del loro percorso di studi abbiamo chiesto infatti di “giudicare” il proprio istituto attraverso un sondaggio. Ne sono
emersi dati a volte scontati, a volte
meno e qualche volta persino piuttosto
stravaganti.
Ma se c’è qualcosa che gli studenti
riconoscono univers alm ent e al
“Vanoni” è lo sforzo dell’istituto di migliorare nel tempo, sia dal punto di
vista della tecnologia sia dal punto di
vista dell’infrastruttura. Ai ragazzi è
stato chiesto per esempio quali, tra i
numerosi corsi offerti dalla scuola, ritengono più validi ed è emerso il grandissimo apprezzamento per i PON linguistici e per i corsi di informatica relativi all’ECDL. I ragazzi riconoscono inoltre l’utilità dei box di recupero, dei corsi
di giornalismo per potenziare le capacità linguistiche e di alternanza scuolalavoro per acquisire abilità pratiche.
A proposito di laboratori linguistici e
informatici dal sondaggio è emerso che
non sono usati con la frequenza voluta
dagli studenti e, sebbene tutti riconoscano l’importanza della LIM, in molti
dicono che dovrebbe essere usata di
più. Un caso curioso ed emblematico di
un certo atavico amore ed odio per la
scuola che si frequenta, riguarda poi
“lo strano caso dei prof”. Chiesto infatti
agli studenti di indicare i punti di criticità e quelli di forza della scuola, molti
dei ragazzi hanno annoverato i docenti
tra le prime cause di criticità, salvo poi
indicare, paradossalmente, gli stessi
docenti tra i punti di forza dell’istituto.
Insomma come spesso accade tra gli
adolescenti i loro pareri non sempre
sono armonici e le loro risposte ricche
di contraddizioni ma, al di là della fisiologica dose di “ribellione” all’ordine
costituito che, a quest’età, è rappresentato dalla scuola, il “Vanoni” dai
suoi alunni è stato, tutto sommato,
promosso!
Per l’articolo integrale
vanonipress.blogspot.com/
Musica e giovani: ma siamo davvero la “generazione boh”?
Piccolo viaggio attraverso i gusti musicali degli studenti
di Benedetta De Giorgi e Fabio Rizzo
Una recente canzone del rapper Fedez ci definisce
“generazione boh” «con i cervelli sottovuoto sempre
più risucchiati dal televuoto», ed in parte forse è vero
anche se proprio la musica ha sempre costituito, per i
giovani, un orizzonte di libertà. Per questo abbiamo
deciso di capire in che genere di musica ognuno di noi
si rispecchia di più. Dal reggae al pop, dal soul al rap,
non sono mancate le battute di spirito e le risposte
azzardate. Il quadro che ne emerge è sicuramente
variegato ma non privo di significati che ognuno di noi
attribuisce alla “sua” musica.
La maggior parte dei ragazzi intervistati non predilige
un genere musicale in particolare, anche se molti si
rispecchiano nel genere rap che nel sondaggio guadagna un’ottima posizione attraverso uno dei più importanti rappresentanti italiani del genere, J-Ax. Al secondo posto tra le preferenze emerge il pop con la decisamente più famosa cantante Rihanna, ed infine il reggae che si identifica ovviamente nella figura di Bob
Marley. Molti altri “artisti” sono stati tuttavia nominati
tra il serio ed il faceto dagli intervistati: da Pupo ai
Negramaro, da Vasco a Gianni Morandi per finire al
l’hip hop, il rap, il reggae cogliendone i significati, forse
siamo una generazione meno
“boh” di come lui ci vorrebbe
definire. Parafrasando allora
un altro gruppo musicale, “Lo
Stato sociale”, «La musica ci
salva» e potrebbero salvarci
molte altre cose se un po’ noi
con la nostra buona volontà,
un po’ la scuola, le istituzioni
e la società ci impegnassimo
a ritrovare anche per altri
ambiti della vita la stessa
passione che ci trasmettono
Sopra il rapper Fedez, sotto due le note musicali.
diverse immagini della “Vanoni band”
cantante neretino per eccellenza,
l’intramontabile Pippi Casilli.
Alla domanda «com’è nato il tuo interesse
per la musica?» in molti hanno risposto
«da piccoli» mentre alcuni hanno fatto
riferimento all’influenza delle amicizie ed
altri all’interesse verso i testi.
Inoltre un’altra domanda fondamentale
per il sondaggio ha riguardato le emozioni
che suscita nei ragazzi l’ascolto del loro
artista preferito: tranquillità, energia, felicità, libertà, ribellione sono state le risposte più frequenti ma anche in questo
caso non sono mancate le battute di
spirito tra cui il riferimento squisitamente dialettale al così detto “rizzicu di carni” ad indicare pelle d’oca.
In definitiva, tra serietà e divertimento, è emerso
però come la musica continui ad essere un grande contenitore di emozioni per noi ragazzi a prescindere dai generi diversissimi che ascoltiamo.
Ci permettiamo dunque di dire al nostro quasi
coetaneo Fedez che se esprimiamo gusti musicali diversi e definiti, se ascoltiamo generi quali
Canta che ti passa con la Vanoni Band!
Di Enrica Cisternino
È al suo secondo anno il progetto scolastico pomeridiano “Musica Insieme” vero e proprio laboratorio
musicale tra i banchi di scuola. L’idea si era già dimostrata vincente lo scorso anno, quando la piccola
band composta da giovani studenti musicisti o semplicemente appassionati, si era esibita con successo in
numerose occasioni pubbliche che hanno coinvolto la
scuola.
Quest’anno dunque una consapevolezza maggiore ha
guidato i ragazzi che, nelle ore pomeridiane, hanno
lavorato alla preparazione di un concerto rock-popsoul che si terrà alla fine dell’anno. Referenti del progetto che ha coinvolto circa 15 studenti sono stati il
professor Tommaso Vergari con la partecipazione
dell’esperto maestro Giuseppe Sanasi, il quale ha
guidato con entusiasmo i ragazzi. Una delle prime
esibizioni tenute dal gruppo è stata un piccolo concerto in occasione della Giornata dell’Open Day in cui la
scuola si presenta al territorio. Un ulteriore banco di
prova pubblica i musicisti del Vanoni lo hanno avuto
con l’esecuzione dei 13 brani in repertorio per il 10
Maggio in occasione della “Giornata della festa dei
Paolotti” mentre, pochi giorni dopo, si sono esibiti
durante la classica Infiorata di Santa Caterina.
Alternanza scuola
Ma non tutto finisce con la musica, i ragazzi hanno
fatto squadra, hanno socializzato e frequentato le
lezioni con assiduità e passione, coltivando il loro
interesse insieme e “contagiando” positivamente gli
altri. «Al di là delle esibizioni che sono state comunque molto apprezzate questi ragazzi hanno soprattutto utilizzato in maniera costruttiva il loro tempo, migliorando le loro conoscenze ma soprattutto imparando a stare assieme al ritmo “sano” della musica», ha
dichiarato soddisfatto il docente tutor Tommaso Vergari.
VANONI INTERNATIONAL
Progetti ed interviste per mettere alla prova
le nostre competenze linguistiche
Di Aurora Casili
Come negli anni precedenti, anche quest’anno alcuni
ragazzi del nostro istituto hanno partecipato al progetto di potenziamento di lingua francese dal titolo “Mon
rêve?... Apprendre le français!” finalizzato
all’ottenimento della certificazione esterna livelli A2 e
B1.
Chiedendo ad alcuni di loro la propria opinione riguardo questo corso abbiamo riscontrato entusiasmo e
coinvolgimento e i pareri, ovviamente, non potevano
non essere espressi che in lingua: “Une expérience
unique!” dice una delle partecipanti, Daniela Pagliarini. Dello stesso avviso sono Stefano Margarito, che
ha affermato: “Je n’y croyais pas” e Dino Scanferla:
“C’est super!”. E se loro sono i coraggiosi che hanno
voluto esprimere le loro impressioni, tanti comunque i
partecipanti, guidati dalla professoressa Maria Mirone, esperta esterna e la professoressa Emma D’Oria
che a proposito del corso dichiarano: «L’importanza
delle lingue straniere è cresciuta in maniera proporzionale al fenomeno della globalizzazione. Accanto
all’Inglese il francese rimane una delle lingue più diffuse, parlato, ad esempio in molti paesi africani che
affacciano sul bacino del Mediterraneo protagonisti di
alcuni dei più consistenti flussi migratori verso l’Italia
e l’Europa in generale».
Di Daniele Bottazzo
Interdisciplinarietà: uno dei tanti paroloni che piacciono alla scuola italiana e che noi abbiamo voluto dimostrarvi così, facendo una piccola intervista, alla professoressa di Inglese Rosangela De Palma, subito
dopo la prima del musical “L’infinitamente piccolo”
della compagnia della scuola. Per cogliere a caldo le
sue impressioni, rigorosamente in english, e per mettere alla prova le nostre competenze lingusitiche.
Did you like the musical?
I liked it very much. It was great!
What did you think about dances and songs?
I know and appreciate Branduardi's music the musical is based on and dancers were fantastic!
What did you think about actors?
I saw my students as actors this morning and it was a
beautiful emotion. Everyone gave his/her best in the
show!
What did you think about the organization and the
direction of the show?
show was amazing. The overall organization and direction were perfect, in my opinion.
When you were watching the musical, what did you
feel?
It was moving, indeed. Thank you all!
lavoro, un’esperienza che
matura
Di Serena Geusa, Martina Romano e Martina Marcuccio
Per gli alunni che scelgono, nel triennio, l’indirizzo
marketing, la nostra scuola offre un’esperienza molto
importante: l’alternanza scuola-lavoro. Si tratta della
possibilità di ospitare le classi terze e quarte in alcune aziende del territorio.
Un’azienda che collabora da molto tempo con il nostro istituto è la “Spinelli Caffè “di Parabita, ma sono
molte le aziende, così come gli studi di commercialisti
e professionali in generale che aprono le porte ai ragazzi. In questo modo noi studenti possiamo vedere
la realizzazione pratica di quanto appreso in aula. La
scuola, nell’avviare questo tipo di progetti stabilisce,
infatti, in accordo con le aziende ospitanti, un calendario annuale delle attività, per cui, in determinati
periodi dell’anno, gli alunni sospendono l’attività scolastica per dedicarsi alla collaborazione con le aziende. «Nel caso specifico, la nostra esperienza alla Spinelli – spiega Serena Geusa – si è concentrata attorno alle attività di magazzino, dello smistamento pezzi
ed ho potuto approfondire sul campo le discipline
economico-aziendali». Presso l’azienda “Edil Frata” di
Nardò, racconta Martina Marcuccio «mi sono occupata dei documenti di trasporto, delle fatture e
dell’archivio.» Mentre chi, tra i ragazzi, ha collaborato
con gli studi dei commercialisti ha potuto seguire dal
vero, ad esempio, «l’intenso lavoro per la preparazione delle dichiarazioni dei redditi», racconta Martina
Romano.
È evidente, dunque, come l’alternanza rappresenti
un canale privilegiato per garantire un più stretto raccordo tra sistema dell’istruzione e sistema produttivo,
grazie a quest’iniziativa gli alunni possono capire infatti cosa significhi davvero cimentarsi nel “mondo
del lavoro”, eseguendo praticamente attività che riguardano il loro percorso di studi, ma non solo.
L’alternanza ha un aspetto formativo più generale nei
confronti dell’alunno, anche dal punto di vista della
comunicazione. C’è un confronto con la “vita reale”
che a volte a scuola manca e le persone che conosci
riescono a darti dei buoni consigli sia per il lavoro
che per la vita. L’alternanza ti fa crescere e maturare
da molti punti di vista.
VANONI SPORT
Tutta l’energia del Vanoni per ricordare Giuseppe
Un triangolare di calcio per il compagno scomparso prematuramente
Di Federico Amato
L’ 11 maggio, presso lo stadio comunale “Giovanni Paolo II”, si è tenuto il primo memorial in ricordo del sedicenne Giuseppe Esposito, giovane alunno della nostra scuola
scomparso prematuramente a gennaio scorso. I suoi compagni hanno voluto allora
ricordarlo così, con l’energia della vita, attraverso un triangolare di calcio. Due delle
squadre a scendere in campo erano formate dai ragazzi dell’Istituto Vanoni, una del
settore commerciale e una del settore geometri. La terza squadra era formata da tutti
gli amici di Giuseppe. Ad aggiudicarsi la coppa, dopo una bella mattinata all’insegna
dello sport, sono stati i ragazzi del settore geometri che hanno poi voluto donare il loro
trofeo ai genitori del caro Giuseppe che tanto avevano voluto il memorial.
Queste giornata è stata per noi alunni un momento di grande crescita e formazione,
perché ci ha fatto riflettere ancora di più su quanto la vita sia fragile e come in un momento possa venir meno il dono più bello, la vita stessa.
Giuseppe con la sua commovente storia, con la sua breve vita ci ha insegnato proprio
questo. La certezza e la lezione che ci ha dato è che bisogna sorridere sempre alla vita
“perché così viene meglio proprio come in una foto.”
Ma l’altro grandissimo insegnamento che Giuseppe e i suoi genitori hanno voluto trasmettere a tutti noi è che non c’è dolore per il quale la generosità non sia una risposta,
che il dono spontaneo e gratuito, ripaga, seppur in minima parte, di ogni perdita. È
quanto hanno fatto loro donando tutti gli organi del figlio grazie ai quali ora vivono tante altre persone. Giuseppe perciò non è morto, ma vive nel nostro ricordo e nella vita di
chi ha ricevuto una parte di lui.
Sopra le squadre scese in campo per Giuseppe Esposito.
Sotto Alessio Plamisano, giovane giocatore del Nardò
Crescere attraverso Il cuore? batte sempre granata
lo sport
Intervista ad un giovane giocatore, a due passi dalla D
Di Federico Amato
Anche quest’ anno, presso l’Iiss “Ezio Vanoni”, si sono
tenuti i campionati studenteschi promossi e organizzati dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca e dal Comitato olimpico nazionale italiano
(Coni) nonché dalle Federazioni Sportive. Si è registrata una grande partecipazione degli alunni, sempre più
desiderosi di trovare un ruolo attivo nell'attività sportiva scolastica. Il progetto nasce dalla volontà non soltanto di coinvolgere gli allievi più promettenti dal punto di vista atletico sportivo ma ha cercato di interessare anche e soprattutto quegli studenti che, per vari
motivi, sono lontani o tendono ad allontanarsi dal
mondo della scuola. «Quale migliore strategia didattica se non lo sport per favorire la crescita del senso
civico degli studenti, migliorandone l'aggregazione,
l'integrazione e la socializzazione?, dicono i docenti
referenti Tommaso Vergari e Paola Perrone. Del resto
anche negli anni precedenti avevamo avuto feedback
positivi – continuano i docenti – grazie al progetto
“Attività sportive scolastiche pomeridiane” che avevano visto gli alunni coinvolti in vari tipi di attività, pallavolo, pallacanestro, calcio a cinque, tennis tavolo,
scacchi, aerobica, step e corsa campestre.
Quest’anno l'avviamento ai giochi sportivi di squadra
ha avuto come obiettivi primari il potenziamento fisiologico generale, il miglioramento delle capacità condizionali (resistenza aerobica e anaerobica, forza e mobilità articolare), la conoscenza delle regole e i fondamentali del gioco».
Particolare successo ha avuto poi il Torneo di Tennis
Tavolo che ha visto la partecipazione di 32 alunni appartenenti a quasi tutte le classi dell'Istituto.
Vincitori del partecipatissimo torneo sono stati Antonello Sansone della 4 C Articolata che ha guadagnato
il primo posto, Giulio Fersini della 3 A A.F.M, Michele
Rizzo della 2 C A.F.M. e Cristian De Braco della 4 B
A.F.M che si sono posizionati rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto.
LA REDAZIONE DEL
VANONI PRESS
Direttore responsabile: Ilaria Falconieri
Tutor: Diana Rizzello
Redattori:
Giacomo Durante, Federico Amato, Daniele
Bottazzo, Enrica Cisternino, Aurora Casili, Benedetta De Giorgi, Michele Parisi, Fabio Rizzo, Martina Romano, Martina Marcuccio, Vanessa Colazzo, Serena Geusa,
Vincenzo Manieri.
di Benedetta De Giorgi
Da sempre, tra alti e bassi, il Nardò calcio infiamma
gli animi del popolo granata che non ha abbandonato
la sua squadra del cuore neppure nei momenti più
difficili. Per toccare con mano l’entusiasmo non solo
dei tifosi ma degli stessi giocatori della squadra che,
quest’anno, hanno trainato una grande risalita, abbiamo intervistato Alessio Palmisano, giovane giocatore
del “Toro”.
Da cosa è nata la tua passione per il calcio? Da quanti
anni pratichi questo sport?
La passione per il calcio è nata quando avevo cinque
anni, quindi sono passati ben vent’anni da quando ho
iniziato a giocare. Mi piace soprattutto perché è un
gioco di squadra e perché ci si diverte.
Questa stagione si è quasi conclusa. Credi che la
squadra abbia fatto del suo meglio?
Questa stagione penso sia stata più che positiva, abbiamo passato momenti difficili ma siamo riusciti ad
uscirne grazie al gruppo coeso e forte che si è creato.
Pensi che la squadra sia pronta per i play-off nazionali?
Penso che in questo periodo di stop dalle gare ufficiale ci stiamo preparando al meglio. Ci stiamo allenando
duramente anche perché quando i play-off arriveranno dobbiamo essere pronti sia fisicamente che mentalmente.
Che rapporto avete tra compagni di squadra?
Non mi era mai successo di costruire rapporti di squadra forti come quelli che ho instaurato quest’anno. Ho
incontrato dei compagni fantastici, prima uomini e poi
calciatori. Anche se a metà stagione la squadra ha
dovuto subire un rimpasto siamo riusciti comunque a
rimanere un grande gruppo, grazie al quale siamo
arrivati a questo punto.
Cosa speri per il tuo futuro?
Spero di continuare a giocare a calcio e di lasciare
sempre un segno positivo nelle persone che incontrerò.
Gli indimenticabili sei…
Se dovessimo descrivere in una parola sola la dirigente Maria Rosa Rizzo useremmo il
termine “ruggente”. Per i i suoi ruggiti certo, quando ci attardiamo fuori al cortile e la
campanella è già suonata o quando arriviamo “puntualmente in ritardo” o se ci vede
gironzolare per i corridoi al di fuori degli orari consentiti. La nostra dirigente è così, energica, indomita, una vera combattente. Quante volte l’abbiamo temuta, quante volte ci
siamo scocciati di quel suo atteggiamento sempre così intransigente e severo. Ma
quando quest’anno abbiamo saputo che lascerà il timone della scuola per il
(meritatissimo) pensionamento quanta voglia di dirle: “Dirigente continui a ruggire contro di noi!!!”. Sì, perché poi, alla fine, ci sono alcuni adulti che anche quando sembrano
andarti contro bisogna poi ammettere che in realtà lo fanno per te, che forse ti saranno anche contro, nel gioco dei
ruoli, ma non ti sono mai lontani. E Maria Rosa Rizzo è un adulto di questo tipo, dura, certo, ma contro solo quando
è dovuto, mai lontana, sempre dentro, in fondo e attraverso il mondo di noi ragazzi. Quasi a voler dire, ad ogni suo
rimprovero, che non siamo mica noi a saperne una più di lei ma, semmai, il contrario e che tuttavia ci sono cose
che si possono fare e cose che no. E poi la nostra dirigente è stata ruggente anche quando si è trattato di combattere per noi, per la nostra scuola, per ottenere un progetto, per far rigare dritto tutti, dai collaboratori ai professori
perché una scuola efficiente è il primo segnale da dare per sperare che lo siano, nello studio e nella vita, efficienti
e diligenti, anche i ragazzi. Ed effettivamente la scuola in questi anni è cresciuta moltissimo, ha spalancato le sue
porte al territorio con corsi di varia natura, si è fatta conoscere, ed anche a noi ragazzi ha davvero offerto tanto,
non da ultimo il recente rinnovamento sia nella struttura che nella dotazione tecnologica grazie ai fondi della comunità europea.
Ad essere romantici potremmo forse dire che questo rinnovamento è il ricordo che la dirigente Rizzo lascia al Vanoni ma onestamente sarebbe riduttivo perché il ricordo più affettuoso sarà proprio quello delle sue urla che riecheggiano tra i corridoi, dei suoi rimproveri appassionati che non di rado si sono sciolti in una materna carezza in un
morbido abbraccio, sconfinato come il suo amore per la scuola.