Lecture 1 - Introduzione

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Lecture 1 - Introduzione
Meccanica della Frattura
Meccanica della Frattura
Lecture 11 – Meccanica della Frattura elasto-plastica
CDM - N.Bonora 2016
Meccanica della Frattura
Introduzione
β€’ Il requisito fondamentale per la validità della
meccanica della frattura lineare elastica
(MFLE) è che la zona plastica all’apice del
difetto sia contenuta in un volume piccolo
tale da non alterare il campo di sforzo
(condizione di SSY)
β€’ Questo requisito (o K-dominanza) si traduce
nella condizione che il K alla frattura sia tale
da verificare:
𝐾𝐼𝑐
𝐡, π‘Ž β‰₯ 2.5
πœŽπ‘Œ
2
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Meccanica della Frattura
Introduzione
β€’ Tuttavia esistono classi di materiali per cui la
condizione di SSYY non è mai verificata:
β€’ Alta tenacità
β€’ Basso snervamento
β€’ Spessori sottili
β€’ Temperatura elevata
β€’ La Meccanica della Frattura Elasto-Plastica
(MFEP) supera i limiti dell’MFLE.
β€’ Due criteri:
β€’ Crack Tip Opening Displacement (CTOD)
β€’ Integrale J
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Meccanica della Frattura
Introduzione
β€’ Tuttavia esistono classi di materiali per cui la condizione di
SSYY non è mai verificata:
β€’ Alta tenacità
β€’ Basso snervamento
β€’ Spessori sottili
β€’ Temperatura elevata
β€’ Wells (1961) osservò che alcuni acciai sono troppo tenaci
per essere caratterizzati secondo i criteri di MFLE.
β€’ Egli osservò:
β€’ Le facce della cricca si allontanano prima della frattura
e l’apice si arrotonda (blunting)
β€’ Il grado di blunting è proporzionale alla tenacità
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 Maggiore tenacità,
migliore tolleranza al danno
 La teoria e i criteri di MFLE non
possono essere usati
Meccanica della Frattura
Crack Tip Opening Displacement - CTOD
β€’ Il blunting, o arrotondamento
all’apice, è conseguente allo sviluppo
della zona plastica
β€’ Maggiore l’estensione della zona
plastica, maggiore il blunting.
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Meccanica della Frattura
Crack Tip Opening Displacement - CTOD
β€’ Il blunting, o arrotondamento
all’apice, è conseguente allo sviluppo
della zona plastica
β€’ Maggiore l’estensione della zona
plastica, maggiore il blunting.
β€’ Il valore del CTOD dipende dalla
distanza dall’apice: necessità di
stabilire una definizione operativa
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Meccanica della Frattura
Crack Tip Opening Displacement - CTOD
β€’ La definizione proposta da Irwin: il CTOD viene definito come
l’intersezione a 45° a partire dall’apice.
β€’ Materiale elastico perfettamente plastico
β€’ Lavoro compiuto dalle forze all’apice per uno spostamento pari a dc
𝛿𝑐
𝑅=
πœŽπ‘¦ π‘₯𝑑π‘₯ = πœŽπ‘Œ 𝛿𝑐
0
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Meccanica della Frattura
Crack Tip Opening Displacement - CTOD
β€’ La definizione proposta da Irwin: il CTOD viene definito come
l’intersezione a 45° a partire dall’apice.
β€’ Il CTOD come criterio di frattura:
β€’ Introdotto dal Wells al TWI nel 1961
β€’ Basato sulla misura dello spostamento delle facce della cricca
β€’ Non utilizzabile per materiali fragili
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Crack Tip Opening Displacement - CTOD
β€’ CTOD e la Meccanica della Frattura Lineare Elastica:
𝐾𝐼𝑐 = π‘Œ π‘Ž/π‘Š 𝜎 πœ‹π‘Žπ‘
β€’ Assumendo che lo sforzo sia limitato allo snervamento,
𝐾𝐼𝑐
π‘Žπ‘ ~
πœŽπ‘Œ
2
2
𝑅 = π‘šπœŽπ‘Œ 𝛿𝑐 = 𝐺 = 𝐾𝐼𝑐
/𝐸
𝐾𝐼𝑐
π‘Žπ‘ ~
πœŽπ‘Œ
2
π‘šπ›Ώπ‘ 𝐸
𝛿𝑐
𝛿𝑐
~
~π‘š = 𝐢
πœŽπ‘Œ
πœ€π‘Œ
πœ€π‘Œ
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Crack Tip Opening Displacement - CTOD
β€’ La costante C dipende dal rapporto tra la tensione applicata
al remoto e la tensione di snervamento
πœŽπ‘Ž
= πœ€π‘Ž /πœ€π‘Œ
πœŽπ‘Œ
β€’ I dati vengono riportati in termini di CTOD normalizzato in
funzione della deformazione normalizzata,
𝛿𝑐
= 𝑓 πœ€π‘Ž /πœ€π‘Œ
2πœ‹πœ€π‘Œ π‘Ž
2 πœ‹π‘Žπ‘Œ( π‘Ž )
2π‘Œ
𝜎
𝛿𝑐
1
1
𝜎
π‘Ž
π‘Ž
π‘Š
=
=
=
2πœ‹πœ€π‘Œ π‘Ž πΈπœŽπ‘Œ 2πœ‹πœ€π‘Œ π‘Ž
πΈπœŽπ‘Œ
2πœ‹πœ€π‘Œ π‘Ž 2πΈπœŽπ‘Œ πœ€π‘Œ
𝐾2
𝛿𝑐
1 πœ€π‘Ž
=
2πœ‹πœ€π‘Œ π‘Ž 2 πœ€π‘Œ
2
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Crack Tip Opening Displacement - CTOD

d crit
2ο₯ y a
 ο₯a οƒΆ
d crit

 οƒ·
2ο₯ y a  ο₯ y οƒ·οƒΈ
Design Curve
1.5

1.0
2
for
ο₯a
ο‚£ 0.5
ο₯y
d crit
ο₯
ο₯
ο€½ a -0.25 for a ο€Ύ 0.5
2ο₯ y a ο₯ y
ο₯y
SAFE
0.5
Queste relazioni sono conformi alla formulazione
classica della MFLE: correlano la dimensione del
difetto, la sollecitazione applicate e la tenacità del
materiale
UNSAFE
0.5
1.0
ο₯ y - Elastic yield strain
1.5
2.0
ο₯a
ο₯y
ο₯ a - Applied strain
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A) Assegnata la dimensione del difetto e la
tenacità, possiamo stabilire la deformazione
(sforzo) critica.
B) Assegnato la deformazione (sforzo) di
progetto e la tenacità, si determina la
dimensione critica del difetto
Meccanica della Frattura
J-integral
β€’ Formulato inizialmente da J. Rice nel 1968
β€’ Ipotesi:
β€’ Materiale elastico non-lineare
β€’ Piccole deformazioni, assenza di blunting
β€’ Energia meccanica totale: somma dell’energia potenziale di
deformazione e energia potenziale del carico applicato
β€’ w densità energia di deformazione (per unità di volume)
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J-integral
β€’ J rappresenta la variazione netta di energia potenziale
rispetto all'avanzamento del difetto per un solido elastico
non-lineare.
β€’ J può altresì essere interpretato come il flusso di energia
all’apice
β€’ La soluzione è analoga a quella di Griffith: l’equilibrio
energetico è scritto per una regione piccola che comprende
l’apice.
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J-integral
β€’ Nel caso di materiale lineare elastico si ha la coincidenza tra
J e G di Griffith:
β€’ E quindi una correlazione diretta tra J e K:
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J-integral: il campo di HRR
β€’ Hutchinson, Rice e Rosengren hanno dimostrato come J
descriva la singolarità del campo elasto-plastico all’apice.
β€’ Assumendo per il materiale una legge alla Ramberg-Osgood,
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J-integral: il campo di HRR
β€’ La soluzione di HHR prevede che il campo vada all’infinito
per r β†’ 0.
β€’ La singolarità è 1/r(1/n+1) dipende dall’incrudimento del
materiale
β€’ La singolarità del campo è rilassata dal blunting
β€’ La soluzione non vale per una distanza pari a 2CTOD
dall’apice (grandi deformazioni)
β€’ J come parametro di frattura: la frattura avviene quando J
raggiunge un valore critico caratteristico del materiale
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J-integral: equivalenza J-K-CTOD
β€’ Tutti e tre i parametri sono equivalenti dal punto di vista
formale
𝐾2
𝐽=
= π‘šπœŽπ‘Œ 𝛿𝑐
𝐸
β€’ L’equivalenza vale solo in condizioni di K dominanza
β€’ NOTA: quando vale K il CTOD non è misurabile ma può
essere ottenuto dalle relazioni
m ο€½ ο€­0.111  0.817
a
W
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 1.36
u
y
Meccanica della Frattura
J-dominance
ln(yy)
-1/(n+1)
-1/2
ln(r/L)
K-dominated zone
K-dominance
J-dominated zone
Large strain
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 K Ic
B ο‚³ 2.5 

 y
οƒΆ
οƒ·οƒ·
οƒΈ
2
Meccanica della Frattura
J-dominance
ln(yy)
-1/(n+1)
-1/2
K-dominated zone
J-dominated zone
ln(r/L)
J-dominance
Large strain
b, B ο‚³ 25
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J
y
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J-dominance
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