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MOLFET TA
giovedì 8 luglio 2010
Freepress gratuito di informazione
Corsivo
Crudeltà gratuita
a due passi dalla
città. Ecco lo
specchio della
società.
n° 64
Cronaca
In città
Sport
Torna a colpire
la banda della
“spaccata”. Colpito
il Fashion District.
Consegnate le
targhe di qualità ai
migliori chef della
provincia.
Caterina Minervini
vestirà la
maglia azzurra
ai Campionati
Europei.
pagina 3
pagina 10
pagina 19
pagina 26
Inchiesta
Oro bianco(blu)
Frutta e verdura tengono banco
No alla “legge bavaglio”
Dopo l’operazione anti abusivi dei Carabinieri e l’ordinanza temporanea
emessa dal sindaco Antonio Azzollini, monta sempre di più la polemica tra
maggioranza e minoranza in un continuo rimbalzo di accuse che potrebbe
non portare a nessun vantaggio per la città.
Anche la redazione de “il Fatto” ha partecipato alla lunga maratona web “LiberaRete” andata in onda giovedì 1 luglio e diffusa su oltre 400 portali internet di
tutta Italia. Una lunga trasmissione realizzata per ribadire la necessità che venga
tutelata la libertà di stampa e di informazione.
pag. 6
pag. 20
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Corsivo
giovedì 8 luglio 2010
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Crudeltà
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2107
Lo specchio della società in cui viviamo.
La manovra finanziaria, la legge bavaglio, i condoni, il legittimo impedimento. E poi, per passare a livello
locale, il porto, il PIRP, la zona PIP,
il lavoro, la pesca e la microcriminalità. Tanti problemi di cui discutere,
tante soluzioni da cercare, tanto per
riflettere. Ed invece abbiamo scelto
di dedicare l’apertura di questo numero de “il Fatto”, il sessantaquattresimo, ad un argomento che forse
a molti potrebbe non interessare e
che invece secondo noi è lo specchio,
crudele, della società in cui viviamo.
Ma anche della volontà che in tanti
hanno di cambiare per migliorare il
nostro mondo. La storia è quella di
un caldo pomeriggio di inizio luglio,
con la temperatura a 35 gradi e il
sole che alle tredici è tanto forte da
annebbiarti la vista. Una storia che
inizia con una telefonata: dall’altra
parte c’è una ragazza, la sua voce
è segnata dalla “disperazione” ma,
anche e soprattutto dalla rabbia.
Di fronte a lei, dice al telefono, sta
osservando una “strage”. E le vittime sono innocenti creature: quattro,
cinque, forse di più. Giovani e meno
giovani. Maschi e femmine. Tutte
quante da lei conosciute. Sono vittime a “quattro zampe”: cani randagi,
o meglio cani liberi. Tutti morti. Ammazzati. Qualcuno è stato avvelenato, qualcun altro invece ha sofferto
ancor di più, è morto dissanguato a
causa della profonda ferita alla gola.
C’è chi il tempo di soffrire forse (e
speriamo) non l’ha nemmeno avuto:
una mano ignota lo ha colpito, in piena testa, con un’accetta e poi ha dato
fuoco al suo cadavere. Tanta crudeltà, tutta insieme, non si era mai vista. Una mattanza, come quella che
i pescatori siciliani fanno dei tonni,
avvenuta nelle campagne molfettesi,
in località Fondo Favale. A dare l’allarme alcuni cittadini, proprietari di
terreni nella zona, che quei cani li
conoscevano bene e li accudivano,
tanto da aver cominciato a sterilizzare le femmine per evitare che il loro
numero potesse aumentare a dismisura e che sapevano anche quanto
fossero buoni ed affettuosi. Invece la
mano “omicida” di qualcuno non si è
fermata di fronte agli sguardi imploranti dei quattro zampe. Magari chi
ha ammazzato è rimasto lì a godere
della scena, ha assistito, attimo dopo
attimo, alle atroci sofferenze di quei
cani. Randagi si ma, non per questo
colpevoli. “Non riesco nemmeno a
commentare quanto accaduto –aveva
dichiarato ai microfoni de “il Fatto”
Claudia, la volontaria della Lega per
la Difesa del Cane che ci aveva contattato- tanta crudeltà è inspiegabile. Sappiamo bene che il randagismo
può essere un problema e va risolto
ma lo si fa nei modi giusti, con le sterilizzazioni, il controllo degli anima-
li, la loro microchippatura, non certo
macchiandosi di delitti che, per giunta, sono punti dalla legge anche con
la reclusione”. Ma evidentemente c’è
chi queste cose non le capisce. Chi ha
pensato bene di liberarsi di cani che
vivevano in tranquillità lontani da
case e centro urbano. Dove in teoria
non avrebbero dato fastidio a nessuno. Nel loro ambiente. Nella natura.
Un gesto purtroppo non isolato e più
volte denunciato dai volontari. Un
gesto che deve farci riflettere sulla
deriva che sta prendendo la società:
se un uomo ha la forza di colpire un
cucciolo con un’accetta e poi di dare
fuoco al suo cadavere, cosa potrebbe fare a casa sua. Quali atti violenti
potrebbe compiere. Come potrebbe
reagire in una semplice discussione tra “persone civili”. Chi fa del
male agli animali può far del male
a chiunque. In ogni momento. Ecco
il pericolo che si cela dietro atti tanto crudeli ed inspiegabili. Dietro lo
“sguardo di morte” dei poveri cani
ammazzati brutalmente in località
Fondo Favale. A pochi chilometri
dalla città. Ad un soffio di vento dalla civiltà o presunta tale.
Corrado Germinario
Gli appuntamenti de “il Fatto”
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2108
Tutto quello che c’è da fare in città.
Avviso importante per tutte le parrocchie, associazioni, società sportive,
gruppi musicali cittadini e chi più ne
ha più ne metta! “il Fatto” vi aiuterà, ancora di più, a farvi conoscere.
Come? Ve lo spieghiamo subito. A
partire da questo numero del nostro
periodico quindicinale, distribuito a
Molfetta gratuitamente in 10.000 copie, mettiamo a disposizione di tutti
voi uno spazio in cui annunciare manifestazioni, eventi, spettacoli, con-
vegni. Insomma un “calendario degli
appuntamenti” attraverso il quale farvi conoscere dai lettori e soprattutto
farvi seguire. Per comparire “gratuitamente” sulle pagine de “il Fatto”
è necessario inviare una mail all’indirizzo [email protected] segnalando tipo dell’evento, data e luogo
in cui si svolgerà lo stesso. Pochi minuti per farvi conoscere da migliaia
di molfettesi e non solo. Tutto questo
grazie a “il Fatto”.
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primo Piano
giovedì 8 luglio 2010
Torrino: l’Archeoclub attacca, la proprietaria risponde
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Continuano a far discutere i lavori edili realizzati sul lastricato di un edificio del centro storico.
Nello scorso numero de “il Fatto” avevamo ospitato la lettera inviataci dai
soci della sezione locale dell’Archeoclub relativa al “torrino” realizzato
nelle scorse settimane sul solaio di un
edificio storico a ridosso del Duomo
Vecchio. In questo numero ospitiamo
la “replica” dell’avvocato Annalisa
Nanna, proprietaria dello stabile finito
al centro delle polemiche.
***
Mi riferisco al vostro articolo “Il torrino della discorsia”, pubblicato giovedì 24 giugno scorso, per pregarvi di
ospitare queste mie note di risposta,
augurandomi che possano servire ad
affievolire l’animosità degli irriducibili del dissenso sistematico. Premetto
che il mio caso è radicalmente diverso
da quelli denunciati dall’Archeoclub,
per la semplicistica ragione che il Comune di Molfetta, il Genio Civile e,
soprattutto, la Soprintendenza, a cui
è demandato il compito di esprimere
pareri tecnici, hanno approvato il progetto che a fatica sto portando a termine. E ciò differenzia il mio “intervento” recuperatorio da quello di altri
che ora strillano e battono i piedi, ma
che proprio vicino al Duomo ne hanno
realizzato altri su cui molto di più si
potrebbe discutere. Ma di ciò nessuno
si è lamentato, forse per celestiali protezioni. L’Archeoclub certamente può
non condividere il progetto approvato
e liberissimo di protestare. Ma all’Archeoclub la legge non affida affatto
alcun esame preventivo dei progetti
edilizi da eseguire e né può fare di tutta un’erba un fascio, con affermazioni
che lasciano poco spazio alla legittimità dell’operato altrui e molto a quella dello scempio burocratico prima ed
urbanistico poi. La libertà di critica
deve necessariamente finire dove inizia il rispetto verso il prossimo e la sua
dignità. Mi son chiesta dove fossero
il sindaco, lo stesso “padre custode”
da voi citato, gli innumerevoli commentatori della vicenda, tanto anonimi quanto “professori ad honorem”
d’architettura tutti, e lo stesso Archeoclub mentre l’immobile che sto recuperando era in procinto di crollare
proprio sul monumento nazionale di
epoca romanica, la cui dolcezza e la
cui bellezza sono senz’altro più sentite ed apprezzate da me che da altri,
che “donnescamente”, come avrebbe
detto il Boccaccio, e soprattutto finanziariamente, mi sono assunta l’onere
della costosa ristrutturazione, senza
chiedere aiuto allo Stato, al Comune e
alla Provincia, ma ponendo mano alla
mia tasca ed a quella dei miei familiari. Credo di aver tenuto molto più io
al “patrimonio della storia” rispetto a
chi adesso grida allo scandalo. L’Archeoclub ha citato Italo Calvino. Io,
invece, voglio ricordare la storiella di
quel giovane ateniese che, innamorato
della bellissima figlia di Pisistrato, il
noto spietato tiranno, incontrandola
per strada la baciò pubblicamente.
La madre della fanciulla, indignata,
chiese subito al marito vendetta per
l’onta subita. Ed addirittura il feroce
Pisistrato, rispose: “Se eos, qui nos
amant, interficimus, quid iis faciemus quibus odio sumus?” (se uccidiamo quelli che ci amano, cosa dobbiamo fare a quelli che ci odiano?).
Non regge affatto l’accusa che con
il torrino incriminato, avrei offuscato la “quinta bifora”, perché le opere
d’arte si ammirano e si gustano a distanza ravvicinata, perché altrimenti,
guardando sempre di sghembo, non
sarebbero visibili nemmeno la settima
e l’ottava bifora, per la sopraelevazione, di epoca moderna, esistente sugli
immobili adiacenti al mio, di proprietà
del Ministero delle Finanze. La realizzazione del torrino-scala è funzionale
all’accesso di una superficie pertinenziale (attesa la sua natura di volume
tecnico ai sensi dell’art. 3, comma primo, lett. b) del Dpr 6 giugno 2001, n.
380- cfr. Cass. sez. III n. 42897/2008)
anche per ragioni igienico-sanitarie,
per poter rimuovere gli escrementi
veri, benché non visibili dalla pubblica via, delle migliaia di piccioni presenti in loco. La demolizione del muro
di prospetto e la sua ricostruzione in
arretramento dal filo del fabbricato, e
non già la sopraelevazione di un vano
ex novo, arbitrariamente fermata dal
Comune, per ordine che ritengo illegittimo del Sindaco e del responsabile
dell’Ufficio Tecnico – che, bontà sua,
ha deciso d’amblè di rimangiarsi il
permesso dato – sono state progettate
ed eseguite con le più ortodosse linee
in materia di restauro dei beni vincolati: il ripristino delle caratteristiche
formali della facciata, con la collocazione in secondo piano di quella che,
visibilmente, si configura come superfetazione, ridando luce al filo del fabbricato in pietra, in sintonia – per gli
occhi più attenti – con la costruzione
dell’adiacente Palazzo Dogana. Al Tar
l’ardua sentenza!
Avv. Annalisa Nanna
Politica
giovedì 8 luglio 2010
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Non dimenticare il Lungomare
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Il grido d’aiuto dei commercianti raccolto e rilanciato dall’UdC.
Decoro urbano, vivibilità, socializzazione e sicurezza. Sono questi in
sostanza i temi affrontati dall’UdC di
Molfetta nel corso di un incontro con la
stampa e con gli esercenti del Lungomare Marcantonio Colonna. Un incontro voluto per parlare, ancora una volta,
della situazione di degrado in cui versa il “salotto costiero” della città. Ad
esporre i problemi il commissario cittadino dell’UdC, Robert Amato, il segretario dei giovani del partito, Saverio
Digioia e Francesco de Robertis, rappresentante dei commercianti e con un
breve trascorso politico anche in quali-
tà di consigliere comunale. “Abbiamo
deciso di prendere in carico le richieste
dei commercianti del lungomare – ha
esordito Amato – e non lo facciamo per
fini elettoralistici dato che i prossimi
appuntamenti con le urne sono ancora
lontani, ma perché siamo convinti della
necessità di dover lavorare per il bene
di questa città e dei suoi cittadini”. Lo
sguardo subito è passato a ciò che è
oggi il lungmare di Molfetta: “Parliamo
di una zona della città diventata terra
di nessuno, dove regna l’illegalità e la
sporcizia. Una via dimenticata dall’amministrazione e che ha urgente bisogno
di una rinascita”. Le proposte, in sostanza le stesse già sentite da più parti negli
ultimi anni, sono quelle di maggiore
pulizia, un rifacimento dell’arredo urbano oramai ridotto ai minimi termini,
la necessità di “decentrare” alcune manifestazioni capaci di attirare i cittadini
e portare in città anche gli abitanti dei
paesi limitrofi. In ultimo l’esigenza di
garantire sicurezza e rispetto delle regole. “Non sono pochi gli episodi già
verificatisi relativi ad atti di violenza
e prevaricazione – ha spiegato Amato
– ci sono gruppi di persone che creano
problemi, automobilisti e motociclisti
indisciplinati, mancanza assoluta di
controlli: ci chiediamo, quando le forze
dell’ordine attueranno controlli più serrati?”. Una domanda che ha avuto risposta in tempo reale per tramite di una
comunicazione giunta dall’assessore
alla Polizia Municipale, Annamaria
Brattoli, che ha annunciato l’estensione
dei servizi di pattugliamento sino alla
mezzanotte con particolare attenzione
al tratto costiero della città che va dal
rione Madonna dei Mariri sino al lungomare, comprendendo il porto e la città vecchia e, come avvenne lo scorso
anno, le attività di controllo anche con
l’utilizzo dell’etilometro. Risposte accolte con favore dall’UdC che ha però
sottolineato la mancanza di risposte da
parte del sindaco e dell’assessore al turismo Leo Petruzzella. “Sul lungomare
– ha spiegato Saverio Digioia – non si
organizzano manifestazioni, non si pensa ad un’isola pedonale programmata e
degna di questo nome, non si agevola
lo sviluppo dell’economia locale: in
poche parole non si lavora per il turismo”. E proprio di economia spicciola
ha parlato Francesco de Robertis: “Non
siamo più padroni delle nostre attività
commerciali – ha spiegato con sarcasmo – lavoriamo in una strada sporca,
senza servizi, poco appetibile per i frequentatori. Ci sono tanti problemi ma
noi chiediamo, specialmente alla stampa, di darci una mano sponsorizzando
il nostro lungomare, invitando la gente
a frequentarlo e rispettarlo. In poche
parole a vivere la loro città”. L’impegno che si chiede agli amministratori è
quello di passare dalle promesse ai fatti
e, soprattutto, di programmare. Perché,
questo è certo, ben poco si potrà fare
per l’estate 2010 ma, con il giusto impegno e la necessaria concertazione,
tanto si potrà fare per il futuro e per il
bene non solo di chi al lungomare lavora ma, anche e soprattutto, di chi ci
vive e di chi lo frequenta nelle calde serate d’estate. Il nuovo grido d’allarme
è lanciato. Arriverà una risposta? E se
sì, quando?
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politica
giovedì 8 luglio 2010
L’assessore Brattoli: “Stiamo lavorando per il commercio”
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Le parole dell’assessore al ramo raccolte e diffuse dall’Ufficio Stampa del Comune.
All’indomani dell’operazione di polizia
contro gli ambulanti abusivi e della scelta
dell’Amministrazione Comunale di varare una “ordinanza temporanea” che ha di
fatto consentito agli ambulanti di tornare
alle origini, avremmo voluto ospitare i
pareri dei rappresentanti della minoranza
consiliare e della maggioranza. Nel primo
caso ci è andata bene grazie alla disponibilità di Giovanni Abbattista, segretario
del Partito Democratico, nel secondo non
è andata come avremmo voluto. E questa
volta non per indisponibilità del politico
di turno ma, capita anche a noi, per una
serie di circostanze che ci hanno impedito
di raccogliere a tempo debito le dichiarazioni da proporvi su questo numero de “il
Fatto”. Così, per rispetto alla par condicio,
abbiamo deciso di proporvi l’intervista realizzata dall’Ufficio Stampa del Comune
all’assessore al commercio ed annona Annamaria Brattoli e inviata a tutti gli organi
di stampa locali.
Assessore, parliamo di commercio ambulante partendo dall’ultimo Consiglio
Comunale e dalle polemiche che ne
sono derivate anche riguardo al Piano del commercio. Nell’ultima seduta
consiliare la maggioranza di centrodestra
ha presentato un ordine del giorno con il
quale si è tracciato un percorso chiaro e
definitivo verso la razionalizzazione del
commercio ambulante in città. In quella
sede è stato evidenziato, tra le altre cose,
un aspetto finora sottovalutato: il problema
dell’ambulantato è un qualcosa che viene
dal lontano, dai primi anni Novanta, quando le precedenti amministrazioni decisero
di smantellare tutte – ma proprio tutte – le
piazze-mercato di Molfetta. Basti ricordate piazza Baccarini, piazza Principe di Napoli, piazza delle Erbe, piazza Mentana,
piazza Immacolata, piazza San Michele e
infine piazza Paradiso: erano poli mercatali di grande importanza che oggi purtroppo
non esistono più. Lo dico non per attribuire colpe a qualcuno, ma solo per fare capire a tutti che non si tratta di un problema
che nasce oggi, ma di una realtà concepita
da scelte sbagliate fatte in passato cui oggi
siamo chiamati a rimediare con soluzioni
definitive e serie. Ma è evidente che questa
premessa a qualcuno non piace.
Sulla stampa locale si è parlato di “gazzarra” in aula. In Consiglio Comunale
abbiamo assistito a un confronto serrato
e ruvido tra due parti politiche che hanno
visioni e soluzioni differenti. Non sono
mancati cinque minuti di tensione da entrambe le parti, tuttavia la situazione è
tornata immediatamente sul binario della
serenità grazie al tempestivo intervento
del presidente del Consiglio Comunale
Nicola Camporeale. Peccato, però, che
alcune ricostruzioni giornalistiche abbiano dato un’immagine non esatta di quanto
accaduto: del sindaco Azzollini sono state
pubblicate foto di repertorio risalenti a oltre un anno fa (senza che ciò fosse specificato), offrendo ai cittadini un’immagine
dei fatti volutamente distorta. Addirittura
c’è chi ha riferito di rischio “ambulanze”
e parlo di qualcuno che in quel momento
probabilmente non era nemmeno presente
in aula. È la prova definitiva che è in atto
il tentativo di cavalcare strumentalmente
l’argomento “ambulanti” non per risolvere
il problema, ma solo per attaccare l’amministrazione comunale.
Qual è l’atteggiamento assunto dall’amministrazione comunale di fronte alla
questione commercio ambulante? Il
piano del commercio finora in vigore fu
approvato prima che l’amministrazione
Azzollini si insediasse. Oggi ci cono tutte le condizioni per far sì che entro la fine
dell’estate sia presentato il nuovo piano.
Esso avrà come elemento cardine il rispetto
assoluto di tutte le norme in tema d’igiene
ambientale e decoro urbano. Voglio affermarlo una volte per tutte: igiene e decoro
sono elementi per noi imprescindibili, ovviamente. Allo stesso tempo, però, vogliamo evitare la desertificazione commerciale che costringerebbe i cittadini, anche i
più anziani, a fare la spesa esclusivamente
nei supermercati e nei centri commerciali.
C’è poi un’altra fetta di cittadini che non
vogliamo, e non possiamo, dimenticare:
mi riferisco a quelle persone che, avendo
avuto in passato problemi con la giustizia,
oggi cercano di reinserirsi nella società lavorando in questo settore. Non vogliamo
sottrarre loro la possibilità di lavorare onestamente.
In sintesi, l’obiettivo del Comune è riuscire a contemperare decoro e sviluppo
economico. A quale modello state pen-
sando? Chiariamo subito una cosa: chi
suggerisce il ritorno alle piazze-mercato
del passato finge di non sapere che servirebbero molti anni per ri-trasformare in
mercati pubblici quelle piazze dove nel
frattempo sono sorti giardini, giochi per
bambini e arredo urbano. Oltre a buttare
via i soldi già spesi, ne servirebbero altri
per far fronte a nuovi investimenti pubblici. Per cui insistere su questa soluzione
significherebbe, di fatto, rinviare a tempo
indeterminato la soluzione del problema.
Il sindaco e l’amministrazione comunale
prima di tutto hanno avviato un costruttivo
dialogo con i commercianti ambulanti per
individuare alcuni punti di convergenza,
primo fra tutti la necessità di esercitare la
vendita di frutta e verdura in postazioni
misurate e belle da vedere, senza che si
vada oltre gli spazi pubblici assegnati. Parallelamente stiamo concludendo i lavori
di riqualificazione di piazza Minuto Pesce
mentre molto presto partiranno quelli di
piazza Gramsci. Il nuovo piano del commercio conterrà anche una rimodulazione
dell’intero sistema del mercato settimanale. Questo significa per noi attuare un modello di “mercato diffuso”: offrire servizi
ai cittadini sia in centro che in periferia.
È possibile pensare a una collaborazione con altre forze politiche? Certo, non
rinunciamo mai a un confronto di idee con
l’opposizione. Tuttavia, finché dall’altra
parte si butterà fango contro sindaco e amministrazione, temo che assisteremo ancora a prove di sterile demagogia.
La replica di Guglielmo Minervini
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L’assessore regionale, un tempo sindaco della città, chiamato in causa dell’attuale amministrazione ha risposto
alle accuse rivendicando le scelte del passato e “bocciando” la strategia di Azzollini.
Guglielmo Minervini, oggi assessore
regionale alle infrastrutture strategiche e
mobilità e in passato sindaco della città,
non poteva non replicare alle accuse piovutegli addosso e così ha affidato la sua
replica ad una nota stampa. “Sbagliare
è umano, ma l’ottusità nell’errore, no”
ha detto Minervini. “Quella è indice di
scarsa intelligenza. L’amministrazione
comunale continua ad indicare, come
causa del fenomeno del commercio ambulante selvaggio esploso a Molfetta, i
lontani anni ’90. Allora, a seguito di una
coerente pianificazione, il commercio
ambulante fu canalizzato verso le soluzioni moderne del posto fisso, attraverso
la realizzazione di “vie commerciali” distribuite nel tessuto urbano, e dei grandi
poli mercatali a levante (Piazza Gramsci) e ponente (piazza del Mattatoio)
della città. La scelta – prosegue Miner-
vini – fu ragionata e consensuale: per la
prima volta si pianificava e si realizzava
un vasto ridisegno del commercio anche ambulante senza l’intervento delle
forze dell’ordine. Il giorno in cui furono
chiuse Piazza Mentana e Piazza Principe di Napoli non servirono nemmeno i
vigili urbani: c’era una strategia e c’erano regole chiare e uguali per tutti, c’era
un’amministrazione che arbitrava tra gli
interessi dei cittadini e quelli degli operatori. Quell’azione ha funzionato: a Molfetta ha garantito una buona offerta commerciale e soprattutto una rete di piccolo
commercio adeguata, civile, moderna,
equa. Se si vuole rivedere il disegno del
piccolo commercio di prossimità anche
a seguito dell’espansione residenziale di
Molfetta lo si faccia. Ma senza contraffare gli argomenti. Il degrado di questi ultimi anni non ha alcun movente sociale:
se nuovi operatori volevano incrementare l’offerta di frutta e verdura potevano
farlo, con qualche sforzo e pochi adempimenti, semplicemente inserendosi in
un posto fisso, come hanno fatto tutti
gli altri commercianti onesti e rispettosi
delle regole. L’indecente degrado verificatosi ha solo una natura, purtroppo non
nuova a Molfetta: la forza che deriva
dalla prepotenza e dall’arroganza. Solo i
prepotenti arrivano a chiedere con forza
la sospensione delle regole amministrative, fiscali, igienico-sanitarie. Il fatto
grave è che questo fenomeno sia stato
prima lasciato crescere dall’attuale amministrazione comunale poi addirittura
politicamente coperto con un’ordinanza
sindacale che mette in ridicolo la magistratura e le forze dell’ordine. Il fatto di
una gravità inaudita è che l’amministrazione ha scelto di legalizzare l’illegali-
tà a scapito di quanti nel settore fanno
semplicemente il loro dovere, pagando il
fitto di un locale, conservando le merci
in buone condizioni, emettendo gli scontrini ai clienti, garantendo la traccia delle
provenienze dei prodotti che vendono ai
cittadini. Anche nell’ultimo Consiglio
Comunale l’amministrazione è sembrata paralizzata, forse anche impaurita, e
sotto lo scacco dell’arroganza di alcuni
degli ambulanti. Quando il sindaco perde libertà di difendere gli interessi della
città, il livello d’allarme deve diventare
massimo. La firma sotto un emendamento che impedisce di andare in pensione
anche dopo 40 anni di contributi si può
anche mettere allegramente e poi ritirare,
ma dalla spirale dell’illegalità, una volta
entrati, è difficile uscire. Molfetta questi incubi li ha già vissuti. Molte volte.
Troppe”.
Politica
giovedì 8 luglio 2010
Ambulanti: “Un’area mercatale
per risolvere il problema”
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La
propone
il
segretario del Partito
Giovanni Abbattista.
Il blitz nei confronti del commercio molfettese, effettuato l’8 giugno
dai Carabinieri dopo ampie indagini
della magistratura, ha senz’altro segnato uno dei momenti più negativi
per la storia di Molfetta, città ormai
poco avvezza al rispetto delle regole.
Numerosi posteggi ambulanti divenuti ormai fissi sono stati smantellati e parecchi negozi di frutta e verdura sono stati costretti dalle forze
dell’ordine a non esporre all’esterno dell’esercizio i propri prodotti.
L’operazione dei Carabinieri, che
per molti è sembrata liberatoria, ha
comunque lasciato senza lavoro parecchi venditori che dall’ambulantato traevano sostentamento per se
stessi e per la proprie famiglie. Probabilmente è stata questa una delle
motivazioni che ha spinto il sindaco Azzollini ad emettere nei giorni
successivi al blitz un’ordinanza che
di fatto ripristina temporaneamente, spostandole di qualche metro, le
postazioni ambulanti in attesa del
prossimo 30 settembre, data in cui il
Comune si è impegnato ad approvare
il nuovo Piano del Commercio. Naturalmente e immediatamente si è innescata la polemica fra maggioranza
e opposizione circa la questione che
ormai si trascina da troppo tempo. I
toni sono stati da subito roventi e non
sono mancate parole grosse volate
specialmente durante il Consiglio
Comunale del 26 giugno. In quella
seduta, infatti, violento è stato lo
scontro verbale fra i rappresentanti
del Partito Democratico da una parte,
Giovanni Abbattista e Mino Salvemini, e gli esponenti della maggioranza
dall’altra, Angelo Marzano e il sindaco Antonio Azzollini. Il segretario
cittadino del PD Abbattista è tornato
sulla questione. “Vorrei evitare di
alimentare uno scontro, quello accaduto durante il Consiglio – ha esordito il rappresentante PD – che non è
Democratico,
stato un belvedere. Noi esprimiamo
un giudizio negativo fatto con la pacatezza che ci contraddistingue ma ci
rendiamo conto che la maggioranza
con il suo atteggiamento ha difficoltà a rispondere alle osservazioni che
noi facciamo”. “Un tema scoppiato –
ha continuato Abbattista puntando il
dito contro l’Amministrazione – non
per colpa della sinistra ma per colpa
delle azioni della destra corrette dal
blitz della magistratura”. Al consigliere del PD non piace minimamente il clima bollente che si è venuto a
creare in città specialmente dopo le
dichiarazioni del vice coordinatore
cittadino del PdL che ha accusato la
sinistra di aver remato contro negli
ultimi anni ed essere stata soltanto
da ostacolo, come nel caso del Porto,
a tutti buoni propositi della maggioranza. Dal canto suo il PD, stizzito
da queste accuse, vorrebbe delle soluzioni concrete da questa Amministrazione condividendo con la stessa
la necessità di salvaguardare il posto
di lavoro dei venditori ambulanti. Per
il PD la priorità adesso, mettendo da
parte le polemiche, è soltanto quella
di localizzare un’area mercatale cittadina in cui dirottare questi lavoratori per assicurare loro un posteggio
nel pieno rispetto di tutte le norme.
Eventuali zone da destinare agli ambulanti potrebbero essere individuate in box comunali non ancora assegnati o meglio ancora individuando
uno spazio adatto all’interno della
nuova area di espansione. Così facendo, secondo Giovanni Abbattista,
la creazione di un sistema di commercio mercatale in città sull’asse
“piazza Gramsci-ex Mattatoio-area
di espansione” offrirebbe alla città
un’ottimale offerta di prodotti e potrebbe risolvere finalmente l’annoso
problema dell’ambulantato.
Francesco Tempesta
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8
politica
giovedì 8 luglio 2010
SEL sarà il “collante” del centrosinistra?
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Ottimi riscontri dopo il primo incontro pubblico organizzato a Palazzo Giovene.
Importanti scenari si sono aperti sul
panorama del centrosinistra molfettese,
e non, dopo l’incontro organizzato da
Sinistra Ecologia Libertà (Sel) alcuni
giorni fa. Un appuntamento importantissimo che ha consolidato le basi di una
futura coesione fra i vari partiti centristi
e di sinistra, da interporre allo strapotere della destra degli ultimi anni. “C’era
per la prima volta una partecipazione
molto composita, presenze importanti
e significative di culture diverse” ha
affermato Tommaso Minervini commentando l’esito dell’incontro e sottolineando come il tutto adesso carichi di
impegno il nuovo cammino intrapreso.
Per Minervini, uno dei fattori positivi
della manifestazione è stata la massiccia presenza di associazioni ambientaliste ormai alla ricerca di un una sorta
di percorso politico che marchi la difesa dell’ambiente. Ma non va trascurata
nemmeno l’importante partecipazione
dei ragazzi della Fabbrica di Nichi, una
realtà complementare a Sinistra Ecologia Libertà e che costituisce una nuova
modalità di partecipazione la quale sta
prendendo sempre più piede in Italia
riavvicinando la gente alla politica.
Elemento importante per il nuovo cammino di Sel è inoltre la presenza di un
sindacato, la Cgil. “Questo non fa che
rafforzare il processo politico, concentrandolo anche sui temi scottanti del
lavoro che da sempre sono una delle
priorità per la Sinistra” ha affermato
concludendo lo stesso Minervini. Per
il segretario cittadino del PD Giovanni
Abbattista, il bilancio dell’incontro organizzato da Sel è assolutamente in linea con l’ultimo congresso organizzato
dal Partito Democratico. “Sel, PD e Rifondazione comunista – ha affermato lo
stesso Abbattista – sono pronti per un
percorso politico comune in vista delle
prossime elezioni comunali molfettesi
del 2013. Occorre fare uno sforzo – secondo il rappresentante del PD – al fine
di estendere il progetto alla società civile per andare oltre il tradizionale perimetro del centrosinistra: così facendo
non avremo difficoltà ad intercettare
elettori che non votano per il centrosinistra ma che si sono accorti dei risultati negativi dell’attuale Amministrazione di Destra”. Per Abbattista, al fine
di attuare questo ambizioso progetto,
l’intero centrosinistra deve cominciare
a cambiare, a mettersi in gioco, sperimentando nuovi linguaggi continuando
comunque a mantenere i propri valori.
Solo così – per il segretario PD – nel
2013 si potrà avere la possibilità di raggiungere quel 45% di elettori che non
si è recato alle urne durante l’ultima
tornata regionale. Anche il segretario
cittadino di Rifondazione Comunista
Beppe Zanna ha valutato positivamente
l’iniziativa di Sel “nel momento in cui,
risultati elettorali alla mano, la destra è
minoranza in città” anche se per lo stesso la strada per una futura coesione è
ancora lunga. “Il mettere insieme tutto
e il contrario di tutto non porta ad alcun risultato, come i due governi Prodi
e il misero naufragio di coalizioni, che
avevano come unico collante l’essere
contro Azzollini, hanno dimostrato, a
livello nazionale e locale. Senza progetti contenuti e idea condivisa di sviluppo della città non ci può essere alcuna alternativa alle destre” ha affermato
Zanna che auspica un cambiamento di
mentalità e soprattutto della concezione
della parola “modernità” da parte degli
altri movimenti di Sinistra. “La stessa
modernità – ha detto continuando – che
ha portato il centrosinistra, al governo
della città negli anni ’90, a progettare
un’espansione abnorme della zona industriale, sottraendo territorio all’agricoltura e alla creazione di un polo della
grande distribuzione, direttamente responsabile della crisi, di uno dei settori
tradizionalmente trainanti dell’economia molfettese, il commercio di prossimità”. Per Zanna un percorso unitario
nel centrosinistra è possibile ma prima
“occorre liberarsi da incrostazioni nuoviste e moderniste”.
Francesco Tempesta
Giudice e giudicato: si può?
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Piano del Commercio: Gianni Porta denuncia un conflitto di interessi.
La spinosa questione del Piano del
Commercio, e di tutti gli annessi e
connessi, sembra negli ultimi tempi
irrompere prepotentemente sul palcoscenico politico molfettese per conquistarne il ruolo di protagonista; un
monopolio dell’attenzione pubblica in
parte sì giustificato, e che si spera possa trovare per questo capitolo un epilogo “felice” e concordante per le parti
politiche in campo, ma soprattutto per
la città intera, ma che rischia di far
passare in sordina questioni e decisioni di altrettanta rilevante importanza.
Una tra tante la Delibera n. 132 del 4
giugno scorso della Giunta Comunale, un’eco che si sarebbe smarrita tra
lo stridore circostante ma che è stata
ben captata dal consigliere comunale
di Rifondazione Comunista, Giovanni Porta. Con tale Delibera si rinnova
ad una commissione di professionisti
l’incarico per l’istruttoria delle pratiche relative al rilascio delle autorizza-
zioni paesaggistiche; incarico, questo,
in passato ricoperto dall’amministrazione regionale e che la stessa, con
Delibera n.327 del 10 febbraio 2010
della Giunta Regionale, ha nuovamente delegato ad alcuni comuni che presentavano determinati requisiti, tra cui
compare per l’appunto il Comune di
Molfetta che, precisiamo, ha già beneficiato di tale delega lo scorso anno per
un periodo di tempo che andava dal 25
febbraio 2009 al 31 dicembre 2009.
Con la Delibera n. 132 della Giunta
Comunale, quindi, è stata riconfermata la precedente commissione formata
dai medesimi professionisti. Sembrerebbe non esserci alcunché di strano,
se non fosse, come sottolinea il consigliere Porta, che all’interno della
commissione è presente un membro,
l’architetto Giambattista Del Rosso,
cui è stato precedentemente affidato dal Dirigente del Settore Territorio, con Delibera n. 19 del 4 febbraio
2010, l’incarico di collaborazione e
redazione di uno studio specialistico
per l’ottenimento del parere paesaggistico e dell’autorizzazione paesaggistica, per il progetto di riqualificazione urbana di Corso Umberto e Largo
S. Angelo. Sovrapposizione di ruoli,
o si può chiaramente parlare di conflitto d’interessi? Colui che propone
quello studio è la stessa persona che
successivamente all’interno dell’organismo preposto lo valuta e lo approva, sorvolando quelli che dovrebbero
essere elementari criteri di obiettività.
Ma non è tutto, nella Delibera n. 132
sembrerebbe presente un’altra strana anomalia. Il nuovo contratto va a
“completare” il precedente contratto,
sottoscritto il 25 febbraio 2009 e della
validità di 55 giorni (dal 1 gennaio al
24 febbraio 2010), essendo rinnovato quindi dal 56° giorno (25 febbraio
2010) e per altri 365 giorni. Come
tutto ciò può essere possibile? Come
può il nuovo contratto coprire un arco
di tempo in cui il Comune di Molfetta
non era beneficiario della delega della
Regione Puglia per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica? Si potrebbe dedurre, conseguentemente, che i
professionisti della commissione dovrebbero ricevere un compenso relativo anche a quel periodo di inattività,
ma solo l’amministrazione comunale
potrebbe sciogliere questo dubbio.
“Non è mia intenzione discutere la validità e la capacità del professionista
in questione, ravviso semplicemente
una inopportunità e conflittualità nel
ricoprire due ruoli differenti”, afferma
il consigliere Porta che, a tal proposito
e per avere delucidazioni sulla vicenda, ha nei giorni scorsi presentato una
interpellanza consiliare cui si auspica
possa giungere in tempi non remoti
una risposta.
Isabel Romano
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Cronaca
giovedì 8 luglio 2010
Furto con “spaccata” al Fashion
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Banda di malviventi fugge via con la cassa continua dello sportello bancario.
La zona artigianale della città sembra
proprio essersi trasformata in un vero
e proprio “bancomat” al servizio della
criminalità organizzata che non esita a pianificare azioni in grande stile
per impadronirsi di grosse somme di
denaro. Questa volta ad essere presa
di mira è stata la cassa continua dello
sportello bancario situato all’interno
del Fashion District Molfetta Outlet.
Come era già successo nel centro distribuzione Alta Sfera, oltre che nel
parco divertimenti Miragica e nel centro commerciale Mongolfiera, la banda
ha utilizzato un escavatore per aprirsi
un varco e poi asportare la cassa il cui
contenuto non è stato ancora quantificato. Dovrebbe comunque trattarsi di
una grossa cifra considerando gli incassi dei primi due giorni di saldi. I
malviventi, almeno sei persone a volto
coperto, sono entrati in azione attorno
all’una e mezza della notte tra domenica 4 e lunedì 5 luglio. A bordo di una
Wolksvagen Polo, di un’Audi di grossa cilindrata, di un camion e dell’escavatore, hanno raggiunto il centro com-
merciale e hanno sfondato il cancello
d’ingresso principale puntando subito
alla cassa continua posta ad una decina di metri dal punto dal quale erano
entrati. Di quanto stava avvenendo si
è accorta la guardia giurata che si trovava all’interno del Fashion District
per il consueto turno di controllo: il
vigilante ha tentato di raggiungere i
banditi ma gli è stato impossibile poi-
ché questi, avendo pianificato ogni
mossa, avevano parcheggiato la Polo
in maniera tale da impedire l’apertura della porta degli uffici. Questo
espediente non ha però scoraggiato
la guardia giurata che, dopo aver dato
l’allarme, è salita sul tetto del Fashion
e ha cominciato a sparare verso i rapinatori che a loro volta hanno risposto
al fuoco: sul terreno sono stati ritrovati i bossoli di ben 24 colpi sparati
dal vigilante e sei di fucile e quattro
di pistola esplosi dai malviventi. Nel
conflitto a fuoco nessuno è rimasto ferito. I banditi dopo aver asportato la
cassa si sono dati alla fuga utilizzando l’Audi e il camion. Ai carabinieri,
giunti sul posto pochi minuti dopo il
termine dell’azione malavitosa, non
è restato altro da fare che avviare le
indagini partendo dal racconto della
guardia giurata e dall’analisi dei filmati del sistema di videosorveglianza.
Sequestrata anche la Polo, abbandonata sul posto e risultata rubata a giugno
del 2009 a Noci e l’escavatore rubato
pochi mesi fa ad Acquaviva.
Attualità
giovedì 8 luglio 2010
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Lavori a Torre Gavetone: proprio ora?
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Utili gli interventi che però potevano essere realizzati prima dell’inizio della stagione balneare.
Da sempre il tratto di mare antistante
Torre Gavetone è finito sotto la lente
d’ingrandimento per via della pericolosità delle sue acque, dovuta alla
accertata presenza di ordigni bellici
risalenti all’ultimo conflitto mondiale. Questa volta però la polemica su
quello specchio di mare si è accesa in
seguito all’inizio dei lavori di riqualificazione della spiaggia. I lavori, voluti e finanziati dalla Provincia di Bari,
rimetteranno a nuovo un pezzo di costa molto gettonato dai bagnanti, rendendolo sicuramente più fruibile con
l’abbattimento delle barriere architettoniche, la realizzazione di un nuovo
percorso e il riciotolamento della battigia. Quindi, a conclusione degli interventi, le automobili, che alcuni sono
abituati a parcheggiare a pochi metri
dal mare, dovranno essere lasciate nel
parcheggio antistante mentre i disabili potranno finalmente usufruire della
spiaggia con maggiore sicurezza. Fin
qui nessuna obiezione nei confronti di
un’operazione che avrà un sicuro e futuro riscontro positivo per la città. La
tempistica dei lavori però lascia molto
a desiderare. Perché aprire un cantiere
nel mese di maggio, proprio a ridosso
della stagione balneare? La conferma che la situazione venuta a crearsi
non è delle migliori arriva proprio dal
comportamento dei bagnanti. Questi,
infatti, incuranti dei lavori in corso,
penetrano all’interno del cantiere pur
di raggiungere il mare. Del resto non
hanno tutti i torti dato che la spiaggia
del Gavetone è una delle poche fru-
ibili in città. In caso di malaugurati
incidenti che ne sarebbe però responsabile? Domanda che evidentemente
la Provincia di Bari non si è posta
quando, dopo i lunghissimi tempi burocratici, lo scorso maggio ha portato
le ruspe sulla spiaggia. Stizzito per la
situazione è il responsabile provinciale di Marevivo, Onofrio Allegretta,
che è stato il primo a denunciare la
situazione paradossale in quella zona.
L’associazione si è detta contraria ai
modi e soprattutto ai tempi di realizzazione dei lavori lungo quel tratto di
litorale. “Vediamo positivamente – ha
affermato Allegretta – le attività di ripristino del litorale ma è impensabile
aprire un cantiere proprio nel mese di
maggio. Il Gavetone ed i suoi fruitori
– ha aggiunto lo stesso – già abbondantemente danneggiati dalla presenza degli ordigni, devono digerire
anche quest’altro disagio; siamo convinti che la riqualificazione debba iniziare anche dal mare con la protezione
della Poseidonia, il suo ripristino e la
sua ripiantimazione”. Parole che anche questa volta sono lo specchio delle condizioni delle spiagge molfettesi
ormai degradate e orfane della Poseidonia, la pianta nursery del mare che
protegge le coste dalla furia delle acque. Non a caso Molfetta è inserita nei
piani europei per la protezione della
specie vegetale ma probabilmente chi
di dovere non è ancora al corrente di
questo.
Francesco Tempesta
12
Attualità
giovedì 8 luglio 2010
Un parco naturalistico a Lama Cupa?
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L’amministrazione ha presentato un progetto per ottenere i fondi dell’Unione Europea.
Un parco naturalistico all’interno di
Lama Cupa si può. Lo ha reso noto negli scorsi giorni il Comune di Molfetta. Il progetto da sempre voluto in città
non è mai stato preso in considerazione concretamente per via di una serie
di cavilli burocratici. Rimangono comunque i dubbi sull’entità dell’impatto ambientale che la realizzazione di
un percorso tematico potrebbe arrecare ad un ambiente tanto delicato quale
quello di una lama. Le lame non sono
altro che solchi perpendicolari alla costa che hanno il naturale compito di
presenta una serie variegata di specie
vegetali e animali. Un pezzo di città di
sicuro interesse naturalistico ma molto
delicato. Ecco perché si auspica che si
valuteranno tutti i pro e i contro per
non rischiare di rovinare uno dei pochi
posti ancora incontaminati a Molfetta.
Il progetto per la realizzazione di un
percorso escursionistico lungo l’alveo
di Lama Cupa è stato redatto dall’ingegner Francesca Caldarola ed è stato
approvato dalla riunione di Giunta del
4 giugno scorso. Adesso l’ambizioso
convogliare le acque provenienti dalla “parco” verrà candidato al finanziaMurgia. È stata proprio la forza delle
acque a scavare queste profonde ferite, divenute con il tempo assai fertili
e frequentate dall’uomo fin dall’epoca
preistorica. Lama Cupa, una delle numerose lame cittadine, denominata anche Lama Martina a seconda del tratto,
taglia il territorio molfettese provenendo da quelli di Bitonto e Terlizzi. La
“ferita” sfocia in località “Prima Cala”
dove diventa ancor più profonda ed
evidente. La lama stupisce per il suo
singolare ed unico micro habitat che
mento europeo POFESR per il reperimento dei fondi e per la definitiva
approvazione. Il Comune di Molfetta
dal canto suo si impegna a finanziare
il 25% dei lavori, pari ad un importo
di 100.000 euro. Un impegno non da
poco che sottolinea quanto stia a cuore dell’Amministrazione permettere la
fruibilità del polmone verde cittadino,
quello di Lama Cupa, non molto conosciuto fra i cittadini stessi e ancora
poco considerato.
Francesco Tempesta
Attualità
giovedì 8 luglio 2010
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Pesca: la parola all’esperto
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Abbiamo raccolto il parere del dottor Roberto Carlucci, ricercatore presso il Dipartimento di Biologia Animale
ed Ambientale dell’Università degli Studi di Bari.
I pescatori sono ritornati al lavoro dopo
aver contestato il Regolamento Comunitario n. 1967/2006 che ordina di portare a 4 centimetri le maglie del sacco a
forma quadrata e a 5 centimetri quelle
romboidali. Dal 3 al 31 agosto andrà
in vigore il fermo biologico. Il primo
settembre sicuramente si ritornerà a
parlare del caso pesca. Quali sviluppi si
avranno? L’articolo 9 comma 3 ci consente entro il 2012, se ci saranno le condizioni favorevoli per la Commissione
Europea, di riaprire il caso ed eventualmente ottenere delle modifiche. Nel
frattempo il ministro delle Politiche
Agricole Galan, durante l’audizione del
15 giugno scorso, ha puntualizzato che
non ci saranno ulteriori deroghe, anzi
ha invitato tutte le associazioni dei pescatori, operatori ed esperti a collaborare con l’Unità di crisi costituitasi presso
il Ministero per trovare soluzioni sostenibili sia per salvare la fauna marina
che per rendere equo il provvedimento
anche per gli Stati Extra Comunitari
che usano reti non convenzionali. La
stampa ha dato ampio spazio al problema facendo nascere un dibattito tra politica, associazioni e consumatori che
chiedono chiarimenti. Ci siamo rivolti
al dottor Roberto Carlucci, ricercatore
presso il Dipartimento di Biologia Animale ed Ambientale dell’Università degli Studi di Bari e membro del direttivo
Necton e Pesca della Società Italiana di
Biologia Marina.
Dottor Carlucci, lei spesso s’imbarca
con il suo team di ricerca per conto
dell’Università di Bari. Le chiediamo: cosa è successo ai nostri mari di
così grave da spingere il Consiglio
Europeo ad emanare un Regolamento così restrittivo? Il regolamento
1967/2006, la cui applicazione, dopo
4 anni di successive deroghe, suscita
malumori e finalmente dibattito nella
comunità dei pescatori, non è un atto
amministrativo imprevisto. Infatti, tale
regolamento ha indicato in data 1 luglio
2008 una modifica alla forma della maglia al sacco della rete adoperata dalle
imbarcazioni a strascico, operanti nelle
acque del Mediterraneo sotto la bandiera degli Stati Membri dell’Unione Europea, al fine di incrementare la selettività dell’attrezzo di pesca e garantire la
sostenibilità del prelievo delle risorse
alieutiche. In buona sostanza, si agisce sulla rete per consentire la sopravvivenza degli esemplari più giovani e
spesso immaturi, consentendo loro di
raggiungere una taglia/peso maggiore e
contribuire, una volta raggiunta la maturità sessuale, ad incrementare l’abbondanza di pesci, crostacei e cefalopodi. Come vede, il fine perseguito dal
Regolamento Comunitario attraverso le
sue indicazioni non è quello di contrastare le imprese di pesca quanto, piuttosto, di salvaguardare gli stock sfruttati
dal prelievo, aumentare le loro abbondanze in mare e garantire un’opportunità di impresa alle generazioni future
di pescatori.
Se il punto maggiormente contestato
dai pescatori è il problema della misura e della forma del sacco della rete
a strascico, ci spieghi dal punto di vista tecnico, la differenza fra la rete
a maglia quadra e quella romboidale.
I pescatori hanno dichiarato che con
l’uso delle nuove reti si arriva a una
perdita sul pescato fino al 50% .Quali sono i pesci che sfuggono alla cattura? Quali sono gli effetti che produce
sul pescato? Le differenze esistono e
sono accettabili tenendo in conto gli
obiettivi di incremento della selettività
della rete a strascico e della sostenibilità delle catture previsti dalla Politica
Comune della Pesca in UE. A questo
proposito, vorrei tranquillizzare, sulla
base di numerose prove scientifiche,
la comunità dei pescatori a strascico.
Infatti, molto difficilmente si realizzeranno riduzioni di pescato così elevate. Il passaggio da una maglia di forma
romboidale a quella quadrata di pari
dimensione garantisce, data la nuova
geometria e le linee di forza che scaturiscono durante il traino dell’attrezzo,
che la maglia stessa non subisca stira-
menti e rimanga sempre aperta durante
l’attività di pesca. La taglia di prima
cattura di nasello e triglia, importanti
risorse dello strascico, viene così certamente incrementata. Tuttavia, vorrei
sottolineare che per entrambe le specie è prevista dalla normativa una taglia minima di sbarco rispettivamente
pari a 20 e 11 centimetri di lunghezza
totale. Analogamente, per lo scampo
e per il gambero bianco, le modifiche
nella forma della maglia consentiranno
di risparmiare, nell’immediato, esclusivamente gli esemplari con taglie più
piccole, i quali dopo qualche mese raggiungeranno dimensioni maggiori con
rese economiche certamente migliori a
favore del comparto pesca.
Alcuni opinionisti sono dell’idea che
il provvedimento in discussione non
renderà mai la pesca dell’Adriatico sostenibile. E neppure il tempo
ordinario del fermo biologico sarà
sufficiente a far ripopolare la fauna
marina. Qual è la sua opinione a riguardo? La pesca è un’attività economica molto importante in UE e lo
sfruttamento sostenibile delle risorse
alieutiche è un argomento estremamente complesso. Diffiderei delle opinioni
disfattiste troppo spesso proclamate
senza nessun supporto tecnico-scientifico! Le risorse biologiche marine vivono in stretta relazione fra di loro secondo cicli naturali. Lo sviluppo tecnologico ha consentito lo sfruttamento di
queste risorse ben al di là delle naturali
capacità di rinnovamento degli stock e
sempre più frequentemente si parla di
overfishing, in Italia come nel resto del
mondo. Ora è quanto mai indispensabile correggere le distorsioni secondo
un approccio precauzionale che preveda una profonda conoscenza dei cicli biologici delle specie ittiche target,
oltre che della struttura e funzione che
ogni specie ha all’interno di un ecosistema marino. A tal proposito, una rete
a strascico più selettiva garantisce una
maggiore sopravvivenza anche a quelle
specie demersali che sono accidental-
mente catturate e che non essendo di
alcun interesse commerciale vengono
rigettate ormai morenti come scarto di
pesca. Analogamente, un periodo di sospensione dell’attività di pesca, quale il
cosiddetto fermo biologico, ovvero le
zone di tutela biologica ZTB, diminuiscono per qualche tempo o in una ben
delimitata area, lo sforzo di pesca favorendo il ripopolamento degli stock ittici
oggetto di prelievo e producendo benefici sull’intera comunità demersale.
Per ultimo, i pescatori hanno dichiarato che si sentono abbandonati dalle Istituzioni e non vedono soluzioni
all’orizzonte. Il ministro Galan ha
chiesto la collaborazione scientifica.
In conclusione, la scienza potrebbe
dare delle risposte rassicuranti ai
nostri interlocutori? Il mondo della
ricerca e soprattutto l’istituzione universitaria è da sempre al servizio della
comunità. Infatti, dal 1985 a tutto oggi,
numerose sono state le ricerche scientifiche e le campagne in mare realizzate
dai ricercatori universitari per conto
del Ministero delle Politiche Agricole
e Forestali per la valutazione delle abbondanze delle risorse alieutiche distribuite nei mari italiani. In particolare,
sottolineo la ricchezza di informazione
scientifica disponibile in Puglia, sia per
il versante Adriatico che per il Mar Ionio, dove da anni sono al lavoro team di
ricerca di rilevanza internazionale. Allo
stato attuale, è più che mai necessario
intensificare gli sforzi affinché si realizzi il trasferimento di queste conoscenze
verso gli operatori del settore, magari
attraverso la stipula di protocolli di intesa con le associazioni di categoria per
la realizzazione di corsi di aggiornamento. In un contesto di questo genere
sarebbe infatti più naturale analizzare i problemi che affliggono il settore
pesca, realizzare il trasferimento delle
informazioni scientifiche frutto della
ricerca e individuare i meccanismi che
disinnescano preventivamente gli allarmi di questi giorni.
Pantaleo de Trizio
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Attualità
giovedì 8 luglio 2010
Blue Mission di Marevivo: riflessioni sul mare ed altro
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L’appuntamento organizzato dall’associazione ambientalista ha aperto numerosi temi di discussione.
Osservata attentamente, la superficie
del mare è un caleidoscopio mobile di
forme e colori che, a seconda del vento, delle correnti e della distanza dalla costa, mutano di continuo, si susseguono rapide, diventano altro, poi
altro ancora, rivelando insospettabili
e sconosciute forme di vita animale e
vegetale come, ad esempio, la Posidonia oceanica, specie protetta, dai frutti detti “olive di mare”, le cui foglie,
con il movimento delle onde, arrivano sulle spiagge sotto forma di sfere
brune, comunemente chiamate “palle
di mare”. Decine di bambini e adulti
le hanno ammirate e, forse, viste per
la prima volta domenica 27 giugno,
in località Prima Cala a Molfetta, durante la prima giornata che l’associazione ambientalista Marevivo, nata
in Italia nel 1985 e riconosciuta con
D.M. del 20/2/87, ha dedicato alla
Blue Mission, campagna di educazione e cultura ambientale, soprattutto
marina, rivolta in particolar modo ai
giovani per stimolarli a vivere, attraverso la conoscenza e l’informazione,
un rapporto corretto e consapevole
con il mare che, non dimentichiamo,
ricopre il 70% della superficie terrestre, produce l’80% di ossigeno,
assorbe 1/3 del CO2, e si configura,
quindi, come elemento essenziale per
l’equilibrio dell’ecosistema. Durante la mattinata, dopo la pulizia della
spiaggia da parte dell’ASM, che ha
provveduto a liberare la battigia da
cumuli di detriti e di alghe, Onofrio
Allegretta, presidente della sezione
provinciale di Marevivo, l’unica nel
meridione, attiva a Molfetta dal 2007,
Raffaele Annese, della neonata Poseidon Blu Team, associazione sportiva
dilettantistica per gli appassionati degli sport acquatici e subacquatici, ed
altri volontari hanno intrattenuto bagnanti, appassionati, cultori del mare
e non, inizialmente indifferenti e poi
via via sempre più interessati, con la
distribuzione di opuscoli e materiale
informativo e con l’illustrazione della
“valigia del mare”, contenente piccoli
e vari esemplari di flora e fauna marina ma anche prodotti inquinanti come
le candele delle auto spesso usate per
pescare polpi e poi rinvenute sui fondali. Si è trattato di una manifestazione spartana e spontanea, essenziale,
dal semplice carattere divulgativo,
effettuata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del mare, il
trasporto delle sostanze pericolose, la
strage dei cetacei, i metodi di pesca
illegali, la distruzione e l’abbandono
in acqua di sostanze tossiche. Non
c’erano tartarughe marine da mostrare né telecamere o teleobiettivi in cui
guardare, soprattutto mancavano i
rappresentanti delle istituzioni, della
politica, delle altre associazioni ambientaliste, il fronte vivo e compatto
che dovrebbe legare i cittadini alla
città, lì in uno dei punti nevralgici e
simbolici di Molfetta come la Prima
Cala, terra di tutti e di nessuno, spiaggia di frontiera, bivacco estivo e not-
turno ai limiti della decenza e della
legalità. Nei giorni precedenti avevamo già incontrato Onofrio Allegretta
che ci aveva parlato delle difficoltà
e dei tentativi dell’associazione di
instaurare contatti con l’amministrazione comunale e con lo stesso sindaco Azzolini, mostrandoci le lettere
di sollecitazione e di invito inviate
a quest’ultimo in diverse occasioni,
come quella datata 8 giugno 2010 e
rimasta anch’essa senza risposta, con
la quale si chiedeva il patrocinio e
la partecipazione attiva all’iniziativa
“Blue Mission” mediante la stampa
e l’affissione di manifesti su plance
comunali. L’ostruzionismo subito da
Marevivo è spiegabile, secondo Allegretta, con certe prese di posizione assunte dall’associazione su temi scottanti (non specifica bene quali) e con
la mancanza di una figura di riferimento politico in Consiglio Comunale che
un tempo c’era e ne presentava bene
le istanze, tanto che, inizialmente,
l’Amministrazione aveva riconosciuto ed appoggiato, erogandole anche
un finanziamento di mille euro per un
“Natale in acqua”, la sezione locale
di Marevivo. Per quanto riguarda i
rapporti, completamente inesistenti,
con le altre associazioni ambientaliste della città, Allegretta lamenta una
totale mancanza di comunicazione e
collaborazione nonostante l’obiettivo
comune della salvaguardia dell’ambiente. A riguardo, da noi contattato,
Pasquale Salvemini, responsabile del
Wwf locale, ha dichiarato: “Non ero
a conoscenza dell’iniziativa di Marevivo, l’ho appresa dalla stampa, non
so in cosa consista. Credo sia fondamentale che ci siano attività sinergiche tra le varie associazioni ma che
queste debbano comunque mantenere
la loro piena autonomia organizzativa
nonché perseguire le finalità statutarie del singolo gruppo. La Prima Cala
rimane per il Wwf un delicato lembo
della città da custodire con cura perché l’abbiamo voluta a tutti i costi, il
Wwf ci ha investito tempo e denaro
per la piantumazione di centinaia di
alberi. Ora l’Amministrazione comunale deve scendere in campo per evitare episodi spiacevoli quali accampamenti abusivi continui, grigliate
estive e tendopoli gratuite. Mettiamo
a disposizione dei bagnanti un angolo ideale per una tintarella senza
sorprese”. La piena autonomia di cui
parla Salvemini non dovrebbe, però,
tradursi, a detta delle persone che abbiamo sentito (anche gente comune),
con il limitarsi a coltivare con cura ed
attenzione solo il proprio orticello o a
gestire in maniera personale e clientelare i rapporti con le istituzioni senza
impedirne o, addirittura favorendone,
in alcuni casi, scelte a danno della salute collettiva; le attività sinergiche a
cui egli accenna andrebbero, di fatto,
concertate e individuate ad un tavolo
comune permanente dove poter stabilire linee operative di collaborazione
e progettare forme mutualistiche di
autocontrollo, promozione e condivisione impedendo alle associazioni di
volontariato, soprattutto a quelle governative, di diventare, con il tempo,
delle vere e proprie corporazioni, con
finalità ben diverse da quelle formalmente dichiarate. Concludiamo riportando una scritta che non ha nulla a
che vedere con quanto detto finora ma
che abbiamo letto lì, con sorpresa, su
un muro (un’altra, assai carina, diceva: Don’t touch my hearth… ): “Che
differenza c’è tra amare e farsi male?”.
Per noi nessuna, ma forse è il caso di
pensarci. Domenica, 27 giugno, ore
11, località Prima Cala a Molfetta: riflessioni sul mare ed altro.
Beatrice De Gennaro
Decalogo
del Mare
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del mare
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Inchiesta
giovedì 8 luglio 2010
15
Dispensa, tavola e globalizzazione
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Il caso della “mozzarella blu” e la nostra spesa quotidiana.
Nelle ultime settimane la battuta più
ricorrente tra commensali è stata “ci
facciamo una bella mozzarella blu?”,
il riferimento, ovvio, al caso fragorosamente scoppiato in tutta Italia e che
ha coinvolto anche Molfetta con il suo
bel quantitativo di latticini colorati,
tredici tonnellate chilo più chilo meno,
trovato e sequestrato dai Carabinieri
del Nucleo Anti Sofisticazioni del comando provinciale di Bari all’interno
del centro distribuzione della Lidl,
situato nella zona artigianale della
città. Latticini, sia ben chiaro, mai
finiti negli scaffali dei supermercati o
sulle tavole dei consumatori. La Lidl
stessa, infatti, dimostrando la sua serietà aveva provveduto a bloccare la
distribuzione non appena il primo
caso di mozzarella contaminata era
stato segnalato a Torino. Si è trattato
quindi di un sequestro cautelativo:
impossibile dire se qualcuna di quelle
mozzarelle, dal nome italianissimo
ma prodotte e confezionate in Germania, avesse assunto la colorazione blu.
Colorazione causata dalla presenza di
un batterio, lo pseudomonas. Un caso
di cronaca “alimentare” che non interessa più di tanto Molfetta, se non
per semplici ragioni commerciali ma
che invece ci ha spinto a riflettere su
quanto sta avvenendo al nostro modo
di acquistare, su come cambiano le
scelte dei consumatori. Soprattutto
cosa finisce sugli degli scaffali dei negozi di alimentari dove abitualmente
ci rechiamo a fare spesa. La domanda
è: perché un molfettese dovrebbe acquistare in supermercato mozzarella
proveniente dalla Germania quando
in città esistono numerose attività
artigianali che vendono prodotti ottimi? E soprattutto cosa troviamo
nei supermercati più conosciuti della
città? Così abbiamo chiesto il parere
del direttore di uno dei più importanti
punti vendita cittadini, il supermercato Famila, quello di un produttore
artigianale, il signor Altamura del
caseificio omonimo e quello di due
esperti del settore, la biologa nutrizionista Annalisa Mira e il presidente
dell’Associazione Cuochi Baresi, Giacomo Giancaspro. Per questa volta
ci siamo limitati a parlare di mozzarella ed affini ma, lo stesso tipo
di ragionamento potrebbe essere esteso all’olio d’oliva proveniente dalla
Grecia, o agli ortaggi importati dalla
Tunisia, o ancora all’aglio cinese.
Per non parlare di vino, salumi, pasta
e tanto altro ancora. Insomma, sulle
nostre tavole “globalizzate” ormai
finisce di tutto e di più. E forse non
c’era bisogno della “mozzarella dei
Puffi” per capire come sia cambiato il
contenuto dei nostri frigoriferi e delle
nostre dispense passati dall’ospitare i
prodotti del contadino che vive sotto
casa alla frutta e verdura di grandi
aziende internazionali che della nostra cara vecchia agricoltura oramai
conservano solo nomi e immagini.
Magari falsificandoli. Per il bene del
mercato globale.
16
Inchiesta
Prodotti caseari: ci
possiamo fidare?
2122
Scegliere bene per tutelare
la salute e mangiare sano.
Latte e formaggi sono alimenti con un alto
valore nutrizionale in quanto fonti di proteine nobili, grassi facilmente digeribili,
sali come calcio e fosforo utili nell’accrescimento dei bambini o per combattere carenze nell’adulto. Come per tutti i prodotti
alimentari, però, le scelte e i metodi di produzione devono essere ben selezionati per
garantire il rispetto della salute del consumatore. In questi giorni l’attenzione è stata rivolta al caso della mozzarella blu che
diventa tale per una sostanza prodotta da
un batterio in presenza di ossigeno (ecco
perché si colora dopo l’apertura della confezione). Ma non bisogna dimenticare che
alterazioni o contaminazioni batteriche
non sempre determinano modificazioni
del prodotto in maniera così visibile. I prodotti caseari sono tra quelli più sensibili
alle contaminazioni perché terreno fertile
per la crescita batterica e a contraffazioni
dato il loro largo impiego, quindi diventa
importante essere certi della loro qualità.
Nella preparazione dei formaggi le fasi
sono lunghe: si parte dalla preparazione
del latte che può essere usato crudo o pastorizzato per l’eliminazione di eventuali
microrganismi patogeni e deve essere di
qualità; segue la coagulazione del latte in
cui viene fatta precipitare la caseina con la
formazione della cagliata; quindi la rottura
e la cottura di quest’ultima per i formaggi
a pasta cotta; infine formatura, pressatura, salatura e maturazione. Ogni fase può
essere soggetta a contaminazioni e quindi
deve essere sottoposta a rigidi controlli: i
formaggi più freschi sono i più a rischio
perché più ricchi di acqua e siero che favoriscono la crescita microbica e quindi
eventualmente anche di agenti dannosi.
Viviamo in un Paese in cui la produzione
di formaggi vanta una lunga storia ma almeno la metà delle confezioni in vendita
nei negozi è fatta con latte o addirittura con
cagliate importati dall’estero. I prodotti
DOP (Denominazione di Origine Protetta)
ci garantiscono la provenienza ma anche
prodotti artigianali della nostra terra e senza marchio possono essere una garanzia.
Per difenderci, una buona abitudine deve
essere quella di consumare prodotti di fiducia, di cui si conosce la provenienza anche del latte, controllare le date di scadenza, e soprattutto usare tutti i nostri sensi, tra
cui gusto e olfatto che servono proprio per
difenderci. E ricordarsi che spesso convenienza non coincide con sicurezza.
dott.ssa Annalisa Mira
Biologa Nutrizionista
A Molfetta la mo
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2123
Come si lavora nello storico caseificio di Pietro
Altamura.
A Molfetta, inquinamento e condizioni metereologiche permettendo, solo il cielo ed il mare sono blu, le mozzarelle restano bianche, anzi bianchissime, come le mani degli operatori caseari che
le lavorano secondo antiche tradizioni tramandate di generazione
in generazione. Il signor Pietro Altamura, titolare del caseificio a
conduzione familiare sito in via Molfettesi d’Argentina 28, produttore di mozzarelle e formaggi a pasta filata, le muove rapidamente
mentre, tra una parola e l’altra, serve i numerosi clienti ai quali
offre trecce, nodini, scamorze invitanti, dal profumo inimitabile
e unico, che in molti rievoca le stanze lontane dell’infanzia, fatte
di odori e sapori sempre più difficili da ritrovare. Ricordiamo che
la mozzarella è un prodotto caseario fatto unicamente di latte vaccino, caglio e sale, ottenuto dalla coagulazione intorno ai 37° di
latte crudo intero ad acidità naturale, talvolta termizzato, a volte
addizionato di sieroinnesto naturale o selezionato. “Consumiamo
400 o 500 litri di latte al giorno per produrre 40 o 50 chili di mozzarelle e formaggi. Il latte che ci viene consegnato il martedì e
il sabato con autobotti e giunge da aziende zootecniche murgiane
autorizzate e controllate, viene poi trasferito in cisterne coibentate
che possono contenerne anche 15 quintali. Il trasportatore lo acquista dall’azienda produttrice, noi lo acquistiamo da lui. È un latte
che proviene da una o due mungiture, che è stato filtrato con colino
a trama fitta o pulito con pulitrice centrifuga, poi posto in serbatoi
refrigeranti a 4 gradi”. Il signor Altamura ci guida nell’azienda,
ci indica le grosse cisterne e le apre, offrendoci lo spettacolo di
un mare bianco e denso dove vorremmo immediatamente tuffarci,
moderne Poppee amanti della pelle levigata e lunare. In questo
latte, però, addizionato di caglio liquido di vitello (15-30 ml per
quintale) non ci si tuffa: lo si riscalda, poi lo si coagula in un lasso
di tempo che va, a seconda dell’acidità del latte, dai 30, 40 minuti
fino ad un massimo di 60. Al rassodamento del coagulo segue,
dopo 15, 20 minuti, la rottura (meccanica nei grossi caseifici) che
è effettuata lentamente fino ad ottenere grani a dimensione di noce,
con grossi mestoloni di legno o con spini metallici. La cagliata viene lasciata riposare per 30 minuti durante i quali viene prelevato
il siero destinato all’innesto del giorno successivo, impedendo,
mediante immissione indiretta di acqua calda, che la temperatura
della massa scenda al di sotto di 30°. Poi si continua con la filatura, preceduta da prove per stabilire il giusto grado di maturazione
della pasta, che, se effettuata in maniera tradizionale, vede l’uso
di due bastoni di legno in recipienti di legno bassi e larghi da 6
a 7 quintali nei quali la pasta è filata con acqua a 85-90 gradi,
quindi con la salatura (per immersione in salamoia o per addizione
di sale durante la maturazione) e infine con il confezionamento. I
grossi caseifici confezionano il prodotto meccanicamente in buste
di carta pergamentata plastificata lasciando la mozzarella immersa
in acqua come liquido di governo; il prodotto destinato al mercato locale viene confezionato al momento della vendita in buste
di plastica con acqua. Il settore lattiero-caseario, uno dei motori
trainanti dell’industria agro-alimentare, è sottoposto al controllo
delle Regioni per le autorizzazioni di tipo igienico-sanitario e per i
molteplici aspetti di impatto ambientale, diretti o indiretti, connessi a tutte le fasi del processo produttivo, dall’ingresso delle materie
prime e dei materiali di consumo fino allo smaltimento dei residui
del prodotto e durante le attività di supporto. Il signor Altamura ci
dice che qui non vengono usate sostanze chimiche: i prodotti di
sanificazione o reagenti chimici, quando sono presenti nei caseifici,
dovrebbero, per legge, essere stoccati ed etichettati, in più il datore
di lavoro ha l’obbligo di conservare e mettere a disposizione del
personale le schede di sicurezza di tutti
gli agenti chimici presenti. I sistemi di
gestione di controllo sono basati sulla
valutazione di svariati elementi, come
le emissioni in atmosfera, il rumore, le
risorse idriche da utilizzare, i serbatoi
interrati, i sottoprodotti, i rifiuti ed i
reflui. La valorizzazione, in particolar
modo, dei reflui caseari, soprattutto
siero e scotta, consente di abbattere i
costi di smaltimento e rappresenta un
proficuo esempio di trasformazione di
uno scarto in una risorsa economica. È
proprio il caso di dire: non solo latte
dietro (ma dentro sì…) le mozzarelle.
Beatrice De Gennaro
giovedì 8 luglio 2010
ozzarella è bianca
17
ambienti umidi. Quindi il latte della
Germania sembrerebbe sicuro ma i
suoi prodotti tedeschi d’ora in poi un
po’ meno. Dopo il sequestro delle famose 13 tonnellate presso il centro di
distribuzione Lidl di Molfetta, sono
cominciate a volare ipotesi, alcune a
dire il vero al limite della diffamazione, su chi fossero in città i supermercati destinatari del carico. Si
è parlato di hard discount ma anche
di catene più o meno prestigiose che
sono da sempre attente alla qualità
dei prodotti offerti ai propri clienti.
E sono stati proprio questi ultimi a
chiedersi soprattutto di chi si sarebbero potuti fidare per i propri acquisti. Attualmente a Molfetta un pericolo reale di ritrovarsi le mozzarelle
blu nel piatto non dovrebbe sussistere
più. Lo ha assicurato il ministero delle Politiche Agricole e Forestali che
si è immediatamente affrettato, dopo
la scoperta del carico, ad effettuare
dei controlli a tappeto in tutti i supermercati, i negozi di alimentari e i
caseifici della città. Anche il direttore del vasto punto vendita “Famila”
di Molfetta, Enzo Caterino, ha voluto
rassicurare i molfettesi sull’entità del
rischio latticini infetti in città. Molti
supermercati molfettesi, infatti, acquistano prodotti caseari direttamente
da caseifici pugliesi o dell’Italia meridionale in genere, prodotti che sono
sottoposti a serrati controlli da parte
degli ufficiali sanitari del ministero
e delle Asl di competenza. “Presso
il Famila, per esempio – ha rivelato
Caterino – nessun tipo di mozzarella
di provenienza tedesca è venduta nei
banchi frigo. Si tratta di prodotti provenienti da importanti realtà locali
che da tempo e tradizionalmente proInvia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2124
ducono latticini quali Sanguedolce e
La conferma arriva dal direttore di uno dei più grossi punti vendita della città.
Montrone di Andria e Del Giudice di
Campobasso; la mozzarella di bufaLe mozzarelle dei “Puffi”, quelle blu molto più gustose e genuine moz- responsabile della strana colorazio- la, invece, arriva direttamente dalla
provenienti dalla Germania, sono zarelle del Sud. Alcuni caseifici lo- ne cianotica delle mozzarelle è lo sua patria, la Campania” ha affermaarrivate anche in città. Ecco l’en- cali importano soltanto il latte dalla “pseudonomas”, un essere infinitesi- to concludendo il direttore.
nesima dimostrazione che quando verde Germania. Non bisogna co- mamente piccolo che vive in scarse
Francesco Tempesta
scoppia un evento o un caso nazio- munque allarmarsi perché il batterio condizioni di igiene e predilige gli
nale, Molfetta non può mai essere da
meno e rimanere fuori dalle luci dei
riflettori. Scherzi a parte, la situazione per quanto riguarda la salute
dei consumatori, è sotto controllo.
Lo spavento e la suggestione verso
un fenomeno singolare e fuori dal
comune hanno quasi fatto scoppiare
una fobia in città e per un po’ si è temuto un crollo verticale del mercato
dei latticini. Si tratta comunque di un
paradosso per una terra che assieme
alla vicina Campania è la patria delle
mozzarelle. Sembra strano dirlo ma
la Puglia importa tonnellate e tonnellate di derivati del latte proprio dalla
Germania. Naturalmente la causa di
questo è da ricercare nelle logiche di
mercato che naturalmente collocano
la mozzarella tedesca ad un prezzo
nettamente inferiore a quello delle
Nei supermercati nessun rischio
18
Inchiesta
giovedì 8 luglio 2010
Cosa ne pensa un esperto
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2125
Il parere del presidente dell’Associazione Cuochi Baresi, Giacomo Giancaspro.
SPAZIO AUTOGESTITO A PAGAMENTO
Il caso della “mozzarella blu” ha
allertato non solo chi consuma latticini a volontà, ma chiunque si rechi al supermercato per far spesa
e acquistare un prodotto alimentare. Abbiamo incontrato Giacomo
Giancaspro, presidente dell’Associazione Cuochi Baresi ed esperto
di gastronomia per sentire il parere
di un professionista. “Il problema
della mozzarella blu – ci ha detto
– è molto semplice: noi da anni ne
stiamo parlando e come associazione e come consumatori, portando
avanti uno slogan mirato “Mangiare con il territorio”, uno slogan,
questo, adottato per far comprendere a tutto il territorio, non solo ai
professionisti del gusto, che dobbiamo cercar di valorizzare i prodotti locali e non quelli importati
favorendo così l’ecologia, il chilometro zero, l’economia e quant’altro”. Oggi giorno la gente preferisce il prodotto importato ad un
prodotto artigianale solo ed esclusivamente per un fattore economico, in quanto il primo ha un costo
di gran lunga inferiore all’altro;
ecco perché un prodotto deve avere
il giusto prezzo alla giusta qualità,
anzi, uno dei criteri fondamentali
per poter individuare la qualità di
un prodotto è sicuramente il prezzo. “Altro punto essenziale su cui
si basa il caso della mozzarella blu
– aggiunge Giancaspro – è legato
all’educazione al gusto dei consumatori: molta gente, a causa della
forte crisi economica in cui ci troviamo, non presta molta attenzione
al prodotto che sta acquistando, limitandosi solamente a prendere in
considerazione solo il prezzo, non
leggendo, dunque, le etichette, chi
l’ha prodotto, in che modo è stato
conservato, quanti giorni di conservabilità ha, parametri, che in un
contesto di crisi quale noi stiamo
attraversando, vengono meno sicuramente. Così si spiega il motivo
per cui al bancone del supermercato troviamo il prodotto top che sarà
sempre buono e quello scadente.
Questo non significa però che se ci
rechiamo in una pizzeria, un pub o
un ristorante noi possiamo correre
il rischio di assaporare un prodotto di misera qualità anche perché,
nei locali i prodotti utilizzati ven-
gono conservati in un certo modo
e nell’arco di tempo”. Fa impressione pensare, d’altro canto, quanti
ristoratori sono costretti a chiudere
le proprie botteghe. “Qui subentra
un altro discorso, quello che noi
chiamiamo la cultura dell’autocontrollo; mantenere un autocontrollo
alimentare, all’interno di un’attività ristorativa, è un’esigenza di
prioritaria importanza ma ha dei
costi; significa sanificare continuamente la zona di lavaggio, evitare i
processi incrociati tra cotto e crudo, tra sporco e pulito, soprattutto
in estate, la bella stagione in cui i
ritmi lavorativi sono intensificati”. In conclusione, ha assicurato
Giancaspro “oggi c’è un controllo
attento, quasi capillare da questo
punto di vista, non a caso il sistema di controllo HACCP ha subito
ritirato dal mercato il prodotto ed
individuato il problema di natura
esclusivamente batterica”.
Marilena Farinola
Con Clubino i risparmi sono al sicuro
Il libretto di risparmio pensato da
Ubi Banca per i più piccoli.
Dove mettere i risparmi di figli e nipoti? La
risposta è semplice: per tutti i bambini da
0 a 12 anni la Banca Carime, appartenente
al gruppo Ubi Banca, ha ideato “Clubino:
il mondo dei giovani risparmiatori”. Nel
libretto di risparmio “Clubino” è possibile
versare quando e quanto si vuole, i risparmi
crescono velocemente e in caso di necessità sono sempre disponibili. “Clubino” è il
modo più libero e flessibile per risparmiare
giocando inoltre è gratuito perchè non ha alcune spesa di apertura e gestione e l’imposta
di bollo è a carico della banca. “Clubino” è
conveniente perchè ha un tasso dell’1% fin
dal primo anno; è divertente perchè ha tanti
personaggi da scoprire, amici da conoscere
e giochi da provare sul sito www.clubino.
ubibanca.com ed inoltre è premiante perchè
ci sono tanti fantastici premi a disposizione
per tutti i piccoli risparmiatori. Per aprire il
libretto di risparmio èsufficiente la firma
di un solo genitore o del tutore. Il libretto
viene intestato al bambino e solo i firmatari
possono effettuare versamenti o prelievi:
basta presentare il libretto presso lo sportello Banca Carime ove è stato acceso. Ogni
versamento poi è un doppio regalo: i grandi non solo contribuiscono ad aumentare i
risparmi dei bambini ma li aiutano anche
ad ottenere fantastici premi. Infatti, il 30
settembre di ogni anno, per tutta la durata
dell’operazione a premi, i bambini riceveranno un fantastico premio adatto alla
loro età, in base all’importo presente sul
libretto e alla soglia di deposito raggiunta.
Per il primo regalo poi basta solo aprire il
libretto: subito in omaggio un Giotto Junior
Cube per colorare le avventure nel mondo
dei giovani risparmiatori. Ma le sorprese e
le possibilità per i più piccoli non finiscono
qui! Ubi Banca infatti ha promosso il concorso “Il calendario dei grandi lo disegniamo noi!”: Ubi Banca cerca piccoli artisti
per il calendario del prossimo anno. Dovranno disegnare la loro città: una piazza,
un paesaggio, un monumento famoso o un
qualsiasi elemento caratteristico del luogo
in cui vivono. Una giuria di qualità selezionerà i disegni da pubblicare e per i più bravi
in regalò ci sarà una console Nintendo DSi
e il nuovo Super Mario Bros!
Infine tutti i bambini partecipanti concorreranno all’estrazione finale di un viaggio +
soggiorno per 4 persone (2 adulti e 2 bambini) a Parigi con ingresso gratuito ad un
magico parco divertimenti.
Per maggiori informazioni su “Clubino” e sul concorso è possibile visitare il
sito www.clubino.ubibanca.com, oppure chiedere notizie nelle filiali di Banca
Carime o chiamando il Numero Verde
800.500.200.
In Città
giovedì 8 luglio 2010
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Qui trovi un professionista
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2126
Le “targhe” consegnate dall’Associazione Cuochi Baresi.
Si è tenuta lo scorso 23 giugno, per il secondo anno consecutivo, presso il Ristorante Alighieri di Terlizzi, la cerimonia di
consegna delle targhe “Professionisti del
Gusto” da parte dell’Associazione Cuochi
Baresi. A ricevere le targhe gli chef Luigi
Delfine, Giuseppe Frizzale, Leonardo Di
Pinto, Giovanni Lorusso, Cataldo Tarantini, Adriano Aresta, Nicola Modugno, Nicola Furio, Diana Maurantonio, Alessandro Pendinelli, Domenico Tavella, Giuseppe Bellomo, Pasquale Inglese, Simone
Petruzzella, Domenico Piccininni, Tania
Torelli, Giuseppe Lombardi, Mario Musci, Domenico Verrini, Floriana Boragine,
Giacomo Tarantini, Alessandro Caliolo. Il
circuito di cui fanno parte, “Qui trovate un
professionista”, fa riferimento ad un progetto promosso, su scala nazionale, dalla
Federazione Italiana Cuochi. Mette in rete
alcuni tra i più noti locali della provincia
all’interno dei quali operano chef professionisti in grado di soddisfare le esigenze
degli amanti della buona cucina. È promossa in Terra di Bari dall’Associazione
Cuochi Baresi. Quanti si rivolgeranno ai
locali che espongono la targa di adesione
al circuito potranno contare su una serie
di garanzie a cominciare dalla qualità dei
prodotti impiegati in cucina e dal rispetto
delle norme igieniche. Il progetto coinvolge, in questa prima fase, alcuni tra i più
quotati chef della provincia. L’obiettivo
è quello di allargare l’offerta alla clientela e di diversificare l’offerta. Al momento
fanno parte del circuito ristoranti, pizzerie,
Giacomo: l’artista nato due volte
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2127
Da un passato privo di regole a un futuro
fatto di sculture e colori da mescolare.
Giacomo dell’Olio ha 45 e, fortunatamente per lui, da quale tempo ha messo una pietra sopra il suo passato. Un
passato fatto di dipendenza dall’alcol
e di una vita priva di regole. Una vita
che aveva rischiato di travolgerlo e ucciderlo. Di Giacomo e del suo passato
abbiamo già parlato in altre occasioni.
Ed anche del suo presente abbiamo raccontato: l’incontro con il dottor Antonio Taranto e con gli altri medici e professionisti del Servizio per le Tossicodipendenze della Asl Bari, la passione
per gli animali e l’ambiente che lo avevano portato ad avvicinarsi al Wwf di
Molfetta e poi, negli ultimi tempi, una
nuova avventura, una passione che forse si sta già trasformando in una attività
capace di garantire a Giacomo un futuro
e una vita totalmente nuova: l’arte. Un
arte che i critici definirebbero “povera”
ma che nasconde in sé tutta la voglia
di un uomo di ricominciare, di scoprire
nuove possibilità, di provare nuovi sentimenti. Giacomo così ha cominciato a
lavorare il legno, ad inventare, a scoprire nuove soluzioni, a dipingere sul
compensato. Tutto nelle quattro mura
di un locale nell’istituto “Vittorio Emanuele” di Giovinazzo, dove hanno sede
gli uffici del Ser.T. Giacomo immagina nella mente le opere da realizzare,
poi passeggia lungo la spiaggia che da
Giovinazzo porta a Molfetta e raccoglie
tronchi e radici trasportati dalla corrente. Li lavora, li leviga, li plasma. Sul
legno appaiono visi ma, anche paesaggi, come quello del presepe regalato a
dicembre scorso ai Carabinieri di Molfetta o dei tanti altri che ha realizzato e
che oggi si trovano nelle case o negli
studi di importanti professionisti. E poi
c’è la pittura: colori solari, luminosi
che disegnano forme astratte con significati nascosti e che solo l’animo di
questo artista “nato due volte” è capace di decifrare. I segni di un Giacomo
nuovo: i segni dell’esempio concreto di
chi ha voluto ricominciare. Con tutte le
sue forze. Con tutta la sua arte.
pasticcerie. Eventuali rimostranze per il
trattamento ricevuto o per qualsiasi altro
problema verificatosi nei locali che hanno
aderito al Circuito potranno essere segnalati all’indirizzo di posta elettronica info@
assocuochibaresi.it. La targa è il simbolo
di un vero e proprio “patto” con gli utenti,
uno strumento di comunicazione e di informazione che permette loro di conoscere
i servizi offerti, le modalità e gli standard
promessi, di verificare che gli impegni assunti siano rispettati, di esprimere le proprie valutazioni anche attraverso forme di
reclamo. È uno strumento d’informazione
e garanzia nei confronti dei propri clienti
che posti al centro del processo produttivo, valutano la qualità del servizio ricevuto. La carta della qualità del circuito “Qui
trovate un professionista” è annualmente
elaborata, verificata e approvata dall’Associazione Cuochi Baresi in base a quanto
emerso dal processo di valutazione delle
strutture ristorative che ne fanno parte.
Il controllo del rispetto degli impegni legati alla “Carta della Qualità” è affidato
al Consiglio Direttivo dell’Associazione
Cuochi Baresi che potrà agire di propria
iniziativa o su segnalazione della clientela. L’adozione della Carta della qualità si
inserisce in una serie di iniziative volte a
promuovere una più ampia valorizzazione
della professionalità degli Chef e Maestri
facenti parte del circuito con l’impegno
di valorizzare e promuovere la cultura gastronomica del proprio territorio.
Marilena Farinola
Microcredito: prorogata
la scadenza del bando
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2128
I termini per presentare le domande
sono stati spostati al 15 luglio.
Le domande di accesso al “microcredito” a favore dei giovani potranno essere
presentate al Comune di Molfetta entro il
prossimo 15 luglio. Il termine ultimo per
la consegna dei progetti, inizialmente previsto per il 28 giugno, è stato prorogato
da parte dell’assessorato ai Servizi Socio
Educativi. Questo “per garantire una più
ampia conoscenza dell’iniziativa e offrire a
un maggior numero di giovani l’opportunità di accedere al prestito comunale” come
spiega l’assessore Luigi Roselli. Realizzata nell’ambito della sperimentazione dei
Piani Locali Giovani (Dipartimento della
Gioventù – Presidenza del Consiglio dei
Ministri con la collaborazione dell’Anci –
Associazione Nazionale Comuni Italiani e
la Rete Iter), l’iniziativa del Comune denominata “Credito al Futuro” ha già trovato
grande interesse da parte di quei giovani
– di età compresa tra 18 e 35 anni – che
intendono realizzare un progetto imprenditoriale o professionale innovativo nei
settori della cultura, dell’arte, delle nuove
tecnologie o nel “terzo settore”. Per loro il
Comune mette a disposizione fino a 5 mila
euro di credito, mentre per società di persone o di capitali (composte per i due terzi da
giovani) le possibilità di credito salgono a
un massimo di 10 mila euro. Complessivamente, l’ammontare delle risorse disponibili è pari a 150 mila euro destinati ai soggetti cosiddetti “non bancabili”, cioè gio-
vani esclusi – per condizioni varie – dalla
possibilità di ricevere sostegno dal mercato
finanziario. All’iniziativa aderisce la Banca Popolare di Bari. L’assessore Roselli fa
notare che “il microcredito è rivolto a quei
giovani che non dispongono delle necessarie garanzie per ottenere mutui e altri prestiti dalle banche. Per molti di loro non ci
sarebbe alcuna alternativa al microcredito
garantito dal Comune, con la conseguenza
che progetti imprenditoriali potenzialmente validi non avrebbero nessun futuro. La
formula del micro credito è stata scelta per
dare una chance a un maggior numero di
giovani futuri imprenditori”. C’è, inoltre,
un altro aspetto importantissimo da considerare, come spiega il dirigente del settore Servizi Socio Educativi, Giuseppe de
Bari. “Il sostegno del Comune valorizza
ulteriormente questi progetti imprenditoriali dando loro visibilità e ingenerando un
effetto moltiplicatore del credito. In altre
parole, di fronte a iniziative imprenditoriali
particolarmente innovative, non è escluso
che da parte del sistema bancario potrebbero aprirsi ulteriori possibilità di finanziamento a favore dei giovani. Il sostegno del
Comune – conclude de Bari – diventa esso
stesso una garanzia”. Tutte le informazioni
sulla documentazione necessaria e il bando
completo per aderire al microcredito sono
disponibili sul sito internet del Comune di
Molfetta (www.comune.molfetta.ba.it).
20
In Città
giovedì 8 luglio 2010
Successo per LiberaRete
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2129
La maratona web ideata per protestare contro la cosiddetta “legge bavaglio”.
Otto ore di maratona sul web per dire
no alla legge sulle intercettazioni. È
andata in onda giovedì primo luglio, in
diretta da Roma e ritrasmessa da oltre
400 piattaforme web tra cui “il Fatto”,
LiberaRete. Milioni di contatti per la
trasmissione, condotta da Giampaolo
Colletti e organizzata da uno staff composto da soli volontari, che ha rilanciato sul web le immagini della manifestazione organizzata a Piazza Navona
dalla Federazione Italiana della Stampa. Sul nostro sito diverse migliaia di
connessioni per assistere alla lunga
diretta. Diretta che ci ha visti anche
protagonisti con un collegamento video trasmesso dalla nostra redazione e
nel corso del quale il direttore Corrado
Germinario ha raccontato l’esperienza
della web tv de “il Fatto” e alcuni degli
episodi che hanno segnato gli oltre due
anni di lavoro trascorsi dal via della
nostra avventura. Il giorno dopo, poi,
Germinario si è collegato in diretta con
Radio24 dove è intervenuto nel corso
della trasmissione “NovaLab24” con-
dotta da Luca Tremolada per parlare
del successo della nostra web tv.
La lunga diretta è stata ideata e supportata dalla federazione delle micro web
tv FEMI, Altratv.tv, Valigia Blu, Federazione Nazionale Stampa Italiana,
Ipazia Promos e Current, e ha presentato per la prima volta “a rete unificata”
il ruolo di denuncia di internet e delle
micro web tv italiane nel panorama
dell’informazione del Paese: sono state
trasmesse le inchieste più significative
per mostrare quanto sia condizione necessaria per la democrazia e la legalità la libertà di fare stampa e di essere
informati. Al progetto hanno aderito
anche Repubblica.it, Corriere.it, Rainews24, Il Fatto Quotidiano, Youdem,
U-Station, Raduni, Agoravox, Articolo
21, Premio Ilaria Alpi, Anso, Micromega, Generazione Attiva, Istituto per le
politiche dell’Innovazione. Come detto, la maratona ha seguito l’evolversi
della manifestazione di piazza Navona e gli eventi correlati promossi dalla
FNSI per la libertà di informazione e
contro la “legge bavaglio”. Pertanto si
sono alternate le immagini della manifestazione con le inchieste delle micro
web tv e dei partner del progetto. Nel
corso della maratona sono intervenuti
in studio e in collegamento webcam via
Skype giornalisti, magistrati, microeditori delle micro web tv. Uno spazio
rilevante è stato dato alla finestra con
l’estero, con la partecipazione di osservatori della stampa estera. Le micro
web tv hanno portato all’attenzione del
pubblico anche una proposta concreta:
la compartecipazione delle imprese tlc
ai costi delle intercettazioni, come peraltro avviene in altri Paesi Europei.
San Corrado: una storia che si rinnova
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A luglio i festeggiamenti in onore del Santo Patrono.
A mezz’ora di macchina da Molfetta,
in un’oasi alla periferia di Modugno,
si trova l’Abbazia della Madonna della
Grotta. In questo luogo verso la metà
di marzo di ogni anno, come da tradizione, una’associazione culturale dona
l’olio votivo per alimentare la lucerna
che da secoli dà luce al punto preciso
della grotta dove si ritirava a riposare e
pregare Corrado, divenuto poi Patrono
della Diocesi di Molfetta. Il prossimo
anno sarà la volta dell’associazione
culturale Luigi Capotorti di Molfetta.
Alla solenne cerimonia partecipano fedeli e autorità politiche e militari. “La
storia santifica di Corrado parte da una
disubbidienza – ha raccontato il dottor
Armamdo Riveli, storico di Modugno – verso i genitori e la sua famiglia
che lo volevano principe della Chiesa
Secolare”. Corrado rinunciò ad essere
prelato dell’aristocrazia della Chiesa
Tradizionale per passare a quella Regolare dei Monaci Francescani. Un Ordine religioso i cui principi si basavano
esclusivamente sul massimo rispetto
dei rigidi precetti della vita monastica.
Vivere nella piena povertà pregando.
“Poiché sulla vita e sugli spostamenti
di san Corrado è stato scritto poco – ha
chiarito dottor Riveli durante l’ultima
cerimonia – i vari episodi sono stati co-
struiti in base ad alcune date che testimoniano la sua presenza in determinati
luoghi dell’Italia”. Di certo si sa che
Corrado era di origine italiana. Il padre
faceva parte della famiglia dei Guelfi e
aveva sposato una donna tedesca di Baviera. All’età di 16-17 anni Corrado lasciò la sua terra natia per raggiungere la
Terra Santa. Percorse la via Traiana, che
accorciava le distanze, per immettersi
sulla via Appia Antica. Prima di partire
per Gerusalemme si fermò a Bari per
far visita e pregare san Nicola. “Forse
Corrado non c’è mai stato – ha proseguito lo studioso – in Terra Santa. Non
esistono testimonianze e scritti che lo
confermano. L’unico elemento di studio
è il tempo stretto trascorso dalla partenza della Germania fin quando raggiunse
Modugno in relazione al momento del
decesso”. Corrado si ammalò durante il
viaggio ed essendo monaco fu ospitato
nell’Abbazia dei monaci benedettini di
Modugno, la più vicina a Bari. Per essere curato fu trasferito all’Ospedaletto
dei Crociati di Molfetta e lì vi rimase
per 5-6 mesi. In questo lasso di tempo
il nostro patrono fu un esempio di vita
cristiana. Chi lo ascoltava rimaneva
colpito dal suo fascino, aveva qualcosa di diverso, molto carisma. “Chissà
cosa avrà trasmesso – ha detto Riveli –
ai molfettesi per indurli ad acclamarlo
Santo Protettore. San Corrado era come
una calamita, il suo fluido misterioso attirava”. Non si sa di cosa soffrisse. Curato e dimesso, fece ritorno a Modugno
dove morì dopo alcuni mesi. Corrado è
stato definito santo locale, però non esistono testimonianze che attestano suoi
miracoli. Nella grotta di Modugno non
è stata rilevata traccia di dna. La storia
racconta che nel 1303 il Convento dei
benedettini fu soppresso da Roberto
D’Angiò e dato ai Monaci secolari di
San Nicola i quali, per la lunga distanza
da Bari, non vi riuscivano a far arrivare le provviste giornaliere. Incapaci di
gestirlo, lo abbandonarono. Dopo 180
anni i marinai molfettesi che adoravano
san Corrado, saputo dell’incuria in cui
versava la tomba del Santo, decisero di
andare a prelevare i resti per portarli a
Molfetta. Detto fatto: ai modugnesi fu
lasciata una falange che ora è depositata
nella Chiesa Madre della città di Modugno. Di San Corrado si ricordano alcuni
episodi che riguardano la sua protezione
su Molfetta: nel 1529 protesse Molfetta
dalla peste (non vi fu neanche un morto per contagio) e l’avvertimento dato
ai molfettesi dell’imminente attacco del
Conte Caracciolo per espugnare la città nel 1627. “San Corrado lo possiamo
definire – ha detto padre Nicola di Modugno – il Santo della grazia, chi lo si
invoca per sua intercessione riceve pace
e serenità per lo spirito. Forse per questo i molfettesi lo hanno voluto Santo
per acclamazione”.
Pantaleo de Trizio
Cultura & Spettacoli
giovedì 8 luglio 2010
21
Molfetta a ritmo di flamenco
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Dal 13 al 25 luglio spazio alla danza manche alle mostre e all’approfondimento.
L’associazione Flamenco del Sur
organizza la prima edizione del
“Festival Internazionale di flamenco – Vento flamenco… veleggiando
tra mare e culture mediterranee”.
Raccontare il flamenco e la sua cultura attraverso molteplici e caleidoscopiche manifestazioni. Questo è
l’obiettivo della prima edizione del
Festival, evento unico in Italia, in
programma a Molfetta, dal 13 al 25
luglio. Mostre d’arte e di fotografia,
percorsi sensoriali per coinvolgere il
visitatore attraverso i cinque sensi,
dibattiti culturali, spettacoli di danza
flamenca nella sua manifestazione
più propria, itinerari enogastronomici attraverso le spezie e gli odori andalusi, su un unico raffinato file rouge: il flamenco. Una danza che non si
esaurisce nel ballo ma che si estende
in tutte le forme dell’esistenza. Dalla
danza alla musica, spaziando attraverso la cultura accademica di illustri docenti della Facoltà di Lingue e
Letterature straniere dell’Università
“Ti Fiabo e Ti Racconto”
apre il sipario
degli Studi di Bari a convegno sul
tema “flamenco”, per raggiungere
il non plus ultra delle cultura mediterranea. Vento flamenco farà da
ponte a due culture prettamente mediterranee: quella spagnola e quella
italiana. Tra i partner dell’evento,
Malaga, culla del flamenco e fucina
di numerosi bailadores, cantaores e
musicisti che raggiungeranno la Puglia direttamente dall’Andalusia per
portare nella nostra terra una tessera
del grande mosaico flamenco. Tra gli
appuntamenti più esclusivi del Festival, la regata velica Trofeo Sancilio,
organizzata dal Circolo della Vela
di Molfetta. L’idea di Vento flamenco nasce dal centro di divulgazione
della cultura flamenca Flamenco del
Sur, una realtà che da sette anni divulga la cultura flamenca in Italia
con attività di compagnia, produzione di spettacoli in collaborazione
diretta con le realtà spagnole, organizzazione di grandi eventi culturali
e attività didattiche.
Ma dove vai se la vuvuzela
non ce l’hai?
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Il festival nazionale di teatro per
bambini torna dal 16 al 25 luglio.
Invadono anche il vecchio continente le nuove
(ed insopportabili) trombette da stadio.
Torna a Molfetta l’attesissimo festival
“Ti Fiabo e Ti Racconto”, organizzato
dal Teatrermitage con il sostegno del
Comune di Molfetta e della Regione
Puglia Assessorato al Mediterraneo,
Cultura e Turismo, oltre che da alcune prestigiose imprese, che giunto alla
15esima edizione si terrà dal 16 al 25
luglio 2010. La formula del festival resta invariata: dal 16 al 18 luglio spazio
al consueto prologo de “Le strade che
ridono”, una invasione di spettacoli e
animazione per tutti nelle strade e nelle piazze di Molfetta con appuntamenti
di grande rilievo, mentre dal 19 luglio
sino a domenica 25 luglio il festival
si sposterà nell’Anfiteatro di Ponente
dove continuerà a proporre al numeroso pubblico alcune fra le migliori pro-
duzioni teatrali nazionali per ragazzi.
Anche per questa 15esima edizione al
festival sono associati i premi “L’uccellino Azzurro” e il “Premio Silvia”
che vedono con una giuria composta da
25 bambini, presieduta quest’anno da
Michele Lobaccaro dei Radiodervish
e il pubblico degli abbonati, premiare
lo spettacolo migliore e il miglior interprete del festival. Il cartellone de “Le
strade che ridono” è gratuito mentre per
gli spettacoli in programma dal 19 al 25
luglio gli abbonamenti potranno essere acquistati in prevendita dal 13 al 17
luglio presso la libreria “Il Ghigno”. A
partire dal 19 luglio le prevendite continueranno anche per i biglietti giornalieri direttamente presso il botteghino del
Parco di Ponente (dalle ore 18 alle 20).
Sarà che sono coloratissime ed ecologiche
rispetto a quelle a gas ma ormai ognuno
di noi la vorrebbe con sé: stiamo parlando
dei suoni di queste trombette, di origine
africana, che hanno ormai invaso le nostre
orecchie e sono oggetto di conversazione
anche fra i giovani. Le vuvuzelas. Cosa
sono le vuvuzelas? I più risponderanno
“delle trombette che si suonano agli stadi
dei mondiali del Sudafrica”. Ma per dare
una risposta concreta bisogna cercare
notizie che risalgono a più di 40 anni fa.
Ci sono testimonianze di questo tipo di
corno o di tromba di plastica negli stadi
messicani dal 1970. Originariamente fatta di latta, la vuvuzela divenne popolare
in Sud Africa nel 1990. L’inventore della trombetta è stato un supporter di una
squadra sudafricana che a cavallo fra gli
anni ‘70 e ‘80 inventò una versione più
corta di quella che attualmente vediamo
(o, se volete, ascoltiamo) negli stadi sudafricani. Resosi conto della non perfetta
invenzione, dal punto di vista stilistico,
cercò di allungarla dando ad essa una forma più simpatica, producendo allo stesso
tempo un suono “più delicato”. Già dai
Mondiali del lontano 1970 compaiono le
prime vuvuzela per poi diffondersi nelle
Olimpiadi successive sino ai Mondiali
del 2006. La “globalizzazione” delle vuvuzelas ha sicuramente prodotto un suono milionario: nel 2001 l’oggetto viene
brevettato, lanciato sul mercato da una
grossa azienda sudafricana (Masicendane
Sport). La vera magia delle vuvù, insomma, sembra essere quella di portare soldi.
Un euro e mezzo per una trombetta, oltre un milione quelle già vendute per un
totale di un milione e mezzo di euro già
nelle casse della Masicendane Sport. Altri due milioni dovrebbero essere incassati nei mesi immediatamente successivi
al Mondiale. Il suono delle vuvù sembra
piuttosto stimolare la creatività e il business. Vuvuzela per iPhone, di casa Apple,
è al momento l’applicazione gratuita più
scaricata in Sudafrica e nel Regno Unito:
oltre 750 mila download per riprodurre
il fastidiosissimo suono sul proprio cellulare. Ulteriore pericolo per questo oggetto cult di questi mondiali di calcio è il
suo rumore assordante durante le partite.
Guerra alle “vuvu” quindi. Il mondo del
calcio è infatti in rivolta contro i rumorosissimi “corni” di plastica, suonati continuamente durante le partite dei Mondiali
di Sudafrica 2010. Messi da parte i tradizionali tappi alle orecchie e le “suppliche”
di intervento respinte dalla Fifa, mezzo
mondo sta disperatamente cercando soluzioni per zittire le vuvuzelas sudafricane.
I più agguerriti sono i telespettatori che
sul web si lasciano andare a commenti
“arrabbiatissimi”. Vuvuzelas: o le ami o
le odi! Voi che ne pensate?
Domenico de Stena
22
Recensioni
giovedì 8 luglio 2010
Il SegnaLibro. Ritorna, Dottor Caligari
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“Mercoledì 26 aprile Henry Mackie, Edward Asher e Howard Ettle sfidarono un temporale per dimostrare contro la
condizione umana (e, Marie, avresti dovuto usare vernice impermeabile; dopo mezz’ora le scritte dei cartelli
erano un guazzabuglio). Cominciarono a San Giovanni il Precursore sulla Sessantanovesima Strada all’una e
trenta del pomeriggio formando picchetti con cartelli che recavano gli slogan L’UOMO MUORE! IL CORPO E’
DISGUSTOSO! COGITO ERGO NIENTE! ABBANDONATE L’AMORE! e distribuendo inviti per la conferenza di Henry Mackie ai
Playmor Lanes la sera dopo. Ci fu molto interesse tra gli astanti nei paraggi della chiesa. Un uomo che disse
di chiamarsi William Rochester venne a incoraggiarli: “È così che si fa!”, disse. All’una e cinquanta circa un
sacrestano grasso e ben vestito venne fuori dalla chiesa per discutere il nostro diritto di picchettaggio. Aveva
un doppio mento che si agitava sgradevolmente e, mi duole dirlo, non sembrava un brav’uomo. “Va bene”, disse,
“ora sgombrate, dovete sgombrare,non potete picchettarci!” Disse che non c’erano mai stati picchetti attorno
alla chiesa, che non si potevano fare senza il loro permesso, che il marciapiede era di proprietà della chiesa,
e che avrebbe chiamato la polizia. Henry Mackie, Edward Asher e Howard Ettle avevano già ottenuto il permesso
della polizia per la dimostrazione grazie a un fortunato senso di previdenza, e lo confermammo mostrandogli
il foglio che avevamo ottenuto al comando di polizia. La cosa irritò vivamente il sacrestano, che rientrò
brontolando in chiesa per riferire a qualche superiore. Henry Mackie disse: “Be’, preparate il parafulmine!”,
e Edward Asher e Howard Ettle risero”. Donald Barthelme, Ritorna, Dottor Caligari, trad. italiana di Claudio
Gorlier, Minimum Fax, Roma, 2003, pp. 204.
“Prendete due parole come naftalina e
vagina, mettetele insieme e scoprite se
significano qualcosa di nuovo; magari
non sarete soddisfatti da questo accostamento, nel qual caso potrete buttarlo via,
e prendere le prossime due parole, e così
via.” Nascono così le storie di Donald
Barthelme, geniale artigiano del collage,
del riciclo, della parola usa&getta. Nato
a Philadelphia nel 1931, vive il XX secolo fino al 1989. Autore di numerosi
racconti e firma, spesso anonima, delle pagine del New Yorker, occupa uno
scaffale importante nella libreria della
narrativa americana del ‘900, sebbene ai
margini del mercato editoriale. In Italia,
purtroppo, i soli quattro titoli disponibili
in traduzione lo collocano su una mensola dalle dimensioni ridotte e ancora poco
visibile. Cosa racconta Donald Barthelme è un surrogato del come lo racconta,
i personaggi sono ridotti a mero attrezzo
ginnico di un bizzarro e singolare allenamento di parole che rifiutano la disciplina, il rigore del senso. Le sue storie
muovono da impressioni del quotidiano
e ambienti piccolo-borghesi su cui improvvisare una lingua sperimentale e un
immaginario pop, in cerca di riferimenti
culturali ‘alti’ da James Joyce a Samuel
Beckett, di cui Baerthelme si sentiva orfano, per mescolarli all’immondizia, al
trash: intuizioni stilistiche innovatrici si
contaminano con bizzarri accostamenti
di senso e riscritture dal sapore postmoderno. È il 1964 e Barthelme si affaccia
nel panorama letterario con questa raccolta di racconti, un collage di quattordici
virtuosismi narrativi in cui immaginario
pop e cultura alta si contaminano con
scenari borghesi e atmosfere immaginarie: pianoforti assassini, prosciutti ormai
morti, voli supersonici dalla disquisizione retorica su un oggetto come il forcipe
fino al commento delle pagine di Vogue e
così via. Innamorato della parola quanto
della citazione, Barthelme conquista il
lettore con una scrittura sperimentale mai
connotativa, eppure fortemente evocatrice. Perché, come asserisce lo scrittore
Baskerville nel primo racconto della raccolta (“Florence Green ha ottantun anni”)
“lo scopo della letteratura è la creazione
di uno strano oggetto coperto di pelo che
vi spezza il cuore”.
A cura di Angela Teatino
MovieNote. Bright Star.
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“Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d’estate, tre giorni così con te li colmerei
di tali delizie che cinquant’anni comuni non potrebbero mai contenere...”. John Keats (Ben Whishaw).
1818. Hampstead village, nord est di
Londra. Fanny Brawne (Abbie Cornish),
tra fantasiosi capi d’abbigliamento a cui
dar vita, lezioni di danza rigorosamente
in francese e salotti da frequentare per
sfoggiare le estrose creazioni, ballare e
civettare con gentiluomini colti e affascinanti, incontra il poeta John Keats (Ben
Whishaw), un giovane cagionevole e
senza averi, ma dall’incommensurabile
sensibilità lirica. La caparbietà di Fanny
nel voler approfondire la conoscenza di
John, creatura quasi ineffabile, li porta
ad avvicinarsi e ad entrare in profonda
relazione. A John piace l’umore gioioso
di Fanny e l’uso tagliente che lei sa fare
delle parole. Nulla riesce a distoglierli
dal loro tenero cosmo, né il malcontento
del burbero Charles Brown, fedele amico di Keats, né la presenza costante dei
fratelli minori di Fanny, che come volevano gli usi dell’epoca avevano ordine di
non lasciarla mai sola con il suo spasimante. La passione di Fanny e l’ambizione di John si fondono. La stroncatura
dell’Endymion da parte della critica ferisce Keats, ma non gli impedisce di andare avanti, John soffre profondamente per
l’incapacità di guadagnarsi da vivere con
la sua poesia. Quando Brown cerca di
ostacolare la relazione con Fanny, John
gli risponde che da quando c’è lei, sua
fulgida stella (bright star), si sente vivo
e riesce nuovamente a comporre. Tra il
1818 e il 1819 John Keats scrive tutte
le sue odi più grandi, “To Psyche”, “On
Melancholy”, “To a Nightingale” e “On
a Grecian Urn”. Purtroppo John soffre di
tisi e si aggrava. Fanny cerca di prendersi cura di lui, nel momento in cui anche
Brown lo ha abbandonato a se stesso. I
due giovani si fidanzano ufficialmente. Il
clima umido britannico non aiuta Keats,
il medico gli suggerisce allora di trasferirsi in Italia. Fanny è distrutta dall’idea
di separarsi dal suo infinito amore, ma è
l’ultima flebile speranza perché John sopravviva. Il 15 Novembre 1820 Keats si
trasferisce a Roma, dove purtroppo il 23
Febbraio 1821, a soli 25 anni, si abbandonerà alla morte, credendosi un uomo e
un poeta fallito. Fanny Brawne si cucì un
vezzoso abito nero da vedova che, le cronache raccontano, portò per due anni, in
seguito sposò un ricco ebreo di 12 anni
più giovane, dal quale ebbe tre figli, nel
1865 morì senza mai togliersi l’anellino
che Keats le aveva donato. Bright Star è
un biopic che fa dimenticare la sua trama, si ha come l’impressione che non ci
sia né inizio né fine, ci si immerge nella storia d’amore, dolce e pura, fra due
ragazzi, i cui scambi amorosi sembrano
così reali d’aver l’impressione di poterli
toccare e di sentire le loro profonde emozioni vibrare. Meravigliosi quadri si susseguono, al ritmo della poesia di Keats,
tra il verde della vecchia Inghilterra e il
viola delle lavande, il giallo delle foglie,
la pelle d’alabastro dell’incantevole Fan-
ny e variopinte farfalle. “Qui giace uno
il cui nome fu scritto sull’acqua”, questa
è l’epitaffio che John Keats chiese agli
amici per la sua tomba, ignaro del mutamento culturale che la sua opera avrebbe
fornito alla storia della letteratura mondiale.
Scheda del film Bright Star (2009)
Un film di Jane Campion
Genere Drammatico
Produzione Gran Bretagna, Australia,
Francia
Distribuzione 01 Distribution
Durata 120 minuti circa
Jane Campion, nata a Wellington il 30
Aprile 1954, è una regista e sceneggiatrice neozelandese. È la sola donna regista
ad aver vinto la Palma D’oro a Cannes
nel 1993 con Lezioni di Piano, un film che
le frutterà anche l’Oscar come Miglior
Sceneggiatura Originale. I suoi film sono
ricchi di riferimenti colti alla letteratura,
alla musica e al cinema. L’originalità dei
temi e la complessità dello stile ne fanno
una delle maggiori registe cinematografiche contemporanee.
A cura di Alessandra Recchia
Spazio Giovani
giovedì 8 luglio 2010
23
Dopo gli esami: la strada si fa in salita
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Anche a Molfetta centinaia di studenti hanno affrontato la fatidica prova di fine quinquennio.
I tanto temuti esami di maturità sono
giunti ormai alle battute finali in un
clima alquanto sereno e tranquillo
per docenti e ragazzi che hanno dovuto confrontarsi con una delle prove più inquietanti e importanti della
vita. C’è chi già all’uscita del primo
giorno d’esami festeggia, chi ha trascorso la notte precedente vagando
sui più vari motori di ricerca con la
vana speranza di riuscire a trovare
qualche anticipazione, chi si lamenta
delle tracce e chi si avvicina al cassonetto più vicino per gettare via la
cintura di carta piena di bigliettini con
saggi letterari di ogni tipo e autore,
tranne Primo Levi. A ritmo sempre
più incalzante sono volate via le prove
scritte e subito dopo è stata affronta-
ta anche la parte colloquiale, seppure
con qualche agitazione di sottofondo
e qualche incertezza. Ora, invece, è
il tempo dei calcoli matematici per
riuscire a fare qualche pronostico sul
voto finale oppure per accertarsi che
la commissione abbia valutato bene e
riuscire a raggiungere il tanto agognato 100 magari addobbato da una bella
lode. Due novità hanno dominato in
particolar modo gli esami di maturità
ormai trascorsi: una a carattere locale, la seconda invece disposta direttamente dal ministero dell’Istruzione.
Parecchie persone, soprattutto gli
anziani abitudinali dei bar limitrofi,
hanno notato che durante i giorni degli esami non c’è stato nessun giovane
studente ad attendere fuori al cancello
dello storico liceo classico di Molfetta. Forse per i liceali non ci sono stati
gli esami di maturità? La risposta non
può che essere negativa, infatti, anche gli studenti del liceo classico di
Molfetta hanno dovuto affrontare gli
esami ma non è stato consentito loro
di farlo nella sede di Corso Umberto I
a causa dei problemi, precedentemente riscontrati, nell’impianto fognario.
E così i maturandi sono stati costretti a spostarsi presso la sede del liceo
scientifico di Molfetta. Ultima novità
è che i giovani che hanno affrontato
gli esami dovranno attendere a lungo,
si pensa per la metà di settembre, per
ricevere i tanto faticati diplomi, poiché a partire da quest’anno cambierà
la stampa degli attestati: infatti una
speciale filigrana dovrebbe impedirne la duplicazione e la falsificazione.
Come conclusione ecco una frase tratta dal libro Notte dopo gli esami del
russo V. Tendrjakov che esprime sia
l’importanza degli esami di stato sia
che, acquisendo la maturità e, dunque,
facendosi carico delle proprie responsabilità, il percorso di vita assume via,
via sempre una maggiore inclinazione,
diventando davvero faticoso: niente
sarà più come prima. “Ivan Ignat’evic
pronunciò un’allocuzione commossa:
‘Dinanzi a voi si aprono migliaia di
strade….’. Saran migliaia, le strade, e
tutte aperte, ma è probabile che non lo
siano allo stesso modo per tutti”.
Gianfranco Inglese
Il prima e il dopo
Esami: studio e la scaramanzia
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In molti hanno trascorso le ore
di attesa in compagnia.
E tanta tensione prima della attesa fine.
Rimarrà deluso colui che si aspetta di leggere riguardo alla giornata passata a casa
o della notte prima degli esami trascorsa
sui libri in bianco. L’ansia che caratterizza quella notte c’è, ma si pensa a come
bloccarla o a come attutirne i forti colpi.
Durante la serata prima dell’inizio degli
esami i ragazzi sono euforici, sembrano
impazziti, posseduti da uno strano spirito
non identificabile che si alterna tra voglia
di dare il massimo di se stessi per concludere questa impegnativa avventura e
il ripetersi continuamente di non sapere
nulla, anche se si sanno a memoria perfino le figure dei libri. Quest’anno a Molfetta sono stati pochi coloro che hanno
deciso di rimanere a casa la sera prima
del fatidico giorno: più della metà della
“popolazione di esaminandi” si è goduta
fino in fondo l’ultimo giorno, rispettando
però ciò che la moderazione saggiamente
propone. La giornata, nella maggioranza,
è trascorsa stando tutti insieme, le classi
si sono riunite per assaporare gli ultimi
momenti, i più critici, insieme, sostenen-
Quando si inizia a camminare su un
sentiero, la meta non interessa quasi a
nessuno, è lontana. Poi però ti accorgi
che un giorno all’improvviso, se non ci
pensi tu al traguardo, nessuno lo farà
al posto tuo. Gli esami di stato sono un
traguardo da dover passare per tutti gli
studenti, che arrivano a questo appuntamento con in spalla uno zaino colmo sì
di libri e cancelleria, ma anche di paura,
speranza e tutto ciò che serve quando ci
si trova una commissione pronta a giudicarti davanti agli occhi. Poi gli esami
finiscono e ci si ritrova fuori da scuola, privi della sicurezza di aver passato
l’esame con un buon punteggio, ma sicuri di averli passati, ed è proprio allora che pensi che gli esami sono ormai
conclusi pur non avendo ascoltato una
determinata canzone la sera precedente perché convinti che potesse portare
sfortuna, pur non avendo indossato una
maglietta, magari quella usata in una serata in cui l’Italia ha perso un’importanMaria Sancilio te partita o ancora pur avendo portato
dosi a vicenda. Chi in campagna, chi in
un locale, i ragazzi non hanno optato per
l’angosciante solitudine. Ipotizzano le
tracce o la lettera dell’alfabeto che verrà estratta per gli esami orali e confidano
nella sorte, sperando che le parti studiate poco non vengano richieste loro. Una
volta, poi, terminati gli scritti, gli studenti
vedono la fine sempre più vicina, sono a
metà strada. In loro affiora sempre più il
pensiero della vacanza, questa magica
parola lievita nelle loro menti. Anche se
manca ancora l’ultimo step, per il quale
dovranno concentrare tutte le loro forze,
vogliono concedersi una pausa: mare.
La tappa e la trasgressione più comune è
proprio quella. Luogo tanto amato e desiderato dagli esaminandi, esasperati dal
caldo e dai libri. Si ritrovano lì, ho hanno
fatto anche quest’anno. Rinfrescano e riposano i pensieri, magari anche con qualche libro sotto mano sempre utile per una
ripassata tra una tintarella e l’altra.
con sé legato al polso per settimane il
braccialetto regalato dal proprio ragazzo sperando potesse portar fortuna. Studenti attaccati alle scaramanzie come
gatti che prendono dalla coda i topolini.
“La ricerca della felicità”, “la musica”,
“la possibile esistenza degli alieni” o
ancora Primo Levi per l’analisi del testo, e le foibe per il tema storico; questi
sono i temi affrontati dagli alunni maturandi quest’anno e abbastanza positive
son state le loro prime impressioni. Poi
arrivano i tanto attesi orali e finalmente
finiscono i cinque anni trascorsi aggrappati ad ogni tipo di speranza, finiscono
momentaneamente qui anche tutte le
ore di pomeriggio passate su i libri o
gli attimi di paura prima di ogni interrogazione. La notte dopo gli esami non
avrà la stessa tensione della notte prima
degli stessi ma in compenso sarà ricca e
colma di sentimenti inversi e forse più
facili da dover vivere.
Gaetano de Virgilio
24
il Fatto Tour
giovedì 8 luglio 2010
La costa al “ritmo” del Fatto Tour
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Prossimo appuntamento venerdì 23 luglio presso il Lido Belvedere.
pare, nessuno è rimasto a casa visto
che sono accorsi in tantissimi. Mani al
cielo, braccia tese, tutta la spensieratezza e l’allegria che le vacanze portano
hanno permesso un elevato coinvolgimento decretando ancora una volta il
successo dell’organizzazione Buena
Vida costituita da Danilo Sancilio, Davide Mezzina ed Enrico Giovine, come
sempre pronta ad organizzare al meglio
le serate dance proponendo location
Continua lo straordinario successo de
“Il Fatto Tour” in versione estiva! Venerdì 2 luglio tantissimi giovani molfettesi si sono ritrovati presso il Lido
Alga Marina per la seconda tappa a ritmo dei successi dance di ieri e di oggi.
La proposta musicale eccellente con i
successi dell’estate e le hit che spopolano da sempre hanno echeggiato lungo la nostra costa ravvivando una calda
serata di inizio estate dove, a quanto
sempre diverse ma con il massimo del
divertimento garantito, immortalato
dalle nostre telecamere e fotocamere
per il concorso fotografico “Mi Piace”.
Chi vuole rivedersi non deve far altro
che collegarsi al nostro sito dove sono
visibili anche le interviste che durante
la serata sono state fatte dalle nostre
animatrici. Vi aspettiamo alla prossima
tappa che si terrà venerdì 23 presso il
Lido Belvedere. Buena Vida a tutti!
Top Happy song Il Fatto tour
(by Mastromauro d.j.):
1) Shakira – Waka Waka (This Time
for Africa)
2) Robert Miles – Children
1) Yolanda be cool & dcup – We no
speak americano
il Fatto Reggae
giovedì 8 luglio 2010
25
Il Blues Cafè ospita “Il Fatto Reggae”
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Terzo appuntamento con il tour organizzato da Zio Pino.
L’estate è sempre più bollente e
“Il Fatto Reggae”, ideato a condotto da Zio Pino, ritornerà puntuale
come sempre giovedì 8 luglio al
Blues Cafè di Molfetta. Dopo aver
ospitato Don Danny e la Shanty
Crew, questa volta toccherà a Puni.
Veterano della scena hip hop molfettese, si è sempre contraddistinto per eclettismo e originalità mischiando hip hop con elettronica,
rock, classica, funk e reggae in una
miscela esplosiva. Con all’attivo
ben tre album (“Tolleranza Zero”,
“Tequila” e “Tabula Rasa”), di cui
due sotto l’etichetta milanese Family Affair e l’ultimo in download
gratuito da www.puni.biz, Puni si è
sempre rinnovato in ogni suo disco
collaborando con artisti del calibro di Caparezza, Cor Veleno, Liv
L’Raynge (NY), Sista Neish (LA),
Lady-B, Kosmi, Huga Flame e tanti
altri, compreso lo stesso Zio Pino.
Da anni, oltre a calcare numerosi e
importanti palchi, continua a lavorare incessantemente anche come
dj selezionando accuratamente il
meglio della musica black statunitense, dall’hip hop all’r&b, dal
reggae all’electrofunk, dal crunk al
reggaeton: un mix esclusivo di brani urban e buone vibrazioni a cui è
impossibile resistere. Preparatevi a
muovervi e ballare ancora come in
ogni tappa de “Il Fatto Reggae”: la
gente non mancherà, così come il
divertimento e le nostre telecamere
con le immancabili interviste dei
Pistoni. I presupposti per una serata indimenticabile ci sono tutti e
anche questa volta le sorprese non
mancheranno! Ci vediamo l’8 luglio al Blues Cafè di Molfetta dalle
22 fino a notte fonda... more faya!
26
Sport
giovedì 8 luglio 2010
A Molfetta vincono Nkouloukidi e Di Vincenzo
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Assegnati i sei titoli di Campione Italiano di Marcia su Strada.
Con l’assegnazione dei sei titoli di
Campione Italiano di Marcia su Strada
km 20 per le categorie Assoluti, Promesse e Juniores maschili e femminili
che sono stati appannaggio rispettivamente di Jean Jacque Nkouloukidi (FF.
GG. Ostia), Riccardo Macchia (FF.OO.
Padova) e Massimo Stano (Atl.Aden
Exprivia Molfetta) in campo maschile
e di Sibilla Di Vincenzo (Assindustria
Sport Padova), Federica Ferraro (Aeronautica Militare) e Antonella Palmisano
(FF.GG. Ostia) per il settore femminile, si è brillantemente concluso il 24°
Memorial ‘”Gino Del Re” – 18° Trofeo
“Gianni Carnicella”, svoltosi sabato 12
giugno e organizzato con la consueta
meticolosità dall’A.S. Olimpia Club
Molfetta. Ancora una volta, si è rinnovato il grande successo tecnico spettacolare grazie alla partecipazione dei
migliori specialisti della marcia italiana
e mondiale che hanno fatto rivivere ai
tantissimi sportivi e appassionati della
marcia un’altra indimenticabile giornata di autentico puro sport. In campo maschile assoluto, assente l’olimpionico di
Pechino ’08 Alex Schwazer impegnato
nella specifica preparazione in altura
relativamente ai Campionati Europei
di Barcellona 2010, che contattato dal
presidente dell’Olimpia Club Luigi De
Lillo si è detto dispiaciutissimo di non
poter essere a Molfetta in quanto ci teneva tanto per la particolare accoglienza sempre ricevuta nelle passate edizioni, impegnandosi contestualmente ad
intervenire il prossimo anno, il pronostico è stato ampiamente rispettato con
la vittoria di Jean Jacque Nkouloukidi
delle FF.GG. Ostia che ha prevalso sul
campione Promesse Riccardo Macchia
delle FF.OO. Padova e Mirko Dolci
dell’Aeronautica Militare. Per la cate-
goria Juniores, indiscussa e particolarmente esaltante è risultata la vittoria di
Massimo Stano dell’Atl. Aden Exprivia
Molfetta allenato da Giovanni Zaccheo
che ha ben distanziato l’altro atleta pugliese Giovanni Renò della Don Milani
Mottola e Giacomo Viganò dell’Atl.
Lecco Colombo Costruzioni. Passando
al settore femminile assoluto, assente
per maternità Elisa Rigaudo, il titolo è
andato alla favorita della vigilia Sibilla
Di Vincenzo, già convocata dal Responsabile Nazionale Vittorio Visini, presente anche lui a Molfetta, per gli Europei
di Barcellona, che ha ben distanziato la
Campionessa Promesse Federica Ferraro dell’Aeronautica Militare ed Eleonora Giorgi dell’Atl.Lecco Colombo
Costruzioni. Tra le Juniores, altra vittoria ad una atleta pugliese Antonella Palmisano da poco tesserata per le FF.GG.
Ostia che ha prevalso su Maria Corcella
della Fondiaria Sai-Atletica, su Carolina De Rosa dell’Atl.Agg. Hinna e
sull’atleta dell’Olimpia Club Sara Loparco. Al termine di questa terza prova
di società, lo scudetto a squadre è stato assegnato per la categoria Assoluta
Maschile all’Aeronautica Militare con
285 punti, per gli Juniores alle Fiamme
Gialle Simoni con 212 punti, per le assolute femminili all’Atl. Tyndaris Pattese con 344 punti e infine per le Juniores
all’Atl. S. Giacomo Banca di Marca
Treviso con 259 punti. Contestualmente al Campionato Italiano Assoluto di
Marcia i dirigenti dell’Olimpia Club al
fine di favorire sempre più la diffusione
di tale disciplina nell’ambito pugliese,
hanno fortemente voluto la quarta prova
del 14° Trofeo Puglia – 9° Trofeo del
Mediterraneo che ha visto la partecipazione di oltre 200 giovani promesse di
età compresa tre i 7 e i 18 anni.
Caterina Minervini vestirà l’azzurro
CSI: un mare di impegni
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La molfettese convocata nella
nazionale italiana di reining.
Numerosi impegni per l’associazione che
promuove l’educazione allo sport.
Non finisce mai la “corsa” verso il successo della giovane amazzone molfettese Caterina Minervini. Una vittoria
dopo l’altra la ventenne, allenata da papà
Gregorio, sta scalando le classifiche italiane dell’equitazione western, specialità
reining, e si sta imponendo a livello nazionale per la sua bravura e professionalità. E così dopo tante vittorie in campo
regionale e nazionale ecco arrivare l’ambita e prestigiosa convocazione nella Nazionale Italiana Under 21 di Equitazione Western che dal 14 al 17 luglio sarà
impegnata nei Campionati Europei di
specialità in programma a Manerbio, in
provincia di Brescia. “Una convocazione
giunta in maniera del tutto inaspettata –
ha commentato con modestia Caterina–
dopo essere stata visionata durante alcu-
ne gare in Puglia e le preselezioni svoltesi
sempre a Manerbio”. E proprio nel corso
delle preselezioni Caterina è stata notata
dal coach della nazionale Filippo Masi
che l’ha voluta in azzurro per difendere il
titolo europeo conquistato nella edizione
2009. “Non posso che essere felice per la
convocazione – ha detto ancora Caterina che ogni giorno unisce l’allenamento
nel maneggio con gli studi universitari
di Scienze Motorie presso l’Università
di Foggia – sono 15 anni che gareggio
ed ho affrontato oltre 100 competizioni
ufficiali: questa volta ho la possibilità di
confrontarmi con un prestigioso palcoscenico di caratura internazionale”. La
speranza, ovviamente, è quella di ben
figurare anche grazie alla sua compagna
d’avventura: Light Real Sonita, una cavalla di 8 anni avuta “in prestito” da Rossano Pitardi: “Mi serviva un cavallo con
buone doti e che avesse almeno 6 anni:
tra i miei non c’erano animali con queste
caratteristiche e così mi sono guardata
attorno e a Cursi, in provincia di Lecce,
ho trovato Sonita: con lei mi alleno da
gennaio e abbiamo trovato il giusto feeling”. Un feeling che si spera duri anche
nelle gare: per portare prestigio al Centro Ippico “Macchia degli Esperti” che
sponsorizza Caterina e a papà Gregorio,
il “cavaliere” di Molfetta. Colui che in
sella ai suoi cavalli continua a vincere, a
correre ed, evidentemente, a indicare la
giusta strada alla giovane Caterina.
Continua la sua incessante attività il
Centro Sportivo Italia Comitato Territoriale di Molfetta. Da sempre impegnato
nella promozione allo sport a tutte le età
per la continua valorizzazione di valori quali la lealtà, l’amicizia e il rispetto
altrui, il CSI Molfetta, a conclusione
della ricchissima stagione 2009/2010,
può tracciare un bilancio sicuramente
positivo per quanto riguarda le proprie
iniziative. Dopo più di sei mesi di gare
si sono conclusi i campionati giovanili
di calcio a 6 che hanno visto la partecipazione delle categorie “Under 10
(2000/01)” e “Under 12 (1998/99)” per
un totale di circa 150 atleti. La competizione si è svolta quasi per intero presso il campetto del Seminario Regionale
mentre alcune gare si sono giocate nelle
strutture annesse alla chiesa di San Giuseppe e alla basilica delle Madonna dei
Martiri. Per le categorie “Under 10” l’ha
spuntata la squadra dell’Apulia B su
quella dell’Apulia A. I campioni Under
12, invece, sono stati i ragazzi dell’Apulia C che hanno battuto in finale l’Apulia G. Il terzo e il quarto posto sono stati
rispettivamente assegnati alla Madonna
dei Martiri e all’Apulia F. Grande e assidua partecipazione si è avuta anche da
parte dei genitori dei piccoli calciatori
coinvolti dall’iniziativa che li ha trasformati in veri e propri dirigenti-mister. Un
plauso caloroso va fatto anche e specialmente all’organizzatore dell’intera
competizione, Nicola Azzollini, da quasi cinquant’anni impegnato a promuovere lo sport nel mondo dei ragazzi. Il
27 giugno si è inoltre concluso il torneo
di calcio a 5 femminile svoltosi presso
i campetti “Santa Margherita” a Giovinazzo. È stata la squadra Giovinazzo
Rosa ad aggiudicarsi ai rigori l’evento,
dopo una finale davvero combattuta con
le rivali della Virtus Ruvo. Ma il Centro
Sportivo Italiano di Molfetta è stato anche impegnato nell’organizzazione della
seconda tappa del “Trofeo dell’Adriatico 2010” svoltasi a Brindisi lo scorso 27
giugno. Alla prestigiosa manifestazione
hanno preso parte ben nove equipaggi
fra maschili e femminili. Ottimo risultato per i ragazzi molfettesi della Vogatori
Molfetta che si sono piazzati al secondo
posto alle spalle dei padroni di casa, i
Vogatori Remuri di Brindisi, e davanti ai
Vogatori “M. Cervone” di Giovinazzo.
Ma le iniziative del CSI non sono finite
qui. È in corso di svolgimento il consueto torneo estivo di calcio a 11. Sul manto
verde del campo “B. Petrone” di Molfetta si stanno sfidando ben 12 squadre. La
regolarità delle gare sarà garantita, oltre
che dagli organizzatori del CSI, anche
dalle terne arbitrali messe a disposizione
dallo steso CSI. Il torneo a 11 chiuderà
quindi in bellezza una stagione davvero
soddisfacente per l’ente sportivo molfettese per eccellenza.
Francesco Tempesta
Oltre la Realtà
giovedì 8 luglio 2010
27
La “Genesi” dei Sumeri
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Chi erano i Sumeri? Perché l’archeologia misteriosa e anticonvenzionale ha
sempre dato eccezionale importanza
a questa antichissima civiltà? Vissuti
più di 6000 anni fa nella fertile terra,
l’attuale Iraq, a cavallo dei fiumi Tigri
ed Eufrate, i Sumeri si contraddistinsero per l’alto grado di evoluzione spirituale, culturale e scientifica. Furono i
primi ad utilizzare la numerazione che
serviva per la composizione di com-
plesse operazioni matematiche e algebriche. Alcune operazioni arrivavano
anche a quindici cifre. La loro abilità
con i numeri li permise di divenire
degli straordinari ingegneri rinomati
per la costruzione di colossali templi
detti “ziqqurat”, grandiose strutture
in argilla molto simili alle piramidi a
gradoni. Ma i Sumeri furono anche
i primi ad utilizzare la scrittura, detta
“cuneiforme”, che incidevano su tavolette d’argilla. Come altre antichissime
popolazioni anche il popolo di Sumer
era ossessionato dall’osservazione del
cielo, delle stelle e dello spazio. Dalla
sommità delle ziqqurat essi indagavano continuamente sui movimenti degli
astri e delle costellazioni, disegnando
vere e proprie mappe astronomiche.
Nonostante l’enorme portata di testimonianze archeologiche rinvenute,
i Sumeri, “la gente dalla testa nera”
come essi stessi si definivano, rimangono ancora un popolo misterioso. Le
numerose tavolette ritrovate hanno permesso ricostruzione del Pantheon sumero. Sette erano le divinità principali
adorate (foto), i figli di An, il dio del
cielo. Si trattava dei misteriosi Annunaki. Quattro di essi non erano altro che le
divinità creatrici dei quattro elementi,
Aria, Acqua, Cielo e Terra. Ma vi sono
elementi di questa civiltà che si ricollegano direttamente a uno degli scritti più
importanti per la storia “conosciuta e
convenzionale” dell’Umanità, il Libro
della Genesi. Si tratta del primo volume della Torah ebraica e della Bibbia
cristiana che narra la “preistoria biblica” dalla Creazione al peccato originale
di Adamo ed Eva al diluvio universale
sino ad arrivare ai tempi dei grandi patriarchi, Abramo, Isacco Giacobbe, ecc.
I Sumeri descrivevano perfettamente
l’Eden, il Paradiso terrestre, nella stessa maniera in cui è descritto nel primo
volume della Bibbia. Stessa cosa vale
anche per l’allontanamento di Adamo,
che si identifica nel dio Enki sumero,
dal Paradiso dopo aver assaggiato il
frutto proibito. Ma le analogie non finiscono qui. Anche il mito della Creazione dell’Uomo è ben descritto sulle
tavolette e sembra la fotocopia di quello della Bibbia in cui si narra che Dio
diede vita all’Uomo, fatto a propria im-
magine e somiglianza, attraverso modelli in argilla. Non manca nemmeno il
parallelismo con il racconto del diluvio
universale. Il racconto sumero che descrive tale evento si può sovrapporre
a quello del Libro Genesi, cambiando
soltanto i nomi dei protagonisti. Il Noè
dei Sumeri era Utnapishtim che, per
ordine del Dio Enki, costruì un’enorme imbarcazione per sfuggire al diluvio scatenato dal dio Enlil, infastidito
dalla malvagità umana. Che siano stati
allora i miti tramandati dai Sumeri ad
ispirare la Bibbia? Sono tantissimi gli
studiosi che rispondono affermativamente e senza dubbi a questa domanda.
Gli eventi del Libro Genesi sono stati
comunque narrati anche da altre antichissime civiltà vissute molto prima
della stesura del libro stesso. Questo
testimonia che ciò che è scritto non è
solo frutto di fantasie ma è l’esatto racconto di qualcosa che realmente accade
diversi millenni fa sulla terra, qualcosa
che la mente umana non è ancora pronta a cogliere.
Francesco Tempesta
28
Lavoro in Chiaro
giovedì 8 luglio 2010
Nuovo bando di concorso per Confindustria
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Bandito il nuovo concorso di Confindustria per la partecipazione ad un percorso
formativo denominato “Cento Giovani Per
Cento Anni”. Il concorso è organizzato in
occasione del centenario di Confindustria
ed è riservato a giovani laureati tramite un
percorso di durata non superiore a 12 mesi
di stage. L’inizio di tale stage è previsto per
il mese d’ottobre del 2010 con svolgimento
nelle varie sedi del sistema di rappresentanza, situate su tutto il territorio nazionale. È
previsto per i partecipanti un doppio rimborso: il primo relativo alle spese e il secondo è
rappresentato dal riconoscimento di un rimborso spese mensile pari a 1.000 euro lordi.
Le domande di partecipazione dovranno
pervenire entro la data del 24 luglio 2010. I
requisiti per partecipare sono i seguenti: possesso, entro il 1 ottobre 2010, del diploma di
laurea, di laurea magistrale e/o dottorato di
ricerca. I titoli di laurea in discipline tecniche-scientifiche e/o economico-giuridiche
costituiranno titolo preferenziale per la relativa ammissione al percorso formativo. Per
quanto attiene il bando di concorso pubblico
e la domanda di partecipazione, gli interessati potranno trovare tutta la documentazione visitando il sito www.confindustria.
it, cliccando sul link di destra denominato
“Cento giovani per cento anni“. Per poter
partecipare alla selezione i candidati devono
compilare l’apposita domanda di partecipazione e inviare la stessa sia tramite posta
elettronica, all’indirizzo e-mail: [email protected], sia mediante raccomandata al seguente indirizzo: Unimpiego
Confindustria s.r.l. – Corso Stati Uniti 38
– 10128 Torino. Tutta la procedura di partecipazione deve svolgersi obbligatoriamente
entro e non oltre il 24 luglio 2010. L’invio
della candidatura dovrà essere integrato con
la spedizione dei seguenti documenti: un
certificato o un’autocertificazione attestante
il conseguimento del titolo di laurea, indicando il nome del professore relatore e del
titolo della tesi, degli esami sostenuti e delle
votazioni e dei crediti conseguiti; un curriculum vitæ, eventuali ulteriori attestati (corsi di
perfezionamento, attività svolte presso istituti di ricerca ed altro).
***
La Marion Materassi assume in provincia di Bari
In periodo di crisi economica e occupazionale, qualche raro segnale di ripresa giunge
in seguito all’avvio di selezioni di personale
da parte d’alcune aziende locali. Proprio in
quest’ultimo periodo la Marion, azienda
produttrice di materassi in lattice, con sede
a Casamassima (Bari), realizza un nuovo
piano d’assunzioni. L’azienda è alla ricerca
di molte figure professionali da introdurre
nella propria struttura. Le offerte di lavoro sono comprese all’interno dei seguenti
settori aziendali: call center, web, vendita e
contabilità. Ecco quindi le offerte di lavoro
dell’azienda Marion.
Area Call Center. Rif. Operatore di centralino. A questa figura si affiderà l’incarico
di ricevere le chiamate in entrata da parte di
potenziali clienti, curerà lo smistamento dei
vari appuntamenti per i consulenti in tutte
le regioni italiane. Caratteristiche richieste:
predisposizione al lavoro per obiettivi; buona dialettica, capacità d’ascolto, attitudine
al problem solving, conoscenza geografica
del territorio italiano, capacità relazionali,
flessibilità e disponibilità a lavorare in team,
disponibilità full time con fascia oraria
09-13 e 15-18 dal lunedì alla domenica (con
turnazione nel fine settimana), residenza in
provincia di Bari.
Grafico-Web designer. Rif. G.w.d. Per la
figura di grafico/web designer si richiedono competenze nella creazione di siti web
e capacità d’elaborazione delle immagini.
Il grafico provvederà alle creazioni digitali
d’elementi grafici destinati al web e il disegno, progettando anche l’interfaccia utente
per ogni tipologia di pagina. Deve possedere anche senso estetico e creatività. Sarà
gradita, oltre all’invio del proprio curriculum, una descrizione dettagliata dei siti e/o
lavori effettuati nel settore. Caratteristiche
richieste: conoscenza dei principali applicativi per la grafica 2D (Fireworks, Photoshop, Illustrator); pacchetto Adobe (Flash,
Dreamweaver), conoscenza base di HTML
e CSS, gradita passione per il 3D e animazione multimediale, esperienza minima di
1-2 anni, disponibilità full-time.
Area post vendita. Rif. P.v. La figura
dell’addetta al post-vendita dovrà affiancare
il responsabile di divisione. I suoi compiti
consisteranno nella gestione e la soddisfazione delle domande provenienti dai clienti,
la gestione dei consulenti di vendita e dei
corrieri esterni. Caratteristiche richieste:
esperienza minima nel settore post-vendita o
customer care; capacità di problem solving,
gestione dello stress, capacità organizzative,
gentilezza e pazienza, capacità d’ascolto,
doti relazionali, età 20/35, disponibilità dal
lunedì al venerdì, residenza zone limitrofe a
Casamassima.
Area contabilità. Rif. Ragioniere. I ragionieri che saranno assunti si occuperanno
dello svolgimento delle pratiche di finanziamento. Importante è, inoltre, la compilazione della prima nota, la fatturazione e le
conoscenze amministrative. Caratteristiche
richieste: diploma di ragioneria; precedente esperienza in contabilità aziendale, gestione contabilità Iva, prima nota, modello
F24, conoscenze informatiche (pacchetto
Office), affidabilità e precisione, capacità
di ragionamento matematico, attitudine al
problem solving, disponibilità full time con
fascia oraria 09-13 e 15-18 dal lunedì al venerdì, residenza in provincia di Bari.
Modalità per le candidature: gli interessati potranno candidarsi alle offerte di
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giovedì 8 luglio 2010
Rubriche
29
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IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì.
Antica Salumeria del Centro - Via De Luca, 7
Bar Arcobaleno - Banchina San Domenico
Bar Astoria - Corso Umberto I, 16
Bar Belvedere - lungomare Marcantonio Colonna
Bar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi
d’Argentina, 75
Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43
Bar Cavour - Corso Fornari, 47
Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30
Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4
Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18
Bar Europa - Via F. Cavallotti, 33/35
Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33
Bar Fausta - Corso Umberto I, 150
Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11
Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91
Bar Haiti - Via San Domenico, 42
Bar Ideal - Via Terlizzi
Bar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49
Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46
Bar La Favola Mia - Via Baccarini, 35
Bar La Fenice - Corso Umberto I
Bar London - Via Terlizzi, 6
Bar Mary - Corso Umberto I, 122
Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6
Bar Miramare - Via San Domenico, 9
Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124
Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama Martina
Bar Mongelli - Via Baccarini, 35
Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48
Bar Rio - Via Bari, 92
Bar S. Marco - Corso Umberto I
Bar Settebello - Via A. Salvucci, 28
Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33
Bar Seventy - Via Tenente Michele Silvestri
Bar Sottocoperta - Piazza Giuseppe Garibaldi
Bar Stazione - Piazza Aldo Moro
Bar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32
Bar Toto - Corso Fornari, 73
Bar Universo - Corso Umberto I
Betty Paige - Largo Municipio, 6
Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo Moro
Blues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49
Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60
Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12
Caffè Colorado - Via Guglielmo Marconi
Caffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16
Caffè Silver - Via Framantle 19/i
Caffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30
Caffetteria Manhattan - Viale dei Crociati
Caffetteria Roma 2 - Banchina San Domenico
Caffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6
Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7
Casa di riposo “Don Grittani” - Via Don Minzoni
Coffee Room - Viale Pio XI, 9
Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9
De Pinto - Via Edoardo Germano, 39
Edicola - Viale Pio XI
Edicola - Via Tenente Michele Silvestri
Edicola - Via Palmiro Togliatti
Edicola - Piazza Giuseppe Garibaldi
Edicola - Corso Dante Alighieri
Edicolandia - Via Principe Amedeo, 45
Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa
Edicola Gigotti - Via Bari, 74
Edicola Grosso - Via Don Pietro Pappagallo
Edicola L’Altra Edicola - Via Terlizzi
Edicola Sciancalepore - Via Madonna dei Martiri
Edicola Sciancalepore - Piazza Cappuccini
Euro Caffè - Via San Francesco d’Assisi
Farmacia Grillo - Via S. Angelo, 37
Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3
Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91
Green Bar - Via Baccarini, 111
Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15
Guardia di Finanza - Madonna dei Martiri
Le Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69
Le Mimose - Viale Pio XI
Lido Alga Marina - ss16 Molfetta-Giovinazzo
Lido Bahia - località Torre Rotonda
Lido Belvedere - ss16 Molfetta-Giovinazzo
Lido Lafayette - ss16 Molfetta-Giovinazzo
Lido Marina Piccola - ss16 Molfetta-Giovinazzo
Lido Nautilus - ss16 Molfetta-Giovinazzo
Lido Nettuno - ss16 Molfetta-Bisceglie
Lido Scoglio d’Inghilterra - località Torre Rotonda
Marilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40
Mattia’s Cafè - Corso Dante Alighieri
Mondocasa - Piazza Effrem, 12
Music Cafè - Via Ten. Silvestri, 11
Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24
Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15
Panificio Annese - Via Cappellini, 28
Panificio Biancaneve - Via Molfettesi
del Venezuela, 41
Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59
Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49
Panificio Centrale - Via Respa, 40
Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51
Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155
Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67
Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36
Panificio Europa - Via Rattazzi, 41
Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91
Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91
Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42
Panificio Immacolata - Via Cappellini, 28
Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9
Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19
Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46
Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44
Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13
Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18
Panificio Posta - Via Ricasoli, 29
Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25
Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15
Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71
Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante Alighieri
Parrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa
Vecchia
Parrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62
Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv Aprile
Parrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A.
Dalla Chiesa
Parrocchia S. Achille - Via A. Salvucci
Parrocchia S. Bernardino - Via Tattoli
Parrocchia S. Gennaro - Via Sergio Pansini
Parrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/d
Parrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella
Quintino
Parrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1
Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1
Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIII
Parrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3
Petito Cafe - S.S. 16 Molfetta-Giovinazzo
Place Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4
Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24
Stazione di rifornimento AGIP - Via Terlizzi
Stazione di rifornimento AGIP - Via Giovinazzo
Stazione di rifornimento API - Zona Industriale
Stazione di rifornimento Madogas - Strada
Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050
Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori –
Zona ASI
Swing Pub - Viale Pio XI, 21
Tabaccheria - Viale Pio XI, 55
Tabaccheria - Corso Dante Alighieri
Tabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2
Tabaccheria - Via Baccarini, 67
Tabaccheria - Via Rossini, 12
Tabaccheria - Piazza G. Garibaldi
Tabaccheria Edicola - Via Raffaele Cormio
Tabaccheria Pansini - Via Roma 32
Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68
Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65
Tabaccheria Veneziano - Via Madonna
dei Martiri, 67
Totoricevitoria “Del Cuore” - Via Baccarini, 77
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Rubriche
giovedì 8 luglio 2010
GLI APPUNTAMENTI DE
w w w . i l f a t t o . n e t
PARTNER
8 luglio, ore 22
Blues Cafè, il Fatto Reggae
9 luglio, ore 19.30
campo “Petrone”, Torneo di Beneficienza
pro Caritas Diocesana
9 luglio, ore 21
Anfiteatro di Ponente, Ray Gelato in concerto
10 luglio, ore 20.30
lungomare Colonna, Disconovità
15 luglio, ore 20.30
Anfiteatro di Ponente, Estate con Teatrarte
13-25 luglio
Festival Internazionale di Flamenco
16-25 luglio
vie cittadine e Anfiteatro di Ponente,
“Ti fiabo e ti racconto”
22 luglio, ore 21
La Darsena, Festa del Giovane Donatore Avis
23 luglio, ore 23
lido Belvedere, Summer il Fatto Tour
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Scrivici a [email protected]
Consigli per una sana alimentazione
FACILE
DIFFICILE
SOLUZIONI
Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un
gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9
celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la
griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto,
in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue.
Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo
del gioco è quello di
riempire le caselle
bianche con numeri
da 1 a 9, in modo tale
che in ogni riga, colonna e regione siano
presenti tutte le cifre
da 1 a 9 e, pertanto,
senza ripetizioni.
Fonte:(it.wikipedia.org)
Al fresco con l’anguria
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2146
Fresca e dolce, per
molti il frutto preferito dell’estate,
ma c’è anche chi
la vorrebbe tutto l’anno. Piace
a tutti: anziani,
adulti e bambini
ne sono ghiotti e in questa stagione non
manca mai sulle nostre tavole. Questo
frutto ideale nelle giornate afose, a casa
o in riva al mare è ricco di proprietà benefiche. Innanzitutto comune a tutti è la
sensazione di rigenerazione che si avverte quando viene gustata nei giorni in
cui la temperatura esterna è molto elevata. Questo è dovuto all’elevato contenuto di acqua (la polpa ne è costituita per
oltre il 90%), che la rende dissetante, ma
anche al discreto contenuto di sali minerali come il potassio e il magnesio utili
per combattere quel senso di spossatezza che ci assale quando il caldo incalza.
L’anguria però contiene anche una modesta quantità di zucchero come il fruttosio e vitamine. Tra queste la vitamina
A che stimola la produzione di melanina
e quindi ci aiuterà nella tanto ricercata
tintarella, la vitamina C che dà energia e
rinforza le nostre difese e le vitamine del
gruppo B che favoriscono il ricambio e
l’ossigenazione delle cellule. In più il
colore rosso si deve alla presenza di carotenoidi, tra cui il licopene, un potente
antiossidante che potenzia il sistema immunitario. L’insieme di questi nutrienti
la rendono un alimento disintossicante,
diuretico, indicato in caso di ritenzione
idrica, ipertensione, cellulite e gonfiori
alle gambe. Tra l’altro, nonostante la
dolcezza della polpa, l’apporto calorico è piuttosto modesto (solo 30 calorie
per 100 grammi) e quindi può essere
gustata senza limiti e in ogni momento
della giornata liberamente anche da chi
sta seguendo un regime ipocalorico.
Per questo può anche essere utilizzata
come strategia per mangiare meno: tutta
l’acqua che contiene servirà a gonfiare
lo stomaco inducendo il tanto ricercato
senso di sazietà senza compromettere la
linea.
dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista
Studio di Nutrizione e Alimentazione
Tel. 080.335.45.29- 338.27.87.929
Rubriche
giovedì 8 luglio 2010
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La “laganèdda” di cime di rape con aglio, acciughe e vongole su crema di pomodori arrosto
Ingredienti per 10 persone
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Per la laganédda:
400 gr di farina
200 gr di semola
6 tuorli d’uovo
300 gr di cime di rape pulite
0,5 dl di olio extra vergine di oliva
10 gr di sale
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1 kg di pomodori rossi
50 gr di aglio
100 gr di cipolla rossa
500 gr di vongole
100 gr di acciughe salate
1 dl di olio extra vergine di oliva
basilico q.b.
Procedimento
Cuocere in poca acqua salata le cime di rape, scolare, raffreddare con ghiaccio, sgocciolare e frullare. Preparare la laganédda come una normale pasta all’uovo
aggiungendo le cime di rape. Tagliare a metà i pomodori, eliminare i semi, condirli con olio e sale e cuocerli in forno o grigliarli. Tritare l’aglio e la cipolla rossa.
Prendere una casseruola e far appassire a fuoco dolce la cipolla, aggiungere i pomodori, il basilico e cuocere per qualche minuto, frullare e verificare il gusto.
Dissalare le acciughe, far aprire a fiamma vivace in una padella con coperchio le vongole, sgusciarle e filtrare l’acqua. Far soffriggere in un sautè olio, aglio,
acciughe e vongole, aggiungere l’acqua delle vongole; cuocere in abbondante acqua salata la laganèdda e condirla con il fondo prima ottenuto. Sistemare il piatto
in una fondina: fondo di salsa di pomodori arrosto e laganèdda al centro, guarnire.
I CONS IGL I DELLO ZODIAC O
ARIETE
In qualche modo sarete vostro malgrado coinvolti in qualcosa che vi lascerà
perplessi e potrebbe riguardare sia la
vostra vita privata che quella lavorativa.
In entrambi i casi, dovrete cercare di
liberarvi da questo fastidio al più presto.
LEONE
Sarebbe bene non cadere subito nella
trappola di chi cerca di mettervi ansia o di
farvi deconcentrare, poiché sareste davvero degli allocchi se ci cascaste. Dovete
capire che questo è solo un metodo per
mettervi alla prova.
SAGITTARIO
I vostri sentimenti sono senza ombra di
dubbio più chiari, quindi, approfittando
di ciò, dovreste avvicinarvi alle persone
che amate e dimostrare loro il vostro affetto, ma non solo.
www.i lf at t o.n et
IL FATTO
Quindicinale gratuito di informazione
EDITORE
Activa S.r.l. con unico socio
PRESIDENTE
Giulio Cosentino
e-mail: [email protected]
TORO
Sarete sicuramente portati, dal vostro
istinto, ad agire secondo metodi poco
ortodossi per il vostro carattere e per il
vostro modo di comportarvi, ma per una
volta vi lascerete andare e abbandonerete la razionalità per dare spazio all’incoscienza.
VERGINE
Eviterete senza ombra di dubbio di partire
con il piede sbagliato nei rapporti con gli
altri, in quanto sapete che sarà indispensabile mantenere un certo grado di benevolenza in ogni ambito della vostra vita, in
visione di alcuni cambiamenti che dovrete
fare a breve.
CAPRICORNO
Fareste bene a dare un’occhiata più profonda nell’animo di chi vi circonda, poiché
dietro ad una frase, si potrebbe nascondere un pensiero ulteriore, completamente differente da quello che cercano di farvi
passare.
DIRETTORE RESPONSABILE
Corrado Germinario
Collaboratori
Angela Teatino, Pantaleo de Trizio,
Isabel Romano, Lella Salvemini,
Marilena Farinola, Francesco Tempesta,
Annalisa Mira, Giordano Germinario,
Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese,
Maria Sancilio, Gaetano de Virgilio.
Registrato presso il Tribunale di
Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07
GEMELLI
Dovreste chiedervi se sia meglio essere
chiari e onesti, oppure fare i misteriosi
con la persona che vi interessa. Dovrete comunque scoprirvi alla fine, dovete
decidere voi quando e come, ma non
potete di certo mantenere un ruolo che
non vi appartiene.
BILANCIA
Qualcuno che significa qualcosa di importante per voi, ma che nel tempo avete perso di vista, potrebbe magicamente
riapparire e mandarvi ancora una volta
dei messaggi ambigui. Il passato a volte
ritorna: non servirà a niente scappare o
fare finta che non esista.
ACQUARIO
Se avanzerete troppi dubbi sulla persona
che avete affianco o su chi lavora per voi,
resterete molto delusi nello scoprire che
non ve ne sarà alcuna ragione, poiché
queste persone sono assolutamente oneste nei vostri confronti.
REDAZIONE
Via degli Antichi Pastifici,
Zona Artigianale A/8 · Molfetta
[email protected]
PROGETTO GRAFICO
Vincenzo de Pinto
IMPAGINAZIONE
Marcello Brattoli
STAMPA
CANCRO
Probabilmente un po’ di noia e un po’
di monotonia hanno fatto sentire il loro
peso, per cui cercherete di fare il minimo indispensabile senza alcuno sforzo.
Vedrete che questa sensazione in poco
tempo passerà.
SCORPIONE
Cercherete in tutti i modi di ottenere
dei benefici, poiché sono proprio questi
che vi mancano ultimamente, quindi vi
ingegnerete per averli, proprio come li
hanno gli altri. Si tratta pur sempre di
una questione economica, quindi andrà
trattata con la massima delicatezza.
PESCI
Qualcuno potrebbe avere da ridire sui
vostri modi di fare, che sembreranno
alquanto esagerati. Per questi motivi,
al minimo sentore di dissenso o comunque di fastidio provocato, dovrete
innanzitutto restare calmi e poi, farvi un
esame di coscienza.
MASTER PRINTING S.R.L.
VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA
CONCES. DELLA PUBBLICITA’
Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096