I conti finanziari - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche

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I conti finanziari - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
I conti finanziari
INTRODUZIONE1
I conti finanziari registrano le attività e le passività finanziarie di un paese in termini
di consistenze e di flussi, e consentono di studiare aspetti quali: composizione della
ricchezza finanziaria delle Famiglie; ammontare dei fondi raccolti da Imprese e
Amministrazioni pubbliche; esposizione netta di un paese verso il Resto del mondo;
rapporto fra ricchezza finanziaria e reale. I conti finanziari completano l’articolazione
della contabilità nazionale di un paese e ne integrano le informazioni desumibili,
collegandosi in particolare ai conti della formazione del capitale, che mostrano la
differenza [B] fra il risparmio disponibile [S + (T'a - T'p)] e la formazione di capitale [F]
dei diversi settori istituzionali:
S + (T'a - T'p) = F + B
Dove
S
: Risparmio;
T’a, T’p : Trasferimenti unilaterali in c/capitale attivi e passivi;
F
: Formazione di capitale;
B
: Saldo delle transazioni finanziarie (accreditamento o indebitamento netto).
Il saldo del conto finanziario coincide in linea teorica con quello del conto del
capitale, ed è denominato allo stesso modo: accreditamento o indebitamento netto. Il lato
destro del conto della formazione del capitale costituisce il lato sinistro di quello delle
transazioni finanziarie:
F + B = F + [(C2 – C1) – (P2 – P1)]
Dove
C1 , C2 : Consistenza delle attività finanziarie ad inizio e fine periodo;
P1 , P2 : Consistenza delle passività finanziarie ad inizio e fine periodo.
Il lato destro del conto delle transazioni finanziarie a sua volta registra gli strumenti
finanziari emessi e detenuti dai settori istituzionali, e mostra i flussi di finanziamento dai
settori in avanzo [B  0] verso i settori in deficit [B  0]. Se dai flussi si passa alle
consistenze, i conti finanziari misurano la ricchezza o il debito accumulati.
I conti finanziari completano la sequenza dei conti di flusso che registrano le
operazioni, ma non esauriscono il sistema dei conti: non registrano infatti le variazioni di
volume e di valore delle attività e passività finanziarie non connesse ad operazioni. Non
registrano inoltre le attività reali e le passività patrimoniali che compongono, assieme alle
attività e passività finanziarie, i conti patrimoniali.
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Nel corso del capitolo sono correntemente utilizzate definizione abbreviate per indicare alcuni operatori.
Per comodità riportiamo qui la lista dei principali acronimi.
BdI
BCE
FMI
BCN
Banca d’Italia
Banca Centrale Europea
Fondo Monetario Internazionale
Banche Centrali Nazionali
RdM
UIC
CDP
CdC
Resto del Mondo
Ufficio Italiano Cambi
Cassa Depositi e Prestiti
Camere di Commercio
Conti Patrimoniali:
A+C=P+N
ATTIVO
PASSIVO
Attività Reali
A
Passività Finanziarie
P
Impianti
Debiti verso fornitori
Fabbricati
Scoperto di c/c
Terreni, ecc.
Mutui, ecc.
Attività Finanziarie
C
Patrimonio netto
N
Cassa
Capitale proprio
Conti bancari
Riserve
Titoli, ecc.
Fondi di ammortamento, ecc.
L’insieme del conto finanziario e del conto delle “altre variazioni” costituisce il
“conto delle variazioni patrimoniali”, che rappresenta il collegamento tra il conto
patrimoniale “di apertura” (redatto all’inizio del periodo contabile) e quello “di chiusura”
(redatto alla fine). Se al conto patrimoniale di apertura si aggiungono le variazioni che
intervengono durante il periodo per effetto delle operazioni di accumulazione di attività
reali (registrate nel conto della formazione del capitale) e di quelle finanziarie (registrate
nei conti finanziari), si ottiene a saldo il conto patrimoniale di chiusura. La maggioranza
dei paesi europei non pubblica attualmente la parte non-finanziaria dei conti patrimoniali,
né i conti delle altre variazioni di volume e di valore. L’insieme di queste tavole tuttavia è
previsto dal SEC95 e fa parte dei programmi avviati dagli Istituti Nazionali di Statistica
dei vari paesi.
ORIGINI
I conti finanziari traggono origine da tre filoni teorici principali. Il primo è la teoria
keynesiana, la cui enfasi sulle grandezze macroeconomiche ha portato a ricercare
un’integrazione sistematica fra flussi reali e monetari. Il secondo è costituito dalle ricerche
sul ciclo economico e l’analisi dei movimenti delle grandezze finanziarie durante le fasi di
espansione e recessione. Il terzo deriva dalle teorie sulla domanda di moneta (e in generale
di attività finanziarie) in termini di consistenze: gli agenti economici gestiscono il proprio
portafoglio domandando attività diversificate, e quindi non perfettamente sostituibili tra
loro, per grado di liquidità, rischio e rendimento (moneta, depositi, titoli, azioni, ecc.).
L’ultimo approccio in particolare ha portato alla costruzione di modelli delle scelte
di portafoglio che guidano l’accumulazione di attività patrimoniali, ed in particolare
finanziarie, modificando le consistenze esistenti, secondo l’impostazione di Hicks. Tale
autore ha sottolineato come sia possibile studiare il cambiamento economico a partire
dall’introduzione di un sistema di contabilità basato su consistenze e flussi. La sua
analogia preferita è quella tra la contabilità aziendale – dove si utilizzano i conti della
situazione patrimoniale e del conto profitti/perdite – e l’analisi dinamica di un’economia,
anch’essa basata sulla misurazione di consistenze e flussi: i risultati economici di
un’impresa in un dato periodo (flussi) influenzano la situazione patrimoniale di fine
periodo (consistenze). Allo stesso modo, in un’economia, le scelte correnti degli agenti
che detengono moneta e altre attività finanziarie sono misurate dai flussi: questi a loro
volta influenzano le consistenze, e tramite esse le scelte future.
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Nel secondo dopoguerra, in particolare negli Stati Uniti, i lavori di Copeland e le
ricerche presso il National Bureau of Economic Research hanno dato impulso alla
rilevazione dei flussi finanziari accanto a quelli reali. Negli anni cinquanta la Federal
Reserve ha iniziato a pubblicare con continuità i Flow of Funds. Alla misurazione dei
flussi è seguita quella delle consistenze di attività e passività finanziarie. Uno dei primi
impieghi sistematici dei conti finanziari nell’analisi economica risale a Goldsmith, che ha
proposto indicatori sintetici delle principali caratteristiche della struttura finanziaria di un
paese: il rapporto tra attività finanziarie e ricchezza reale (Financial interrelations ratio,
FIR); il rapporto tra attività finanziarie delle banche e attività e passività finanziarie degli
altri settori istituzionali (Financial intermediation ratio, FIN); il rapporto tra le emissioni
totali di strumenti finanziari in un’economia e il reddito nazionale. Dopo Goldsmith,
diversi studi hanno posto a confronto i rapporti esistenti nei diversi paesi industrializzati
tra attività e passività finanziarie e indicatori reali.
L’esame comparato delle economie europee è stato difficoltoso fino al 1970, per la
scarsità di dati omogenei e confrontabili, finché non sono stati costruiti i conti finanziari,
sulla base dei concetti introdotti dal Sistema europeo dei conti economici integrati (SEC).
La necessità di una piena armonizzazione delle statistiche europee è aumentata dopo
Maastricht, per l’esigenza di uniformità delle grandezze su cui misurare la convergenza tra
i paesi partecipanti al sistema dell’euro. L’Eurostat ha attualmente il compito di stabilire la
metodologia dei conti finanziari, che formano parte integrante della contabilità nazionale.
Il Memorandum of understandings tra l’Eurostat e il sistema delle Banche aderenti alla
Banca Centrale Europea (BCE) colloca la contabilità finanziaria nella sfera di
“responsabilità condivisa” tra i due organismi, per l’interesse diretto che queste statistiche
hanno per lo svolgimento delle attività istituzionali delle Banche Centrali Nazionali
(BCN), ed il ruolo determinante da queste svolto nella compilazione dei dati di ciascun
paese.
PRINCIPI GENERALI
I conti finanziari si presentano come una tabella a doppia entrata, in cui sono
riportati per riga gli Strumenti finanziari - cioè le forme tipiche che attività e passività
finanziarie concretamente assumono – e per colonna i Settori istituzionali, cui i diversi
strumenti sono riferiti, in qualità di creditori (lato delle Attività) o debitori (lato delle
Passività). Come si è visto in altra parte del corso, alla base del sistema di classificazione
in Settori istituzionali sta il concetto di unità istituzionale, caratterizzata da autonomia
nell’esercizio della propria funzione principale, e dal possesso di una contabilità completa.
Una unità dispone appunto di contabilità completa se redige il conto patrimoniale accanto
a quello economico. Soprattutto, una unità dispone di autonomia decisionale quando ha il
diritto di possedere beni reali o attività finanziarie, ha la capacità di assumere impegni e di
perfezionare contratti e può scambiare quindi beni e attività mediante operazioni effettuate
con altre unità istituzionali.
Se i dati sono disponibili, per ogni settore istituzionale e strumento finanziario sono
prodotte serie distinte per consistenze e flussi. I flussi devono corrispondere alle
transazioni nette al valore di mercato, non necessariamente uguali alla variazione delle
consistenze. Ricavare i flussi come differenza tra le consistenze espone al rischio di
ottenere valori influenzati da variazioni dei prezzi (titoli e azioni) e cancellazioni o
riduzioni di valore (prestiti bancari). Rivalutazioni, riduzioni e cancellazioni di valore non
sono transazioni e vanno dunque escluse dai flussi, come le altre modificazioni di valore
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non connesse ad operazioni; vengono invece riportate nei conti delle altre variazioni di
volume e valore.
Attività e passività finanziarie possono essere valutate secondo uno dei seguenti
criteri:
- valore nominale (o facciale);
- valore di bilancio, in genere pari al costo storico di acquisizione;
- fair value, e cioè il valore attuale dei flussi di cassa futuri generati dall’attività;
- valore di mercato, in base ai prezzi correnti.
Come principio generale, la consistenza di attività e passività è valutata ai prezzi di
mercato correnti alla fine del periodo di riferimento, e i flussi ai prezzi ai quali sono
avvenute le transazioni. Le attività per le quali non esiste un mercato secondario2 (ad es.
depositi e prestiti bancari) sono registrate di norma al valore nominale. La valutazione dei
titoli non quotati sui mercati ufficiali, privi di listini o quotazioni di riferimento, e con
transazioni scarse, si effettua con riferimento ai prezzi osservati per titoli con
caratteristiche analoghe; in alternativa, è previsto l’utilizzo del fair value. Nel caso degli
strumenti derivati, l’esistenza di un mercato dove le attività sono trattate è essenziale per
giustificarne la registrazione nei conti finanziari. Gli strumenti denominati in valute
diverse sono trasformati in euro in base al tasso di cambio: per i flussi, si utilizza quello
corrente al momento della transazione; per le consistenze, quello in vigore al termine del
periodo di riferimento.
Per garantire la coerenza dei saldi del conto della formazione del capitale e del conto
finanziario, il SEC95 prevede che le transazioni realizzate dalle unità istituzionali siano
registrate in tutti i conti simultaneamente, nell’istante in cui il valore economico è stato
creato, trasformato o eliminato: principio della competenza economica. Per competenza si
intende il momento nel quale si manifesta il diritto a una prestazione economica,
indipendentemente dal fatto che ad esso sia associato un movimento di cassa. Nei conti
finanziari, in passato compilati essenzialmente per cassa, il principio della competenza
trova applicazione principalmente nella registrazione: degli Interessi, contabilizzati nel
momento della loro maturazione (come reinvestimento nello strumento finanziario che li
ha generati); dei Crediti commerciali, legati allo sfasamento tra il momento dello scambio
di beni o servizi e quello del regolamento del pagamento; degli Altri conti attivi e passivi,
che incorporano le poste di raccordo cassa/competenza per imposte, contributi e
prestazioni sociali.
Il conto finanziario di un settore può essere infine consolidato o non consolidato. Il
conto non consolidato illustra le attività e passività finanziarie relative a tutte le
operazioni, comprese quelle tra unità istituzionali appartenenti allo stesso settore. Il
consolidamento prevede invece l’eliminazione di tutte le operazioni in essere tra le unità
di uno stesso settore. Il conto finanziario del Resto del Mondo (RdM) è consolidato per
definizione. I livelli di consolidamento dipendono dal dettaglio dell’informazione
disponibile. Ai fini della Procedura sui deficit eccessivi il debito è consolidato, cioè
vengono escluse tutte le operazioni interne ad un settore: ad es. un credito dello Stato ad
un Comune fa parte del debito delle Amministrazioni Locali, ma non di quello del
complesso delle Amministrazioni Pubbliche.
Nel sistema dei conti, ad un’operazione finanziaria ne corrisponde sempre una di
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Un mercato è secondario quando riguarda transazioni su strumenti finanziari già esistenti, ad es. le azioni
quotate alla Borsa Valori di Milano.
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contropartita, che può essere un’altra operazione finanziaria o una qualunque operazione
non-finanziaria (di produzione, distribuzione o redistribuzione del reddito, ecc.).
Quest’ultima, in quanto registrata nel conto economico, ha un impatto
sull’accreditamento/indebitamento o saldo del settore; allo stesso modo, la sua
regolazione monetaria, in quanto registrata per lo stesso importo nel conto finanziario, ha
il medesimo impatto sull’accreditamento/indebitamento calcolato dal lato finanziario.
Diverso è il caso di un’operazione finanziaria che ha come contropartita un’altra
operazione finanziaria (ad esempio l’acquisto di azioni con finanziamento bancario, ecc.).
In questo caso, non si registra nulla nel conto economico; la registrazione si risolve tutta
nel conto finanziario. Il risultato è una modifica del portafoglio di attività e passività
finanziarie del settore, che non influenza il saldo del conto economico né del conto
finanziario. Il SEC95, come lo SNA93, fa una netta distinzione tra operazioni non
finanziarie, con impatto sul saldo (“sopra la linea”), e operazioni finanziarie, senza
impatto (“sotto la linea”).
L’accreditamento/indebitamento totale dei settori interni dell’economia deve
risultare identico, ma di segno contrario, a quello evidenziato nel conto finanziario del
RdM. Pertanto, il totale dell'accreditamento/indebitamento di tutte le unità istituzionali e
del RdM è zero.
FONTI STATISTICHE
Il principio di registrazione fondamentale alla base del SEC95, quello dell’entrata
quadrupla, prevede che ciascuna operazione sia registrata quattro volte: due nei conti
dell’operatore che la esegue e due nei conti dell’operatore di contropartita. Se tale
principio potesse essere sempre applicato, si verificherebbe per definizione l’identità tra il
saldo misurato dal lato dei conti economici e quello misurato dal lato dei conti finanziari.
Data la registrazione in partita quadrupla il saldo economico e quello finanziario devono
coincidere, da qualunque lato siano misurati. Infatti, che si utilizzino le statistiche sia
finanziarie che reali, un’operazione con impatto sul saldo economico ha impatto anche su
quello finanziario. Esiste però una differenza notevole di base informativa tra i conti reali
e quelli finanziari. I primi, compilati dall’Istat, utilizzano le informazioni derivanti dalle
statistiche sulle imprese, dai dati di contabilità pubblica riclassificati in base alla
competenza, ecc. I secondi utilizzano le informazioni costituite dalle segnalazioni del
sistema bancario, da informazioni di finanza pubblica sugli strumenti di debito emessi,
ecc. Entrambi i conti hanno come obiettivo la coerenza e la corrispondenza delle
informazioni per l’insieme dei settori istituzionali che compongono l’economia
(amministrazioni pubbliche, imprese, famiglie, ecc.) ma l’oggetto della rilevazione è
completamente diverso. Pertanto è necessario istituire dei raccordi tra i vari aggregati e
definire in modo chiaro e trasparente le procedure statistiche utilizzate.
I conti finanziari sono prodotti essenzialmente dal Servizio studi della Banca d’Italia
(BdI), responsabile delle elaborazioni e della metodologia statistica, tenuto conto del
quadro concettuale stabilito dal SEC95, delle esigenze degli utilizzatori delle statistiche,
del vincolo rappresentato dalla disponibilità dei dati. L’area responsabile dei conti
finanziari utilizza dati raccolti da altre aree del Servizio studi: statistiche monetarie,
bancarie, dei mercati finanziari, di bilancia dei pagamenti e di finanza pubblica. In diversi
casi occorre stimare i dati per i quali non esistono idonee fonti informative (ad es. i crediti
commerciali tra residenti, o le azioni per settore detentore). Intensa è la la collaborazione
con l’Istat - in particolare per la misurazione delle attività e passività finanziarie delle
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Amministrazioni pubbliche - che trasmette poi all’Eurostat i conti finanziari, in quanto
parte delle statistiche ufficiali dell’Unione Europea.
Importanza fondamentale in tale contesto hanno le fonti statistiche basate sulle
cosiddette Segnalazioni della vigilanza, così definite perché originate dalle informazioni
che le singole banche ed intermediari finanziari trasmettono periodicamente alla BdI nel
quadro dell’azione di sorveglianza e controllo che quest’ultima esercita per legge sul
sistema creditizio del paese. Si tratta di numerosi dati, che possiamo riassumere in due
grandi categorie:
 Matrice dei conti, che rileva per ciascuna banca informazioni sulle operazioni poste
in essere, con riferimento alla forma tecnica (ad es. conti correnti, depositi a
risparmio, ecc.), divisa nominale (euro, dollaro, ecc.), durata contrattuale, garanzie
prestate, localizzazione e branca di attività della controparte.
 Centrale dei rischi, che raggruppa tutte le posizioni di fido (finanziamento mediante
scoperto di conto corrente) aperte dalle diverse banche nei confronti di uno stesso
soggetto (persona fisica, impresa o ente pubblico), in modo da permettere ad ogni
istituto (che riceve di ritorno una sintesi delle informazioni) di valutare il “rischio”
complessivo in essere nei confronti di ogni singolo affidatario.
A queste fonti principali si aggiungono numerose altre rilevazioni specifiche, aventi
per oggetto ad es. i tassi attivi (sui prestiti concessi) e passivi (sui depositi ricevuti) degli
istituti bancari, i movimenti valutari (distinti per divisa, residenza della controparte,
localizzazione e branca di attività dell’operatore interno, ecc.), le operazioni sul mercato
dei titoli di Stato, ecc.
Le serie di input sono controllate per individuare revisioni dei dati storici ed
eventuali outliers. Sulle serie rettificate viene eseguito un insieme di controlli statistici ex
post. Si verifica l’assenza di consistenze con segno negativo (possibili perché alcune serie
sono calcolate in maniera residuale); si valuta la coerenza tra consistenze e flussi,
soprattutto nei casi in cui sono disponibili dati indipendenti; si analizza la plausibilità dei
valori dei saldi finanziari, tenuto conto del comportamento delle serie storiche nel passato
e di possibili componenti stagionali; si controlla la coerenza con altri sistemi statistici,
come la bilancia dei pagamenti, la finanza pubblica, o i conti della formazione del capitale
dei settori istituzionali.
Le serie storiche dei conti finanziari sono in gran parte disponibili su base mensile o
trimestrale, alcune solo su base annuale. Quando sono disponibili solo le serie annuali, le
informazioni trimestrali sono stimate utilizzando indicatori mensili o trimestrali correlati
con gli aggregati annuali, oppure interpolando linearmente i dati annuali. Circa la
tempestività delle fonti, il ritardo delle serie storiche mensili e trimestrali oscilla da uno a
quattro mesi. Gli aggregati su base annuale sono disponibili con un ritardo maggiore, che
per alcuni, come il database delle CdC, può arrivare a due anni.
I conti finanziari sono tra le statistiche finanziarie più complesse, la cui specificità
risiede in tre aspetti: necessità di ricorrere a informazioni raccolte da numerose istituzioni
diverse, dalla BdI alle CdC; adozione dei principi della contabilità nazionale – competenza
economica e valore di mercato – che talvolta rendono i conti finanziari non confrontabili
con le altre statistiche monetarie e finanziarie; utilizzo di procedimenti di stima (ad es.
imputazione di dati mancanti) quando su un fenomeno economico sono disponibili solo
informazioni parziali (come per i crediti commerciali).
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Si tratta di un ricco giacimento di informazioni, raccolte dalla BdI per svolgere i
suoi compiti istituzionali ed adempiere agli obblighi informativi a livello nazionale ed
internazionale (Istat, BCE, ecc.); confluisce poi, opportunamente rielaborato
statisticamente, nella Base informativa del Servizio studi (BISS), un archivio di dati
organizzati sotto forma di serie storiche economiche, accessibile internamente alla BdI per
finalità istituzionali e di ricerca. Una selezione delle informazioni presenti nella BISS
alimenta la Base informativa pubblica (BIP), diffusa all’esterno della BdI. I dati aggiornati
sono pubblicati ogni trimestre nello specifico Supplemento (Conti Finanziari) al Bollettino
Statistico, che riporta circa 1.100 serie storiche; sono inoltre consultabili on-line in
formato pdf, con i valori storici degli aggregati, nel sito Internet della Banca d’Italia
(www.bancaditalia.it).
TIPOLOGIA DEGLI STRUMENTI
La classificazione dei flussi e delle consistenze di attività e passività è basata sulle
caratteristiche giuridiche degli strumenti finanziari, cui sono correlati i rendimenti ed i
rischi attesi sugli strumenti stessi. Rischi, rendimenti ed aspetti giuridici concorrono a
formare il grado di liquidità degli strumenti, cioè l’attitudine ad essere utilizzati quale
mezzo di pagamento.
TAB. 1 - Tipologia degli strumenti finanziari
Classificazione per Grado di liquidità1
(ITALIA, 2004 – Milioni di Euro)
CONSISTENZE AL
31/12/2004
Oro monetario e Diritti speciali di prelievo (DSP)
VARIAZIONI
NELL’ANNO
25.454
-16
Biglietti, monete e depositi a vista
922.281
8.424
Altri depositi
810.852
65.625
Titoli a breve termine
144.277
4.476
Derivati
171.746
5.600
Crediti a breve termine
827.890
9.336
Titoli a medio/lungo termine
2.138.555
104.881
Crediti a medio/lungo termine
1.066.111
104.642
Azioni e altre partecipazioni
2.043.513
15.303
Quote di fondi comuni
449.269
-5.391
Riserve tecniche di assicurazione
561.560
59.589
Altri conti attivi e passivi
500.321
4.077
9.661.730
376.545
TOTALE
1
La liquidità di uno strumento finanziario rappresenta la sua attitudine ad essere utilizzato
come mezzo di pagamento.
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Per ciascuno dei principali strumenti considerati nei conti finanziari (di cui la Tab.
1 riporta un elenco sintetico) viene presentata una lista, anche se non esaustiva e che
rispecchia la disponibilità dei dati, delle componenti, le principali caratteristiche, i criteri
di registrazione, le fonti statistiche e le eventuali elaborazioni. Gli strumenti sono ordinati
per grado di liquidità decrescente: si va dall’Oro monetario e i Diritti speciali di prelievo
(DSP), liquidi al massimo, ai Biglietti e monete, via via fino agli Altri conti attivi e
passivi, liquidi al minimo. Alcuni strumenti, i Titoli e i Crediti in particolare, sono
suddivisi anche in base alla durata (a breve termine, e cioè con scadenza fino ad un anno;
a medio/lungo termine, con scadenza superiore all’anno), anche se le innovazioni sui
mercati finanziari hanno notevolmente ridotto l'utilità di tale distinzione, diventata un
criterio secondario di classificazione. Crescente importanza hanno assunto negli ultimi
anni le operazioni sui prodotti derivati, prima incluse nei titoli, ma dal 2000 evidenziate in
una categoria a parte.
Oro monetario e Diritti speciali di prelievo (DSP).
L’oro monetario è costituito dalle riserve auree detenute dalle BCN. I DSP, registrati
all’attivo delle BCN, sono strumenti emessi dal FMI, con funzioni di riserva valutaria e
mezzo di pagamento internazionale. Le contropartite di oro e DSP sono registrate, per
convenzione, come passività del RdM. Le consistenze di oro sono valutate al prezzo del
metallo fissato sui mercati; i DSP sono registrati in base al valore fissato dal FMI. Per
questi strumenti la fonte statistica è costituita dal bilancio della BdI.
Biglietti, monete e depositi a vista.
I biglietti sono rappresentati dalle banconote, utilizzate come mezzo di pagamento,
emesse dalle BCN: in particolare, per l’euro, dal sistema delle Banche aderenti alla BCE.
Le monete sono mezzi di pagamento di natura metallica coniate dai Governi nazionali (in
Italia dal Tesoro, organo del Ministero dell’Economia e delle Finanze). I depositi a vista
sono strumenti immediatamente (ovvero senza preavviso) convertibili in moneta, o
trasferibili senza restrizioni o penalità. In Italia questa tipologia è prevalentemente
costituita dai conti correnti bancari e postali.
Biglietti e monete sono registrati al valore facciale. Dal 2002 l’introduzione
dell’euro rende impossibile misurare la circolazione nazionale, a causa della migrazione di
banconote e monete da un paese all’altro dell’area. La circolazione in ogni paese, cioè la
quota delle banconote in euro contabilmente attribuita a ciascuna BCN, per convenzione è
considerata ora proporzionale al capitale versato nella BCE (Capital share mechanism). I
depositi sono registrati al valore capitale nominale, che i debitori sono obbligati a pagare
alla scadenza del contratto: in base al principio della competenza economica,
comprendono i ratei di interesse, cioè l’ammontare degli interessi maturati ma non ancora
liquidati.
In questa categoria rientrano: Banconote in circolazione emesse dalla BCE; Monete
in circolazione coniate dal Tesoro; Depositi a vista presso la BdI, compresa la riserva
obbligatoria; Depositi bancari liberi in conto corrente; Depositi postali in conto corrente;
Depositi bancari liberi a risparmio; Depositi del Tesoro presso la BdI (Conto disponibilità
per il servizio di tesoreria e Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato); Vaglia emessi
dalla BdI; Conti Target per i pagamenti tra banche dell’Unione europea; Depositi a vista
presso estero.
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Per questi strumenti le fonti sono: bilancio della BdI; segnalazioni statistiche di
vigilanza delle banche, dei fondi comuni monetari e degli intermediari finanziari non
bancari; segnalazioni all’Ufficio Italiano Cambi (UIC); informazioni della Cassa Depositi
e Prestiti (CDP) sul risparmio postale.
Altri depositi.
Sono tutti i depositi diversi da quelli a vista prima definiti, e le operazioni pronti
contro termine passive delle Istituzioni bancarie. I depositi bancari a scadenza, i libretti
postali e i buoni postali fruttiferi comprendono i ratei di interesse.
Questa categoria comprende: Depositi presso la BdI; Pronti contro termine; Depositi
bancari a risparmio vincolati; Buoni fruttiferi; Certificati di deposito; Libretti postali;
Buoni postali fruttiferi; Depositi cauzionali delle imprese presso la CDP; Altri depositi
presso estero; Crediti da trasferimento delle riserve alla BCE; DSP nella Reserve tranche
(ammontare di attività di riserva conferite dagli Stati membri al FMI). Per questi strumenti
le fonti sono analoghe a quelle utilizzate per i Depositi a vista.
Titoli a breve termine.
Si tratta di attività finanziarie al portatore, con scadenza inferiore o pari a un anno,
rappresentate da documenti negoziabili sul mercato e destinati a circolare. I titoli non
garantiscono al possessore una quota di proprietà sulle attività dell’emittente, ma danno
diritto a un reddito, che in genere si concretizza in un interesse. I titoli a breve termine
sono espressi al valore di mercato, comprensivo dei ratei di interesse, con alcune minori
eccezioni.
Questa categoria comprende: Buoni ordinari del Tesoro (BOT); Accettazioni
bancarie; Titoli a breve termine emessi da Altri intermediari finanziari, da Società non
finanziarie residenti, dal Resto del mondo.
I dati sulle emissioni sono rilevati dalla BdI: per i titoli di Stato si utilizzano le
informazioni raccolte in occasione delle procedure di asta per il collocamento dei titoli;
integrazioni provengono dai dati raccolti dal Mercato telematico dei titoli di Stato (MTS)
e dalla Borsa Italiana Spa (per gli scambi sul Mercato obbligazionario telematico, MOT).
La consistenza dei titoli detenuti da ciascun settore istituzionale è stimata a partire dai dati
relativi ai titoli in custodia presso le banche, tratti dalle segnalazioni statistiche di
vigilanza.
Derivati.
Si tratta di attività finanziarie il cui valore dipende da un altro strumento, definito
“sottostante”, che di norma è un’altra attività finanziaria (ad es. un titolo), ma può anche
consistere in un bene (ad es. petrolio), un indice (ad es. Dow Jones) o una valuta (ad es.
cambio euro/dollaro). Per il SEC95 rientrano in questa categoria tutti i derivati che sono
negoziabili o che possono essere controbilanciati3 sul mercato mediante una operazione di
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Operazione che permette di eliminare il rischio associato a un determinato derivato creandone
uno nuovo con caratteristiche tali da annullare il rischio del primo. Ad esempio, se il primo
derivato associa a un dato evento (come la crescita del cambio euro/dollaro) un rischio di perdita
pari a 10, il secondo garantisce, al verificarsi dello stesso evento, un guadagno pari a 10.
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segno opposto. Vanno quindi registrati i derivati negoziabili o per i quali esiste un valore
di mercato: quest’ultimo costituisce il criterio di registrazione.
Il fine degli Strumenti derivati è la copertura di un rischio, ma possono essere
utilizzati a scopi esclusivamente speculativi. Come tali, divengono a loro volta strumenti
ad elevatissimo grado di rischio, e sono trattati da strutture specializzate nelle operazioni
su derivati (Hedge funds). Nei conti finanziari italiani sono registrati i seguenti tipi di
contratto:
 opzioni: strumenti che danno diritto ad acquistare (call) o vendere (put) attività
finanziarie o non finanziarie ad un prezzo predefinito entro una certa data;
 warrant: opzioni negoziabili che conferiscono ai detentori il diritto di acquistare
dall’emittente un certo numero di azioni o obbligazioni a particolari condizioni, per
un periodo di tempo determinato; rientrano in questa categoria le cosiddette stock
options, con cui sono sempre più spesso remunerati i dipendenti di grandi società;
 future: impegno a consegnare o a ricevere una data quantità di merce, valuta o titolo,
a un prezzo prestabilito, entro una certa data;
 swap e forward rate agreement: contratto tra controparti che si impegnano a
scambiarsi, nel tempo e a condizioni prestabilite, flussi monetari riferiti a tassi di
interesse o valute.
Le serie relative ai derivati scambiati tra residenti sono stimate a partire dalle
segnalazioni di vigilanza; per le transazioni con il RdM ci si avvale delle informazioni
fornite dall’UIC. Per la peculiarità dello strumento e per la sua recente introduzione tra le
segnalazioni di vigilanza - le banche hanno cominciato a segnalare i derivati alla BdI dal
2000 - i valori pubblicati evidenziano forti oscillazioni; potranno essere in futuro oggetto
di revisioni e di miglioramenti nella metodologia di stima.
Crediti a breve termine.
I crediti o prestiti a breve termine sono creati quando un prestatore concede fondi a
un altro soggetto per una durata inferiore od uguale ad un anno, e danno diritto a un
interesse. Non sono rappresentati da un titolo di credito negoziabile, altrimenti si
tratterebbe appunto di Titoli. La distinzione tra crediti e prestiti discende dal soggetto che
ha preso l’iniziativa della transazione: questa è registrata tra i crediti se l’iniziativa è del
prestatore; va inclusa tra i prestiti se l’iniziativa è del debitore.
Poiché sono attività prive di un mercato secondario, i crediti sono registrati al valore
capitale nominale, ossia al valore che i debitori sono obbligati a restituire alla scadenza del
contratto, comprensivo dei ratei d’interesse maturati ma non ancora liquidati.
Comprendono: Anticipazioni ordinarie e altre operazioni di finanziamento a breve
termine della BdI alle banche; Prestiti in conto corrente, Portafoglio degli effetti scontati
(cambiali, tratte commerciali ecc.) ed Altri Prestiti a breve termine delle Istituzioni
bancarie; Prestiti a breve termine di Società non finanziarie; Altri prestiti a breve termine;
Pronti contro termine al passivo di settori diversi dalle Istituzioni bancarie; Prestiti per
operazioni di factoring; Prestiti a breve termine di società finanziarie a non residenti;
Prestiti a breve termine del Tesoro a Enti di previdenza e a non residenti; Rapporti passivi
L’acquisto del nuovo derivato equivale alla vendita del primo, in quanto comporta l’eliminazione
del rischio.
10
di banche residenti verso filiali estere; Finanziamenti a banche residenti da organismi
internazionali.
Titoli a medio/lungo termine.
Si differenziano dai titoli a breve termine per la scadenza, che è superiore a un anno.
Le consistenze sono contabilizzate al valore di mercato, comprensivo dei ratei di interesse,
con alcune minori eccezioni.
Nei conti italiani i titoli a m/l termine comprendono due gruppi principali: i titoli
emessi dallo Stato e assimilati, e gli altri titoli.
 Titoli emessi dallo Stato: Certificati di credito del Tesoro a cedola variabile (CCT);
Certificati del Tesoro a sconto (CTS); Certificati del Tesoro reali (CTR); Certificati
del Tesoro con opzione (CTO); Certificati del Tesoro in ecu (CTE); Certificati del
Tesoro zero-coupon (CTZ); Certificati di credito del Tesoro a tasso fisso; Buoni del
Tesoro poliennali (BTP); Cartelle CDP; Obbligazioni Crediop per conto del Tesoro;
Prestiti della Repubblica emessi all’estero sotto forma di obbligazioni; Obbligazioni
delle Ferrovie dello Stato con onere di rimborso a carico del Tesoro.
 Altri titoli: Obbligazioni emesse da Istituzioni bancarie, comprese quelle emesse
all’estero; Titoli a m/l termine emessi dalle Amministrazioni locali, da imprese
pubbliche e private, da imprese di assicurazione, da altri intermediari finanziari, dal
Resto del mondo.
Le fonti statistiche utilizzate sono analoghe a quelle dei Titoli a breve termine.
Crediti a medio/lungo termine.
I crediti o prestiti a m/lungo termine si differenziano da quelli a breve termine per la
durata, che è superiore ad un anno.
Nei conti italiani comprendono: Prestiti a m/l termine al Tesoro, Anticipazioni
speciali a m/l termine a banche, Altri prestiti a m/l termine nei confronti del FMI della
BdI; Rischio di portafoglio a m/l termine; Crediti in conto corrente a m/l termine; Mutui;
Altri prestiti a m/l termine; Sofferenze e protesti bancari; Prestiti a m/l termine di altre
Società finanziarie; Leasing, Credito al consumo e Mutui erogati dalle imprese di
assicurazione; Prestiti a m/l termine della CDP a Enti locali e imprese pubbliche; Prestiti a
m/l termine ad altri residenti e a non residenti; Passività a m/l termine della BdI verso il
FMI (Conto DSP); Mutui a residenti dal RdM; Finanziamenti a m/l termine a banche
residenti da organismi internazionali.
I flussi dei prestiti a m/l termine sono al netto dei crediti cancellati perché non più
esigibili (write-offs) e delle riduzioni di valore dei finanziamenti (write-downs),
informazioni importanti per poterne correttamente studiare la dinamica4.
Azioni e altre partecipazioni.
La categoria comprende le attività finanziarie (quote di fondi comuni escluse) che
rappresentano un diritto di proprietà su una società o quasi-società, e attribuiscono il
4
Ad esempio, una diminuzione dei crediti in coincidenza di un rallentamento congiunturale potrebbe in
realtà essere attribuibile ad operazioni straordinarie di write-offs e –downs, che solo un’analisi sulla
dinamica delle consistenze al netto di tali operazioni permetterebbe di rilevare.
11
diritto a una quota dell’eventuale profitto o del suo patrimonio netto in caso di
liquidazione. Si distinguono in azioni quotate (negoziate su un mercato azionario
organizzato, ad es. Borsa di Milano o Wall Street) e non quotate. Le altre partecipazioni
comprendono gli strumenti diversi dalle azioni, come le quote di proprietà al capitale delle
imprese non costituite in forma di società per azioni.
La voce comprende: Azioni, quotate e non quotate, emesse da società non
finanziarie, banche, altri intermediari finanziari ed imprese di assicurazione residenti;
Quote di partecipazione emesse da società di capitali non finanziarie, banche, altri
intermediari finanziari, imprese di assicurazione residenti; Partecipazioni emesse dagli
Enti locali; Azioni, quotate e non quotate, e altre partecipazioni emesse da non residenti.
Le consistenze di azioni quotate sono contabilizzate al valore di mercato. La
valutazione delle azioni non quotate è una stima del prezzo di mercato, basata su valori
simili di società quotate di dimensione comparabile, e limitatamente alle branche di
attività con un numero sufficiente di società quotate. Per le rimanenti società non quotate
viene conservata la valutazione in base al patrimonio netto di bilancio.
Dato che per le azioni si dispone di informazioni sulle transazioni nette effettive
(acquisti meno vendite) al valore di mercato, indipendenti da quelle utilizzate per il
calcolo delle consistenze, sono in generale possibili ampie differenze tra le variazioni
degli stock e i corrispondenti flussi: ciò è dovuto alle oscillazioni del prezzo delle azioni,
che influiscono sulle consistenze.
La ricostruzione delle azioni per settore emittente e detentore è complessa, e
richiede il ricorso a procedure di stima. Le azioni e partecipazioni all’attivo e al passivo di
Istituzioni bancarie, Imprese di assicurazione e Amministrazioni pubbliche sono tratte da
fonti amministrative dirette: Borsa Italiana Spa, BdI, segnalazioni statistiche di vigilanza,
Ministero dell’Economia e delle finanze, UIC, ecc. Le azioni e partecipazioni delle
Società non finanziarie e degli Intermediari finanziari non bancari sono stimate sui dati di
bilancio delle società di capitali, raccolti ed elaborati dalla Cerved (società delle CdC) e
dalla Centrale dei Bilanci (CeBi). I dati Cerved, riferiti all’universo delle società esistenti,
sono meno analitici e completi di quelli della CeBi: devono essere in parte rielaborati ai
fini dell’applicazione del principio del valore di mercato. I dati CeBi presentano un
maggior dettaglio di informazioni, ma non sono esaustivi circa la copertura dell’universo
delle società, e soprattutto provengono da un insieme di società non selezionato per
finalità statistiche, e quindi con potenziali problemi di rappresentatività; ciò può indurre
qualche distorsione nelle stime, anche se di dimensione contenuta, tenuto conto della
metodologia impiegata e delle caratteristiche del fenomeno.
La stima delle consistenze detenute dalle Famiglie e dalle Istituzioni senza scopo di
lucro è ottenuta in maniera residuale, sottraendo al totale in circolazione le quantità
attribuite ai rimanenti settori, secondo una procedura comune a quella di altri paesi;
presenta quindi il margine di errore più elevato, risentendo di tutte le approssimazioni
operate nelle stime relative ai restanti settori. La stima è soggetta a revisioni, anche
significative, nel corso del tempo, per l’effetto cumulato delle revisioni apportate alle
singole componenti settoriali. I dati comprendono sia le azioni detenute direttamente, sia
quelle facenti capo a gestioni patrimoniali. Le statistiche relative al RdM sono basate su
informazioni fornite dall’UIC. Il sistema di raccolta dei dati fornisce segnalazioni
analitiche riguardanti i flussi compilate principalmente dalle banche italiane attraverso le
comunicazioni valutarie (obbligatorie dal 2002 solo per operazioni con un controvalore
superiore a 12.500 euro); le consistenze sono ottenute cumulando e rivalutando i flussi.
12
Quote di fondi comuni.
Sono emesse da società finanziarie specifiche, il cui scopo è investire sui mercati
finanziari. Le consistenze sono registrate al valore corrente di rimborso. Le emissioni e gli
acquisti netti di quote sono valutati ai prezzi di mercato, e comprendono i redditi da
capitale conseguiti mediante la gestione nel periodo considerato, che si considerano
attribuiti ai sottoscrittori e simultaneamente reinvestiti nel fondo. Le informazioni di base
relative ai flussi sono autonome da quelle relative alle consistenze: la divergenza tra valore
dei flussi e variazione delle consistenze è dovuta alle rivalutazioni per le oscillazioni dei
prezzi e dei tassi di cambio.
Rientrano in questa categoria le Quote di fondi comuni, monetari e non monetari,
emesse da residenti e dal RdM. Le informazioni sono tratte dalle segnalazioni statistiche
di vigilanza delle società di gestione dei fondi alla BdI.
Riserve tecniche di assicurazione.
Si tratta delle somme accantonate da imprese di assicurazione e fondi pensione per
provvedere ai futuri pagamenti ai beneficiari. Sono distinte in Riserve vita e fondi
pensione e Riserve premi e sinistri. Nelle Riserve vita e fondi pensione vengono registrati
i diritti netti delle famiglie sulle riserve delle imprese di assicurazione del ramo vita, sui
fondi pensione, e sui fondi di quiescenza, assimilati ai fondi pensione. Non si registrano i
diritti di pensione sugli enti di previdenza pubblici, perché questi erogano le prestazioni
secondo il criterio a ripartizione (utilizzano entrate correnti per il pagamento delle
pensioni) e quindi non detengono fondi per l’accantonamento dei contributi versati. Le
Riserve premi e sinistri includono rispettivamente gli importi stornati per premi riscossi
ma non di competenza del periodo di riferimento, e gli accantonamenti per sinistri
avvenuti e non ancora liquidati.
Le riserve tecniche sono registrate in base al valore corrente dei diritti netti degli
assicurati al pagamento del capitale o di una rendita, calcolati come somma dei premi (o
contributi per i fondi pensione) pagati e degli interessi maturati sul capitale accumulato,
meno i costi di gestione e le prestazioni versate alle famiglie. In questa voce rientrano
quindi tutte le somme accantonate dalle imprese di assicurazione e dai fondi pensione che
verranno riconosciute agli assicurati al momento della maturazione del diritto.
Fonti statistiche sono i bilanci delle compagnie assicurative e dei fondi pensione,
raccolti dall’Isvap e dalla Covip. Si utilizzano anche informazioni fornite dall’Istat, per la
componente che riguarda i diritti netti delle Famiglie per le somme accantonate - da
Società non finanziarie, Istituzioni finanziarie monetarie, Imprese di assicurazione e
Famiglie stesse - per il trattamento di fine rapporto dei propri dipendenti. Tali somme
sono assimilate alle riserve gestite dai fondi pensione, e sono presentate nell’ambito dello
stessa categoria.
Altri conti attivi e passivi.
Si tratta di attività finanziarie create in modo implicito quando una transazione è
caratterizzata da uno sfasamento tra competenza e cassa, ovvero tra il momento in cui la
transazione avviene e quello del suo regolamento.
La voce più importante è costituita dai Crediti commerciali, originati quando alla
consegna di un bene, o alla prestazione di un servizio, non è ancora seguito il pagamento.
13
Oltre a questi, la voce comprende tutti gli altri importi maturati ma non ancora liquidati,
relativi a tasse, contributi sociali, salari, rendite fondiarie e dividendi.
Dal 2000 la rilevazione dei crediti commerciali, in precedenza limitata ai rapporti
con i non residenti e basata su informazioni desunte dalla bilancia dei pagamenti, contiene
una stima dei crediti commerciali interni al settore delle Società non finanziarie, e fra
queste e le Famiglie produttrici. Poiché i crediti commerciali sono per la quasi totalità
interni al settore delle Società non finanziarie, tale innovazione ha avuto un impatto
contenuto sul saldo del settore. Le nuove serie storiche sono ottenute aggregando i dati
desunti dalla Cerved sui bilanci delle società di capitali, che però non includono le quasisocietà nonfinanziarie; i dati risentono anche del fatto che gli archivi Cerved non rilevano,
per un elevato numero di imprese di minori dimensioni con bilancio redatto in forma
abbreviata, i dati su crediti e debiti commerciali. La mancanza di tali informazioni si
traduce in una sottostima degli aggregati, nonostante la dimensione mediamente ridotta
delle società interessate.
ALCUNI RISULTATI
I Conti Finanziari dell’Italia per il 2004 sono riportati nelle Tabelle 2 (Variazioni
nell’anno) e 3 (Consistenze al 31 dicembre). Il totale degli strumenti finanziari netti creati
nell’anno è di € 376,5 mld, ed il totale delle consistenze in essere ammonta a 9.661,7 mld.,
pari rispettivamente al 27,8 % ed a 7,1 volte il PIL dell’anno ( 1.351,3 mld). Come si può
osservare, per ogni strumento finanziario i totali di riga delle Attività e delle Passività
sono identici: ciò discende dalla caratteristica di ogni strumento finanziario di essere
contemporaneamente Passività per il settore emittente o debitore, ed Attività per il settore
proprietario o creditore. I singoli valori divergono invece a livello di ciascun settore
istituzionale, e concorrono a formare il Saldo Finanziario del settore stesso.
Se consideriamo uno specifico strumento, ad es. i Biglietti, Monete e Depositi a
vista, possiamo rilevare una variazione annua complessiva di € 8.424 mln, ed una
consistenza finale di € 922.281 mln; a fine 2004 erano quindi in circolazione in Italia oltre
€ 922 mld di strumenti altamente liquidi, di cui circa € 8,4 mld creati nel corso dell’anno
stesso. Oltre il 50% della consistenza finale (per l’esattezza € 515,1 mld) risultava in
possesso delle Famiglie, seguite dalle Istituzioni finanziarie (€ 186,0 mld) e dalle Società
non finanziare (€ 141,8 mld). Come Passività, tale strumento risultava emesso per quasi il
90% dalle Istituzioni finanziarie (€ 820,0 mld, sotto forma di banconote della BCE
attribute alla BdI, c/correnti presso le banche ecc.), seguito dal RdM (€ 66,1 mld, per
passività liquide dell’estero, ad es. dollari detenuti come riserva valutaria) e dalle
Amministrazioni pubbliche (€ 36,3 mld, per monete ed altri strumenti liquidi emessi dal
Tesoro).
È interessante rilevare come alcuni strumenti finanziari possano registrare nel corso
dell’anno anche variazioni negative, corrispondenti ad una distruzione degli strumenti
stessi. È questo ad es. il caso dei Titoli a Breve Termine, per i quali si può osservare un
calo di € 888 mln per le Passività delle Amministrazioni Pubbliche, corrispondenti ad un
riassorbimento delle emissioni di BOT del Tesoro per la politica di diminuzione del
Debito Pubblico.
Aspetti importanti emergono esaminando alcuni dati sintetici desumibili dalle
Tabelle 2 e 3. Il più importante è senza dubbio quello relativo ai Saldi Finanziari, riportati
per comodità nella Tab. 4. Emerge chiaramente, sia per le Variazioni che per le
14
Consistenze, la posizione fortemente positiva delle Famiglie, e in misura minore del RdM;
a queste si contrappongono le posizioni fortemente negative delle Amministrazioni
Pubbliche, delle Società non Finanziarie (in particolare per le consistenze), e delle
Istituzioni Finanziarie (per le variazioni).
I Conti Finanziari forniscono, come si è detto nell’Introduzione, una
rappresentazione schematica del processo con cui il Risparmio - generato prevalentemente
sotto forma monetaria presso le Famiglie – affluisce alle Imprese (Società non
Finanziarie) per il finanziamento della Formazione di Capitale, ed alle Amministrazioni
Pubbliche per esigenze analoghe e per la copertura del disavanzo corrente. Tale processo
non avviene direttamente, se non in parte: le Famiglie non finanziano direttamente Società
non Finanziarie e Pubbliche Amministrazioni, ma passano attraverso il circuito finanziario
costituito dal sistema delle banche. Si tratta del processo di Intermediazione Finanziaria
operato dalle Istituzioni Finanziarie, la cui rappresentazione schematica costituisce il
secondo importante aspetto che emerge dai Conti Finanziari.
Per visualizzare tale fenomeno si può osservare la Tab. 5, tratta anch’essa dalle
Tabb. 2 e 3. L’Intermediazione Finanziaria appare con chiarezza aggregando i diversi
strumenti finanziari in tre categorie: ad Alta, Media e Bassa Liquidità. Si può osservare al
lato destro della Tabella come il risparmio finanziario, originato presso le Famiglie, sia da
queste ripartito su tutte e tre le categorie (e questo è un fenomeno recente; fino a non
molto tempo fa le Famiglie esprimevano una preferenza assoluta per strumenti altamente
liquidi). Al lato sinistro della Tabella troviamo i settori debitori, le cui Passività sono
invece prevalentemente a Liquidità Media (Pubbliche Amministrazioni) o Bassa (Società
non Finanziarie). La ragione di tale preferenza è attribuibile alla ricerca, da parte del
debitore, di un equilibrio temporale fra le Attività, costituite del capitale reale e quindi
scarsamente liquide, e le Passività, rappresentate appunto dal debito. Non è razionale ad
es. per un’impresa finanziare un nuovo impianto, la cui utilità sarà protratta su di un arco
pluriennale, con un debito altamente liquido, come ad es. uno scoperto bancario di
c/corrente, il cui rientro potrebbe essere richiesto a vista dal creditore.
Lo squilibrio esistente fra le preferenze temporali di creditori e debitori - che
ostacola il finanziamento degli investimenti reali e rischia di rallentare o compromettere lo
sviluppo economico - viene superato grazie all’intervento del sistema bancario. Come si
può vedere nella parte centrale della Tab. 5, le Istituzioni Finanziarie da un lato si
indebitano a Breve/Medio Termine, dall’altro si accreditano a Medio/Lungo Termine,
assumendo così l’onere della trasformazione delle scadenze finanziarie, ed il conseguente
rischio di illiquidità dei propri investimenti. Tale processo, per la sua importanza e
delicatezza, è sottoposto alla Vigilanza della BdI, le cui rilevazioni sono appunto fra le
principali fonti statistiche utilizzate per costruire i Conti Finanziari.
15
TAB. 2 - ITALIA - CONTI FINANZIARI - VARIAZIONI NEL 2004 (Mln. di Euro)
SETTORI ISTITUZIONALI
STRUMENTI FINANZIARI
SOCIETA' NON
FINANZIARIE
ATTIVITA"
ISTITUZIONI
FINANZIARIE
PASSIVITA"
ATTIVITA"
AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE
PASSIVITA"
ATTIVITA"
FAMIGLIE E ISTITUZIONI
SENZA FINI DI LUCRO E
PASSIVITA"
ATTIVITA"
PASSIVITA"
RESTO DEL MONDO
ATTIVITA"
TOTALE SETTORI
ISTITUZIONALI
PASSIVITA"
ATTIVITA"
PASSIVITA"
-16
-16
-16
-16
0
0
0
15.264
-32.178
21.694
4.370
5.746
27.146
-6.180
-19.017
8.424
8.424
ALTRI DEPOSITI
1.928
50.408
67.613
-347
-2.945
14.913
-1.277
957
65.625
65.625
TITOLI A BREVE TERMINE
-576
3.639
9.693
-25
131
-888
6.082
-10.854
1.750
4.476
4.476
-1.350
3.720
6.786
0
164
5.600
5.600
ORO MONETARIO E DSP
BIGLIETTI, MONETE E
DEPOSITI A VISTA
DERIVATI
CREDITI A BREVE TERMINE
23.824
-2.254
-14.914
-18.410
-109
146
TITOLI A MEDIO/LUNGO
TERMINE
11.364
9.069
21.229
57.840
-355
39.463
42.446
91.157
-1.098
17.211
15.349
13.064
3.168
3.789
-8.117
5
1.958
-17.957
20
CREDITI A MEDIO/LUNGO
TERMINE
AZIONI E ALTRE
PARTECIPAZIONI
QUOTE DI FONDI COMUNI
6.413
133
1.880
-429
535
30.281
9.336
9.336
35.312
-1.490
104.881
104.881
-3.726
-1.141
104.642
104.642
-5.604
19.443
-1.555
15.303
15.303
0
-7.509
6
12.565
-5.391
-5.391
59.589
59.589
37.331
49.087
RISERVE TECNICHE DI
ASSICURAZIONE
1.972
6.175
111
51.209
147
0
54.814
2.205
2.544
ALTRI CONTI ATTIVI E
PASSIVI
5.193
772
683
568
-785
2.252
428
-251
-1.442
736
4.077
4.077
TOTALE STRUMENTI
FINANZIARI
65.516
71.562
135.020
172.006
12.168
59.293
127.601
50.612
36.241
23.071
376.545
376.545
16
TAB. 3 - ITALIA - CONTI FINANZIARI - CONSISTENZE AL 31.12.04 (Mln. di Euro)
SETTORI ISTITUZIONALI
STRUMENTI FINANZIARI
SOCIETA' NON
FINANZIARIE
ATTIVITA'
ISTITUZIONI FINANZIARIE
PASSIVITA'
ALTRI DEPOSITI
PASSIVITA'
25.454
ORO MONETARIO E DSP
BIGLIETTI, MONETE E
DEPOSITI A VISTA
ATTIVITA'
AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE
ATTIVITA'
FAMIGLIE E ISTITUZIONI
SENZA FINI DI LUCRO
PASSIVITA'
0
0
ATTIVITA'
PASSIVITA'
RESTO DEL MONDO
ATTIVITA'
PASSIVITA'
25.454
141.776
185.983
819.902
57.458
36.279
515.094
21.970
66.100
922.281
922.281
11.597
332.321
637.870
2.718
127.054
308.391
155.825
45.928
810.852
810.852
13.693
46.421
17.000
144.277
144.277
62.468
59.834
171.746
171.746
149.135
174.773
827.890
827.890
637.828
325.009
2.138.555 2.138.555
74.524
31.428
1.066.111 1.066.111
2.043.513 2.043.513
9.359
82.410
58
258
117.860
DERIVATI
4.072
6.818
105.206
98.345
0
6.749
CREDITI A BREVE TERMINE
48.339
370.295
624.264
222.798
6.153
6.838
TITOLI A MEDIO/LUNGO
TERMINE
57.198
48.617
750.316
579.268
11.712 1.185.661
410.567
900.065
115.782
91.522
177.607
542.956 1.160.042
426.656
478.982
93.308
121
765.846
214.747
404.369
81.794
358.292
6.708
0
343.266
4.114
90.977
CREDITI A MEDIO/LUNGO
TERMINE
53.186
681.502
330.727
QUOTE DI FONDI COMUNI
13.387
RISERVE TECNICHE DI
ASSICURAZIONE
19.932
97.091
1.124
434.357
1.490
0
522.256
30.012
16.657
348.008
307.694
2.530
2.723
106.806
52.804
17.348
77.959
25.630
59.142
491.884 1.409.319
1.300.015
TOTALE STRUMENTI
FINANZIARI
PASSIVITA'
25.454
1.495
ALTRI CONTI ATTIVI E PASSIVI
ATTIVITA'
25.454
TITOLI A BREVE TERMINE
AZIONI E ALTRE
PARTECIPAZIONI
TOTALE SETTORI
ISTITUZIONALI
1.188.761 2.410.482
3.518.121 3.748.374
378.133 1.710.974 3.167.395
449.269
449.269
561.460
561.460
500.321
500.321
9.661.730 9.661.730
17
TAB. 4 – ITALIA - SALDI FINANZIARI - ANNO 2004 - (Milioni di Euro)
VARIAZIONI NELL'ANNO
CONSISTENZE AL 31 DICEMBRE
SETTORI ISTITUZIONALI
ATTIVITA’
PASSIVITA’
SALDO
ATTIVITA'
PASSIVITA'
SALDO
SOCIETA' NON FINANZIARIE
65.516
71.562
-6.046
1.188.761
2.410.482
-1.221.721
ISTITUZIONI FINANZIARIE
135.020
172.006
-36.986
3.518.121
3.748.374
-230.253
AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE
12.168
59.293
-47.125
378.133
1.710.974
-1.332.841
FAMIGLIE E ISTITUZIONI
SENZA FINI DI LUCRO
127.601
50.612
76.989
3.167.395
491.884
2.675.511
RESTO DEL MONDO
36.241
23.071
13.170
1.409.319
1.300.015
109.304
TOTALE SETTORI
ISTITUZIONALI
376.545
376.545
0
9.661.730
9.661.730
0
18
TAB. 5 - ITALIA – 2004 - STRUMENTI FINANZIARI - (Milioni di Euro)
SETTORI ISTITUZIONALI
SOCIETA' NON
FINANZIARIE
AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE
STRUMENTI FINANZIARI
PASSIVITA'
PASSIVITA'
ISTITUZIONI FINANZIARIE
FAMIGLIE E
ISTITUZIONI SENZA
FINI DI LUCRO
ATTIVITA'
PASSIVITA'
ATTIVITA'
VARIAZIONI
LIQUIDITA' ALTA
2.289
2.077
31.643
96.068
48.141
LIQUIDITA' MEDIA
51.550
57.035
129.115
134.400
85.472
LIQUIDITA' BASSA
20.011
2.257
5.920
37.609
42.129
CONSISTENZE
LIQUIDITA' ALTA
16.177
287.942
705.920
1.556.175
837.178
LIQUIDITA' MEDIA
829.479
1.370.106
2.274.645
917.848
681.502
LIQUIDITA' BASSA
1.564.827
52.925
512.104
1.274.354
1.648.716
LIQUIDITA' ALTA: Oro monetario e DSP; Biglietti, Monete e Depositi a Vista; Altri Depositi; Titoli a Breve Termine; Derivati.
LIQUIDITA' MEDIA: Crediti a Breve Termine; Titoli a Medio/Lungo Termine; Crediti a Medio/Lungo Termine.
LIQUIDITA' BASSA: Azioni e Altre Partecipazioni; Quote di Fondi Comuni; Riserve Tecniche di Assicurazione; Altri Conti Attivi e Passivi.
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