La vita di John Snow - Il Pensiero Scientifico Editore
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La vita di John Snow - Il Pensiero Scientifico Editore
Colera-Introduz_OK.qxd 29-10-2007 15:45 Pagina XI XI INTRODUZIONE Una breve vita di John Snow John Snow, fotografia del 1857. Wellcome Historical Medical Museum and Library, Londra. John Snow (1813-1858) nacque nella famiglia di William Snow (1783-1846) e Frances Askham (1789-1860) a York. I mestieri del padre sono riportati in maniera variabile come bracciante, carrettiere, contadino e proprietario terriero. Ciò che appare chiaro è che le fortune della famiglia migliorarono costantemente e che William morì da possidente abbastanza agiato. Dopo aver frequentato elementari e medie a York, John trascorse un primo periodo di apprendistato a Newcastle upon Tyne fra il 1827 ed il 1833, presso William Hardcastle, un chirurgo-speziale, a cui seguì un altro periodo nel vicino Burnhop Field fra il 1833 ed il 1834 (sotto la guida di John Watson) e infine un ultimo periodo della durata di due anni a Pateley Bridge. Nella parte conclusiva del suo apprendistato con Hardcastle, Snow poté assistere di persona alla devastazione della prima epidemia di colera asiatico in Inghilterra (1831-32), quando assisteva i malati nel vicino piccolo paese di minatori di Killingworth, parte del territorio di Hardcastle. Leggendo l’eccellente biografia di Snow scritta da Peter Vinten-Johansen e colleghi, emergono alcuni tratti dell’originale personalità di Snow: fu ad esempio durante questi anni di formazione che Snow adottò uno stile di vita che prevedeva la moderazione nel consumo di alcol prima (probabilmente intorno ai 17 anni) e in seguito l’astinenza totale e il vegetarianismo (verso la prima parte del 1836). Snow manterrà la promessa di astinenza bevendo solo acqua pura (spesso distillata) fino alla morte. Solo una volta nel corso della sua vita berrà un po’ di vino e assaggerà un po’ di carne su consiglio del suo medico e amico personale Marshall di Greek Street. Colera-Introduz_OK.qxd 29-10-2007 15:45 Pagina XII XII CATTIVE ACQUE Great Windmill Street, 16; nella pagina a destra Bateman Street, 11 dove Snow visse. Nel 1836 all’età di 23 anni Snow andò a piedi da York a Londra per compiere i due anni di studi formali per raggiungere la qualifica di chirurgo-speziale. Si iscrisse alla Hunterian School of Medicine al numero 16 di Great Windmill Street e visse in una stanza al numero 11 di Bateman Street nel quartiere londinese di Soho. La Hunterian School offriva un corso di istruzione valido per ambedue le qualifiche professionali, e ospitava un famoso museo anatomico, una biblioteca e stanze anatomiche. Dopo il completamento del corso di istruzione, Snow raggiunse la qualifica di Membership of the Royal College of Surgeons of England (MRCS) nel maggio 1838 e di Licentiate of the Society of Apothecaries (LSA) nell’ottobre dello stesso anno. Si trasferì quindi al numero 54 di Frith Street dove aprì un ambulatorio come chirurgo-speziale. Durante la sua formazione, Snow sembra essersi concentrato sulla osservazione clinica, sugli esperimenti, sui dibattiti Colera-Introduz_OK.qxd 29-10-2007 15:45 Pagina XIII INTRODUZIONE pubblici (era divenuto membro della Westminster Medical Society) e sulla pubblicazione dei suoi studi e del suo lavoro. Il dibattito aperto era destinato ad essere una delle passioni della sua vita. Durante le sessioni della Westminster e della London Medical Society delle quali era membro (divenne presidente della seconda nell’anno della sua morte), Snow, come molti suoi contemporanei, fu in grado di proporre le proprie teorie e discuterle apertamente con i suoi colleghi. I dibattiti delle società mediche venivano di solito riportati sulla stampa medica, ad esempio sul Lancet. XIII In due casi a noi noti, mentre era ancora uno studente (ambedue riguardanti l’avvelenamento da arsenico a causa di esalazioni provenienti da preparati cadaverici e da candele all’arsenico in commercio), Snow rivelò un’attitudine a organizzare esperimenti, spiegare i possibili meccanismi di trasmissione e sottoporre a prova empirica le sue teorie in materia.1 Snow ipotizzò giustamente che l’avvelenamento da arsenico di cui erano vittime gli studenti di medicina che sezionavano cadaveri preparati iniettando una soluzione di arsenico nelle vene (per rallentarne la decomposizione) originava dai cadaveri stessi. Disegnò un esperimento per provarlo e pubblicò i suoi esperimenti nel 1838 sul Lancet. Vi è un’altra caratteristica che spicca in questo giovane figlio di un bracciante: la sua disposizione a seguire il percorso delle prove scientifiche, anche quando questo percorso lo porterà a schierarsi con membri della comunità invisi alla maggioranza o a proporre teorie impopolari. Nel 1843 conseguì la laurea come MBBS (Bachelor of Medicine and Bachelor of Surgery) e l’anno seguente quella di MD (Medical Doctor), potendo così fregiarsi del titolo di dottore. Nei successivi 15 anni Snow produsse una serie di lavori che lo resero una autorità internazionalmente riconosciuta nel campo della nascente anestesia e lo portarono ad unire per sempre il suo nome a quello del colera. Il suo “metodo” di ricerca (o di discussione) prevedeva all’inizio la formulazione di una chiara ipotesi a cui seguiva la revisione delle prove con l’ausilio della letteratura, o di una rete di informatori, amici e corrispondenti, per poi disegnare uno o più esperimenti per testare la sua ipotesi. In certi casi 1 Riportiamo dalla biografia di Vinten-Johansen: “Dieci anni dopo articolerà i principi secondo i quali l’etere ed il cloroformio circolano nel corpo umano e causano i loro effetti specifici; poco dopo ipotizzerà la modalità di circolazione del colera nell’approvvigionamento idrico di un vicinato, di una città e di una metropoli. Questa abilità ad immaginare la circolazione e la trasmissione sistemica in termini di disegni e percorsi rappresenta l’orientamento concettuale unificante della produzione di Snow”. Colera-Introduz_OK.qxd 29-10-2007 15:45 Pagina XIV XIV Il primo inalatore di Snow, che è stato presentato alla Westminster Medical Society il 23 gennaio 1847: consisteva di una scatola di latta rotonda della profondità di due pollici e del diametro di 4 o 5 pollici dotata di un tubo di metallo bianco flessibile di mezzo pollice di diametro e di un piede e mezzo di lunghezza saldato alla scatola e arrotolatogli intorno. Sul centro del coperchio vi era un’apertura per introdurvi l’etere e dopo per collegarvi il tubo attaccato al boccaglio. Dentro vi era una spirale di metallo saldata al coperchio che arrivava quasi fino al fondo (Lancet 1847; 1: 120-1). Il numero 18 di Sackville Street, dove Snow visse fino alla morte. CATTIVE ACQUE addirittura inventò egli stesso delle apparecchiature pratiche. Ad esempio disegnò e di seguito modificò strumenti per la somministrazione di etere o per drenare la cavità toracica senza violarne l’integrità pneumatica. Nel fare questo era solito usare tutte le discipline che conosceva (ad esempio anatomia, medicina del capezzale, botanica, chimica, biologia e fisica). Negli anni 1846-47 furono fatte due scoperte importanti che segnarono la nascita della disciplina che diverrà l’anestesia. L’etere fu usato per la prima volta nel 1846 dal dentista americano William Morton durante una estrazione dentaria, mentre il cloroformio fu utilizzato dall’ostetrico James Simpson nel 1847. Nell’euforia che seguì queste scoperte, Snow rapidamente divenne prominente applicando all’uso di queste due nuove sostanze tutte le qualità mostrate in precedenza. Elaborò delle tabelle per la somministrazione della concentrazione corretta dei due anestetici in relazione alla temperatura dell’aria e disegnò rapidamente degli inalatori portatili in grado di erogare il gas in condizioni costanti. Comprese anche che l’anestesia e la coscienza avevano diversi livelli nello stesso continuo e produsse una serie di definizioni dei 5 livelli di anestesia (o di narcotismo), associandoli alla concentrazione ematica dell’agente. Come sempre il lavoro di Snow era basato su una eterogenea combinazione di osservazioni ed esperimenti. Secondo i suoi biografi nessuno prima di lui aveva adottato un approccio così sistematico nella valutazione delle opportunità e dei rischi connessi all’uso dei farmaci. La fama di Snow, il suo giro di conoscenze ed i suoi introiti crebbero tutti in proporzione ma la cosa che forse più sorprende è che, a differenza di Morton, non brevettò mai gli strumenti da lui inventati. Nel 1852 traslocò in una casa in un vicinato più alla moda, al numero 18 di Sackville Street (dove pare impiegò una domestica per la prima volta) e fu promosso all’esame di LRCP (Licentiate of the Royal College of Physicians) nel 1850. Nell’aprile del 1853 somministrò il cloroformio alla regina Vittoria che stava partorendo il figlio Leopoldo e fece la stessa cosa alla nascita della figlia Beatrice nel 1857. Colera-Introduz_OK.qxd 29-10-2007 15:45 Pagina XV XV INTRODUZIONE L’inalatore e la maschera modificati per cloroformio del novembre 1848. Da: Snow J. On chloroform and other anaesthetics. London: John Churchill, 1858. Durante il 1848 l’attenzione di Snow si distolse dall’anestesia per dirigersi su un altro problema ricorrente: il colera asiatico. Nessuno conosce per certo il motivo dell’interesse di Snow per il problema colera ma è probabile che le relazioni sul trattamento delle vittime del colera con il cloroformio acuirono l’interesse di Snow. Nel periodo che va dal 1848 al 1855 Snow dedicò le sue notevoli facoltà a risolvere il problema delle cause del colera asiatico. Tre pubblicazioni importanti segnano l’evoluzione del suo pensiero e la rifinitura della sua ipotesi causale in materia. La prima edizione di On the Mode of Communication of Cholera era un fascicoletto di 31 pagine pubblicato nel 1849. Nella pubblicazione egli descrive le due epidemie a Horsleydown e ad Albion Terrace e presenta tutte le prove a lui disponibili sul diffondersi del contagio. Snow propose qui la prima versione della sua ipotesi causale nella quale scartò la teoria dei miasmi e propose la presenza di un agente specifico che, una volta ingerito (e non inalato come postulato dagli altri), si riproduceva nei corpi delle vittime, causava la malattia e si diffondeva per via oro-fecale. Due mesi dopo Snow pubblicò On the Pathology and Mode of Communication of Cholera che conteneva più dati sulle diverse epidemie localizzate nel paese. I due lavori furono accolti con cortesia ma l’atteggiamento comune fu quello di scetticismo o addirittura rifiuto di accettare l’ipotesi di Snow, che si rese conto della necessità di accumulare prove ulteriori a favore della sua ipotesi che, sebbene avesse una prospettiva molto più ristretta di quella dei suoi rivali, era basata su una logica completamente diversa. La seconda edizione di On the Mode of Communication of Cholera conteneva le stesse argomentazioni della prima edizione e due componenti in più. La più famosa è l’indagine svolta da Snow e Whiting (e poi da Snow e dai direttori distrettuali del registro) sull’epidemia di Broad Street e sulle sue conseguenze fra l’agosto ed il settembre del 1854. Sotto questo aspetto l’ispezione superficiale del pozzo-pompa avvenuta nel novembre 1854 risulta essere stata dannosa per l’accoglienza immediata della teoria di trasmissione di Snow. Quando finalmente nell’aprile 1855 su incitamento del reverendo Whitehead furono eseguiti uno scavo e un’ispezione dettagliate del pozzo-pompa, della fogna e del pozzo nero davanti al numero civico 40, che offrirono la prova visiva della contaminazione del pozzo-pompa con il liquame, la pubblicazione era già in circolazione da 4 mesi. La seconda componente aggiuntiva, che Snow probabilmente intendeva come prova principale, era l’indagine della mortalità nella parte meridionale di Londra che confrontava i tassi di mortalità per sottodistretto in base alla fonte di rifornimento idrico, cioè o di una o dell’altra delle due società di acquedotto privato. Ambedue gli studi sono corredati da cartine dettagliate ed esaustive. Come prima, la pubblicazione fu accolta con cortese scetticismo dalla professione medica ma fu scartata completamente nel rapporto della General Board of Health. In un periodo di 3 anni, che vanno cioè dalla pubblicazione della seconda edizione di On the Mode of Communication of Cholera alla sua morte, Snow presentò o pubblicò diverse ulteriori rifiniture dei suoi dati e della sua ipotesi, compreso un modello matematico predittivo della mortalità per colera; stava lavorando ad un importante saggio sull’anestesia quando la sua domestica lo rinvenne sul pavimento del- Colera-Introduz_OK.qxd 29-10-2007 15:45 Pagina XVI XVI la sua stanza, colpito da ictus. Morì sei giorni dopo (16 giugno 1858). Nel 1856 John Simon, il medico del consiglio dei ministri, pubblicò una analisi della recente epidemia di colera. Alcuni esperti hanno confrontato il testo del rapporto di Simon con quello del lavoro di Snow ed hanno identificato delle somiglianze lessicali molto strette ed una ripetizione quasi completa dello studio di Snow sull’approviginamento idrico dei sobborghi meridionali di Londra. Nel testo di Simon il lavoro di Snow non è mai citato. Il lavoro di Snow sul colera fu presto dimenticato e non citato in altri lavori fino alla seguente epidemia, quella del 1866, dopo la quale sia William Farr che John Simon riconobbero il valore del lavoro di Snow. Da quel momento, come per altri grandi pensatori in epidemiologia, il lavoro di Snow fu gradualmente riconosciuto e promosso negli USA da William Thompson Sedgwick (1855-1921) e da Wade Hampton Frost (1880-1938), il primo professore di epidemiologia alla Johns Hopkins School of Medicine. A quest’ultimo è attribuita l’elevazione di John Snow al rango odierno di “eroe”. John Snow è sepolto al Brompton Cemetery di Londra. La sua stele tombale è stata restaurata due volte, la seconda volta nel 1951 dopo aver subito danni in un bombardamento durante la seconda guerra mondiale. Stele tombale di Snow, Brompton Cemetery, Londra. CATTIVE ACQUE Nota su ordini, lauree ed abilitazioni alla pratica della medicina e della chirurgia nel Regno Unito ai tempi di Snow Durante il periodo di apprendistato e di esercizio della medicina di Snow, le qualifiche, i titoli di studio e le funzioni di quelli che noi oggi chiamiamo medici erano in via di definizione. Il cambiamento fondamentale stava avvenendo nella regolazione e nella giurisdizione delle tre branche mediche che storicamente si erano evolute dal medioevo inglese. Il primo di questi tre ordini era quello dei medici interni, così chiamati perché assistevano pazienti con problemi interni alla persona (e prescrivevano medicine o altri rimedi chiamati “physics” da cui il titolo di “physicians”). Essendosi formati alle università ed essendo di numero molto ridotto (circa il 5% dei medici di Londra all’epoca di Snow) erano considerati (o si consideravano) la fascia più alta dei tre ordini. I physicians erano tutti Fellows, o membri del Reale Collegio dei Medici Internisti (Royal College of Physicians) che era stato fondato da Enrico VIII nel 1518 ed a cui si accedeva solo attraverso un esame. Il gradino massimo a cui un medico che non si fosse laureato a Oxford o Cambridge come Snow poteva aspirare era quello di Licentiate of the Royal College of Physicians (LRCP), una specie di membro associato. Gli esami, e quindi la licenza per esercitare, potevano essere rilasciati solo dal Collegio. Il secondo ordine era quello dei chirurghi: separatisi solo nel 1745 dai barbieri, avevano fondato nel 1800 il proprio Collegio (Royal College of Surgeons). Il Collegio dopo la legge del 1815 legiferava in materia di formazione. I chirurghi erano considerati dai physicians come una specie di manovali della medicina e trattavano solo problemi esterni alla persona. In fondo alla piramide c’erano gli speziali (apothecaries) che dal 1815 detenevano l’esclusiva per la preparazione e la dispensa di pozioni e farmaci e che comunque formulavano dia-