Registro radar falsificato

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Registro radar falsificato
 stragi80.it Registro radar falsificato
Corriere della Sera - 14 ottobre 1995
ROMA - La pagina del "registro operazioni" del centro radar della Difesa aerea di Marsala con i
dati del 27 e 28 giugno 1980 fu tagliata, distrutta e poi riscritta per far sparire ogni traccia che
potesse permettere di ricomporre l'inconfessabile scenario della strage di Ustica. Lo ha scoperto il
giudice istruttore Rosario Priore, durante la trasferta di tre giorni in Sicilia, nel corso di una serie di
ispezioni, confronti e interrogatori a sottufficiali e avieri dell'Aeronautica che Alfredo Galasso, uno
dei legali di parte civile, ha definito "drammatici". Documenti sequestrati, perquisizioni e nuove
testimonianze consentono ormai agli inquirenti di "rivedere" una percentuale consistente di quello
scenario che con ostinazione s'è cercato di far scomparire. E che proprio il giorno della strage, sulla
base di Trapani Birgi, si materializzava nel livello d'allarme d'una decina di caccia. "Cinque in
Charlie e cinque in Delta", come comunica uno degli operatori: cioè, appena di un livello sotto la
soglia del conflitto armato col nemico che si trova, anche questo, bene identificato nelle informative
che il Sismi produce durante tutto il mese di giugno. Caccia libici, Mig 23 ma anche Mig 25 (con
autonomia molto maggiore e sufficiente all'andata/ritorno), segnalati in azioni di disturbo e
penetrazione lungo le aerovie del basso Tirreno: questo registra il nostro controspionaggio, su dati
che riceve in tempo reale da piloti italiani al servizio di Gheddafi. Ma è il percorso di queste
informazioni che insospettisce oggi i magistrati. Le notizie vengono infatti inviate dalla Libia in
Veneto, presso un contatto del Sismi a Verona, e da lì a Roma, nella centrale di Forte Braschi. Un
passaggio che, alla luce delle ultime scoperte, non è di poco conto. In Veneto, l'allora ministro e
leader dei dorotei Antonio Bisaglia ha ottime frequentazioni con il capocentro Sismi di Padova. E
proprio Bisaglia, sempre secondo un documento Sismi del 3 luglio 1980, è la persona cui fa capo il
giornalista che la mattina del 28 giugno, poche ore dopo la strage di Ustica, organizza con la
complicità di apparati del Viminale e della questura di Roma il clamoroso depistaggio con una
telefonata anonima in cui si parla della (falsa) presenza a bordo del DC9 Itavia del terrorista nero
Marco Affatigato. Sull'identità del "giornalista", alla cui identificazione i magistrati lavorano da
mesi, solo voci, sospetti, ipotesi. Ma non sono affatto voci quelle che appaiono nel documento
Sismi relativo alla notte stessa della strage, in cui si segnala una "attività volativa" di "aerei militari
libici" in una zona che viene definita "contigua a quella dell'incidente". Come a dire che mentre il
DC9 esplodeva nel cielo tra Ponza e Ustica i Mig di Gheddafi erano in volo da qualche parte nello
spazio aereo controllato dal nostro sistema di Difesa aerea. Possibile che nessuno dei radar li abbia
visti? La scoperta del registro con le pagine tagliate, distrutte e riscritte nella base di Marsala spiega
forse più di quanto sia necessario su cosa accadde la notte del 27 giugno del 1980. E fa il paio con
la scomparsa del registro della base radar di Licola (Napoli), con la manomissione o l'occultamento
di una quantità impressionante di altri documenti e di nastri radar. Secondo Alfredo Galasso, gli
accertamenti e gli interrogatori compiuti fino a ieri notte a Marsala dal giudice Priore "hanno
rivelato che pochi minuti dopo la caduta del DC9 Itavia giunse l'ordine di tacere, nascondere,
cancellare". Ma l'ostinata volontà di tacere, coprire, che ha già portato all'incriminazione di oltre
una settantina di militari, sembra resistere anche di fronte alla evidenza delle prove. Intanto ieri,
nella base di Marsala, hanno deciso di affrontare le nuove domande del giudice solo gli avieri e i
sottufficiali, perché l'avvocato Carlo Taormina, difensore degli ufficiali imputati (Ballini, Giordano,
Muti), non era presente. Non mancheranno le occasioni, comunque. L'inchiesta giudiziaria, che
dopo quello militare sembra aver penetrato un più alto e oscuro livello di conoscenza sulla strage
(politico), è in fase di accelerazione.
Andrea Purgatori - Corriere della Sera