una comunità cristiana che si interroga

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una comunità cristiana che si interroga
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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Don Luigi Contin, Don Paolo Paiusco, Don Giorgio Pressato, Federico Zoccarato, Tino Bedin, Suor Augusta Gallinaro, Giorgio Marangon, Giuseppe Battiston, Norberto Vettore, Ivone Lissandron, Antonia Cesaro, Galdino Ranzato, Ivano Ranzato, Corinna Ranzato,
Antonio Frison, Aldo Vettore, Gianni Vettore, Gabriele Ranzato,
Leopoldo Rossi, Patrizia Marangon, Clara Elardo, Antonia Ranzato,
Daniela Pegoraro, Giuseppina Zoccarato, Anna Ceccarello, Emanuela
Zorzato, Maurizio Vincenti, Francesco Ranzato, Lino Calzavara
Foto: Archivio Parrocchiale.
Stampa: OTV Stocchiero - Vicenza.
tazzone
In occasione della terza visita pastorale del nostro Vescovo e Padre
Mons. Girolamo Bortignon, la Parrocchia di Vigodarzere intende interrogare se stessa.
La visita di Colui che ha l'incarico di annunciare Cristo diventa motivo
valido per un confronto col Vangelo, per un'analisi della vita cristiana
operante nella nostra parrocchia, per una riflessione approfondita sulla
nostra attuale fisionomia spirituale.
Come viviamo la nostra fede?, quali sono le tensioni, le difficoltà, le
aspirazioni, il clima religioso di Vigodarzere?
Ecco gli interrogativi cui cercheremo di dare una risposta.
Questo numero unico non è fatto per essere archiviato tra i ricordi, ma
come base di partenza per una pastorale rinnovata, come inizio di una
ricerca della nostra autentica identità cristiana da far crescere insieme in
corresponsabili tà.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale dovrà essere lo strumento principale
per una progressiva maturazione della nostra vita cristiana insieme all'ACI
e a tutte le altre associazioni.
Intendiamo camminare nella vita del Vangelo con umiltà, con fede viva,
ma anche con uno studio attento dell'ambiente in cui ci troviamo, della
nuova pastorale suggerita dalla Chiesa e specialmente predisponendo un
programma pastorale che risponda alle esigenze di Vigodarzere con particolare riguardo a valori priorità e scelte concrete da assumere in unione
con lo sforzo di rinnovamento di tutta la Chiesa.
Quanto è scritto in questo numero non pretende di essere una presentazione completa e dettagliata di tutta la nostra pastorale, ma l'inizio di un
lavoro da impostare razionalmente con l'aiuto di tutti.
Scopo fondamentale: essere famiglia di Dio, famiglia viva famiglia in
cammino verso il Padre, per cui vivere è amare.
L'Arciprete Don Luigi
s
o
l ass t
. .
Le venttset V'lszte pastorali
dino Conti 1332, e con i suoi successori fino ad arrivare al
Concilio di Trento.
In piena epoca della riforma tridentina cominciamo a
trovare i vescovi che, metodicamente, passano a visitare le
varie parrocchie o chiese della loro Diocesi.
La prima visita Pastorale che la storia ci tramanda, inerente alla nostra Parrocèhia di Vigodarzere, risale all' Il
giugno 1572, con il Vescovo Nicolò Ormanetto.
Questa, venne fatta un anno dopo l'indizione della visita
Pastorale alla Diocesi, con il preciso scopo di divulgare il
cattolicesimo, ravvivare la fede e togliere ogni abuso.
Nell'ottobre del 1587 Federico C6rner, Vescovo di Padova effettuava la sua visita in Vigodarzere, riscontrando che
gli abitanti di allora erano 860.
Quale fosse l'estensione della nostra Parrocchia a quell'
epoca, nessuno ce lo dice.
Il Vescovo C6rner, nel suo questionario, insisteva molto
sui registri canonici, ed obbligava i sacerdoti a redigere le
registrazioni di tutti i battesimi, delle Cresime, dei matrimonie dei defunti.
Il Vescovo, nelle sue visite, avvicinava personalmente e
cercava di portare sulla via della persuasione tutti coloro che
vivevano ai margini della società, vivendo nell'assenteismo e
nella completa indifferenza della fede.
Si legge che, a volte, nei suoi richiami usava parole drastiche e prometteva sanzioni.
Il Vescovo Alvise C6rner 10 troviamo nel nostro paese
per le sue prime visite pastorali; infatti resse la Diocesi di
Padova dal 1589 al 1594.
Il 28 agosto 1613 Marco C6rner era in Vigodarzere per la
sua visita Pastorale; allora era parroco D. Cassiano De' Cassiani.
Fra le altre cose il Vescovo si preoccupò della dottrina
Cristiana; ci consta, infatti, che fu il primo a dare in mano ai
fanciulli il catechismo, allora chiamato "dottrina piccola",
o, come l'aveva chiamata il Bellarmino "dottrina cristiana
breve".
Pietro V alier, Vescovo ausiliario del padovano, lo troviamo nella nostra Parrocchia il 26 ottobre 1620; di questa, il
parroco D. Cassiano ci dice ben poco, se non un accenno e
segnalazioni di suppelletili, vasi sacri, arredi, ecc.
Nel 1630, su tanta operosità e tanti sogni del rinascere
del cristianesimo, le nostre terre venivano colpite dalla tremenda peste, descritta dal Manzoni ne "1 Promessi Sposi".
Il lO maggio 1656, il Vescovo Giorgio C6rner, compie in
Vigodarzere, la sua prima Visita Pastorale; D. Francesco
Agostini era parroco di questa Parrocchia, e nella sua relazione, presentata al Vescovo, il parroco annotava 650 anime.
II nostro archivio Parrocchiale custodisce i primi libri
Canonici; in essi vi troviamo la registrazione dei nati del
1648, i morti del 1656 e dei matrimoni del 1735.
Da allora i sacerdoti erano obbligati a conservare, trascrivere e registrare fedelmente, il movimento demografico della loro Parrocchia.
La storia del primo cristianesimo in Padova, quasi fino al
mille, ci è stata avara, soprattutto nelle documentazioni
scritte.
Dobbiamo inoltre ricordare l'incendio della Capitolare
(899) per opera degli Ungari.
Dopo il mille le grandi figur~ di Vescovi, succedutesi alla
Cattedra di S. Prosdocimo, pur essendo stati dei grandi riformatori, poco ci tramandarono della vita spirituale e dell'
attività pastorale di quei tempi.
Del Vescovo Giordano, morto nel 1228, sappiamo che
qualche mese prima di morire si portava a visitare il territorio padovano allo scopo, non solo di visita, ma soprattutto
per insegnare, guidare e riformare. tutto ciò che si poteva
riformare, tanto nelle persone quanto nella chiesa.
Eravamo al tempo della predicazione di S. Antonio da
Padova e della venuta in città dei Padri Domenicani dei
Francescani.
La vasta riforma della Diocesi di Padova, con un piano
proprio di restaurazione, ha inizio con il Vescovo Ilde bran-
e
Vecchia chiesa e campanile. Oa una vecchia stampa del 1830
4
~'oper~ .del Vescovo oltre ad insistere sulla necessità della vita spmtuale, ,(S. Mess<l:, Confession~, istruzione religiosa) puntava sulla ConsacrazlOne delle chIese eIa benedizione
delle campane .
. ln?ltre, teneva all'aggiorn.amento dei registri canonici, affll1che fosse costantemente rlnnovato.
Si registrava; a quell'epoca, nella nostra Parrocchia il numero di 1.045 anime.
La domenica del 21 maggio 1780, festa della SS. Trinità
il parroco Don Giobatta Ceroni Senior da Caltrano riceve iÌ
Vescovo Nicolò Giustiniani in Visit~ Pastorale; gli abitanti
erano 1.058: lentamente la popolazlOne aumentava di numero.
Verso il 1797, con la caduta della Serenissima Repubblica Veneta, la nostra Diocesi trascorre anni tra i pill burrascosi.
Con la morte del Giustiniani, avvenuta il 24 novembre
1796, il canonico Francesco Dondi dall'Orologio, sacerdote
padovano, veniva eletto Vicario Capitolare.
Solo nel 1805 veniva consacrato Vescovo, mentre la nomina alla Cattedra di S. Prosdocimo avviene il 18 settembre
1807.
Il 2 ottobre 1805 lo troviamo a Vigodarzere per consacrare le uniche due campane sistemate in una baracca "custodita dal campanaro".
Per la visita Pastorale, invece, lo troviamo in Parrocchia il
martedìJO aprile 1811.
In quegli anni la nostra città e i territori dei nostri paesi,
venivano calpestati dal passaggio degli eserciti francesi ed
austriaci.
Si aggiungono inoltre le alluvioni, le carestie e le disposi ..
zioni delle pu bbliche autorità.
Vengono così chiusi, ridotti e requisiti conventi, chiese e
monasteri, mentre veniva imposto lo studio del "catechismo
napoleonico" .
In tanto mutare di uomini e situazioni, il compito del
Vescovo era di salvare il salvabile.
E' con animo coraggioso che il vescovo Francesco Scipione, nella primavera del 1811, dà inizio alla visita Pastorale
della Diocesi.
Nel J 876, con l'arciprete D. Giovann~ Spagnolo da Pedescala, il Vescovo Federico Manfredini che, con illuminata
saggezza resse la nostra Diocesi nella seconda metà dell'Ottocento, lo troviamo in visita al nostro paese. (E' di questo
periodo l'inizio dell'Azione Cattolica).
La nostra Parrocchia, verso il 1877, contava 2.048 anime, ed estendeva i suoi confini a: Campodarsego, Saletto,
Mejaniga, Zona Bragni e Pontevigodarzere.
Il Cardinale Giuseppe Callegari veniva a Vigodarzere ]'8
settembre 1888, ed il Parroco annotava 2.500 abitanti.
Giuntovi, sollecita ed incrementa l'Azione Cattolica, esi~e dai parroci la panoramica completa del nuovo ruolo a cui
e chiamata la Parrocchia, con una sempre più sentita parte~
cipazione dei laici alle difficoltà sociali.
Il Cardinale Callegari lo troviamo ancora nella nostra Parrocchia 1'8 giugno 1902, terza domenica dopo Petencoste,
in occasione della sua seconda visita Pastorale con l'allora
Parroco D. Pietro Panozzo, mentre l' 11 novembre dello stesso anno, festa di S. Martino, ritorna per consacrare le due
nuove campane, inaugurando così l'attuale camfanile.
Monsignor Luigi Pelizzo è in Vigodarzere ne 1916 per la
visita Pastorale, sia pur in pieno periodo di guerra.
Passati quegli anni burrascosi, lo ritroviamo ancora nel
nostro paese nel 1920.
In questo periodo post-bellico, egli insisteva presso i parroci per avere "relazioni scritte" avendo così di fronte la
situazione delle parrocchie e delle popolazioni della Diocesi
di Padova.
Le relazioni sono una miniera inesauribile di storia locale
vissuta, soprattutto di piccole e grandi cronache degli im-
il 3 dicembre 1672 il Cardinale
Vescovo di Padova, con questa lettera concede al
Andrea Vendramini che
i sacerdoti possano celebrare la S, Messa nella Chiesa di S. Romualdo
sita nel
della loro villa campestre in
La Chiesa cominciava a sentirsi, per divenirlo effettivamente più tardi, una comunità ed un'assemblea organizzata.
S. Gregorio Barbarigo, nominato Vescovo di Padova nel
1664. resse la Diocesi per ben 33 anni.
Come e cosa abbia operato, lo testimoniano i 40 volumi
relativi alle sue visite pastorali, nonché le sue lettere unite
ad altri documenti che ci sono pervenuti.
Per ben quattro volte lo troviamo in visita a Vigodarzere:
il 16 dicembre 1669, dove troviamo annotate 570 anime, il
21 maggio 1680, ed il giovedì 25 maggio 1684.
Tra le altre annotazioni troviamo un aumento della popolazione: 620 anime.
Da questo il conseguente suggerimento per l'ampliamento della Chiesa con due navate laterali.
La quarta visita risale al 23 maggio 1695; allora, era parroco Don Francesco Agostini che resse la nostra parrocchia
per ben 5.3 anni.
Il Vescovo Barbarigo insisteva perché i parroci insegnassero gratuitamente a leggere e a scrivere ai bambini.
Sono questi, insisteva, che diventeranno i primi maestri
di dottrina nelle povere scuole di campagna, come preziosi
ausiliari del parroco, con una psicologia educativa veramente singolare.
Il Santo Vescovo molte volte rimproverava i genitori perché fossero più solleciti a curare i propri figli: "avete maggior cura dei buoi e delle pecore".
Si lamentava spesso che trovava i ragazzi lmpreparati e le
scuole della dottrina abbandonate; alle volte, colpito dal
numero di ragazzi completamente ignari del leggere e dello
scrivere,. im poneva ai parroci di istruire i ragazzi, affinché si
facessero "precettori" ed insegnanti nelle rispettive famiglie.
Il suo motto era "siamo giovani e dobbiamo lavorare".
Con il Parroco D. Melchiorre dotto De Grandis, il 25
maggio 1741, il vescovo Giovanni Ottoboni visita Vigodarzere.
Nelle annotazioni si dice che fu l'ultima sua visita Pastorale, infatti il vescovo moriva il 9 dicembre 174.3.
Il Cardinale Carlo Rezzonico, suo successore, organizzava
la Diocesi di Padova in Vicariati.
Vigodarzere, le~ata al Vicariato di Torre, ebbe la visita
Pastorale il venerdl 10 giugno 1753.
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mensi ostacoli incontrati dal nostro clero per alleviare le
sofferenze delle popolazioni colpite dalla guerra.
L'opera del Vescovo si profila nelle assistenz.e alle popolazioni, ai profughi ed ai sacerdoti.
Il 24 marzo 1924, con D. Pietro Panozzo il Vescovo Elia
dalla Costa, è a Vigodarzere.
Nelle relazioni constatiamo il movimento demografico
della nostra Parrocchia, gli abitanti avevano raggiunto una
cifra considerevole, 4.160, su un complesso di 470 famiglie.
A queste vengono annoverate circa 147 nascite alI'anno, i
morti si aggirano intorno ai 56, ed i matrimoni in numero di
32.
Il 27 ottobre 1928, nuovamente, Elia Dalla Costa è a
Vigodarzere, con l'Arciprete D. Girolamo Rizzato.
Il suo ricordo è ancora profondamente vivo in quanti lo
conobbero, per la nobiltà dei sentimenti, la vastità della
cultura e perla sua attività pastorale.
Con la visita pastorale di Mons. Carlo Agostini, avvenuta
il 2 dicembre 1934, Vigodarzere contava 4.250 abitanti e
604 famiglie.
Nella visita Pastorale del 20 dicembre 1942, Mons. Carlo
Agostini (l'Arcipret.e era D. Giulio Rettore) notificava 3.224
abitanti.
Dobbiamo ricordare che era di quel periodo l'origine della Parrocchia di Terraglione.
Nell'immediato dopo-guerra, 1940-45, troviamo lo stesso
vescovo che, nella sua terza visita Pastorale è fra noi il 21
dicembre 1947.
Il movimento demografico era così notificato: abitanti
3.389, famiglie 492, nati 52, matrimoni 22, morti 25.
Mons. Girolamo Bortignon, nominato Vescovo di Padova
1'1 aprile 1949, lo troviamo nelle sue visite Pastorali in Vigodarzere il 21 novembre 1954, ed i117 dicembre 1961.
1930
Il vecchio centro di Vigodarzere. In mezzo alle piante: la Madonnina
delle Acque.
Nella relazione D. Giulio Rettore notificava che la Parrocchia di Vigodarzere, demograficamente era composta di
890 famiglie con 4.020 abitanti, mentre i nati erano 75, con
30 morti e venticinque matrimoni.
Quanto è stato scritto dimostra il continuo movimento
della Comunità Parrocchiale; essa peregrina, come tutta la
Chiesa, verso "nuovi cieli e nuova terra", alla luce delle
grandi linee suggerite dal Vaticano II.
6
l
studio
del
catechismo fu uno
.
don
, impegni fondamentali
è stata uno di questi scossoni; ha ~asdato in tutti, voglio dire
in tutti quelli che
più attivamente partecipato a quella giornata, un'impronta, ha dato fiduci;l e offerto degli
stimoli. Personalmente ricordo l'incontro con la persona del
Vescovo, un incontro che lascia un entusiasmo che è UH_U'-_'le da spiegare, ma che opera dentro di noi .,
C'è, fra coloro che abbiamo sentito, anche chi ricorda
l'incontro con il Vescovo in maniera personale: "Ero a casa
ammalato - racconta ed il Vescovo è venuto a trovarmi".
Quello dell'incontro è forse l'unico rimpianto, l'unico desiderio inappagato in quanti ricordano quella giornata di 13
anni fa: "Divenne sera troppo presto dice uno dell' Azione
Cattolica ci fu poco tempo per la presidenza dell'Azione
Cattolica e per la giunta parrocchiale". Forse desiderano
rimediare questa volta a quell'occasione mancata.
Quando il 17-12-1961 Mons. Girolamo Bortignon. arrivò
a Vigodarzere per la visita pastorale per terra c'era la neve.
In chiesa c'era il pavimento nuovo ed erano arrivati anche i
primi nuovi banchi. C'era tanta gente: piena la chiesa, i
fedeli stavano anche fuori in piazza. Uno che allora era
chierichetto ricorda anche che sugli scalini che portano alla
canonica c'era il ghiaccio e che don Giulio Rettore, il compianto arciprete, s'era preso l'asiatica in quei giorni
Immagini rapide che vengono dalla memoria della gente
di Vigodarzere. Brani di una cronaca che a raccontarla sembra lontana, eppure è solo di qualche a1).no fa e quelli che
l'hanno vissuta oggi hanno solo un figlio in più o qualche
capello di meno; Ma è lontana lo stesso, perché sono cambiati i protagonisti: solo il vescovo è lo stesso. Tra quella
visita pastorale e questa che Vigodarzere sta per vivere don
Giulio Rettore ha raggiunto la "casa del Padre" dopo aver
consumato la sua vocazione e la sua umanità proprio in
questa parrocchia. In un certo senso. è diverso anche il paese: se allora l'industria era un'eccezione, ora è quasi la regola. Vigodarzere è diventata nel bene e nel male una parte
integrante della "cintura" urbana di Padova.
La riviviamo insieme ad alcuni membri dell' Azione Cattolica di allora, ad alcune delle persone che erano più vicine
all'arciprete scomparso:
"lo credo -- racconta un dirigente di Azione Cattolica che don Giulio abbia impostato la preparazione soprattutto
punto di vista spirituale :ha cercato che fosse un momento di crescita interiore di tutta la parrocchia". L'occasione fu offerta da una missione predicata per categorie, che
vide una grandissima partecipazione. "Il tema centrale
ricorda- era una profonda revisione di vita: una revisione
doveva portarci a meditare sull'altra vita".
Questo per gli adulti. Per i balllbini l'impegno maggiore
fu dedicato al catechismo. Lasciamo la parola ad una signora che allora era ancora in età di. catechismo: "Per sei mesi
consecutivi quasi tutti i giorni don
ci volle a dottrina:
la
era pressoché totale ed era don Giulio
personalmente
ci
Ricordo che,
stimolarci
più, ci aveva detto che la visita pastorale sarebbe avvenuta
un mese prima, rispetto alla data vera".
La scuola di dottrina non fu solo l'impegno maggiore di
quella visita pastorale, fu anche la maggiore soddisfazione.
Molta parte della sua giornata il Vescovo la passò a parlare
proprio con i bambini del catechismo e "la conclusione ricorda un dirigente -- fu un grande elogio del nostro Vescovo per il modo con cui erano stati preparati i bambini". Una
conclusione destinata a durare: il catechismo fu infatti uno
dei frutti di quella visita. "Forse è
- aggiunge un
collaboratore parrocchiale - dire concretamente cosa ha
sciato
del Vescovo con Vigodarzere. lo penso
la nostra
a
un po' sonnolenta, abbia
,,,,,,"',,"uv ogni tanto di uno scossone. Ecco la visita
e
BAMBINI SENZA PAURA
C'è infine anche qualcuno che questa volta non avrà paura dello "schiaffo" del Vescovo: oggi sono ragazzi, allora
eranobambini, ai quali genitori e padrini avevano messo una
"fifa" matta del Vescovo in modo da farli stare buoni.
"I bambini di oggi - osserva uno ,degli interlocutori -non hanno più paura del Vescovo, non lo vede più come un
personaggio al di fuori della realtà. Sono più aperti,
più conoscenze i piçcoli di adesso. Anche perché oggi c'è un
modo diverso di insegnare il catechismo: si spiega di
e si
impone di meno; si cerca partecipazione più che l'acquisizione di nozioni a memoria".
Non sono solo i bambini ad essere cambiati. Come dicevamo all'inizio è cambiata molta parte della stessa fisonomia
di Vigodarzere e con la fisionomia è cambiato in parte anche lo spirito. "Allora - dice un membro dell' Azione Cattolica - la religiosità era più silenziosa, più accondiscendente,
forse scontata ed in parte fatta di tradizioni. Oggi lo spirito
religioso è meno diffuso, almeno a mio parere, ma è certamente più profondo". E' un giudizio personale certamente e
non può essere "storico". Di fatto allora c'era più gente che
passava parte della sua domenica alle funzioni. "Oggi -- dice
un giovane
c'è più gente alla messa; soprattutto c'è
più gente che partecipa attivamente non solo alla liturgia,
ma anche al Sacrificio accostandosi alla comunione".
"Essere cristiani oggi - aggiunge un altro
anche a Vigodarzere non è più una scelta 'obbligata': gli strumenti di
comunicazione di massa si sono moltiplicati; i contatti con
l'esterno, soprattutto con la città e la fabbrica coinvolgono
gran parte della popolazione; il confronto è più facile". A
Vigodarzere però il cambiamento s~mbra essere avver:u~o ed
essere ancora in atto senza traumi. La proposta cnstlana,
dicono quelli che abbiamo ascoltati, è ancora accettata e
vissuta.
7
Un'inchiesta su come è attesa la visita
li
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E' VIVlSSlmO
•
il biso O di un Incontro
frequente
1!f0lti hanno eSfres~o il desiderio di una sosta più prolungata - Un avventmento di
tnteresse comunttarto
"lo personalmente consiglierei una visita ogni mese, anche in forma diversa, senza troppa ufficialità". E' la più
singolare delle proposte uscite da una rapida inchiesta che
abbiamo condotto tra i cattolici di Vigodarzere sulla prossima visita pastorale del Vescovo. La diocesi di Padova, della
quale Vigodarzere fa parte, ha 454 tra parrocchie {} curazie,
raggruppate in 48 vicariati (uno di questi è proprio di Vigodarzere). Anche se il Vescovo avesse come unica incombenza della sua missione apostolica quella di visitare le parrocchie non potrebbe evidentemente ascoltare il "consiglio" di
qu~sto abitante di Vigodarzere. Non gli basterebbe quattro
anni per fare una visita mensile ai solo vicariati.
Il "consiglio", anche se jrrealizzabile, è però la testimonianza di uno stato d'animo di attesa, di partecipazione che
Vigodarzere vive in questo periodo di preparazione alla visita pastorale. Testimonianza di un legame che unisce il popolo di Dio che è in Vigodarzere con la più vasta porzione
dello stesso popolo, che va dalle prealpi bellunesl alla laguna
veneta e che ha in Mons. Girolamo Bortignon il suo capo
spirituale. "Per capire il significato della visita pastorale - ci
ha detto un giovane - è importante sapere chi è il Vescovo
e quale è la sua funzione in mezzo a noi. Per me come
cristiano il Vescovo è l'inviato di Cristo in mezzo a noi;
l'apostolo che, attraverso Cristo nostro Signore, riunisce attorno a sé i battezzati, il popolo di Dio. Insieme facciamo la
Chiesa, che non è la gerarchia, ma tutto il popolo di Dio in
comunione con il Vescovo".
Dunque la visita pastorale realizza nella comunità di Vigodarzere uno dei momenti più intensi della Chiesa. Ma è in
questo senso che adulti e giovani della parrocchia la intendono? La nostra inchiesta voleva appunto scoprire, pur nei
limiti di un'indagine non completa, cosa pensa la popolazione della visita. Tre le domande che abbiamo posto: 1) Secondo te, cosa viene a fare il Vescovo? 2) Come vorresti la
visita del Vescovo in parrocchia? 3) La visita interessa solo
i sacerdoti, oppure tutta la comunità?
detto un anziano
viene come un padre che va a trovare
dei figli, per vedere insieme i problemi e per dare a tutti
un'indicazione e un'esortazione". Un altro adulto ha aggiunto: "Secondo me il Vescovo viene a portare un certo risveglio nella vita cristiana: la visita pastorale è insieme una
tappa, un punto d'arrivo, e anche una partenza".
Altre risposte mettono in evidenza il significato dell'amministrazione' della Cresima, altre ancora il contatto diretto
con i sacerdoti di Vigodarzere e con una parte dei parrocchiani. Sono in genere risposte di adulti. I giovani, a parte la
testimonianza che abbiamo riportato sopra, tendono a cogliere piuttosto gli aspetti "concreti" della presenza del V escovo.
UNA SOSTA TRA CHI SOFFRE
Incerti sul perché, i cattolici di Vigodarzere sono molto
più concordi e sicuri sul "come" della visita pastorale. In
particolare tutti, rispondendo alla seconda domanda, hanno
auspicato una sosta più prolungata. E' un auspicio questo,
che risponde in parte anche alla prima domanda, che rivela
quel senso di comunione con la Chiesa diocesana, di cui
dicevamo all'inizio.
"Dovrebbe fermarsi per un periodo più lungo di tempo,
in modo da stare a tu per tu con la gente", ha detto un
adulto. Gli ha fatto eco un giovane: "La visita pastorale
dovrebbe andare più in profondità: io ad esempio, e come
me tanti altri, non conosco il Vescovo e non lo conoscerò
certo in occasione di questa visita e difficilmente potr~ ricavare da lui un insegnamento diretto". Qualcuno propone
che il Vescovo si fermi in parrocchia più di un giorno; altri
che non si faccia coincidere la Cresima con la visita pastorale; altri ancora che "le formalità" vengano compiute prima,
in modo da lasciare appunto più spazio agli incontri.
Non si tratta del semplice desiderio di parlare personalmente con il Vescovo. In questo senso i cattolici di Vigodarzere hanno dato una risposta abbastanza concorde. Una visita più lunga dovrebbe servire soprattutto per chi soffre. Il
Pastore della diocesi avrebbe così la possibilità di incontrare
tutti gli ammalati. "Gli ammalati - ha commentato una
signora - nonostante tutto quello che si dice, molto spesso
sono messi un po' da parte". "Se si fermasse qualche giorno
potrebbe incontrare la gente di
- ha aggiunto un adulto
Vigodarzere anche dove lavora, potrebbe andare nelle fabbriche, parlare con gli operai".
A TROVARE DEI FIGLI
"In verità non ci ho mai pensato", ha detto un giovane
quando si è sentito porre la prima domanda. Ed ha aggiunto: "Forse viene a controllare il funzionamento della parrocchia, sia come strutture che come persone". L'idea di
una "visita di controllo" è abbastanza diffusa. Non mancano tuttavia indicazioni sul significato più profondo dell'incontro del Vescovo con una parrocchia. "Il Vescovo - ci ha
8
mo nelle risposte alla realtà più che ai desideri. E sulla realtà
le opinioni divergono ancora una volta. Un adulto ha posto
limiti troppo ristretti all'interesse: "La visita pastorale - ci
ha detto - interessa i sacerdoti e i genitori che hanno figli
da cresimare". Una risposta più articolata è stata data da un
giovane: "Interessa senza dubbio il sacerdote, in quanto il
suo sacerdote è valido se è in comunione con il Vescovo,
perché è da lui che riceve il mandato. Interessa anche il
popolo, perché esso diventa Chiesa. se in mezzo a lui c'è il
Vescovo".
La maggior parte delle risposte che abbiamo raccolte dice
che "la visita interessa a tutta la comunità". Qualcuno ha
dato anche delle spiegazioni: "Secondo me interessa tutti i
parrocchiani. Cetamente il Vescovo viene soprattutto per i
sacerdoti, ma dato che questi sono a nostro servizio è evidente che la visita ci tocca direttamente".
Sostanzialmente tutti gli intervistati, sia adulti che giovani, vedono insomma nella visita pastorale l'occasione per un
incontro diretto, l'occasione per' ,fare conoscenza", una conoscenza che diventa poi amore e comunione nel Cristo. E
la "comunione dell'Apostolo con il suo popolo", come ha
detto un giovane, ha bisogno di tempo. "Vorrei - ci ha
detto un altro giovane
parlargli dei problemi nostri, dei
problemi della nostra età".
INTERESSA TUTTI
l' desideri manifestati sul "come" della visita pastorale
costituiscono un'implicita risposta anche alla terza domanda. La visita pastorale interessa tutti.
Con l'ultima parte della nostra inchiesta, però, ritornia-
SI
A
vS v
Fra poco il nostro Vescovo Mons. Girolamo Bortignon
sarà tra noi per la Sua terza Visita Pastorale.
Per comprendere il significato della Sua visita, riportiamo
in parte la lettera inviata per l'occasione.
Il Vescovo fa comprendere che la Visita Pastorale è uno
degli impegni principali per la custodia e la promozione
della sacra eredità della fede.
La Visita vuoI essere la iniziativa più responsabile e comunitarìa per l'attuazione pratica del Concilio.
mo di coloro ai quali Cristo diede l'ordine di andare ad
annunciare l?avvento del regno di Dio.
Con quale spirito viene?
Per ascoltare, intrattenere con fiducia e benevolenza, conoscere a fondo le necessità e le condizioni sociali, col proposito di essere utili in tutto quello che la Chiesa può dare:
Verità e Grazia.
La visita vuole riconoscere, sostenere, uniformare, incoraggiare, benedire la santa e meritoria fatica pastorale.
Perché la Visita Pastorale?
Quali le finalità della Visita Pastorale?
Perché il Vescovo possa realizzare un dialogo continuo
con coloro che cura come veri suoi figli, che permetta di
reggere nello spirito di servizio del Buon Pastore la Chiesa
particolare a Lui affidata, col consiglio, la persuasione, l'
esempio, ma anche con l'autorità e la sacra potestà.
Sono il buon andamento della comunità e delle istituzioni ecclesiastiche: culto, istruzione religiosa, associazioni,
opere di carità.
Sia favorita la fede, coltivata la pietà, osservata la legge
divina e la disciplina ecclesiastia.
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
Chi viene a voi con la Visita Pastorale?
Ore 9,30 arrivo in Canonica; ore 10,15 e 11,15 Messa per
la Comunità; ore 12 incontro con le autorità; ore 14,30
visita alla Scuola di Dottrina Crisitana; ore 17 S. Cresima;
ore 18,30 visi~a agli ammalati; ore 19 incontro con i dirigenti delle varie associazioni.
Viene il Vescovo di persona e il Vescovo nella persona
dei Vicari Vescovili.
Viene il Vescovo come maestro di Dottrina, Sacerdote di
culto, ministro del governo della Chiesa, come mandato da
Cristo, suo rappresentante e suo ministro, successore legitti-
9
4)
«I
lzzazlone e Sacramenti
un documento dei Vescovi per confrontarsi e rtnnovat'st
sto dei sacramenti nella storia della salvezza e nella vita della
Chiesa.
La parola di Dio ha una sua efficacia che raggiunge la
pienezza nei Sacramenti. Parola di Dio e Sacramenti sono
due aspetti della stessa séJvezza. Pertanto non sono due maniere di vivere la fede.
Parola di Dio e Sacramento rendono presente Cristo il
quale si serve della Chiesa per estendere la sua presenza nel
mondo.
Quindi la Chiesa riscopre il suo vero volto quando annuncia la Parola di Dio con cui l'uomo incontra Cristo e celebra
i Sacramenti con cui si ottiene la salvezza.
Missione della Chiesa è evangelizzazi9ne e Sacramenti:
annuncio per ricevere il sacramento che dona la grazia.
n cristiano, una volta unito a Cristo per mezzo della
parola e del sacramento, è tenuto a mostrare nella vita quella "novità" di cui è stato reso partecipe.
Dalla Parola di Dio si passa al Sacramento, dal sacramento si passa alla vita: ecco l'itinerario cristiano.
La Commissione Episcopale Italiana, nella sua decima
conferenza, ha proposto come argomento di riflessione e di
stimolo pastorale per il prossimo triennio il tema "Evangelizzazione e Sacramenti", per arrivare a formare un cristianesimo di convinzione nel quale ci sia l'ascolto docile della
Parola di Dio e un culto sacramentale personalmente partecipato.
Tale documento è stato preparato da un'indagine socioreligiosa estesa a tutte le 28.000 parrocchie italiane, e da
ricerche bibliche, teologiche e pastorali.
LA SITUAZIONE ITALIANA:
FENOMENO DELLA SECOLARIZZAZIONE
(PAROLA DI DIO E SACRAMENTI)
Il documento sottolinea la presenza in Italia della secolarizzazione.
Essa è considerata un fenomeno positivo se indica affermazione dei giusti valori delle realtà terrene, e come fenomeno negativo se diventa "secolarismo" cioè autonomia assoluta dei valori umani e negazione della transcendenza e
della rivelazione, nella convinzione che il destino dell'uomo
si risolve tutto su questa terra.
Questo secondo tipo di secolarismo intende escludere la
religione dalle strutture e dalle istituzioni per confinarla
nell'ambito della vita privata, o addirittura considerarla un
ostacolo alla crescita umana.
Si ha come conseguenza l'incapacità di capire la presenza
di Dio nella storia, le funzioni della liturgia e dei sacramenti
considerati solo pratica esterna, tradizione, senza rilievo nella vita.
Il secolarismo entra anche nelle nostre comunità creando
inquietudine e disagio in quanto favorisce una interpretazione riduttiva del messaggio evangelico considerato o difensore di un ordine costituito o messaggio di semplice liberazione umana.
L'azione pastorale della Chiesa richiede inoltre un aggiornamento per rendere chiaro il legame inscindibile tra annuncio del Vangelo e Sacramenti. L'annuncio è considerato
semplice trasmissione di dottrina e norme morali; i sacramenti sono considerati riti a volte incomprensibili, accettati
senza una fede consapevole e soprattutto con scarso rilievo
nella vita anche se, quasi ovunque si chiede il Battesimo, la
Cresima, la Comunione, il Matrimonio e la sepoltura religiosa.
Manca una pastorale organica, con concordi linee operative, una capacità di lavorare insieme, una valutazione attenta dei nuovi problemi del mondo: liberazione, giustizia, pace, fame, sviluppo.
INDICAZIONI PASTORALI:
PRIMATO DELLA EVANGELIZZAZIONE
Dopo l'analisi sulla situazione italiana e alcune indicazioni biblico-teologiche, il documento passa ai suggerimenti
pastorali.
Perché i sacramenti non siano avulsi dal contesto vitale di
fede e si riducano a puro gesto esteriore senza riflessi concreti e e fecondi nella vita, dev'essere ribadito il primato
dell' evangelizzazione: servirsi di ogni circostanza e occasione per l'annuncio della parola di Dio.
n documento dà indicazioni precise sulle varie forme di
evangelizzazione oggi possibili.
Noi cercheremo ora di confrontare tali indicazioni con la
SUGGERIMENTI PER UNA SOLUZIONE
I vescovi italiani affermano che è indispensabile approfondire il rapporto tra evangelizzazione e Sacramenti, il po-
Missione della Chiesa: Evangelizzazione e Sacramenti; annuncio per
ricevere il Sacramento che dona la grazia.
10
situazione di Vigodarzere per dare l'avvio ad uno studio più
approfondito che lasciamo all'opera del Consiglio parrocchiale appena avviato.
to Santo, essere al servizio di una partecipazione attiva cosciente e autentica alla liturgia della Chiesa educando all'
orazione, ringraziamento, penitenza, domanda, senso comunitario, iniziare alla interpretazione cristiana degli eventi
umani specie dei segni dei tempi, aiutare a diffondere il
Vangelo abituando ad un dialogo rispettoso è responsabile
con i non cristiani, invitare verso i beni futuri costruendo
oggi una società migliore, annunciare non qualcosa ma Qualcuno, non idea ma una persona Cristo, annunciare Cristo
vivo con la parola viva, annunciare ovunque nelle più disparate occasioni di dialogo e incontro, sviluppare una mentalità universale di comprensione verso gli altri, mostrare la
fede come sistema di vita adeguato a chi lo riceve, essere
opera di tutta la chiesa che annuncia l'amore dando testimonianza di amore, avere il primo posto nella stima impegno e
pratica da parte di tutti i responsabili, al centro della pastorale e non un'attività isolata, diventare insegnamento educazione e esperienza di vita, raggiungere tutti i fedeli.
In definitiva la Chiesa locale deve diventare comunità
catechizzante.
Nella nostra parrocchia la cetechesi è l'impegno più importante e sentito.
Ogni domenica pomeriggio si tiene il Catechismo per i
ragazzi dalla prima elementare alla terza media con circa 40
catechisti, e il catechismo degli adulti.
Durante la settimana per oltre cinque mesi c'è il catechismo feriale quotidiano per le elementari e settimanale per le
.
medie.
Si tengono corsi, conferenze per giovani e adulti e molte
altre attività incentrate sulla catechesi.
La preoccupazione più grande rimane sempre che la catechesi si stacchi dalla vita, diventi pura conoscenza informativa senza contatto con la vita quotidiana, con la fede
vissuta.
Però dobbiamo notare il grande interesse che i genitori
pongono perché i loro figlioli frequentino: la presenza è
quasi totale. .
l ragaZZi vengono, ma mancano i catechisti durante la
settimana, per cui il parroco e due suore sono costretti a
fronteggiare classi di cinquanta ed anche ottanta ragazzi.
Piange il cuore vedere quante occasioni vanno perdute
per una catechesi più incisiva: la messe è molta ma gli operai
sono pochi~
Mentre plaudiamo alle famiglie per il senso di fede, preghiamo Dio che mandi chi' ,spezza il pane" nella sua casa.
Se sarà possibile avere classi meno numerose e un maggior numero di catechisti si potrà con più efficacia inserirsi
nel piano di rinnovamento accennato sopra.
Per intanto ci auguriamo che si rifaccia quanto prima la
commissione del catechismo, decaduta con l'elezione del
nuovo Consiglio, per affrontare con urgenza questi problelin.
L'OMELIA E LA PREDICAZIONE
Il documento dei Vescovi afferma che l'omelia deve calare nell'esistenzialità le ricchezze di Cristo, essere preparata
con cura anche comunitariamente e ascoltando le richieste
del popolo di Dio.
Ad essa si deve affiancare la predicazione tradizionale
delle missioni, tridui ecc. e le nuove forme di accostamento
alla Bibbia con le celebrazioni della parola di Dio, veglie,
revisioni di vita, messe.
Dobbiamo riconoscere che a Vigodarzere si ascolta con
attenzione la predica e la parola viene accolta volentieri.
Ma forse è necessario uri maggior spiri'to di fede per badare più al contenuto che alla forma della predicazione.
In quest'ultimo periodo di tempo la predicazione ha avuto come tema ricorrente l'.attenzione a creare in parrocchia
il clima di famiglia che permetta di conoscerci, parlarci,
collaborare insieme, pregare insieme, amarci, accettarci assumere le proprie responsabilità umane e cristiane nei riguardi
della comunità.
Alla predicazione sono seguite diverse iniziative realizzate con questa finalità: Bollettino settimanale, Consiglio Parrocchiale, anagrafe parrocchiale aggiornata, incontri di capifamiglia, Messe in famiglia, preghiera per le case, ricordo dei
defunti, commissioni varie, incontri con i genitori, anniversari di matrimonio, corale, incontri familiari, conferenze,
dialoghi adulti giovani, centro di assistenza ecc ...
Abbiamo cercato la comunità non come un ideale da
raggiungere ma come un clima di vita e rapporto umano da
costruire giorno per giorno.
Qualche passo è stato certamente compiuto m questo
senso.
Ma purtroppo sono ancora molti gli odii e le discordie
che dividono famiglie, parentele, gruppi sociali.
E' necessario arrivare ad un civile scambio di idee che
escluda gli attacchi personali, le rivals~, le vendette, le stroncature feroci nei confronti di chi la pensa diversamente, le
emarginazioni.
In una comunità che cerca di costruire devono sparire le
azioni malvagie e non gli uomini.
C'è tanto bisogno di imparare a perdonare, a dimenticare
vecchi rancori, o affronti ricevuti.
Abbiamo formato da poco il Consiglio Parrocchiale: molte cose potrà fare solo se ci si guarderà con occhio di benevolenza e comprensione.
RINNOVAMENTO DELLA CATECHESI
Il rinnovamento della catechesi rimane il principale impegno operativo della Chiesa in Italia. Scopo: portare a maturità la fede mediante una conoscenza sempre più profonda e personale del mistero di Cristo e un'iniziazione alla vita
ecclesiale.
Secondo il documento di Base i principf che devono
stare alla base del rinnovamento sono i seguenti: la catechesi
deve disporre gli uomini a scoprire il progetto di Dio nella
propria vita, cercare il significato ultimo dell'esistenza e della storia, disporre gli uomini ad ampliare l'azione dello Spiri-
EV ANGEUZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA
L'attenzione ai problemi della nostra parrocchia non ci
chiude, anzi ci apre in modo nuovo alle esigenze di una
crescita umana non solo della comunità cristiana ma di tutti
gli. uomini, nella via della liberazione della giustizia e della
pace.
Predicazione e iniziative concrete cercano di avvicinare
ognuno di noi ai pill poveri a coloro che hanno bisogno del
11
nostro aiuto materiale e spirituale, ~i rendono attenti alle
situazioni di ingiustizia e oppressione del nostro tempo in
modo che la sofferenza del mondo diventi la nostra sofferenza e lo sforzo di liberazione ci trovi non solo solidali a
parole ma con i fatti.
CATECHESI PERMANENTE E CATECUMENATO
Quanti sono cristiani solo per tradizione e non per una
scelta cosciente? Non lo sappiamo, ma vedendo il grande
numero di coloro che sono legati ormai alla fede solo per
certe circostanze straordinarie e vivono praticamente come
se Dio non ci fosse, sorge l'esigenza di prevedere un'azione
pastorale che conduca, come invitano i Vescovi, ad una riscoperta o alla consapevolezza progressiva e personale della
propria fede.
Ma in questo ambito tutto è ancora da pensare per un'
azione efficace.
Quaresima: Giomatà della Parola di Dio.
resse psicologico, per approfondirlo, ravvivarne la grazia, richiamarne l'impegno. Evangelizzare significa anche celebrare bene i sacramenti, prepararli convenientemente.
I CATECHISTI
I Vescovi dicono che sono necessari per una catechesi
permanente, devono essere testimoni che vivono e comunicano agli altri il mistero, devono essere ricercati, preparati,
seguiti e sostenuti, non dovranno limitarsi a fare delle ]pzioni di catechismo ma seguire i ragazzi nell'itinerario di fede e
guidarli ad una graduale esperienza di Cristo e della Chiesa.
Quest'anno possiamo contare su un notevole numero di
catechisti festivi, circa 40 che ogni domenica pomeriggio
fedelmente fanno il loro catechismo.
Sono seguiti con conferenze e lezioni preparatorie.
!l loro impegno è lodevole.
Ma come abbiamo già scritto in altra parte, sono i cate··
chisti della dottrina feriale che ci mancano. Nonostante
questo, pur con grave sacrificio, la dottrina feriale è stata
fatta regolarmente.
La poca disponibilità di forze impedisce purtroppo una
presenza costante nella scuola elementare.
Però abbiamo a disposizione diversi insegnanti ben preparati che svolgono in modo lodevole la lezione di catechismo.
1) I SACRAMENTI DELLA INIZIAZIONE CRISTIANA
L'attenzione si rivolge ai sacramenti della iniziazione per
la loro fondamentale importanza nella vita cristiana.
Il Battesimo che è nascita da Dio e ingresso nella comunità ecclesiale, la Cresima segno di maturità cristiana che
consente di ricoprire un ruolo di lavoro attivo e responsabile
nella Chiesa e l'Eucarestia presenza di Cristo tra di noi e
incontro della comunità che, cibandosi alle due mense della
parola e del corpo di Cristo, riconosce di essere un cuor solo
ed un'anima sola.
Situazione attuale
Il battesimo viene preparato con un incontro in famiglia
ove la spiegazione del rito è motivo di riflessione sugli impegni che i genitori si assumono; il rito viene fatto ogni] 5
giorni in forma comunitaria con avviso sul bollettino. Alcune volte all'anno viene inserito nella Messa festiva oppure in
cerimonie con grande afflusso di fedeli o con la presenza di
tutti i ragazzi del catechismo. (Avvento - Quar.).
Cresima ed Eucarestia vengono preparate con una catechesi che interessa tutto l'anno della terza e quinta classe; si
fanno incontri con i genitori, ai quali la presenza delle mamme è totale e dei papà al 50 per cento. Si parla di educazione alla vita battesimale, facendo notare che il dovere più
im portante non è parlare di Dio, ma renderlo presente in
famiglia con il suo amore di Padre ed esserne un riflesso
fedele davanti al figlio, mostrando la legge di Dio come
segno del suo amore per noi. Quanto alla preparazione a
ricevere l'Eucarestia si cerca di mettere in evidenza i valori
religiosi della vi ta familiare: il pranzo, il pane e il vino segno
di gioia, lo stare assieme in casa, la festa familiare segni delle
realtà eucaristiche.
Si cerca di coinv01gere per quanto possibile la famiglia e
nel giorno della Comunione i genitori partecipano al rito al
fianco del loro figliolo anche se ciò significa distribuire i
comunicandi per tutta la chiesa.
Tutta la comunità cristiana è invitata a pregare e a seguire questi riti. Si cerca di farli diventare avvenimento vissuto
da tutti.
G LI AMBIENTI DI CATECHISMO
Un al tro punto dolente riguarda le aule di catechismo.
Alla domenica funzionano 26 sezioni di catechismo dislocate in tutti i locali disponibili della Parrocchia compresa la
sagrestia, e la Chiesa.
Si rende quindi aperto il problema di dare ambienti decenti e specialmente uniti in un solo luogo (ora.si trovano in
6 diversi) per rendere più efficace l'azione catechistica.
E' già in fase di elaborazione un progetto di ampliamento
che ci auguriamo di poter presto vedere realizzato con la
collaborazione di tutti.
E' necessario preparare i Sacramenti con un'evangelizzazione che ne presenti il loro significato ecclesiale.
Come sussidio si potrà usare l'introduzione dei nuovi riti.
Ricevuto il Sacramento, deve esserne prolungato l'inte-
12
Proposte per il futuro
3) SACRAMENTI DEL SERVIZIO ALLA COMUNITA'
Coinvolgere maggiormente le famiglie con una visita del
Sacerdote o del catechista all'inizio dell'anno catechistico,
chiedere ai genitori una impegnativa, nella lezione di catechismo ci sia una parte che il bambino deve completare con
i suoi genitori, catechesi fatta dai genitori più preparati anche in casa, unire la catechesi a periodiche celebrazioni liturgiche; i genitori dci bambini si conoscano ed eventualmente
creino un rapporto di conoscenza umana. amicizia per formare eventualmente dei gruppi ecclesiali che durino anche oltre l'occasione data dal sacramento di iniziazione, per una
riflessione sulla Parola di Dio, una liturgia domestica, una
revisione di vita; confronto costante della vita quotidiana
col vangelo, rendere i genitori coscienti di come essi sentono
la situazione in cui li pone l'avvenimento del sacramento
che il figlio riceve; seguire i genitori con incontri anche
dopo il conferimento dei sacramenti; curare l'inserimento
dei ragazzi nelle attività formative ed apostoliche della parrocchia; fare maggior attenzione alla Messa e alla Comunione come momenti fondamentali della esperienza cristiana
avviando ad una partecipazione frutto di fede viva.
Ordine e Matrimonio
Un maggior impegno è richiesto alla comunità cristiana
perché il sacramento del Matrimonio sia convenientemente
preparato.
Purtroppo manca nei fidanzati l'esigenza di una profonda
preparazione in questo campo. Si pensa di conoscere i problemi a sufficienza; casa dote lavoro ecc. occupano quasi
tutto lo spazio.
In parrocchia si sono organizzati dei corsi per fidanzati,
ma con scarsi risultati.
E' indispensabile riprendere con attenzione questo pro-blema che si manifesta di estrema urgenza, con altri metodi:
coinvolgere la comunità cristiana sul problema del fidanzamento, far entrare i fidanzati in gTUppi familiari di spiritualità per una maturazione cristiana nell'incontro con la parola di Dio, la preghiera in comune e la vita liturgica, i coniugi
preparino in modo particolare i figli al matrimonio; non
come maestri ma come testimoni dell'amore ricevuto e vissuto, il sacerdote sia visto non come burocrate ma come
colui con cui si stabilisce un dialogo sulle esperienze di fede
da loro vissute e sulle difficoltà che hanno incontrato invitandoli ad unirsi a lui nella preghiera al Cristo che dona la
grazia del matrimonio; tale dialogo si svolga in diversi momenti distanziati fino a diventare un vero e proprio catecumenato del matrimonio che ripercorra l'itinerario sacramentale del battesimo-cresima··eucarestia e penitenza per arrivare al significato della coppia, al matrimonio sacramento e
alla vocazione a formare una Chiesa domestica. Ci sia quindi
l'orientamento a presentarsi alcuni mesi prima del matrimonio e la preparazione non si risolva in questi mesi, ma sia
preceduta da una preparazione più lontana e da una preparazione generale che coincida con l'educazione alla vita e
all'amore da farsi in famiglia e nei gruppi.
L'Ordine Sacro, il sacramento che conferisce il Sacerdozio, viene presentato ai chierichetti, nel catechismo in conversazioni e incontri. Pensiamo sia valida come testimonianza la presenza di un chierico che ogni settimana si incontra
con i ragazzi nene riunioni e nei vari gru ppi.
Spesso vengono invitati dei Sacerdoti per tenere dei piccoli incontri con i ragazzi della Dottrina Cristiana.
2) LA CONFESSIONE
La penitenza è la riconciliazione con Dio e con la Chiesa
di uno dei membri o dell'intera comunità che riconosce di
aver peccato.
Situazione attuale
L'anno della classe seconda elementare viene riservato
alla preparazione del Sacramento che viene amministrato
all'inizio della terza.
La catechesi viene incentrata sull'amore a Dio che noi
rifiutiamo quando gli diciamo di no.
Viene fatta una catechesi ai genitori che si riferisce a
questi .temi: educazione allo spirito di penitenza, in famiglia
e nella liturgia, conseguenze sociali del peccato, peccato come rottura di rapporti con Dio, senso del perdono, prima
confessione come giorno di festa ecc.
Anche in questa occasione si cerca di coinvolgere in diversi modi i genitori. Viene suggerita la confessione quindicinale, che non sem pre è rispettata.
4) UNZIONE DEI MALATI
Non si è ancora affrontato da un punto di vista pastorale
il problema dell'Unzione del malati in quanto l'attenzione è
stata rivolta ad altre esigenze.
Ora però si ritiene indispensabile unà riflessione di tutta
la comunità anche su questo importante sacramento.
C'è tutta una mentalità e una notevole serie di pregiudizi
da togliere. E non sarà facile. Per la maggioranza delle persone non si tratta dell'unzione dei malati, ma della "estrema
unzione", con tutti i significati connessi.
Inoltre appena una persona si ammala in modo serio viene inviata in ospedale, per cui la maggior parte dei malati si
trova ricoverata fuori parrocchia.
A questo si aggiunge il fatto che informare il sacerdote
sulla malattia di una persona è ancora un fatto occasionale
non un'abitudine.
Abbiamo predisposto alla porta della Chiesa dei fogli per
annotare gli ammalati, avevamo un tempo invitato delle persone a tenerci informati, ma finora non si è riusciti ad avere
un'informazione tempestiva e generalizzata.
Dovrà essere uno dei più urgenti problemi da sottoporre
al Consiglio parrocchiale.
Proposte per il futuro
Realizzare un più stretto legame tra istruzione, vita, virtù
della penitenza e sacramento. L'istruzione deve essere sentita come un momento di un'esperienza che prende tutta la
vita.
Iniziare progressivamente agli atti penitenziali, il sacramento sia legato all'esperienza concreta dei fanciulli, si formi attorno al bambino una comunità penitente solidale con
lui, (famiglia e parrocchia), responsabilità dei genitori nell'
educare al senso di Dio, coscienza morale religiosa nel seguire il figlio fino al sacramento della penitenza, interessare
tutta la parrocchia presentando i bambini all'inizio della
Quaresima durante l'imposizione delle ceneri, cerimonia di
ammissione, far precedere la celebrazione del sacramento da
alcune celebrazioni penitenziali ex trasacramentali. ecc.
13
\
LA CHIESA LOCALE E LA FAMIGLIA
Negli ultimi anni si è fatta pro motrice di molte iniziative
a carattere formativo per tutte le categorie di persone.
Confidiamo che la sua presenza rimanga sempre viva c
dinamica per rendere feconda tutta l'azione pastorale della
Parrocchia.
Il documento dei Vescovi richiama all'esigenza di vedere
la famiglia come primo luogo di annuncio del messaggio
cristiano e di educazione permanente alla fede.
I genitori,infatti,sono per i figli i primi araldi della fede e
gli educatori; li formano alla vita cristiana e apostolica con
la parola e con l'esempio, li aiutàno e favoriscono con ogni
diligenza la sacra vocazione eventualmente scoperta.
In particolare si sottolinea il dovere di partecipare alla
iniziazione dei sacramenti che esprime e consacra pure la
loro fede personale nella quale si sviluppa e cresce quella dei
.
figli.
Per cui tutta la famiglia deve in tal modo partecipare a
crescere nella vita ecclesiale: i genitori, annunéiando ascoltano e ascoltando imparano.
Quanto viene affermato dai Vescovi può definirsi uno dei
traguardi più ambiti di una comunità parrocchiale: coinvolgere tutte le famiglie in modo attivo e partecipato alla vita
di fede, significa porre le premesse per una vita cristiana
veramente sentita.
La nostra parrocchia da tanto tempo prospetta ai genitori queste eventualità e li prepara ad affrontarla.
Tutta l'azione pastorale è un costante richiamo al senso
di corresponsabilità che tocca tutti i cristiani indistintamente.
CONCLUSIONE
Abbiamo esposto in breve il programma che i Vescovi ci
propongono per questo triennio. E' stata analizzata in breve
la situazione della nostra parrocchia e proposta una traccia
di programma per il prossimo futuro.
.
Tocca ora a tutbi parrocchiani ed in particolare al Consiglio parrocchiale rivedere questo documento per impostare
le linee di azione del prossimo futuro in armonia anche con
le finalità che l'Anno Santo ci propone.
I
NOSTRI CATECHISTI
Nadia Zanotto
Lucia Vettore
Daniela Bertoncin
Patrizia Braghetto
Donatella Marangon
Donatella Ranzato
Lucia Panfi I i
Marina Zorzato
Francesco Ranzato
Domenico Rossi
Antonella Carraro
Nicoletta Lollo
Francesca Pasquetto
Marzia Pasquetto
Giuseppina Marini
Luigina Caregnato
Suor Massimina
Suor Vittoria
Donatella e Fausta Gottardo
Giorgio Zanella
Antonia Cesaro
Franca Stefan
Lucia e Marisa Ranzato
Adriano Pilli
Suor Giuseppina
Natal ina Carraro
Oriana Calzavara
Leopoldo Rossi
Patrizia Marangon
Luigina Frison
Marta Gottardo
Emanuela Zorzato
Tarcisio Chierico
Antonio Frison
Don Giorgio
Gianni Vettore
Amedeo Vettore
Anna Ceccarello.
LE ASSOCIAZIONI E L'AZIONE CATTOLICA
I vescovi danno grande importanza alle associazioni e
gruppi per una crescita capillare dell'esperienza di fede.
Particolare attenzione dedicano all' Azione Cattolica, il
cui fine immediato è il fine stesso della Chiesa, cioè l'evan:gelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione
cristiana della loro coscienza in modo da permeare di spirito
evangelico le varie comunità e i vari ambienti.
Il suo ruolo è considerato non facilmente sostituibile.
La catechesi di associazione viene indicata come mezzo
per mettere in grado i soci di vivere con libertà e generosità
la propria vocazione a vantaggio di tutta la comunità.
Nella nostra comunità l'Azione Cattolica è sempre stata
valido strumento di formazione cristiana e impegno apostolico.
La sua presenza è stata e continua ad essere viva nella
com unità parrocchiale.
Anche. il numero degli iscritti è notevole.
Azione Cattolica: un gruppo.
14
Una struttura nuova
,-------------
Il 14 marzo 1971 in occasione del solenne ingresso dell'
Arciprete D. Luigi Contin, si costituiva, quale iniziativa parrocchiale, l'ufficioso Consiglio Pastorale di Vigodarzere,
composto di 60 membri, rappresentanti tutte le zone della
Parrocchia.
Il costituendo Consiglio aveva lo scopo ben preciso: lavorare e preparare il terreno per il vero e proprio Consiglio
Pastorale.
Il gruppo riunitosi in prima seduta, il 25 marzo 1971,
diede inizio ai lavori di organizzazione.
L'ordine del giorno era stato preparato dal gruppo del
direttivo, con Presidente il Rev. Arciprete.
Nella sua prima riunione approvava uno statuto sia pur in
"note provvisorie per il buon funzionamento dello stesso",
che in dieci punti stabiliva le varie modalità di partecipazione e d'intervento.
Fra le prime organizzazioni veniva eletta la Commissione
del Patronato, affinché provvedesse all'organizzazione di
questa opera a favore della gioventù, delle attrezzature e
delle attività.
Tale Commissione era composta di dieci membri con la
rappresentanza di adulti e giovani; immediatamente cercò di
organizzare il Patronato nelle sue prime esigenze strutturali,
ambientali e ricreative che potessero soddisfare, anche se
provvisoriamente, aZZe esigenze dei giovani.
Il costi tuente Consiglio svolse un'attività movimentata;
quanto venne svolto e organizzato in Parrocchia dal 1971 ad
oggi, lo dobbiàmo registrare al suo attivo.
Fra le principali attività è bene ricordare: gli anniversari
dei matrimoni e il decennale della Prima Comunione, iniziativa che oggi sono entrate nella tradizione della nostra Parrocchia e che sono accolte con entusiasmo e partecipazione
da parte della popolazione.
Con il Consisçlio v('niva riorganizzata e riconsolidata la
scuola di Catechismo che oggi accoglie oltre 600 ragazzi con
40 catechisti.
Venivano riformate le Associazioni, dando, inizio anche
alla divulgazione della stampa cattolica con il Bollettino Parrocchiale che arriva in tutte le famiglie del paese nel giro di
poche ore.
La scuola di canto, da noi ,tutti apprezzata ed applaudita,
riprendeva la sua attività rinnovandosi e completandosi.
Il primo Consiglio, suddividendosi in Commissioni, cominciava ad entrare nella vita della nostra Parrocchia. A
questo riguardo dobbiamo fare il punto per quel che concerne le campane e la preparazione della sagra annuale dell'otto
settembre, organizzata dalla Commissione con vera maestria
e sagacia.
Le seppero dare un volto nuovo che contribuz' a richiamare, in Vigodarzere, gente da paesi e zone lontane.
Non dobbiamo dimenticare il numeroso gruppo di giovani della "Chiarastella" che con entusiasmo, sacrificio e dedizione, hanno allietato le nostre contrade nella prossimità
Anno 1899 (1898)
GASPARE
Unico documento storico del nostro campanile. Questa targa si trova
al lato ovest àli'altezza dell'orologio.
Festa degli ammalati.
1::'
Per varie domeniche i Sacerdoti si resero disponibili per
preparare la nostra comunità Parrocchiale a comprendere
che la chiesa è una forza vitale, con una missione di salvezza
universale perché essa è l'intero popolo di Dio, pertanto una
comune unione fra gli uomini tutti.
Nelle famiglie intanto pervenivano con il Bollettino Parrocchiale i temi trattati in Chiesa, rendendo partecipe tutta
la Comunità dell'importanza e della motivazione del Consiglio Pastorale.
Le votazioni vennero effettuate il 20 gennaio 1974 con
le preelezioni, mentre la domenica seguente, dello stesso
mese, si concluse con la vera e propria votazione dei candidati.
In totale vennero elette trentasei persone che furono dipartite proporzionalmente, tra giovani e adulti.
Tutto si è svolto in modo ordinato, anche se il fatto di
organizzare la macchina delle elezioni per la prima volta, ha
creato delle difficoltà.
delle feste del Natale, raccogliendo offerte che hanno devoluto ad opere assistenziali.
Inoltre la organizzazione per gli ammalati nella festa
dell'otto settembre, e l'annuale visita della Casa della Divina
Provvidenza: il Cottolengo Veneto nella sua sede di Sarmeola.
In tutti coloro che vi hanno partecipato, rimane il ricordo di quei poveri ammalati che, fra tanta sofferenza, sanno
avere per i loro benefattori uno sguardo, una parola ed un
fraterno sorriso.
Per dare un'occhiata ancor più approfondita al Costituendo Consiglio Parrocchiale, sarebbero necessari fiumi di
parole.
Ogni attività o novità della nostra Parrocchia le dobbiamo a tutte quelle persone che con' sacrificio hanno dato la
loro collaborazione, guidati sempre dal Rev. Arciprete, che
incoraggiava, animava e sosteneva le varie iniziative.
IL NUOVO CONSIGLIO
Decennio Prima Comunione.
Dopo due anni di vita si creò la necessità di ricostituire
quel consiglio che era nato dal nulla con molta semplicità e
con la volontà di fare qualche cosa per la nostra Comunità
Parrocchiale.
Nella sua riunione del giugno 1973, il Consiglio si dichiarava dimissionario e costituiva una commissione che avesse
il compito di preparare, predisporre e promuovere le votazioni per il nuovo Consiglio Parrocchiale.
l,a Commissione composta da membri comprendenti il
Rev. Arciprete, coadiuvato dai due cooperatori, dalla rappresentante delle suore, tre giovani e cinque uomini, diede
inizio ai lavori di studio.
Oltre ad uno studio formativo la Commissione creò un
regolamento e una completa organizzazione per predisporre
le votazioni.
Visita all'Opera della Provvidenza.
16
Nella prima votazione hanno partecipato 2.662 persone
su 3.014 votanti.
Nella seconda hanno votato 1.725 persone, oltre la metà,
cioè, tenendo conto della giornata piovigginosa e del fatto
di recarsi personalmente all'urna, la percentuale risulta notevole.
Questo conferma l'attenzione con cui la nostra Comunità
Parrocchiale segue ogni attività.
Con una cerimonia particolare ed una preghiera comunitaria, il primo Consiglio Pastorale venne presentato alla Comunità di Vigodarzere la domenica 3 febbraio 1974.
I COMPONENTI
DEL NUOVO CONSIGLIO PASTURALE
Diamo l'elenco delle persone che fanno parte del nuovo
Consiglio Pastorale parrocchiale:
Anniversario di matrimonio.
Andrigo Danilo,
Battiston Giuseppe,
Bertoncin Flavio,
Bettio Milena,
Bettio Umberto,
Botton Sergio,
Braghetto Patrizia,
Bressan Lenis,
Calzavara Lino,
Calzavara Oriana,
Caregnato Severino,
Cattelan Girolamo,
Cesaro Antonietta,
Cesaro Giulio,
Ceccarello Luciano,
Cosma Mario,
Don Danilo,
Dori Ferdinando,
Dorio Giovanna,
Elardo Clara,
Fanelli Lucia,
Frison Antonio di Luigi,
Gaspari Roberto,
Lissandron !vone,
Marangon Duilio,
Patron Maria,
Pegoraro Daniela,
Pirazzo Roberto,
Ranzato Carlo,
Ranzato Gabriele,
Ranzato Ivano,
Rossi Luciano,
Salata Angelo,
Salviato Flavio,
Sandre Michele,
Saretta Oscar,
Turato Pietro,
Zoccarato Federico,
Zorzato Emanuela,
Zorzato Ferrante,
Zuccon Clara in Zanbn,
Rev.da Suora,
Don Giorgio,
Don Paolo,
Don Luigi
Sagra Annuale della Natività.
Gruppo della Chiarastella.
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scienza della esimia dignità della persona umana, superiore a
tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolcibili" (cfr. Dichiarazione sulla libertà religiosa n. 1; Chiesa e
mondo moderno n. 26 ss., Ed. Dehoniane).
Al vertice di quanto si fa nel Patronato non deve essere la
struttura da costruire o mantenere, non la legge da osservare, le attività da svolgere. La preoccupazione di chi dirige e
anima il Patronato non può essere quella di "guadagnare"
ma di amare il giovane. Bisogna "vedere" e tenere in palmo
di mano il giovane e non le chiavi o i giochi.
Di qui occorre instaurare nel Patronato un clima di:
RI
PREMESSA
Prima di entrare nel vivo del problema è opportuno chiarire che quanto in questo articolo verrà detto non è da
ritenersi già una realtà in senso pieno ma una meta a cui si
tende, un punto di arrivo verso il quale si è orientati.
A) Attenzione, rispetto, libertà, pluralità
Il ragazzo non è un numero: ogni giovane ha delle caratteristiche che lo qualificano rispetto agli altri; ogni persona
è un mondo a sé, ha un suo modo di vedere, di sentire, i
suoi problemi, sofferenze, desideri.
Bisogna essere attenti e delicati nei confronti di ognuno;
saper rispettare e valorizzare l'individualità di ognuno.
Il giovane deve sentirsi capito, apprezzato.
Nello stesso tempo esige libertà @ particolarmente libertà
religiosa. "Gli imperativi della legge divina l'uomo li coglie e
li riconosce attraverso la sua coscienza, che egli è tenuto a
seguire fedelmente in ogni sua attività, per arrivare a Dio,
suo fine.
Non si deve quindi costringerlo ad agire contro coscienza. (Dichiarazione sulla Libertà religiosa cap. 3).
E' quindi necessario dare spazio alla pluralità: nelle idee
come nei modi di esprimersi o nel concretizzare le esigenze
interiori, sempre nel rispetto delle esigenze altrui e delle
scelte fondamentali operate da un ambiente, nel nostro caso
il Patronato, in quanto ambiente educativo - umano - religioso.
FINE O SCOPO DEL PATRONATO
E' un luogo di incontro dei giovani e ragazzi in vista di
favorirne la formazione umana e religiosa. Essendo i giovani
membri di una famiglia naturale e costituendo una parte
della famiglia parrocchiale, il Patronato viene ad essere un
ambiente specificatamente destinato ai giovani in ordine ai
fini della famiglia e della Parrocchia.
1) RELAZIONE CON LA FAMIGLIA
LA PARROCCHIA E LA SOClETA'
Deve risultare chiaro a tutti che l'educazione dei ragazzi
e giovani spetta di diritto naturale principalmente alla famiglia. Sono i genitori che "hanno trasmesso la vita ai figli",
sono loro perciò ad "avere l'obbligo gravissimo di educare i
figli e ad essere considerati i primi e principali educatori".
"Ma il compito educativo come spetta primariamente alla famiglia, così richiede l'aiuto di tutta la società. Perciò ci
sono determinati diritti e doveri che spettano alla società
civile, poiché questa deve disporre quanto è necessario al
bene comune temporale". Nello stesso tempo anche "alla
Chiesa spetta ad un titolo tutto speciale il dovere di educare, soprattutto perché essa ha il compito di annunciare a
tutti gli uomini la via della salvezza e di comunicare ai credenti la vita di Cristo" (cfr. Dichiarazione sull'educazione
cristiana, n. 3, Ed. Dehoniane).
Se evidentemente tra famiglia, Chiesa, società civile ci
deve essere collaborazione, nondimeno questa deve esserci
tra le varie attività della famiglia, Chiesa e società.
Il Patronato è una delle attività della Parrocchia, è uno
strumento tramite il quale la Parrocchia si mette al servizio
dei giovani. Ne deriva perciò che il Patronato, ben lungi dal
sostituirsi alla famiglia, collabora con essa, come conduce la
sua vita in sintonia con la Parrocchia e, sia pur limitatamente alla funzuone educativa, in relazione con la società civile.
Concretamente sarebbe ottima cosa che il Patronato, pur
essendo un luogo destinato specificatamente ai giovani, fosse anche un luogo di incontro tra genitori e figli, tra adulti e
giovani e di genitori o adulti tra di loro.
B) Bontà e pazienza
La persona umana è così tanto bersagliata da varie parti,
così sfruttata e manipolata in vari ambienti che ha bisogno
di trovare amicizia almeno dove si afferma di avere preoccupazioni educative. Per cui pur tenendoci a fare del Patronato un ambiente di educazione, per offrire al ragazzo qualcosa di buono, occorre molta bontà e pazienza.
Il modo improntato a quel tipo di rigidità che si confonde con "la cattiveria" non è il più adatto.
2) LA PERSONA UMANA DEL RAGAZZO-GIOVANE
SEMPRE AL VERTICE
Non possiamo non considerare l'uomo con tutta la serietà che merita.
Dice il Concilio Vaticano Secondo: "Cresce (oggi) la co-
AI lavoro in Patronato.
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~od~ di divenire molto consono all'uomo in quanto
mtelhgente e quindi primo costruttore di sé, tenendo
sente nello stesso tempo che una vera educazione
con il concorso di molti.
. No~.ci può essere né autQeducazione semplicemente, né
lmpos1ZlOne.
Nel Patronato .dovrà esserci un dialogo in tre direzioni.
Sub 1) Dialogo tra amici
La ricchezza di tanti messa in comune diventa ricchezza
di ognuno.
Sapersi ascoltare, saper fare vera amicizia costruttiva. Ec ..
co allor.a le conferenze.' i dibattiti, le riunioni, il parlarsi a tu
per tu 111 modo orgamzzato o spontaneamente. Cercare as ..
sieme la Verità.
Vita di Patronato.
Sub 2) Dialogo col Sacerdote
Con la paZ1enza si riuscirà ad ottenere qualcosa anche da
coloro che fossero la massa anonima del Patronato e ai quali
interessa poco il programma di formazione.
"L'attività apostolica va paragonata più alla semina che
al raccolto, nonostante il frettoloso andare del nostro tempo" (Cfr. Relazione sul Patronato di Don Danilo Serena).
Il Sacerdote non è un barista (anche se per necessità lo
può fare) né il custode dei giochi. Dovrebbe essere un amico
con particolare premura di capire e aiutare i giovani soprattutto in ordine alla vita cristiana.
Il Sacerdote è Ministro della Patola di Dio: questa egli
deve presentare; a lui particolarmente spetta l'impegno di
istruire e catechizzare.
3) PATRONATO LUOGO DI AMICIZIA
E DI FORMAZIONE
Sub 3) Dialogo con Dio
Noi siamo abituati a metterci più facilmente in rapporto
con Dio nella preghiera che facdamo in Chiesa. Ma se tenia·
mo conto che si può pregare ovunque e che la vita tutta è
un incontro con Dio, quando è vissuta nel suo amore, allora
comprendiamo come anche nel Patronato Dio dovrebbe es ..
sere di casa ed il giovane dovrebbe incontrarLo.
Lo incontra nei momenti di preghiera che i gruppi sono
invitati ad organizzare; Lo incontra nell'istruzione religiosa
che gli viene offerta e nella ricerca della Verità attraverso il
dialogo con gli altri e il Sacerdote.
L'uomo (e in misura ancor maggiore il giovane) è naturalmente portato all'amicizia; così pure va alla ricerca continua
della sua personalità.
Il Patronato si prefigge di essergli di aiuto in questo.
A) Ambiente di riposo e sano divertimento
Il, giovane è pressato dai suoi impegni che possono essere
quelli della scuola o quelli del lavoro.
Anche per il. giovane, quando è impegnato, la vita è una
cosa "seria".
Il suo fisico, cosÌ ancora agile, il suo spirito cosÌ nuovo al
mondo intero hanno bisogno di spazio, di apertura.
C'è bisogno di riposo, di qualche sosta.
C'è bisogno di movimento, allegria, svago.
Accanto a tanti altri ambienti, il Patronato offre questa
possibilità, con la differenza che si preoccupa che anche
questa sia orientata al vero bene del giovane.
La sosta non deve essere ozio.
Il divertimento non deve significare "fare una vacanza
spirituale" .
C) Ambiente di impegno e corresponsabilità
E' la conseguenza logica di un discorso serio.
L'uomo è un essere che "vive"; ma la "vita" non è solo
pensare o parlare bensÌ anche azione.
Il dialogo del singolo con gli amici, con il Sacerdote, con
Dio deve maturare in un rapporto più vero e vitale, deve
approdare ad un impegno concreto.
La risposta ad un'interpellanza deve avvenire non solo a
parole ma coi fatti. "Non chi dice: 'Signore, Signore! ' entrerà nel regno dei cieli; ma colui che fa la Volontà. del
Padre mio che è nei cieli".
Come la vita dei singoli, cosÌ la vita di gruppo deve esprimersi anche nell'azione volta ad applicare quanto si è considerato valido nel momento del discorso.
Viene pure implicito il criterio della corresponsabilità o
collaborazione.
Quanti frequentano il Patronato dovrebbero un po' alla
volta essere coinvolti al punto da sentirsi corresp.onsabili a
tre livelli.
B) Ambiente caratterizzato dalla catechesi aperto al dialogo
Se tutta la vita è una crescita tanto più lo è per il giovane
che, particolarmente recettivo com'è, vuole darsi un'impostazione, un orientamento base.
Questo anche in campo religioso, dove il giovane abbisogna di MOLTA CATECHESi, cioè di istruzione religiosa che
lo possa mettere in grado di cogliere in maniera giusta il
senso della vita e lo orien ti nelle scelte concrete in conformità a quanto indica il Signore col dono inestimabile della
Rivelazione, oggi annunciata dalla Chiesa.
Questo della catechesi è lo scopo fondamentale del Patronato e di varie attività che in esso vengono organizzate.
Tanto l'istruzione vera e propria, come l'educazione generale del giovane possono trovare in un clima di dialo!1,o un
Sub 1) Con i dirigenti del Patronato
Il Patronato in quanto luogo di incontro di tutta la gioventù ha dei fini generali a cui tutti devono attenersi, per
r;:Jf?;giungere i luali vengono prese delle iniziative che devono
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Naturalmente dicendo che, a seconda dell'età, sono utili
o necessari momenti di coeducazione, non bisogna dimenticare l'insostituibile funzione dei momenti di formazione separata (in particolare per gli adolescenti), al fine di aiutare il
singolo a diventare maggiormente ciò che è (uomo o donna)
e a saper meglio donare ciò che di caratteristico porta con
sé.
Così dicendo ci sembra di essere in sintonia con quanto
affermato dai Vescovi della Lombardia e del Veneto nel
Documento sull'Educazione sessuale del 2-2-74.
necessariamente coìnvolgere tutti e vengono offerti ai singo-
li vari servizi (biblioteca, bar, campi di gioco ... ).
Con ciò si ritorna a dire che il comportamento dei singoli
o gruppi deve anzitutto essere in accordo con l'andamento
generale del Patronato non solo; ma che i gruppi tutti devono offrire la loro collaborazione.
E' naturale che ci siano degli incaricati delle varie attività
generali; ma ciò non implica che in Patronato i giovani debbano comportarsi come in un bar o in un parco divertimenti, dove ognuno (proprietari e cliente) cerca di tirar dalla
propria parte e non si può parlare di partecipazione.
Se il Patronato è "la Casa della Gioventù" qui i giovani
dovrebbero essere i veri responsabili, solidali con chi per
criteri pratici può essere incaricato di qualche attività, capaci di rendersi conto di una .necessità e pronti a dare una
mano, lieti di poter corrispondere ad una iniziativa che viene loro presentata.
Non· sarebbe formativo che i giovani "pret'endessero di
trovare tutto pronto per opera di altri".
Ciascuno ha il diritto-dovere di agire per gli altri che per
noi cristiani sono "fratelli in Cristo"; ma nessuno ha il diritto di essere sempre e solamente servito quando anche lui ha
delle capacità da mettere a profitto.
4) PATRONATO LUOGO APERTO
A TUTTI E PROIETTATO SUL MONDO
Da vari passi di quanto detto finora risulta evidente che il
Patronato' non tiene i battenti chiusi per nessuno che si
sforzi di rispettarne la funzione educativa o ancor meglio di
adeguarsi ai suoi scopi. Anzi ognuno può portare qualcosa
di sé affinché esso corrisponda sempre meglio al fine.
Deve apparire, infine, chiaro che il Patronato non può
chiudersi in una funzione "protettiva" o in un'azione di
difesa ma deve essere in grado di collaborare alla formazione
di uomini che dovranno vivere nel mondo e nelle varie situazioni o ambienti devono portare la ricchezza in esso acquisita.
Sub 2) Con gli amici di gruppo
Anche nei singoli grUppl o nelle singole attività ci possono essere e quasi sempre di fatto ci sono dei responsabili.
Ma è chiaro che, se amicizia vuoI dire ricevere e insieme dare
collaborazione non ci sarà mai uno che lavora da solo.
Un peso portato da mol ti non è più un peso.
E che cosa è l'amicizia se non un aiutarsi a raggiungere
meglio, e più facilmente le mete, talvolta difficili cui il singolo si trova incamminato?
DATI STATISTICI
Nella nostra parrocchia i ragazzi dai 7 ai 20 anni sono
597 de ragazze 543. In totale 1.140.
Tra i gruppi organizzati figurano 1'Azione Cattolica, il
gruppo catechistico, liturgico, i chierichetti, gli aspiranti, le
ACLI ed altri gruppi.
Gli ambienti a disposizione sono una sala giochi, bar, sala
TV, sala riunioni, bibliotechina.
Attività, riunioni settimanali per le varie età, mostre,
concorsi presepi, grandi giochi, chiarastella, gite, decennio
della prima Comunione, Messe della gioventù, spettacoli
musicali, ritiri, giornate di riflessione, marce, conferenze
straordinarie su temi di attualità, attività missionarie ecc.
Ma il Patronato è anche centro di tutte le altre attività
parrocchiali, per cui si sente urgente la necessità di ampliarne le strutture per rispondere alle sempre nuove esigenze.
In certe sere i locali a disposizione non sono sufficienti
ad accogliere le varie riunioni.
Si aggiunga inoltre che funzionano tre tipi diversi di
scuola serale di ricupero oppure di formazione professionale.
E' indispensabile affrontare tale problema quanto prima.
Sub 3) Con gli altri gruppi
Pur avendo ogni gruppo un suo scopo specifico ci sono
molti motivi umani e cristiani in comune che richiedono un
discorso ed un'azione concordi.
Sarebbe anticristiana la coesistenza di gruppi col solo
rapporto di "buon vicinato" o peggio di antagonismo. Singoli e gruppi devono sentirsi pronti a collaborare perché la
ricchezza degli uni diventi ricchezza di tutti.
D) Ambiente di serio incontro tra ragazzi e ragazze
E' un discorso questo della promiscuità e della coeducazione che deve essere fatto tenendo conto delle varie fasi di
crescita di una persona.
Trattandosi di fanciulli il problema sembra di relativo
valore in quanto non è molto sentito dagli interessati, né
pone particolari difficoltà.
Particolarmente importante e delicato è il problema
quando si tratti di adolescenti (12-16 anni circa) cioè di
persone che stanno costruendosi la propria personalità.
Considerando il problema in generale va detto che in un
periodo come quello odierno in cui si va a scuola assieme,
assieme al lavoro, assieme durante il tempo libero cioè si
vivono in comune tutte le esperienze, sembra assai educativo che anche la formazione umano-religiosa sia fatta assieme. Questo perché ci si faccia l'idea di una Chiesa aperta, si
possa crescere capaci di un sano divertimento anche nello
stare assieme e ci si maturi con la concezione che anche la
dimensione spirituale-religiosa è oggetto di complementarietà tra i diversi sessi.
,
I
20
trovare
~av~la rotonda tra adulti e giovani
e
espertenze diversissime
[tglt aumenta la responsabilità dei genitori.
"Voi non potete immaginare quanto stia male un padre
alla sera se il figlio tarda a rientrare. Però dovete capire, e
non mi vergogno assolutamente a dirlo, se qualche volta
prendo l'auto e vado a vedere dov'è mio figlio". Sono parole
di un padre di Vigodarzere ad alcuni ragazzi: parole dette
con convinzione, non per imporre il proprio punto di vista,
ma per farsi capire; per spiegare che anche i genitori, qualche volta, soffrono.
Quello del rientro serale, del controllo, soprattutto paterno, delle compagnie, in una parola della "patria potestà"
che cerca di uscire fuori dalle mure di casa per seguire i figli
è uno dei motivi di attrito "storici" fra giovani e adulti. I
giovani vedono in questo atteggiamento un attentato alla
loro libertà, soprattutto colgono un senso di sfiducia. Gli
adulti dall'altra parte sentono che la loro responsabilità non
si esaurisce in casa: anzi si amplifica e diventa più difficile
proprio quando i figli sono "fuori controllo". Non a caso la
"battaglia per la chiave di casa" è uno dei momenti cruciali
nella vita personale di ogni giovane.
Genitori e figli di Vigodarzere non fanno eccezione in
questo problema di carattere generale. C'è però una volontà
di superare gli attriti, di ricercare insieme qualcosa di nuovo,
di più bello, di più genuinamente familiare. "Con un grupdi miei amici racconta un ragazzo di Vigodarzere
fatto una piccola inchiesta sul problema del rapporto tra
genitori e figli. Tutti sono stati d'accordo nel dire che il
dialogo non c'è; però tutti sono stati anche d'accordo nel
dire che si poteva fare. Noi abbiamo anche sperimentato di
avere assoluto bisogno degli adulti, di non poter fare da soli.
Abbiamo così. tentato un'iniziativa: il nostro gruppetto, siamo una decina, si è recato in due famiglie a parlare con i
genitori e abbiamo scoperto negli adulti una grande apertura. Forse avremmo
bene a continuare ... ".
L'episodio è stato raccontato nel corso di una tavola
rotonda sull'argomento organizzato dalla parrocchia: "Il
discorso - ha fatto rilevare l'arciprete
interessa direttamenta la vita ecclesiale di Vigodarzere. Nel nostro consiglio
pastorale ci sono dieci giovani, che possono fare molto se si
stabilisce un dialogo tra generazioni". All'incontro, la cui
tematica ha avuto bisogno di due serate, hanno partecipato
cinque genitori e cinque figli. E' stato l'inizio di un dialogo
aperto, franco. Al di là di quello che è stato detto, esso è
servito proprio come esempio €Ielle "parole" che si possono
dire in famiglia, o meglio che si potrebbero dire "se qualche
come ha auspicato una ragazza riUSCISSImo a spevolta
gnere il televisore e a parlarci"; "o se i figli - ha aggiunto un
padre -- invece uscire tutte le sere stessero anche a casa: il
dialogo
infatti bisogno
tempo".
maggwre libertà dei
DIST ANZA STORICA
La distanza che esiste tra genitori e fìgli comunque non è
solo psicologica. Esiste anche una distanza che definjrernmo
storica, nel senso che deriva da due diversi, e a volte contrastanti, tipi di esperienza. Molto opportunamente un genitore all'inizio della discussione ha premesso che gli adulti di
oggi sono vissuti in una periodo in cui c'era meno comunicazione sociale, c'era meno cultura, "la gent~ era più sfruttata
da chi aveva i soldi", era difficile parlare. Oggi le occasioni
di cultura e più in generale di informazione sono cresciute
enormemente. E' cresciuta la possibilità di uscire dall'ambiente. Sono aumentate in definitiva le possibilità di scegliere.
Sono possibilità che creano nuovi bisogni da parte dei
giovani e una posizione diversa negli adulti. "Il rapporto tra
ha detto un padre - è difficile
genitori e figli
perché i giovani tendono a chiedere troppo ai genitori".
"D'altra parte - ha aggiunto una madre -- la colpa non è
tutta dei giovani: moltissimi genitori vogliono per i loro figli
una vita senza sacrifici e senza problemi e questo è diseducativo" .
"Molto spesso -- ha aggiunto un altro adulto - i
hanno l'impressione che i figli non abbiano
in
dialogo diventa difficile proprio perché pare che le
nerazioni non riescano a 'credersi' reciprocamente".
a
questo punto che la distanza div"nta psicologica, alimentata, come abbiamo detto all'inizio, da piccoli episodi quoditia:ni.
Cosa chiedono i giovani? La risposta è difficilmente riassumìbile in poco spazio. Sostanzialmente chiedono libertà e
fiducia. Vogliono essere lasciati liberi di scegliere il loro
futuro; chiedono che i genitori si fidino di loro anche guando sono fuori. Per ottenere questi risultati, essi dicono, occorre dialogare, dialogare sempre, "dialogare con un padre
che non si senta sempre e necessariamente il capo".
Gli adulti sono d'accordo. Sono disposti a parlare. Dicono anzi che la prima battuta di questo dialogo costru~tivo
deve partire dai genitori. "Deve iniziare ha detto un glOvane papà dai
: non si può aspettare che il
figlio abbia
discutere con lui". "Non
considerare - ha aggiunto un altro - i figli a tappe:
dei vent'anni tenerli sempre come bambini e rtopo il servizio
come
alla
. La passione con la quale i
genitori di Vigodarzere hanno partecipato a questo dibattito
dimostra già da sola la "fame arretrata" di parole con i
che essi provano.
21
l
DOMANDE PRECISE
Ma con la disponibilità al dialogo, i genitori hanno posto
ai giovani presenti anche domande precise, questioni di ogni
giorno, drammatiche proprio perché quotidiane. "Libertà e
fiducia - ha detto un padre -- possono anche significare il
permesso di uscire quando si vuole e per quanto tempo si
vuole: Ma la libertà deve essere per tutti: allora alla sera esce
mio figlio, esce mia moglie, esce mia figlia, esco anch'io.
Torniamo quando vogliamo e nessuno sa dell'altro. Questa
può essere libertà, ma è ancora una famiglia? ".
"E se mio figlio
ha incalzato un altro - dopo la terza
media decide di non andare più a scuola e io invece ritengo
che debba continuare, devo impormi? ". "Occorre lasciargli
fare la propria esperienza", è stata la risposta pressoché unanime dei giovani presenti. "Ma è probabile
ha aggiunto il
padre - che ad una certa età egli mi rimproveri di non
averlo fatto studiare. lo allora non potrò fargli osservare che
se l'è voluto; può sempre dirmi elle a quell'età non era in
grado di capire le cose".
"E se vedo - continua un terzo che mio figlio si mette
sulla strada della droga e dialogo con lui, discuto, gli facciq
presenti i pericoli e nonostante tutto lui continua a frequentare quegli ambienti e rischia di diventare un drogato, devo
continuare a dialogare o non posso anche impormi con la
forza? ".
Ecco alcuni degli interrogativi posti dai genitori, anche
questi scelti a caso fra i molti. Interrogativi ai quali i giovani
onestamente non hanno saputo dare una risposta. Non hanno potuto darla proprio perché non hanno ancora sperimentato direttamente quanto possa essere drammatico per un
genitore fare delle scelte anche "impopolari" nei confronti
dei figli.
E' stato un bene comunque che siano stati posti "Fra
poco -- ha detto un giovane - anche noi saremo dall'altra
parte". Una considerazione che apre uno spiraglio alla soluzione del problema: "Il rapporto tra genitori e figli - ha
detto una ragazza -- esige per essere risolto che sia già la
coppia che dialoga al suo interno, che i fidanzati si preparino alloro compito di genitori imparando prima di tutto ad
essere coniugi". Luogo di questo dialogo è certamente la
casa, "ma anche la parrocchia - è stato osservato - potrebbe costituire un punto d'incontro, promuovendo iniziative
che vedano i genitori accanto ai figli". Un'indicazione pastorale concreta, ma merita di essere certamente studiata e
concretizzata.
"La soluzione di fondo - ha però osservato in chiusura
l'arciprete
resta nell'amore. Il dialogo da solo non basta:
esso ha bisogno dell'amore, soprattutto quando il dialogo è
difficile, perché si hanno idee ed esperienze diverse". "I figli
- ha concluso un genitore
dovrebbero anche pensare che
è più facile che ad amarli, a v.olere il loro bene, siano i
genitori, piuttosto che un 'toso' o una 'tosa' che trovano per
strada. Possiamo sbagliare delle volte, possiamo avere mentalità arretrate, ma sul nostro amore i figli non dovrebbero
mai avere dubbi".
Un
po~
•
di storia
17 giugno 1962.
Mons. Girolamo Bortignon benedice ed inaugura il nuovo fabbricato
dell'asilo di Vigodarzere "Costante Bettin".
Settembre 1932
Il vecchio Edificio Scolastico ceduto dal Comune alla Parrocchia S.
Martino di Vigodarzere.
22
La scuola materna non è il grande problema o la preoccupazione dei parroci di oggi, ma anche di quelli di ieri.
in Vigodarzere la necessità di un Asilo, oggi scuola materna, era profondamente sentita dalla nostra cittadinanza
fino dal 1900.
L'Arciprete D. Pietro Panozzo, che resse la nostra Parrocchia dal 1901 al 1924, riscontrava la necessità che la Parrocchia di Vigodarzere avesse il suo Asilo Infantile.
La sua cagionevole salute ed altri impegni per le opere
parrocchiali lo distolsero dal poter realizzare questo progetto. Don Girolamo Rizzato, suo successore, fin dal suo ingresso nella Parrocchia, (1925) si adoperò per poter realizzare la grande opera.
Nel 1932, con il completamento delle attuali Scuole Elementari, l'allora Amministrazione Comunale cedeva alla Parrocchia di Vigodarzere, "solo in uso, sia pure perpetuo, riservandosi la proprietà", le vecchie scuole.
"La concessione fu fatta anche considerando che l'Amministrazione della Chiesa cedeva al Comune, per una somma insignificante, un appezzamento di terreno di 900 mq.,
utilizzati per ampliare il piazzale delle nuove scuole, e ritirò
per due metri i paracarri della Chiesa per allargare la sede
stradale ".
Le vecchie Scuole furono consegnate nelle condizioni in
cui si trovavano; la Parrocchia di Vigodarzere dovette sobbarcarsi tutte le spese di restauro, di adattamento e trasformazione per rendere l'edificio adatto ad accogliere le Rev.
Suore, e i bambini.
Venne recintato dal lato della strada con muricciolo e
cancello in ferro.
Uno dei primi benemeriti benefattori fu il sig. Costante
Bettin che, con lasciato testamentario, donava due case e
quattro campi padovani a favore dell'opera da istituirsi nella
Parrocchia di Vigodarzere.
Tale beneficio venne in seguito, per varie ragioni, venduto ed il ricavato fu investito, come d'obbligo, in cartelle di
rendita i cui interessi annui ammontavano a L. 1.116.
Ricordiamo che eravamo nel 1932, perciò, per quei tempi, si trattava di una cifra buona per le spese e la vita del
nostro Asilo.
Ancora oggi il nome di Costante Bettin, assieme agli altri
benefattori è ricordato da una lapide posta all 'ingresso principale dell 'Asilo.
Con il Sig. Bettin dobbiamo rendere omaggio ai defunti
arcipreci D. Girolamo Rizzato e D. Giulio Rettore che si
prodigarono con ogni forza per dare vita e funzionalità al
nostro Asilo Infantile.
Da qualche anno con le varie innovazioni sociali e civili,
l'Asilo venne denominato: Scuola Materna.
in questi ultimissimi anni, grazie all'interessamento di
diverse persone, le scuole materne, private, vennero riconosciute quali enti giuridici ed educativi in tutto il territorio
nazionale, rendendole COSl' partecipi degli stessi benefici e
diritti che godono le scuole materne statali, od altre simili
istituzioni.
Questa notizia ci deve senz'altro rallegrare perché finalmente vediamo realizzato un sogno che stava a cuore sia a
noi che agli educatori ed alle educatrici, i quali, con grande
dedizione, spendono ogni loro energia per l'insegnamento
.
dei nostri bambini.
Vigodarzere aveva COSI' il suo Asilo, e i bambini attendevano le loro educatrici.
La Direzione venne affidata alle Suore Minime di Nostra
Signora del Suffragio, allora giovane congregazione con casa
madre in Torino.
Il fondatore di questa congregazione fu il piemontese
Professore Marchese Prancesco Foà di Bruno.
Egli, oltre ai suoi impegni di docente e di ufficiale, si
dedicava allo svolgimento di opere benefiche a favore della
.
popolazione torinese.
In età avanzata divenne sacerdote e dedicò tutto se stesso
a ciò che aveva creato.
Gli storici pongono quindi la sua opera grandiosa a fianco di quelle di S. Giovanni Bosco e del Beato Giuseppe
Cottolengo.
La morte colse il generoso sacerdote Poà di Bruno nel
1888, ma la sua opera, fondata con tanto amore e sacrificio,
continuò e continua con il medesimo scopo che si era imposto.
Le Reverende Suore arrivarono in Vigodarzere il 18 settembre 1932, provenienti da Bertipaglia.
Vennero accolte, oltre che dal Comitato organizzatore e
dalla popolazione, anche dall'Arciprete D. Girolamo Rizzato con la cerimonia religiosa che dava loro il benvenuto.
Dopodiché, all'ingresso in Asilo, ricevettero l'omaggio
dei primi allievi, i bambini che vedevano nelle suore la loro
seconda madre.
Oggi ricordiamo quello che avvenne ieri e forse, ciascuno
1 9 :3 2 le nuove scuole elementari.
Veduta della Scuola Materna dal campanile.
23
educazione di queste anime innocenti".
L'edificio consta di cinque aule scolastiche arieggiate e
riscaldate con impianto termico. Un capace refettorio e due
corridoi per la ricreazione, con servizi convenienti.
Per le. Rev. Suore verme ricavato un appartamento di
cinque stanze: cucina con salottino-pranzo e la direzione
con ingresso principale abbastanza conveniente per praticità
e funzionalità.
Il mancante spazio di vita esterna oggi è venuto una
realtà.
La scuola materna, abitualmente resasi capace, mancava
di uno spazio all 'aperto dal lato del levante, per cui il sig.
Modesto Bedin ci concedeva in fitto, per tale scopo, un po'
di terreno.
"Per p'rovvedere in forma stabile e conveniente al bisogno specialmente attuale ", il Rev. Arciprete D. Giulio Rettore, "acquistava nel 1961, dal sig. MGrandi, mq. 700 adiacenti al terreno del sig. Luigi Bedin, successore dello zio,
nella speranza di arrivare ad una permuta".
Tale operazione, purtroppo, non fu possibile in tanti anni.
Il Rev. D. Luigi Contin, dopo il suo ingresso nella nostra
Parrocchia, cercò di incontrare e di discutere con il proprietario sig. Bedin per la soluzione del caso.
Il 25 giugno 1973 il cav. Bedin cedeva la suq. proprietà
alla Parrocchia di Vigodarzere dietro versamento di venti
milioni.
A questo punto, per il nostro Asilo, si prospettavano due
soluzioni: o vivere continuando l'opera a favore della parrocchia e dei nostri figli, o spostarsi in zone lontane dal
centro, date le strutturazioni definite dall'attuale piano regolatore.
Vagliate le due soluzioni, si scelse la migliore e si concluse l'atto preliminare d'acquisto.
In tale proprietà la Comunità di Vigodarzere sogna di
veder sorgere la nuova strutturazione della scuola Materna.
La sensibilità ha smosso la nostra popolazione a farsi
promotrice per concorrere a sopperire alle spese per l'acquisto del terreno.
Ringraziamo tutti coloro che in qualche modo, con slancio veramente encomiabile e lodevole, hanno concorso allo
scopo.
Da queste pagine sollecitiamo altri a seguire l'esempio
finché la nostra comunità non vedrà realizzato il nuovo edificio della "Scuola Materna di Vigodarzere".
Certo la strada è lunga, ma non dobbiamo spaventarci,
anzi ci dev'essere di sprone la sensibilità per le opere umanitarie.
COSt' operando, la nostra generazione potrà vedere realizzata la sognata costruzione. Ideata da D. Pietro Panozzo,
nata con D. Girolamo Rizz,ato e cresciuta con D. Giulio
Rettore.
Lo sviluppo della Scuola Materna dipende dalla nostra
società, che guarda all'avvenire e al costante progresso con
sensibilità, fiducia e amore.
di noi, era tra quei bambini che incontrarono e salutarono
per la prima volta le suore.
Pertanto, p.er tutto quello che loro hanno fatto per noi,
per i nostri figli e per quello che faranno per il bene dei
ragazzi, vada il nostro doveroso senso di riconoscenza.
La domenica del 25 settembre 1932, sua Ecc. Mons. Carlo Agostini Vescovo di Padova, incontrato dal Rev. Arciprete e dalle autorità .civili, benedisse l'Asilo, destinato ad accogliere "quei piccoli, grandi esseri che sono i bambini".
CoSt' l'Asilo iniziò la sua vita, la sua opera provvidenziale
di educazione morale, intellettuale e civile delle generazioni
che si susseguirono nell 'ultimo quarantennio.
Le tristi vicissitudini della guerra 1940-1945 non interruppero la vita del nostro Asilo.
Infatti, nonostante le incursioni aeree che sconvolsero il
nostro paese di giorno e di notte, del 28 agosto 1944 sino
alla fine della guerra, l'Asilo, sia pur esso in forma ridotta
funzionò ugualmente nella contrada, oggi denominata, Ca'
Zusto, grazie alla sollecitudine, all'a.vvedutezza ed al pronto
intervento del Rev. Arciprete D. Giulio Rettore, che fece
erigere una sede provvisoria dell'Asilo.
COSt' sistemato, l'Asilo continuò la sua funzione fino a
che la sede non venne restaurata dopo i danni subiti nel
bombardamento del marzo 1945, che danneggiò il centro
del paese.
ACQUISTO E TRASFORMAZIONE
DEL VECCHIO EDIFICIO
Con l'aumentare delle frequenze all'Asilo, si rese necessario una nuova ristrutturazione dell'ambiente stesso. Si era
nel 1955 e l'edificio era divenuto, oltre che insufficiente,
anche mal organizzato, non presentando i requisiti di un
ambiente scolastico e richiedendo, sotto vari aspetti, una
soluzione di ampliamento e di ammodernamento, secondo
le esigenze dei tempi.
La proprietà del fabbricato, come abbiamo accennato in
precedenza, non era della Parrocchia, ma bensz' del Comune.
L'allora amministrazione comunale, per svariate ragioni,
non poteva effettuare i lavori di ripristino dello stesso; pertanto venne richiesto l'acquisto che l'Ente Comunale accettò.
Dopo mesi di attesa, data la lungaggine delle. pratiche
burocratiche, l'acquisto fu reso possibile in data 21 settembre 1955.
I lavori vennero effettuati con la massima celerità nella
primavera successiva, tanto che il 17 giugno 1956 S. E.
Mons. Vescovo Girolamo Bortignon procedeva .alla solenne
inaugurazione dell'edificio.
Alla popolazione .ed alle autorità presenti S. E. rivolse la
sua parola, compiacendosi della avvenuta realizzazione, nonché per la cooperazione, ed invitando "i genitori a mandare
i loro figli nel luogo provvidenziale per la preservazione ed
24
Sono esattamente le 7,
e già è in arrivo il primo gruppo di bambini con il pulmino del signor Grotta. La Suora
di turno è sulla porta, pronta ad accogliere i primi arrivati
che giungono allegri e chiacchierini, come un garrulo stormo
di uccellini.
Il secondo gruppo arriverà alle 8,25; molti altri accompagnati dalle loro mamme che frettolose consegnano fiduciose il loro tesoro e corrono al lavoro che le terrà impegnate per tutto il giorno.
Verso le 9 ci sono quasi tutti.
In questo tempo i bimbi sono stati impegnati nel gioco
libero e ordinato e nella conversazione con le loro Suore.
Oh ... ! Quante cose hanno da dire i bambini! Loro non
si stancano di parlare, di raccontare e le insegnanti non si
stancano di ascoltarli e si stabilisce fra loro un'intesa meravigliosa.
A questo punto ogni insegnante, dalla sala di ricreazione,
prende il suo gruppo ed c;ntra in aula. E' un momento delicato. Il fratellino si divide dalla sorellina piil piccola e sono
lacrime.
D'accordo con le mamme si fa opera di persuasione ed in
breve tutto si accomoda.
La classe è il paradiso dei bambini. In essa trovano quanto è necessario alla loro crescita: religiosa .. intellettuale
sociale. La Suora li vigila e li segue in ogni loro manifesta··
zione. I primi 15-20 minuti vengono impegnati in una proficua conversazione con l'insegnante su un argomento messo
in rilievo, spesso, dagli stessi bimbi. La Suora, ha modo così,
di arricchire il loro vocabolario, esercitare la memoria, ab i··
tuarH alla riflessione ed osservazione. Il canto, la recitazione,n disegno, il gioco con materiale didattico appropriato,
sono i fattori principali attraverso i quali il bambino ha la
possibilità di esprimere se stesso e formarsi un carattere.
L'ora di pranzo è piuttosto rumorosa. Ognuno si affretta
a raggiungere il posto ed il compagno preferito. Quando i
bambini delle diverse sezioni si ritrovano insieme hanno delle dimostrazioni affettuose tra loro che commuovono. ognuno ha da raccontare qualcosa di nuovo all'altro.
Ispezionano il loro cestino, emettono esclamazioni di
gioia per le minuziose cibarie scelte e ben preparate dalle
loro mamme. Consumano n pranzo in allegria c le Suore
passano di tavolo in tavolo per incoraggiare, aiutare, imboccare, lodare tutti e ciascuno in particolare.
Ogni bambino si deve trovare a suo agio c non deve
sentire la mancanza della mamma, ecco perché la Suora è
tutta per tutti e per ciascuno.
La ricreazione li riunisce ancora tutti in un'unica sala.
Questa è l'ora della giornata che preoccupa di più le insegnanti. I bambini sono esuberanti e .chi li assiste deve prevedere sempre il peggio in modo che non succeda nulla che
possa danneggiare il bambino.
settembre
gmppo di bambini con le Rev.
D. Anselmo
mo Rizzato e ii
1972: i bambini delli:! Scuola materna.
D. Girala-
L'ultima parte della giornata del. bambino è meno impegnativa. Si lascia molta libertà alle loro iniziative. Tutto
serve per mettere nel cuore del bambino la gioia di essere
membro attivo nella scuola materna. Esplodono ogni qualvolta riescono nel loro intento e chiamano i compagni ad
osservare i loro capolavori: un paesaggio, un forte, una scena di guerra ecc. I più piccini riposano beatamente nei loro
lettini. Vigile e attenta sta la Suora pronta ad intervenire in
qualsiasi necessità dei bambini. Al risveglio qualcuno piange,
ma la materna parola della Suora li tranquillizza e in breve li
sono tutti attorno a chiedere la merenda, proprio come i
pulcini attorno alla chioccia. E' una scena veramente stupenda. Ognuno riceve il suo panino e ritorna a sedersi ai
piedi del suo lettino a far razzia nel suo cestino.
Il tempo passa veloce, è l'ora della partenza. Il pulmino è
al èancello. Qualcuno l'ha visto e in un baleno l'allarme è
dato. Saluti cordiali ed affettuosi e un arrivederci a domani.
I bambini ritornano alle loro case allegri e contenti di riab-
bracciare le loro mamme. In breve la scuola materna ritorna
silenziosa. Rimane ovunque l'inevitabile disordine lasciato
dai bimbi.
Le insegnanti a questo punto possono sentirsi anche stanche, ma la gioia d'aver dato il meglio di se stesse per il bene
di tanti bambini ed aver assolto ad un compito altamente
sociale, le ripaga abbondantemente e ringraziano il Signore
per averle scelte per una missione così sublime qual è quella
di educare i bambini che formeranno la società di domani.
Mentre il pulmino percorre le vie del paese, suonando di
quando in quando il clacson per riconsegnare i bimbi alle
loro mamme; le Suore riordinano gli ambienti della scuola
materna, per renderla nuovamente accogliente per il giorno
suguente.
Ristrutturazione della Scuola Materna.
1972
Il girotondo dei bambini dell'Asilo-Scuola materna. Un momento della giornata.
26
La storia ci è molto avara nel fornirci notizie sull'Organo
della chiesa Arcipretale di Vigodarzere.
Bisogna risalire al 1900 per ricordare l'installazione dell'
orgarlO classico-romanico a trasmissione meccanica con la
consolle incorporata alle basserie delle canne.
A quel tempo sembrava più una banda che un orchestra:
piatti, cembali, tamburini e campanine accompagnavano i
suoni delle canne con timbro classico ed inespressivo.
Con la riforma della musica sacra, effettuatasi con S. Pio
X, vengono tolti tutti quegli effetti folcloristici che a nulla
servivano alla liturgia della Chiesa.
Nel 1920 l'organo subiva una prima trasformazione con
sistema pneumatico; nel 1937 una ditta specializzata lo rendeva operante ed effettivo.
Finché, nel 1970, gli diedero una radicale trasformazione
con ammodernamento elettronico.
Con orgoglio possiamo affermare che l'organo sinfonico
oggi è, non solo più completo, ma soprattutto più funzionale e prezioso.
Un tale strumento doveva essere maggiormente valoriz:z;~­
to con un folto gruppo corale che completasse l'orchestrazione dei suoni con la voce, rendendo pill solenni le sacre
cerimonie,
Sappiamo, da notizie desunte, che la prima formazione
corale della nostra Parrocchia risale al 1914 della quale sono
ancora viventi alcuni dei componenti stessi. All'organo, dopo il 1915, sedeva un certo sig. Ranzato Edoardo che animò
e ristrutturò il complesso corale portandolo ad eseguire un
vasto repertorio liturgico di musica sacra.
Con lui dobbiamo ricordare i maestri d'organo Piasentin,
Marinello, Grassetto e Marcato.
Altri li seguorono nei vari tempi, con validissimo talento
organizzativo, accoppiati sempre con valenti cappellani per
la direzione del coro.
Fra i tanti nominativi ci è caro ricordare D. Giovanni
Sartori, D. Anselmo Volpato e, soprattutto, il caro concittadino sig. Mario Guzzo, morto in un campo di concentra-o
mento germanico nel 1945.
Egli, con tecnica e buon gusto, seppe organizzare e svolgere un folto programma.
L'elencare tutti i sacerdoti che profusero in quest'opera
organizzativa ogni loro talento sarebbe troppo lungo.
La nostra corale, ieri come oggi, seppe sempre distinguersi nei vari concorsi organizzati in sede vicariale o intervicariale, raggiungendo benemerenze, diplomi e premi.
Il repertorio di musica sacra maggiormente eseguito era
quello del Perosi, perché maggiormente sapeva esprimere,
con il canto e con l'armonia dei suoni, una preghiera.
Ricorderemo l'impeccabile esecuzione della "Messa Benedicamus Domino", in occasione del passaggio della Madonna Pellegrina, avvenuta il 24 maggio 1950.
Da qualche anno D. Fernando Pilli, in collaborazione con
il maestro organista prof. Sandro Loregiaù ed il presidente
sig. Giuseppe Fassina, seppe organizzare l'attuale complesso
corale con sessanta elementi, comprendenti: contralti, soprani, tenori e bassi.
La Corale S. Martino, grazie agli organizzatori e al grande
1931
della banda di
ViCIOdlUZ'p.m
diretta dal maestro Murineilo
Virgilio.
1962
la
corale di
la corale di
Chiesa dei Ga!lPlICC!1rl di Padova.
versario della morte di Padre lell!l()lchl.
spmto di dedizione, di buona volontà e di sacrificio, vanta
oggi una vasta selezione musicale in lingua italiana.
Dobbiamo ricordare in queste pagine l'esecuzione, in pnma assoluta, della "Messa Giuliva" in onore di Padre Leo~
poldo a quattro voci dispari del Maestro Sandro Loregian.
Questa messa fu eseguita dalla nostra corale in oçcasione
del 30° anniversario della morte di Padre Leopoldo, alla
presenza del Patriarca di Venezia Cardinal Luciani, che uffidava la S. Messa solenne.
Inoltre l'impeccabile esecuzione avvenuta nel Duomo dio
Asiago nell'agosto del 1972, gremito di villeggianti e di turisti.
La corale S. Martino la troviamo, nell'ottobre 1973, a
Verona con la plauditissima esecuzione della stessa messa.
Ci fa onore avere un così folto gruppo corale; ed ora.
spetta a noi sostenerlo, incrementarlo ed aiutarlo, affinché
possa raggiungere i suoi scopi, non solo liturgici ma anche
folkloristici.
erché il prete
è presente nella Scuola Media
Quale sarà allora il metodo da usare? una costrizione
morale che usa anche i mezzi obbliganti della scuola (voto
ecc.) per imporre alla coscienza del· giovane l'accettazione
della fede? Sarebbe antievangelico oltre che psicologicamente antiproducente.
Sappiamo che la scuola deve servire al ragazzo e non
viceversa. Quindi anche la scuola di religione deve mettersi
in posizione di servizio alla progressiva maturazione del giovane.
Il prete in scuola si proporrà di dare dei contenuti, di
aiutare a riflettere sulle domande dello spirito, di preparare
alla scelta della fede, non di "controllare" o "imporre" la
fede.
.
Darà quindi il massimo spazio e possibilità morale e fisica
alla discussione e all'obiezione. La reale difficoltà del giovane a "credere" a Cristo deve essere accettata. Si avrà modo
di presentare al giovane esempi concreti di persone o fatti in
cui la fede si presenta positiva di per se stessa al fine di dare
una risposta valida alle attese del cuore dell'uomo.
Non si potrà approfittare dell'obbligatorietà della presenza o dell'inquadramento operato dalla struttura scolastica
per imporre la fede, che deve essere invece il frutto più bello
di una decisione di libertà personale davanti a Dio. E se
anche la scuola di religione può aiutare questa scelta nel
rispetto massimo della libertà di coscienza, anche tale scuola
avrà un significato positivo e utile.
Il perché più semplice del prete che insegna religione alla
scuola media è questo: per continuare la catechesi ai ragazzi, cioè per continuare a comunicare il messaggio del Vangelo.
Questa opera cominciata dai genitori che hanno desiderato il Battesimo del loro bambino, viene poi continuata dalla
comunità parrocchiale nella scuola di Dottrina Cristiana, in
particolare in preparazione ai Sacramenti.
Tale catechizzazione ha la possibilità di continuare anche
nella scuola media e superiore. Ma è chiaro che, entrando
nelle strutture delld scuola, l'insegnamento di religione cattolica incomincia a essere un problema diverso, per certi
aspetti dall 'insegnamento fatto in parrocchia.
Tutta la catechesi e l'educazione al Cristianesimo (da
quella dei genitori a quella parrocchiale) tende a dare al
ragazzo la conoscenza del Vangelo e della proposta cristiana: è il giovane stesso che poi deve decidere la sua fede,
accettare quel Battesimo che ha ricevuto ancora piccolo o
rifiutarlo. Quindi a una certa età ci si può aspettare tra i
giovani sia un 'accettazione che una resistenza a questa fede
che viene loro proposta, tenendo presente anche l'influenza
della famiglia non sempre credente, l'influenza di esempi
negativi da parte di cristiani ecc ...
Quindi nella scuola, che raccoglie tutti i giovani, non si
può dare per scontato che tutti abbiano la fede, che tutti
abbiano superato le naturali difficoltà a credere.
28
Il Bollettino è presente bene o male in quasi tutte le
parrocchie: in genere ha veste modesta, poche pretese, un
annuncio discreto della parola di Dio, una raccolta di fatti,
programmi e situazioni che rispecchiano la vita di una comunità.
Il suo persistere nel tempo come fenomeno generalizzato
(è presente in circa il 90 per cento delle parrocchie), può
essere considerato segno di una rispondenza ad effettive esigenze della comunità cristiana e quindi di validità come
strumento pastorale.
Anche nella nostra parrocchia non poteva mancare.
Ne presenteremo ora le origini e l'evolversi negli anni.
to di più e meglio
tutti.
Sl
potrà fare con la collaborazione di
FINALITA' E PROSPETTIVE
DELL'ATTUALE BOLLETTINO
Il messaggio che il Papa ha inviato al mondo in occasione
della 7 a Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali , esprime chiaramente quali siano i motivi di partenza del nostro Bollettino: "Ma ciò che chiediamo oggi è un'azione
positiva da parte di tutti i cattolici e specialmente di coloro
che sono impegnati nella comunicazione sociale al fine di
effondere in tutta la loro pienezza i valori del messaggio
vivificante di Cristo e di far sì che tali convinzioni risuonino
nel mondo con la voce della loro fede e con la parola di
Dio ".
Sono parole solenni che invitano a mettere a disposizione
della parola di Dio e del suo messaggio anche la stampa, tra i
vari mezzi di comunicazione sociale.
Lo si dovrà fare impegnando la grande stampa, ma penso
che anche il lavoro capillare di un semplice foglio possa
servire alle grandi finalità proposte dal Papa.
Il nuovo nome "FAMIGLIA PARROCCHIALE" dato al
Bollettino vuole essere segno del compito più importante di
una comunità cristiana: lavorare costantemente per crescere
ogni giorno più come famigli~ che riconosce c9ncretamente
Dio come Padre e tutti gli uomini come fratelli da amare,
aiutare, rispettare, sentire profondamente uniti a sé.
L'attenzione del nostro Bollettino è rivolta prima di tutto al centro vitale della nostra Parrocchia: la Liturgia. Viene
fatta una breve presentazione delle domeniche e feste mettendone in evidenza celebrazioni liturgiche per favorire la
partecipazione di tutti.
La Messa viene presentata come il momento più importante per una comunità ed inoltre si invitano nel pomeriggio
di tutte le feste ragazzi e adulti a due cerimonie distinte di
preghra e di adorazione dell'Eucarestia.
ORIGINI E MOTIVAZIONI
Il primo Bollettino conservato nell' Archivio parrocchiale
è un "Numero unico" stampato in occasione dell'inaugurazione della nuova Parrocchia di Terraglione e dell'ingresso
del nuovo Parroco. Porta la data del 31-12-1939 e raccoglie
l'origine e la storia della nuova Parrocchia.
Ma la nascita del Bollettino vero e proprio è dell'agosto
1942.
L'Arciprete Don Giulio Rettore ne fa la presentazione
affermando fra l'altro: "LA VOCE DEL PASTORE" è il
titolo di questo giornalino che ogni mese, con la grazia di
Dio, giungerà alle vostre famiglie quale svegliarino che vi
richiami ad una maggior vivezza di fede, ad una più sentita
pratica di "vita cristiana".
E prosegue dicendo che Cristo fa sentire la sua voce attraverso il Papa, il Vescovo e il Sacerdote. Però la voce del
Sacerdote non sempre è udita dai parrocchiani o perché non
frequentano la Chiesa o perché non si trovano in casa durante la visita del Sacerdote. "Ecco allora il giornalino" prosegue l'Arciprete, "che viene incontro a tante manchevolezze,
entra in tutte le case, è mandata ai lontani e così tutti
hanno il mezzo, la comodità di tenersi uniti al proprio pastore e di udire la sua voce illuminatrice confortatrice e
ammonitrice ... che viene a parlarvi di ciò che interessa il
bene delle anime vostre, delle vostre famiglie, della vostra
Chiesa, della vostra parrocchia".
Era com posto di 4 facciate di cui tre preparate a Padova
ed una quarta con le notizie riguardanti solo Vigodarzere.
Si può notare uno sforzo notevole di curare il contenuto
e nello stesso tempo di essere accessibili ai lettori.
Tale impostazione dura fino al 1954. Da allora si trasforma in foglio prevalentemente informativo ora a stampa ora
a ciclostile.
Però la parte formativa è sempre notevole.
Con il 1962 cambia nome e si chiama "Parrocchia di
Vigodarzere" fino al 1970.
L'impostazione però sarà sostanzialmente la stessa.
Con il 1971 il Bollettino assume la fisionomia attuale,
diventando da mensile a settimanale e non più stampato in
tipografia ma preparato a ciclostile in Parrocchia.
Perché questa impostazione?
Cercheremo insieme di esaminare i motivi che ci hanno
convinto a scegliere questa soluzione, ben sapendo che mol-
•1 gruppo di
29
che distribuisce ogni settimana il Bollettino .
modesta, artigianale, senza grandi pretese: amico discreto
che entra in casa in punta di piedi per compiere un grande
servizio, ma umilmente nella convinzione che la continuità
di questa presenza possa rendere il suo servizio efficace.
Il Bollettino non ha carattere prevalentemente formativo, ma uscendo regolarmente ogni sabato, intende presentare ai fedeli il programma preparato per le varie categorie.
Rispecchia nelle sue pagine tutta la vita della parrocchia
di settimana in settimana.
Assieme alle notizie viene trasmesso discretamente lo spirito cristiano di comunione e partecipazione.
Informazione e idea si fondono per rendere più viva la
partecipazione dei buoni, sensibilizzare chi è indifferente e
disinteressato e specialmente per tener sempre desta l'attenzione dei parrocchiani sulla Chiesa cui appartengono.
Forse non tutti leggono quanto è scritto, ma di sicuro
questo foglio rimane una presenza viva e costante, un'occasione a portata di mano per chi ad un certo momento sentisse in sé il desiderio di partecipare di più; senza questo foglio.
per molti l'unica voce della Parrocchia resterebbe solo il
suono delle campane.
Certamente questo foglio ha i suoi limiti, però penso che
ponga le premesse per creare un certo clima e per rendere
sempre più profondi i legami dei parrocchiani tra loro.
Quali potranno essere le prospettive per il fu turo?
Per la crescita di una comunità cristiana è indispensabile
il dialogo, la possibilità di esprimersi, partecipare, concorrere in qualche modo al bene comune. Potrà questo foglio
diventare utile a tale scopo? Lasciamo il problema al CP
appena formato.
Però consideriamo importante che conservi la sua veste
COME NASCE IL BOLLETTINO
I parrocc~iani se lo saranno chiesto parecchie volte.
I vostri sacerdoti lo stampano in Canonica al mattino di
tutti i sabato dalle 8 alle 13 (e oltre) facendo da redattori,
compositori, stampatori, impaginatori ecc.
Dal 1971 è uscito regolarmente ogni sabato.
Dal 21-3-71 al 31-12-73 ne sono stati sempati 142 numeri, per complessive 500 facciate. Sono stati raccolti in 3
volumi che sono conservati nell' Archivio Parrocchiale.
Per la distribuzione si prestano 106 ragazzi e ragazze delle
elementari e medie che regolarmente lo portano oglll settimana nei 53 settori, composti di una ventina di famiglie, in
cui è stata suddivisa la Parrocchia.
Questi ragazzi meritano veramente il plauso più vivo di
tutti i parrocchiàni per il servizio prezioso che compiono
con tanta fedeltà.
Concludiamo affermando che il Bollettino Parrocchiale
rimane uno strumento validissimo di comunione.
Spetta a tutti noi usarlo nella maniera migliore.
IL CENT O SOCIALE
Origine'" Scopi - Finalità da raggiungere
ORIGINE, SCOPI, FINALITA' DA RAGGIUNGERE
rata all'insegna della carità cristiana che deve impegnare tutti noi.
In questo suo primo anno di vita si può affermare che.
malgrado le difficoltà causate dalla mancanza di tempo e
dalle situazioni impreviste, è stato certamente utile per le
esperienze fatte.
Lo confermano: l'assistenza data alle famiglie bisognose,
il disbrigo di pratiche di carattere sindacale e pensionistico.
Per espletare meglio quest 'ultimo servizio, il Centro Sociale, si è arricchito della presenza di un consulente del
lavoro, che presta la sua opera gratuitamente e riceve in ore
fissate e rese note dal Bollettino Parrocchiale.
Forse, dopo questa prima esperienza positiva, con l'aiuto
di persone che serenamente prestino la loro opera a questo
scopo, sarà facile formulare un programma per il futuro.
Infatti il nostro servizio si trova ancora in un periodo di
ricerca di mezzi e di una migliore preparazione, atti a raggiungere gli scopi preposti.
C'è comunque spazio per tutti, anche per quelli che, per
capacità e tempo, potrebbero adoperarsi per il bene della
Comunità Parrocchiale.
Nel febbraio 1973 si costituiva, nella nostra Comunità
Parrocchiale un centro sociale con scopi e finalità ben definiti, rivolti a sensibilizzare la Comunità, e ad interessare di
quelle situazioni nelle quali è necessaria anche la solidarietà
degli altri.
Concretamente: assistenza ammalati e assistenza anziani.
In quanto il benessere della nostra società, rivolto a forme
sempre più elevate, porta sovente a dimenticare il vero valore della vita umana.
Ammalati dimenticati, a volte, anche dai parenti più
prossimi, negli ospedali o in case di cura; anziani emarginati
e trascurati dimostrano, senza dubbio, le carenze di questa
nostra società, una società che non ha tempo da perdere in
queste cose.
Una comunità cattolica, perciò, sia pure inserita nella
società attuale, non può accettare tali situazioni senza venir
meno.al fondamentale comandamento dell'amore.
Dunque, l'idea di impegnare un gruppo di persone particolarmente sensibili a questi problemi, e disponibili, è matu30
Per tradizione è sempre stato uno sport molto seguito; ne
sia prova il fatto che già negli anni '30 esisteva una squadra
di calcio che giocando nella categoria di allora si dimostrò la
più forte. Quei tempi sono rimasti un ricordo per i ragazzi
di allora. Con gli eventi bellici del 1940-45 la squadra di
calcio si sciolse e con essa svanirono tante speranze.
Trascorso il triste periodo si cercò di riorganizzarla; i
giovani, con l'entusiasmo insito nella loro età, con pochi
mezzi e pochissime possibilità, seppero mettere insJeme gli
elementi e formarono la nuova squadra di calcio.
Le prospettive erano buone anche perché si poteva contare su elementi qualificati e ben preparati, che più tardi
seppero distinguersi e farsi notare anche in sede nazionale.
Mancavano una vera e propria organizzazione, non solo,
ma anche le attrezzature. Del calcio restò solo il ricordo per
moltissimi anni.
Se in Parrocchia oggi esiste lo dobbiamo all'instancabile
opera del signor Ranzato Galdino, che con dedizione, amore
e persuasione seppe per moltissimi anni, infondere nei giovani questo sport.
Seppe animarli e organizzarl! tanto da portare la Squadra
Giovanile di Vigodarzere ad affrontare diversi Campionati;
prova ne sia il Campionato 1971-72 secondo premio Provinciale della Categoria Juniores, Centro Sportivo Italiano.
In questa sua opera venne aiutato a livello finanziario da
alcuni sportivi riuscendo così a tenere alta la fiaccola del
calcio fra i nostri giovani.
Visto un tanto impegno di esuberanti giovani per tale
disciplina sportiva, alcune persone si fecero promotrici dello
sviluppo del Gruppo Sportivo. Con pieno accordo dei dirigenti centrali del C.S.I., nel settembre 1971 si costituiva e si
legalizzava il G.S. Vigodarzere, costituito da un gruppo di
dirigenti associati alla F.I.G.C.
Per le categorie superiori e Juniores un altro gruppo di
dirigenti si associava al C.S.1. per le categorie allievi e giovanissimi. Pur essendo due gruppi organizzativi hanno in comune la stessa finalità e gli stessi obiettivi da raggiungere.
Con questa organizzazione non erano superati tutti i
problemi, da un lato si entrava nella piena organizzazione,
dall'altro mancavano le attrezzature convenienti e richieste
per la terza categoria.
Con grande spirito di sacrificio da parte degli organizzatori, nonché degli atleti si diede inizio al torneo di andata su
un campo preso in fitto presso la Parrocchia della Natività
Campionato Provinciale C.S.1. Allievi 1966-1961.
Classifica 3° girone eliminatorio.
1966 - 1° premio al 1° Torneo Vicariale Aspiranti.
1967-1968
Campionato provinciale C.S.1. Juniores. 4° in classifica.
Calcio di Vigodarzere. le vecchie glorie.
1971-1972
31
Fa storia il famoso pilone dell'energia elettrica, che dopo
lungo tempo venne rimosso e sistemato altrove.
Nel 1972 il Campo Sportivo di Vigodarzere veniva inaugurato con una partita amichevole con il Padova e denominato "CAMPO SPORTIVO D. GIULIO RETTORE", Il defunto Arciprete, fra le tante opere a favore della Parrocchia,
aveva pensato ai giovani e alla loro attività sportiva. Attualmente il G.S. ha un centinaio di atleti iscritti e tesserati e
partecipa attualmente a tre campionati di categoria, Allievi,
Juniorese Il categoria. Quest'anno pnche i giovanissimi hanno partecipato con il C.S.1. ad un campionato.
Queste squadre sono tra le prime posizioni in classifica
(gli Juniores in particolare sono primi al girone di andata).
Visto l'incremento avuto in questi ultimi tempi le "Vecchie
Glorie" non hanno voluto essere da meno.
Fattesi promotori per una partita con gli attuali calciatori del G.S. hanno offerto un Trofeo alla memoria dello sportivo Dott. Aldo Tomat recentemente scomparso. Il G.S. si è
impegnato di mettere in palio ilTrofeo in un torneo annuale. Se il G.S. di Vigodarzere ha saputo organizzare questa
attività sportiva per una categoria di giovani, altri hanno
saputo promuovere discipline sportive femminili di atletica
leggera, che si pensa siano sviluppate maggiormente nel
completare quel programma che è in fase di studio.
Un vecchio proverbio dice "mente sana in un corpo altrettanto sano". Lo sport partecipa al movimento di una
Comunità in éammino nella società odierna, pertanto uno
stimolo, un plauso agli atleti e agli organizzatori e con essi
quanti cercano di ani mare e sostenere le discipline ·sportive.
Calcio terza categoria 1972.
1972
Partita amichevole delle vecchie glorie Trofeo Aldo Tomat. 21 maggio
1972.
1973 - Jl.lniores.
1973 - Allievi.
di Padova, fin tanto non venne risolto il problema di realizzare in Vigodarzere un Campo Sportivo regolamentare.
Pur avendo lo spazio c'erano delle difficoltà che grazie
all'intervento del Rev. Arciprete D. Luigi Contin e dei Dirigenti del G.S. vennero risolte.
1913 - 3 a categoria.
32
Nell'Archivio Comunale di Vigodarzere sono conservate le Delibere Comunali che risalgono al 1866.
Le prime portano la firma del Sindaco Francesco Giacomelli, dei
De Zigno, Giacomelli e Farini.
L'attuale sede Comunale risale al 1930, quando il podestà sig.
Benoni fece trasferire la sede municipale da Saletto a Vigodarzere,
nella ex villa Grimani, già Ca' Zusto.
Il nostro paese nel periodo beli ico 1915-18, restò relativamente
tranquillo avendo stazionamenti militari in continuo movimento per il
fronte del Grappa.
La nostra Parrocchia diede il doveroso contributo con i suoi migliori uomini, tra essi si contano 63 morti sul campo di battaglia.
La seconda guerra mondiale (1940-45) non fu una guerra di posizione o di trincea, ma una guerra di movimento.
Il pericolo era ovunque e per tutti. Dopo la disfatta del 1943 i
soldati tedeschi dilagarono un po' dappertutto; in Vigodarzere si insediarono nelle scuole elementari, in Certosa e nei capannoni dell' Aeronautica.
Da notizie desunte i tedeschi avevano presso la Certosa una scuola
di spionaggio. Frequenti furono i bombardamenti aerei da parte degli
Anglo-Americani sul territorio della nostra Parrocchia, a causa del
ponte ferroviario sul Brenta.
Vennero riversate, per un centinaio di volte, tonnellate di esplosivo
e spezzoni incendiari, che portarono la distruzione e la morte.
La fine della guerra si compì nel terrore.
I tedeschi in ritirata, ostacolati dai partigiani, seminarono la morte
ovunque. Vigodarzere concludeva l'inutile tragedia della seconda guer
ra mondiale con ventisei morti tra militari e civili, partigiani.
Corrazzina Antonio (Lista Ind_) - Corrazzina Antonio (Lista Ind.)Mimo Arturo, PSI - Carraro Pasquale, PCI
Alessi Raffaele, PCI Benetti 111,0, PCI Parancola Artemio, PCI - Tamiozzo Sergio, PSIUP.
Segretario Comunale: Perin rag_ Gerardo_
Nelle elezioni politiche del 1972, si sono avuti i seguenti risultati
riguardanti la nostra Parrocchia.
Iscritt~ 2A39 di cui 1.197 maschi e 1.242 femmine con il seguente
esito:
voti n.
DC
PCI
PSIUP
PSI
PSDI
MSI
PRI
1.146
586
62
247
97
62
57
PLI
Manifesto
Servo il popolo
Movim. pop. lavoratori
36
9
3
9
La Parrocchia "S. Martino" di Vigodarzere usufruisce dei seguenti
servizi pubbl ici e social i:
Uffici Municipali
Servizio Vigi I i Urbani (2 vigi I i).
Servizio di nettezza urbana.
Condotta Medica
EDI
Uff. Sanitario: dotto Zanoni Gino, con sede a Saletto di Vigodarze-
SCOLASTICA
re.
Ambulatorio: Prof. dotto Busana Sergio, con sede in Parrocchia.
Farmacia: dotto Brescian i Pietro, con sede i n Parrocchia.
Le scuole elementari risalgono al secolo scorso, mentre le attuai i
furono inaugurate il 28 ottobre 1932.
Il complesso edificio constava allora di sei grandiose aule. arieggiate e soleggiate, sufficienti per la popolazione scolastica.
Dal lato scolastico, oggi, Vigodarzere ha dei grandi problemi, infatti l'aumentare vertigi noso degl i scolari ha indotto l'autorità Comunale
ad ubicare negli edifici della parrocchia gli alunni, restando sempre il
grosso problema del nuovo Edificio Scolastico.
La Scuola Media istituita nel 1961-62, veniva allestita nei locali del
Patronato; oggi, invece, vanta un complesso edi Iizio abbastanza capace
per accogl iere la sua popolazione_
L'attuale edificio venne inaugurato il 5 novembre con l'apertura
dell'anno scolastico 1972-73; oltre ad avere 14 aule spaziose, è completato da una palestra strutturalmente moderna ed attrezzatissima_
Inoltre, l'aula per la scuola di suono e canto, l'aula per le applicazioni tecniche, la sala riunioni, la biblioteca e gli uffici.
Ostetrica
Manfrin Ermida, con sede a Saletto di Vigodarzere.
Cimitero
Risale al 1831. Attualmente l'Amministrazione Comunale ha deciso una ristrutturazione ed un ampliamento del medesimo.
Caserma dei Carabinieri
Maresciallo: Tani Ivo, con sede in Parrocchia.
Giudice Conciliatore
Ortolani hancesco.
Ufficio Postale
Ufficio di Collocamento
L'addetto è il signor Aldo Tomat.
ECA
Presidente: Lissandron Antonio; Centro di assistenza sociale retto
dalla Parrocchia.
SITUAZIONE
Patronato Scolastico
Presidente: Bertoncin Flavio.
Dopo la guerra 1945, con le prime elezioni amministrative venne
eletto sindaco Benetti Anselmo, lo seguirono:
Lincetto Pietro
Gomiero Zeno
Sandre Guerri no
Schiavo Primo
Ortolani Francesco
Fassina Cesare
Martini Giovanni
Comitato ScuolaPresidente: Bongiovanni Maddalena.
Direzione
Direttore: Valbonesi dotto Giorgio.
Scuola Media Statale
Preside: prof. Paccagnella Angelo.
Stazione Ferroviaria
Padova - Calalzo.
Bus - Scuola
Attualmente l'Amministraz·lone Comunale è COSI' composta:
Sindaco: Martini Giovanni, DC
Vice Sindaco: Colucci dotto Ettore, PSI.
Assessori: Mezzacasa Antonio, DC - Sartori Natalino, DC Broetto
Antonio, DC Zorzato Ferrante, DC - Giacomètti Giovanni, DC.
Consiglieri:. Elardo Lucillo, DC - Cesaro Giulio, DC - Frison Angelo, DC
Boschello Gino, DC - Schiavo geom_ Primo (Lista Ind.)
Per il trasporto degli alunni delle scuole medie.
Istituenda linea autobus Vjgodarzere - Padova (ACAP).
Patronato Parrocchiale
Campo sportivo parrocchiale denominato "D. Giulio Rettore".
Associazione Donatori di Sangue
Con sede in Vigodarzere.
33
ETA' DELLA POPOLAZIONE DI VIGODARZE
Nella nostra Parrocchia fioriscono industrie ed aziende a carattere
artigianale ed aziende commerciai i:
I ndustria del mobi le
Prodotti cemento, amianto
Argenteria e peltro
Ceramica e peltro
Segheria con deposito legnami
Parchettificio
Fonderie
'Forgiatura e stampaggio
Minuterie metalliche di precisione
Caldaie e boli itori
Lavorazione della gomma e della plastica
Carpenterie in ferro
Serramenti in legno
Tappeti per auto
Idraulici
Fototecnica
Carrozzerie
Autoffici ne
Lavanderie
Liquorificio
Maglificio
Commercio di vini
Salumi e formaggi
Profumerie
Pellicceria
Floricoltura
Lavorazione di stucchi e cornici in gesso.
La popolazione della parrocchia di Vigodarzere risulta così suddivisa:
Nati
Nati
Nati
Nati
Nati
Nati
Nati
Nati
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
dal
1878
1880
1890
1900
1910
1920
1930
1940
al
al
al
al
al
al
al
al
1880
1890
1900
1910
1920
1930
1940
1950
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
3
23
119
287
379
553
630
606
DATI STATISTICI PARROCCHIALI
La parrocchia è divisa in 53 settori di circa 20 famiglie ciascuno. I
settori sono raggruppati in nove zone.
Le vie del paese sono 31. Le famiglie sono n. 1.162. Gli abitanti
sono n. 4.304. In via Roma ci sono 158 famiglie e 546 abitanti, via
Manzoni 150 f. e 397 a., via Ca' Zusto 91 f. e 359 a., via Pio X 84 f. e
325 a., via Europa 67 f. e 200 a., via Vendramin 61 f. e 222 a., via
Veneto 59 f. e 173 a., via C. Battisti 50 f. e 173 a., via S. Marti no 40
f. e 156 a., via Ca' Pisani 38 f. e 151 a., via Giotto 36 f. e 145 a, via
D. Alighieri 31 f. e 114 a., via Zanoni e Carducci 30 f. e 110 a., via G.
Zanella 27 f. e 144 a., via I. Nievo 26 f. e 99 a., Via Matteotti 25 f. e
96 a., via G. Pascoli 24 f. e 103 a., via S. Rocco 23 f. e 79 a., via A.
Boito 22 f. e 82 a., via C. Battisti L. Muson 20 f. e 64 a., via De
Amicis 20 f. e 63 a., via Verdi 19 f. e 64 a., via Cavour 17 f. e 76 a.,
via L. Brenta 17 f. e 61 a., via Certosa 16 f. e 78 a., via T. Livio 14 f. e
54 a., via Donatello 14 f. e 48 a., via Garibaldi 14 f. e 47 a., via D.
Manin 14 f. e 50 a.
Inoltre:
4 macellerie
11 negozi di alimentari
1 panificio
1 pizzeria
1 trattoria
4 bar-caffè
5 parrucchiere
3 barbieri
3 distributori di benzina
6 negozi di mercerie
1 mini-marchet casa
2 negozi radio-TV
3 rivendite sali e tabacchi
2 negozi di scarpe
1 bar-latteria
3 fruttivendol i
1 oreficeria
1 autoscuola
1 supermarket "Despar".
le coppie di sposi
Le coppie di sposi da 1 a 10 anni di Matri mon io sono 346, da 11 a
15 anni 164, da 16 a 20 sono 172, da 21 a 30 sono 202, da 31 a 40
sono 118, da 41 a 50 sono 68, oltre i 50 sono 11.
I giovani
I nati dal 1973 al 1953 sono: ragazzi 801 e raçjazze 763 per un
totale di 1.564 nati, su una popolazione globale di 4.324 persone.
Professioni
I capifam igl ia di Vigodarzere svolgono le seguenti professioni:
Operai n. 595, Pensionati n. 180, Artigiani n. 90, Commercianti n. 65,
Agricoltori n. 59, Impiegati n. 58, Casalinghe n. 45, Forze Armate n.
23, Rappresentanti n. 12, Insegnanti n. 4, Liberi professionisti n. 3, e
varie altre.
Industrie
In Parrocchia si trovano una trentina di fabbriche a carattere prevalentemente artigianale. Vi lavorano circa 1.000 persone.
TITOLI DI STUDIO
La popolazione adulta della Parrocchia di Vigodarzere, di età dai
23 anni in poi, risulta avere i seguenti titoli di studio:
1) Laureati: Lettere n. 1, Medicina n. 1, Ingegneria n.l, Farmacia n. 3 (totale 6).
2) Diplomati: Magistrali n. 21, Maestri d'Arte n. 2, Ragionieri n.
5, Geometri n. 2, Disegnatori n. 1, Dis. Grafici n. 1, Periti Agrari n. 2,
Periti Industriali n. 2, Scuola Agraria n. 1 (totale n. 37).
3) Istituto Tecnico n. 7.
4) Avviamento Commerciale n. 14.
5) Avviamento Professionale n, 21.
6) Licenza liceale n. 2.
7) Licenza Ginnasiale n. 1.
8) Medie Superiori n. 18.
9) Medie Inferiori n. 113,
10) Avviamento Industriale n. 21.
11) Licenza di quinta Elementare n. 1.519.
12) Licenza di terza Elementare n. 559.
13) Analfabeti n. 110.
14) Inabili n. 4.
INIZIATIVE REALIZZATE
DAL CONSIGLIO PASTORALE
NEL PERIODO 1971-73.
I ncontri con i capifamigl ia.
Mese di maggio per le contrade.
S. Messe nelle famiglie.
Cineforum.
Messa dei giovani.
Gite.
Piano generale per le strutture parrocchiali.
Sagra annuale preparata con grande impegno.
Incremento allo sport.
Organizzazione per la distribuzione del foglio settimanale parrocchiale.
Festa degli ammalati; corsi di cultura.
Ritiri spirituali.
Scuola di Canto.
34
Visite al Cottolengo.
I ncontri per gen itori .
I ncontri per gi ovan i sposi.
Gruppo liturgico.
Commissioni"di studio per il catechismo, e il Patronato.
Pellegrinaggio a Lourdes.
Decennio della prima Comunione.
Anniversari di matrimonio.
Settimana biblica.
Solidarietà con i popoli del terzo mondo.
Giornata della pace.
Incontri di via.
Dialogo in Chiesa.
Via Crucis per le strade.
Sacra rappresentazione durante la settimana Santa.
Conferenze quaresi mal i.
Celebrazion i penitenzial i comun itarie per adulti e ragazzi.
Ricordo dei defu nti.
I niziative di carattere missionario.
Giornate della gioventù; giornata dell'infanzia.
Mese del rosario.
Centro di assistenza sociale.
Giornate dei papà e degli anziani.
Carri mascherati.
Canti per i diversi tempi liturgici.
Presentazione de II' Anno Santo.
Festa della mamma.
Primi venerdì del mese e Comunione agli ammalati.
Feste musicali e concerti.
Scuola catechisti.
Studio sulla Chiesa in preparazione alla costituzione del Consiglio
Pastorale.
Preparazione dell'ammissione ai vari sacramenti.
SITUAZIONE ATTUALE
La situazione degli edifici parrocchiali non è molto confortante sia
per la condizione in cui si trovano gli impianti sia per la loro funziòna!"Ità.
La Chiesa pur rimessa a nuovo avrebbe bisogno di un ripasso generale al tetto (S'I è già vista qualche macchia d'acqua che si è tentato di
far scomparire); inoltre il pavimento è in cattive condizioni, mancano
locali adatti per le confessioni ecc.
." Campanile attualmente è ancora solido e resistente, ma gli intonacI della cella campanaria sono corrosi dal ghiaccio, le scale sono
vetuste, l'impianto elettrico è stato riparato ùna trentina di volte in
tre anni, una campana si è spezzata e deve essere rifusa.
La Scuola Materna è ormai insufficiente ad accogliere convenientemente tutti i bambini. Si è acquistato il terreno ma ora è necessario
provvedere ad un ampliamento che risolva il problema della ricreazione coperta, e di un refettorio più ampio e di servizi più adeguati.
Il Patronato è insufficiente per la popolazione giovanile della Parrocchia.
La sala del Cinema ha bisogno di una ristrutturazione generale che
cominci dal tetto fino alle attrezzature interne.
Non esiste Casa della Dottrina, per cui alla Domenica le 26 sezioni
di Catechismo devono essere alloggiate dovunque con notevole disagio.
Mancano impianti sportivi adeguati pur lodando l'impegno con cui
gli sportivi hanno tentato di affrontare i problemi.
CONCLUSIONE
PRINCIPALI OPERE COMPIUTE
IN PARROCCHIA NEL PERIODO 1961-1973
A conclusione di questo numero unico sentiamo il dovere di ringraziare tutte le persone che si sono generosamente prestate per rea I izzarlo.
Molte certamente saranno le inesattezze, le dimenticanze: inevitabili quando si cerca di abbracciare molte cose. E' stato un tentativo di
riflessione sulla vita della nostra comunità.
Non abbiamo certamente la pretesa di aver misurato lo spirito di
fede della nostra parrocchia: difficilmente i fenomeni dello spirito
possono essere conosciuti e catalogati.
Dentro di og.nuno di noi c'è un mondo che sfugge a tutte le indagini.
Vuoi essere solo uno sforzo per portare l'attenzione sui problemi
più importanti della nostra esistenza per mettere in evidenza il ruolo
importante che la comunità cristiana riveste per indicare all'uomo la
via della salvezza.
Questo studio sia uno stimolo ad affrontare con maggiore serietà la
nostra vita cristiana in un tempo nel quale a tutti viene chiesto di
partecipare responsabilmente alla vita della Chiesa.
Sia un punto di partenza per altre ricerche e analisi che mettano a
fuoco i problemi più urgenti, ricerchino strade nuove da percorrere in
unione con tutta la Chiesa.
I documenti del Papa e dei Vescovi che indicano le vie del rinnovamento si moltiplicano ogni giorno: sarebbe un danno grave se noi
vivessimo indifferenti di fronte a questo fermento di vita nuova che
impegna tutti i credenti.
Rinnovarsi, riconciliarsi, vivere la fede, annunciare ai fratelli la
Parola di Dio: ecco il programma per il prossimo futuro.
Cambio dei finestroni della Chiesa.
Acquisto del terreno dietro alla Chiesa (4.300 metri circa).
Riscaldamento in Asilo.
Ampliamento dell'Asilo.
Costruzione di un nuovo fabbricato detto "Casa Parrocchiale".
Contributo per la costituzione della nuova Parrocchia alla Castagnara.
Servizi in Asilo.
Tinteggiatura della Chiesa.
Illuminazione della Chiesa.
Revisione e ammodernamento dell'Organo.
Impianto altoparlanti in Chiesa.
Sistemazione casa del Cappellano.
Sistemazione dell'interno della Canonica.
Impianto per la stampa a ciclostile del Bollettino.
nuova anagrafe parrocchiale a scheda visibile e con piante topografiche.
- Sistemazione della cappella del cimitero (pavimento, decorazione, altare in pietra scolpita, crocifisso in terracotta, finestroni).
Ridistribuzione degli ambienti del Patronato.
Sistemazione del Campo Sportivo "D. Giulio Rettore".
Nuova fognatura in Asilo.
Pavimento del refettorio in ceramica.
Acquisto del terreno retrostante l'Asilo di mq. 3.700.
Progetto per una Casa della Dottrina e l'ampliamento del Patronato.
35
Anno Santo: rinnovamento e riconciliazione
Uno dei .principali avvenimenti della Chiesa oggi è la celebrazione
dell'Anno Santo che a differenza del passato ha avuto inizio con la
prima Domenica di Avvento in tutte le Chiese particolari.
Noi abbiamo già dedicato alcune domeniche alla presentazione di
questo avvenimento, sono state tenute in Avvento delle conferenze
per donne e uomini.
.
Diamo ora una breve illustrazione dell'Anno Santo perché tutti noi
c'i prepariamo ad accoglierne le iniziative con spirito di fede.
le, moderazione nel divertimento, generosità, impegno per le sofferenze e ingiustizie.
IL PEllEGRINAGGIO
La Chiesa è pellegrina nel mondo in cerca della Patria futura; il suo
c.ammino s'lgnifica essere in costante contatto vivo con la parola di Dio
e la realtà umana, nello sforzo di ri nnovare sempre la sua fede.
Segno di questa condizione è attraverso i secol i la pratica del pellegrinaggio.
Gli elementi che qualificano il pellegrinaggio cristiano sono:
- sobrietà e austerità segno di penitenza e incontro con Cristo
autore della nostra conversione e vita nuova;
- pietà fondata sulla preghiera per camminare verso la riconciliazione;
- carità operosa che si trasforma in servizio verso i fratelli più
bisognosi e in sforzo per superare le ingiustizie.
STORIA DELL'ANNO SANTO
L'Anno Santo ha le sue origini nell'Antico Testamento e consisteva in un anno di vita pubblica speciale, con l'astensione dal lavoro
normale, col ripristino della distribuzione originaria della proprietà
terriera e con la remissione dei debiti in corso e la liberazione degli
sch iavi ebrei.
Nella storia della Chiesa l'Anno Santo o Giubileo fu istituito dal
Papa Bonifacio VIII, ma con scopi puramente spiritual i, nel 1300.
Doveva tenersi ogni 100 anni. Poi fu stabilito di farlo ogni 50. Ed
infine Paolo Il nel 1470 stabil ì di farlo ogni 25 anni.
Fu anche stabilito di indire l'Anno Santo nella ricorrenza dei 33
anni della vita di Cristo.
L'Anno Santo più grandioso fu quello del 1660 con Clemente VIII
complessivamente si sono avuti finora 25 Anni Santi Maggiori, e 84
Anni Santi minori o straordinari di cui 63 Universali e 21 particolari.
l'INDULGENZA GIUBILARE
L'indulgenza è la remissione della pena dovuta per i peccati perdonati quanto alla colpa.
Durante l'Anno Santo, l'indulgenza plenaria (remissione di tutta la
pena dovuta) si ottiene alle seguenti condizioni:
a) pellegrinaggio ad una Chiesa stabilita dal Vescovo;
b) confessione sacramentale;
c) Comunione eucaristica;
d) preghiera per il Sommo Pontefice e per il Collegio dei Vescovi;
e) distçJcco da ogni peccato veniale;
f) compiere i I pellegrinaggio in gruppi (famil iari, scolastici, professionali, di associazioni ecc ... ) sostando in meditazione e pregando insieme recitando il Padre Nostro, il Credo e un'invocazione alla Vergine. Agli ammalati sarà sufficiente unirsi spiritualmente al pellegrinaggio se non possono parteciparvi.
L'ANNO SANTO OGGI
L'Anno Santo oggi è fatto per il rinnovamento interiore dell'uomo, nella penitenza. E' un momento di grazia per riconciliare gli
uomini con Dio e con i fratelli: stabilire rapporti autentici evitali con
Dio e di giustizia con i fratelli sul piano della Chiesa della società
della pace ecc ...
L'inizio dell'Anno Santo è stato fissato per il 10 giugno 1973
festa di Pentecoste.
A differenza degli anni che l'hanno preceduto ha avuto inizio nelle
varie chiese locali il 2 d'lcembre 1973, per predisporre lo spirito alla
celebrazione a carattere universale del 1975 con centro Roma.
LUOGHI DI PELLEGRINAGGiO IN ITALIA
E NELLA DIOCESI DI PADOVA
CARATTERISTICHE DELL'ANNO SANTO
Per l'Italia sono stati scelti come luoghi di pellegrinaggio il Santuario della Madonna di Pompei, di S. Francesco ad Assisi, della Madonna
di Loreto e di S. Antonio di Padova.
Per la Diocesi di Padova sono stati scelti: La Basilica Cattedrale di
S. Antonio, la Chiesa del Seminario Maggiore, la Chiesa dell'Opera
della Provvidenza, la Basilica del Carmine.
1) Riconciliazione tra gli uomini a tutti i livelli della vita (individui, famiglia, gruppi, categorie, nazioni per camminare verso la pace e
l'unità universale).
2) Rinnovamento dell'uomo e riconciliazione con Dio mediartte
la fede la penitenza e la carità.
3) Riscoprire il valore delle pratiche penitenziali.
4) Il Pellegrinaggio come segno di pietà e di espiazione.
5) Promuovere una più intensa evangelizzazione.
6) Iniziative di carità, pubbliche e private.
7) Giornata di raccoglimento e di studio.
8) Missione straordinaria.
9) Catechismo dei bambini presentato agli sposi.
10) Iniziazione cristiana impegno di tutta la famiglia.
11) Catecumenato permanente 'per la prima Comunione, il matrimonio e vari altri anniversari.
12) Superamento di rancori, comprensione nei rapporti tra genitori e figli, apertura ai compiti sociali, il denaro usato in funzione socia
l'ANNO SANTO NELLA NOSTRA PARROCCHIA
Come abbiamo scritto ali 'inizio, sono state già real izzate alcune
iniziative. Attualmente nelle riunioni e durante le funzioni del pomeriggio si prega secbndo lo spirito dell'Anno Santo. Ogni famiglia ha
ricevuto la pregh iera del I 'Anno Santo.
Per ora è importante vivere l'evento della Visita Pastorale secondo
lo spirito dell'Anno Santo.
In precedenza alla Pasqua, il Consiglio Parrocchiale sarà chiamato a
studiare una serie di iniziative concrete.
36
VIG
ARZERE l capifamiglia
Scarparo Oreste
Zampierini Mario
Carraro Pietro
Vettore Giovanni
Zanon Rinaldo
Turato Luigi Germano
Costinitti Gaetano
Costinitti Ruggero
Ranzato Gino
Turato Gian Franco
Turato Roberto
Turato Pietro
Masiero R iccardo
Masiero Ernesto
Cogo Franco
Bottin Franco
Forese Florindo
Forese Atti I io
Coletto Mario Antonio
Bonato Benito
Dalan Giovanni
Brasolin Benito
Dalla Corte Bernardina
Gobbo Giorgio
Malfitano Francesco
Milani Sergio
Pegoraro Gian Franco
Rettore Sinelfredo
Bortoletto Franco
Maragno Gian Pietro
Bartoletto Mario
Giusti Italo
Camporese Danilo
Giusti Aldo
Vanin Guerrino
Borsetto Beppino
Rosada Antonio
Pivotto Luigi
Lazzaro Bruno
Segala Walter
Fante Adolfo
Barbiero Bruno
Graziera Gian Franco
Guerrin Raffaela
Masiero Sante
Salvai aggio Romano
Berto Franco
Fanell i Bruno
Zoccarato Federico
Fante Paolo
Pelizza Gian Pietro
Ancilotto Carmela
Bedin Giorgio
Elardo Bellino
Gobbo Bruno
Benetton Romeo
Benetton Giannino
Bortoletto Angelo
Martini Giovanni
Martini Luciano
Bragian Armando
Agostini Ezzelindo
Camporese Florio
Fassina Cesare
Bisello Antonio
Franceschin Antonio
Franceschin Lorenzo
Franceschin Antonio
Tonello Renato
Fassina Ermenegildo
Fassina Luciano
Damian Orfeo
Di Mari Angelo
Di Mari Giuseppe
Vettore Fernando
Cerrarello Si Ivestro
Franceschin Amalia
Piran Ampelio
Pilotto Allino
Biasio Giulio
Dorio Antonietta
Ughini Baldovino
Mottaran Graziadio
Gheller Gian Paolo
Zorzato Beniamino
Galesso Olga
Ughini Franco
Mimo Wanda in Marangon
Mimo Stefano
Mimo Giannino
Zorzato Tasca
Pinton Liberino
Barcarolo Mario
Melandri Gian Pietro
Zorzato Rizzieri
Zorzato Rosa vedo Zannoni
Rossi Angelo
Rossi Antonio Natale
Rossi Giuseppe
Tomain Paolo
Cecchetin Bruno
Cecchetin Fabrizio
Ferraresso Virgi nio
Ravazzolo Italo
Ravazzolo Raimondo
Bellon Redentore
Ranzato Giovanni
Spinello Carlo
Ravazzolo Natale
Gobbo Luigi
Gobbin
Bisanzon Sergio
Basso Gian Paolo
Vincenti Edoardo
Sal ata Umberto
Ranzato Maria
Rossi Agnese
Capovilla Livio
Basso Vlnicio
Vanicelli Onorio
DionisiPasqualino
Gorgoni Antonio
Duzzin Antonio
Pinton Giuseppe
Ranzato Albano Vincenzo
Lorenzato Giovanni
Furini Umberto
Boa retto Marcello
Boaretto Giovanni
Marini Mario
Scarin Dino
Bortolani Luigino
Ranzato Antonio
Gaetani Bruno
Lissandron G. Franco
Boldrin Tranquillo
Paccagnella Sergio
Salviato Giuseppe
Colucci Ettore
Ghigliordini Fabio
Cecchinato Sergio
Schiavon Marcello
(ci scusiamo per eventuali errori o ammissioni)
Gaspari Isidoro
Tognon Ugo
Oselladore Mario
Moressa Mario
Griggio Bruno
Bigon Emilio
Zanin Ugo Luigi
Gasparini Franco
Boaretto Leo
Bedin Carolina
Griggio Fausto Romeo
Griggiò Aurelio
Griggio Antonio
Griggio Nazzareno
Griggi Arturo
Griggio Mario
Griggio Guerrino
Griggio Severino
Griggio Luigi Giorgio
Rossi Luciano
Mimo Leone
Ranzato Davide
Zanovello Marino
Novel Carlo
Luise Anselmo
Luise Rino
Piquet Remo
Rizzato Attil io Natale
Chiarotto Arsenio Egidio
Salviato Maria
Sabbadin Nevio
Mazzetto Antonio
Lincetto Antonio
Bassani Adriano
Vieno Ferruccio
Bortolato Flora
Patron Aducio
Gaspari R iccardo
Fiorese Beppino
Fiorese Gianni
Dal Pozzo Amai ia
Barcarolo Gian Pietro
Canova Gastone
Canova Gino
Massignani Valerio
Pasqualotto Arrigo
Mason M. Pia
Schiavon Giorgio Bruno
Becegato Romano
Tani Ivo
Parancola Gastone
Parancola Danilo
Schiavo Primo
Schiavo Santina
Gazzea Giuseppe
Piva Dino Giacomo
Capini Francesco
Tobaldo Angelo
Festa Costantino
Rasio Maria
Piva Elio
Mazzucco Francesco
Gallocchio Modesto
Suore
Marini Nevio
Marini Lino Gisello
Bernardello Pietro
Bernardello Luigi
Marangon Dino
Marangon Gilmo
Zanin Giorgio
37
De Toni Giovanni
Battiston Giuseppe
Zanon Angelo Giorgio
Tonello Girolamo
Piran Guerrino
Pelusin Iseo
Marangon Giorgio
Marangon Bruno
Récttore Anton i o
Camillo Vittorio
Sottovio Olindo
Scanferla Aldo
Spolaore Lu igi
Gazzetta Angelo
Marcato Auro
boro Aurelio
Busana dr. Sergio
Giacon Romeo
Marangon Mario
Marangon Albano
Sottovia Achille
Porra Mario
Bresciani Pietro
Pirazzo Giorgio
Pirazzo Gilberto
Ranzato Riccardo
Marini Liborio
Benetti Ivo
Benetti/Pitarello
Pavin Renzo
Dori Ferdinando
Peron Emilio
Trevisan Gino Luigi
Magi iochetti Angelo
Vidale Nicola
Sottovia Luigi
Marangon Remo
Bergamasco Luigi
Zanon Giovanni
Zaramella Cesare
Rubin Romeo
Dalan Giulio
Rettore Pietro
Boriosi Gino
Fassina Sergio
Vettore Norberto
Vettore Aldo
Dali e Steli e Cesare
Dalle Stelle Gino
Lorenzin Alfeo
Tonello Giovanni
Benoni Ruggero
Pavan Remo
Migliorini Carlo
Rossi Antonio
Gastaldello Giovanni
Rampado Albano Ugo
Pegoraro Guerrino
Pegoraro Giorgio
Dori Umberto
Pegoraro Giovanni
Marcellan Walter
Luise Cesare
Luise. Gian Paolo
Salata Angelo
Salata Silvano
Gobbin Adolfo
Martini Vito
Martini Bruno
Ranzato Pompelio
Sandre Guerrino
Pirazzo Bruno
Nalesso Giovanni
Marcato Enrico
Bassani Giuseppe
Cavinato Virginio
Andretta Luigi
Broggio Bruno
Fanton Danilo
Franceschin VVasco
Franceschin Gianni
Franceschin Aldo
Fassina Beppino
Favero Paolo
Favero Livio
Ca regnato Severino
De Vitto Giuseppe
De Lorenzo Busatta !Tullio
Lissandron Oreste
Grotto Amedeo
Grotto Natale
Ranzato Severi no
,Ranzato Renzo
Degli Agostini Enzo
Garbo Giuseppe
Degli Agostini Giovanni
Rodella Ottorino
Maretto Gastone
Greggio Gino
Galante Francesco
Pilli Lino
Giacon Giuseppe
Mistro Guerrino
Rossi Giovanni
Compagin Oreste
Vettore Mario
Vettore Adriano
Coppo Sergio
Sartorello Antonio
Fiorese Dino,
Arcuti Cosimo
Cecchin Bernardina
Giacomini Servio
Ranzato Tarcisio
Spolaore Giuliano
Ranzato Carlo
Don Agostino
Pasqualotto Antonio
Don Giulia
Vincenti Romeo
Vincenti Antonio
Rossi Elena
Oliva Federico
Boaretto Riccardo
Pinton Federico
Griggio Gianni
Veronese Ida
Veronese Lino
Martini Gelindo
Scanferla Orfeo
Vettore Emilio
Elardo Renzo
Marega Antonio
Zanon Sergio
Ruffato Luigi
Santacroce Antonio
Nalesso Leandro
Donà Otello
Salvato Vittorio
Barbiero Luigia
Nalin Bruno
Pegoraro Bruno
Michelon Amalia
Capovilla Luigi
Stefani Aldo
Cavi nato Virginio
Agostini Aurelio
Mamprin Attilio
Rettore Gi no
Galdarosa Almerino
Gasparini Elena
Trevisan Mario
Cagnin Paolo
Bianchetto Valerio
Pegoraro Pietro
Carraro Pasquale
Bassani Natale
Quartesan Giacomo
Trevisan M. Angelo
Griggio Angelo
Alfeni Giuseppe
Segato Lorenzo
Ghergona Ernesto
Pegoraro Mario
Vettore Ladislao
Stortolani Paolo
Testa Emma
Scolaro Vitto
Luise Assunta
Zilio Giovanni
Rettore Raffaela
Martini Giordano
Moretto Clelio
Pieretto Gino
Fanelli Giordano
Mion Biagio
Pampagnin Giorgio
Pampagnin Antonio
Marangon Francesco
Lorenzi Carlo
Fassina Antonio
Borgato Stelvio
Marangon Angelo
Michelon Antonio
Michelon Battistino
Pegoraro Antonio
Pegoraro Livio
Pegoraro G. Carlo
Pirazzo Vittorio
Stefan Angelo
Levorato Roberto
Coppo Lino
Nalin Guido
Penello Ampelio
Fassina Giuseppe
Fassina Si Ivano
Ranzato Mansueto
Dorio Bruno
Scanferla Bruno
Rettore VValter
Pilli Annamaria
Pilli Giorgio
Pilli VVasco
Pilli Riccardo
Pilli Pietro
Semenzato Vittorio
Gomiero Gian Carlo
Scarano Pompeo
Pilli Romeo
Pilli Dora
Ranzato Ferruccio
Pirazzo Aurelio
Pirazzo Rinaldo
Pirazzo Sergio
Ranzato Clelia
Ortolani Paolo
Musuruanna Giovanni
Boldrin Silvano
Cerato Giacomo
Cerato Lu'igi
Cerato Giovanni
Corvino Rocco
Mazzarotto Renato
Chiapperini Matteo
Puliero Maria
Camporese Luigi
Maran Ampelio
Schiavon Tosca
Picci Ernesto
Nicoletto Giusf3ppe
Nicoletto Giorgio
Gastaldon Franco
Pirazzo Dino
.Pirazzo Ferruccio
Gasparini Giorgio
Gasparini Aurelio
Gastaldon Arturo
Gasparini Marcello
Gasparini Mario
Gasparini Silvano
Broggio Irma
Bassani Paolo
Elardo Danilo
Schiavon N8dir
Schiavon c:ugenlo
Elardo Luciano
Scarpa Ottorino
Zamperini Natale
Fassina Zelante Luciano
Bisanzon Gino
Sottovia Emilio
Paggetta Giovanni
Lissandron Olga
Corradini Enzo
Zulian Luigi
Peruffo Giuliano
Bassan i Berto
Nalin Gino
Pegoraro Bruno
Pegoraro Vittorio
Marangon Genoveffa
Dalan Mario
Loreggian Giuseppe
Griggio Silvano
Burascano Gaetano
Mzzarello Emilio
Fassina Gian Carlo
Coda Giuseppe
Nalesso Silvio
Bedin Giuseppe
Rettore Erminio
Griggio Aurelia
Mazzucco Francesco
Tommasello Bruno
Zorzi Lino
Barcarolo Silvio
Andrigo Danilo
Andrigo Luigi
Guidolin Gi,acomo
Guidolin Alfonso
Guidolin Mario
Pauro Dino
Scanferla Aldo
Canforto Benvenuto
Salviato Aurelio
Galante Otello
Galante Italo
Marcenta Mario
Zattarin Dino
Nalin Sergio
Dorio Rosa
Miozzo Egidio
Piretto Carlo
Dalan G. Carlo
Marcato Lino
Mansueto Dino
Rettore Miranda
Camporese Silvano
Torresin Albano
Cardellini Pietro
Rettore Ottorino
Xodo Nico
38
Conte Ferdinando
Lazzarin Giuseppe
Lazzarin Natale
Cerami Leandro
Targ Romeò
Tamiazzo Sergio
Degli Agostin Franco
Calzavara Lino
Scagliari Luigino
Amali Adriano
Gheno Bortolo
Cesaro Giorgio
Rettore Matteo
Cesaro Luciano
Camporese Mario
Cesaro Mario
Marcolongo Claudio
Moro Gian Carlo
Chiarello Olindo
Voltan Gian Paolo
Trento Marcello
Ruffatto Giuseppe
Facco Gastone
Miolo Carlotta (De Toni Gino,
Bruseghin Livio
Lissandron Ifanio
Lissandron Umberto
Lissandron G i no
Lissandron Giustina
Pizzo Guglielmo
Cesaro Bruno
Alfani Luciano
Lissandron Antonio
Lissandron Renato
Lissandron Angelo
Lissandron Giovanni
Moretto Benito
Lissandron Serafino
Lissandron Romeo
Camporese Giuseppino
Lissandron Francesco
Rettore Lino
Brillo Germanno
Zaggia Floriano
Cattelan Anna
Lissandron Marti no
Camporese Bruno
Lissandron Abele
Lissandron Aldo
Franceschi Sergio
Lissandron Gianni
Rettore Giulio
Lissandron Narciso
Lissandron Nevio Antonio
Lissandron Ivone
Lissandron Ettore Egidio
Garbinetto Aladin
Moro Dino
Barocco Giulio
Lissandron Giuseppe
Lissandron Gian Carlo
Marangon Bruno
Scanferla Ugo
Scanferla Giovanni
Scanferla Mario
Bissacco Antonio
Lissandron Sante
Lucadello Giovanni
Stefan Antonio Severino
Ranzato Amedeo
8rocca Achille Antonio Cesare
Bissacco Ampelio
Rettore Albino
Rettore Emilio Giuseppe
Rettore Gastone
Schievano Vittoria
Pavanetto Giorgio
Cattelan Federico
Chinaglia Santino
Cattelan Giuseppe
Cattelan Tommaso
Cattelan Antonio
Elardo Don Antonio
Marini Erminio
Cardei Wanda
Marangon Gino
Marangon Ferruccio Luciano
Giacomello Gian Franco
Carazzolo Dino
Ranzato Ivano
Ranzato Severino
Ranzato Galdino
Ranzato Pietro
Ranzato Renzo
Ranzato Guerrino
Ranzato Nevio
Lissandron Sergio
Ranzato Delfino
Pavanello Stefano
Pulliero Livio
Ranzato Antonio
Schiavon Giuseppe
Marini Paolo
Marini Gaudenzio
Maier Clinio
Giacomin Lorenzo
Giacomin Ilario
Dalla Libera Luigi Giuseppe
Ranzato Alfredo
Pegoraro Corrado
Trevisan Roberto
Bettin Bruno
Schiavon Arrigo
Schiavon Walter
Betti n Luciano
Ranzato Severino
Maniero Livio
Pirazzo Adone
Pirazzo Renato
Lissandron Genoveffa
Ceron Flavio
Pirazzo Pietro
Zanovello Rodolfo
Fassina Ernesto
Ranzato Gemma
Rossetto Santo
Cavi nato Iles
Burdi Francesco
Rossetto Bruno
Ranzato Giovanni
Zanella Ferruccio
Zanella Sergio
Ranzato Floriano
Ranzato Bruno
Griggio Igino
Garbin Lina
Ranzato Pietro
Griggio Fernando
Maragno Gino
Zerbinati Sandro
Callegaro Settimo
Paggetta Aldo
Vesta I i Lucio
Ranzato Arsenio
T onello Fermo
Vestal i Lici nio
Pasquetto Sergio
Chinellato Luigi
Chinèllato Luciano
Chinellato Sergio
Giorato Giorgio
Pinese Maria
Zanella Ampelio
Bodo Ferruccio
Baldon Sergio
Barbato Sergio
Bottin Savino
Pirazzo Roberto
Zorzi Giannino
Zorzi Ugo
Zorzan Elsa
Pagin Severino
Zordan Lino
Zanella Stella
Schievano Carlo
Pintonello Colomba
Sabbadin Edoardo
Sabbadin Arturo
Pirazzo Franco
Bettin Pasquale
Sabbadin Flaminio
Sabbadin Attilio
Gottardo Giannino
Zanella Antonio
Zanella Gian Pietro
Sabbadin Bruno
Zanella Carlino
Zanella Silvano
Bertocco Palmira
Furlan Riccardo
Pegoraro Olivo
Zordan Olga
Zordan Dante
Marangon El isa
Zanella Luigino
Zanella Silvio
Zanella Agostino
Ceccon Alcide
Elardo Placido
Elardo Ugo
Elardo Severino
Elardo Mario
Elardo Roberto
Elardo Gianfranco
Elardo Luci Il o
Gottardo Armando
Gambato Luigia
Marini Desiderio
Marini Lino
Rambaldi Benvenuto
Lissandron Adriano
Lissandron Severi no
Schiavo Secondo
Marangon Duilio
Rettore Oscar
De Santi Pietro
Dorio Desiderio
Marangon Augusto
Marangon Gian Paolo
Fassetti Egidio
Griggio Renato
Baccan Guerrino
Bagarolo Lodovico
Marangon Cesare
Bettin Giulio
Alverini Giulia
Guerra Silvano
Mi notto Evaristo
Ranzato Luciano
Ranzato Pietro
Fassina Natale
Camporese Guido
Dorio Nevio
Sa retta Oscar
Vettore Ottorino
Reolon Antonio
Pasquetto Ivano
Pasquetto Mario
Friso Maria
Botton Giorgio
Botton Sergio
Pasquetto Gino
Pampagnin Bruno
Pasquetto Radames
Miozzo Giovanni
Squaggin Giovanni
Piantella Secondo
Pasquetto Antonio
Mezzacasa Pietro
Miotti Gaetano
Brotto Gianni
Pegoraro Eugen i o
Bano Bruno
Scotto n Bruno
Alberoni Angela
Indiani Bruno
Babolin Tarcisio
Degli Agostini Dante
Pegoraro Sebastiano
Pasquetto Italo
Mezzacasa Margherita
Zanetti Wasco
Ranzato I reneo
Steffan Umberto
Calzavara Redento
Fasslna Giuseppe
Griggio Basilio
Lollo Sergio
De Checchi Ottorino
Pinton Domenico
De Checchi Gerardo
Cavinato Sergio
Noventa Sergio
Tonin Elio
Esegio Emilio
Pasquetto Attilio
Ranzato Giuseppe
Pieretto Claudio
Spinello Guerrino
Legora Eugenio
Ranzato Paolo
Cesaro Giulio
Ranzato Gian Carlo
Pegoraro Alberto Silla
Ranzato Lu igi
Pegoraro Romeo
Nalesso Giorgio
Pegoraro Bortolo
Vieno Wladimiro
Rigon Genoveffa
Vieno Mario
Vettore Brunone
Peron Adolfo
Vettore Sifverio
Pinton Adolfo
Bertocco Claudio
Pinton Primo
Penello Giovanni
Pinton Cal isto
Vettore Grado
Sandrin Giovanni
Bonetto Guglielmina
Pasquetto Umberto
Pegoraro Gabriele
Marchetti Marino
Pegoraro Antonio
Marcon Angelo
Pegoraro Gustavo
Marcon Gino
Pegoraro Albano
Fassetti Augusto
Vettore Ugo
Fassetti Germano
Vettore Zeno
Fassetti R i no
Favarin Giovanni
Bertol i Speranza
Favarin Rinaldo
Giacomazzo Maria
Pegoraro Ettore
Peron Ugo
De Marchi Silvio
Marini Erina
Minotto Natalina
Fusaro Francesco
Franceschin Luigi
Fusaro Giorgio
Fungenzi Alfredo
Fusaro Alfredo
Pegoraro M. Giustina
Serafin Ettore
Fusaro Antonino
Francesch i n Du ino
Bassani Italo
Marini Luciano
I?ampagnin Mario
Marini Gastone
Gamba Romilda
Vie no Gastone
Gottardo Giuseppe
Vieno Mario
Gottardo Federico
Paternoster Marianna
Mezzacasa Giacomo
Paggetta Attilio
Pegoraro Ottorino
Bellotto Armando
Pegoraro Lino
Bellotto Domenico
Peron Attilio Giac.
Rettore Giuseppe
Sarti Emilio
Trevisan. Arturo
Peron Guerrino
Mion Giuseppe
Peron Francesco Giuseppe Genesio Dagli Agosti,ni Antonio
Favero Eugenio
Businaro Remo
Rettore Emilio
Degli Agostini Natalino
Rettore Albino
Dario Mario
Frison Luigi
Businaro Pietro
Basso Augusto
Businaro Danilo
Frison Antonio
Bevilacqua Rosario
Fassina Giuseppina
Frasson Plinio
Frison Pietro
Frasson Leopoldo
Pampagnin Natalia
Zorzato Gabriele
Lissandron Renzo
Zorzato Fiorante
Rettore Duilio
Righetto Luigi
Schiavo Ugo
Basso Gino
Maiolo Walter
Frison Alfredo
Maiolo Otello
Frison Agnese
Nalesso Roberto
Zilio Angelo
Maiolo Giovanni
Fassina Sesino
Galante Giuliano
Pampagnin Vittorio
Miozzo Antonio
Pampagnin Gaudenzio
Sarti Giovanni
Pampagni n Luigi
39
Degli Agostini Mario
Degli Agostini Livio
Marangon Bruno
Bano Antonietta
Agostini Maria
Paggetta Franco
Marangon Ottorino
Pavin Luigi
Soffiato Natale
Celegato Giuseppe
Bilato Primo
Moretto Lino
Moretto Antonio
Moretto Francesco
Zotti Angelo
Zotti Mario
Zotti Gian Carlo
Lollo Alberto
Pasquetto Giuseppe Piero
Martini Leo
Sato Duilio
Patron Virgilio
Degli Agostini Amedeo
Degli Agostini Mario Idelio
Marti n i Oreste
Martini Albino
Martini Umberto
Pavin Ivana
Pavin Aldo
Pavin Silvano
Ton Roberto
Pavin Corrado
Pavin Alfonso
Tonello Giuseppe
Zanotto Aldo
Ranzato Pasquale
Ranzato Oreste Mario
Falcaro Giuseppe
Ranzato Floriano
Raniato Antonio
RanZato Fidenzio
Elardo Bellino
Boscaro Orfeo
Rombaldi Giovanni
Rombaldi Bassano
Rombaldi Onofrio
Rombaldi Renato
Rombaldi Romeo
Stortolani Severi no
Pizzinato Marcello
Rombaldi Ampelio
Rombaldi Pierino
Rombaldi Ottorino
Rombaldi Gabriele
Tardivo Silvio Paolo
Tardivo Guido
Zanetti Aquino
Gasparini Umberto
Gasparini Antonio
Don Domenico Danilo
Zanell i Francesco
Zorzi Renato
Zorzi Angelo
Zorzi Olivo Giulio
Lanzone Mario
Martini Raffaele
Fradellin Giovanni
Martini Eugenio
Martini Giovannino Antonio
Zulian Mosè
Bedo Bruno
Zampieri Guido
Zampieri Giuseppe
Zampieri Attilio
Panfili Umberto
Zampieri Antonio
Sartore Franco
Barbieri Fernando
Barbieri Erminio
Dal Zotto Giovanni
Bettin Umberto
Bettin Artemio
Bettin Giovanni
Cattelan Girolamo
Bernardello I rene
Bassani Felice
Ruffato Rino
Degli Agostini Luigi
Cosma Primo
Cosma Mario
Degli Agostini Guido
Bettin Albano
Cattelan Luigi
Frison Luigi
Pagan Giancarlo
Dario Adriano
Schiavo Umberto
Marzotto Guido
Zotti Primo
Paggetta Beli i no
Paggetta Bruno
Beda Rino
Paccagnella Deci mo
Paccagnella Umberto
Fanell i Stefano
Fanell i Ferrucci o
Frison Orlando
Salviato Fermo
Zanella Olindo
Paccagnella Ernesti no
Turato Pietro
Boschello Silvio
Vettore El io
Bilato Desiderio
Rettore Guido Umberto
Meggiolaro Stefano
Fincato Roberto
Fincato Alberto
Lago Ida
Ceccon Marcello
Bettin Giuseppe e Flavio
Calzavara Giuseppina
Dorio Gino
Dorio Antonio
Stefan Rino
Favero Oscar
Favero Maria Luigi
Martini Angelo
Martini Ampelio
Zanella Artemio
Zago Antònietta
Bettio Palmerino
Ranzato Bruna Maria
Coppo Paolo
Coppo Angelo
Girardi Sante
Pinton Mario
Tognon Dino
Pinton Maria
Ranzato Primo
Ranzato Mario
Ranzato Erminio
Ranzato Lu igi no
Ranzato Mario
Schiavo Giovanni
Spinelio Schiavo Truilio
Zanetti Cel io Oscar
Calzavara Gian Carlo
Calzavara Gino
Sottovia Gino
Martinello Antonio
Martinello Italo
Zanella Guerrino
Carraro Paolo Livio
Cagnin Pasquetto Ester
Dario Francesco
Cagnin Igino
Rossetto Antonio
Rossetto Renzo
Schiavon Teresa
Schiavon Nevio
Bortol atto Si Ivio
Scotton Armando
Fassina Battista
Monopol i Ernesto
Barcarolo Angelo
Luise Olivo
Lovisetto Albino
Paggetta Paolino
Francato Alessandro
Francato G. Battista
Graiff Mario
Ganis Paolo
Sturaro Angelo Pietro
Beccegato Luciano
Beccegato Antonio
Vieno Renzo
Vieno Maurizio
Rodari Ernesto
Braghetto Agostino
Cario Vincenzo
Ortolani Francesco
Mezzacasa Antonio
Fontana Arnaldo
Boschetto Luci.ano
Boschetto Pietro
Schiavo Guerrino
Turin Gianni
Cosma Angelino
Trevisan Guido
Bertoncin Flavio
Cosma Orlando
Pilli Antonio
Pilli Ivano
Pilli Erminio
40
Pilli Ernesto
Dalla Costa Elda
Luise Antonio
Lu ise Pietro
Lu ise Francesco
Filoso Carmela Masiero
Lollo Tarcisio
Rubin Gian Carlo
Zaramella Adriano
Scodro Luciano
Ranzato Concetta
Boschetto Alberto
Pernumian Ivo
Camporese Gianni
Toffanin Silvio
Bedin Bruno
Bison Giulio
Scotton Ilario
Rettore El isa
Pilli Silvano
Paccagnella AI do
Gamba Beccegato Fortunato
Pasqualotto Alfonso
Ughini Laduino
Trovò
Roberto
Garozzo Salvatore
Ranzato Anelda
lVIiozzo Gabriele
Miozzo Roberto
Vieno Giorgio
Gomiero Gino Antonio
Salviato Egidio
Costa Flavio
Gamba Bruno
Lanzone Domenico
Marangon Enrico Luciano
Gaspari Luigi
Giacomini Ampelio
Cattelan Mario
Luise Gino
Tonti Domenico
Pepe Giovanni
Sottovia Aldo
Rossi Sergio
Trevisan Ivano
Martini Busatto Elvira
Perin Gerardo
Dorio Pierino
Dorio Pintari Maria
Lazzari Federico
Dorio Antonio
Ciangherotti Franco
Ranzato Paolo
Ranzato Marcello
Vincenti Giovanni
Ranzato Mariano
Bertazzo Gabriele
Zanon Elisa v. Bertazzo
Fanelli Giuliano
Fanelli Gian Carlo
Degli Agosti ni Ettore
D'Agostini Ferruccio
Alosi Gaetano
lO marzo 1974
3 a visita pastorale
del Vescovo
Mons. Girolamo Bortignon
padre e pastore