una comunità cristiana che si interroga
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una comunità cristiana che si interroga
III i SOMMAR 3 4 7 anticipò la 8 h,p,,,,,,,,,,,,,,,,, di un incontro 9 del Vescovo 15 18 saper dialogare ma Scuola Materna 1i"i"tnIl"IFI'> """"'V,"" Media 29 30 31 Rinnovamento e ..... ""'''' .",.. i",,,",,,,,,, I HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Don Luigi Contin, Don Paolo Paiusco, Don Giorgio Pressato, Federico Zoccarato, Tino Bedin, Suor Augusta Gallinaro, Giorgio Marangon, Giuseppe Battiston, Norberto Vettore, Ivone Lissandron, Antonia Cesaro, Galdino Ranzato, Ivano Ranzato, Corinna Ranzato, Antonio Frison, Aldo Vettore, Gianni Vettore, Gabriele Ranzato, Leopoldo Rossi, Patrizia Marangon, Clara Elardo, Antonia Ranzato, Daniela Pegoraro, Giuseppina Zoccarato, Anna Ceccarello, Emanuela Zorzato, Maurizio Vincenti, Francesco Ranzato, Lino Calzavara Foto: Archivio Parrocchiale. Stampa: OTV Stocchiero - Vicenza. tazzone In occasione della terza visita pastorale del nostro Vescovo e Padre Mons. Girolamo Bortignon, la Parrocchia di Vigodarzere intende interrogare se stessa. La visita di Colui che ha l'incarico di annunciare Cristo diventa motivo valido per un confronto col Vangelo, per un'analisi della vita cristiana operante nella nostra parrocchia, per una riflessione approfondita sulla nostra attuale fisionomia spirituale. Come viviamo la nostra fede?, quali sono le tensioni, le difficoltà, le aspirazioni, il clima religioso di Vigodarzere? Ecco gli interrogativi cui cercheremo di dare una risposta. Questo numero unico non è fatto per essere archiviato tra i ricordi, ma come base di partenza per una pastorale rinnovata, come inizio di una ricerca della nostra autentica identità cristiana da far crescere insieme in corresponsabili tà. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale dovrà essere lo strumento principale per una progressiva maturazione della nostra vita cristiana insieme all'ACI e a tutte le altre associazioni. Intendiamo camminare nella vita del Vangelo con umiltà, con fede viva, ma anche con uno studio attento dell'ambiente in cui ci troviamo, della nuova pastorale suggerita dalla Chiesa e specialmente predisponendo un programma pastorale che risponda alle esigenze di Vigodarzere con particolare riguardo a valori priorità e scelte concrete da assumere in unione con lo sforzo di rinnovamento di tutta la Chiesa. Quanto è scritto in questo numero non pretende di essere una presentazione completa e dettagliata di tutta la nostra pastorale, ma l'inizio di un lavoro da impostare razionalmente con l'aiuto di tutti. Scopo fondamentale: essere famiglia di Dio, famiglia viva famiglia in cammino verso il Padre, per cui vivere è amare. L'Arciprete Don Luigi s o l ass t . . Le venttset V'lszte pastorali dino Conti 1332, e con i suoi successori fino ad arrivare al Concilio di Trento. In piena epoca della riforma tridentina cominciamo a trovare i vescovi che, metodicamente, passano a visitare le varie parrocchie o chiese della loro Diocesi. La prima visita Pastorale che la storia ci tramanda, inerente alla nostra Parrocèhia di Vigodarzere, risale all' Il giugno 1572, con il Vescovo Nicolò Ormanetto. Questa, venne fatta un anno dopo l'indizione della visita Pastorale alla Diocesi, con il preciso scopo di divulgare il cattolicesimo, ravvivare la fede e togliere ogni abuso. Nell'ottobre del 1587 Federico C6rner, Vescovo di Padova effettuava la sua visita in Vigodarzere, riscontrando che gli abitanti di allora erano 860. Quale fosse l'estensione della nostra Parrocchia a quell' epoca, nessuno ce lo dice. Il Vescovo C6rner, nel suo questionario, insisteva molto sui registri canonici, ed obbligava i sacerdoti a redigere le registrazioni di tutti i battesimi, delle Cresime, dei matrimonie dei defunti. Il Vescovo, nelle sue visite, avvicinava personalmente e cercava di portare sulla via della persuasione tutti coloro che vivevano ai margini della società, vivendo nell'assenteismo e nella completa indifferenza della fede. Si legge che, a volte, nei suoi richiami usava parole drastiche e prometteva sanzioni. Il Vescovo Alvise C6rner 10 troviamo nel nostro paese per le sue prime visite pastorali; infatti resse la Diocesi di Padova dal 1589 al 1594. Il 28 agosto 1613 Marco C6rner era in Vigodarzere per la sua visita Pastorale; allora era parroco D. Cassiano De' Cassiani. Fra le altre cose il Vescovo si preoccupò della dottrina Cristiana; ci consta, infatti, che fu il primo a dare in mano ai fanciulli il catechismo, allora chiamato "dottrina piccola", o, come l'aveva chiamata il Bellarmino "dottrina cristiana breve". Pietro V alier, Vescovo ausiliario del padovano, lo troviamo nella nostra Parrocchia il 26 ottobre 1620; di questa, il parroco D. Cassiano ci dice ben poco, se non un accenno e segnalazioni di suppelletili, vasi sacri, arredi, ecc. Nel 1630, su tanta operosità e tanti sogni del rinascere del cristianesimo, le nostre terre venivano colpite dalla tremenda peste, descritta dal Manzoni ne "1 Promessi Sposi". Il lO maggio 1656, il Vescovo Giorgio C6rner, compie in Vigodarzere, la sua prima Visita Pastorale; D. Francesco Agostini era parroco di questa Parrocchia, e nella sua relazione, presentata al Vescovo, il parroco annotava 650 anime. II nostro archivio Parrocchiale custodisce i primi libri Canonici; in essi vi troviamo la registrazione dei nati del 1648, i morti del 1656 e dei matrimoni del 1735. Da allora i sacerdoti erano obbligati a conservare, trascrivere e registrare fedelmente, il movimento demografico della loro Parrocchia. La storia del primo cristianesimo in Padova, quasi fino al mille, ci è stata avara, soprattutto nelle documentazioni scritte. Dobbiamo inoltre ricordare l'incendio della Capitolare (899) per opera degli Ungari. Dopo il mille le grandi figur~ di Vescovi, succedutesi alla Cattedra di S. Prosdocimo, pur essendo stati dei grandi riformatori, poco ci tramandarono della vita spirituale e dell' attività pastorale di quei tempi. Del Vescovo Giordano, morto nel 1228, sappiamo che qualche mese prima di morire si portava a visitare il territorio padovano allo scopo, non solo di visita, ma soprattutto per insegnare, guidare e riformare. tutto ciò che si poteva riformare, tanto nelle persone quanto nella chiesa. Eravamo al tempo della predicazione di S. Antonio da Padova e della venuta in città dei Padri Domenicani dei Francescani. La vasta riforma della Diocesi di Padova, con un piano proprio di restaurazione, ha inizio con il Vescovo Ilde bran- e Vecchia chiesa e campanile. Oa una vecchia stampa del 1830 4 ~'oper~ .del Vescovo oltre ad insistere sulla necessità della vita spmtuale, ,(S. Mess<l:, Confession~, istruzione religiosa) puntava sulla ConsacrazlOne delle chIese eIa benedizione delle campane . . ln?ltre, teneva all'aggiorn.amento dei registri canonici, affll1che fosse costantemente rlnnovato. Si registrava; a quell'epoca, nella nostra Parrocchia il numero di 1.045 anime. La domenica del 21 maggio 1780, festa della SS. Trinità il parroco Don Giobatta Ceroni Senior da Caltrano riceve iÌ Vescovo Nicolò Giustiniani in Visit~ Pastorale; gli abitanti erano 1.058: lentamente la popolazlOne aumentava di numero. Verso il 1797, con la caduta della Serenissima Repubblica Veneta, la nostra Diocesi trascorre anni tra i pill burrascosi. Con la morte del Giustiniani, avvenuta il 24 novembre 1796, il canonico Francesco Dondi dall'Orologio, sacerdote padovano, veniva eletto Vicario Capitolare. Solo nel 1805 veniva consacrato Vescovo, mentre la nomina alla Cattedra di S. Prosdocimo avviene il 18 settembre 1807. Il 2 ottobre 1805 lo troviamo a Vigodarzere per consacrare le uniche due campane sistemate in una baracca "custodita dal campanaro". Per la visita Pastorale, invece, lo troviamo in Parrocchia il martedìJO aprile 1811. In quegli anni la nostra città e i territori dei nostri paesi, venivano calpestati dal passaggio degli eserciti francesi ed austriaci. Si aggiungono inoltre le alluvioni, le carestie e le disposi .. zioni delle pu bbliche autorità. Vengono così chiusi, ridotti e requisiti conventi, chiese e monasteri, mentre veniva imposto lo studio del "catechismo napoleonico" . In tanto mutare di uomini e situazioni, il compito del Vescovo era di salvare il salvabile. E' con animo coraggioso che il vescovo Francesco Scipione, nella primavera del 1811, dà inizio alla visita Pastorale della Diocesi. Nel J 876, con l'arciprete D. Giovann~ Spagnolo da Pedescala, il Vescovo Federico Manfredini che, con illuminata saggezza resse la nostra Diocesi nella seconda metà dell'Ottocento, lo troviamo in visita al nostro paese. (E' di questo periodo l'inizio dell'Azione Cattolica). La nostra Parrocchia, verso il 1877, contava 2.048 anime, ed estendeva i suoi confini a: Campodarsego, Saletto, Mejaniga, Zona Bragni e Pontevigodarzere. Il Cardinale Giuseppe Callegari veniva a Vigodarzere ]'8 settembre 1888, ed il Parroco annotava 2.500 abitanti. Giuntovi, sollecita ed incrementa l'Azione Cattolica, esi~e dai parroci la panoramica completa del nuovo ruolo a cui e chiamata la Parrocchia, con una sempre più sentita parte~ cipazione dei laici alle difficoltà sociali. Il Cardinale Callegari lo troviamo ancora nella nostra Parrocchia 1'8 giugno 1902, terza domenica dopo Petencoste, in occasione della sua seconda visita Pastorale con l'allora Parroco D. Pietro Panozzo, mentre l' 11 novembre dello stesso anno, festa di S. Martino, ritorna per consacrare le due nuove campane, inaugurando così l'attuale camfanile. Monsignor Luigi Pelizzo è in Vigodarzere ne 1916 per la visita Pastorale, sia pur in pieno periodo di guerra. Passati quegli anni burrascosi, lo ritroviamo ancora nel nostro paese nel 1920. In questo periodo post-bellico, egli insisteva presso i parroci per avere "relazioni scritte" avendo così di fronte la situazione delle parrocchie e delle popolazioni della Diocesi di Padova. Le relazioni sono una miniera inesauribile di storia locale vissuta, soprattutto di piccole e grandi cronache degli im- il 3 dicembre 1672 il Cardinale Vescovo di Padova, con questa lettera concede al Andrea Vendramini che i sacerdoti possano celebrare la S, Messa nella Chiesa di S. Romualdo sita nel della loro villa campestre in La Chiesa cominciava a sentirsi, per divenirlo effettivamente più tardi, una comunità ed un'assemblea organizzata. S. Gregorio Barbarigo, nominato Vescovo di Padova nel 1664. resse la Diocesi per ben 33 anni. Come e cosa abbia operato, lo testimoniano i 40 volumi relativi alle sue visite pastorali, nonché le sue lettere unite ad altri documenti che ci sono pervenuti. Per ben quattro volte lo troviamo in visita a Vigodarzere: il 16 dicembre 1669, dove troviamo annotate 570 anime, il 21 maggio 1680, ed il giovedì 25 maggio 1684. Tra le altre annotazioni troviamo un aumento della popolazione: 620 anime. Da questo il conseguente suggerimento per l'ampliamento della Chiesa con due navate laterali. La quarta visita risale al 23 maggio 1695; allora, era parroco Don Francesco Agostini che resse la nostra parrocchia per ben 5.3 anni. Il Vescovo Barbarigo insisteva perché i parroci insegnassero gratuitamente a leggere e a scrivere ai bambini. Sono questi, insisteva, che diventeranno i primi maestri di dottrina nelle povere scuole di campagna, come preziosi ausiliari del parroco, con una psicologia educativa veramente singolare. Il Santo Vescovo molte volte rimproverava i genitori perché fossero più solleciti a curare i propri figli: "avete maggior cura dei buoi e delle pecore". Si lamentava spesso che trovava i ragazzi lmpreparati e le scuole della dottrina abbandonate; alle volte, colpito dal numero di ragazzi completamente ignari del leggere e dello scrivere,. im poneva ai parroci di istruire i ragazzi, affinché si facessero "precettori" ed insegnanti nelle rispettive famiglie. Il suo motto era "siamo giovani e dobbiamo lavorare". Con il Parroco D. Melchiorre dotto De Grandis, il 25 maggio 1741, il vescovo Giovanni Ottoboni visita Vigodarzere. Nelle annotazioni si dice che fu l'ultima sua visita Pastorale, infatti il vescovo moriva il 9 dicembre 174.3. Il Cardinale Carlo Rezzonico, suo successore, organizzava la Diocesi di Padova in Vicariati. Vigodarzere, le~ata al Vicariato di Torre, ebbe la visita Pastorale il venerdl 10 giugno 1753. 5 mensi ostacoli incontrati dal nostro clero per alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite dalla guerra. L'opera del Vescovo si profila nelle assistenz.e alle popolazioni, ai profughi ed ai sacerdoti. Il 24 marzo 1924, con D. Pietro Panozzo il Vescovo Elia dalla Costa, è a Vigodarzere. Nelle relazioni constatiamo il movimento demografico della nostra Parrocchia, gli abitanti avevano raggiunto una cifra considerevole, 4.160, su un complesso di 470 famiglie. A queste vengono annoverate circa 147 nascite alI'anno, i morti si aggirano intorno ai 56, ed i matrimoni in numero di 32. Il 27 ottobre 1928, nuovamente, Elia Dalla Costa è a Vigodarzere, con l'Arciprete D. Girolamo Rizzato. Il suo ricordo è ancora profondamente vivo in quanti lo conobbero, per la nobiltà dei sentimenti, la vastità della cultura e perla sua attività pastorale. Con la visita pastorale di Mons. Carlo Agostini, avvenuta il 2 dicembre 1934, Vigodarzere contava 4.250 abitanti e 604 famiglie. Nella visita Pastorale del 20 dicembre 1942, Mons. Carlo Agostini (l'Arcipret.e era D. Giulio Rettore) notificava 3.224 abitanti. Dobbiamo ricordare che era di quel periodo l'origine della Parrocchia di Terraglione. Nell'immediato dopo-guerra, 1940-45, troviamo lo stesso vescovo che, nella sua terza visita Pastorale è fra noi il 21 dicembre 1947. Il movimento demografico era così notificato: abitanti 3.389, famiglie 492, nati 52, matrimoni 22, morti 25. Mons. Girolamo Bortignon, nominato Vescovo di Padova 1'1 aprile 1949, lo troviamo nelle sue visite Pastorali in Vigodarzere il 21 novembre 1954, ed i117 dicembre 1961. 1930 Il vecchio centro di Vigodarzere. In mezzo alle piante: la Madonnina delle Acque. Nella relazione D. Giulio Rettore notificava che la Parrocchia di Vigodarzere, demograficamente era composta di 890 famiglie con 4.020 abitanti, mentre i nati erano 75, con 30 morti e venticinque matrimoni. Quanto è stato scritto dimostra il continuo movimento della Comunità Parrocchiale; essa peregrina, come tutta la Chiesa, verso "nuovi cieli e nuova terra", alla luce delle grandi linee suggerite dal Vaticano II. 6 l studio del catechismo fu uno . don , impegni fondamentali è stata uno di questi scossoni; ha ~asdato in tutti, voglio dire in tutti quelli che più attivamente partecipato a quella giornata, un'impronta, ha dato fiduci;l e offerto degli stimoli. Personalmente ricordo l'incontro con la persona del Vescovo, un incontro che lascia un entusiasmo che è UH_U'-_'le da spiegare, ma che opera dentro di noi ., C'è, fra coloro che abbiamo sentito, anche chi ricorda l'incontro con il Vescovo in maniera personale: "Ero a casa ammalato - racconta ed il Vescovo è venuto a trovarmi". Quello dell'incontro è forse l'unico rimpianto, l'unico desiderio inappagato in quanti ricordano quella giornata di 13 anni fa: "Divenne sera troppo presto dice uno dell' Azione Cattolica ci fu poco tempo per la presidenza dell'Azione Cattolica e per la giunta parrocchiale". Forse desiderano rimediare questa volta a quell'occasione mancata. Quando il 17-12-1961 Mons. Girolamo Bortignon. arrivò a Vigodarzere per la visita pastorale per terra c'era la neve. In chiesa c'era il pavimento nuovo ed erano arrivati anche i primi nuovi banchi. C'era tanta gente: piena la chiesa, i fedeli stavano anche fuori in piazza. Uno che allora era chierichetto ricorda anche che sugli scalini che portano alla canonica c'era il ghiaccio e che don Giulio Rettore, il compianto arciprete, s'era preso l'asiatica in quei giorni Immagini rapide che vengono dalla memoria della gente di Vigodarzere. Brani di una cronaca che a raccontarla sembra lontana, eppure è solo di qualche a1).no fa e quelli che l'hanno vissuta oggi hanno solo un figlio in più o qualche capello di meno; Ma è lontana lo stesso, perché sono cambiati i protagonisti: solo il vescovo è lo stesso. Tra quella visita pastorale e questa che Vigodarzere sta per vivere don Giulio Rettore ha raggiunto la "casa del Padre" dopo aver consumato la sua vocazione e la sua umanità proprio in questa parrocchia. In un certo senso. è diverso anche il paese: se allora l'industria era un'eccezione, ora è quasi la regola. Vigodarzere è diventata nel bene e nel male una parte integrante della "cintura" urbana di Padova. La riviviamo insieme ad alcuni membri dell' Azione Cattolica di allora, ad alcune delle persone che erano più vicine all'arciprete scomparso: "lo credo -- racconta un dirigente di Azione Cattolica che don Giulio abbia impostato la preparazione soprattutto punto di vista spirituale :ha cercato che fosse un momento di crescita interiore di tutta la parrocchia". L'occasione fu offerta da una missione predicata per categorie, che vide una grandissima partecipazione. "Il tema centrale ricorda- era una profonda revisione di vita: una revisione doveva portarci a meditare sull'altra vita". Questo per gli adulti. Per i balllbini l'impegno maggiore fu dedicato al catechismo. Lasciamo la parola ad una signora che allora era ancora in età di. catechismo: "Per sei mesi consecutivi quasi tutti i giorni don ci volle a dottrina: la era pressoché totale ed era don Giulio personalmente ci Ricordo che, stimolarci più, ci aveva detto che la visita pastorale sarebbe avvenuta un mese prima, rispetto alla data vera". La scuola di dottrina non fu solo l'impegno maggiore di quella visita pastorale, fu anche la maggiore soddisfazione. Molta parte della sua giornata il Vescovo la passò a parlare proprio con i bambini del catechismo e "la conclusione ricorda un dirigente -- fu un grande elogio del nostro Vescovo per il modo con cui erano stati preparati i bambini". Una conclusione destinata a durare: il catechismo fu infatti uno dei frutti di quella visita. "Forse è - aggiunge un collaboratore parrocchiale - dire concretamente cosa ha sciato del Vescovo con Vigodarzere. lo penso la nostra a un po' sonnolenta, abbia ,,,,,,"',,"uv ogni tanto di uno scossone. Ecco la visita e BAMBINI SENZA PAURA C'è infine anche qualcuno che questa volta non avrà paura dello "schiaffo" del Vescovo: oggi sono ragazzi, allora eranobambini, ai quali genitori e padrini avevano messo una "fifa" matta del Vescovo in modo da farli stare buoni. "I bambini di oggi - osserva uno ,degli interlocutori -non hanno più paura del Vescovo, non lo vede più come un personaggio al di fuori della realtà. Sono più aperti, più conoscenze i piçcoli di adesso. Anche perché oggi c'è un modo diverso di insegnare il catechismo: si spiega di e si impone di meno; si cerca partecipazione più che l'acquisizione di nozioni a memoria". Non sono solo i bambini ad essere cambiati. Come dicevamo all'inizio è cambiata molta parte della stessa fisonomia di Vigodarzere e con la fisionomia è cambiato in parte anche lo spirito. "Allora - dice un membro dell' Azione Cattolica - la religiosità era più silenziosa, più accondiscendente, forse scontata ed in parte fatta di tradizioni. Oggi lo spirito religioso è meno diffuso, almeno a mio parere, ma è certamente più profondo". E' un giudizio personale certamente e non può essere "storico". Di fatto allora c'era più gente che passava parte della sua domenica alle funzioni. "Oggi -- dice un giovane c'è più gente alla messa; soprattutto c'è più gente che partecipa attivamente non solo alla liturgia, ma anche al Sacrificio accostandosi alla comunione". "Essere cristiani oggi - aggiunge un altro anche a Vigodarzere non è più una scelta 'obbligata': gli strumenti di comunicazione di massa si sono moltiplicati; i contatti con l'esterno, soprattutto con la città e la fabbrica coinvolgono gran parte della popolazione; il confronto è più facile". A Vigodarzere però il cambiamento s~mbra essere avver:u~o ed essere ancora in atto senza traumi. La proposta cnstlana, dicono quelli che abbiamo ascoltati, è ancora accettata e vissuta. 7 Un'inchiesta su come è attesa la visita li {& , E' VIVlSSlmO • il biso O di un Incontro frequente 1!f0lti hanno eSfres~o il desiderio di una sosta più prolungata - Un avventmento di tnteresse comunttarto "lo personalmente consiglierei una visita ogni mese, anche in forma diversa, senza troppa ufficialità". E' la più singolare delle proposte uscite da una rapida inchiesta che abbiamo condotto tra i cattolici di Vigodarzere sulla prossima visita pastorale del Vescovo. La diocesi di Padova, della quale Vigodarzere fa parte, ha 454 tra parrocchie {} curazie, raggruppate in 48 vicariati (uno di questi è proprio di Vigodarzere). Anche se il Vescovo avesse come unica incombenza della sua missione apostolica quella di visitare le parrocchie non potrebbe evidentemente ascoltare il "consiglio" di qu~sto abitante di Vigodarzere. Non gli basterebbe quattro anni per fare una visita mensile ai solo vicariati. Il "consiglio", anche se jrrealizzabile, è però la testimonianza di uno stato d'animo di attesa, di partecipazione che Vigodarzere vive in questo periodo di preparazione alla visita pastorale. Testimonianza di un legame che unisce il popolo di Dio che è in Vigodarzere con la più vasta porzione dello stesso popolo, che va dalle prealpi bellunesl alla laguna veneta e che ha in Mons. Girolamo Bortignon il suo capo spirituale. "Per capire il significato della visita pastorale - ci ha detto un giovane - è importante sapere chi è il Vescovo e quale è la sua funzione in mezzo a noi. Per me come cristiano il Vescovo è l'inviato di Cristo in mezzo a noi; l'apostolo che, attraverso Cristo nostro Signore, riunisce attorno a sé i battezzati, il popolo di Dio. Insieme facciamo la Chiesa, che non è la gerarchia, ma tutto il popolo di Dio in comunione con il Vescovo". Dunque la visita pastorale realizza nella comunità di Vigodarzere uno dei momenti più intensi della Chiesa. Ma è in questo senso che adulti e giovani della parrocchia la intendono? La nostra inchiesta voleva appunto scoprire, pur nei limiti di un'indagine non completa, cosa pensa la popolazione della visita. Tre le domande che abbiamo posto: 1) Secondo te, cosa viene a fare il Vescovo? 2) Come vorresti la visita del Vescovo in parrocchia? 3) La visita interessa solo i sacerdoti, oppure tutta la comunità? detto un anziano viene come un padre che va a trovare dei figli, per vedere insieme i problemi e per dare a tutti un'indicazione e un'esortazione". Un altro adulto ha aggiunto: "Secondo me il Vescovo viene a portare un certo risveglio nella vita cristiana: la visita pastorale è insieme una tappa, un punto d'arrivo, e anche una partenza". Altre risposte mettono in evidenza il significato dell'amministrazione' della Cresima, altre ancora il contatto diretto con i sacerdoti di Vigodarzere e con una parte dei parrocchiani. Sono in genere risposte di adulti. I giovani, a parte la testimonianza che abbiamo riportato sopra, tendono a cogliere piuttosto gli aspetti "concreti" della presenza del V escovo. UNA SOSTA TRA CHI SOFFRE Incerti sul perché, i cattolici di Vigodarzere sono molto più concordi e sicuri sul "come" della visita pastorale. In particolare tutti, rispondendo alla seconda domanda, hanno auspicato una sosta più prolungata. E' un auspicio questo, che risponde in parte anche alla prima domanda, che rivela quel senso di comunione con la Chiesa diocesana, di cui dicevamo all'inizio. "Dovrebbe fermarsi per un periodo più lungo di tempo, in modo da stare a tu per tu con la gente", ha detto un adulto. Gli ha fatto eco un giovane: "La visita pastorale dovrebbe andare più in profondità: io ad esempio, e come me tanti altri, non conosco il Vescovo e non lo conoscerò certo in occasione di questa visita e difficilmente potr~ ricavare da lui un insegnamento diretto". Qualcuno propone che il Vescovo si fermi in parrocchia più di un giorno; altri che non si faccia coincidere la Cresima con la visita pastorale; altri ancora che "le formalità" vengano compiute prima, in modo da lasciare appunto più spazio agli incontri. Non si tratta del semplice desiderio di parlare personalmente con il Vescovo. In questo senso i cattolici di Vigodarzere hanno dato una risposta abbastanza concorde. Una visita più lunga dovrebbe servire soprattutto per chi soffre. Il Pastore della diocesi avrebbe così la possibilità di incontrare tutti gli ammalati. "Gli ammalati - ha commentato una signora - nonostante tutto quello che si dice, molto spesso sono messi un po' da parte". "Se si fermasse qualche giorno potrebbe incontrare la gente di - ha aggiunto un adulto Vigodarzere anche dove lavora, potrebbe andare nelle fabbriche, parlare con gli operai". A TROVARE DEI FIGLI "In verità non ci ho mai pensato", ha detto un giovane quando si è sentito porre la prima domanda. Ed ha aggiunto: "Forse viene a controllare il funzionamento della parrocchia, sia come strutture che come persone". L'idea di una "visita di controllo" è abbastanza diffusa. Non mancano tuttavia indicazioni sul significato più profondo dell'incontro del Vescovo con una parrocchia. "Il Vescovo - ci ha 8 mo nelle risposte alla realtà più che ai desideri. E sulla realtà le opinioni divergono ancora una volta. Un adulto ha posto limiti troppo ristretti all'interesse: "La visita pastorale - ci ha detto - interessa i sacerdoti e i genitori che hanno figli da cresimare". Una risposta più articolata è stata data da un giovane: "Interessa senza dubbio il sacerdote, in quanto il suo sacerdote è valido se è in comunione con il Vescovo, perché è da lui che riceve il mandato. Interessa anche il popolo, perché esso diventa Chiesa. se in mezzo a lui c'è il Vescovo". La maggior parte delle risposte che abbiamo raccolte dice che "la visita interessa a tutta la comunità". Qualcuno ha dato anche delle spiegazioni: "Secondo me interessa tutti i parrocchiani. Cetamente il Vescovo viene soprattutto per i sacerdoti, ma dato che questi sono a nostro servizio è evidente che la visita ci tocca direttamente". Sostanzialmente tutti gli intervistati, sia adulti che giovani, vedono insomma nella visita pastorale l'occasione per un incontro diretto, l'occasione per' ,fare conoscenza", una conoscenza che diventa poi amore e comunione nel Cristo. E la "comunione dell'Apostolo con il suo popolo", come ha detto un giovane, ha bisogno di tempo. "Vorrei - ci ha detto un altro giovane parlargli dei problemi nostri, dei problemi della nostra età". INTERESSA TUTTI l' desideri manifestati sul "come" della visita pastorale costituiscono un'implicita risposta anche alla terza domanda. La visita pastorale interessa tutti. Con l'ultima parte della nostra inchiesta, però, ritornia- SI A vS v Fra poco il nostro Vescovo Mons. Girolamo Bortignon sarà tra noi per la Sua terza Visita Pastorale. Per comprendere il significato della Sua visita, riportiamo in parte la lettera inviata per l'occasione. Il Vescovo fa comprendere che la Visita Pastorale è uno degli impegni principali per la custodia e la promozione della sacra eredità della fede. La Visita vuoI essere la iniziativa più responsabile e comunitarìa per l'attuazione pratica del Concilio. mo di coloro ai quali Cristo diede l'ordine di andare ad annunciare l?avvento del regno di Dio. Con quale spirito viene? Per ascoltare, intrattenere con fiducia e benevolenza, conoscere a fondo le necessità e le condizioni sociali, col proposito di essere utili in tutto quello che la Chiesa può dare: Verità e Grazia. La visita vuole riconoscere, sostenere, uniformare, incoraggiare, benedire la santa e meritoria fatica pastorale. Perché la Visita Pastorale? Quali le finalità della Visita Pastorale? Perché il Vescovo possa realizzare un dialogo continuo con coloro che cura come veri suoi figli, che permetta di reggere nello spirito di servizio del Buon Pastore la Chiesa particolare a Lui affidata, col consiglio, la persuasione, l' esempio, ma anche con l'autorità e la sacra potestà. Sono il buon andamento della comunità e delle istituzioni ecclesiastiche: culto, istruzione religiosa, associazioni, opere di carità. Sia favorita la fede, coltivata la pietà, osservata la legge divina e la disciplina ecclesiastia. PROGRAMMA DELLA GIORNATA: Chi viene a voi con la Visita Pastorale? Ore 9,30 arrivo in Canonica; ore 10,15 e 11,15 Messa per la Comunità; ore 12 incontro con le autorità; ore 14,30 visita alla Scuola di Dottrina Crisitana; ore 17 S. Cresima; ore 18,30 visi~a agli ammalati; ore 19 incontro con i dirigenti delle varie associazioni. Viene il Vescovo di persona e il Vescovo nella persona dei Vicari Vescovili. Viene il Vescovo come maestro di Dottrina, Sacerdote di culto, ministro del governo della Chiesa, come mandato da Cristo, suo rappresentante e suo ministro, successore legitti- 9 4) «I lzzazlone e Sacramenti un documento dei Vescovi per confrontarsi e rtnnovat'st sto dei sacramenti nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa. La parola di Dio ha una sua efficacia che raggiunge la pienezza nei Sacramenti. Parola di Dio e Sacramenti sono due aspetti della stessa séJvezza. Pertanto non sono due maniere di vivere la fede. Parola di Dio e Sacramento rendono presente Cristo il quale si serve della Chiesa per estendere la sua presenza nel mondo. Quindi la Chiesa riscopre il suo vero volto quando annuncia la Parola di Dio con cui l'uomo incontra Cristo e celebra i Sacramenti con cui si ottiene la salvezza. Missione della Chiesa è evangelizzazi9ne e Sacramenti: annuncio per ricevere il sacramento che dona la grazia. n cristiano, una volta unito a Cristo per mezzo della parola e del sacramento, è tenuto a mostrare nella vita quella "novità" di cui è stato reso partecipe. Dalla Parola di Dio si passa al Sacramento, dal sacramento si passa alla vita: ecco l'itinerario cristiano. La Commissione Episcopale Italiana, nella sua decima conferenza, ha proposto come argomento di riflessione e di stimolo pastorale per il prossimo triennio il tema "Evangelizzazione e Sacramenti", per arrivare a formare un cristianesimo di convinzione nel quale ci sia l'ascolto docile della Parola di Dio e un culto sacramentale personalmente partecipato. Tale documento è stato preparato da un'indagine socioreligiosa estesa a tutte le 28.000 parrocchie italiane, e da ricerche bibliche, teologiche e pastorali. LA SITUAZIONE ITALIANA: FENOMENO DELLA SECOLARIZZAZIONE (PAROLA DI DIO E SACRAMENTI) Il documento sottolinea la presenza in Italia della secolarizzazione. Essa è considerata un fenomeno positivo se indica affermazione dei giusti valori delle realtà terrene, e come fenomeno negativo se diventa "secolarismo" cioè autonomia assoluta dei valori umani e negazione della transcendenza e della rivelazione, nella convinzione che il destino dell'uomo si risolve tutto su questa terra. Questo secondo tipo di secolarismo intende escludere la religione dalle strutture e dalle istituzioni per confinarla nell'ambito della vita privata, o addirittura considerarla un ostacolo alla crescita umana. Si ha come conseguenza l'incapacità di capire la presenza di Dio nella storia, le funzioni della liturgia e dei sacramenti considerati solo pratica esterna, tradizione, senza rilievo nella vita. Il secolarismo entra anche nelle nostre comunità creando inquietudine e disagio in quanto favorisce una interpretazione riduttiva del messaggio evangelico considerato o difensore di un ordine costituito o messaggio di semplice liberazione umana. L'azione pastorale della Chiesa richiede inoltre un aggiornamento per rendere chiaro il legame inscindibile tra annuncio del Vangelo e Sacramenti. L'annuncio è considerato semplice trasmissione di dottrina e norme morali; i sacramenti sono considerati riti a volte incomprensibili, accettati senza una fede consapevole e soprattutto con scarso rilievo nella vita anche se, quasi ovunque si chiede il Battesimo, la Cresima, la Comunione, il Matrimonio e la sepoltura religiosa. Manca una pastorale organica, con concordi linee operative, una capacità di lavorare insieme, una valutazione attenta dei nuovi problemi del mondo: liberazione, giustizia, pace, fame, sviluppo. INDICAZIONI PASTORALI: PRIMATO DELLA EVANGELIZZAZIONE Dopo l'analisi sulla situazione italiana e alcune indicazioni biblico-teologiche, il documento passa ai suggerimenti pastorali. Perché i sacramenti non siano avulsi dal contesto vitale di fede e si riducano a puro gesto esteriore senza riflessi concreti e e fecondi nella vita, dev'essere ribadito il primato dell' evangelizzazione: servirsi di ogni circostanza e occasione per l'annuncio della parola di Dio. n documento dà indicazioni precise sulle varie forme di evangelizzazione oggi possibili. Noi cercheremo ora di confrontare tali indicazioni con la SUGGERIMENTI PER UNA SOLUZIONE I vescovi italiani affermano che è indispensabile approfondire il rapporto tra evangelizzazione e Sacramenti, il po- Missione della Chiesa: Evangelizzazione e Sacramenti; annuncio per ricevere il Sacramento che dona la grazia. 10 situazione di Vigodarzere per dare l'avvio ad uno studio più approfondito che lasciamo all'opera del Consiglio parrocchiale appena avviato. to Santo, essere al servizio di una partecipazione attiva cosciente e autentica alla liturgia della Chiesa educando all' orazione, ringraziamento, penitenza, domanda, senso comunitario, iniziare alla interpretazione cristiana degli eventi umani specie dei segni dei tempi, aiutare a diffondere il Vangelo abituando ad un dialogo rispettoso è responsabile con i non cristiani, invitare verso i beni futuri costruendo oggi una società migliore, annunciare non qualcosa ma Qualcuno, non idea ma una persona Cristo, annunciare Cristo vivo con la parola viva, annunciare ovunque nelle più disparate occasioni di dialogo e incontro, sviluppare una mentalità universale di comprensione verso gli altri, mostrare la fede come sistema di vita adeguato a chi lo riceve, essere opera di tutta la chiesa che annuncia l'amore dando testimonianza di amore, avere il primo posto nella stima impegno e pratica da parte di tutti i responsabili, al centro della pastorale e non un'attività isolata, diventare insegnamento educazione e esperienza di vita, raggiungere tutti i fedeli. In definitiva la Chiesa locale deve diventare comunità catechizzante. Nella nostra parrocchia la cetechesi è l'impegno più importante e sentito. Ogni domenica pomeriggio si tiene il Catechismo per i ragazzi dalla prima elementare alla terza media con circa 40 catechisti, e il catechismo degli adulti. Durante la settimana per oltre cinque mesi c'è il catechismo feriale quotidiano per le elementari e settimanale per le . medie. Si tengono corsi, conferenze per giovani e adulti e molte altre attività incentrate sulla catechesi. La preoccupazione più grande rimane sempre che la catechesi si stacchi dalla vita, diventi pura conoscenza informativa senza contatto con la vita quotidiana, con la fede vissuta. Però dobbiamo notare il grande interesse che i genitori pongono perché i loro figlioli frequentino: la presenza è quasi totale. . l ragaZZi vengono, ma mancano i catechisti durante la settimana, per cui il parroco e due suore sono costretti a fronteggiare classi di cinquanta ed anche ottanta ragazzi. Piange il cuore vedere quante occasioni vanno perdute per una catechesi più incisiva: la messe è molta ma gli operai sono pochi~ Mentre plaudiamo alle famiglie per il senso di fede, preghiamo Dio che mandi chi' ,spezza il pane" nella sua casa. Se sarà possibile avere classi meno numerose e un maggior numero di catechisti si potrà con più efficacia inserirsi nel piano di rinnovamento accennato sopra. Per intanto ci auguriamo che si rifaccia quanto prima la commissione del catechismo, decaduta con l'elezione del nuovo Consiglio, per affrontare con urgenza questi problelin. L'OMELIA E LA PREDICAZIONE Il documento dei Vescovi afferma che l'omelia deve calare nell'esistenzialità le ricchezze di Cristo, essere preparata con cura anche comunitariamente e ascoltando le richieste del popolo di Dio. Ad essa si deve affiancare la predicazione tradizionale delle missioni, tridui ecc. e le nuove forme di accostamento alla Bibbia con le celebrazioni della parola di Dio, veglie, revisioni di vita, messe. Dobbiamo riconoscere che a Vigodarzere si ascolta con attenzione la predica e la parola viene accolta volentieri. Ma forse è necessario uri maggior spiri'to di fede per badare più al contenuto che alla forma della predicazione. In quest'ultimo periodo di tempo la predicazione ha avuto come tema ricorrente l'.attenzione a creare in parrocchia il clima di famiglia che permetta di conoscerci, parlarci, collaborare insieme, pregare insieme, amarci, accettarci assumere le proprie responsabilità umane e cristiane nei riguardi della comunità. Alla predicazione sono seguite diverse iniziative realizzate con questa finalità: Bollettino settimanale, Consiglio Parrocchiale, anagrafe parrocchiale aggiornata, incontri di capifamiglia, Messe in famiglia, preghiera per le case, ricordo dei defunti, commissioni varie, incontri con i genitori, anniversari di matrimonio, corale, incontri familiari, conferenze, dialoghi adulti giovani, centro di assistenza ecc ... Abbiamo cercato la comunità non come un ideale da raggiungere ma come un clima di vita e rapporto umano da costruire giorno per giorno. Qualche passo è stato certamente compiuto m questo senso. Ma purtroppo sono ancora molti gli odii e le discordie che dividono famiglie, parentele, gruppi sociali. E' necessario arrivare ad un civile scambio di idee che escluda gli attacchi personali, le rivals~, le vendette, le stroncature feroci nei confronti di chi la pensa diversamente, le emarginazioni. In una comunità che cerca di costruire devono sparire le azioni malvagie e non gli uomini. C'è tanto bisogno di imparare a perdonare, a dimenticare vecchi rancori, o affronti ricevuti. Abbiamo formato da poco il Consiglio Parrocchiale: molte cose potrà fare solo se ci si guarderà con occhio di benevolenza e comprensione. RINNOVAMENTO DELLA CATECHESI Il rinnovamento della catechesi rimane il principale impegno operativo della Chiesa in Italia. Scopo: portare a maturità la fede mediante una conoscenza sempre più profonda e personale del mistero di Cristo e un'iniziazione alla vita ecclesiale. Secondo il documento di Base i principf che devono stare alla base del rinnovamento sono i seguenti: la catechesi deve disporre gli uomini a scoprire il progetto di Dio nella propria vita, cercare il significato ultimo dell'esistenza e della storia, disporre gli uomini ad ampliare l'azione dello Spiri- EV ANGEUZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA L'attenzione ai problemi della nostra parrocchia non ci chiude, anzi ci apre in modo nuovo alle esigenze di una crescita umana non solo della comunità cristiana ma di tutti gli. uomini, nella via della liberazione della giustizia e della pace. Predicazione e iniziative concrete cercano di avvicinare ognuno di noi ai pill poveri a coloro che hanno bisogno del 11 nostro aiuto materiale e spirituale, ~i rendono attenti alle situazioni di ingiustizia e oppressione del nostro tempo in modo che la sofferenza del mondo diventi la nostra sofferenza e lo sforzo di liberazione ci trovi non solo solidali a parole ma con i fatti. CATECHESI PERMANENTE E CATECUMENATO Quanti sono cristiani solo per tradizione e non per una scelta cosciente? Non lo sappiamo, ma vedendo il grande numero di coloro che sono legati ormai alla fede solo per certe circostanze straordinarie e vivono praticamente come se Dio non ci fosse, sorge l'esigenza di prevedere un'azione pastorale che conduca, come invitano i Vescovi, ad una riscoperta o alla consapevolezza progressiva e personale della propria fede. Ma in questo ambito tutto è ancora da pensare per un' azione efficace. Quaresima: Giomatà della Parola di Dio. resse psicologico, per approfondirlo, ravvivarne la grazia, richiamarne l'impegno. Evangelizzare significa anche celebrare bene i sacramenti, prepararli convenientemente. I CATECHISTI I Vescovi dicono che sono necessari per una catechesi permanente, devono essere testimoni che vivono e comunicano agli altri il mistero, devono essere ricercati, preparati, seguiti e sostenuti, non dovranno limitarsi a fare delle ]pzioni di catechismo ma seguire i ragazzi nell'itinerario di fede e guidarli ad una graduale esperienza di Cristo e della Chiesa. Quest'anno possiamo contare su un notevole numero di catechisti festivi, circa 40 che ogni domenica pomeriggio fedelmente fanno il loro catechismo. Sono seguiti con conferenze e lezioni preparatorie. !l loro impegno è lodevole. Ma come abbiamo già scritto in altra parte, sono i cate·· chisti della dottrina feriale che ci mancano. Nonostante questo, pur con grave sacrificio, la dottrina feriale è stata fatta regolarmente. La poca disponibilità di forze impedisce purtroppo una presenza costante nella scuola elementare. Però abbiamo a disposizione diversi insegnanti ben preparati che svolgono in modo lodevole la lezione di catechismo. 1) I SACRAMENTI DELLA INIZIAZIONE CRISTIANA L'attenzione si rivolge ai sacramenti della iniziazione per la loro fondamentale importanza nella vita cristiana. Il Battesimo che è nascita da Dio e ingresso nella comunità ecclesiale, la Cresima segno di maturità cristiana che consente di ricoprire un ruolo di lavoro attivo e responsabile nella Chiesa e l'Eucarestia presenza di Cristo tra di noi e incontro della comunità che, cibandosi alle due mense della parola e del corpo di Cristo, riconosce di essere un cuor solo ed un'anima sola. Situazione attuale Il battesimo viene preparato con un incontro in famiglia ove la spiegazione del rito è motivo di riflessione sugli impegni che i genitori si assumono; il rito viene fatto ogni] 5 giorni in forma comunitaria con avviso sul bollettino. Alcune volte all'anno viene inserito nella Messa festiva oppure in cerimonie con grande afflusso di fedeli o con la presenza di tutti i ragazzi del catechismo. (Avvento - Quar.). Cresima ed Eucarestia vengono preparate con una catechesi che interessa tutto l'anno della terza e quinta classe; si fanno incontri con i genitori, ai quali la presenza delle mamme è totale e dei papà al 50 per cento. Si parla di educazione alla vita battesimale, facendo notare che il dovere più im portante non è parlare di Dio, ma renderlo presente in famiglia con il suo amore di Padre ed esserne un riflesso fedele davanti al figlio, mostrando la legge di Dio come segno del suo amore per noi. Quanto alla preparazione a ricevere l'Eucarestia si cerca di mettere in evidenza i valori religiosi della vi ta familiare: il pranzo, il pane e il vino segno di gioia, lo stare assieme in casa, la festa familiare segni delle realtà eucaristiche. Si cerca di coinv01gere per quanto possibile la famiglia e nel giorno della Comunione i genitori partecipano al rito al fianco del loro figliolo anche se ciò significa distribuire i comunicandi per tutta la chiesa. Tutta la comunità cristiana è invitata a pregare e a seguire questi riti. Si cerca di farli diventare avvenimento vissuto da tutti. G LI AMBIENTI DI CATECHISMO Un al tro punto dolente riguarda le aule di catechismo. Alla domenica funzionano 26 sezioni di catechismo dislocate in tutti i locali disponibili della Parrocchia compresa la sagrestia, e la Chiesa. Si rende quindi aperto il problema di dare ambienti decenti e specialmente uniti in un solo luogo (ora.si trovano in 6 diversi) per rendere più efficace l'azione catechistica. E' già in fase di elaborazione un progetto di ampliamento che ci auguriamo di poter presto vedere realizzato con la collaborazione di tutti. E' necessario preparare i Sacramenti con un'evangelizzazione che ne presenti il loro significato ecclesiale. Come sussidio si potrà usare l'introduzione dei nuovi riti. Ricevuto il Sacramento, deve esserne prolungato l'inte- 12 Proposte per il futuro 3) SACRAMENTI DEL SERVIZIO ALLA COMUNITA' Coinvolgere maggiormente le famiglie con una visita del Sacerdote o del catechista all'inizio dell'anno catechistico, chiedere ai genitori una impegnativa, nella lezione di catechismo ci sia una parte che il bambino deve completare con i suoi genitori, catechesi fatta dai genitori più preparati anche in casa, unire la catechesi a periodiche celebrazioni liturgiche; i genitori dci bambini si conoscano ed eventualmente creino un rapporto di conoscenza umana. amicizia per formare eventualmente dei gruppi ecclesiali che durino anche oltre l'occasione data dal sacramento di iniziazione, per una riflessione sulla Parola di Dio, una liturgia domestica, una revisione di vita; confronto costante della vita quotidiana col vangelo, rendere i genitori coscienti di come essi sentono la situazione in cui li pone l'avvenimento del sacramento che il figlio riceve; seguire i genitori con incontri anche dopo il conferimento dei sacramenti; curare l'inserimento dei ragazzi nelle attività formative ed apostoliche della parrocchia; fare maggior attenzione alla Messa e alla Comunione come momenti fondamentali della esperienza cristiana avviando ad una partecipazione frutto di fede viva. Ordine e Matrimonio Un maggior impegno è richiesto alla comunità cristiana perché il sacramento del Matrimonio sia convenientemente preparato. Purtroppo manca nei fidanzati l'esigenza di una profonda preparazione in questo campo. Si pensa di conoscere i problemi a sufficienza; casa dote lavoro ecc. occupano quasi tutto lo spazio. In parrocchia si sono organizzati dei corsi per fidanzati, ma con scarsi risultati. E' indispensabile riprendere con attenzione questo pro-blema che si manifesta di estrema urgenza, con altri metodi: coinvolgere la comunità cristiana sul problema del fidanzamento, far entrare i fidanzati in gTUppi familiari di spiritualità per una maturazione cristiana nell'incontro con la parola di Dio, la preghiera in comune e la vita liturgica, i coniugi preparino in modo particolare i figli al matrimonio; non come maestri ma come testimoni dell'amore ricevuto e vissuto, il sacerdote sia visto non come burocrate ma come colui con cui si stabilisce un dialogo sulle esperienze di fede da loro vissute e sulle difficoltà che hanno incontrato invitandoli ad unirsi a lui nella preghiera al Cristo che dona la grazia del matrimonio; tale dialogo si svolga in diversi momenti distanziati fino a diventare un vero e proprio catecumenato del matrimonio che ripercorra l'itinerario sacramentale del battesimo-cresima··eucarestia e penitenza per arrivare al significato della coppia, al matrimonio sacramento e alla vocazione a formare una Chiesa domestica. Ci sia quindi l'orientamento a presentarsi alcuni mesi prima del matrimonio e la preparazione non si risolva in questi mesi, ma sia preceduta da una preparazione più lontana e da una preparazione generale che coincida con l'educazione alla vita e all'amore da farsi in famiglia e nei gruppi. L'Ordine Sacro, il sacramento che conferisce il Sacerdozio, viene presentato ai chierichetti, nel catechismo in conversazioni e incontri. Pensiamo sia valida come testimonianza la presenza di un chierico che ogni settimana si incontra con i ragazzi nene riunioni e nei vari gru ppi. Spesso vengono invitati dei Sacerdoti per tenere dei piccoli incontri con i ragazzi della Dottrina Cristiana. 2) LA CONFESSIONE La penitenza è la riconciliazione con Dio e con la Chiesa di uno dei membri o dell'intera comunità che riconosce di aver peccato. Situazione attuale L'anno della classe seconda elementare viene riservato alla preparazione del Sacramento che viene amministrato all'inizio della terza. La catechesi viene incentrata sull'amore a Dio che noi rifiutiamo quando gli diciamo di no. Viene fatta una catechesi ai genitori che si riferisce a questi .temi: educazione allo spirito di penitenza, in famiglia e nella liturgia, conseguenze sociali del peccato, peccato come rottura di rapporti con Dio, senso del perdono, prima confessione come giorno di festa ecc. Anche in questa occasione si cerca di coinvolgere in diversi modi i genitori. Viene suggerita la confessione quindicinale, che non sem pre è rispettata. 4) UNZIONE DEI MALATI Non si è ancora affrontato da un punto di vista pastorale il problema dell'Unzione del malati in quanto l'attenzione è stata rivolta ad altre esigenze. Ora però si ritiene indispensabile unà riflessione di tutta la comunità anche su questo importante sacramento. C'è tutta una mentalità e una notevole serie di pregiudizi da togliere. E non sarà facile. Per la maggioranza delle persone non si tratta dell'unzione dei malati, ma della "estrema unzione", con tutti i significati connessi. Inoltre appena una persona si ammala in modo serio viene inviata in ospedale, per cui la maggior parte dei malati si trova ricoverata fuori parrocchia. A questo si aggiunge il fatto che informare il sacerdote sulla malattia di una persona è ancora un fatto occasionale non un'abitudine. Abbiamo predisposto alla porta della Chiesa dei fogli per annotare gli ammalati, avevamo un tempo invitato delle persone a tenerci informati, ma finora non si è riusciti ad avere un'informazione tempestiva e generalizzata. Dovrà essere uno dei più urgenti problemi da sottoporre al Consiglio parrocchiale. Proposte per il futuro Realizzare un più stretto legame tra istruzione, vita, virtù della penitenza e sacramento. L'istruzione deve essere sentita come un momento di un'esperienza che prende tutta la vita. Iniziare progressivamente agli atti penitenziali, il sacramento sia legato all'esperienza concreta dei fanciulli, si formi attorno al bambino una comunità penitente solidale con lui, (famiglia e parrocchia), responsabilità dei genitori nell' educare al senso di Dio, coscienza morale religiosa nel seguire il figlio fino al sacramento della penitenza, interessare tutta la parrocchia presentando i bambini all'inizio della Quaresima durante l'imposizione delle ceneri, cerimonia di ammissione, far precedere la celebrazione del sacramento da alcune celebrazioni penitenziali ex trasacramentali. ecc. 13 \ LA CHIESA LOCALE E LA FAMIGLIA Negli ultimi anni si è fatta pro motrice di molte iniziative a carattere formativo per tutte le categorie di persone. Confidiamo che la sua presenza rimanga sempre viva c dinamica per rendere feconda tutta l'azione pastorale della Parrocchia. Il documento dei Vescovi richiama all'esigenza di vedere la famiglia come primo luogo di annuncio del messaggio cristiano e di educazione permanente alla fede. I genitori,infatti,sono per i figli i primi araldi della fede e gli educatori; li formano alla vita cristiana e apostolica con la parola e con l'esempio, li aiutàno e favoriscono con ogni diligenza la sacra vocazione eventualmente scoperta. In particolare si sottolinea il dovere di partecipare alla iniziazione dei sacramenti che esprime e consacra pure la loro fede personale nella quale si sviluppa e cresce quella dei . figli. Per cui tutta la famiglia deve in tal modo partecipare a crescere nella vita ecclesiale: i genitori, annunéiando ascoltano e ascoltando imparano. Quanto viene affermato dai Vescovi può definirsi uno dei traguardi più ambiti di una comunità parrocchiale: coinvolgere tutte le famiglie in modo attivo e partecipato alla vita di fede, significa porre le premesse per una vita cristiana veramente sentita. La nostra parrocchia da tanto tempo prospetta ai genitori queste eventualità e li prepara ad affrontarla. Tutta l'azione pastorale è un costante richiamo al senso di corresponsabilità che tocca tutti i cristiani indistintamente. CONCLUSIONE Abbiamo esposto in breve il programma che i Vescovi ci propongono per questo triennio. E' stata analizzata in breve la situazione della nostra parrocchia e proposta una traccia di programma per il prossimo futuro. . Tocca ora a tutbi parrocchiani ed in particolare al Consiglio parrocchiale rivedere questo documento per impostare le linee di azione del prossimo futuro in armonia anche con le finalità che l'Anno Santo ci propone. I NOSTRI CATECHISTI Nadia Zanotto Lucia Vettore Daniela Bertoncin Patrizia Braghetto Donatella Marangon Donatella Ranzato Lucia Panfi I i Marina Zorzato Francesco Ranzato Domenico Rossi Antonella Carraro Nicoletta Lollo Francesca Pasquetto Marzia Pasquetto Giuseppina Marini Luigina Caregnato Suor Massimina Suor Vittoria Donatella e Fausta Gottardo Giorgio Zanella Antonia Cesaro Franca Stefan Lucia e Marisa Ranzato Adriano Pilli Suor Giuseppina Natal ina Carraro Oriana Calzavara Leopoldo Rossi Patrizia Marangon Luigina Frison Marta Gottardo Emanuela Zorzato Tarcisio Chierico Antonio Frison Don Giorgio Gianni Vettore Amedeo Vettore Anna Ceccarello. LE ASSOCIAZIONI E L'AZIONE CATTOLICA I vescovi danno grande importanza alle associazioni e gruppi per una crescita capillare dell'esperienza di fede. Particolare attenzione dedicano all' Azione Cattolica, il cui fine immediato è il fine stesso della Chiesa, cioè l'evan:gelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza in modo da permeare di spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti. Il suo ruolo è considerato non facilmente sostituibile. La catechesi di associazione viene indicata come mezzo per mettere in grado i soci di vivere con libertà e generosità la propria vocazione a vantaggio di tutta la comunità. Nella nostra comunità l'Azione Cattolica è sempre stata valido strumento di formazione cristiana e impegno apostolico. La sua presenza è stata e continua ad essere viva nella com unità parrocchiale. Anche. il numero degli iscritti è notevole. Azione Cattolica: un gruppo. 14 Una struttura nuova ,------------- Il 14 marzo 1971 in occasione del solenne ingresso dell' Arciprete D. Luigi Contin, si costituiva, quale iniziativa parrocchiale, l'ufficioso Consiglio Pastorale di Vigodarzere, composto di 60 membri, rappresentanti tutte le zone della Parrocchia. Il costituendo Consiglio aveva lo scopo ben preciso: lavorare e preparare il terreno per il vero e proprio Consiglio Pastorale. Il gruppo riunitosi in prima seduta, il 25 marzo 1971, diede inizio ai lavori di organizzazione. L'ordine del giorno era stato preparato dal gruppo del direttivo, con Presidente il Rev. Arciprete. Nella sua prima riunione approvava uno statuto sia pur in "note provvisorie per il buon funzionamento dello stesso", che in dieci punti stabiliva le varie modalità di partecipazione e d'intervento. Fra le prime organizzazioni veniva eletta la Commissione del Patronato, affinché provvedesse all'organizzazione di questa opera a favore della gioventù, delle attrezzature e delle attività. Tale Commissione era composta di dieci membri con la rappresentanza di adulti e giovani; immediatamente cercò di organizzare il Patronato nelle sue prime esigenze strutturali, ambientali e ricreative che potessero soddisfare, anche se provvisoriamente, aZZe esigenze dei giovani. Il costi tuente Consiglio svolse un'attività movimentata; quanto venne svolto e organizzato in Parrocchia dal 1971 ad oggi, lo dobbiàmo registrare al suo attivo. Fra le principali attività è bene ricordare: gli anniversari dei matrimoni e il decennale della Prima Comunione, iniziativa che oggi sono entrate nella tradizione della nostra Parrocchia e che sono accolte con entusiasmo e partecipazione da parte della popolazione. Con il Consisçlio v('niva riorganizzata e riconsolidata la scuola di Catechismo che oggi accoglie oltre 600 ragazzi con 40 catechisti. Venivano riformate le Associazioni, dando, inizio anche alla divulgazione della stampa cattolica con il Bollettino Parrocchiale che arriva in tutte le famiglie del paese nel giro di poche ore. La scuola di canto, da noi ,tutti apprezzata ed applaudita, riprendeva la sua attività rinnovandosi e completandosi. Il primo Consiglio, suddividendosi in Commissioni, cominciava ad entrare nella vita della nostra Parrocchia. A questo riguardo dobbiamo fare il punto per quel che concerne le campane e la preparazione della sagra annuale dell'otto settembre, organizzata dalla Commissione con vera maestria e sagacia. Le seppero dare un volto nuovo che contribuz' a richiamare, in Vigodarzere, gente da paesi e zone lontane. Non dobbiamo dimenticare il numeroso gruppo di giovani della "Chiarastella" che con entusiasmo, sacrificio e dedizione, hanno allietato le nostre contrade nella prossimità Anno 1899 (1898) GASPARE Unico documento storico del nostro campanile. Questa targa si trova al lato ovest àli'altezza dell'orologio. Festa degli ammalati. 1::' Per varie domeniche i Sacerdoti si resero disponibili per preparare la nostra comunità Parrocchiale a comprendere che la chiesa è una forza vitale, con una missione di salvezza universale perché essa è l'intero popolo di Dio, pertanto una comune unione fra gli uomini tutti. Nelle famiglie intanto pervenivano con il Bollettino Parrocchiale i temi trattati in Chiesa, rendendo partecipe tutta la Comunità dell'importanza e della motivazione del Consiglio Pastorale. Le votazioni vennero effettuate il 20 gennaio 1974 con le preelezioni, mentre la domenica seguente, dello stesso mese, si concluse con la vera e propria votazione dei candidati. In totale vennero elette trentasei persone che furono dipartite proporzionalmente, tra giovani e adulti. Tutto si è svolto in modo ordinato, anche se il fatto di organizzare la macchina delle elezioni per la prima volta, ha creato delle difficoltà. delle feste del Natale, raccogliendo offerte che hanno devoluto ad opere assistenziali. Inoltre la organizzazione per gli ammalati nella festa dell'otto settembre, e l'annuale visita della Casa della Divina Provvidenza: il Cottolengo Veneto nella sua sede di Sarmeola. In tutti coloro che vi hanno partecipato, rimane il ricordo di quei poveri ammalati che, fra tanta sofferenza, sanno avere per i loro benefattori uno sguardo, una parola ed un fraterno sorriso. Per dare un'occhiata ancor più approfondita al Costituendo Consiglio Parrocchiale, sarebbero necessari fiumi di parole. Ogni attività o novità della nostra Parrocchia le dobbiamo a tutte quelle persone che con' sacrificio hanno dato la loro collaborazione, guidati sempre dal Rev. Arciprete, che incoraggiava, animava e sosteneva le varie iniziative. IL NUOVO CONSIGLIO Decennio Prima Comunione. Dopo due anni di vita si creò la necessità di ricostituire quel consiglio che era nato dal nulla con molta semplicità e con la volontà di fare qualche cosa per la nostra Comunità Parrocchiale. Nella sua riunione del giugno 1973, il Consiglio si dichiarava dimissionario e costituiva una commissione che avesse il compito di preparare, predisporre e promuovere le votazioni per il nuovo Consiglio Parrocchiale. l,a Commissione composta da membri comprendenti il Rev. Arciprete, coadiuvato dai due cooperatori, dalla rappresentante delle suore, tre giovani e cinque uomini, diede inizio ai lavori di studio. Oltre ad uno studio formativo la Commissione creò un regolamento e una completa organizzazione per predisporre le votazioni. Visita all'Opera della Provvidenza. 16 Nella prima votazione hanno partecipato 2.662 persone su 3.014 votanti. Nella seconda hanno votato 1.725 persone, oltre la metà, cioè, tenendo conto della giornata piovigginosa e del fatto di recarsi personalmente all'urna, la percentuale risulta notevole. Questo conferma l'attenzione con cui la nostra Comunità Parrocchiale segue ogni attività. Con una cerimonia particolare ed una preghiera comunitaria, il primo Consiglio Pastorale venne presentato alla Comunità di Vigodarzere la domenica 3 febbraio 1974. I COMPONENTI DEL NUOVO CONSIGLIO PASTURALE Diamo l'elenco delle persone che fanno parte del nuovo Consiglio Pastorale parrocchiale: Anniversario di matrimonio. Andrigo Danilo, Battiston Giuseppe, Bertoncin Flavio, Bettio Milena, Bettio Umberto, Botton Sergio, Braghetto Patrizia, Bressan Lenis, Calzavara Lino, Calzavara Oriana, Caregnato Severino, Cattelan Girolamo, Cesaro Antonietta, Cesaro Giulio, Ceccarello Luciano, Cosma Mario, Don Danilo, Dori Ferdinando, Dorio Giovanna, Elardo Clara, Fanelli Lucia, Frison Antonio di Luigi, Gaspari Roberto, Lissandron !vone, Marangon Duilio, Patron Maria, Pegoraro Daniela, Pirazzo Roberto, Ranzato Carlo, Ranzato Gabriele, Ranzato Ivano, Rossi Luciano, Salata Angelo, Salviato Flavio, Sandre Michele, Saretta Oscar, Turato Pietro, Zoccarato Federico, Zorzato Emanuela, Zorzato Ferrante, Zuccon Clara in Zanbn, Rev.da Suora, Don Giorgio, Don Paolo, Don Luigi Sagra Annuale della Natività. Gruppo della Chiarastella. 17 scienza della esimia dignità della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolcibili" (cfr. Dichiarazione sulla libertà religiosa n. 1; Chiesa e mondo moderno n. 26 ss., Ed. Dehoniane). Al vertice di quanto si fa nel Patronato non deve essere la struttura da costruire o mantenere, non la legge da osservare, le attività da svolgere. La preoccupazione di chi dirige e anima il Patronato non può essere quella di "guadagnare" ma di amare il giovane. Bisogna "vedere" e tenere in palmo di mano il giovane e non le chiavi o i giochi. Di qui occorre instaurare nel Patronato un clima di: RI PREMESSA Prima di entrare nel vivo del problema è opportuno chiarire che quanto in questo articolo verrà detto non è da ritenersi già una realtà in senso pieno ma una meta a cui si tende, un punto di arrivo verso il quale si è orientati. A) Attenzione, rispetto, libertà, pluralità Il ragazzo non è un numero: ogni giovane ha delle caratteristiche che lo qualificano rispetto agli altri; ogni persona è un mondo a sé, ha un suo modo di vedere, di sentire, i suoi problemi, sofferenze, desideri. Bisogna essere attenti e delicati nei confronti di ognuno; saper rispettare e valorizzare l'individualità di ognuno. Il giovane deve sentirsi capito, apprezzato. Nello stesso tempo esige libertà @ particolarmente libertà religiosa. "Gli imperativi della legge divina l'uomo li coglie e li riconosce attraverso la sua coscienza, che egli è tenuto a seguire fedelmente in ogni sua attività, per arrivare a Dio, suo fine. Non si deve quindi costringerlo ad agire contro coscienza. (Dichiarazione sulla Libertà religiosa cap. 3). E' quindi necessario dare spazio alla pluralità: nelle idee come nei modi di esprimersi o nel concretizzare le esigenze interiori, sempre nel rispetto delle esigenze altrui e delle scelte fondamentali operate da un ambiente, nel nostro caso il Patronato, in quanto ambiente educativo - umano - religioso. FINE O SCOPO DEL PATRONATO E' un luogo di incontro dei giovani e ragazzi in vista di favorirne la formazione umana e religiosa. Essendo i giovani membri di una famiglia naturale e costituendo una parte della famiglia parrocchiale, il Patronato viene ad essere un ambiente specificatamente destinato ai giovani in ordine ai fini della famiglia e della Parrocchia. 1) RELAZIONE CON LA FAMIGLIA LA PARROCCHIA E LA SOClETA' Deve risultare chiaro a tutti che l'educazione dei ragazzi e giovani spetta di diritto naturale principalmente alla famiglia. Sono i genitori che "hanno trasmesso la vita ai figli", sono loro perciò ad "avere l'obbligo gravissimo di educare i figli e ad essere considerati i primi e principali educatori". "Ma il compito educativo come spetta primariamente alla famiglia, così richiede l'aiuto di tutta la società. Perciò ci sono determinati diritti e doveri che spettano alla società civile, poiché questa deve disporre quanto è necessario al bene comune temporale". Nello stesso tempo anche "alla Chiesa spetta ad un titolo tutto speciale il dovere di educare, soprattutto perché essa ha il compito di annunciare a tutti gli uomini la via della salvezza e di comunicare ai credenti la vita di Cristo" (cfr. Dichiarazione sull'educazione cristiana, n. 3, Ed. Dehoniane). Se evidentemente tra famiglia, Chiesa, società civile ci deve essere collaborazione, nondimeno questa deve esserci tra le varie attività della famiglia, Chiesa e società. Il Patronato è una delle attività della Parrocchia, è uno strumento tramite il quale la Parrocchia si mette al servizio dei giovani. Ne deriva perciò che il Patronato, ben lungi dal sostituirsi alla famiglia, collabora con essa, come conduce la sua vita in sintonia con la Parrocchia e, sia pur limitatamente alla funzuone educativa, in relazione con la società civile. Concretamente sarebbe ottima cosa che il Patronato, pur essendo un luogo destinato specificatamente ai giovani, fosse anche un luogo di incontro tra genitori e figli, tra adulti e giovani e di genitori o adulti tra di loro. B) Bontà e pazienza La persona umana è così tanto bersagliata da varie parti, così sfruttata e manipolata in vari ambienti che ha bisogno di trovare amicizia almeno dove si afferma di avere preoccupazioni educative. Per cui pur tenendoci a fare del Patronato un ambiente di educazione, per offrire al ragazzo qualcosa di buono, occorre molta bontà e pazienza. Il modo improntato a quel tipo di rigidità che si confonde con "la cattiveria" non è il più adatto. 2) LA PERSONA UMANA DEL RAGAZZO-GIOVANE SEMPRE AL VERTICE Non possiamo non considerare l'uomo con tutta la serietà che merita. Dice il Concilio Vaticano Secondo: "Cresce (oggi) la co- AI lavoro in Patronato. 18 ~od~ di divenire molto consono all'uomo in quanto mtelhgente e quindi primo costruttore di sé, tenendo sente nello stesso tempo che una vera educazione con il concorso di molti. . No~.ci può essere né autQeducazione semplicemente, né lmpos1ZlOne. Nel Patronato .dovrà esserci un dialogo in tre direzioni. Sub 1) Dialogo tra amici La ricchezza di tanti messa in comune diventa ricchezza di ognuno. Sapersi ascoltare, saper fare vera amicizia costruttiva. Ec .. co allor.a le conferenze.' i dibattiti, le riunioni, il parlarsi a tu per tu 111 modo orgamzzato o spontaneamente. Cercare as .. sieme la Verità. Vita di Patronato. Sub 2) Dialogo col Sacerdote Con la paZ1enza si riuscirà ad ottenere qualcosa anche da coloro che fossero la massa anonima del Patronato e ai quali interessa poco il programma di formazione. "L'attività apostolica va paragonata più alla semina che al raccolto, nonostante il frettoloso andare del nostro tempo" (Cfr. Relazione sul Patronato di Don Danilo Serena). Il Sacerdote non è un barista (anche se per necessità lo può fare) né il custode dei giochi. Dovrebbe essere un amico con particolare premura di capire e aiutare i giovani soprattutto in ordine alla vita cristiana. Il Sacerdote è Ministro della Patola di Dio: questa egli deve presentare; a lui particolarmente spetta l'impegno di istruire e catechizzare. 3) PATRONATO LUOGO DI AMICIZIA E DI FORMAZIONE Sub 3) Dialogo con Dio Noi siamo abituati a metterci più facilmente in rapporto con Dio nella preghiera che facdamo in Chiesa. Ma se tenia· mo conto che si può pregare ovunque e che la vita tutta è un incontro con Dio, quando è vissuta nel suo amore, allora comprendiamo come anche nel Patronato Dio dovrebbe es .. sere di casa ed il giovane dovrebbe incontrarLo. Lo incontra nei momenti di preghiera che i gruppi sono invitati ad organizzare; Lo incontra nell'istruzione religiosa che gli viene offerta e nella ricerca della Verità attraverso il dialogo con gli altri e il Sacerdote. L'uomo (e in misura ancor maggiore il giovane) è naturalmente portato all'amicizia; così pure va alla ricerca continua della sua personalità. Il Patronato si prefigge di essergli di aiuto in questo. A) Ambiente di riposo e sano divertimento Il, giovane è pressato dai suoi impegni che possono essere quelli della scuola o quelli del lavoro. Anche per il. giovane, quando è impegnato, la vita è una cosa "seria". Il suo fisico, cosÌ ancora agile, il suo spirito cosÌ nuovo al mondo intero hanno bisogno di spazio, di apertura. C'è bisogno di riposo, di qualche sosta. C'è bisogno di movimento, allegria, svago. Accanto a tanti altri ambienti, il Patronato offre questa possibilità, con la differenza che si preoccupa che anche questa sia orientata al vero bene del giovane. La sosta non deve essere ozio. Il divertimento non deve significare "fare una vacanza spirituale" . C) Ambiente di impegno e corresponsabilità E' la conseguenza logica di un discorso serio. L'uomo è un essere che "vive"; ma la "vita" non è solo pensare o parlare bensÌ anche azione. Il dialogo del singolo con gli amici, con il Sacerdote, con Dio deve maturare in un rapporto più vero e vitale, deve approdare ad un impegno concreto. La risposta ad un'interpellanza deve avvenire non solo a parole ma coi fatti. "Non chi dice: 'Signore, Signore! ' entrerà nel regno dei cieli; ma colui che fa la Volontà. del Padre mio che è nei cieli". Come la vita dei singoli, cosÌ la vita di gruppo deve esprimersi anche nell'azione volta ad applicare quanto si è considerato valido nel momento del discorso. Viene pure implicito il criterio della corresponsabilità o collaborazione. Quanti frequentano il Patronato dovrebbero un po' alla volta essere coinvolti al punto da sentirsi corresp.onsabili a tre livelli. B) Ambiente caratterizzato dalla catechesi aperto al dialogo Se tutta la vita è una crescita tanto più lo è per il giovane che, particolarmente recettivo com'è, vuole darsi un'impostazione, un orientamento base. Questo anche in campo religioso, dove il giovane abbisogna di MOLTA CATECHESi, cioè di istruzione religiosa che lo possa mettere in grado di cogliere in maniera giusta il senso della vita e lo orien ti nelle scelte concrete in conformità a quanto indica il Signore col dono inestimabile della Rivelazione, oggi annunciata dalla Chiesa. Questo della catechesi è lo scopo fondamentale del Patronato e di varie attività che in esso vengono organizzate. Tanto l'istruzione vera e propria, come l'educazione generale del giovane possono trovare in un clima di dialo!1,o un Sub 1) Con i dirigenti del Patronato Il Patronato in quanto luogo di incontro di tutta la gioventù ha dei fini generali a cui tutti devono attenersi, per r;:Jf?;giungere i luali vengono prese delle iniziative che devono 19 Naturalmente dicendo che, a seconda dell'età, sono utili o necessari momenti di coeducazione, non bisogna dimenticare l'insostituibile funzione dei momenti di formazione separata (in particolare per gli adolescenti), al fine di aiutare il singolo a diventare maggiormente ciò che è (uomo o donna) e a saper meglio donare ciò che di caratteristico porta con sé. Così dicendo ci sembra di essere in sintonia con quanto affermato dai Vescovi della Lombardia e del Veneto nel Documento sull'Educazione sessuale del 2-2-74. necessariamente coìnvolgere tutti e vengono offerti ai singo- li vari servizi (biblioteca, bar, campi di gioco ... ). Con ciò si ritorna a dire che il comportamento dei singoli o gruppi deve anzitutto essere in accordo con l'andamento generale del Patronato non solo; ma che i gruppi tutti devono offrire la loro collaborazione. E' naturale che ci siano degli incaricati delle varie attività generali; ma ciò non implica che in Patronato i giovani debbano comportarsi come in un bar o in un parco divertimenti, dove ognuno (proprietari e cliente) cerca di tirar dalla propria parte e non si può parlare di partecipazione. Se il Patronato è "la Casa della Gioventù" qui i giovani dovrebbero essere i veri responsabili, solidali con chi per criteri pratici può essere incaricato di qualche attività, capaci di rendersi conto di una .necessità e pronti a dare una mano, lieti di poter corrispondere ad una iniziativa che viene loro presentata. Non· sarebbe formativo che i giovani "pret'endessero di trovare tutto pronto per opera di altri". Ciascuno ha il diritto-dovere di agire per gli altri che per noi cristiani sono "fratelli in Cristo"; ma nessuno ha il diritto di essere sempre e solamente servito quando anche lui ha delle capacità da mettere a profitto. 4) PATRONATO LUOGO APERTO A TUTTI E PROIETTATO SUL MONDO Da vari passi di quanto detto finora risulta evidente che il Patronato' non tiene i battenti chiusi per nessuno che si sforzi di rispettarne la funzione educativa o ancor meglio di adeguarsi ai suoi scopi. Anzi ognuno può portare qualcosa di sé affinché esso corrisponda sempre meglio al fine. Deve apparire, infine, chiaro che il Patronato non può chiudersi in una funzione "protettiva" o in un'azione di difesa ma deve essere in grado di collaborare alla formazione di uomini che dovranno vivere nel mondo e nelle varie situazioni o ambienti devono portare la ricchezza in esso acquisita. Sub 2) Con gli amici di gruppo Anche nei singoli grUppl o nelle singole attività ci possono essere e quasi sempre di fatto ci sono dei responsabili. Ma è chiaro che, se amicizia vuoI dire ricevere e insieme dare collaborazione non ci sarà mai uno che lavora da solo. Un peso portato da mol ti non è più un peso. E che cosa è l'amicizia se non un aiutarsi a raggiungere meglio, e più facilmente le mete, talvolta difficili cui il singolo si trova incamminato? DATI STATISTICI Nella nostra parrocchia i ragazzi dai 7 ai 20 anni sono 597 de ragazze 543. In totale 1.140. Tra i gruppi organizzati figurano 1'Azione Cattolica, il gruppo catechistico, liturgico, i chierichetti, gli aspiranti, le ACLI ed altri gruppi. Gli ambienti a disposizione sono una sala giochi, bar, sala TV, sala riunioni, bibliotechina. Attività, riunioni settimanali per le varie età, mostre, concorsi presepi, grandi giochi, chiarastella, gite, decennio della prima Comunione, Messe della gioventù, spettacoli musicali, ritiri, giornate di riflessione, marce, conferenze straordinarie su temi di attualità, attività missionarie ecc. Ma il Patronato è anche centro di tutte le altre attività parrocchiali, per cui si sente urgente la necessità di ampliarne le strutture per rispondere alle sempre nuove esigenze. In certe sere i locali a disposizione non sono sufficienti ad accogliere le varie riunioni. Si aggiunga inoltre che funzionano tre tipi diversi di scuola serale di ricupero oppure di formazione professionale. E' indispensabile affrontare tale problema quanto prima. Sub 3) Con gli altri gruppi Pur avendo ogni gruppo un suo scopo specifico ci sono molti motivi umani e cristiani in comune che richiedono un discorso ed un'azione concordi. Sarebbe anticristiana la coesistenza di gruppi col solo rapporto di "buon vicinato" o peggio di antagonismo. Singoli e gruppi devono sentirsi pronti a collaborare perché la ricchezza degli uni diventi ricchezza di tutti. D) Ambiente di serio incontro tra ragazzi e ragazze E' un discorso questo della promiscuità e della coeducazione che deve essere fatto tenendo conto delle varie fasi di crescita di una persona. Trattandosi di fanciulli il problema sembra di relativo valore in quanto non è molto sentito dagli interessati, né pone particolari difficoltà. Particolarmente importante e delicato è il problema quando si tratti di adolescenti (12-16 anni circa) cioè di persone che stanno costruendosi la propria personalità. Considerando il problema in generale va detto che in un periodo come quello odierno in cui si va a scuola assieme, assieme al lavoro, assieme durante il tempo libero cioè si vivono in comune tutte le esperienze, sembra assai educativo che anche la formazione umano-religiosa sia fatta assieme. Questo perché ci si faccia l'idea di una Chiesa aperta, si possa crescere capaci di un sano divertimento anche nello stare assieme e ci si maturi con la concezione che anche la dimensione spirituale-religiosa è oggetto di complementarietà tra i diversi sessi. , I 20 trovare ~av~la rotonda tra adulti e giovani e espertenze diversissime [tglt aumenta la responsabilità dei genitori. "Voi non potete immaginare quanto stia male un padre alla sera se il figlio tarda a rientrare. Però dovete capire, e non mi vergogno assolutamente a dirlo, se qualche volta prendo l'auto e vado a vedere dov'è mio figlio". Sono parole di un padre di Vigodarzere ad alcuni ragazzi: parole dette con convinzione, non per imporre il proprio punto di vista, ma per farsi capire; per spiegare che anche i genitori, qualche volta, soffrono. Quello del rientro serale, del controllo, soprattutto paterno, delle compagnie, in una parola della "patria potestà" che cerca di uscire fuori dalle mure di casa per seguire i figli è uno dei motivi di attrito "storici" fra giovani e adulti. I giovani vedono in questo atteggiamento un attentato alla loro libertà, soprattutto colgono un senso di sfiducia. Gli adulti dall'altra parte sentono che la loro responsabilità non si esaurisce in casa: anzi si amplifica e diventa più difficile proprio quando i figli sono "fuori controllo". Non a caso la "battaglia per la chiave di casa" è uno dei momenti cruciali nella vita personale di ogni giovane. Genitori e figli di Vigodarzere non fanno eccezione in questo problema di carattere generale. C'è però una volontà di superare gli attriti, di ricercare insieme qualcosa di nuovo, di più bello, di più genuinamente familiare. "Con un grupdi miei amici racconta un ragazzo di Vigodarzere fatto una piccola inchiesta sul problema del rapporto tra genitori e figli. Tutti sono stati d'accordo nel dire che il dialogo non c'è; però tutti sono stati anche d'accordo nel dire che si poteva fare. Noi abbiamo anche sperimentato di avere assoluto bisogno degli adulti, di non poter fare da soli. Abbiamo così. tentato un'iniziativa: il nostro gruppetto, siamo una decina, si è recato in due famiglie a parlare con i genitori e abbiamo scoperto negli adulti una grande apertura. Forse avremmo bene a continuare ... ". L'episodio è stato raccontato nel corso di una tavola rotonda sull'argomento organizzato dalla parrocchia: "Il discorso - ha fatto rilevare l'arciprete interessa direttamenta la vita ecclesiale di Vigodarzere. Nel nostro consiglio pastorale ci sono dieci giovani, che possono fare molto se si stabilisce un dialogo tra generazioni". All'incontro, la cui tematica ha avuto bisogno di due serate, hanno partecipato cinque genitori e cinque figli. E' stato l'inizio di un dialogo aperto, franco. Al di là di quello che è stato detto, esso è servito proprio come esempio €Ielle "parole" che si possono dire in famiglia, o meglio che si potrebbero dire "se qualche come ha auspicato una ragazza riUSCISSImo a spevolta gnere il televisore e a parlarci"; "o se i figli - ha aggiunto un padre -- invece uscire tutte le sere stessero anche a casa: il dialogo infatti bisogno tempo". maggwre libertà dei DIST ANZA STORICA La distanza che esiste tra genitori e fìgli comunque non è solo psicologica. Esiste anche una distanza che definjrernmo storica, nel senso che deriva da due diversi, e a volte contrastanti, tipi di esperienza. Molto opportunamente un genitore all'inizio della discussione ha premesso che gli adulti di oggi sono vissuti in una periodo in cui c'era meno comunicazione sociale, c'era meno cultura, "la gent~ era più sfruttata da chi aveva i soldi", era difficile parlare. Oggi le occasioni di cultura e più in generale di informazione sono cresciute enormemente. E' cresciuta la possibilità di uscire dall'ambiente. Sono aumentate in definitiva le possibilità di scegliere. Sono possibilità che creano nuovi bisogni da parte dei giovani e una posizione diversa negli adulti. "Il rapporto tra ha detto un padre - è difficile genitori e figli perché i giovani tendono a chiedere troppo ai genitori". "D'altra parte - ha aggiunto una madre -- la colpa non è tutta dei giovani: moltissimi genitori vogliono per i loro figli una vita senza sacrifici e senza problemi e questo è diseducativo" . "Molto spesso -- ha aggiunto un altro adulto - i hanno l'impressione che i figli non abbiano in dialogo diventa difficile proprio perché pare che le nerazioni non riescano a 'credersi' reciprocamente". a questo punto che la distanza div"nta psicologica, alimentata, come abbiamo detto all'inizio, da piccoli episodi quoditia:ni. Cosa chiedono i giovani? La risposta è difficilmente riassumìbile in poco spazio. Sostanzialmente chiedono libertà e fiducia. Vogliono essere lasciati liberi di scegliere il loro futuro; chiedono che i genitori si fidino di loro anche guando sono fuori. Per ottenere questi risultati, essi dicono, occorre dialogare, dialogare sempre, "dialogare con un padre che non si senta sempre e necessariamente il capo". Gli adulti sono d'accordo. Sono disposti a parlare. Dicono anzi che la prima battuta di questo dialogo costru~tivo deve partire dai genitori. "Deve iniziare ha detto un glOvane papà dai : non si può aspettare che il figlio abbia discutere con lui". "Non considerare - ha aggiunto un altro - i figli a tappe: dei vent'anni tenerli sempre come bambini e rtopo il servizio come alla . La passione con la quale i genitori di Vigodarzere hanno partecipato a questo dibattito dimostra già da sola la "fame arretrata" di parole con i che essi provano. 21 l DOMANDE PRECISE Ma con la disponibilità al dialogo, i genitori hanno posto ai giovani presenti anche domande precise, questioni di ogni giorno, drammatiche proprio perché quotidiane. "Libertà e fiducia - ha detto un padre -- possono anche significare il permesso di uscire quando si vuole e per quanto tempo si vuole: Ma la libertà deve essere per tutti: allora alla sera esce mio figlio, esce mia moglie, esce mia figlia, esco anch'io. Torniamo quando vogliamo e nessuno sa dell'altro. Questa può essere libertà, ma è ancora una famiglia? ". "E se mio figlio ha incalzato un altro - dopo la terza media decide di non andare più a scuola e io invece ritengo che debba continuare, devo impormi? ". "Occorre lasciargli fare la propria esperienza", è stata la risposta pressoché unanime dei giovani presenti. "Ma è probabile ha aggiunto il padre - che ad una certa età egli mi rimproveri di non averlo fatto studiare. lo allora non potrò fargli osservare che se l'è voluto; può sempre dirmi elle a quell'età non era in grado di capire le cose". "E se vedo - continua un terzo che mio figlio si mette sulla strada della droga e dialogo con lui, discuto, gli facciq presenti i pericoli e nonostante tutto lui continua a frequentare quegli ambienti e rischia di diventare un drogato, devo continuare a dialogare o non posso anche impormi con la forza? ". Ecco alcuni degli interrogativi posti dai genitori, anche questi scelti a caso fra i molti. Interrogativi ai quali i giovani onestamente non hanno saputo dare una risposta. Non hanno potuto darla proprio perché non hanno ancora sperimentato direttamente quanto possa essere drammatico per un genitore fare delle scelte anche "impopolari" nei confronti dei figli. E' stato un bene comunque che siano stati posti "Fra poco -- ha detto un giovane - anche noi saremo dall'altra parte". Una considerazione che apre uno spiraglio alla soluzione del problema: "Il rapporto tra genitori e figli - ha detto una ragazza -- esige per essere risolto che sia già la coppia che dialoga al suo interno, che i fidanzati si preparino alloro compito di genitori imparando prima di tutto ad essere coniugi". Luogo di questo dialogo è certamente la casa, "ma anche la parrocchia - è stato osservato - potrebbe costituire un punto d'incontro, promuovendo iniziative che vedano i genitori accanto ai figli". Un'indicazione pastorale concreta, ma merita di essere certamente studiata e concretizzata. "La soluzione di fondo - ha però osservato in chiusura l'arciprete resta nell'amore. Il dialogo da solo non basta: esso ha bisogno dell'amore, soprattutto quando il dialogo è difficile, perché si hanno idee ed esperienze diverse". "I figli - ha concluso un genitore dovrebbero anche pensare che è più facile che ad amarli, a v.olere il loro bene, siano i genitori, piuttosto che un 'toso' o una 'tosa' che trovano per strada. Possiamo sbagliare delle volte, possiamo avere mentalità arretrate, ma sul nostro amore i figli non dovrebbero mai avere dubbi". Un po~ • di storia 17 giugno 1962. Mons. Girolamo Bortignon benedice ed inaugura il nuovo fabbricato dell'asilo di Vigodarzere "Costante Bettin". Settembre 1932 Il vecchio Edificio Scolastico ceduto dal Comune alla Parrocchia S. Martino di Vigodarzere. 22 La scuola materna non è il grande problema o la preoccupazione dei parroci di oggi, ma anche di quelli di ieri. in Vigodarzere la necessità di un Asilo, oggi scuola materna, era profondamente sentita dalla nostra cittadinanza fino dal 1900. L'Arciprete D. Pietro Panozzo, che resse la nostra Parrocchia dal 1901 al 1924, riscontrava la necessità che la Parrocchia di Vigodarzere avesse il suo Asilo Infantile. La sua cagionevole salute ed altri impegni per le opere parrocchiali lo distolsero dal poter realizzare questo progetto. Don Girolamo Rizzato, suo successore, fin dal suo ingresso nella Parrocchia, (1925) si adoperò per poter realizzare la grande opera. Nel 1932, con il completamento delle attuali Scuole Elementari, l'allora Amministrazione Comunale cedeva alla Parrocchia di Vigodarzere, "solo in uso, sia pure perpetuo, riservandosi la proprietà", le vecchie scuole. "La concessione fu fatta anche considerando che l'Amministrazione della Chiesa cedeva al Comune, per una somma insignificante, un appezzamento di terreno di 900 mq., utilizzati per ampliare il piazzale delle nuove scuole, e ritirò per due metri i paracarri della Chiesa per allargare la sede stradale ". Le vecchie Scuole furono consegnate nelle condizioni in cui si trovavano; la Parrocchia di Vigodarzere dovette sobbarcarsi tutte le spese di restauro, di adattamento e trasformazione per rendere l'edificio adatto ad accogliere le Rev. Suore, e i bambini. Venne recintato dal lato della strada con muricciolo e cancello in ferro. Uno dei primi benemeriti benefattori fu il sig. Costante Bettin che, con lasciato testamentario, donava due case e quattro campi padovani a favore dell'opera da istituirsi nella Parrocchia di Vigodarzere. Tale beneficio venne in seguito, per varie ragioni, venduto ed il ricavato fu investito, come d'obbligo, in cartelle di rendita i cui interessi annui ammontavano a L. 1.116. Ricordiamo che eravamo nel 1932, perciò, per quei tempi, si trattava di una cifra buona per le spese e la vita del nostro Asilo. Ancora oggi il nome di Costante Bettin, assieme agli altri benefattori è ricordato da una lapide posta all 'ingresso principale dell 'Asilo. Con il Sig. Bettin dobbiamo rendere omaggio ai defunti arcipreci D. Girolamo Rizzato e D. Giulio Rettore che si prodigarono con ogni forza per dare vita e funzionalità al nostro Asilo Infantile. Da qualche anno con le varie innovazioni sociali e civili, l'Asilo venne denominato: Scuola Materna. in questi ultimissimi anni, grazie all'interessamento di diverse persone, le scuole materne, private, vennero riconosciute quali enti giuridici ed educativi in tutto il territorio nazionale, rendendole COSl' partecipi degli stessi benefici e diritti che godono le scuole materne statali, od altre simili istituzioni. Questa notizia ci deve senz'altro rallegrare perché finalmente vediamo realizzato un sogno che stava a cuore sia a noi che agli educatori ed alle educatrici, i quali, con grande dedizione, spendono ogni loro energia per l'insegnamento . dei nostri bambini. Vigodarzere aveva COSI' il suo Asilo, e i bambini attendevano le loro educatrici. La Direzione venne affidata alle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, allora giovane congregazione con casa madre in Torino. Il fondatore di questa congregazione fu il piemontese Professore Marchese Prancesco Foà di Bruno. Egli, oltre ai suoi impegni di docente e di ufficiale, si dedicava allo svolgimento di opere benefiche a favore della . popolazione torinese. In età avanzata divenne sacerdote e dedicò tutto se stesso a ciò che aveva creato. Gli storici pongono quindi la sua opera grandiosa a fianco di quelle di S. Giovanni Bosco e del Beato Giuseppe Cottolengo. La morte colse il generoso sacerdote Poà di Bruno nel 1888, ma la sua opera, fondata con tanto amore e sacrificio, continuò e continua con il medesimo scopo che si era imposto. Le Reverende Suore arrivarono in Vigodarzere il 18 settembre 1932, provenienti da Bertipaglia. Vennero accolte, oltre che dal Comitato organizzatore e dalla popolazione, anche dall'Arciprete D. Girolamo Rizzato con la cerimonia religiosa che dava loro il benvenuto. Dopodiché, all'ingresso in Asilo, ricevettero l'omaggio dei primi allievi, i bambini che vedevano nelle suore la loro seconda madre. Oggi ricordiamo quello che avvenne ieri e forse, ciascuno 1 9 :3 2 le nuove scuole elementari. Veduta della Scuola Materna dal campanile. 23 educazione di queste anime innocenti". L'edificio consta di cinque aule scolastiche arieggiate e riscaldate con impianto termico. Un capace refettorio e due corridoi per la ricreazione, con servizi convenienti. Per le. Rev. Suore verme ricavato un appartamento di cinque stanze: cucina con salottino-pranzo e la direzione con ingresso principale abbastanza conveniente per praticità e funzionalità. Il mancante spazio di vita esterna oggi è venuto una realtà. La scuola materna, abitualmente resasi capace, mancava di uno spazio all 'aperto dal lato del levante, per cui il sig. Modesto Bedin ci concedeva in fitto, per tale scopo, un po' di terreno. "Per p'rovvedere in forma stabile e conveniente al bisogno specialmente attuale ", il Rev. Arciprete D. Giulio Rettore, "acquistava nel 1961, dal sig. MGrandi, mq. 700 adiacenti al terreno del sig. Luigi Bedin, successore dello zio, nella speranza di arrivare ad una permuta". Tale operazione, purtroppo, non fu possibile in tanti anni. Il Rev. D. Luigi Contin, dopo il suo ingresso nella nostra Parrocchia, cercò di incontrare e di discutere con il proprietario sig. Bedin per la soluzione del caso. Il 25 giugno 1973 il cav. Bedin cedeva la suq. proprietà alla Parrocchia di Vigodarzere dietro versamento di venti milioni. A questo punto, per il nostro Asilo, si prospettavano due soluzioni: o vivere continuando l'opera a favore della parrocchia e dei nostri figli, o spostarsi in zone lontane dal centro, date le strutturazioni definite dall'attuale piano regolatore. Vagliate le due soluzioni, si scelse la migliore e si concluse l'atto preliminare d'acquisto. In tale proprietà la Comunità di Vigodarzere sogna di veder sorgere la nuova strutturazione della scuola Materna. La sensibilità ha smosso la nostra popolazione a farsi promotrice per concorrere a sopperire alle spese per l'acquisto del terreno. Ringraziamo tutti coloro che in qualche modo, con slancio veramente encomiabile e lodevole, hanno concorso allo scopo. Da queste pagine sollecitiamo altri a seguire l'esempio finché la nostra comunità non vedrà realizzato il nuovo edificio della "Scuola Materna di Vigodarzere". Certo la strada è lunga, ma non dobbiamo spaventarci, anzi ci dev'essere di sprone la sensibilità per le opere umanitarie. COSt' operando, la nostra generazione potrà vedere realizzata la sognata costruzione. Ideata da D. Pietro Panozzo, nata con D. Girolamo Rizz,ato e cresciuta con D. Giulio Rettore. Lo sviluppo della Scuola Materna dipende dalla nostra società, che guarda all'avvenire e al costante progresso con sensibilità, fiducia e amore. di noi, era tra quei bambini che incontrarono e salutarono per la prima volta le suore. Pertanto, p.er tutto quello che loro hanno fatto per noi, per i nostri figli e per quello che faranno per il bene dei ragazzi, vada il nostro doveroso senso di riconoscenza. La domenica del 25 settembre 1932, sua Ecc. Mons. Carlo Agostini Vescovo di Padova, incontrato dal Rev. Arciprete e dalle autorità .civili, benedisse l'Asilo, destinato ad accogliere "quei piccoli, grandi esseri che sono i bambini". CoSt' l'Asilo iniziò la sua vita, la sua opera provvidenziale di educazione morale, intellettuale e civile delle generazioni che si susseguirono nell 'ultimo quarantennio. Le tristi vicissitudini della guerra 1940-1945 non interruppero la vita del nostro Asilo. Infatti, nonostante le incursioni aeree che sconvolsero il nostro paese di giorno e di notte, del 28 agosto 1944 sino alla fine della guerra, l'Asilo, sia pur esso in forma ridotta funzionò ugualmente nella contrada, oggi denominata, Ca' Zusto, grazie alla sollecitudine, all'a.vvedutezza ed al pronto intervento del Rev. Arciprete D. Giulio Rettore, che fece erigere una sede provvisoria dell'Asilo. COSt' sistemato, l'Asilo continuò la sua funzione fino a che la sede non venne restaurata dopo i danni subiti nel bombardamento del marzo 1945, che danneggiò il centro del paese. ACQUISTO E TRASFORMAZIONE DEL VECCHIO EDIFICIO Con l'aumentare delle frequenze all'Asilo, si rese necessario una nuova ristrutturazione dell'ambiente stesso. Si era nel 1955 e l'edificio era divenuto, oltre che insufficiente, anche mal organizzato, non presentando i requisiti di un ambiente scolastico e richiedendo, sotto vari aspetti, una soluzione di ampliamento e di ammodernamento, secondo le esigenze dei tempi. La proprietà del fabbricato, come abbiamo accennato in precedenza, non era della Parrocchia, ma bensz' del Comune. L'allora amministrazione comunale, per svariate ragioni, non poteva effettuare i lavori di ripristino dello stesso; pertanto venne richiesto l'acquisto che l'Ente Comunale accettò. Dopo mesi di attesa, data la lungaggine delle. pratiche burocratiche, l'acquisto fu reso possibile in data 21 settembre 1955. I lavori vennero effettuati con la massima celerità nella primavera successiva, tanto che il 17 giugno 1956 S. E. Mons. Vescovo Girolamo Bortignon procedeva .alla solenne inaugurazione dell'edificio. Alla popolazione .ed alle autorità presenti S. E. rivolse la sua parola, compiacendosi della avvenuta realizzazione, nonché per la cooperazione, ed invitando "i genitori a mandare i loro figli nel luogo provvidenziale per la preservazione ed 24 Sono esattamente le 7, e già è in arrivo il primo gruppo di bambini con il pulmino del signor Grotta. La Suora di turno è sulla porta, pronta ad accogliere i primi arrivati che giungono allegri e chiacchierini, come un garrulo stormo di uccellini. Il secondo gruppo arriverà alle 8,25; molti altri accompagnati dalle loro mamme che frettolose consegnano fiduciose il loro tesoro e corrono al lavoro che le terrà impegnate per tutto il giorno. Verso le 9 ci sono quasi tutti. In questo tempo i bimbi sono stati impegnati nel gioco libero e ordinato e nella conversazione con le loro Suore. Oh ... ! Quante cose hanno da dire i bambini! Loro non si stancano di parlare, di raccontare e le insegnanti non si stancano di ascoltarli e si stabilisce fra loro un'intesa meravigliosa. A questo punto ogni insegnante, dalla sala di ricreazione, prende il suo gruppo ed c;ntra in aula. E' un momento delicato. Il fratellino si divide dalla sorellina piil piccola e sono lacrime. D'accordo con le mamme si fa opera di persuasione ed in breve tutto si accomoda. La classe è il paradiso dei bambini. In essa trovano quanto è necessario alla loro crescita: religiosa .. intellettuale sociale. La Suora li vigila e li segue in ogni loro manifesta·· zione. I primi 15-20 minuti vengono impegnati in una proficua conversazione con l'insegnante su un argomento messo in rilievo, spesso, dagli stessi bimbi. La Suora, ha modo così, di arricchire il loro vocabolario, esercitare la memoria, ab i·· tuarH alla riflessione ed osservazione. Il canto, la recitazione,n disegno, il gioco con materiale didattico appropriato, sono i fattori principali attraverso i quali il bambino ha la possibilità di esprimere se stesso e formarsi un carattere. L'ora di pranzo è piuttosto rumorosa. Ognuno si affretta a raggiungere il posto ed il compagno preferito. Quando i bambini delle diverse sezioni si ritrovano insieme hanno delle dimostrazioni affettuose tra loro che commuovono. ognuno ha da raccontare qualcosa di nuovo all'altro. Ispezionano il loro cestino, emettono esclamazioni di gioia per le minuziose cibarie scelte e ben preparate dalle loro mamme. Consumano n pranzo in allegria c le Suore passano di tavolo in tavolo per incoraggiare, aiutare, imboccare, lodare tutti e ciascuno in particolare. Ogni bambino si deve trovare a suo agio c non deve sentire la mancanza della mamma, ecco perché la Suora è tutta per tutti e per ciascuno. La ricreazione li riunisce ancora tutti in un'unica sala. Questa è l'ora della giornata che preoccupa di più le insegnanti. I bambini sono esuberanti e .chi li assiste deve prevedere sempre il peggio in modo che non succeda nulla che possa danneggiare il bambino. settembre gmppo di bambini con le Rev. D. Anselmo mo Rizzato e ii 1972: i bambini delli:! Scuola materna. D. Girala- L'ultima parte della giornata del. bambino è meno impegnativa. Si lascia molta libertà alle loro iniziative. Tutto serve per mettere nel cuore del bambino la gioia di essere membro attivo nella scuola materna. Esplodono ogni qualvolta riescono nel loro intento e chiamano i compagni ad osservare i loro capolavori: un paesaggio, un forte, una scena di guerra ecc. I più piccini riposano beatamente nei loro lettini. Vigile e attenta sta la Suora pronta ad intervenire in qualsiasi necessità dei bambini. Al risveglio qualcuno piange, ma la materna parola della Suora li tranquillizza e in breve li sono tutti attorno a chiedere la merenda, proprio come i pulcini attorno alla chioccia. E' una scena veramente stupenda. Ognuno riceve il suo panino e ritorna a sedersi ai piedi del suo lettino a far razzia nel suo cestino. Il tempo passa veloce, è l'ora della partenza. Il pulmino è al èancello. Qualcuno l'ha visto e in un baleno l'allarme è dato. Saluti cordiali ed affettuosi e un arrivederci a domani. I bambini ritornano alle loro case allegri e contenti di riab- bracciare le loro mamme. In breve la scuola materna ritorna silenziosa. Rimane ovunque l'inevitabile disordine lasciato dai bimbi. Le insegnanti a questo punto possono sentirsi anche stanche, ma la gioia d'aver dato il meglio di se stesse per il bene di tanti bambini ed aver assolto ad un compito altamente sociale, le ripaga abbondantemente e ringraziano il Signore per averle scelte per una missione così sublime qual è quella di educare i bambini che formeranno la società di domani. Mentre il pulmino percorre le vie del paese, suonando di quando in quando il clacson per riconsegnare i bimbi alle loro mamme; le Suore riordinano gli ambienti della scuola materna, per renderla nuovamente accogliente per il giorno suguente. Ristrutturazione della Scuola Materna. 1972 Il girotondo dei bambini dell'Asilo-Scuola materna. Un momento della giornata. 26 La storia ci è molto avara nel fornirci notizie sull'Organo della chiesa Arcipretale di Vigodarzere. Bisogna risalire al 1900 per ricordare l'installazione dell' orgarlO classico-romanico a trasmissione meccanica con la consolle incorporata alle basserie delle canne. A quel tempo sembrava più una banda che un orchestra: piatti, cembali, tamburini e campanine accompagnavano i suoni delle canne con timbro classico ed inespressivo. Con la riforma della musica sacra, effettuatasi con S. Pio X, vengono tolti tutti quegli effetti folcloristici che a nulla servivano alla liturgia della Chiesa. Nel 1920 l'organo subiva una prima trasformazione con sistema pneumatico; nel 1937 una ditta specializzata lo rendeva operante ed effettivo. Finché, nel 1970, gli diedero una radicale trasformazione con ammodernamento elettronico. Con orgoglio possiamo affermare che l'organo sinfonico oggi è, non solo più completo, ma soprattutto più funzionale e prezioso. Un tale strumento doveva essere maggiormente valoriz:z;~ to con un folto gruppo corale che completasse l'orchestrazione dei suoni con la voce, rendendo pill solenni le sacre cerimonie, Sappiamo, da notizie desunte, che la prima formazione corale della nostra Parrocchia risale al 1914 della quale sono ancora viventi alcuni dei componenti stessi. All'organo, dopo il 1915, sedeva un certo sig. Ranzato Edoardo che animò e ristrutturò il complesso corale portandolo ad eseguire un vasto repertorio liturgico di musica sacra. Con lui dobbiamo ricordare i maestri d'organo Piasentin, Marinello, Grassetto e Marcato. Altri li seguorono nei vari tempi, con validissimo talento organizzativo, accoppiati sempre con valenti cappellani per la direzione del coro. Fra i tanti nominativi ci è caro ricordare D. Giovanni Sartori, D. Anselmo Volpato e, soprattutto, il caro concittadino sig. Mario Guzzo, morto in un campo di concentra-o mento germanico nel 1945. Egli, con tecnica e buon gusto, seppe organizzare e svolgere un folto programma. L'elencare tutti i sacerdoti che profusero in quest'opera organizzativa ogni loro talento sarebbe troppo lungo. La nostra corale, ieri come oggi, seppe sempre distinguersi nei vari concorsi organizzati in sede vicariale o intervicariale, raggiungendo benemerenze, diplomi e premi. Il repertorio di musica sacra maggiormente eseguito era quello del Perosi, perché maggiormente sapeva esprimere, con il canto e con l'armonia dei suoni, una preghiera. Ricorderemo l'impeccabile esecuzione della "Messa Benedicamus Domino", in occasione del passaggio della Madonna Pellegrina, avvenuta il 24 maggio 1950. Da qualche anno D. Fernando Pilli, in collaborazione con il maestro organista prof. Sandro Loregiaù ed il presidente sig. Giuseppe Fassina, seppe organizzare l'attuale complesso corale con sessanta elementi, comprendenti: contralti, soprani, tenori e bassi. La Corale S. Martino, grazie agli organizzatori e al grande 1931 della banda di ViCIOdlUZ'p.m diretta dal maestro Murineilo Virgilio. 1962 la corale di la corale di Chiesa dei Ga!lPlICC!1rl di Padova. versario della morte di Padre lell!l()lchl. spmto di dedizione, di buona volontà e di sacrificio, vanta oggi una vasta selezione musicale in lingua italiana. Dobbiamo ricordare in queste pagine l'esecuzione, in pnma assoluta, della "Messa Giuliva" in onore di Padre Leo~ poldo a quattro voci dispari del Maestro Sandro Loregian. Questa messa fu eseguita dalla nostra corale in oçcasione del 30° anniversario della morte di Padre Leopoldo, alla presenza del Patriarca di Venezia Cardinal Luciani, che uffidava la S. Messa solenne. Inoltre l'impeccabile esecuzione avvenuta nel Duomo dio Asiago nell'agosto del 1972, gremito di villeggianti e di turisti. La corale S. Martino la troviamo, nell'ottobre 1973, a Verona con la plauditissima esecuzione della stessa messa. Ci fa onore avere un così folto gruppo corale; ed ora. spetta a noi sostenerlo, incrementarlo ed aiutarlo, affinché possa raggiungere i suoi scopi, non solo liturgici ma anche folkloristici. erché il prete è presente nella Scuola Media Quale sarà allora il metodo da usare? una costrizione morale che usa anche i mezzi obbliganti della scuola (voto ecc.) per imporre alla coscienza del· giovane l'accettazione della fede? Sarebbe antievangelico oltre che psicologicamente antiproducente. Sappiamo che la scuola deve servire al ragazzo e non viceversa. Quindi anche la scuola di religione deve mettersi in posizione di servizio alla progressiva maturazione del giovane. Il prete in scuola si proporrà di dare dei contenuti, di aiutare a riflettere sulle domande dello spirito, di preparare alla scelta della fede, non di "controllare" o "imporre" la fede. . Darà quindi il massimo spazio e possibilità morale e fisica alla discussione e all'obiezione. La reale difficoltà del giovane a "credere" a Cristo deve essere accettata. Si avrà modo di presentare al giovane esempi concreti di persone o fatti in cui la fede si presenta positiva di per se stessa al fine di dare una risposta valida alle attese del cuore dell'uomo. Non si potrà approfittare dell'obbligatorietà della presenza o dell'inquadramento operato dalla struttura scolastica per imporre la fede, che deve essere invece il frutto più bello di una decisione di libertà personale davanti a Dio. E se anche la scuola di religione può aiutare questa scelta nel rispetto massimo della libertà di coscienza, anche tale scuola avrà un significato positivo e utile. Il perché più semplice del prete che insegna religione alla scuola media è questo: per continuare la catechesi ai ragazzi, cioè per continuare a comunicare il messaggio del Vangelo. Questa opera cominciata dai genitori che hanno desiderato il Battesimo del loro bambino, viene poi continuata dalla comunità parrocchiale nella scuola di Dottrina Cristiana, in particolare in preparazione ai Sacramenti. Tale catechizzazione ha la possibilità di continuare anche nella scuola media e superiore. Ma è chiaro che, entrando nelle strutture delld scuola, l'insegnamento di religione cattolica incomincia a essere un problema diverso, per certi aspetti dall 'insegnamento fatto in parrocchia. Tutta la catechesi e l'educazione al Cristianesimo (da quella dei genitori a quella parrocchiale) tende a dare al ragazzo la conoscenza del Vangelo e della proposta cristiana: è il giovane stesso che poi deve decidere la sua fede, accettare quel Battesimo che ha ricevuto ancora piccolo o rifiutarlo. Quindi a una certa età ci si può aspettare tra i giovani sia un 'accettazione che una resistenza a questa fede che viene loro proposta, tenendo presente anche l'influenza della famiglia non sempre credente, l'influenza di esempi negativi da parte di cristiani ecc ... Quindi nella scuola, che raccoglie tutti i giovani, non si può dare per scontato che tutti abbiano la fede, che tutti abbiano superato le naturali difficoltà a credere. 28 Il Bollettino è presente bene o male in quasi tutte le parrocchie: in genere ha veste modesta, poche pretese, un annuncio discreto della parola di Dio, una raccolta di fatti, programmi e situazioni che rispecchiano la vita di una comunità. Il suo persistere nel tempo come fenomeno generalizzato (è presente in circa il 90 per cento delle parrocchie), può essere considerato segno di una rispondenza ad effettive esigenze della comunità cristiana e quindi di validità come strumento pastorale. Anche nella nostra parrocchia non poteva mancare. Ne presenteremo ora le origini e l'evolversi negli anni. to di più e meglio tutti. Sl potrà fare con la collaborazione di FINALITA' E PROSPETTIVE DELL'ATTUALE BOLLETTINO Il messaggio che il Papa ha inviato al mondo in occasione della 7 a Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali , esprime chiaramente quali siano i motivi di partenza del nostro Bollettino: "Ma ciò che chiediamo oggi è un'azione positiva da parte di tutti i cattolici e specialmente di coloro che sono impegnati nella comunicazione sociale al fine di effondere in tutta la loro pienezza i valori del messaggio vivificante di Cristo e di far sì che tali convinzioni risuonino nel mondo con la voce della loro fede e con la parola di Dio ". Sono parole solenni che invitano a mettere a disposizione della parola di Dio e del suo messaggio anche la stampa, tra i vari mezzi di comunicazione sociale. Lo si dovrà fare impegnando la grande stampa, ma penso che anche il lavoro capillare di un semplice foglio possa servire alle grandi finalità proposte dal Papa. Il nuovo nome "FAMIGLIA PARROCCHIALE" dato al Bollettino vuole essere segno del compito più importante di una comunità cristiana: lavorare costantemente per crescere ogni giorno più come famigli~ che riconosce c9ncretamente Dio come Padre e tutti gli uomini come fratelli da amare, aiutare, rispettare, sentire profondamente uniti a sé. L'attenzione del nostro Bollettino è rivolta prima di tutto al centro vitale della nostra Parrocchia: la Liturgia. Viene fatta una breve presentazione delle domeniche e feste mettendone in evidenza celebrazioni liturgiche per favorire la partecipazione di tutti. La Messa viene presentata come il momento più importante per una comunità ed inoltre si invitano nel pomeriggio di tutte le feste ragazzi e adulti a due cerimonie distinte di preghra e di adorazione dell'Eucarestia. ORIGINI E MOTIVAZIONI Il primo Bollettino conservato nell' Archivio parrocchiale è un "Numero unico" stampato in occasione dell'inaugurazione della nuova Parrocchia di Terraglione e dell'ingresso del nuovo Parroco. Porta la data del 31-12-1939 e raccoglie l'origine e la storia della nuova Parrocchia. Ma la nascita del Bollettino vero e proprio è dell'agosto 1942. L'Arciprete Don Giulio Rettore ne fa la presentazione affermando fra l'altro: "LA VOCE DEL PASTORE" è il titolo di questo giornalino che ogni mese, con la grazia di Dio, giungerà alle vostre famiglie quale svegliarino che vi richiami ad una maggior vivezza di fede, ad una più sentita pratica di "vita cristiana". E prosegue dicendo che Cristo fa sentire la sua voce attraverso il Papa, il Vescovo e il Sacerdote. Però la voce del Sacerdote non sempre è udita dai parrocchiani o perché non frequentano la Chiesa o perché non si trovano in casa durante la visita del Sacerdote. "Ecco allora il giornalino" prosegue l'Arciprete, "che viene incontro a tante manchevolezze, entra in tutte le case, è mandata ai lontani e così tutti hanno il mezzo, la comodità di tenersi uniti al proprio pastore e di udire la sua voce illuminatrice confortatrice e ammonitrice ... che viene a parlarvi di ciò che interessa il bene delle anime vostre, delle vostre famiglie, della vostra Chiesa, della vostra parrocchia". Era com posto di 4 facciate di cui tre preparate a Padova ed una quarta con le notizie riguardanti solo Vigodarzere. Si può notare uno sforzo notevole di curare il contenuto e nello stesso tempo di essere accessibili ai lettori. Tale impostazione dura fino al 1954. Da allora si trasforma in foglio prevalentemente informativo ora a stampa ora a ciclostile. Però la parte formativa è sempre notevole. Con il 1962 cambia nome e si chiama "Parrocchia di Vigodarzere" fino al 1970. L'impostazione però sarà sostanzialmente la stessa. Con il 1971 il Bollettino assume la fisionomia attuale, diventando da mensile a settimanale e non più stampato in tipografia ma preparato a ciclostile in Parrocchia. Perché questa impostazione? Cercheremo insieme di esaminare i motivi che ci hanno convinto a scegliere questa soluzione, ben sapendo che mol- •1 gruppo di 29 che distribuisce ogni settimana il Bollettino . modesta, artigianale, senza grandi pretese: amico discreto che entra in casa in punta di piedi per compiere un grande servizio, ma umilmente nella convinzione che la continuità di questa presenza possa rendere il suo servizio efficace. Il Bollettino non ha carattere prevalentemente formativo, ma uscendo regolarmente ogni sabato, intende presentare ai fedeli il programma preparato per le varie categorie. Rispecchia nelle sue pagine tutta la vita della parrocchia di settimana in settimana. Assieme alle notizie viene trasmesso discretamente lo spirito cristiano di comunione e partecipazione. Informazione e idea si fondono per rendere più viva la partecipazione dei buoni, sensibilizzare chi è indifferente e disinteressato e specialmente per tener sempre desta l'attenzione dei parrocchiani sulla Chiesa cui appartengono. Forse non tutti leggono quanto è scritto, ma di sicuro questo foglio rimane una presenza viva e costante, un'occasione a portata di mano per chi ad un certo momento sentisse in sé il desiderio di partecipare di più; senza questo foglio. per molti l'unica voce della Parrocchia resterebbe solo il suono delle campane. Certamente questo foglio ha i suoi limiti, però penso che ponga le premesse per creare un certo clima e per rendere sempre più profondi i legami dei parrocchiani tra loro. Quali potranno essere le prospettive per il fu turo? Per la crescita di una comunità cristiana è indispensabile il dialogo, la possibilità di esprimersi, partecipare, concorrere in qualche modo al bene comune. Potrà questo foglio diventare utile a tale scopo? Lasciamo il problema al CP appena formato. Però consideriamo importante che conservi la sua veste COME NASCE IL BOLLETTINO I parrocc~iani se lo saranno chiesto parecchie volte. I vostri sacerdoti lo stampano in Canonica al mattino di tutti i sabato dalle 8 alle 13 (e oltre) facendo da redattori, compositori, stampatori, impaginatori ecc. Dal 1971 è uscito regolarmente ogni sabato. Dal 21-3-71 al 31-12-73 ne sono stati sempati 142 numeri, per complessive 500 facciate. Sono stati raccolti in 3 volumi che sono conservati nell' Archivio Parrocchiale. Per la distribuzione si prestano 106 ragazzi e ragazze delle elementari e medie che regolarmente lo portano oglll settimana nei 53 settori, composti di una ventina di famiglie, in cui è stata suddivisa la Parrocchia. Questi ragazzi meritano veramente il plauso più vivo di tutti i parrocchiàni per il servizio prezioso che compiono con tanta fedeltà. Concludiamo affermando che il Bollettino Parrocchiale rimane uno strumento validissimo di comunione. Spetta a tutti noi usarlo nella maniera migliore. IL CENT O SOCIALE Origine'" Scopi - Finalità da raggiungere ORIGINE, SCOPI, FINALITA' DA RAGGIUNGERE rata all'insegna della carità cristiana che deve impegnare tutti noi. In questo suo primo anno di vita si può affermare che. malgrado le difficoltà causate dalla mancanza di tempo e dalle situazioni impreviste, è stato certamente utile per le esperienze fatte. Lo confermano: l'assistenza data alle famiglie bisognose, il disbrigo di pratiche di carattere sindacale e pensionistico. Per espletare meglio quest 'ultimo servizio, il Centro Sociale, si è arricchito della presenza di un consulente del lavoro, che presta la sua opera gratuitamente e riceve in ore fissate e rese note dal Bollettino Parrocchiale. Forse, dopo questa prima esperienza positiva, con l'aiuto di persone che serenamente prestino la loro opera a questo scopo, sarà facile formulare un programma per il futuro. Infatti il nostro servizio si trova ancora in un periodo di ricerca di mezzi e di una migliore preparazione, atti a raggiungere gli scopi preposti. C'è comunque spazio per tutti, anche per quelli che, per capacità e tempo, potrebbero adoperarsi per il bene della Comunità Parrocchiale. Nel febbraio 1973 si costituiva, nella nostra Comunità Parrocchiale un centro sociale con scopi e finalità ben definiti, rivolti a sensibilizzare la Comunità, e ad interessare di quelle situazioni nelle quali è necessaria anche la solidarietà degli altri. Concretamente: assistenza ammalati e assistenza anziani. In quanto il benessere della nostra società, rivolto a forme sempre più elevate, porta sovente a dimenticare il vero valore della vita umana. Ammalati dimenticati, a volte, anche dai parenti più prossimi, negli ospedali o in case di cura; anziani emarginati e trascurati dimostrano, senza dubbio, le carenze di questa nostra società, una società che non ha tempo da perdere in queste cose. Una comunità cattolica, perciò, sia pure inserita nella società attuale, non può accettare tali situazioni senza venir meno.al fondamentale comandamento dell'amore. Dunque, l'idea di impegnare un gruppo di persone particolarmente sensibili a questi problemi, e disponibili, è matu30 Per tradizione è sempre stato uno sport molto seguito; ne sia prova il fatto che già negli anni '30 esisteva una squadra di calcio che giocando nella categoria di allora si dimostrò la più forte. Quei tempi sono rimasti un ricordo per i ragazzi di allora. Con gli eventi bellici del 1940-45 la squadra di calcio si sciolse e con essa svanirono tante speranze. Trascorso il triste periodo si cercò di riorganizzarla; i giovani, con l'entusiasmo insito nella loro età, con pochi mezzi e pochissime possibilità, seppero mettere insJeme gli elementi e formarono la nuova squadra di calcio. Le prospettive erano buone anche perché si poteva contare su elementi qualificati e ben preparati, che più tardi seppero distinguersi e farsi notare anche in sede nazionale. Mancavano una vera e propria organizzazione, non solo, ma anche le attrezzature. Del calcio restò solo il ricordo per moltissimi anni. Se in Parrocchia oggi esiste lo dobbiamo all'instancabile opera del signor Ranzato Galdino, che con dedizione, amore e persuasione seppe per moltissimi anni, infondere nei giovani questo sport. Seppe animarli e organizzarl! tanto da portare la Squadra Giovanile di Vigodarzere ad affrontare diversi Campionati; prova ne sia il Campionato 1971-72 secondo premio Provinciale della Categoria Juniores, Centro Sportivo Italiano. In questa sua opera venne aiutato a livello finanziario da alcuni sportivi riuscendo così a tenere alta la fiaccola del calcio fra i nostri giovani. Visto un tanto impegno di esuberanti giovani per tale disciplina sportiva, alcune persone si fecero promotrici dello sviluppo del Gruppo Sportivo. Con pieno accordo dei dirigenti centrali del C.S.I., nel settembre 1971 si costituiva e si legalizzava il G.S. Vigodarzere, costituito da un gruppo di dirigenti associati alla F.I.G.C. Per le categorie superiori e Juniores un altro gruppo di dirigenti si associava al C.S.1. per le categorie allievi e giovanissimi. Pur essendo due gruppi organizzativi hanno in comune la stessa finalità e gli stessi obiettivi da raggiungere. Con questa organizzazione non erano superati tutti i problemi, da un lato si entrava nella piena organizzazione, dall'altro mancavano le attrezzature convenienti e richieste per la terza categoria. Con grande spirito di sacrificio da parte degli organizzatori, nonché degli atleti si diede inizio al torneo di andata su un campo preso in fitto presso la Parrocchia della Natività Campionato Provinciale C.S.1. Allievi 1966-1961. Classifica 3° girone eliminatorio. 1966 - 1° premio al 1° Torneo Vicariale Aspiranti. 1967-1968 Campionato provinciale C.S.1. Juniores. 4° in classifica. Calcio di Vigodarzere. le vecchie glorie. 1971-1972 31 Fa storia il famoso pilone dell'energia elettrica, che dopo lungo tempo venne rimosso e sistemato altrove. Nel 1972 il Campo Sportivo di Vigodarzere veniva inaugurato con una partita amichevole con il Padova e denominato "CAMPO SPORTIVO D. GIULIO RETTORE", Il defunto Arciprete, fra le tante opere a favore della Parrocchia, aveva pensato ai giovani e alla loro attività sportiva. Attualmente il G.S. ha un centinaio di atleti iscritti e tesserati e partecipa attualmente a tre campionati di categoria, Allievi, Juniorese Il categoria. Quest'anno pnche i giovanissimi hanno partecipato con il C.S.1. ad un campionato. Queste squadre sono tra le prime posizioni in classifica (gli Juniores in particolare sono primi al girone di andata). Visto l'incremento avuto in questi ultimi tempi le "Vecchie Glorie" non hanno voluto essere da meno. Fattesi promotori per una partita con gli attuali calciatori del G.S. hanno offerto un Trofeo alla memoria dello sportivo Dott. Aldo Tomat recentemente scomparso. Il G.S. si è impegnato di mettere in palio ilTrofeo in un torneo annuale. Se il G.S. di Vigodarzere ha saputo organizzare questa attività sportiva per una categoria di giovani, altri hanno saputo promuovere discipline sportive femminili di atletica leggera, che si pensa siano sviluppate maggiormente nel completare quel programma che è in fase di studio. Un vecchio proverbio dice "mente sana in un corpo altrettanto sano". Lo sport partecipa al movimento di una Comunità in éammino nella società odierna, pertanto uno stimolo, un plauso agli atleti e agli organizzatori e con essi quanti cercano di ani mare e sostenere le discipline ·sportive. Calcio terza categoria 1972. 1972 Partita amichevole delle vecchie glorie Trofeo Aldo Tomat. 21 maggio 1972. 1973 - Jl.lniores. 1973 - Allievi. di Padova, fin tanto non venne risolto il problema di realizzare in Vigodarzere un Campo Sportivo regolamentare. Pur avendo lo spazio c'erano delle difficoltà che grazie all'intervento del Rev. Arciprete D. Luigi Contin e dei Dirigenti del G.S. vennero risolte. 1913 - 3 a categoria. 32 Nell'Archivio Comunale di Vigodarzere sono conservate le Delibere Comunali che risalgono al 1866. Le prime portano la firma del Sindaco Francesco Giacomelli, dei De Zigno, Giacomelli e Farini. L'attuale sede Comunale risale al 1930, quando il podestà sig. Benoni fece trasferire la sede municipale da Saletto a Vigodarzere, nella ex villa Grimani, già Ca' Zusto. Il nostro paese nel periodo beli ico 1915-18, restò relativamente tranquillo avendo stazionamenti militari in continuo movimento per il fronte del Grappa. La nostra Parrocchia diede il doveroso contributo con i suoi migliori uomini, tra essi si contano 63 morti sul campo di battaglia. La seconda guerra mondiale (1940-45) non fu una guerra di posizione o di trincea, ma una guerra di movimento. Il pericolo era ovunque e per tutti. Dopo la disfatta del 1943 i soldati tedeschi dilagarono un po' dappertutto; in Vigodarzere si insediarono nelle scuole elementari, in Certosa e nei capannoni dell' Aeronautica. Da notizie desunte i tedeschi avevano presso la Certosa una scuola di spionaggio. Frequenti furono i bombardamenti aerei da parte degli Anglo-Americani sul territorio della nostra Parrocchia, a causa del ponte ferroviario sul Brenta. Vennero riversate, per un centinaio di volte, tonnellate di esplosivo e spezzoni incendiari, che portarono la distruzione e la morte. La fine della guerra si compì nel terrore. I tedeschi in ritirata, ostacolati dai partigiani, seminarono la morte ovunque. Vigodarzere concludeva l'inutile tragedia della seconda guer ra mondiale con ventisei morti tra militari e civili, partigiani. Corrazzina Antonio (Lista Ind_) - Corrazzina Antonio (Lista Ind.)Mimo Arturo, PSI - Carraro Pasquale, PCI Alessi Raffaele, PCI Benetti 111,0, PCI Parancola Artemio, PCI - Tamiozzo Sergio, PSIUP. Segretario Comunale: Perin rag_ Gerardo_ Nelle elezioni politiche del 1972, si sono avuti i seguenti risultati riguardanti la nostra Parrocchia. Iscritt~ 2A39 di cui 1.197 maschi e 1.242 femmine con il seguente esito: voti n. DC PCI PSIUP PSI PSDI MSI PRI 1.146 586 62 247 97 62 57 PLI Manifesto Servo il popolo Movim. pop. lavoratori 36 9 3 9 La Parrocchia "S. Martino" di Vigodarzere usufruisce dei seguenti servizi pubbl ici e social i: Uffici Municipali Servizio Vigi I i Urbani (2 vigi I i). Servizio di nettezza urbana. Condotta Medica EDI Uff. Sanitario: dotto Zanoni Gino, con sede a Saletto di Vigodarze- SCOLASTICA re. Ambulatorio: Prof. dotto Busana Sergio, con sede in Parrocchia. Farmacia: dotto Brescian i Pietro, con sede i n Parrocchia. Le scuole elementari risalgono al secolo scorso, mentre le attuai i furono inaugurate il 28 ottobre 1932. Il complesso edificio constava allora di sei grandiose aule. arieggiate e soleggiate, sufficienti per la popolazione scolastica. Dal lato scolastico, oggi, Vigodarzere ha dei grandi problemi, infatti l'aumentare vertigi noso degl i scolari ha indotto l'autorità Comunale ad ubicare negli edifici della parrocchia gli alunni, restando sempre il grosso problema del nuovo Edificio Scolastico. La Scuola Media istituita nel 1961-62, veniva allestita nei locali del Patronato; oggi, invece, vanta un complesso edi Iizio abbastanza capace per accogl iere la sua popolazione_ L'attuale edificio venne inaugurato il 5 novembre con l'apertura dell'anno scolastico 1972-73; oltre ad avere 14 aule spaziose, è completato da una palestra strutturalmente moderna ed attrezzatissima_ Inoltre, l'aula per la scuola di suono e canto, l'aula per le applicazioni tecniche, la sala riunioni, la biblioteca e gli uffici. Ostetrica Manfrin Ermida, con sede a Saletto di Vigodarzere. Cimitero Risale al 1831. Attualmente l'Amministrazione Comunale ha deciso una ristrutturazione ed un ampliamento del medesimo. Caserma dei Carabinieri Maresciallo: Tani Ivo, con sede in Parrocchia. Giudice Conciliatore Ortolani hancesco. Ufficio Postale Ufficio di Collocamento L'addetto è il signor Aldo Tomat. ECA Presidente: Lissandron Antonio; Centro di assistenza sociale retto dalla Parrocchia. SITUAZIONE Patronato Scolastico Presidente: Bertoncin Flavio. Dopo la guerra 1945, con le prime elezioni amministrative venne eletto sindaco Benetti Anselmo, lo seguirono: Lincetto Pietro Gomiero Zeno Sandre Guerri no Schiavo Primo Ortolani Francesco Fassina Cesare Martini Giovanni Comitato ScuolaPresidente: Bongiovanni Maddalena. Direzione Direttore: Valbonesi dotto Giorgio. Scuola Media Statale Preside: prof. Paccagnella Angelo. Stazione Ferroviaria Padova - Calalzo. Bus - Scuola Attualmente l'Amministraz·lone Comunale è COSI' composta: Sindaco: Martini Giovanni, DC Vice Sindaco: Colucci dotto Ettore, PSI. Assessori: Mezzacasa Antonio, DC - Sartori Natalino, DC Broetto Antonio, DC Zorzato Ferrante, DC - Giacomètti Giovanni, DC. Consiglieri:. Elardo Lucillo, DC - Cesaro Giulio, DC - Frison Angelo, DC Boschello Gino, DC - Schiavo geom_ Primo (Lista Ind.) Per il trasporto degli alunni delle scuole medie. Istituenda linea autobus Vjgodarzere - Padova (ACAP). Patronato Parrocchiale Campo sportivo parrocchiale denominato "D. Giulio Rettore". Associazione Donatori di Sangue Con sede in Vigodarzere. 33 ETA' DELLA POPOLAZIONE DI VIGODARZE Nella nostra Parrocchia fioriscono industrie ed aziende a carattere artigianale ed aziende commerciai i: I ndustria del mobi le Prodotti cemento, amianto Argenteria e peltro Ceramica e peltro Segheria con deposito legnami Parchettificio Fonderie 'Forgiatura e stampaggio Minuterie metalliche di precisione Caldaie e boli itori Lavorazione della gomma e della plastica Carpenterie in ferro Serramenti in legno Tappeti per auto Idraulici Fototecnica Carrozzerie Autoffici ne Lavanderie Liquorificio Maglificio Commercio di vini Salumi e formaggi Profumerie Pellicceria Floricoltura Lavorazione di stucchi e cornici in gesso. La popolazione della parrocchia di Vigodarzere risulta così suddivisa: Nati Nati Nati Nati Nati Nati Nati Nati dal dal dal dal dal dal dal dal 1878 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 al al al al al al al al 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 n. n. n. n. n. n. n. n. 3 23 119 287 379 553 630 606 DATI STATISTICI PARROCCHIALI La parrocchia è divisa in 53 settori di circa 20 famiglie ciascuno. I settori sono raggruppati in nove zone. Le vie del paese sono 31. Le famiglie sono n. 1.162. Gli abitanti sono n. 4.304. In via Roma ci sono 158 famiglie e 546 abitanti, via Manzoni 150 f. e 397 a., via Ca' Zusto 91 f. e 359 a., via Pio X 84 f. e 325 a., via Europa 67 f. e 200 a., via Vendramin 61 f. e 222 a., via Veneto 59 f. e 173 a., via C. Battisti 50 f. e 173 a., via S. Marti no 40 f. e 156 a., via Ca' Pisani 38 f. e 151 a., via Giotto 36 f. e 145 a, via D. Alighieri 31 f. e 114 a., via Zanoni e Carducci 30 f. e 110 a., via G. Zanella 27 f. e 144 a., via I. Nievo 26 f. e 99 a., Via Matteotti 25 f. e 96 a., via G. Pascoli 24 f. e 103 a., via S. Rocco 23 f. e 79 a., via A. Boito 22 f. e 82 a., via C. Battisti L. Muson 20 f. e 64 a., via De Amicis 20 f. e 63 a., via Verdi 19 f. e 64 a., via Cavour 17 f. e 76 a., via L. Brenta 17 f. e 61 a., via Certosa 16 f. e 78 a., via T. Livio 14 f. e 54 a., via Donatello 14 f. e 48 a., via Garibaldi 14 f. e 47 a., via D. Manin 14 f. e 50 a. Inoltre: 4 macellerie 11 negozi di alimentari 1 panificio 1 pizzeria 1 trattoria 4 bar-caffè 5 parrucchiere 3 barbieri 3 distributori di benzina 6 negozi di mercerie 1 mini-marchet casa 2 negozi radio-TV 3 rivendite sali e tabacchi 2 negozi di scarpe 1 bar-latteria 3 fruttivendol i 1 oreficeria 1 autoscuola 1 supermarket "Despar". le coppie di sposi Le coppie di sposi da 1 a 10 anni di Matri mon io sono 346, da 11 a 15 anni 164, da 16 a 20 sono 172, da 21 a 30 sono 202, da 31 a 40 sono 118, da 41 a 50 sono 68, oltre i 50 sono 11. I giovani I nati dal 1973 al 1953 sono: ragazzi 801 e raçjazze 763 per un totale di 1.564 nati, su una popolazione globale di 4.324 persone. Professioni I capifam igl ia di Vigodarzere svolgono le seguenti professioni: Operai n. 595, Pensionati n. 180, Artigiani n. 90, Commercianti n. 65, Agricoltori n. 59, Impiegati n. 58, Casalinghe n. 45, Forze Armate n. 23, Rappresentanti n. 12, Insegnanti n. 4, Liberi professionisti n. 3, e varie altre. Industrie In Parrocchia si trovano una trentina di fabbriche a carattere prevalentemente artigianale. Vi lavorano circa 1.000 persone. TITOLI DI STUDIO La popolazione adulta della Parrocchia di Vigodarzere, di età dai 23 anni in poi, risulta avere i seguenti titoli di studio: 1) Laureati: Lettere n. 1, Medicina n. 1, Ingegneria n.l, Farmacia n. 3 (totale 6). 2) Diplomati: Magistrali n. 21, Maestri d'Arte n. 2, Ragionieri n. 5, Geometri n. 2, Disegnatori n. 1, Dis. Grafici n. 1, Periti Agrari n. 2, Periti Industriali n. 2, Scuola Agraria n. 1 (totale n. 37). 3) Istituto Tecnico n. 7. 4) Avviamento Commerciale n. 14. 5) Avviamento Professionale n, 21. 6) Licenza liceale n. 2. 7) Licenza Ginnasiale n. 1. 8) Medie Superiori n. 18. 9) Medie Inferiori n. 113, 10) Avviamento Industriale n. 21. 11) Licenza di quinta Elementare n. 1.519. 12) Licenza di terza Elementare n. 559. 13) Analfabeti n. 110. 14) Inabili n. 4. INIZIATIVE REALIZZATE DAL CONSIGLIO PASTORALE NEL PERIODO 1971-73. I ncontri con i capifamigl ia. Mese di maggio per le contrade. S. Messe nelle famiglie. Cineforum. Messa dei giovani. Gite. Piano generale per le strutture parrocchiali. Sagra annuale preparata con grande impegno. Incremento allo sport. Organizzazione per la distribuzione del foglio settimanale parrocchiale. Festa degli ammalati; corsi di cultura. Ritiri spirituali. Scuola di Canto. 34 Visite al Cottolengo. I ncontri per gen itori . I ncontri per gi ovan i sposi. Gruppo liturgico. Commissioni"di studio per il catechismo, e il Patronato. Pellegrinaggio a Lourdes. Decennio della prima Comunione. Anniversari di matrimonio. Settimana biblica. Solidarietà con i popoli del terzo mondo. Giornata della pace. Incontri di via. Dialogo in Chiesa. Via Crucis per le strade. Sacra rappresentazione durante la settimana Santa. Conferenze quaresi mal i. Celebrazion i penitenzial i comun itarie per adulti e ragazzi. Ricordo dei defu nti. I niziative di carattere missionario. Giornate della gioventù; giornata dell'infanzia. Mese del rosario. Centro di assistenza sociale. Giornate dei papà e degli anziani. Carri mascherati. Canti per i diversi tempi liturgici. Presentazione de II' Anno Santo. Festa della mamma. Primi venerdì del mese e Comunione agli ammalati. Feste musicali e concerti. Scuola catechisti. Studio sulla Chiesa in preparazione alla costituzione del Consiglio Pastorale. Preparazione dell'ammissione ai vari sacramenti. SITUAZIONE ATTUALE La situazione degli edifici parrocchiali non è molto confortante sia per la condizione in cui si trovano gli impianti sia per la loro funziòna!"Ità. La Chiesa pur rimessa a nuovo avrebbe bisogno di un ripasso generale al tetto (S'I è già vista qualche macchia d'acqua che si è tentato di far scomparire); inoltre il pavimento è in cattive condizioni, mancano locali adatti per le confessioni ecc. ." Campanile attualmente è ancora solido e resistente, ma gli intonacI della cella campanaria sono corrosi dal ghiaccio, le scale sono vetuste, l'impianto elettrico è stato riparato ùna trentina di volte in tre anni, una campana si è spezzata e deve essere rifusa. La Scuola Materna è ormai insufficiente ad accogliere convenientemente tutti i bambini. Si è acquistato il terreno ma ora è necessario provvedere ad un ampliamento che risolva il problema della ricreazione coperta, e di un refettorio più ampio e di servizi più adeguati. Il Patronato è insufficiente per la popolazione giovanile della Parrocchia. La sala del Cinema ha bisogno di una ristrutturazione generale che cominci dal tetto fino alle attrezzature interne. Non esiste Casa della Dottrina, per cui alla Domenica le 26 sezioni di Catechismo devono essere alloggiate dovunque con notevole disagio. Mancano impianti sportivi adeguati pur lodando l'impegno con cui gli sportivi hanno tentato di affrontare i problemi. CONCLUSIONE PRINCIPALI OPERE COMPIUTE IN PARROCCHIA NEL PERIODO 1961-1973 A conclusione di questo numero unico sentiamo il dovere di ringraziare tutte le persone che si sono generosamente prestate per rea I izzarlo. Molte certamente saranno le inesattezze, le dimenticanze: inevitabili quando si cerca di abbracciare molte cose. E' stato un tentativo di riflessione sulla vita della nostra comunità. Non abbiamo certamente la pretesa di aver misurato lo spirito di fede della nostra parrocchia: difficilmente i fenomeni dello spirito possono essere conosciuti e catalogati. Dentro di og.nuno di noi c'è un mondo che sfugge a tutte le indagini. Vuoi essere solo uno sforzo per portare l'attenzione sui problemi più importanti della nostra esistenza per mettere in evidenza il ruolo importante che la comunità cristiana riveste per indicare all'uomo la via della salvezza. Questo studio sia uno stimolo ad affrontare con maggiore serietà la nostra vita cristiana in un tempo nel quale a tutti viene chiesto di partecipare responsabilmente alla vita della Chiesa. Sia un punto di partenza per altre ricerche e analisi che mettano a fuoco i problemi più urgenti, ricerchino strade nuove da percorrere in unione con tutta la Chiesa. I documenti del Papa e dei Vescovi che indicano le vie del rinnovamento si moltiplicano ogni giorno: sarebbe un danno grave se noi vivessimo indifferenti di fronte a questo fermento di vita nuova che impegna tutti i credenti. Rinnovarsi, riconciliarsi, vivere la fede, annunciare ai fratelli la Parola di Dio: ecco il programma per il prossimo futuro. Cambio dei finestroni della Chiesa. Acquisto del terreno dietro alla Chiesa (4.300 metri circa). Riscaldamento in Asilo. Ampliamento dell'Asilo. Costruzione di un nuovo fabbricato detto "Casa Parrocchiale". Contributo per la costituzione della nuova Parrocchia alla Castagnara. Servizi in Asilo. Tinteggiatura della Chiesa. Illuminazione della Chiesa. Revisione e ammodernamento dell'Organo. Impianto altoparlanti in Chiesa. Sistemazione casa del Cappellano. Sistemazione dell'interno della Canonica. Impianto per la stampa a ciclostile del Bollettino. nuova anagrafe parrocchiale a scheda visibile e con piante topografiche. - Sistemazione della cappella del cimitero (pavimento, decorazione, altare in pietra scolpita, crocifisso in terracotta, finestroni). Ridistribuzione degli ambienti del Patronato. Sistemazione del Campo Sportivo "D. Giulio Rettore". Nuova fognatura in Asilo. Pavimento del refettorio in ceramica. Acquisto del terreno retrostante l'Asilo di mq. 3.700. Progetto per una Casa della Dottrina e l'ampliamento del Patronato. 35 Anno Santo: rinnovamento e riconciliazione Uno dei .principali avvenimenti della Chiesa oggi è la celebrazione dell'Anno Santo che a differenza del passato ha avuto inizio con la prima Domenica di Avvento in tutte le Chiese particolari. Noi abbiamo già dedicato alcune domeniche alla presentazione di questo avvenimento, sono state tenute in Avvento delle conferenze per donne e uomini. . Diamo ora una breve illustrazione dell'Anno Santo perché tutti noi c'i prepariamo ad accoglierne le iniziative con spirito di fede. le, moderazione nel divertimento, generosità, impegno per le sofferenze e ingiustizie. IL PEllEGRINAGGIO La Chiesa è pellegrina nel mondo in cerca della Patria futura; il suo c.ammino s'lgnifica essere in costante contatto vivo con la parola di Dio e la realtà umana, nello sforzo di ri nnovare sempre la sua fede. Segno di questa condizione è attraverso i secol i la pratica del pellegrinaggio. Gli elementi che qualificano il pellegrinaggio cristiano sono: - sobrietà e austerità segno di penitenza e incontro con Cristo autore della nostra conversione e vita nuova; - pietà fondata sulla preghiera per camminare verso la riconciliazione; - carità operosa che si trasforma in servizio verso i fratelli più bisognosi e in sforzo per superare le ingiustizie. STORIA DELL'ANNO SANTO L'Anno Santo ha le sue origini nell'Antico Testamento e consisteva in un anno di vita pubblica speciale, con l'astensione dal lavoro normale, col ripristino della distribuzione originaria della proprietà terriera e con la remissione dei debiti in corso e la liberazione degli sch iavi ebrei. Nella storia della Chiesa l'Anno Santo o Giubileo fu istituito dal Papa Bonifacio VIII, ma con scopi puramente spiritual i, nel 1300. Doveva tenersi ogni 100 anni. Poi fu stabilito di farlo ogni 50. Ed infine Paolo Il nel 1470 stabil ì di farlo ogni 25 anni. Fu anche stabilito di indire l'Anno Santo nella ricorrenza dei 33 anni della vita di Cristo. L'Anno Santo più grandioso fu quello del 1660 con Clemente VIII complessivamente si sono avuti finora 25 Anni Santi Maggiori, e 84 Anni Santi minori o straordinari di cui 63 Universali e 21 particolari. l'INDULGENZA GIUBILARE L'indulgenza è la remissione della pena dovuta per i peccati perdonati quanto alla colpa. Durante l'Anno Santo, l'indulgenza plenaria (remissione di tutta la pena dovuta) si ottiene alle seguenti condizioni: a) pellegrinaggio ad una Chiesa stabilita dal Vescovo; b) confessione sacramentale; c) Comunione eucaristica; d) preghiera per il Sommo Pontefice e per il Collegio dei Vescovi; e) distçJcco da ogni peccato veniale; f) compiere i I pellegrinaggio in gruppi (famil iari, scolastici, professionali, di associazioni ecc ... ) sostando in meditazione e pregando insieme recitando il Padre Nostro, il Credo e un'invocazione alla Vergine. Agli ammalati sarà sufficiente unirsi spiritualmente al pellegrinaggio se non possono parteciparvi. L'ANNO SANTO OGGI L'Anno Santo oggi è fatto per il rinnovamento interiore dell'uomo, nella penitenza. E' un momento di grazia per riconciliare gli uomini con Dio e con i fratelli: stabilire rapporti autentici evitali con Dio e di giustizia con i fratelli sul piano della Chiesa della società della pace ecc ... L'inizio dell'Anno Santo è stato fissato per il 10 giugno 1973 festa di Pentecoste. A differenza degli anni che l'hanno preceduto ha avuto inizio nelle varie chiese locali il 2 d'lcembre 1973, per predisporre lo spirito alla celebrazione a carattere universale del 1975 con centro Roma. LUOGHI DI PELLEGRINAGGiO IN ITALIA E NELLA DIOCESI DI PADOVA CARATTERISTICHE DELL'ANNO SANTO Per l'Italia sono stati scelti come luoghi di pellegrinaggio il Santuario della Madonna di Pompei, di S. Francesco ad Assisi, della Madonna di Loreto e di S. Antonio di Padova. Per la Diocesi di Padova sono stati scelti: La Basilica Cattedrale di S. Antonio, la Chiesa del Seminario Maggiore, la Chiesa dell'Opera della Provvidenza, la Basilica del Carmine. 1) Riconciliazione tra gli uomini a tutti i livelli della vita (individui, famiglia, gruppi, categorie, nazioni per camminare verso la pace e l'unità universale). 2) Rinnovamento dell'uomo e riconciliazione con Dio mediartte la fede la penitenza e la carità. 3) Riscoprire il valore delle pratiche penitenziali. 4) Il Pellegrinaggio come segno di pietà e di espiazione. 5) Promuovere una più intensa evangelizzazione. 6) Iniziative di carità, pubbliche e private. 7) Giornata di raccoglimento e di studio. 8) Missione straordinaria. 9) Catechismo dei bambini presentato agli sposi. 10) Iniziazione cristiana impegno di tutta la famiglia. 11) Catecumenato permanente 'per la prima Comunione, il matrimonio e vari altri anniversari. 12) Superamento di rancori, comprensione nei rapporti tra genitori e figli, apertura ai compiti sociali, il denaro usato in funzione socia l'ANNO SANTO NELLA NOSTRA PARROCCHIA Come abbiamo scritto ali 'inizio, sono state già real izzate alcune iniziative. Attualmente nelle riunioni e durante le funzioni del pomeriggio si prega secbndo lo spirito dell'Anno Santo. Ogni famiglia ha ricevuto la pregh iera del I 'Anno Santo. Per ora è importante vivere l'evento della Visita Pastorale secondo lo spirito dell'Anno Santo. In precedenza alla Pasqua, il Consiglio Parrocchiale sarà chiamato a studiare una serie di iniziative concrete. 36 VIG ARZERE l capifamiglia Scarparo Oreste Zampierini Mario Carraro Pietro Vettore Giovanni Zanon Rinaldo Turato Luigi Germano Costinitti Gaetano Costinitti Ruggero Ranzato Gino Turato Gian Franco Turato Roberto Turato Pietro Masiero R iccardo Masiero Ernesto Cogo Franco Bottin Franco Forese Florindo Forese Atti I io Coletto Mario Antonio Bonato Benito Dalan Giovanni Brasolin Benito Dalla Corte Bernardina Gobbo Giorgio Malfitano Francesco Milani Sergio Pegoraro Gian Franco Rettore Sinelfredo Bortoletto Franco Maragno Gian Pietro Bartoletto Mario Giusti Italo Camporese Danilo Giusti Aldo Vanin Guerrino Borsetto Beppino Rosada Antonio Pivotto Luigi Lazzaro Bruno Segala Walter Fante Adolfo Barbiero Bruno Graziera Gian Franco Guerrin Raffaela Masiero Sante Salvai aggio Romano Berto Franco Fanell i Bruno Zoccarato Federico Fante Paolo Pelizza Gian Pietro Ancilotto Carmela Bedin Giorgio Elardo Bellino Gobbo Bruno Benetton Romeo Benetton Giannino Bortoletto Angelo Martini Giovanni Martini Luciano Bragian Armando Agostini Ezzelindo Camporese Florio Fassina Cesare Bisello Antonio Franceschin Antonio Franceschin Lorenzo Franceschin Antonio Tonello Renato Fassina Ermenegildo Fassina Luciano Damian Orfeo Di Mari Angelo Di Mari Giuseppe Vettore Fernando Cerrarello Si Ivestro Franceschin Amalia Piran Ampelio Pilotto Allino Biasio Giulio Dorio Antonietta Ughini Baldovino Mottaran Graziadio Gheller Gian Paolo Zorzato Beniamino Galesso Olga Ughini Franco Mimo Wanda in Marangon Mimo Stefano Mimo Giannino Zorzato Tasca Pinton Liberino Barcarolo Mario Melandri Gian Pietro Zorzato Rizzieri Zorzato Rosa vedo Zannoni Rossi Angelo Rossi Antonio Natale Rossi Giuseppe Tomain Paolo Cecchetin Bruno Cecchetin Fabrizio Ferraresso Virgi nio Ravazzolo Italo Ravazzolo Raimondo Bellon Redentore Ranzato Giovanni Spinello Carlo Ravazzolo Natale Gobbo Luigi Gobbin Bisanzon Sergio Basso Gian Paolo Vincenti Edoardo Sal ata Umberto Ranzato Maria Rossi Agnese Capovilla Livio Basso Vlnicio Vanicelli Onorio DionisiPasqualino Gorgoni Antonio Duzzin Antonio Pinton Giuseppe Ranzato Albano Vincenzo Lorenzato Giovanni Furini Umberto Boa retto Marcello Boaretto Giovanni Marini Mario Scarin Dino Bortolani Luigino Ranzato Antonio Gaetani Bruno Lissandron G. Franco Boldrin Tranquillo Paccagnella Sergio Salviato Giuseppe Colucci Ettore Ghigliordini Fabio Cecchinato Sergio Schiavon Marcello (ci scusiamo per eventuali errori o ammissioni) Gaspari Isidoro Tognon Ugo Oselladore Mario Moressa Mario Griggio Bruno Bigon Emilio Zanin Ugo Luigi Gasparini Franco Boaretto Leo Bedin Carolina Griggio Fausto Romeo Griggiò Aurelio Griggio Antonio Griggio Nazzareno Griggi Arturo Griggio Mario Griggio Guerrino Griggio Severino Griggio Luigi Giorgio Rossi Luciano Mimo Leone Ranzato Davide Zanovello Marino Novel Carlo Luise Anselmo Luise Rino Piquet Remo Rizzato Attil io Natale Chiarotto Arsenio Egidio Salviato Maria Sabbadin Nevio Mazzetto Antonio Lincetto Antonio Bassani Adriano Vieno Ferruccio Bortolato Flora Patron Aducio Gaspari R iccardo Fiorese Beppino Fiorese Gianni Dal Pozzo Amai ia Barcarolo Gian Pietro Canova Gastone Canova Gino Massignani Valerio Pasqualotto Arrigo Mason M. Pia Schiavon Giorgio Bruno Becegato Romano Tani Ivo Parancola Gastone Parancola Danilo Schiavo Primo Schiavo Santina Gazzea Giuseppe Piva Dino Giacomo Capini Francesco Tobaldo Angelo Festa Costantino Rasio Maria Piva Elio Mazzucco Francesco Gallocchio Modesto Suore Marini Nevio Marini Lino Gisello Bernardello Pietro Bernardello Luigi Marangon Dino Marangon Gilmo Zanin Giorgio 37 De Toni Giovanni Battiston Giuseppe Zanon Angelo Giorgio Tonello Girolamo Piran Guerrino Pelusin Iseo Marangon Giorgio Marangon Bruno Récttore Anton i o Camillo Vittorio Sottovio Olindo Scanferla Aldo Spolaore Lu igi Gazzetta Angelo Marcato Auro boro Aurelio Busana dr. Sergio Giacon Romeo Marangon Mario Marangon Albano Sottovia Achille Porra Mario Bresciani Pietro Pirazzo Giorgio Pirazzo Gilberto Ranzato Riccardo Marini Liborio Benetti Ivo Benetti/Pitarello Pavin Renzo Dori Ferdinando Peron Emilio Trevisan Gino Luigi Magi iochetti Angelo Vidale Nicola Sottovia Luigi Marangon Remo Bergamasco Luigi Zanon Giovanni Zaramella Cesare Rubin Romeo Dalan Giulio Rettore Pietro Boriosi Gino Fassina Sergio Vettore Norberto Vettore Aldo Dali e Steli e Cesare Dalle Stelle Gino Lorenzin Alfeo Tonello Giovanni Benoni Ruggero Pavan Remo Migliorini Carlo Rossi Antonio Gastaldello Giovanni Rampado Albano Ugo Pegoraro Guerrino Pegoraro Giorgio Dori Umberto Pegoraro Giovanni Marcellan Walter Luise Cesare Luise. Gian Paolo Salata Angelo Salata Silvano Gobbin Adolfo Martini Vito Martini Bruno Ranzato Pompelio Sandre Guerrino Pirazzo Bruno Nalesso Giovanni Marcato Enrico Bassani Giuseppe Cavinato Virginio Andretta Luigi Broggio Bruno Fanton Danilo Franceschin VVasco Franceschin Gianni Franceschin Aldo Fassina Beppino Favero Paolo Favero Livio Ca regnato Severino De Vitto Giuseppe De Lorenzo Busatta !Tullio Lissandron Oreste Grotto Amedeo Grotto Natale Ranzato Severi no ,Ranzato Renzo Degli Agostini Enzo Garbo Giuseppe Degli Agostini Giovanni Rodella Ottorino Maretto Gastone Greggio Gino Galante Francesco Pilli Lino Giacon Giuseppe Mistro Guerrino Rossi Giovanni Compagin Oreste Vettore Mario Vettore Adriano Coppo Sergio Sartorello Antonio Fiorese Dino, Arcuti Cosimo Cecchin Bernardina Giacomini Servio Ranzato Tarcisio Spolaore Giuliano Ranzato Carlo Don Agostino Pasqualotto Antonio Don Giulia Vincenti Romeo Vincenti Antonio Rossi Elena Oliva Federico Boaretto Riccardo Pinton Federico Griggio Gianni Veronese Ida Veronese Lino Martini Gelindo Scanferla Orfeo Vettore Emilio Elardo Renzo Marega Antonio Zanon Sergio Ruffato Luigi Santacroce Antonio Nalesso Leandro Donà Otello Salvato Vittorio Barbiero Luigia Nalin Bruno Pegoraro Bruno Michelon Amalia Capovilla Luigi Stefani Aldo Cavi nato Virginio Agostini Aurelio Mamprin Attilio Rettore Gi no Galdarosa Almerino Gasparini Elena Trevisan Mario Cagnin Paolo Bianchetto Valerio Pegoraro Pietro Carraro Pasquale Bassani Natale Quartesan Giacomo Trevisan M. Angelo Griggio Angelo Alfeni Giuseppe Segato Lorenzo Ghergona Ernesto Pegoraro Mario Vettore Ladislao Stortolani Paolo Testa Emma Scolaro Vitto Luise Assunta Zilio Giovanni Rettore Raffaela Martini Giordano Moretto Clelio Pieretto Gino Fanelli Giordano Mion Biagio Pampagnin Giorgio Pampagnin Antonio Marangon Francesco Lorenzi Carlo Fassina Antonio Borgato Stelvio Marangon Angelo Michelon Antonio Michelon Battistino Pegoraro Antonio Pegoraro Livio Pegoraro G. Carlo Pirazzo Vittorio Stefan Angelo Levorato Roberto Coppo Lino Nalin Guido Penello Ampelio Fassina Giuseppe Fassina Si Ivano Ranzato Mansueto Dorio Bruno Scanferla Bruno Rettore VValter Pilli Annamaria Pilli Giorgio Pilli VVasco Pilli Riccardo Pilli Pietro Semenzato Vittorio Gomiero Gian Carlo Scarano Pompeo Pilli Romeo Pilli Dora Ranzato Ferruccio Pirazzo Aurelio Pirazzo Rinaldo Pirazzo Sergio Ranzato Clelia Ortolani Paolo Musuruanna Giovanni Boldrin Silvano Cerato Giacomo Cerato Lu'igi Cerato Giovanni Corvino Rocco Mazzarotto Renato Chiapperini Matteo Puliero Maria Camporese Luigi Maran Ampelio Schiavon Tosca Picci Ernesto Nicoletto Giusf3ppe Nicoletto Giorgio Gastaldon Franco Pirazzo Dino .Pirazzo Ferruccio Gasparini Giorgio Gasparini Aurelio Gastaldon Arturo Gasparini Marcello Gasparini Mario Gasparini Silvano Broggio Irma Bassani Paolo Elardo Danilo Schiavon N8dir Schiavon c:ugenlo Elardo Luciano Scarpa Ottorino Zamperini Natale Fassina Zelante Luciano Bisanzon Gino Sottovia Emilio Paggetta Giovanni Lissandron Olga Corradini Enzo Zulian Luigi Peruffo Giuliano Bassan i Berto Nalin Gino Pegoraro Bruno Pegoraro Vittorio Marangon Genoveffa Dalan Mario Loreggian Giuseppe Griggio Silvano Burascano Gaetano Mzzarello Emilio Fassina Gian Carlo Coda Giuseppe Nalesso Silvio Bedin Giuseppe Rettore Erminio Griggio Aurelia Mazzucco Francesco Tommasello Bruno Zorzi Lino Barcarolo Silvio Andrigo Danilo Andrigo Luigi Guidolin Gi,acomo Guidolin Alfonso Guidolin Mario Pauro Dino Scanferla Aldo Canforto Benvenuto Salviato Aurelio Galante Otello Galante Italo Marcenta Mario Zattarin Dino Nalin Sergio Dorio Rosa Miozzo Egidio Piretto Carlo Dalan G. Carlo Marcato Lino Mansueto Dino Rettore Miranda Camporese Silvano Torresin Albano Cardellini Pietro Rettore Ottorino Xodo Nico 38 Conte Ferdinando Lazzarin Giuseppe Lazzarin Natale Cerami Leandro Targ Romeò Tamiazzo Sergio Degli Agostin Franco Calzavara Lino Scagliari Luigino Amali Adriano Gheno Bortolo Cesaro Giorgio Rettore Matteo Cesaro Luciano Camporese Mario Cesaro Mario Marcolongo Claudio Moro Gian Carlo Chiarello Olindo Voltan Gian Paolo Trento Marcello Ruffatto Giuseppe Facco Gastone Miolo Carlotta (De Toni Gino, Bruseghin Livio Lissandron Ifanio Lissandron Umberto Lissandron G i no Lissandron Giustina Pizzo Guglielmo Cesaro Bruno Alfani Luciano Lissandron Antonio Lissandron Renato Lissandron Angelo Lissandron Giovanni Moretto Benito Lissandron Serafino Lissandron Romeo Camporese Giuseppino Lissandron Francesco Rettore Lino Brillo Germanno Zaggia Floriano Cattelan Anna Lissandron Marti no Camporese Bruno Lissandron Abele Lissandron Aldo Franceschi Sergio Lissandron Gianni Rettore Giulio Lissandron Narciso Lissandron Nevio Antonio Lissandron Ivone Lissandron Ettore Egidio Garbinetto Aladin Moro Dino Barocco Giulio Lissandron Giuseppe Lissandron Gian Carlo Marangon Bruno Scanferla Ugo Scanferla Giovanni Scanferla Mario Bissacco Antonio Lissandron Sante Lucadello Giovanni Stefan Antonio Severino Ranzato Amedeo 8rocca Achille Antonio Cesare Bissacco Ampelio Rettore Albino Rettore Emilio Giuseppe Rettore Gastone Schievano Vittoria Pavanetto Giorgio Cattelan Federico Chinaglia Santino Cattelan Giuseppe Cattelan Tommaso Cattelan Antonio Elardo Don Antonio Marini Erminio Cardei Wanda Marangon Gino Marangon Ferruccio Luciano Giacomello Gian Franco Carazzolo Dino Ranzato Ivano Ranzato Severino Ranzato Galdino Ranzato Pietro Ranzato Renzo Ranzato Guerrino Ranzato Nevio Lissandron Sergio Ranzato Delfino Pavanello Stefano Pulliero Livio Ranzato Antonio Schiavon Giuseppe Marini Paolo Marini Gaudenzio Maier Clinio Giacomin Lorenzo Giacomin Ilario Dalla Libera Luigi Giuseppe Ranzato Alfredo Pegoraro Corrado Trevisan Roberto Bettin Bruno Schiavon Arrigo Schiavon Walter Betti n Luciano Ranzato Severino Maniero Livio Pirazzo Adone Pirazzo Renato Lissandron Genoveffa Ceron Flavio Pirazzo Pietro Zanovello Rodolfo Fassina Ernesto Ranzato Gemma Rossetto Santo Cavi nato Iles Burdi Francesco Rossetto Bruno Ranzato Giovanni Zanella Ferruccio Zanella Sergio Ranzato Floriano Ranzato Bruno Griggio Igino Garbin Lina Ranzato Pietro Griggio Fernando Maragno Gino Zerbinati Sandro Callegaro Settimo Paggetta Aldo Vesta I i Lucio Ranzato Arsenio T onello Fermo Vestal i Lici nio Pasquetto Sergio Chinellato Luigi Chinèllato Luciano Chinellato Sergio Giorato Giorgio Pinese Maria Zanella Ampelio Bodo Ferruccio Baldon Sergio Barbato Sergio Bottin Savino Pirazzo Roberto Zorzi Giannino Zorzi Ugo Zorzan Elsa Pagin Severino Zordan Lino Zanella Stella Schievano Carlo Pintonello Colomba Sabbadin Edoardo Sabbadin Arturo Pirazzo Franco Bettin Pasquale Sabbadin Flaminio Sabbadin Attilio Gottardo Giannino Zanella Antonio Zanella Gian Pietro Sabbadin Bruno Zanella Carlino Zanella Silvano Bertocco Palmira Furlan Riccardo Pegoraro Olivo Zordan Olga Zordan Dante Marangon El isa Zanella Luigino Zanella Silvio Zanella Agostino Ceccon Alcide Elardo Placido Elardo Ugo Elardo Severino Elardo Mario Elardo Roberto Elardo Gianfranco Elardo Luci Il o Gottardo Armando Gambato Luigia Marini Desiderio Marini Lino Rambaldi Benvenuto Lissandron Adriano Lissandron Severi no Schiavo Secondo Marangon Duilio Rettore Oscar De Santi Pietro Dorio Desiderio Marangon Augusto Marangon Gian Paolo Fassetti Egidio Griggio Renato Baccan Guerrino Bagarolo Lodovico Marangon Cesare Bettin Giulio Alverini Giulia Guerra Silvano Mi notto Evaristo Ranzato Luciano Ranzato Pietro Fassina Natale Camporese Guido Dorio Nevio Sa retta Oscar Vettore Ottorino Reolon Antonio Pasquetto Ivano Pasquetto Mario Friso Maria Botton Giorgio Botton Sergio Pasquetto Gino Pampagnin Bruno Pasquetto Radames Miozzo Giovanni Squaggin Giovanni Piantella Secondo Pasquetto Antonio Mezzacasa Pietro Miotti Gaetano Brotto Gianni Pegoraro Eugen i o Bano Bruno Scotto n Bruno Alberoni Angela Indiani Bruno Babolin Tarcisio Degli Agostini Dante Pegoraro Sebastiano Pasquetto Italo Mezzacasa Margherita Zanetti Wasco Ranzato I reneo Steffan Umberto Calzavara Redento Fasslna Giuseppe Griggio Basilio Lollo Sergio De Checchi Ottorino Pinton Domenico De Checchi Gerardo Cavinato Sergio Noventa Sergio Tonin Elio Esegio Emilio Pasquetto Attilio Ranzato Giuseppe Pieretto Claudio Spinello Guerrino Legora Eugenio Ranzato Paolo Cesaro Giulio Ranzato Gian Carlo Pegoraro Alberto Silla Ranzato Lu igi Pegoraro Romeo Nalesso Giorgio Pegoraro Bortolo Vieno Wladimiro Rigon Genoveffa Vieno Mario Vettore Brunone Peron Adolfo Vettore Sifverio Pinton Adolfo Bertocco Claudio Pinton Primo Penello Giovanni Pinton Cal isto Vettore Grado Sandrin Giovanni Bonetto Guglielmina Pasquetto Umberto Pegoraro Gabriele Marchetti Marino Pegoraro Antonio Marcon Angelo Pegoraro Gustavo Marcon Gino Pegoraro Albano Fassetti Augusto Vettore Ugo Fassetti Germano Vettore Zeno Fassetti R i no Favarin Giovanni Bertol i Speranza Favarin Rinaldo Giacomazzo Maria Pegoraro Ettore Peron Ugo De Marchi Silvio Marini Erina Minotto Natalina Fusaro Francesco Franceschin Luigi Fusaro Giorgio Fungenzi Alfredo Fusaro Alfredo Pegoraro M. Giustina Serafin Ettore Fusaro Antonino Francesch i n Du ino Bassani Italo Marini Luciano I?ampagnin Mario Marini Gastone Gamba Romilda Vie no Gastone Gottardo Giuseppe Vieno Mario Gottardo Federico Paternoster Marianna Mezzacasa Giacomo Paggetta Attilio Pegoraro Ottorino Bellotto Armando Pegoraro Lino Bellotto Domenico Peron Attilio Giac. Rettore Giuseppe Sarti Emilio Trevisan. Arturo Peron Guerrino Mion Giuseppe Peron Francesco Giuseppe Genesio Dagli Agosti,ni Antonio Favero Eugenio Businaro Remo Rettore Emilio Degli Agostini Natalino Rettore Albino Dario Mario Frison Luigi Businaro Pietro Basso Augusto Businaro Danilo Frison Antonio Bevilacqua Rosario Fassina Giuseppina Frasson Plinio Frison Pietro Frasson Leopoldo Pampagnin Natalia Zorzato Gabriele Lissandron Renzo Zorzato Fiorante Rettore Duilio Righetto Luigi Schiavo Ugo Basso Gino Maiolo Walter Frison Alfredo Maiolo Otello Frison Agnese Nalesso Roberto Zilio Angelo Maiolo Giovanni Fassina Sesino Galante Giuliano Pampagnin Vittorio Miozzo Antonio Pampagnin Gaudenzio Sarti Giovanni Pampagni n Luigi 39 Degli Agostini Mario Degli Agostini Livio Marangon Bruno Bano Antonietta Agostini Maria Paggetta Franco Marangon Ottorino Pavin Luigi Soffiato Natale Celegato Giuseppe Bilato Primo Moretto Lino Moretto Antonio Moretto Francesco Zotti Angelo Zotti Mario Zotti Gian Carlo Lollo Alberto Pasquetto Giuseppe Piero Martini Leo Sato Duilio Patron Virgilio Degli Agostini Amedeo Degli Agostini Mario Idelio Marti n i Oreste Martini Albino Martini Umberto Pavin Ivana Pavin Aldo Pavin Silvano Ton Roberto Pavin Corrado Pavin Alfonso Tonello Giuseppe Zanotto Aldo Ranzato Pasquale Ranzato Oreste Mario Falcaro Giuseppe Ranzato Floriano Raniato Antonio RanZato Fidenzio Elardo Bellino Boscaro Orfeo Rombaldi Giovanni Rombaldi Bassano Rombaldi Onofrio Rombaldi Renato Rombaldi Romeo Stortolani Severi no Pizzinato Marcello Rombaldi Ampelio Rombaldi Pierino Rombaldi Ottorino Rombaldi Gabriele Tardivo Silvio Paolo Tardivo Guido Zanetti Aquino Gasparini Umberto Gasparini Antonio Don Domenico Danilo Zanell i Francesco Zorzi Renato Zorzi Angelo Zorzi Olivo Giulio Lanzone Mario Martini Raffaele Fradellin Giovanni Martini Eugenio Martini Giovannino Antonio Zulian Mosè Bedo Bruno Zampieri Guido Zampieri Giuseppe Zampieri Attilio Panfili Umberto Zampieri Antonio Sartore Franco Barbieri Fernando Barbieri Erminio Dal Zotto Giovanni Bettin Umberto Bettin Artemio Bettin Giovanni Cattelan Girolamo Bernardello I rene Bassani Felice Ruffato Rino Degli Agostini Luigi Cosma Primo Cosma Mario Degli Agostini Guido Bettin Albano Cattelan Luigi Frison Luigi Pagan Giancarlo Dario Adriano Schiavo Umberto Marzotto Guido Zotti Primo Paggetta Beli i no Paggetta Bruno Beda Rino Paccagnella Deci mo Paccagnella Umberto Fanell i Stefano Fanell i Ferrucci o Frison Orlando Salviato Fermo Zanella Olindo Paccagnella Ernesti no Turato Pietro Boschello Silvio Vettore El io Bilato Desiderio Rettore Guido Umberto Meggiolaro Stefano Fincato Roberto Fincato Alberto Lago Ida Ceccon Marcello Bettin Giuseppe e Flavio Calzavara Giuseppina Dorio Gino Dorio Antonio Stefan Rino Favero Oscar Favero Maria Luigi Martini Angelo Martini Ampelio Zanella Artemio Zago Antònietta Bettio Palmerino Ranzato Bruna Maria Coppo Paolo Coppo Angelo Girardi Sante Pinton Mario Tognon Dino Pinton Maria Ranzato Primo Ranzato Mario Ranzato Erminio Ranzato Lu igi no Ranzato Mario Schiavo Giovanni Spinelio Schiavo Truilio Zanetti Cel io Oscar Calzavara Gian Carlo Calzavara Gino Sottovia Gino Martinello Antonio Martinello Italo Zanella Guerrino Carraro Paolo Livio Cagnin Pasquetto Ester Dario Francesco Cagnin Igino Rossetto Antonio Rossetto Renzo Schiavon Teresa Schiavon Nevio Bortol atto Si Ivio Scotton Armando Fassina Battista Monopol i Ernesto Barcarolo Angelo Luise Olivo Lovisetto Albino Paggetta Paolino Francato Alessandro Francato G. Battista Graiff Mario Ganis Paolo Sturaro Angelo Pietro Beccegato Luciano Beccegato Antonio Vieno Renzo Vieno Maurizio Rodari Ernesto Braghetto Agostino Cario Vincenzo Ortolani Francesco Mezzacasa Antonio Fontana Arnaldo Boschetto Luci.ano Boschetto Pietro Schiavo Guerrino Turin Gianni Cosma Angelino Trevisan Guido Bertoncin Flavio Cosma Orlando Pilli Antonio Pilli Ivano Pilli Erminio 40 Pilli Ernesto Dalla Costa Elda Luise Antonio Lu ise Pietro Lu ise Francesco Filoso Carmela Masiero Lollo Tarcisio Rubin Gian Carlo Zaramella Adriano Scodro Luciano Ranzato Concetta Boschetto Alberto Pernumian Ivo Camporese Gianni Toffanin Silvio Bedin Bruno Bison Giulio Scotton Ilario Rettore El isa Pilli Silvano Paccagnella AI do Gamba Beccegato Fortunato Pasqualotto Alfonso Ughini Laduino Trovò Roberto Garozzo Salvatore Ranzato Anelda lVIiozzo Gabriele Miozzo Roberto Vieno Giorgio Gomiero Gino Antonio Salviato Egidio Costa Flavio Gamba Bruno Lanzone Domenico Marangon Enrico Luciano Gaspari Luigi Giacomini Ampelio Cattelan Mario Luise Gino Tonti Domenico Pepe Giovanni Sottovia Aldo Rossi Sergio Trevisan Ivano Martini Busatto Elvira Perin Gerardo Dorio Pierino Dorio Pintari Maria Lazzari Federico Dorio Antonio Ciangherotti Franco Ranzato Paolo Ranzato Marcello Vincenti Giovanni Ranzato Mariano Bertazzo Gabriele Zanon Elisa v. Bertazzo Fanelli Giuliano Fanelli Gian Carlo Degli Agosti ni Ettore D'Agostini Ferruccio Alosi Gaetano lO marzo 1974 3 a visita pastorale del Vescovo Mons. Girolamo Bortignon padre e pastore