L`Accordo di Programma decennale che si firma oggi

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L`Accordo di Programma decennale che si firma oggi
Alessandria, 6 luglio 2011
N. 306
UNIVERSITA’: ACCORDO DI PROGRAMMA TRA ATENEO, PROVINCIA E COMUNE
L’intervento del Presidente della Provincia di Alessandria, Paolo Filippi, e della Vicepresidente e
Assessore all’Università, Maria Rita Rossa
“L’Accordo di Programma decennale che si firma oggi ha la finalità di consolidare e sviluppare la
presenza universitaria sul nostro territorio, superando, per quanto nelle nostre possibilità, le
incertezze che, quasi ogni anno, si addensano sul futuro del nostro Ateneo. Diciamo “nostro”, ben
consapevoli della giusta e sacrosanta autonomia dell’Università, ma anche del contributo decisivo
che gli enti locali hanno dato, nel corso di quasi vent’anni, per progettarne e determinarne la
nascita”.
Con queste parole, il Presidente della Provincia di Alessandria, Paolo Filippi, e la Vicepresidente e
Assessore all’Università, Maria Rita Rossa, commentano l’atto che legherà l’Università
“Avogadro” al sistema locale. Un atto che, appunto, avrà valore decennale e comporterà, per ogni
anno, l’erogazione da parte dell’amministrazione provinciale di una somma pari a 250.000 euro.
Altrettanto si impegnano a versare il Comune, altro sottoscrittore dell’Accordo di Programma, e la
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che si legherà all’Ateneo con una contestuale
Convenzione.
“Naturalmente – proseguono Filippi e Rossa – siamo assolutamente convinti circa il ruolo decisivo
che le attività di alta formazione e ricerca proprie dell’istituzione universitaria possono giocare nel
rilancio e nello sviluppo del nostro territorio, tanto nel campo delle attività produttive, quanto in
quello dei servizi e della pubblica amministrazione. La sfida competitiva è, oggi, un passaggio
ineludibile, se si vuol guardare alla crescita economica e sociale di una comunità. E la competitività
passa per quelle dinamiche di innovazione che l’Università può promuovere. Proprio per questo
abbiamo chiesto, e ottenuto, nell’Accordo l’attivazione di un organismo in grado di mettere in
relazione le attività accademiche con le esigenze delle imprese e delle istituzioni locali. Vogliamo,
insomma, che l’Ateneo si integri sempre di più nella società alessandrina, fornisca ad essa servizi e
ne ricavi input e fermenti positivi”.
Non si può trascurare, peraltro, qualche considerazione di carattere più generale, relativa al contesto
nel quale l’Accordo si viene a calare, molto delicato per quanto riguarda la finanza locale e le
difficoltà legate all’assenza di una strategia chiara di Governo e Regione sulla materia.
“Non possiamo non sottolineare – è la constatazione del Presidente e della Vicepresidente – come
lo sforzo al quale ci accingiamo sia oltremodo rilevante, nel momento in cui, irresponsabilmente, il
Governo si accinge a tagliare ulteriormente le risorse al sistema degli enti locali, i quali, nel
contempo, sono chiamati a intervenire per mettere in sicurezza le attività universitarie, messe
anch’esse in una situazione di seria criticità dai tagli. Ricordiamo che l’Università dovrebbe essere
una competenza pressoché esclusiva dello Stato. Invece, assistiamo ad un vero e proprio paradosso:
il Governo ci accusa di sprecare i soldi, ci taglia le risorse e, nello stesso tempo, ci chiede di
intervenire a coprire le sue inadempienze”.
Ma è anche la Regione ad essere chiamata in causa. Restano sullo sfondo, infatti, non ancora del
tutto superate, le manovre neanche troppo velate con le quali nello scorso autunno, da parte di
Novara, fu promossa un’iniziativa tendente a depotenziare le sedi universitarie alessandrine a
vantaggio di quella città. Un’operazione supportata dalle parole pronunciate ad Alessandria dal
Presidente della Regione, il novarese Roberto Cota.
“Noi ci auguriamo – è l’auspicio di Filippi e Rossa – che tanto con la nuova amministrazione
comunale di Novara, quanto con la Giunta regionale, si possa ricominciare un serio percorso di
collaborazione, cercando di capire che la vera sfida non è quella della competizione interna tra le
diverse sedi, ma caso mai quella della maggior integrazione fra i tre poli. Il deperimento di uno dei
quali, in realtà, produrrebbe, con tutta probabilità, un vantaggio in più per le Università di Torino,
Genova, Milano e Pavia, che non per le altre sedi del Piemonte orientale. Ciò che dobbiamo fare,
caso mai, è uno sforzo maggiore per fornire quei servizi di supporto all’Università che ancora
mancano: mense, biblioteche, residenze. Questioni che riguardano molto anche gli enti locali, ma
soprattutto l’Edisu, l’Ente regionale per il diritto allo studio, che deve mettere a disposizione le
risorse necessarie. In questo ambito, il ruolo della Regione Piemonte è fondamentale. Così come è
fondamentale il ruolo regionale nel campo dei trasporti: proprio al fine di produrre un migliore e più
efficace sistema di collegamento tra le città che ospitano facoltà e corsi universitari”.
L’amministrazione provinciale, evidenzia, a tale proposito, la sua contrarietà alla decisione della
Regione Piemonte di cancellare l’intervento di elettrificazione della tratta ferroviaria CasaleVercelli, da anni attesa quale presupposto per l’istituzione di collegamenti rapidi e cadenzati tra le
sedi universitarie.
“Nonostante le molte preoccupazioni – concludono Presidente e Vicepresidente – oggi è una
giornata positiva e vogliamo guardare con fiducia al futuro dell’Università del Piemonte Orientale.
Abbiamo lavorato duramente per portarla sino a dove è oggi. Sappiamo di essere molto aiutati in
questo dalla qualità dei docenti e dalle molte eccellenze del nostro Ateneo, che sono garanzia per il
presente, ma, al tempo stesso, capitale solido su cui investire per crescere nei prossimi anni. D’altro
canto, l’“Avogadro” è un’Università giovane e le Università hanno bisogno di decenni, se non di
secoli, per affermarsi. Ciò che noi stiamo gettando in questi anni sono solo le fondamenta e, ci pare,
che almeno per ora stiano resistendo all’assalto dei non pochi demolitori”.