gennaio 2011 - Loredana De Vitis

Transcript

gennaio 2011 - Loredana De Vitis
Mensile di Cultura dell’Università del Salento
n. 2, 25 gennaio 2011
n. 2
in questo numero:
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Il valore educativo
del fumetto Disputa
sull’“uomo pipistrello”
Notizie dall’interno
Un lavoro inadatto a una donna?
Sul convegno “Gender equality in
science: le prospettive dal progetto
STReGA”
Il Comitato Pari Opportunità
A UniSalento il congresso AISV
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Il Sistema di valutazione delle
performance delle risorse
umane
A due studenti di Unisalento il
primo posto del bando “Principi
attivi 2010” della Regione Puglia
I nostri ricercatori:
n. 2, 25 gennaio 2011
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Premi di eccellenza scientifica
ai 5 ricercatori di Unisalento
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Missione archeologica del
centro di studi papirologici di
UniSalento in Egitto
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Periodico mensile telematico
numero 2 - anno 1
Periodico fondato nel 2010
Registro Stampa del Tribunale di Lecce
al n. 1071 del 10 novembre 2010
© Università del Salento
piazza Tancredi, 7
73100 Lecce - Italia
telefono 0832 291111
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numero verde 800 504167
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Direttore editoriale
Domenico Laforgia
Direttore responsabile
Loredana De Vitis
Coordinamento redazionale
Patrizia Guida
Consulente redazionale
Grazia Paiano
Grafica
Paola D’Amico
n. 2, 25 gennaio 2011
Premi di eccellenza scientifica
ai 5 ricercatori di Unisalento
Area scientifico-tecnologica:
“Sono sinceramente e profondamente onorato
per questo riconoscimento che rappresenta una
grande soddisfazione della mia carriera. Non lo
considero un punto di arrivo, ma uno stimolo
ed un incentivo ad andare avanti. Ringrazio la
Banca Popolare Pugliese per la sua opera e per
l’attenzione che dimostra nei confronti del nostro
Ateneo e del territorio. Vorrei anche esprimere
la mia convinzione che i risultati ottenuti siano
fortemente dipendenti dalle condizioni al
contorno, umane e professionali, in cui si opera.
In questo senso, sul piano professionale, mi sento
grato e sono riconoscente ai colleghi italiani e
stranieri con cui lavoro. Avendo avuto la fortuna
di lavorare in diversi centri di ricerca nazionali e
stranieri, posso testimoniare che la passione, la
dedizione e le competenze presenti nell’Università
del Salento siano un reale motivo di orgoglio.
Desidero in particolare rivolgere un pensiero di
stima ai colleghi del laboratorio di Automatica
Cor - Control Optimization and Robotics del
Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, agli
assegnisti, tecnici e collaboratori. Sul piano umano
desidero ringraziare la mia famiglia senza il cui
sostegno il mio percorso sarebbe stato molto più
buio.
Giovanni Indiveri
Laureato in Fisica nel 1995, ottiene il dottorato di
ricerca in Ingegneria Elettronica ed Informatica
nel 1999 dall’Università di Genova. Dal 1999 al
dicembre 2001 è ricercatore post-dottorato presso
l’istituto AiS - Autonomous intelligent Systems del
GMD (dal 2000 Fraunhofer) di Sankt Augustin,
Germania. Dal 2001 è ricercatore nel settore
scientifico disciplinare ING-INF/04 - Automatica
presso l’Università del Salento. Dal dicembre
2010 è idoneo al ruolo di Professore Associato in
Automatica. La sua attività di ricerca si sviluppa
nell’ambito della Robotica e riguarda in particolare
la modellistica, l’identificazione ed il controllo del
moto di robot autonomi e semi-autonomi marini e
terrestri con particolare riferimento a robot sottoattuati. È responsabile scientifico e rappresentante
nel Consiglio amministrativo dell’Isme (Centro
Interuniversitario per i Sistemi Integrati in Ambiente
Marino) per conto dell’Università del Salento.
Autore di oltre 60 pubblicazioni, dal 2003 è revisore
di progetti europei per conto della Commissione
Europea e di numerose riviste nei settori
dell’Automatica e della Robotica.
”
Giovanni Indiveri
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n. 2, 25 gennaio 2011
Sono cinque i “Premi di eccellenza scientifica” consegnati ad altrettanti ricercatori dell’Università del Salento lo scorso 17 gennaio nella sala conferenze del Rettorato. Giunta alla
seconda edizione, l’iniziativa è stata possibile grazie a un finanziamento della Banca Popolare Pugliese per un totale di 15mila euro. «Un concreto sostegno ai ricercatori e alle
attività di ricerca che si svolgono nella nostra Università», ha detto il Rettore Domenico
Laforgia, «che ci consente di mettere in luce i nostri gioielli». Soddisfazione ha espresso
il direttore generale della Banca Popolare Pugliese Vito Primiceri. Presenti alla cerimonia
ufficiale il delegato ai Rapporti con i ricercatori Fernando Greco e il professor Marco Boiti,
presidente dell’“Osservatorio sulla ricerca”, che ha tenuto una prolusione sul tema “Valutazione della ricerca come sostegno alla sua crescita e innovazione”.
Alessandro Sannino
Nato a Bari nel ’72, ha conseguito la laurea in
Ingegneria chimica all’Università di Napoli nel 1996
e il PhD in Ingegneria dei materiali alle Università
di Napoli e Seattle nel 2000. Dopo il dottorato, ha
lavorato in Bain, Cuneo e associati, multinazionale
che opera nel campo della consulenza strategica.
Attualmente è ricercatore presso il Dipartimento
di Ingegneria dell’Innovazione all’Università del
Salento, dove è titolare dei corsi di Materiali
polimeri e non metallici. All’Università VitaSalute San Raffaele di Milano coordina ricerche di
neuropatologia ed è visiting scientist presso il Mit
– Massachusset Institute of Technology (Usa). È
socio fondatore di ‘Accademia Lifescience’, società
spin-off delle Università di Napoli Federico II e del
Salento e del Cnr, nata grazie all’apporto di capitale
di Quantica e State Street Global Investors. Il campo
di ricerca primario è il settore dei polimeri, dei
biomateriali e delle plastiche biodegradabili, aree in
cui svolge attività di coordinamento e partecipazione
a importanti progetti di ricerca finanziati con diversi
milioni di euro.
“Un’enorme soddisfazione, perché essere
premiato dalla mia istituzione, nella città in cui ho
deciso di vivere, è la massima gratificazione che
si possa avere. Credo nelle potenzialità del nostro
Paese, del meridione e della Puglia in particolare.
Con la dedizione e l’entusiasmo si può far parlare
della ricerca italiana a Boston e, qualche volta, è
possibile attraversare l’Oceano nel senso opposto,
rientrando nel Salento per aggiungere valore ai
risultati della ricerca.
”
Alessandro Sannino
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n. 2, 25 gennaio 2011
Area Umanistica:
“Aver ricevuto questo premio è motivo di gran
soddisfazione, anche perché è un riconoscimento
che arriva dall’Università che mi ha accolta
diversi anni fa. Ottenere un simile riconoscimento
dall’interno, piuttosto che dall’esterno come
accade più di frequente, è stato molto gratificante,
perché per me ha rappresentato una conferma
della positività della mia scelta di restare a Lecce
e del percorso intrapreso in questi anni. Vorrei
approfittarne per ringraziare la Banca Popolare
Pugliese, il Rettore e tutti coloro che hanno
lavorato per assegnare questi premi. Iniziative
come queste hanno un forte valore simbolico e
contribuiscono a sostenere il lavoro e l’impegno di
noi ricercatori.
Barbara Gili Fivela
Ricercatrice della Facoltà di Lingue e Letterature
Straniere dal dicembre 2001, è recentemente
diventata professore associato di Linguistica
generale. Si è laureata in Filosofia (analisi
dei linguaggi naturali e informatica) nel 1994
all’Università di Torino, svolgendo la tesi nel Centro
di ricerca per le telecomunicazioni Cselt (oggi
Loquendo). Ha proseguito per un anno l’attività
di ricerca nel Centro e ha poi vinto una borsa di
studio per il perfezionamento in Linguistica presso
la Scuola Normale Superiore di Pisa. Nel triennio
ha arricchito la formazione trascorrendo un anno
nel Dipartimento di Linguistica dell’Ohio State
University (Columbus, Usa). In seguito, grazie a
varie borse di studio, ha svolto attività di ricerca
presso l’Universität des Saarlandes (Saarbrücken,
Germania), l’Ipds (Kiel, Germania) e nel Laboratoire
Parole et Langage (Aix-en-Provence, Francia).
L’attività nei vari centri di ricerca le ha permesso
di sviluppare approfondite competenze in campo
sperimentale, acquisendo specifiche conoscenze sui
metodi per l’analisi strumentale del parlato e una
profonda esperienza di lavoro nei laboratori per lo
studio del linguaggio. Scientificamente, ha quindi
ampie competenze di linguistica teorica coniugate
con una vasta esperienza in campo sperimentale,
con approccio interdisciplinare. Le sue ricerche
spaziano dall’analisi acustica del segnale verbale,
allo studio della cinematica degli organi fonatori, alla
percezione e interpretazione del parlato.
”
Barbara Gili Fivela
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n. 2, 25 gennaio 2011
Giuseppe Patisso
Ricercatore e professore aggregato di Storia
moderna e Storia del colonialismo presso la Facoltà
di Lettere e Filosofia dell’Università del Salento, si è
perfezionato presso l’Università della Cantabria e di
Salamanca. Dottore di ricerca in “Storia economica,
sociale e religiosa dell’Europa” all’Università di
Bari, con una tesi di dottorato intitolata “Visite
Generali e Percettori provinciali nel Regno di Napoli
tra XVI e XVII secolo. L’inchiesta del visitatore Juan
Beltrán de Guevara nella percettoria di Terra di
Bari (1606-1610)”. A partire dal 2005 lo studio
e la ricerca si sono mosse verso l’analisi storica
dell’umanista spagnolo Juan Ginés de Sepúlveda,
nonché verso la traduzione dell’opera per la quale
egli divenne, agli occhi di una certa storiografia
(soprattutto protestante), teorizzatore della guerra
per la sottomissione di altri popoli: lo scritto J.
Genesii Supulvedae Cordubensis Democrates alter,
sive de justis belli causis apud Indos. Attualmente
insegna Storia del Colonialismo e Storia moderna;
è docente nel corso di perfezionamento postlaurea in “Storia regionale pugliese”; ha insegnato
Storia moderna e Storia della storiografia presso
la Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento
Secondario (SSIS-Puglia). Ha insegnato, inoltre,
Tradition of the mediterranean thought nel Master
Internazionale - Interreg III (Italia-Grecia) - presso la
Scuola Superiore ISUFI. È componente del collegio di
Dottorato in Studi Storici, Geografici e delle Relazioni
Internazionali attivo presso il Dipartimento di Studi
Storici dal Medioevo all’Età Contemporanea.
“Quando ho consegnato i materiali per
partecipare al bando, ero conscio che tanti altri
colleghi avevano prodotto in maniera eccellente.
Conosco il valore scientifico dei colleghi e la fatica
dei valutatori nell’assegnare questo riconoscimento,
e sono convinto che tanti di quei colleghi saranno
destinatari del premio nelle prossime edizioni.
Ringrazio il mio maestro, il professor Bruno
Pellegrino, che mi ha indicato le metodologie della
ricerca, lasciandomi libero di poter seguire le mie
passioni. Investire nella ricerca significa garantire un
futuro al Paese e preservare la civiltà.
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”
Giuseppe Patisso
n. 2, 25 gennaio 2011
Area Economico-giuridica:
Camilla Mastromarco
Attualmente ricercatrice in Econometria, è
specializzata in Econometria Applicata (Master
Coripe, Torino, 1994; Master in Economics,
Essex, 1995; MSc in Economics, Scottish Doctoral
Programme, 1997), Dottore di Ricerca (Bari, 1999)
e PhD in Economics (Glasgow, 2005). Dopo lunghi
periodi di docenza e ricerca all’estero (Regno
Unito, Germania, Svizzera), si è ristabilitae in Italia,
presso l’Università del Salento, grazie al programma
ministeriale “Rientro dei cervelli”. Al centro della sua
ricerca vi è l’elaborazione di stimatori e modelli di
analisi econometrici, applicabili a problematiche di
grande importanza nell’attuale contesto economicosociale, quali l’efficienza e la produttività, i cicli
economici e la crescita, il dualismo fra Nord e
Sud Italia. Molti di questi studi sono svolti in
collaborazione con studiosi italiani e stranieri
(tra gli altri, il professor Woitek dell’Università di
Zurigo, il professor Shin dell’Università di Leeds,
la professoressa Ghosh dell’Università Akron),
contribuendo a svariati progetti di respiro nazionale
e internazionale e trovando diffusione sia attraverso
la partecipazione, in qualità di relatrice, a numerosi
convegni, sia mediante pubblicazioni su libri e
accreditate riviste in Italia e all’estero (tra cui:
Applied Economics, Bulletin of Economic Research,
World Development, Journal of Producrivity
Analysis, Computational Statistics and Data Analysis,
Empirical Economics). È inoltre referee di diverse
riviste scientifiche, affiliata di importanti enti di
ricerca, quali il CESifo Research Affiliate (Center
for Economic Studies – Università di Monaco) e
l’Rcea (The Rimini Centre for Economic Analysis)
e organizzatrice presso l’Università del Salento
del corso internazionale annuale in Economia
computazionale “Programming in MatLab”.
“Questo premio è per me un onore e, ancor
più che un riconoscimento per quanto fatto,
uno stimolo a non fermarmi e proseguire
nell’impegno. Più in generale, considero davvero
importante che, da parte dell’ateneo e da parte del
mondo dell’impresa privata si sia manifestata la
lodevole volontà di premiare il lavoro scientifico,
in controtendenza rispetto ad un generale
disimpegno di molte istituzioni e spesso anche
dell’opinione pubblica rispetto al mondo della
ricerca. Non sacrificare ed anzi premiare la ricerca,
più che mai in fasi di crisi, è a mio parere una scelta
lungimirante, per il bene di tutti.
Camilla Mastromarco
”
Notizie dall'Interno
Firmata la convenzione quadro tra l’Università del Salento e l’Accademia di Belle Arti di Lecce, che consentirà di
progettare e avviare nuove iniziative e programmi culturali, migliorando e potenziando le offerte formative e
dando ai percorsi didattici un aspetto ancor più professionalizzante. La convenzione nasce principalmente per
il tramite delle Facoltà di Beni Culturali e di Ingegneria, interessate ad avviare attività progettuali in settori di
interesse comune con l’Accademia, quali, beni culturali; formazione linguistica per l’attuazione di programmi
formativi nel settore artistico e musicale; progettazione estetica di prodotti industriali; catalogazione e
ricostruzione di reperti archeologici.
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Il valore educativo del fumetto
Disputa sull’“uomo pipistrello”
Un seminario sul “Valore educativo del fumetto”
in forma d’antica disputatio: l’idea, del professore
Salvatore Colazzo, docente di Progettazione
dell’intervento formativo alla Facoltà di Scienze
della formazione (con la consulenza del ricercatore
Massimiliano Savini e di Maria Grazia Celentano dello
spin-off EspérO), si è svolta a Palazzo Codacci Pisanelli
nelle scorse settimane suscitando grande interesse non
soltanto tra gli studenti.
Proprio come accadeva un tempo, protagoniste della
disputatio sono state due tesi contrapposte, due
prospettive per osservare e analizzare un problema.
Attorno alla bipolarità delle argomentazioni dei
relatori, che espongono i loro motivi pro e contra, si
sono modellate le domande di un pubblico che chiede
per poi potersi schierare pro o contro una possibile
soluzione.
I relatori sono stati Giovanni Manca, uno dei massimi
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n. 2, 25 gennaio 2011
esperti europei dell’“Uomo Pipistrello”, e Fabio Sulpizio,
ricercatore dell’Università del Salento ed esperto di
fumetti; il tema, appunto: “La filosofia e la pedagogia di
Batman”.
Coinvolgimento anche per le performance di Laura
Giannoccaro ed Emanuele De Matteis, i “cerimonieri”,
le musiche di Antonio Esperti, il dibattito serrato e ricco
di spunti, in cui ha svolto il ruolo di arbitro e giudice
Vito Francesco De Giuseppe.
Le domande dei partecipanti hanno riguardato i valori
e la cultura di cui Batman sembra farsi portatore,
l’educazione da cui proviene il personaggio, il suo
senso di giustizia o la possibilità di vedere in lui un vero
e proprio inquisitore piuttosto che un detective che
utilizza il pensiero abduttivo per risolvere gli enigmi che
si trova ad affrontare. Inoltre il peso della violenza nelle
storie di Batman e la relazione tra giustizia, perdono e
vendetta, sono state alcune delle questioni al centro
degli interrogativi posti dal pubblico.
Manca ha sostenuto che Batman in fondo paga, suo
malgrado, l’isolazionismo che l’Eroe deve vivere per
staccarsi dallo sfondo della vita quotidiana, mentre
Sulpizio ha ribattuto che Batman è il risultato di una
cultura “WASP”, bianca e protestante, che pervade la
cultura americana e che si rifà alla letteratura gotica e
medioevale anglosassone. Per Giovanni Manca, Batman
è un giustiziere che regge sulle spalle il peso che deve
sopportare chi è costretto ad amministrare una giustizia
che ha lo scopo di rendere il mondo un posto migliore.
Fabio Sulpizio, da parte sua, ha espresso l’idea che
Batman sia un inquisitore che fa della violenza il mezzo
attraverso il quale punire coloro che infrangono non
solo le regole sociali, ma anche quelle di una morale
rigida e imposta.
Dopo serrate fila di domande, votando
democraticamente il pubblico ha emesso il proprio
parere, che è stato a favore di Batman con un solo
voto di differenza: uno scarto minimo che dimostra
come ancora oggi, a settant’anni dalla sua creazione,
Batman è uno degli eroi più controversi ma pregnanti
dell’immaginario collettivo.
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n. 2, 25 gennaio 2011
“pro” BATMAN
Ho aspettato… ….diciott’anni… da …. da Zorro.
Il segno di Zorro. Dalla passeggiata. Da quella notte.
E da quell’uomo con gli occhi vuoti e una voce come vetro spezzato…
…da quando la mia vita ha perso ogni significato.
Frank Miller da “Batman, Year One” (traduzione di Alessandro Bottero)
Un bambino, Bruce Wayne
saltella contento in una notte
a Gotham City, ha visto il
suo film preferito con Zorro,
poi la tragedia. I genitori
uccisi in pochi istanti e
l’infanzia, i sogni di bambino
distrutti. Una scena di oltre
settanta anni fa eppure così
tragicamente moderna. Il
bambino piange e accanto
al suo lettino, in una sinistra
luce di candela, giura
vendetta. Gli occhi pieni di
lacrime e rabbia. Anni dopo
nascerà un cavaliere oscuro,
una creatura della notte
inquietante, nella quale
potrebbe essere difficile, se
non impossibile rilevare sintomi di giustizia, di valori
morali positivi, di voglia di vivere la società della luce.
Questo è Batman, icona del nostro tempo uomo
pipistrello simbolo di un senso ossessivo di ricerca di
giustizia. Batman è un ossesso, la figura misteriosa
mediante la quale il plurimiliardario Bruce Wayne cerca
di soddisfare il suo ossessivo senso di giustizia. Può dare
spunti positivi un personaggio del genere. Può ispirare
questo uomo in maschera dei sentimenti positivi nei
suoi affezionati o casuali lettori?
Certamente sì! Batman nel suo scuro costume con il nero
mantello ci comunica che c’è speranza dove sembra non
essercene più. In Park Row sono stati uccisi i genitori
di Bruce (per la cronaca Thomas e Martha). Park Row
negli anni di buoi è diventata Crime Alley, il vicolo del
crimine, dove la speranza sembra essere finita e invece
qui il filantropo Bruce finanzia un centro di recupero per
minori affinché la tragedia non si ripeta.
Il nemico icona di Batman (a pari merito con il
terrorista ecologico Ra’s
al Ghul) è il Joker. Il Joker
è completamente pazzo,
questo non lo ha mai
messo in dubbio nessuno.
È talmente pazzo da
accusarsi di crimini che
non ha commesso per
immergersi nel bagno di
folla, pur di sublimare la
sua esistenza sulla sedia
elettrica. Ma Batman,
utilizzando il suo profondo
senso di giustizia dimostra
che il Joker è innocente.
Potrebbe liberarsi di lui una
volta per tutte. Ha tentato
di fargli la pelle decine di
volte, gli ha ammazzato
il fedele Robin (il secondo Jason Todd), ma va salvato!
perché è innocente! Quindi il messaggio è quello che
la ricerca della giustizia non deve avere limiti, che
la pena di morte non deve sollevare dubbi e che un
criminale non deve essere condannato solo perché è
notoriamente un criminale. Possiamo poi parlare di lotta
alle violenze sui bambini (la storia Night Cries del 1992),
di feroce contestazione alle mine antiuomo (Death of
innocents, dicembre 1996) e di denuncia della diffusione
delle armi da fuoco nella gioventù (Seduction of the gun,
febbraio 1992). Non sono certo tematiche tipiche di un
personaggio negativo.
Possiamo poi passare a rintuzzare un attacco che
potremmo definire storico a Bruce Wayne. Infatti spesso
vengono messe in discussioni le attitudini “intime”
del personaggio. Ebbene niente di più falso. È proprio
l’autore più significativo della pluridecennale saga del
cavaliere oscuro, Frank Miller che ci dice “Batman non
è un gay. I suoi istinti sessuali trovano una sublimazione
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n. 2, 25 gennaio 2011
immediata nella sua crociata contro il crimine, quindi
non ha il minimo bisogno di altre attività emotive. Lo
dimostra il fatto che le avventure in cui ha una fidanzata,
o una relazione amorosa, sono decisamente insipide”.
Non c’è nulla da aggiungere perché nella frase appena
esposta viene già detto tutto sul tema.
Ulteriori impulsi positivi sul personaggio sono contenuti
nella storia del 1991 intitolata “Veleno”. Non ci sono
nemici tradizionali in questa storia, non ci sono supereroi.
Ma c’è il senso di giustizia spinto al limite, un uomo
molto preparato fisicamente ma pur sempre un uomo
può provare l’angoscia del “non farcela”, del devastante
senso dell’insuccesso. Se poi questo insuccesso è la
causa della morte di una bambina, il rimorso (un cattivo
non ha rimorso) può portare a gesti che non sarebbero
mai stati fatti in altre circostanze. Per essere migliori, più
forti, instancabili bisogna usare la droga ed allora quanto
successo non succederà di nuovo. Ma la droga rende
dipendenti e il risultato è peggio del vantaggio ottenuto.
Allora l’uomo si reclude nella Caverna, scompare si
annichila, scompare per ritornare come prima, più forte
di prima. Conscio dei suoi limiti ma consapevole che
la giustizia non è esaltazione artificiale ma sana, umile
accettazione dei propri limiti mantenendo la propria
indipendenza fisica ma soprattutto morale.
Ma il vero senso del buono del personaggio, della sua
vera chiave di lettura è nella storia “The Batman nobody
knows” del 1973. Wayne è in gita con dei bambini e si
chiede cosa loro pensano di Batman. Tutti lo ipotizzano in
modi differenti e allora… Batman compare, ma i bambini
ridono e sono increduli, quello non può essere il terrore
di ogni sorta di abiezione umana. La morale finale è
“omnia munda mundis” e quindi solo ai criminali, alle
menti malvagie può far paura un innocuo costume da
pipistrello.
Qui si conclude la nostra difesa dell’Uomo Pipistrello.
Molto oscuro, difficile da digerire per le sue abitudine
notturne, per le botte ai criminali. Ma pieno di
un’ossessione volta al bene, con un infinito senso di
giustizia e un desiderio costante di un mondo migliore.
E nel mondo moderno cosa c’è di meglio della fondazione
di un’impresa di giustizia su scala mondiale? Il miliardario
Bruce Wayne impiegherà le sue sostanze per la Batman
Inc. impresa multinazionale di giustizia e … criminali di
tutto il mondo… sarete sconfitti almeno per i prossimi
70 anni.
Giovanni Manca
“contro” BATMAN
Sull’uomo pipistrello
proprio il celebre uomo pipistrello) aveva messo in rilievo
la complessa lettura che è intrinseca allo strumetto
fumetto. In realtà nell’ultimo decennio è diventato
estremamente difficile affrontare una figura come
quella di Batman limitandosi al medium fumettistico:
essa è diventata di fatto un Brand andando molto oltre il
mondo delle nuvole parlanti.
Il personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger è
diventato negli ultimi decenni il simbolo della raggiunta
maturità del fumetto quale forma d’arte – soprattutto
grazie alle opere di Frank Miller, Alan Moore e Gran
Morrison – dimenticando bellamente la grande stagione
del fumetto sudamericano ed europeo degli anni ‘70.
In realtà la figura del “Cavaliere oscuro” presenta molte
più ambiguità di quelle messe in rilievo: se è vero che,
soprattutto per motivi commerciali, molto si è insistito
sulla potenziale negatività del personaggio, in realtà
le critiche hanno sempre lasciato sullo sfondo alcuni
aspetti che pure sono rilevanti.
Anzitutto, il personaggio si caratterizza per essere una
figura della vendetta e non della giustizia. La persecuzione
È dai tempi dello psichiatra Fredric Wertham e del
suo Seduction of the Innocent (1954) che ciclicamente
si torna a discutere del presunto valore educativo (o
diseducativo) del fumetto; in Italia molti di noi ricordano
i dibattiti su Diabolik o sui Manga e, curiosamente, gli
argomenti portati a sostegno delle tesi contrarie a questi
prodotti della cultura pop erano gli stessi di Wertham: le
raffigurazioni, esplicite o edulcorate, di violenza, sesso,
uso di droghe e altri argomenti per adulti contenute nei
“comics” rischiavano di influenzare i bambini – come se
a leggere i fumetti molto spesso fossero solo i bambini e
non anche gli adulti.
La figura di Batman, poi, si presta particolarmente
a questo sospetto e del resto Umberto Eco già negli
anni ‘60, nel celebre Lettura di “Steve Canyon”, Il mito
di Superman e Il mondo di Charlie Brown pubblicato
in Apocalittici e integrati (che presentava in copertina
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del malvagio, del criminale, del mostruoso è quanto
viene giustificato nel mondo
di Batman con l’uccisione
dei genitori del piccolo Bruce
Wayne (alter ego dell’uomo
pipistrello), in realtà. È la
semplice riproposizione di
un grande luogo comune
della letteratura popolare
ottocentesca: la storia di
vendetta. La grande fortuna
di cui ha goduto ancora per
tutto il XX secolo Edmond
Dantès – che è tornato non
a caso nella trasposizione
cinematografica della Graphic
Novel di Alan Moore V for
Vendetta – è anche dovuta al
fatto che, in qualche modo, rappresenta un archetipo
che ha informato di sé la narrativa popolare e di
intrattenimento del secolo scorso. La combinazione
del tema della vendetta, del fenomeno ‘supereoristico’
nato da poco con l’invenzione di Superman e del genere
Hard Boiled che negli anni Trenta aveva rivoluzionato la
narrativa poliziesca ha permesso al personaggio Batman
di assurgere presto a un livello di popolarità che pochi
personaggi della cultura popolare possono raggiungere.
Il romanzo di Michael Chabon, “Le fantastiche avventure
di Kavalier e Clay” , ha illustrato meglio di qualsiasi saggio
l’importanza che il mondo del fumetto ha assunto nella
prima metà del XX secolo negli Stati Uniti mentre “La
fortezza della solitudine” di Jonathan Lethem presenta
il conto con il mondo di Superman sin dal titolo. Il
personaggio, però, rimane in qualche modo prigioniero
della meccanica della vendetta cui deve la nascita. Per
quanto autori come Mark Waid cerchino di ridefinirne la
psicologia, Batman rimane essenzialmente una maschera
vuota modulata sulla figura dell’investigatore che – ben
presto – diventa essenzialmente un inquisitore.
Il tema della giustizia, che pure viene spesso presentato
nel fumetto di Batman, è
in
realtà
assolutamente
secondario – contrariamente
a quanto accade, ad esempio,
per il personaggio di Superman
– rispetto al puro ‘inquisire’,
al cercare ossessivamente
una
sanzione
per
il
comportamento criminale. Il
fatto che Batman si presenti
con caratteristiche notturne
permette una più immediata
identificazione con un altro
grande mito della cultura
popolare novecentesca: il
Dracula di Stoker che proprio
nell’America degli anni ‘30
aveva trovato la sua consacrazione grazie al cinema.
L’utilizzo di una icona negativa per creare un eroe
positivo non è certo eccezionale e del resto – per fornire
altri elementi a favore della stupida tesi di Wertham –
i grandi personaggi della narrativa popolare europea
e americana spesso sono ‘eroi neri’, da Fantomas al
diabolico Fu Manchu, passando proprio per Dracula o
per il dottor Jack Griffin creato da H. G. Wells e ispiratore
di molti personaggi dei Comics. Con il caso Batman
abbiamo semplicemente la ripresa dell’eroe nero dei Pulp
Magazine – e non certo dell’eroe di Dashiel Hammett
quanto piuttosto di quello molto più semplicemente
ottuso di Mickey Spillane – ripensato successivamente
per renderlo appetibile in un mondo più ‘politicamente
corretto’. Ma questi sono aspetti del personaggio che,
troppo spesso, non sono adeguatamente contestualizzati,
al punto che non vengono colti neanche dai critici.
Fabio Angelo Sulpizio
Ricercatore, Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali
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n. 2, 25 gennaio 2011
Un lavoro inadatto a una donna?
Sul convegno “Gender equality in
science: le prospettive dal progetto
STReGA”
Il convegno “Gender equality in science: le
prospettive dal progetto STReGA”, tenutosi
il 21 gennaio a Lecce, ha concluso il lavoro
del progetto con un confronto sulla panoramica italiana
ed europea sulla questione genere e scienza. Il quadro
che si trae dai dati mostra ancora uno scenario difficile. Per riassumere i punti principali, evidenziati anche
nella relazione di Marina Cacace di ASDO, che ha curato
la parte scientifica di PRAGES (http://www.retepariopportunita.it/defaultdesktop.aspx?page=2749), il progetto europeo che ha raccolto e analizzato I programmi
di azione positiva in Europa, USA, Canada e Australia, si
mettono in evidenza tre aree critiche:
• il mondo scientifico non è “women friendly”
• la scienza dipende da
stereotipi maschili
• la leadership scientifi-
ca è senza donne
Il primo punto si riferisce al il fatto che la cultura organizzativa di ambienti in cui il numero di donne è molto
basso rende tali ambienti poco favorevoli al lavoro e alla
carriera delle donne, anche senza esplicita intenzione di
escluderle: la pratica quotidiana del lavoro, le scelte, le
carriere, sono governate da abilità informali, apprese (o
no) sul campo, e da comportamenti informali, e quindi
fortemente sensibili alla composizione del gruppo di lavoro.
Il secondo punto riguarda sia il fatto che le scelte di
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n. 2, 25 gennaio 2011
formazione e di lavoro sono in gran
parte governate da stereotipi per cui
alcuni sono più ‘portati’ di altri verso
certe discipline, sia che molte scelte
di ricerca (per quanto riguarda campi
di studio e metodologie) rispettano
il fatto che lo ‘standard’ è maschile.
Questo è evidente soprattutto nelle
scienze della vita (biologia, medicina), sociali, e nella tecnologia: per
esempio, la ricerca medica, la spe-
ambito tecnologico scientifico), dato
che sembra una “costante universale” sia dal punto di vista geografico
(stesso dato in USA, Canada e Australia) che temporale (i dati italiani
per fascia d’età delle ordinarie non
mostrano significativi trend di crescita tra le nate negli anni ‘30 e le
loro colleghe di 30 anni più giovani).
Per contro, la percentuale di laureate è cresciuta in modo significativo,
donna; in Senato su 38 componenti
ci sono 7 donne).
Le azioni di contrasto a questo scenario devono andare ad incidere su
questi tre punti. La comunità europea ha posto da tempo la questione
della parità nella scienza tra i suoi
obiettivi, sia finanziando azioni positive che imponendo pratiche ‘virtuose’ (per esempio la presenza ed
il ruolo delle donne in un progetto
rimentazione dei farmaci, prende
l’uomo (giovane, bianco) come riferimento e ci sono esempi ben noti
di fallimento di protocolli di cura per
questa ragione. Altri esempi ormai
noti sono gli studi legati alla sicurezza dei trasporti (i crash test, o la progettazione degli air-bag), o alcune
applicazioni dell’informatica (come il
riconoscimento vocale).
Per quanto riguarda l’ultimo punto, i
dati della comunità europea, raccolti
in SheFigures 2009 (http://statistica.
miur.it/Testi/SheFig_presentazione.
asp), mostrano che le donne ordinario sono il 18% (scendono a 11% in
pareggiando o superando il numero
di laureati uomini (vedi la ‘forbice’ di
fig.1).
Oltre che un problema di dispersione di capitale umano, che vede trascurate le competenze di metà della
popolazione, si tratta di un problema
di democrazia: gli organi direttivi e di
indirizzo della ricerca sono formati
per lo più da chi occupa i gradi più
alti della carriera, la mancanza di
donne ai vertici implica che le decisioni sono prese solo dagli uomini
(per esempio, il sito di Unisalento
riporta questi numeri: nel CDA su
18 componenti una sola, esterna, è
europeo è tra i parametri di valutazione).
Il progetto STReGA, di cui si è parlato
anche nel Bollettino d’Ateneo numero 26, ha agito sulla base di queste
considerazioni. In primo luogo, è
parso necessario fare chiarezza su
aspetti del lavoro scientifico fondamentali nel panorama contemporaneo, ma a cui la maggioranza delle
donne nella ricerca sono estranee,
con l’obiettivo di aumentare la conoscenza, la competenza e la consapevolezza. Si è parlato, tra l’altro, di
progettazione, valutazione, comunicazione scientifica e spin-off. La mo-
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n. 2, 25 gennaio 2011
Il progetto STReGA, dell’Università del
Salento e dell’Associazione Donne e
Scienza, è stato finanziato dal Comitato
Nazionale di Parità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed è stato
segnalato come eccellenza al Ministro e
come best practice da diffondere.
Il sito del progetto è http://strega.unile.it
dalità scelta è stata quella del learning
by doing attraverso seminari-laboratori
tenuti prevalentemente da donne esperte, che oltre a fornire indicazioni fungessero da modelli di ruolo. La partecipazione media è stata di circa 30 persone per
giornata, prevalentemente donne, alcune delle quali hanno successivamente
sottomesso progetti di ricerca e/o hanno
chiesto ai loro enti di riferimento di approfondire alcune
delle tematiche emerse nei seminari. Si è poi organizzato
un laboratorio sperimentale di ‘empowerment’, formato
da donne occupate nella ricerca e nelle professioni, con
l’intento di sperimentare le modalità di costruzione di un
network di lavoro trasversale.
L’orientamento delle studentesse verso studi e lavori
scientifici è l’altro nodo cruciale: il progetto ha lavorato
in questo senso sia con attività di formazione su strategie di orientamento di genere rivolta a dirigenti e docenti referenti per l’orientamento delle scuole superiori del
territorio, sia con orientamento in uscita di studentesse
e studenti degli istituti superiori (role model days nei
quali le classi hanno incontrato ricercatrici con cui confrontarsi). Il progetto ha anche dato supporto ad altre
iniziative di orientamento esterne.
Ci auguriamo che il lavoro fatto all’interno del progetto contribuisca a far proseguire l’attenzione alla parità
nell’Università del Salento, anche favorendo la presenza
delle donne negli organi di indirizzo e di valutazione: in
questi mesi l’approvazione del decreto Gelmini rende
necessaria la riscrittura degli statuti universitari, la composizione paritaria delle commissioni che se ne occuperanno darebbe un segnale fortemente innovativo.
Le indicazioni della politica nazionale, purtroppo, sono
contraddittorie: da un lato è stato costituito, nell’autunno del 2010, un protocollo d’intesa e un tavolo di concertazione tra MIUR e Dipartimento Pari Opportunità
del Consiglio dei Ministri (http://www.retepariopportunita.it/DefaultDesktop.aspx?doc=3945), dall’altro, in
controtendenza con il resto d’Europa, la Legge 183 del
2010 prevede l’abolizione dei Comitati di pari opportunità universitari, composti da docenti, studenti, oltre che
da personale tecnico-amministrativo, che fino ad ora
hanno rappresentato, realisticamente, gli unici organi
dell’università italiana in cui potesse trovare attenzione
la questione della parità di genere nella ricerca.
Anna Maria Cherubini
Dipartimento di Matematica
Comitato Pari Opportunità dell’Università del Salento
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n. 2, 25 gennaio 2011
MISSIONE ARCHEOLOGICA del
CENTRO DI STUDI PAPIROLOGICI
di UniSalento in EGITTO
Ottava campagna di scavo, ottobre-dicembre 2010
Non si resiste al fascino delle incredibili vicende
di Indiana Jones, ammettiamolo. Per quel che
mi riguarda, ho trovato solo una cosa ancor
più irresistibile: toccare (quasi) con mano cosa
significa una vera missione archeologica in Egitto,
tra tempeste di sabbia, sete d’acqua e di antiche
civiltà e una grande scoperta che in pochi giorni
fa il giro del mondo.
Ciò che descrivono Mario Capasso e Paola Davoli,
i professori dell’Università del Salento che da
otto anni dirigono la missione di Soknopaiou
Nesos, ha del cinematografico. Mettete assieme
un papirologo e un’egittologa, un piccolo gruppo
di ricercatori europei e qualche pasionario
studente della nostra Università e avrete una
vaga idea di come sono fatti gli “eroi” dei film,
ma in carne e ossa. Ed ecco il colpo di scena: il
ritrovamento di 150 ostraka demotici, piccoli
cocci con incisioni egizie che potranno dire di più
sulla vita quotidiana del periodo romano e dei riti
che si svolgevano nel tempio del dio coccodrillo.
Curiosi? Come previsto. Ma procediamo con
ordine.
Fondata nel terzo secolo avanti Cristo per essere
un importante centro di culto e di commercio,
la piccola città di Soknopaiou Nesos si trova nel
Fayyum, un’oasi a circa 80 chilometri nel deserto
a sud ovest del Cairo. Abbandonata intorno alla
metà del terzo secolo dopo Cristo, è presto finita
sepolta dalla sabbia. La difficoltà di raggiungerla,
le avverse condizioni climatiche e l’inospitabilità
La Campagna di scavo si è svolta all’interno del grande recinto
templare, nell’area situata al centro del temenos. Due sono i settori
indagati, ad est e ad ovest del tempio dedicato al dio Soknopaios (ST
20), costruito in epoca tolemaica.
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n. 2, 25 gennaio 2011
Nel Settore Ovest è stato iniziato lo scavo dell’area esterna al santuario lungo il
suo lato perimetrale occidentale. Da nord a sud l’area indagata misura 16m ed
è larga da est ad ovest 5m. In essa sono stati recuperati 150 ostraka demotici. Il
rinvenimento è di particolare importanza sia per il numero dei materiali recuperati
sia perché i testi contribuiscono alla prosopografia e alla storia religiosa del sito.
del luogo hanno fatto il resto. Soltanto due, infatti, i
tentativi di indagine precedenti a quelli dell’Università
del Salento: il primo, diciamo ‘amatoriale’, del
viaggiatore padovano Giovanni Battista Belzoni nel
1819; il secondo, l’unico archeologico-scientifico,
a cura dell’Università del Michigan nell’inverno tra
il 1931 e il 1932. Nel 2001, infine, l’arrivo dei nostri
“eroi”: l’idea è di Mario Capasso, direttore del
Centro di Studi papirologici dell’Ateneo, che fonda il
“Soknopaiou Nesos project” e che da allora lo dirige
assieme a Paola Davoli.
«La sabbia protegge molto bene i papiri», spiega Capasso,
«ed è per questo che ho lanciato la sfida di questa
missione. Una sfida raccolta dalla nostra Università per
prima, e poi dal Ministero degli Affari esteri e da alcuni
fondamentali sostenitori. Mi riferisco in particolare al
cavalier Luca Trombi, che ogni anno assicura un generoso
contributo, ma anche al Centro internazionale di studi di
Velletri e alla professoressa Dora Liuzzi per le borse di
studio destinate ai nostri giovani studenti». Proprio a Luca
Trombi è dedicata la Biblioteca del Museo papirologico
dell’Università (a Studium 2000); è un mecenate molto
distante dalle vecchie immagini in bianco e nero: in
jeans e cappellino di cotone, si occupa di petrolio ed è
abbastanza schivo da non far trapelare nulla dei motivi
per cui investe tanto in questa sua passione.
Stele di epoca romana con bassorilievo raffigurante
il dio Soknopaios
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n. 2, 25 gennaio 2011
Mario Capasso, molto serio e concentrato seduto al tavolo
del suo studio o nelle immagini che lo ritraggono chino
sui papiri, ha invece un grandissimo sorriso nelle foto
dall’Egitto. Paola Davoli, d’origine e mai perso accento
emiliani, piana e semplice anche nelle spiegazioni più
complesse, ha nelle stesse immagini nel deserto grandi
occhiali da sole e spesso un bellissimo cappellaccio di
quelli che, appunto, si vedono nei film. Da anni dirigono
una missione ai limiti del possibile: «Quaranta giorni
la volta, non di più», spiegano, «e non solo per ragioni
economiche. Fa molto caldo, non c’è acqua, i trasporti
sono difficili e costosi, durante le tempeste di sabbia non
si riesce a parlare anche se a distanza di pochi centimetri.
È umanamente faticoso».
– come tutto il sito - meta di turisti spesso irrispettosi ma
soprattutto di predoni a caccia di reperti da vendere sul
mercato nero.
Non tutto, per fortuna, è andato perduto. Anzi. Solo
per citare qualche esempio, nel 2007 i nostri ricercatori
hanno rinvenuto un bassorilievo che raffigura i sovrani
costruttori del tempio. Numerosi, poi, i ritrovamenti di
fregi, statuette, amuleti, papiri ma anche sandali in fibra
di papiro e una grande spada in ferro con un pomello in
ebano perfettamente conservato. È però nel corso della
missione di quest’anno, come si diceva, che avviene il
vero colpo di scena. Iniziato lo scavo dell’area esterna
al santuario lungo il suo lato perimetrale occidentale,
ecco una vera e propria “discarica” creata dai precedenti
Eppure, ogni anno l’Università del Salento ha portato a
casa almeno un piccolo o grande successo. Il “Soknopaiou
Nesos project” comprende lo scavo archeologico,
iniziato nel 2003 dopo ben due anni di accurato studio
topografico, lo studio di migliaia di documenti in greco
e demotico trovati nel corso dei lavori, la creazione di
un archivio di immagini e documenti, pubblicazioni, il
restauro degli oggetti più importanti man mano rinvenuti.
Con pazienza, i nostri hanno portato alla luce il dromos,
via monumentale un tempo dedicata alle processioni,
e diverse porzioni del tempio del dio Soknopaiou (il dio
coccodrillo) cui quest’antica strada conduce. Il tempio,
circondato da un muro di cinta di mattoni crudi, è per
questo relativamente conservato. Fu costruito in epoca
tolemaica (tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo)
per ampliare un più antico santuario, ed è stato negli anni
scavi avvenuti tra la fine dell’Ottocento e i primi del
Novecento.
«Salta fuori il primo ostrakon, poi il secondo, quindi
il terzo», racconta Davoli, «a un certo punto non si
riusciva più a seguire il ritmo dei rinvenimenti. Gli operai
egiziani, costantemente monitorati dai nostri specialisti,
hanno cominciato ad alzare le braccia sempre più
velocemente, al punto che non si sapeva più stabilire
l’ordine di rinvenimento. Ci siamo messi in allarme. Ne
abbiamo trovati ben 150, demotici, che verosimilmente
erano conservati in un unico archivio adiacente. Nel
2005 avevamo trovato in un vicino ambiente dello
stesso edificio altri ostraka simili». Simili in cosa?
«Sono databili al periodo romano», spiega Capasso, «e
hanno inciso ciascuno un nome di persona. Pensiamo
19
n. 2, 25 gennaio 2011
siano nomi di sacerdoti a servizio del tempio; i
cocci venivano estratti a sorteggio per stabilirne
la destinazione, gli incarichi. Il rinvenimento è di
particolare importanza, non solo per il numero
dei materiali recuperati ma soprattutto perché i
testi contribuiscono alla prosopografia e alla storia
religiosa del sito».
Accordato il “via” dal professor Zahi Hawass,
presidente del Supreme Council of Antiquities,
la notizia ha fatto il giro del mondo. Tutto merito
della missione degli italiani, di questo manipolo di
tenaci dell’Università del Salento cui si sono uniti
altri studiosi europei: Stefania Alfarano (assistente
di scavo), Carolin Arlt (demotista, Würzburg
Universität), Clementina Caputo (ceramologa),
Mohammed Barakat (assistente dei direttori),
Ludovica Gorla (archeologa, Milano Bicocca), Silvie
Marchand (ceramologa IFAO), Raffaella Milano
(disegnatrice), Giuseppe Alvar Minaya (supervisor),
Simone Occhi (topografo), Elvira Pisanello
(schedatrice), Carlotta Quarta Colosso (papirologa),
Borna Scognamiglio (archeologo, Paris-Sorbonne),
Martin Stadler (demotista, Würzburg Universität),
Salvatore Taurino (archeologo), Stefania Trizza
(assistente di scavo) e gli studenti Giada Bianco e
Anna Chiara Muscogiuri.
Il Comitato Pari Opportunità
Il senso dei Comitati Pari Opportunità in una
Istituzione come quella Universitaria è stato
quello di rappresentare un presidio di genere
che volga lo sguardo, non neutro, ai processi
organizzativi, alla distribuzione del lavoro, delle
risorse, al percorso delle carriere delle donne.
L’egualitarismo formale e quello sostanziale,
inteso come parità di possibilità, sono già
rappresentati nell’art. 3 della Costituzione ( tutti
i cittadini hanno pari dignità....) in cui accanto al
riconoscimento formale della piena eguaglianza,
si chiama la Repubblica ad un compito assai
complesso, che è quello di rimuovere gli ostacoli
di ordine economico e sociale che impediscono il
pieno sviluppo della persona.
«Abbiamo molto ancora da indagare», concludono
i professori, «per comprendere appieno il sito,
il territorio, la vita dei suoi abitanti. Ci sono
testimonianze archeologiche ancora ignote, come
le necropoli, i gruppi di case, l’approdo sulla riva del
lago Birket Qarum, e poi moltissimo da restaurare.
Siamo orgogliosi del lavoro svolto fin qui tra mille
difficoltà, e della recente scoperta. Speriamo che
questo successo porti nuova linfa al progetto». Linfa
che non può più essere soltanto quella dei fondi
pubblici. Per questo, nel 2006, è nata l’associazione
culturale “Soknopaiou Nesos project”, che sostiene
le attività scientifiche egittologiche e papirologiche
della nostra Università. Per saperne di più un
accuratissimo sito: www.museopapirologico.eu.
Gli organismi di parità sono gli strumenti idonei a
mettere in luce le disparità tra i generi, a risarcire
con azioni adeguate le discriminazioni che si
mettono in atto allorquando si trattano allo
stesso modo soggetti che sono diversi.
Gli organismi di parità, come il Comitato Pari
Opportunità, hanno l’obiettivo di studiare
l’ambiente di lavoro per assicurarsi che tutte le
politiche e gli interventi sappiano rispettare e
valorizzare i soggetti con cui si rapportano.
Loredana De Vitis
Ufficio Comunicazione e Relazioni con la Stampa
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n. 2, 25 gennaio 2011
I Comitati hanno avuto come strumento di azione
i Piani di Azioni Positive in cui trovano spazio una
serie di obiettivi calibrati secondo la realtà in cui
si opera.
Ecco quindi, tra tanti i temi trattati le linee guida
che hanno attraversato i programmi ed i progetti
del CPO: la consapevolezza di sé, l’acquisizione di
poteri e di responsabilità, la possibilità dei singoli di
controllare attivamente la propria vita, di migliorare
le proprie conoscenze e competenze;
l’analisi dei sistemi e dei percorsi formativi; la
distribuzione del carico del lavoro non pagato,
soprattutto quello domestico e di cura.
Nel periodo estivo si rinnovano le convenzioni con
le strutture per i bambini fino a 12 anni: a questo
proposito va segnalato come sia aumentata la
richiesta di questo servizio da parte dei genitori e
come contemporaneamente sia cresciuto il numero
delle strutture sul territorio che rispondono a
questo bisogno
Inoltre, sono stati realizzati corsi di lingua per i
“Bambini dell’Università” svolti nelle ore pomeridiane.
Un altro tema che il Comitato ha sviluppato negli
anni è stato il progetto salute: inteso sia come
cultura della prevenzione sia come benessere della
persona sul posto di lavoro.
IL CPO dell’Università del Salento, organo elettivo Convegni con medici e professionisti per
composto da docenti, studenti e personale sensibilizzare alla cura di sé, alla cultura della
tecnico-amministrativo, ha coniugato momenti di prevenzione, alle problematiche connesse ai
approfondimento e di riflessione ad azioni rivolte disturbi dell’alimentazione ed anche, per garantire
a migliorare la vita delle donne e degli uomini che un clima sereno nel posto di lavoro, le Norme
lavorano nell’Ateneo Salentino.
per la prevenzione delle molestie sessuali e
L’approfondimento e la riflessione sono stati delle discriminazioni di genere e la nomina della
sopratutto legati alla esperienza ed alla condivisione Consulente di Fiducia servizio a cura della dott.ssa
di tematiche e di obiettivi con la Delegata alle Pari Paola Martino attivo un giorno alla settimana dalle
Opportunità con cui il Comitato ha collaborato nelle 16 alle 18 al Principe Umberto.
varie sessioni del corso “Donne politica e istituzioni”, Ed un giorno alla settimana è aperto alle
terreno di un importante rapporto con il territorio studentesse ed alle impiegate lo Sportello Informa
e negli appuntamenti annuali della “Scuola della Donna che grazie ad un protocollo con la ASL di
Differenza”,occasione per un confronto nazionale Lecce, mette a disposizione due professioniste per
ed internazionale sugli studi di genere.
dare informazioni e contribuire a essere sempre più
Sempre dalla riflessione sulla specificità del lavoro consapevoli di sé e del proprio corpo.
scientifico, è nato il progetto STReGA, di questa Ancora nell’ambito del progetto “Salute e benessere
università con l’associazione Donne e Scienza, di lavorativo” si collocano i corsi di formazione
cui il Comitato è stato promotore e che si conclude obbligatoria rivolti al personale t/a che rientrano tra
in questi giorni: il progetto è stato finanziato dal le prerogative riconosciute agli Organismi di Parità
ministero del lavoro nel 2008 e segnalato come
eccellenza nell’ambito del Piano di Azioni Positive.
Il Comitato ha lavorato assiduamente per le misure
cosiddette di “conciliazione”: da anni l’amministrazione
universitaria, attraverso convenzioni con strutture per
l’infanzia, si fa carico di una parte del costo di questi
servizi, dando contributi ai dipendenti, attraverso una
selezione basata sul reddito.
E finalmente la ludoteca aziendale sta per diventare
una realtà grazie ad un bando della Regione
Puglia che l’università si è aggiudicata: i lavori di
adattamento di locali dell’università a ludoteca si
stanno per ultimare.
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n. 2, 25 gennaio 2011
presenti negli Enti pubblici: il 24 febbraio avrà
inizio la 3° edizione del corso di 35 ore rivolto a 35
lavoratrici e lavoratori dell’Università.
A UniSalento il Congresso AISV
Il comitato dell’Università è inserito nella rete
nazionale dei Comitati delle Università e grazie a
questa collaborazione è rappresentato nel tavolo di
concertazione, tra MIUR e dipartimento delle Pari
opportunità, costituito nell’ottobre del 2010 per
dare concreta attuazione alle Direttive in materia
di pari Opportunità.
Oltre a quelli già approvati, ha al momento in via di
valutazione progetti presentati in collaborazione con
i Dipartimenti dell’Università e partecipa insieme alle
altre Università pugliesi all’osservatorio sugli stereotipi
di genere che la Regione Puglia e la Consigliera di
Parità della stessa Regione hanno finanziato.
Ha finanziato ricerche e avviato una collana “
Quaderni del Comitato Pari opportunità”: le prime
due pubblicazioni si possono trovare anche nel sito
dell’editoria elettronica dell’Unisalento.
Sono stati proposti eventi musicali teatrali, film e
danza: il duo Magoni e Spinetti, lo spettacolo di
teatro danza di Patrizia Rucco, il teatro di carmela
Vincenti con “Spose” i film con gli studenti.
Il Comitato ha prodotto anche una docu-fiction
sul lavoro delle ricamatrici di Corigliano; immagini
per una ricerca che diventa racconto ed immagine:
Luisa Zappulli ricercatrice e componente del
Comitato ne è stata la promotrice e protagonista.
Il congresso, giunto alla settima edizione, è
stato organizzato dai professori Barbara Gili
Fivela e Mirko Grimaldi della Facoltà di Lingue e
letterature straniere dell’Università del Salento,
rispettivamente vicedirettore e direttore del
Centro di ricerca interdisciplinare sul linguaggio
(Cril, www.cril.unile.it, cofinanziato dall’Unione
Europea).
Vi hanno partecipato studiosi di settori
dell’ingegneria, della linguistica, delle perizie
foniche e della fisica acustica, interessati - da
prospettive diverse - allo studio della voce e alle
sue patologie. Queste ricerche mirano, da un alto,
a studiare le caratteristiche fisiologiche della voce e
del parlato, e dall’altro si propongono di sviluppare
metodi sempre più sofisticati per la sintesi e il
riconoscimento automatici della voce (un settore
che trova applicazioni in molti aspetti della vita
quotidiana). I fattori che influenzano la produzione
e la percezione della lingua sono molteplici, come
si può facilmente osservare, per esempio, sia nella
lingua orale che nella lingua dei segni. Un ruolo
fondamentale è svolto dal contesto comunicativo:
la disponibilità di informazioni diverse, un
contesto più o meno controllato, la percezione
che l’individuo ha della situazione comunicativa
in cui è coinvolto o il cambiamento oggettivo della
situazione comunicativa sono alcune tra le cause
della variazione che si riscontra nell’uso della
lingua, con evidenti riflessi nella produzione e
percezione del messaggio.
I Comitati Pari Opportunità universitari oggi
sembrano destinati a scomparire come tali, poiché
la legge 183 del 2010 prevede la loro confluenza con
il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing
in un unico organismo Comitato di garanzia per
le pari opportunità e per il mobbing. Le modalita’
della sua costituzione, nelle indicazioni della legge,
sono da definire a breve.
Ci auguriamo che in questa occasione il nuovo
assetto mantenga la specificità di questi organismi,
che hanno visto docenti, studenti e personale
tecnico-amministrativo lavorare insieme per
progetti comuni. Il nuovo organismo dovrebbe
poter raccogliere in pieno l’eredità del passato
e consolidare servizi ed azioni che tendano a
migliorare la vita di chi lavora e studia nel contesto
universitario.
Donatella Grasso
Presidente del Comitato Pari Opportunità
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n. 2, 25 gennaio 2011
Il Sistema di valutazione delle
PERFORMANCE delle risorse umane
L’Università del Salento è tra i primi undici (su 80) Atenei italiani (di cui solo quattro nel Sud Italia) ad aver
adottato un sistema di valutazione delle perfomance delle risorse umane, seguendo le prescrizioni del Decreto legislativo 150/2009 (Decreto Brunetta) e le recenti delibere Civit (Commissione indipendente per la
valutazione, trasparenza e integrità delle Amministrazioni pubbliche). Il progetto di implementazione è stato
sviluppato da Cezanne Software, azienda leader nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni software per
la gestione delle risorse umane.
Obiettivo del progetto è valutare le perfomance del personale, incentivando e valorizzando le risorse meritevoli, e quindi rafforzare il senso di appartenenza al gruppo di lavoro e migliorare il livello del servizio offerto dall’Ente. L’Università del Salento mira a garantire - soprattutto agli studenti - maggiore trasparenza ed
efficienza, attraverso la misurazione e la valutazione delle prestazioni e dei risultati raggiunti da ogni unità del
personale dipendente.
La valutazione delle perfomance organizzative avverrà attraverso griglie comuni di autovalutazione qualitativa
e quantitativa (il cosiddetto metodo ‘Caf - Common assessment framework’), che prevedono l’assegnazione di
obiettivi in linea con la missione istituzionale e le strategie dell’amministrazione universitaria, e la definizione
di indicatori di rendimento secondo metodologie predisposte dalla Civit di concerto con la Fondazione Crui.
Il Common assessment framework è uno degli strumenti di autodiagnosi definiti a livello internazionale già
dal 2000, suggerito dalla “Direttiva per una pubblica amministrazione di qualità” (2006) del Ministro per le
Riforme e le innovazioni nella Pubblica amministrazione. Tra gli scopi principali del Caf, quello di introdurre
nelle amministrazioni pubbliche i principi di Total quality management (Tqm) e facilitare l’autovalutazione per
ottenere una diagnosi e intraprendere azioni di miglioramento. La Fondazione Crui ha avviato un percorso di
sperimentazione di questo strumento, recepito da undici Atenei, tra cui l’Università del Salento.
La valutazione sarà affidata a un team di esperti tra i quali i componenti del Nucleo di valutazione delle perfomance, organismo indipendente dell’Università del Salento. Il piano di valutazione prevede l’assegnazione
secondo logiche meritocratiche - empiriche e non discrezionali - di premi per l’attività svolta, assegnati ai
dipendenti che conseguono performance positive.
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n. 2, 25 gennaio 2011
A due studenti di Unisalento
il primo posto del bando “Principi attivi 2010”
della Regione Puglia
Il progetto di innovazione tecnologica di Antonio Andrea Gentile e Salvatore Modeo, due studenti
della nostra Università ha vinto il bando della Regione Puglia “Principi attivi 2010” classificandosi
al primo posto su 2200 domande per innovatività, efficacia e risultati attesi. Il progetto riguarda la
realizzazione di un “sistema per il recupero di materiali metallici in processi di deposizione di film
sottile”.
«È un riconoscimento maturato al di là delle nostre stesse aspettative», commentano gli ideatori, «in
un ambiente di fertile collaborazione interdisciplinare, quello della Scuola Superiore Isufi. La condivisione di esperienze formative comuni, sia accademiche che comunitarie, è stata uno dei presupposti
fondamentali per creare il gruppo, sviluppare l’idea e il progetto, beneficiando di analisi e considerazioni incrociate fra persone di forma mentis differente. Dobbiamo poi ringraziare coloro che hanno
creduto fin dall’inizio nella nostra idea, impegnandosi a offrire know how e strumentazioni. Ci riferiamo in particolare al Nnl (National Nanotechnology Laboratory), al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione e all’azienda spin off ‘SalenTec’ dell’Università del Salento, nonché ai partner esterni tra cui
il Cetma di Brindisi».
La deposizione di film sottili è un processo di fondamentale importanza in numerosi processi ad alta
tecnologia nel campo della micro e nanoelettronica su semiconduttore e dei rivestimenti per applicazioni ottiche. Fra le metodologie di deposizione ‘fisica’ impiegate per ottenere film di buona qualità ci
sono quelle di evaporazione e sputtering, le quali utilizzano camere di evaporazione a ultra alto vuoto
per limitare le contaminazioni indesiderate. Nel processo di evaporazione, parte del materiale evaporato si deposita sulle pareti interne della camera, costituendo uno scarto di processo.
L’idea è un sistema che, installato fra crogiolo di evaporazione e pareti della camera, sia in grado di
raccogliere e selezionare questa frazione di materiale, così da agevolarne il successivo recupero.
24
n. 2, 25 gennaio 2011
Si arricchisce il merchandising di UniSalento.
In vendita online e presso le officine cantelmo
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n. 2, 25 gennaio 2011
Questa rubrica è dedicata ai ricercatori dell’Università del Salento.
Oggi conosciamo Sara Tommasi, ricercatore della Facoltà di
Giurisprudenza
realizzare i nostri progetti grazie agli insegnamenti
appresi in quelle aule. Io ammiravo l’affettuosa
severità di quei docenti che ci consideravano delle
risorse, un vivaio da coltivare, e non semplicemente
degli studenti da esaminare. Mossa da quei giovanili
entusiasmi ho accettato con gioia l’invito che mi fu
fatto, in seduta di laurea, di continuare gli studi presso
la Facoltà di Giurisprudenza e di iniziare l’attività di
ricerca. Ho mosso così i primi passi in questo mondo
complicatissimo e non sempre ricco di soddisfazioni.
Ho considerato la ricerca e lo studio come terapia
contro ogni possibile scoraggiamento e rimedio ad ogni
difficoltà.
L’aver studiato a Lecce non mi ha impedito di capire
l’importanza di avere relazioni con il resto del mondo.
Ho svolto, infatti, un periodo di studio presso il MaxPlanck-Institut für europäische Rechtsgeschichte in
Francoforte ed ho vinto una prestigiosa borsa di studio
internazionale. Ho frequentato il Dottorato di Ricerca
in Evoluzione dei sistemi giuridici e nuovi diritti e nel
2004 ho conseguito il titolo di Dottore di ricerca. Dopo
aver superato il concorso per ricercatore, negli a.a.
2005/2006, 2006/2007, 2007/2008 sono stata titolare
del corso di Diritto della responsabilità civile presso la
Facoltà di Giurisprudenza e dall’a.a. 2008/2009, sono
affidataria, presso la stessa Facoltà, del corso di Diritto
dei consumatori e del mercato - Modulo b.
La mia ricerca ha riguardato aspetti specifici nei diversi
ambiti del diritto privato.
In materia contrattuale, mi sono occupata di Consenso
informato e disciplina dell’attività medica, saggio
pubblicato in Riv. crit. dir. priv., 2003, n. 3, p. 555-577.
Ho approfondito alcuni profili problematici in tema di
risoluzione e simulazione del contratto pubblicando i
seguenti articoli: L’azione di risoluzione del contratto
di vendita e la “quanti minoris” tra identità di vizi e
Sono Sara Tommasi, ricercatore confermato di
Diritto Privato presso la Facoltà di Giurisprudenza
dell’Università del Salento. Il legame con questa Facoltà
è per me molto forte. Qui ho speso la maggior parte
del mio tempo e la quasi totalità delle mie energie
lavorative. Ho visto nascere, infatti, la mia Facoltà
frequentandola da studente, prima che da ricercatore
e da docente. Sono stata una delle prime matricole
e la prima laureata con lode. Ricordo l’entusiasmo di
studiare a Lecce che ci veniva trasmesso dai professori.
Ci sentivamo tutti partecipi di un grande progetto e
sembrava che dovessimo impegnarci non solo per
noi e per il nostro futuro, ma anche per il prestigio
della nostra Facoltà. Sognavamo, io e i miei colleghi
studenti, di poter, un giorno, ricoprire ruoli importanti,
ripromettendoci poi di dire che eravamo riusciti a
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n. 2, 25 gennaio 2011
Sara Tommasi
diversità di presupposti, in Giur. It., II, 1, 2005, p. 36; La
simulazione come causa di nullità del contratto: profili
critici, in Giur. It., II, 1, 2005, p. 1610-1614.
Quanto al diritto di famiglia, mi sono particolarmente
interessata ai rapporti tra genitori e figli, oggetto di
esame nel saggio Il diritto di conoscere le proprie origini
biologiche in M. Gorgoni, (a cura di), I modelli familiari
tra diritti e servizi, Napoli, 2005, p. 239-251.
Con riferimento alla disciplina dei beni e delle
proprietà, la mia ricerca ha riguardato il regime dei
beni pubblici. I risultati sono confluiti nella relazione
Beni pubblici, demanialità e appartenenza pubblicata
in L. Bruscuglia, G. Grisi, O. T. Scozzafava, (a cura di), Gli
statuti proprietari e l’interesse generale tra Costituzione
Europea e diritto privato, Napoli, 2007, p. 271-281.
Oltre ad occuparmi di temi tra loro differenti, la
mia attività di ricerca si è costantemente indirizzata
verso lo studio del rilievo giuridico dell’attività, al
fine di esplorare i caratteri tecnici e strutturali che la
connotano e le assicurano autonomia concettuale e
funzionale. Ne è conseguita l’applicazione ad alcune
tematiche specifiche — sia di classica trattazione, come
quello delle trattative e della pubblicità commerciale,
sia nuove, come quella delle pratiche commerciali
scorrette — degli esiti della ricerca avviata già con il
precedente lavoro monografico dal titolo L’attività e le
fonti delle obbligazioni, Lecce, 2003 e continuamente
sottoposta a verifica in lavori minori. Tra questi ultimi:
L’informazione precontrattuale e il consumatore, in
De Mauro-Fortinguerra-Tommasi, La Responsabilità
precontrattuale, Padova, 2007, p. 265-306, rappresenta
il tentativo di evidenziare − in relazione al tema
dell’informazione precontrattuale nella disciplina di
derivazione comunitaria − i limiti operativi di una tutela
pensata secondo la logica e gli schemi dei singoli atti.
Nel successivo lavoro dal titolo Il procedimento nella
dimensione dinamica del diritto privato, pubblicato in
Giur. It., 2008, vol. 4; p. 1033-1040, la preoccupazione
di assegnare un significato tecnico-giuridico all’attività
si arricchisce con la puntualizzazione delle differenze,
non solo rispetto ai singoli atti, ma anche a quella
combinazione di atti che si sostanzia nel procedimento.
Tra i temi che consentono di illustrare alcune ricadute
pratiche del rilievo giuridico dell’attività si collocano
quello dell’attività medica e della gestione di affari
altrui. Al primo è dedicata la ricerca conclusasi con il
saggio - La responsabilità del medico chirurgo in G.
Bonilini, U. Carnevali, M. Confortini, (a cura di), Codice
ipertestuale della Responsabilità Civile, Utet, 2008, p.
626-660; al secondo è dedicato l’articolo dal titolo Note
in tema di gestione di affari altrui, in I Contratti, 2010,
p. 1163-1172.
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