gennaio 2011 - Loredana De Vitis
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gennaio 2011 - Loredana De Vitis
Mensile di Cultura dell’Università del Salento n. 2, 25 gennaio 2011 n. 2 in questo numero: 9 Il valore educativo del fumetto Disputa sull’“uomo pipistrello” Notizie dall’interno Un lavoro inadatto a una donna? Sul convegno “Gender equality in science: le prospettive dal progetto STReGA” Il Comitato Pari Opportunità A UniSalento il congresso AISV 8 14 20 22 2 Il Sistema di valutazione delle performance delle risorse umane A due studenti di Unisalento il primo posto del bando “Principi attivi 2010” della Regione Puglia I nostri ricercatori: n. 2, 25 gennaio 2011 17 Premi di eccellenza scientifica ai 5 ricercatori di Unisalento 23 24 26 Missione archeologica del centro di studi papirologici di UniSalento in Egitto 4 Periodico mensile telematico numero 2 - anno 1 Periodico fondato nel 2010 Registro Stampa del Tribunale di Lecce al n. 1071 del 10 novembre 2010 © Università del Salento piazza Tancredi, 7 73100 Lecce - Italia telefono 0832 291111 www.unisalento.it numero verde 800 504167 3 Direttore editoriale Domenico Laforgia Direttore responsabile Loredana De Vitis Coordinamento redazionale Patrizia Guida Consulente redazionale Grazia Paiano Grafica Paola D’Amico n. 2, 25 gennaio 2011 Premi di eccellenza scientifica ai 5 ricercatori di Unisalento Area scientifico-tecnologica: “Sono sinceramente e profondamente onorato per questo riconoscimento che rappresenta una grande soddisfazione della mia carriera. Non lo considero un punto di arrivo, ma uno stimolo ed un incentivo ad andare avanti. Ringrazio la Banca Popolare Pugliese per la sua opera e per l’attenzione che dimostra nei confronti del nostro Ateneo e del territorio. Vorrei anche esprimere la mia convinzione che i risultati ottenuti siano fortemente dipendenti dalle condizioni al contorno, umane e professionali, in cui si opera. In questo senso, sul piano professionale, mi sento grato e sono riconoscente ai colleghi italiani e stranieri con cui lavoro. Avendo avuto la fortuna di lavorare in diversi centri di ricerca nazionali e stranieri, posso testimoniare che la passione, la dedizione e le competenze presenti nell’Università del Salento siano un reale motivo di orgoglio. Desidero in particolare rivolgere un pensiero di stima ai colleghi del laboratorio di Automatica Cor - Control Optimization and Robotics del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, agli assegnisti, tecnici e collaboratori. Sul piano umano desidero ringraziare la mia famiglia senza il cui sostegno il mio percorso sarebbe stato molto più buio. Giovanni Indiveri Laureato in Fisica nel 1995, ottiene il dottorato di ricerca in Ingegneria Elettronica ed Informatica nel 1999 dall’Università di Genova. Dal 1999 al dicembre 2001 è ricercatore post-dottorato presso l’istituto AiS - Autonomous intelligent Systems del GMD (dal 2000 Fraunhofer) di Sankt Augustin, Germania. Dal 2001 è ricercatore nel settore scientifico disciplinare ING-INF/04 - Automatica presso l’Università del Salento. Dal dicembre 2010 è idoneo al ruolo di Professore Associato in Automatica. La sua attività di ricerca si sviluppa nell’ambito della Robotica e riguarda in particolare la modellistica, l’identificazione ed il controllo del moto di robot autonomi e semi-autonomi marini e terrestri con particolare riferimento a robot sottoattuati. È responsabile scientifico e rappresentante nel Consiglio amministrativo dell’Isme (Centro Interuniversitario per i Sistemi Integrati in Ambiente Marino) per conto dell’Università del Salento. Autore di oltre 60 pubblicazioni, dal 2003 è revisore di progetti europei per conto della Commissione Europea e di numerose riviste nei settori dell’Automatica e della Robotica. ” Giovanni Indiveri 4 n. 2, 25 gennaio 2011 Sono cinque i “Premi di eccellenza scientifica” consegnati ad altrettanti ricercatori dell’Università del Salento lo scorso 17 gennaio nella sala conferenze del Rettorato. Giunta alla seconda edizione, l’iniziativa è stata possibile grazie a un finanziamento della Banca Popolare Pugliese per un totale di 15mila euro. «Un concreto sostegno ai ricercatori e alle attività di ricerca che si svolgono nella nostra Università», ha detto il Rettore Domenico Laforgia, «che ci consente di mettere in luce i nostri gioielli». Soddisfazione ha espresso il direttore generale della Banca Popolare Pugliese Vito Primiceri. Presenti alla cerimonia ufficiale il delegato ai Rapporti con i ricercatori Fernando Greco e il professor Marco Boiti, presidente dell’“Osservatorio sulla ricerca”, che ha tenuto una prolusione sul tema “Valutazione della ricerca come sostegno alla sua crescita e innovazione”. Alessandro Sannino Nato a Bari nel ’72, ha conseguito la laurea in Ingegneria chimica all’Università di Napoli nel 1996 e il PhD in Ingegneria dei materiali alle Università di Napoli e Seattle nel 2000. Dopo il dottorato, ha lavorato in Bain, Cuneo e associati, multinazionale che opera nel campo della consulenza strategica. Attualmente è ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione all’Università del Salento, dove è titolare dei corsi di Materiali polimeri e non metallici. All’Università VitaSalute San Raffaele di Milano coordina ricerche di neuropatologia ed è visiting scientist presso il Mit – Massachusset Institute of Technology (Usa). È socio fondatore di ‘Accademia Lifescience’, società spin-off delle Università di Napoli Federico II e del Salento e del Cnr, nata grazie all’apporto di capitale di Quantica e State Street Global Investors. Il campo di ricerca primario è il settore dei polimeri, dei biomateriali e delle plastiche biodegradabili, aree in cui svolge attività di coordinamento e partecipazione a importanti progetti di ricerca finanziati con diversi milioni di euro. “Un’enorme soddisfazione, perché essere premiato dalla mia istituzione, nella città in cui ho deciso di vivere, è la massima gratificazione che si possa avere. Credo nelle potenzialità del nostro Paese, del meridione e della Puglia in particolare. Con la dedizione e l’entusiasmo si può far parlare della ricerca italiana a Boston e, qualche volta, è possibile attraversare l’Oceano nel senso opposto, rientrando nel Salento per aggiungere valore ai risultati della ricerca. ” Alessandro Sannino 5 n. 2, 25 gennaio 2011 Area Umanistica: “Aver ricevuto questo premio è motivo di gran soddisfazione, anche perché è un riconoscimento che arriva dall’Università che mi ha accolta diversi anni fa. Ottenere un simile riconoscimento dall’interno, piuttosto che dall’esterno come accade più di frequente, è stato molto gratificante, perché per me ha rappresentato una conferma della positività della mia scelta di restare a Lecce e del percorso intrapreso in questi anni. Vorrei approfittarne per ringraziare la Banca Popolare Pugliese, il Rettore e tutti coloro che hanno lavorato per assegnare questi premi. Iniziative come queste hanno un forte valore simbolico e contribuiscono a sostenere il lavoro e l’impegno di noi ricercatori. Barbara Gili Fivela Ricercatrice della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dal dicembre 2001, è recentemente diventata professore associato di Linguistica generale. Si è laureata in Filosofia (analisi dei linguaggi naturali e informatica) nel 1994 all’Università di Torino, svolgendo la tesi nel Centro di ricerca per le telecomunicazioni Cselt (oggi Loquendo). Ha proseguito per un anno l’attività di ricerca nel Centro e ha poi vinto una borsa di studio per il perfezionamento in Linguistica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Nel triennio ha arricchito la formazione trascorrendo un anno nel Dipartimento di Linguistica dell’Ohio State University (Columbus, Usa). In seguito, grazie a varie borse di studio, ha svolto attività di ricerca presso l’Universität des Saarlandes (Saarbrücken, Germania), l’Ipds (Kiel, Germania) e nel Laboratoire Parole et Langage (Aix-en-Provence, Francia). L’attività nei vari centri di ricerca le ha permesso di sviluppare approfondite competenze in campo sperimentale, acquisendo specifiche conoscenze sui metodi per l’analisi strumentale del parlato e una profonda esperienza di lavoro nei laboratori per lo studio del linguaggio. Scientificamente, ha quindi ampie competenze di linguistica teorica coniugate con una vasta esperienza in campo sperimentale, con approccio interdisciplinare. Le sue ricerche spaziano dall’analisi acustica del segnale verbale, allo studio della cinematica degli organi fonatori, alla percezione e interpretazione del parlato. ” Barbara Gili Fivela 6 n. 2, 25 gennaio 2011 Giuseppe Patisso Ricercatore e professore aggregato di Storia moderna e Storia del colonialismo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Salento, si è perfezionato presso l’Università della Cantabria e di Salamanca. Dottore di ricerca in “Storia economica, sociale e religiosa dell’Europa” all’Università di Bari, con una tesi di dottorato intitolata “Visite Generali e Percettori provinciali nel Regno di Napoli tra XVI e XVII secolo. L’inchiesta del visitatore Juan Beltrán de Guevara nella percettoria di Terra di Bari (1606-1610)”. A partire dal 2005 lo studio e la ricerca si sono mosse verso l’analisi storica dell’umanista spagnolo Juan Ginés de Sepúlveda, nonché verso la traduzione dell’opera per la quale egli divenne, agli occhi di una certa storiografia (soprattutto protestante), teorizzatore della guerra per la sottomissione di altri popoli: lo scritto J. Genesii Supulvedae Cordubensis Democrates alter, sive de justis belli causis apud Indos. Attualmente insegna Storia del Colonialismo e Storia moderna; è docente nel corso di perfezionamento postlaurea in “Storia regionale pugliese”; ha insegnato Storia moderna e Storia della storiografia presso la Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario (SSIS-Puglia). Ha insegnato, inoltre, Tradition of the mediterranean thought nel Master Internazionale - Interreg III (Italia-Grecia) - presso la Scuola Superiore ISUFI. È componente del collegio di Dottorato in Studi Storici, Geografici e delle Relazioni Internazionali attivo presso il Dipartimento di Studi Storici dal Medioevo all’Età Contemporanea. “Quando ho consegnato i materiali per partecipare al bando, ero conscio che tanti altri colleghi avevano prodotto in maniera eccellente. Conosco il valore scientifico dei colleghi e la fatica dei valutatori nell’assegnare questo riconoscimento, e sono convinto che tanti di quei colleghi saranno destinatari del premio nelle prossime edizioni. Ringrazio il mio maestro, il professor Bruno Pellegrino, che mi ha indicato le metodologie della ricerca, lasciandomi libero di poter seguire le mie passioni. Investire nella ricerca significa garantire un futuro al Paese e preservare la civiltà. 7 ” Giuseppe Patisso n. 2, 25 gennaio 2011 Area Economico-giuridica: Camilla Mastromarco Attualmente ricercatrice in Econometria, è specializzata in Econometria Applicata (Master Coripe, Torino, 1994; Master in Economics, Essex, 1995; MSc in Economics, Scottish Doctoral Programme, 1997), Dottore di Ricerca (Bari, 1999) e PhD in Economics (Glasgow, 2005). Dopo lunghi periodi di docenza e ricerca all’estero (Regno Unito, Germania, Svizzera), si è ristabilitae in Italia, presso l’Università del Salento, grazie al programma ministeriale “Rientro dei cervelli”. Al centro della sua ricerca vi è l’elaborazione di stimatori e modelli di analisi econometrici, applicabili a problematiche di grande importanza nell’attuale contesto economicosociale, quali l’efficienza e la produttività, i cicli economici e la crescita, il dualismo fra Nord e Sud Italia. Molti di questi studi sono svolti in collaborazione con studiosi italiani e stranieri (tra gli altri, il professor Woitek dell’Università di Zurigo, il professor Shin dell’Università di Leeds, la professoressa Ghosh dell’Università Akron), contribuendo a svariati progetti di respiro nazionale e internazionale e trovando diffusione sia attraverso la partecipazione, in qualità di relatrice, a numerosi convegni, sia mediante pubblicazioni su libri e accreditate riviste in Italia e all’estero (tra cui: Applied Economics, Bulletin of Economic Research, World Development, Journal of Producrivity Analysis, Computational Statistics and Data Analysis, Empirical Economics). È inoltre referee di diverse riviste scientifiche, affiliata di importanti enti di ricerca, quali il CESifo Research Affiliate (Center for Economic Studies – Università di Monaco) e l’Rcea (The Rimini Centre for Economic Analysis) e organizzatrice presso l’Università del Salento del corso internazionale annuale in Economia computazionale “Programming in MatLab”. “Questo premio è per me un onore e, ancor più che un riconoscimento per quanto fatto, uno stimolo a non fermarmi e proseguire nell’impegno. Più in generale, considero davvero importante che, da parte dell’ateneo e da parte del mondo dell’impresa privata si sia manifestata la lodevole volontà di premiare il lavoro scientifico, in controtendenza rispetto ad un generale disimpegno di molte istituzioni e spesso anche dell’opinione pubblica rispetto al mondo della ricerca. Non sacrificare ed anzi premiare la ricerca, più che mai in fasi di crisi, è a mio parere una scelta lungimirante, per il bene di tutti. Camilla Mastromarco ” Notizie dall'Interno Firmata la convenzione quadro tra l’Università del Salento e l’Accademia di Belle Arti di Lecce, che consentirà di progettare e avviare nuove iniziative e programmi culturali, migliorando e potenziando le offerte formative e dando ai percorsi didattici un aspetto ancor più professionalizzante. La convenzione nasce principalmente per il tramite delle Facoltà di Beni Culturali e di Ingegneria, interessate ad avviare attività progettuali in settori di interesse comune con l’Accademia, quali, beni culturali; formazione linguistica per l’attuazione di programmi formativi nel settore artistico e musicale; progettazione estetica di prodotti industriali; catalogazione e ricostruzione di reperti archeologici. 8 n. 2, 25 gennaio 2011 Il valore educativo del fumetto Disputa sull’“uomo pipistrello” Un seminario sul “Valore educativo del fumetto” in forma d’antica disputatio: l’idea, del professore Salvatore Colazzo, docente di Progettazione dell’intervento formativo alla Facoltà di Scienze della formazione (con la consulenza del ricercatore Massimiliano Savini e di Maria Grazia Celentano dello spin-off EspérO), si è svolta a Palazzo Codacci Pisanelli nelle scorse settimane suscitando grande interesse non soltanto tra gli studenti. Proprio come accadeva un tempo, protagoniste della disputatio sono state due tesi contrapposte, due prospettive per osservare e analizzare un problema. Attorno alla bipolarità delle argomentazioni dei relatori, che espongono i loro motivi pro e contra, si sono modellate le domande di un pubblico che chiede per poi potersi schierare pro o contro una possibile soluzione. I relatori sono stati Giovanni Manca, uno dei massimi 9 n. 2, 25 gennaio 2011 esperti europei dell’“Uomo Pipistrello”, e Fabio Sulpizio, ricercatore dell’Università del Salento ed esperto di fumetti; il tema, appunto: “La filosofia e la pedagogia di Batman”. Coinvolgimento anche per le performance di Laura Giannoccaro ed Emanuele De Matteis, i “cerimonieri”, le musiche di Antonio Esperti, il dibattito serrato e ricco di spunti, in cui ha svolto il ruolo di arbitro e giudice Vito Francesco De Giuseppe. Le domande dei partecipanti hanno riguardato i valori e la cultura di cui Batman sembra farsi portatore, l’educazione da cui proviene il personaggio, il suo senso di giustizia o la possibilità di vedere in lui un vero e proprio inquisitore piuttosto che un detective che utilizza il pensiero abduttivo per risolvere gli enigmi che si trova ad affrontare. Inoltre il peso della violenza nelle storie di Batman e la relazione tra giustizia, perdono e vendetta, sono state alcune delle questioni al centro degli interrogativi posti dal pubblico. Manca ha sostenuto che Batman in fondo paga, suo malgrado, l’isolazionismo che l’Eroe deve vivere per staccarsi dallo sfondo della vita quotidiana, mentre Sulpizio ha ribattuto che Batman è il risultato di una cultura “WASP”, bianca e protestante, che pervade la cultura americana e che si rifà alla letteratura gotica e medioevale anglosassone. Per Giovanni Manca, Batman è un giustiziere che regge sulle spalle il peso che deve sopportare chi è costretto ad amministrare una giustizia che ha lo scopo di rendere il mondo un posto migliore. Fabio Sulpizio, da parte sua, ha espresso l’idea che Batman sia un inquisitore che fa della violenza il mezzo attraverso il quale punire coloro che infrangono non solo le regole sociali, ma anche quelle di una morale rigida e imposta. Dopo serrate fila di domande, votando democraticamente il pubblico ha emesso il proprio parere, che è stato a favore di Batman con un solo voto di differenza: uno scarto minimo che dimostra come ancora oggi, a settant’anni dalla sua creazione, Batman è uno degli eroi più controversi ma pregnanti dell’immaginario collettivo. 10 n. 2, 25 gennaio 2011 “pro” BATMAN Ho aspettato… ….diciott’anni… da …. da Zorro. Il segno di Zorro. Dalla passeggiata. Da quella notte. E da quell’uomo con gli occhi vuoti e una voce come vetro spezzato… …da quando la mia vita ha perso ogni significato. Frank Miller da “Batman, Year One” (traduzione di Alessandro Bottero) Un bambino, Bruce Wayne saltella contento in una notte a Gotham City, ha visto il suo film preferito con Zorro, poi la tragedia. I genitori uccisi in pochi istanti e l’infanzia, i sogni di bambino distrutti. Una scena di oltre settanta anni fa eppure così tragicamente moderna. Il bambino piange e accanto al suo lettino, in una sinistra luce di candela, giura vendetta. Gli occhi pieni di lacrime e rabbia. Anni dopo nascerà un cavaliere oscuro, una creatura della notte inquietante, nella quale potrebbe essere difficile, se non impossibile rilevare sintomi di giustizia, di valori morali positivi, di voglia di vivere la società della luce. Questo è Batman, icona del nostro tempo uomo pipistrello simbolo di un senso ossessivo di ricerca di giustizia. Batman è un ossesso, la figura misteriosa mediante la quale il plurimiliardario Bruce Wayne cerca di soddisfare il suo ossessivo senso di giustizia. Può dare spunti positivi un personaggio del genere. Può ispirare questo uomo in maschera dei sentimenti positivi nei suoi affezionati o casuali lettori? Certamente sì! Batman nel suo scuro costume con il nero mantello ci comunica che c’è speranza dove sembra non essercene più. In Park Row sono stati uccisi i genitori di Bruce (per la cronaca Thomas e Martha). Park Row negli anni di buoi è diventata Crime Alley, il vicolo del crimine, dove la speranza sembra essere finita e invece qui il filantropo Bruce finanzia un centro di recupero per minori affinché la tragedia non si ripeta. Il nemico icona di Batman (a pari merito con il terrorista ecologico Ra’s al Ghul) è il Joker. Il Joker è completamente pazzo, questo non lo ha mai messo in dubbio nessuno. È talmente pazzo da accusarsi di crimini che non ha commesso per immergersi nel bagno di folla, pur di sublimare la sua esistenza sulla sedia elettrica. Ma Batman, utilizzando il suo profondo senso di giustizia dimostra che il Joker è innocente. Potrebbe liberarsi di lui una volta per tutte. Ha tentato di fargli la pelle decine di volte, gli ha ammazzato il fedele Robin (il secondo Jason Todd), ma va salvato! perché è innocente! Quindi il messaggio è quello che la ricerca della giustizia non deve avere limiti, che la pena di morte non deve sollevare dubbi e che un criminale non deve essere condannato solo perché è notoriamente un criminale. Possiamo poi parlare di lotta alle violenze sui bambini (la storia Night Cries del 1992), di feroce contestazione alle mine antiuomo (Death of innocents, dicembre 1996) e di denuncia della diffusione delle armi da fuoco nella gioventù (Seduction of the gun, febbraio 1992). Non sono certo tematiche tipiche di un personaggio negativo. Possiamo poi passare a rintuzzare un attacco che potremmo definire storico a Bruce Wayne. Infatti spesso vengono messe in discussioni le attitudini “intime” del personaggio. Ebbene niente di più falso. È proprio l’autore più significativo della pluridecennale saga del cavaliere oscuro, Frank Miller che ci dice “Batman non è un gay. I suoi istinti sessuali trovano una sublimazione 11 n. 2, 25 gennaio 2011 immediata nella sua crociata contro il crimine, quindi non ha il minimo bisogno di altre attività emotive. Lo dimostra il fatto che le avventure in cui ha una fidanzata, o una relazione amorosa, sono decisamente insipide”. Non c’è nulla da aggiungere perché nella frase appena esposta viene già detto tutto sul tema. Ulteriori impulsi positivi sul personaggio sono contenuti nella storia del 1991 intitolata “Veleno”. Non ci sono nemici tradizionali in questa storia, non ci sono supereroi. Ma c’è il senso di giustizia spinto al limite, un uomo molto preparato fisicamente ma pur sempre un uomo può provare l’angoscia del “non farcela”, del devastante senso dell’insuccesso. Se poi questo insuccesso è la causa della morte di una bambina, il rimorso (un cattivo non ha rimorso) può portare a gesti che non sarebbero mai stati fatti in altre circostanze. Per essere migliori, più forti, instancabili bisogna usare la droga ed allora quanto successo non succederà di nuovo. Ma la droga rende dipendenti e il risultato è peggio del vantaggio ottenuto. Allora l’uomo si reclude nella Caverna, scompare si annichila, scompare per ritornare come prima, più forte di prima. Conscio dei suoi limiti ma consapevole che la giustizia non è esaltazione artificiale ma sana, umile accettazione dei propri limiti mantenendo la propria indipendenza fisica ma soprattutto morale. Ma il vero senso del buono del personaggio, della sua vera chiave di lettura è nella storia “The Batman nobody knows” del 1973. Wayne è in gita con dei bambini e si chiede cosa loro pensano di Batman. Tutti lo ipotizzano in modi differenti e allora… Batman compare, ma i bambini ridono e sono increduli, quello non può essere il terrore di ogni sorta di abiezione umana. La morale finale è “omnia munda mundis” e quindi solo ai criminali, alle menti malvagie può far paura un innocuo costume da pipistrello. Qui si conclude la nostra difesa dell’Uomo Pipistrello. Molto oscuro, difficile da digerire per le sue abitudine notturne, per le botte ai criminali. Ma pieno di un’ossessione volta al bene, con un infinito senso di giustizia e un desiderio costante di un mondo migliore. E nel mondo moderno cosa c’è di meglio della fondazione di un’impresa di giustizia su scala mondiale? Il miliardario Bruce Wayne impiegherà le sue sostanze per la Batman Inc. impresa multinazionale di giustizia e … criminali di tutto il mondo… sarete sconfitti almeno per i prossimi 70 anni. Giovanni Manca “contro” BATMAN Sull’uomo pipistrello proprio il celebre uomo pipistrello) aveva messo in rilievo la complessa lettura che è intrinseca allo strumetto fumetto. In realtà nell’ultimo decennio è diventato estremamente difficile affrontare una figura come quella di Batman limitandosi al medium fumettistico: essa è diventata di fatto un Brand andando molto oltre il mondo delle nuvole parlanti. Il personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger è diventato negli ultimi decenni il simbolo della raggiunta maturità del fumetto quale forma d’arte – soprattutto grazie alle opere di Frank Miller, Alan Moore e Gran Morrison – dimenticando bellamente la grande stagione del fumetto sudamericano ed europeo degli anni ‘70. In realtà la figura del “Cavaliere oscuro” presenta molte più ambiguità di quelle messe in rilievo: se è vero che, soprattutto per motivi commerciali, molto si è insistito sulla potenziale negatività del personaggio, in realtà le critiche hanno sempre lasciato sullo sfondo alcuni aspetti che pure sono rilevanti. Anzitutto, il personaggio si caratterizza per essere una figura della vendetta e non della giustizia. La persecuzione È dai tempi dello psichiatra Fredric Wertham e del suo Seduction of the Innocent (1954) che ciclicamente si torna a discutere del presunto valore educativo (o diseducativo) del fumetto; in Italia molti di noi ricordano i dibattiti su Diabolik o sui Manga e, curiosamente, gli argomenti portati a sostegno delle tesi contrarie a questi prodotti della cultura pop erano gli stessi di Wertham: le raffigurazioni, esplicite o edulcorate, di violenza, sesso, uso di droghe e altri argomenti per adulti contenute nei “comics” rischiavano di influenzare i bambini – come se a leggere i fumetti molto spesso fossero solo i bambini e non anche gli adulti. La figura di Batman, poi, si presta particolarmente a questo sospetto e del resto Umberto Eco già negli anni ‘60, nel celebre Lettura di “Steve Canyon”, Il mito di Superman e Il mondo di Charlie Brown pubblicato in Apocalittici e integrati (che presentava in copertina 12 n. 2, 25 gennaio 2011 del malvagio, del criminale, del mostruoso è quanto viene giustificato nel mondo di Batman con l’uccisione dei genitori del piccolo Bruce Wayne (alter ego dell’uomo pipistrello), in realtà. È la semplice riproposizione di un grande luogo comune della letteratura popolare ottocentesca: la storia di vendetta. La grande fortuna di cui ha goduto ancora per tutto il XX secolo Edmond Dantès – che è tornato non a caso nella trasposizione cinematografica della Graphic Novel di Alan Moore V for Vendetta – è anche dovuta al fatto che, in qualche modo, rappresenta un archetipo che ha informato di sé la narrativa popolare e di intrattenimento del secolo scorso. La combinazione del tema della vendetta, del fenomeno ‘supereoristico’ nato da poco con l’invenzione di Superman e del genere Hard Boiled che negli anni Trenta aveva rivoluzionato la narrativa poliziesca ha permesso al personaggio Batman di assurgere presto a un livello di popolarità che pochi personaggi della cultura popolare possono raggiungere. Il romanzo di Michael Chabon, “Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay” , ha illustrato meglio di qualsiasi saggio l’importanza che il mondo del fumetto ha assunto nella prima metà del XX secolo negli Stati Uniti mentre “La fortezza della solitudine” di Jonathan Lethem presenta il conto con il mondo di Superman sin dal titolo. Il personaggio, però, rimane in qualche modo prigioniero della meccanica della vendetta cui deve la nascita. Per quanto autori come Mark Waid cerchino di ridefinirne la psicologia, Batman rimane essenzialmente una maschera vuota modulata sulla figura dell’investigatore che – ben presto – diventa essenzialmente un inquisitore. Il tema della giustizia, che pure viene spesso presentato nel fumetto di Batman, è in realtà assolutamente secondario – contrariamente a quanto accade, ad esempio, per il personaggio di Superman – rispetto al puro ‘inquisire’, al cercare ossessivamente una sanzione per il comportamento criminale. Il fatto che Batman si presenti con caratteristiche notturne permette una più immediata identificazione con un altro grande mito della cultura popolare novecentesca: il Dracula di Stoker che proprio nell’America degli anni ‘30 aveva trovato la sua consacrazione grazie al cinema. L’utilizzo di una icona negativa per creare un eroe positivo non è certo eccezionale e del resto – per fornire altri elementi a favore della stupida tesi di Wertham – i grandi personaggi della narrativa popolare europea e americana spesso sono ‘eroi neri’, da Fantomas al diabolico Fu Manchu, passando proprio per Dracula o per il dottor Jack Griffin creato da H. G. Wells e ispiratore di molti personaggi dei Comics. Con il caso Batman abbiamo semplicemente la ripresa dell’eroe nero dei Pulp Magazine – e non certo dell’eroe di Dashiel Hammett quanto piuttosto di quello molto più semplicemente ottuso di Mickey Spillane – ripensato successivamente per renderlo appetibile in un mondo più ‘politicamente corretto’. Ma questi sono aspetti del personaggio che, troppo spesso, non sono adeguatamente contestualizzati, al punto che non vengono colti neanche dai critici. Fabio Angelo Sulpizio Ricercatore, Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali 13 n. 2, 25 gennaio 2011 Un lavoro inadatto a una donna? Sul convegno “Gender equality in science: le prospettive dal progetto STReGA” Il convegno “Gender equality in science: le prospettive dal progetto STReGA”, tenutosi il 21 gennaio a Lecce, ha concluso il lavoro del progetto con un confronto sulla panoramica italiana ed europea sulla questione genere e scienza. Il quadro che si trae dai dati mostra ancora uno scenario difficile. Per riassumere i punti principali, evidenziati anche nella relazione di Marina Cacace di ASDO, che ha curato la parte scientifica di PRAGES (http://www.retepariopportunita.it/defaultdesktop.aspx?page=2749), il progetto europeo che ha raccolto e analizzato I programmi di azione positiva in Europa, USA, Canada e Australia, si mettono in evidenza tre aree critiche: • il mondo scientifico non è “women friendly” • la scienza dipende da stereotipi maschili • la leadership scientifi- ca è senza donne Il primo punto si riferisce al il fatto che la cultura organizzativa di ambienti in cui il numero di donne è molto basso rende tali ambienti poco favorevoli al lavoro e alla carriera delle donne, anche senza esplicita intenzione di escluderle: la pratica quotidiana del lavoro, le scelte, le carriere, sono governate da abilità informali, apprese (o no) sul campo, e da comportamenti informali, e quindi fortemente sensibili alla composizione del gruppo di lavoro. Il secondo punto riguarda sia il fatto che le scelte di 14 n. 2, 25 gennaio 2011 formazione e di lavoro sono in gran parte governate da stereotipi per cui alcuni sono più ‘portati’ di altri verso certe discipline, sia che molte scelte di ricerca (per quanto riguarda campi di studio e metodologie) rispettano il fatto che lo ‘standard’ è maschile. Questo è evidente soprattutto nelle scienze della vita (biologia, medicina), sociali, e nella tecnologia: per esempio, la ricerca medica, la spe- ambito tecnologico scientifico), dato che sembra una “costante universale” sia dal punto di vista geografico (stesso dato in USA, Canada e Australia) che temporale (i dati italiani per fascia d’età delle ordinarie non mostrano significativi trend di crescita tra le nate negli anni ‘30 e le loro colleghe di 30 anni più giovani). Per contro, la percentuale di laureate è cresciuta in modo significativo, donna; in Senato su 38 componenti ci sono 7 donne). Le azioni di contrasto a questo scenario devono andare ad incidere su questi tre punti. La comunità europea ha posto da tempo la questione della parità nella scienza tra i suoi obiettivi, sia finanziando azioni positive che imponendo pratiche ‘virtuose’ (per esempio la presenza ed il ruolo delle donne in un progetto rimentazione dei farmaci, prende l’uomo (giovane, bianco) come riferimento e ci sono esempi ben noti di fallimento di protocolli di cura per questa ragione. Altri esempi ormai noti sono gli studi legati alla sicurezza dei trasporti (i crash test, o la progettazione degli air-bag), o alcune applicazioni dell’informatica (come il riconoscimento vocale). Per quanto riguarda l’ultimo punto, i dati della comunità europea, raccolti in SheFigures 2009 (http://statistica. miur.it/Testi/SheFig_presentazione. asp), mostrano che le donne ordinario sono il 18% (scendono a 11% in pareggiando o superando il numero di laureati uomini (vedi la ‘forbice’ di fig.1). Oltre che un problema di dispersione di capitale umano, che vede trascurate le competenze di metà della popolazione, si tratta di un problema di democrazia: gli organi direttivi e di indirizzo della ricerca sono formati per lo più da chi occupa i gradi più alti della carriera, la mancanza di donne ai vertici implica che le decisioni sono prese solo dagli uomini (per esempio, il sito di Unisalento riporta questi numeri: nel CDA su 18 componenti una sola, esterna, è europeo è tra i parametri di valutazione). Il progetto STReGA, di cui si è parlato anche nel Bollettino d’Ateneo numero 26, ha agito sulla base di queste considerazioni. In primo luogo, è parso necessario fare chiarezza su aspetti del lavoro scientifico fondamentali nel panorama contemporaneo, ma a cui la maggioranza delle donne nella ricerca sono estranee, con l’obiettivo di aumentare la conoscenza, la competenza e la consapevolezza. Si è parlato, tra l’altro, di progettazione, valutazione, comunicazione scientifica e spin-off. La mo- 15 n. 2, 25 gennaio 2011 Il progetto STReGA, dell’Università del Salento e dell’Associazione Donne e Scienza, è stato finanziato dal Comitato Nazionale di Parità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed è stato segnalato come eccellenza al Ministro e come best practice da diffondere. Il sito del progetto è http://strega.unile.it dalità scelta è stata quella del learning by doing attraverso seminari-laboratori tenuti prevalentemente da donne esperte, che oltre a fornire indicazioni fungessero da modelli di ruolo. La partecipazione media è stata di circa 30 persone per giornata, prevalentemente donne, alcune delle quali hanno successivamente sottomesso progetti di ricerca e/o hanno chiesto ai loro enti di riferimento di approfondire alcune delle tematiche emerse nei seminari. Si è poi organizzato un laboratorio sperimentale di ‘empowerment’, formato da donne occupate nella ricerca e nelle professioni, con l’intento di sperimentare le modalità di costruzione di un network di lavoro trasversale. L’orientamento delle studentesse verso studi e lavori scientifici è l’altro nodo cruciale: il progetto ha lavorato in questo senso sia con attività di formazione su strategie di orientamento di genere rivolta a dirigenti e docenti referenti per l’orientamento delle scuole superiori del territorio, sia con orientamento in uscita di studentesse e studenti degli istituti superiori (role model days nei quali le classi hanno incontrato ricercatrici con cui confrontarsi). Il progetto ha anche dato supporto ad altre iniziative di orientamento esterne. Ci auguriamo che il lavoro fatto all’interno del progetto contribuisca a far proseguire l’attenzione alla parità nell’Università del Salento, anche favorendo la presenza delle donne negli organi di indirizzo e di valutazione: in questi mesi l’approvazione del decreto Gelmini rende necessaria la riscrittura degli statuti universitari, la composizione paritaria delle commissioni che se ne occuperanno darebbe un segnale fortemente innovativo. Le indicazioni della politica nazionale, purtroppo, sono contraddittorie: da un lato è stato costituito, nell’autunno del 2010, un protocollo d’intesa e un tavolo di concertazione tra MIUR e Dipartimento Pari Opportunità del Consiglio dei Ministri (http://www.retepariopportunita.it/DefaultDesktop.aspx?doc=3945), dall’altro, in controtendenza con il resto d’Europa, la Legge 183 del 2010 prevede l’abolizione dei Comitati di pari opportunità universitari, composti da docenti, studenti, oltre che da personale tecnico-amministrativo, che fino ad ora hanno rappresentato, realisticamente, gli unici organi dell’università italiana in cui potesse trovare attenzione la questione della parità di genere nella ricerca. Anna Maria Cherubini Dipartimento di Matematica Comitato Pari Opportunità dell’Università del Salento 16 n. 2, 25 gennaio 2011 MISSIONE ARCHEOLOGICA del CENTRO DI STUDI PAPIROLOGICI di UniSalento in EGITTO Ottava campagna di scavo, ottobre-dicembre 2010 Non si resiste al fascino delle incredibili vicende di Indiana Jones, ammettiamolo. Per quel che mi riguarda, ho trovato solo una cosa ancor più irresistibile: toccare (quasi) con mano cosa significa una vera missione archeologica in Egitto, tra tempeste di sabbia, sete d’acqua e di antiche civiltà e una grande scoperta che in pochi giorni fa il giro del mondo. Ciò che descrivono Mario Capasso e Paola Davoli, i professori dell’Università del Salento che da otto anni dirigono la missione di Soknopaiou Nesos, ha del cinematografico. Mettete assieme un papirologo e un’egittologa, un piccolo gruppo di ricercatori europei e qualche pasionario studente della nostra Università e avrete una vaga idea di come sono fatti gli “eroi” dei film, ma in carne e ossa. Ed ecco il colpo di scena: il ritrovamento di 150 ostraka demotici, piccoli cocci con incisioni egizie che potranno dire di più sulla vita quotidiana del periodo romano e dei riti che si svolgevano nel tempio del dio coccodrillo. Curiosi? Come previsto. Ma procediamo con ordine. Fondata nel terzo secolo avanti Cristo per essere un importante centro di culto e di commercio, la piccola città di Soknopaiou Nesos si trova nel Fayyum, un’oasi a circa 80 chilometri nel deserto a sud ovest del Cairo. Abbandonata intorno alla metà del terzo secolo dopo Cristo, è presto finita sepolta dalla sabbia. La difficoltà di raggiungerla, le avverse condizioni climatiche e l’inospitabilità La Campagna di scavo si è svolta all’interno del grande recinto templare, nell’area situata al centro del temenos. Due sono i settori indagati, ad est e ad ovest del tempio dedicato al dio Soknopaios (ST 20), costruito in epoca tolemaica. 17 n. 2, 25 gennaio 2011 Nel Settore Ovest è stato iniziato lo scavo dell’area esterna al santuario lungo il suo lato perimetrale occidentale. Da nord a sud l’area indagata misura 16m ed è larga da est ad ovest 5m. In essa sono stati recuperati 150 ostraka demotici. Il rinvenimento è di particolare importanza sia per il numero dei materiali recuperati sia perché i testi contribuiscono alla prosopografia e alla storia religiosa del sito. del luogo hanno fatto il resto. Soltanto due, infatti, i tentativi di indagine precedenti a quelli dell’Università del Salento: il primo, diciamo ‘amatoriale’, del viaggiatore padovano Giovanni Battista Belzoni nel 1819; il secondo, l’unico archeologico-scientifico, a cura dell’Università del Michigan nell’inverno tra il 1931 e il 1932. Nel 2001, infine, l’arrivo dei nostri “eroi”: l’idea è di Mario Capasso, direttore del Centro di Studi papirologici dell’Ateneo, che fonda il “Soknopaiou Nesos project” e che da allora lo dirige assieme a Paola Davoli. «La sabbia protegge molto bene i papiri», spiega Capasso, «ed è per questo che ho lanciato la sfida di questa missione. Una sfida raccolta dalla nostra Università per prima, e poi dal Ministero degli Affari esteri e da alcuni fondamentali sostenitori. Mi riferisco in particolare al cavalier Luca Trombi, che ogni anno assicura un generoso contributo, ma anche al Centro internazionale di studi di Velletri e alla professoressa Dora Liuzzi per le borse di studio destinate ai nostri giovani studenti». Proprio a Luca Trombi è dedicata la Biblioteca del Museo papirologico dell’Università (a Studium 2000); è un mecenate molto distante dalle vecchie immagini in bianco e nero: in jeans e cappellino di cotone, si occupa di petrolio ed è abbastanza schivo da non far trapelare nulla dei motivi per cui investe tanto in questa sua passione. Stele di epoca romana con bassorilievo raffigurante il dio Soknopaios 18 n. 2, 25 gennaio 2011 Mario Capasso, molto serio e concentrato seduto al tavolo del suo studio o nelle immagini che lo ritraggono chino sui papiri, ha invece un grandissimo sorriso nelle foto dall’Egitto. Paola Davoli, d’origine e mai perso accento emiliani, piana e semplice anche nelle spiegazioni più complesse, ha nelle stesse immagini nel deserto grandi occhiali da sole e spesso un bellissimo cappellaccio di quelli che, appunto, si vedono nei film. Da anni dirigono una missione ai limiti del possibile: «Quaranta giorni la volta, non di più», spiegano, «e non solo per ragioni economiche. Fa molto caldo, non c’è acqua, i trasporti sono difficili e costosi, durante le tempeste di sabbia non si riesce a parlare anche se a distanza di pochi centimetri. È umanamente faticoso». – come tutto il sito - meta di turisti spesso irrispettosi ma soprattutto di predoni a caccia di reperti da vendere sul mercato nero. Non tutto, per fortuna, è andato perduto. Anzi. Solo per citare qualche esempio, nel 2007 i nostri ricercatori hanno rinvenuto un bassorilievo che raffigura i sovrani costruttori del tempio. Numerosi, poi, i ritrovamenti di fregi, statuette, amuleti, papiri ma anche sandali in fibra di papiro e una grande spada in ferro con un pomello in ebano perfettamente conservato. È però nel corso della missione di quest’anno, come si diceva, che avviene il vero colpo di scena. Iniziato lo scavo dell’area esterna al santuario lungo il suo lato perimetrale occidentale, ecco una vera e propria “discarica” creata dai precedenti Eppure, ogni anno l’Università del Salento ha portato a casa almeno un piccolo o grande successo. Il “Soknopaiou Nesos project” comprende lo scavo archeologico, iniziato nel 2003 dopo ben due anni di accurato studio topografico, lo studio di migliaia di documenti in greco e demotico trovati nel corso dei lavori, la creazione di un archivio di immagini e documenti, pubblicazioni, il restauro degli oggetti più importanti man mano rinvenuti. Con pazienza, i nostri hanno portato alla luce il dromos, via monumentale un tempo dedicata alle processioni, e diverse porzioni del tempio del dio Soknopaiou (il dio coccodrillo) cui quest’antica strada conduce. Il tempio, circondato da un muro di cinta di mattoni crudi, è per questo relativamente conservato. Fu costruito in epoca tolemaica (tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo) per ampliare un più antico santuario, ed è stato negli anni scavi avvenuti tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. «Salta fuori il primo ostrakon, poi il secondo, quindi il terzo», racconta Davoli, «a un certo punto non si riusciva più a seguire il ritmo dei rinvenimenti. Gli operai egiziani, costantemente monitorati dai nostri specialisti, hanno cominciato ad alzare le braccia sempre più velocemente, al punto che non si sapeva più stabilire l’ordine di rinvenimento. Ci siamo messi in allarme. Ne abbiamo trovati ben 150, demotici, che verosimilmente erano conservati in un unico archivio adiacente. Nel 2005 avevamo trovato in un vicino ambiente dello stesso edificio altri ostraka simili». Simili in cosa? «Sono databili al periodo romano», spiega Capasso, «e hanno inciso ciascuno un nome di persona. Pensiamo 19 n. 2, 25 gennaio 2011 siano nomi di sacerdoti a servizio del tempio; i cocci venivano estratti a sorteggio per stabilirne la destinazione, gli incarichi. Il rinvenimento è di particolare importanza, non solo per il numero dei materiali recuperati ma soprattutto perché i testi contribuiscono alla prosopografia e alla storia religiosa del sito». Accordato il “via” dal professor Zahi Hawass, presidente del Supreme Council of Antiquities, la notizia ha fatto il giro del mondo. Tutto merito della missione degli italiani, di questo manipolo di tenaci dell’Università del Salento cui si sono uniti altri studiosi europei: Stefania Alfarano (assistente di scavo), Carolin Arlt (demotista, Würzburg Universität), Clementina Caputo (ceramologa), Mohammed Barakat (assistente dei direttori), Ludovica Gorla (archeologa, Milano Bicocca), Silvie Marchand (ceramologa IFAO), Raffaella Milano (disegnatrice), Giuseppe Alvar Minaya (supervisor), Simone Occhi (topografo), Elvira Pisanello (schedatrice), Carlotta Quarta Colosso (papirologa), Borna Scognamiglio (archeologo, Paris-Sorbonne), Martin Stadler (demotista, Würzburg Universität), Salvatore Taurino (archeologo), Stefania Trizza (assistente di scavo) e gli studenti Giada Bianco e Anna Chiara Muscogiuri. Il Comitato Pari Opportunità Il senso dei Comitati Pari Opportunità in una Istituzione come quella Universitaria è stato quello di rappresentare un presidio di genere che volga lo sguardo, non neutro, ai processi organizzativi, alla distribuzione del lavoro, delle risorse, al percorso delle carriere delle donne. L’egualitarismo formale e quello sostanziale, inteso come parità di possibilità, sono già rappresentati nell’art. 3 della Costituzione ( tutti i cittadini hanno pari dignità....) in cui accanto al riconoscimento formale della piena eguaglianza, si chiama la Repubblica ad un compito assai complesso, che è quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona. «Abbiamo molto ancora da indagare», concludono i professori, «per comprendere appieno il sito, il territorio, la vita dei suoi abitanti. Ci sono testimonianze archeologiche ancora ignote, come le necropoli, i gruppi di case, l’approdo sulla riva del lago Birket Qarum, e poi moltissimo da restaurare. Siamo orgogliosi del lavoro svolto fin qui tra mille difficoltà, e della recente scoperta. Speriamo che questo successo porti nuova linfa al progetto». Linfa che non può più essere soltanto quella dei fondi pubblici. Per questo, nel 2006, è nata l’associazione culturale “Soknopaiou Nesos project”, che sostiene le attività scientifiche egittologiche e papirologiche della nostra Università. Per saperne di più un accuratissimo sito: www.museopapirologico.eu. Gli organismi di parità sono gli strumenti idonei a mettere in luce le disparità tra i generi, a risarcire con azioni adeguate le discriminazioni che si mettono in atto allorquando si trattano allo stesso modo soggetti che sono diversi. Gli organismi di parità, come il Comitato Pari Opportunità, hanno l’obiettivo di studiare l’ambiente di lavoro per assicurarsi che tutte le politiche e gli interventi sappiano rispettare e valorizzare i soggetti con cui si rapportano. Loredana De Vitis Ufficio Comunicazione e Relazioni con la Stampa 20 n. 2, 25 gennaio 2011 I Comitati hanno avuto come strumento di azione i Piani di Azioni Positive in cui trovano spazio una serie di obiettivi calibrati secondo la realtà in cui si opera. Ecco quindi, tra tanti i temi trattati le linee guida che hanno attraversato i programmi ed i progetti del CPO: la consapevolezza di sé, l’acquisizione di poteri e di responsabilità, la possibilità dei singoli di controllare attivamente la propria vita, di migliorare le proprie conoscenze e competenze; l’analisi dei sistemi e dei percorsi formativi; la distribuzione del carico del lavoro non pagato, soprattutto quello domestico e di cura. Nel periodo estivo si rinnovano le convenzioni con le strutture per i bambini fino a 12 anni: a questo proposito va segnalato come sia aumentata la richiesta di questo servizio da parte dei genitori e come contemporaneamente sia cresciuto il numero delle strutture sul territorio che rispondono a questo bisogno Inoltre, sono stati realizzati corsi di lingua per i “Bambini dell’Università” svolti nelle ore pomeridiane. Un altro tema che il Comitato ha sviluppato negli anni è stato il progetto salute: inteso sia come cultura della prevenzione sia come benessere della persona sul posto di lavoro. IL CPO dell’Università del Salento, organo elettivo Convegni con medici e professionisti per composto da docenti, studenti e personale sensibilizzare alla cura di sé, alla cultura della tecnico-amministrativo, ha coniugato momenti di prevenzione, alle problematiche connesse ai approfondimento e di riflessione ad azioni rivolte disturbi dell’alimentazione ed anche, per garantire a migliorare la vita delle donne e degli uomini che un clima sereno nel posto di lavoro, le Norme lavorano nell’Ateneo Salentino. per la prevenzione delle molestie sessuali e L’approfondimento e la riflessione sono stati delle discriminazioni di genere e la nomina della sopratutto legati alla esperienza ed alla condivisione Consulente di Fiducia servizio a cura della dott.ssa di tematiche e di obiettivi con la Delegata alle Pari Paola Martino attivo un giorno alla settimana dalle Opportunità con cui il Comitato ha collaborato nelle 16 alle 18 al Principe Umberto. varie sessioni del corso “Donne politica e istituzioni”, Ed un giorno alla settimana è aperto alle terreno di un importante rapporto con il territorio studentesse ed alle impiegate lo Sportello Informa e negli appuntamenti annuali della “Scuola della Donna che grazie ad un protocollo con la ASL di Differenza”,occasione per un confronto nazionale Lecce, mette a disposizione due professioniste per ed internazionale sugli studi di genere. dare informazioni e contribuire a essere sempre più Sempre dalla riflessione sulla specificità del lavoro consapevoli di sé e del proprio corpo. scientifico, è nato il progetto STReGA, di questa Ancora nell’ambito del progetto “Salute e benessere università con l’associazione Donne e Scienza, di lavorativo” si collocano i corsi di formazione cui il Comitato è stato promotore e che si conclude obbligatoria rivolti al personale t/a che rientrano tra in questi giorni: il progetto è stato finanziato dal le prerogative riconosciute agli Organismi di Parità ministero del lavoro nel 2008 e segnalato come eccellenza nell’ambito del Piano di Azioni Positive. Il Comitato ha lavorato assiduamente per le misure cosiddette di “conciliazione”: da anni l’amministrazione universitaria, attraverso convenzioni con strutture per l’infanzia, si fa carico di una parte del costo di questi servizi, dando contributi ai dipendenti, attraverso una selezione basata sul reddito. E finalmente la ludoteca aziendale sta per diventare una realtà grazie ad un bando della Regione Puglia che l’università si è aggiudicata: i lavori di adattamento di locali dell’università a ludoteca si stanno per ultimare. 21 n. 2, 25 gennaio 2011 presenti negli Enti pubblici: il 24 febbraio avrà inizio la 3° edizione del corso di 35 ore rivolto a 35 lavoratrici e lavoratori dell’Università. A UniSalento il Congresso AISV Il comitato dell’Università è inserito nella rete nazionale dei Comitati delle Università e grazie a questa collaborazione è rappresentato nel tavolo di concertazione, tra MIUR e dipartimento delle Pari opportunità, costituito nell’ottobre del 2010 per dare concreta attuazione alle Direttive in materia di pari Opportunità. Oltre a quelli già approvati, ha al momento in via di valutazione progetti presentati in collaborazione con i Dipartimenti dell’Università e partecipa insieme alle altre Università pugliesi all’osservatorio sugli stereotipi di genere che la Regione Puglia e la Consigliera di Parità della stessa Regione hanno finanziato. Ha finanziato ricerche e avviato una collana “ Quaderni del Comitato Pari opportunità”: le prime due pubblicazioni si possono trovare anche nel sito dell’editoria elettronica dell’Unisalento. Sono stati proposti eventi musicali teatrali, film e danza: il duo Magoni e Spinetti, lo spettacolo di teatro danza di Patrizia Rucco, il teatro di carmela Vincenti con “Spose” i film con gli studenti. Il Comitato ha prodotto anche una docu-fiction sul lavoro delle ricamatrici di Corigliano; immagini per una ricerca che diventa racconto ed immagine: Luisa Zappulli ricercatrice e componente del Comitato ne è stata la promotrice e protagonista. Il congresso, giunto alla settima edizione, è stato organizzato dai professori Barbara Gili Fivela e Mirko Grimaldi della Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università del Salento, rispettivamente vicedirettore e direttore del Centro di ricerca interdisciplinare sul linguaggio (Cril, www.cril.unile.it, cofinanziato dall’Unione Europea). Vi hanno partecipato studiosi di settori dell’ingegneria, della linguistica, delle perizie foniche e della fisica acustica, interessati - da prospettive diverse - allo studio della voce e alle sue patologie. Queste ricerche mirano, da un alto, a studiare le caratteristiche fisiologiche della voce e del parlato, e dall’altro si propongono di sviluppare metodi sempre più sofisticati per la sintesi e il riconoscimento automatici della voce (un settore che trova applicazioni in molti aspetti della vita quotidiana). I fattori che influenzano la produzione e la percezione della lingua sono molteplici, come si può facilmente osservare, per esempio, sia nella lingua orale che nella lingua dei segni. Un ruolo fondamentale è svolto dal contesto comunicativo: la disponibilità di informazioni diverse, un contesto più o meno controllato, la percezione che l’individuo ha della situazione comunicativa in cui è coinvolto o il cambiamento oggettivo della situazione comunicativa sono alcune tra le cause della variazione che si riscontra nell’uso della lingua, con evidenti riflessi nella produzione e percezione del messaggio. I Comitati Pari Opportunità universitari oggi sembrano destinati a scomparire come tali, poiché la legge 183 del 2010 prevede la loro confluenza con il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing in un unico organismo Comitato di garanzia per le pari opportunità e per il mobbing. Le modalita’ della sua costituzione, nelle indicazioni della legge, sono da definire a breve. Ci auguriamo che in questa occasione il nuovo assetto mantenga la specificità di questi organismi, che hanno visto docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo lavorare insieme per progetti comuni. Il nuovo organismo dovrebbe poter raccogliere in pieno l’eredità del passato e consolidare servizi ed azioni che tendano a migliorare la vita di chi lavora e studia nel contesto universitario. Donatella Grasso Presidente del Comitato Pari Opportunità 22 n. 2, 25 gennaio 2011 Il Sistema di valutazione delle PERFORMANCE delle risorse umane L’Università del Salento è tra i primi undici (su 80) Atenei italiani (di cui solo quattro nel Sud Italia) ad aver adottato un sistema di valutazione delle perfomance delle risorse umane, seguendo le prescrizioni del Decreto legislativo 150/2009 (Decreto Brunetta) e le recenti delibere Civit (Commissione indipendente per la valutazione, trasparenza e integrità delle Amministrazioni pubbliche). Il progetto di implementazione è stato sviluppato da Cezanne Software, azienda leader nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni software per la gestione delle risorse umane. Obiettivo del progetto è valutare le perfomance del personale, incentivando e valorizzando le risorse meritevoli, e quindi rafforzare il senso di appartenenza al gruppo di lavoro e migliorare il livello del servizio offerto dall’Ente. L’Università del Salento mira a garantire - soprattutto agli studenti - maggiore trasparenza ed efficienza, attraverso la misurazione e la valutazione delle prestazioni e dei risultati raggiunti da ogni unità del personale dipendente. La valutazione delle perfomance organizzative avverrà attraverso griglie comuni di autovalutazione qualitativa e quantitativa (il cosiddetto metodo ‘Caf - Common assessment framework’), che prevedono l’assegnazione di obiettivi in linea con la missione istituzionale e le strategie dell’amministrazione universitaria, e la definizione di indicatori di rendimento secondo metodologie predisposte dalla Civit di concerto con la Fondazione Crui. Il Common assessment framework è uno degli strumenti di autodiagnosi definiti a livello internazionale già dal 2000, suggerito dalla “Direttiva per una pubblica amministrazione di qualità” (2006) del Ministro per le Riforme e le innovazioni nella Pubblica amministrazione. Tra gli scopi principali del Caf, quello di introdurre nelle amministrazioni pubbliche i principi di Total quality management (Tqm) e facilitare l’autovalutazione per ottenere una diagnosi e intraprendere azioni di miglioramento. La Fondazione Crui ha avviato un percorso di sperimentazione di questo strumento, recepito da undici Atenei, tra cui l’Università del Salento. La valutazione sarà affidata a un team di esperti tra i quali i componenti del Nucleo di valutazione delle perfomance, organismo indipendente dell’Università del Salento. Il piano di valutazione prevede l’assegnazione secondo logiche meritocratiche - empiriche e non discrezionali - di premi per l’attività svolta, assegnati ai dipendenti che conseguono performance positive. 23 n. 2, 25 gennaio 2011 A due studenti di Unisalento il primo posto del bando “Principi attivi 2010” della Regione Puglia Il progetto di innovazione tecnologica di Antonio Andrea Gentile e Salvatore Modeo, due studenti della nostra Università ha vinto il bando della Regione Puglia “Principi attivi 2010” classificandosi al primo posto su 2200 domande per innovatività, efficacia e risultati attesi. Il progetto riguarda la realizzazione di un “sistema per il recupero di materiali metallici in processi di deposizione di film sottile”. «È un riconoscimento maturato al di là delle nostre stesse aspettative», commentano gli ideatori, «in un ambiente di fertile collaborazione interdisciplinare, quello della Scuola Superiore Isufi. La condivisione di esperienze formative comuni, sia accademiche che comunitarie, è stata uno dei presupposti fondamentali per creare il gruppo, sviluppare l’idea e il progetto, beneficiando di analisi e considerazioni incrociate fra persone di forma mentis differente. Dobbiamo poi ringraziare coloro che hanno creduto fin dall’inizio nella nostra idea, impegnandosi a offrire know how e strumentazioni. Ci riferiamo in particolare al Nnl (National Nanotechnology Laboratory), al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione e all’azienda spin off ‘SalenTec’ dell’Università del Salento, nonché ai partner esterni tra cui il Cetma di Brindisi». La deposizione di film sottili è un processo di fondamentale importanza in numerosi processi ad alta tecnologia nel campo della micro e nanoelettronica su semiconduttore e dei rivestimenti per applicazioni ottiche. Fra le metodologie di deposizione ‘fisica’ impiegate per ottenere film di buona qualità ci sono quelle di evaporazione e sputtering, le quali utilizzano camere di evaporazione a ultra alto vuoto per limitare le contaminazioni indesiderate. Nel processo di evaporazione, parte del materiale evaporato si deposita sulle pareti interne della camera, costituendo uno scarto di processo. L’idea è un sistema che, installato fra crogiolo di evaporazione e pareti della camera, sia in grado di raccogliere e selezionare questa frazione di materiale, così da agevolarne il successivo recupero. 24 n. 2, 25 gennaio 2011 Si arricchisce il merchandising di UniSalento. In vendita online e presso le officine cantelmo 25 n. 2, 25 gennaio 2011 Questa rubrica è dedicata ai ricercatori dell’Università del Salento. Oggi conosciamo Sara Tommasi, ricercatore della Facoltà di Giurisprudenza realizzare i nostri progetti grazie agli insegnamenti appresi in quelle aule. Io ammiravo l’affettuosa severità di quei docenti che ci consideravano delle risorse, un vivaio da coltivare, e non semplicemente degli studenti da esaminare. Mossa da quei giovanili entusiasmi ho accettato con gioia l’invito che mi fu fatto, in seduta di laurea, di continuare gli studi presso la Facoltà di Giurisprudenza e di iniziare l’attività di ricerca. Ho mosso così i primi passi in questo mondo complicatissimo e non sempre ricco di soddisfazioni. Ho considerato la ricerca e lo studio come terapia contro ogni possibile scoraggiamento e rimedio ad ogni difficoltà. L’aver studiato a Lecce non mi ha impedito di capire l’importanza di avere relazioni con il resto del mondo. Ho svolto, infatti, un periodo di studio presso il MaxPlanck-Institut für europäische Rechtsgeschichte in Francoforte ed ho vinto una prestigiosa borsa di studio internazionale. Ho frequentato il Dottorato di Ricerca in Evoluzione dei sistemi giuridici e nuovi diritti e nel 2004 ho conseguito il titolo di Dottore di ricerca. Dopo aver superato il concorso per ricercatore, negli a.a. 2005/2006, 2006/2007, 2007/2008 sono stata titolare del corso di Diritto della responsabilità civile presso la Facoltà di Giurisprudenza e dall’a.a. 2008/2009, sono affidataria, presso la stessa Facoltà, del corso di Diritto dei consumatori e del mercato - Modulo b. La mia ricerca ha riguardato aspetti specifici nei diversi ambiti del diritto privato. In materia contrattuale, mi sono occupata di Consenso informato e disciplina dell’attività medica, saggio pubblicato in Riv. crit. dir. priv., 2003, n. 3, p. 555-577. Ho approfondito alcuni profili problematici in tema di risoluzione e simulazione del contratto pubblicando i seguenti articoli: L’azione di risoluzione del contratto di vendita e la “quanti minoris” tra identità di vizi e Sono Sara Tommasi, ricercatore confermato di Diritto Privato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Salento. Il legame con questa Facoltà è per me molto forte. Qui ho speso la maggior parte del mio tempo e la quasi totalità delle mie energie lavorative. Ho visto nascere, infatti, la mia Facoltà frequentandola da studente, prima che da ricercatore e da docente. Sono stata una delle prime matricole e la prima laureata con lode. Ricordo l’entusiasmo di studiare a Lecce che ci veniva trasmesso dai professori. Ci sentivamo tutti partecipi di un grande progetto e sembrava che dovessimo impegnarci non solo per noi e per il nostro futuro, ma anche per il prestigio della nostra Facoltà. Sognavamo, io e i miei colleghi studenti, di poter, un giorno, ricoprire ruoli importanti, ripromettendoci poi di dire che eravamo riusciti a 26 n. 2, 25 gennaio 2011 Sara Tommasi diversità di presupposti, in Giur. It., II, 1, 2005, p. 36; La simulazione come causa di nullità del contratto: profili critici, in Giur. It., II, 1, 2005, p. 1610-1614. Quanto al diritto di famiglia, mi sono particolarmente interessata ai rapporti tra genitori e figli, oggetto di esame nel saggio Il diritto di conoscere le proprie origini biologiche in M. Gorgoni, (a cura di), I modelli familiari tra diritti e servizi, Napoli, 2005, p. 239-251. Con riferimento alla disciplina dei beni e delle proprietà, la mia ricerca ha riguardato il regime dei beni pubblici. I risultati sono confluiti nella relazione Beni pubblici, demanialità e appartenenza pubblicata in L. Bruscuglia, G. Grisi, O. T. Scozzafava, (a cura di), Gli statuti proprietari e l’interesse generale tra Costituzione Europea e diritto privato, Napoli, 2007, p. 271-281. Oltre ad occuparmi di temi tra loro differenti, la mia attività di ricerca si è costantemente indirizzata verso lo studio del rilievo giuridico dell’attività, al fine di esplorare i caratteri tecnici e strutturali che la connotano e le assicurano autonomia concettuale e funzionale. Ne è conseguita l’applicazione ad alcune tematiche specifiche — sia di classica trattazione, come quello delle trattative e della pubblicità commerciale, sia nuove, come quella delle pratiche commerciali scorrette — degli esiti della ricerca avviata già con il precedente lavoro monografico dal titolo L’attività e le fonti delle obbligazioni, Lecce, 2003 e continuamente sottoposta a verifica in lavori minori. Tra questi ultimi: L’informazione precontrattuale e il consumatore, in De Mauro-Fortinguerra-Tommasi, La Responsabilità precontrattuale, Padova, 2007, p. 265-306, rappresenta il tentativo di evidenziare − in relazione al tema dell’informazione precontrattuale nella disciplina di derivazione comunitaria − i limiti operativi di una tutela pensata secondo la logica e gli schemi dei singoli atti. Nel successivo lavoro dal titolo Il procedimento nella dimensione dinamica del diritto privato, pubblicato in Giur. It., 2008, vol. 4; p. 1033-1040, la preoccupazione di assegnare un significato tecnico-giuridico all’attività si arricchisce con la puntualizzazione delle differenze, non solo rispetto ai singoli atti, ma anche a quella combinazione di atti che si sostanzia nel procedimento. Tra i temi che consentono di illustrare alcune ricadute pratiche del rilievo giuridico dell’attività si collocano quello dell’attività medica e della gestione di affari altrui. Al primo è dedicata la ricerca conclusasi con il saggio - La responsabilità del medico chirurgo in G. Bonilini, U. Carnevali, M. Confortini, (a cura di), Codice ipertestuale della Responsabilità Civile, Utet, 2008, p. 626-660; al secondo è dedicato l’articolo dal titolo Note in tema di gestione di affari altrui, in I Contratti, 2010, p. 1163-1172. 27