La moda solidale Da Sorisole a Pitti Milano

Transcript

La moda solidale Da Sorisole a Pitti Milano
Hinterland 29
L’ECO DI BERGAMO
SABATO 27 NOVEMBRE 2010
a
a
La moda solidale
Da Sorisole
a Pitti Milano
Merce rubata
nel passeggino
Bloccato
giovane papà
A
Orio al Serio
All’apparenza sembrava un padre
qualunque a spasso, col proprio figlioletto nel passeggino, per Oriocenter. La sua presenza, però, non è
passata inosservata all’interno del
punto vendita «Scarpe&Scarpe».
Le collezioni della cooperativa di disabili
nata al Patronato San Vincenzo
T-shirt di cotone biologico e maglie di cachemire
A
Sorisole
BRUNO SILINI
Dicono di essere un po’ pirati e
anche il loro nome – «La Perla
Nera», come la nave di Jack
Sparrow nel film «Pirati dei Caraibi» – richiama uno spirito corsaro dove la consapevolezza di
tentare strade nuove è sostenuta e alimentata da un’appassionata etica sociale. Da oggi fino a
lunedì esporranno i loro prodotti (t-shirt e felpe con il marchio
«lalumachinamod») negli spazi
del Portello di Fieramilanocity,
nell’ambito della 69ª edizione di
Pitti ModaPrima. Al loro fianco
le migliori aziende italiane specializzate nella moda «mordi e
fuggi» per la media e grande distribuzione internazionale: da
Ann Max a Plissè, fino a Malizia.
Non solo per gli «utili»
«Siamo lì – precisa il corresponsabile della cooperativa, Fabio
Benigni di Villa d’Almè – per farci conoscere, ampliare i possibili committenti e dare possibilità
ad altre persone (attualmente
sono in 14, ndr) di collaborare
con noi. L’obiettivo non è far impennare gli utili, ma offrire “tempo buono” a chi affronta situazioni non facili, soprattutto di disabilità psicofisica».
Sta tutta qui la mission di Fabio e dell’amico Francesco Sala,
che nel 2005, negli ambienti del
Patronato San Vincenzo di Sorisole, hanno preso in carico il ser-
«L’obiettivo è offrire
"tempo buono" a chi
vive situazioni di
difficoltà»
vizio sociale Ergolab, laboratorio
ergoterapico dove s’industriano
ragazzi in difficoltà, disabili e
magari anche qualcuno che
sconta problemi giudiziari.
«All’inizio i ragazzi assemblavano cavetti elettrici e minuterie
varie. Ma la cosa era per certi
versi alienante. Poi la svolta. Abbiamo sviluppato la serigrafia
per conto terzi e nel 2007 creato
una nostra linea di abbigliamento che tocca ogni anno qualche
migliaio di capi venduti».
Sono due le collezioni allestite negli stand di Pitti.
Collezioni per l’estate e l’inverno
«Per la prossima primaveraestate – continua Benigni – proporremo magliette di cotone biologico, importato dall’Africa con
attenzione al commercio equo e
solidale. Capi realizzati da una
cooperativa biellese (Raggio Verde) e “finiti” da noi con la stampa di 42 simboli che appartengono al linguaggio internazionale
“on the road”, di chi vive la strada per scelta o per condizione
(clochard e rom)». Disegni stilizzati, donati dalla designer bergamasca Viviana Algeri, che significano, per esempio, «silenzio»,
«pericolo», «non muoverti».
L’altra collezione è per l’inverno: maglioni di cachemire al
100%. Lana pregiata dalla Mongolia, prodotta, spiega Benigni
«nel rispetto dei diritti umani e
della responsabilità sociale». E la
Filca Cisl di Bergamo ha commissionato una serie di t-shirt
con lo slogan «Perché sulle mie
spalle non pesi l’ingiustizia». ■
a
Casette dell’acqua, Seriate apre
«Ma prima proviamone una»
A
Seriate
Milesi comincia comunque a
credere di poter realizzare l’iniziativa: «Sembra che si stia delineando una condizione molto
sostenibile per il Comune. Dai
primi colloqui è emerso che potrà essere erogata acqua naturale e gasata a temperatura refrigerata. È la stessa acqua dell’acquedotto, ma con un procedimento
di purificazione anche per i minimi residui».
Nonostante il gelo iniziale con cui fu
accolta a suo tempo la proposta fatta da alcuni consiglieri comunali, a
Seriate potrebbero arrivare le casette per la distribuzione dell’acqua. La
questione risale al luglio scorso.
«Tante casette collocate in diversi comuni – aveva detto il sindaco Silvana Santisi Saita – si sono
rivelate fallimentari, ora bisogna
valutare bene se siano migliorate le condizioni e le situazioni. Ci
avevamo pensato anche noi tempo fa». Né molto più entusiasta si
mostrò l’assessore al Bilancio
Marco Sisana, che riferiva «di essere al corrente di casette installate in alcuni comuni del Piemonte da una ditta molto competente, ma senza risultati apprezzabili. Inoltre, le casette hanno un costo per il Comune, ed è
giocoforza che lo si riversi sui cittadini».
«Valutare costi e benefici»
Sembrava un capitolo chiuso:
l’impianto ha dei costi, e il Comune, blindato dal Patto di stabilità, fatica a trovare risorse. Invece l’assessore all’Ambiente e ai
Lavori pubblici Achille Milesi
(assente nel Consiglio comunale del 26 luglio, durante il quale
fu posta la questione) l’ha riaperto: lunedì scorso Milesi ha avuto
Il nodo: dove metterla?
Un «Punto acqua» in una foto d’archivio: Seriate ci sta pensando
un incontro con un operatore del
settore delle casette dell’acqua, e
il tema è prepotentemente riemerso. «È stato un incontro proficuo – informa l’assessore – al
punto da poter auspicare che una
casetta di distribuzione dell’acqua possa davvero essere impiantata a Seriate. Ma é ancora
tutto in embrione. Dobbiamo incontrarci ancora, perfezionare le
condizioni, vedere le opportunità per il Comune, e soprattutto per i cittadini». Ci sarebbe la
disponibilità dell’operatore di installare una casetta in via sperimentale, in modo da verificare la
risposta della popolazione.
Ma al progetto è collegato un interrogativo: dove collocare la casetta? «Bisogna individuare un
luogo – riflette l’assessore – che
sia facilmente accessibile, comodo per parcheggiare e che non
dia fastidi al traffico creando code e intralci».
Al di là della scelta (un’idea c’è
già, ma verrà valutata e soprattutto «esternata» al momento
opportuno) l’amministrazione
comunale non è contraria in via
di principio a un’operazione che
ha i suoi benefici: «Le finalità sono due: eliminare o almeno ridurre all’indispensabile l’uso e
dunque lo smaltimento delle
bottiglie di plastica e fornire
un’acqua migliore e più sana rispetto a quella venduta in confezioni di plastica che stanno in giro giorni e settimane». ■
Emanuele Casali
La cooperativa di disabili nata dal Patronato San Vincenzo
La sede
A
I laboratori
nel vecchio
municipio
A
Da quando, l’anno scorso, si sono
staccati dal Patronato San Vincenzo costituendo la cooperativa sociale «La Perla Nera» i quattordici
ragazzi di Fabio Benigni e Francesco Sala lavorano al piano terra del
«palazzo di vetro» ossia il vecchio
municipio di Sorisole, in Piazza Alpini, rimasto inutilizzato se si
esclude la sede dell’ufficio postale.
È stato l’ex sindaco Eros Mastrobuono a firmare con «La Perla Nera» un contratto di comodato d’uso dei locali per sei anni che la nuova amministrazione del sindaco
Stefano Gamba ha continuato a
mantenere. Un passo ufficiale che
ha dato il via alla metamorfosi. A
spese della cooperativa gli spazi
sono stati rinnovati.
Laddove una volta c’era lo sportello dell’anagrafe e l’ufficio della Polizia locale adesso si eseguono
stampe e si impacchettano magliette, felpe e maglioni. Dai certificati di nascita al fashion de «la lumachinamod».
Il suo fare un po’ sospetto, infatti, non ha convinto una delle
commesse del negozio del centro commerciale di Orio al Serio.
L’ha osservato per bene
mentre, con il bimbo «a bordo»
di appena due anni, si muoveva
tra i vari scaffali arraffando qua
e là. Tant’è che, sul più bello, la
commessa l’ha sorpreso con
l’aiuto di una delle guardie addette alla sicurezza di Oriocenter bloccandolo, come si dice in
questi casi, con le mani in pasta.
Anzi, nel passeggino, più precisamente, dove l’uomo aveva nascosto parte della refurtiva.
Merce varia, per la maggior parte capi di abbigliamento, due
giacconi, un paio di scarpe e
una borsa sportiva, per un valore totale di 250 euro.
Merce dalla quale – servendosi con tutta probabilità di un
tronchesino che poi gli è stato
trovato addosso – aveva tranciato le placche antitaccheggio.
Così, ancor prima di uscire dal
negozio, la sua fuga non è potuta nemmeno iniziare.
L’uomo, un boliviano di 27
anni, ieri intorno alle 13 è stato
quindi fermato e successivamente affidato, dalla security
del centro commerciale, ai carabinieri della stazione di Stezzano intervenuti per gli accertamenti del caso. ■