Il ruolo della logistica e del trasporto nel supply chain management
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Il ruolo della logistica e del trasporto nel supply chain management
PROVINCIA DI SIENA ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE PIANO STRATEGICO PER IL SISTEMA AGROALIMENTARE E RURALE DELLA PROVINCIA DI SIENA 2008 1 2 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE INDICE 1. PREMESSA ............................................................................................................ 4 2. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO .............................................................................. 7 3. IL SISTEMA AGROALIMENTARE SENESE ................................................................. 11 3.1. 3.2. 3.3. 3.4. 3.5. I CARATTERI STRUTTURALI ....................................................................... 11 GLI ASPETTI PRODUTTIVI ......................................................................... 13 GLI ASPETTI SOCIOECONOMICI .................................................................. 14 LE ALTRE PECULIARITÀ TERRITORIALI........................................................... 17 LE PRINCIPALI FILIERE PRODUTTIVE E I PRODOTTI DI QUALITÀ CERTIFICATA ............. 22 4. I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL SISTEMA .................................................. 30 5. GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DI LUNGO PERIODO .................................................... 35 5.1. 5.2. 5.3. 5.4. OBIETTIVO 1 ....................................................................................... 38 OBIETTIVO 2 ....................................................................................... 41 OBIETTIVO 3 ....................................................................................... 44 OBIETTIVO 4 ....................................................................................... 46 6. I PRINCIPALI STRUMENTI A SOSTEGNO ................................................................. 48 7. CONCLUSIONI ..................................................................................................... 52 Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 3 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 1. PREMESSA Nei prossimi anni, lo sviluppo dei territori rurali sarà profondamente influenzato da fattori evolutivi di natura sociale, economica e normativa. L’approvazione della nuova Politica Agricola Comune, da molti ritenuta “rivoluzionaria”, ha costretto il sistema delle imprese agricole italiane a rivedere le proprie strategie produttive e commerciali, spostando la propria attenzione alla domanda di mercato piuttosto che alle produzioni maggiormente sovvenzionate dalla politica. Un mercato che, causa una significativa concentrazione dei grandi operatori distributivi e un forte inasprimento concorrenziale dovuto anche all’ingresso di nuovi competitor (basti pensare, a tale proposito, al caso del vino e dei nuovi produttori dell’Emisfero Sud) diventa sempre più competitivo e di difficile accessibilità. Senza contare che, in conseguenza di una stagnazione dei consumi alimentari in Italia che perdura ormai da diversi anni, i mercati più profittevoli vanno ricercati lontano dai confini nazionali; e anche questo obiettivo mal si attaglia sia alla polverizzazione del nostro sistema agricolo, sia al “nanismo” che contraddistingue le imprese alimentari. Il nuovo Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013 rappresenta indubbiamente il principale strumento per gli investimenti nel settore agricolo. Uno strumento che, a dispetto di quelle che erano le intenzioni originarie alla base della riforma PAC (spostamento progressivo e rilevante delle risorse dal I al II pilastro), risulta sempre più oggetto di attacchi da parte dei diversi governi nazionali dei Paesi UE (in particolare di quelli del Centro-Nord Europa), finalizzati a limitare il contributo di ogni singolo Stato alla formazione del budget comunitario. Senza contare che lo stesso Commissario Europeo all’Agricoltura se, da un lato, tende a rassicurare le imprese agricole sulla stabilità del budget dedicato al settore fino al 2013, dall’altro arriva a dare quasi per scontato una forte riduzione dello stesso dopo tale data. In virtù di questi preoccupanti segnali e dello scenario competitivo con il quale si trovano a confrontarsi quotidianamente le imprese agricole ed alimentari, risulta quindi di fondamentale importanza adottare una visione strategica di sviluppo Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 4 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE “ragionata” del sistema agroalimentare e rurale della provincia di Siena che possa trovare nel nuovo Piano Locale di Sviluppo Rurale uno strumento operativo efficiente ed efficace. In altre parole, occorre innanzitutto conoscere con precisione sia il posizionamento competitivo del sistema agroalimentare senese, sia lo scenario normativo e di mercato - attuale e futuro – con il quale si troveranno a confrontarsi le stesse aziende agricole ed alimentari del territorio provinciale. Ciò al fine di individuare un percorso di sviluppo che dia garanzia di continuità e sostenibilità economica al medesimo sistema produttivo locale e che, di conseguenza, trovi un valido supporto per l’implementazione degli interventi collegati a tali obiettivi di crescita proprio nel nuovo Piano Locale di Sviluppo Rurale. La Conferenza Provinciale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, svoltasi il 24 novembre 2006, ha rappresentato il punto di partenza di questo percorso di sviluppo. Tale evento si è infatti configurato non solo come momento per fare il punto sullo “stato di salute” e sulla competitività del sistema agroalimentare provinciale (soprattutto in relazione agli scenari evolutivi), ma anche come occasione di confronto e dibattito tra le imprese, le associazioni e le istituzioni pubbliche per porre le basi e le fondamenta di quello che sarà il percorso operativo al termine del quale si giungerà alla formulazione del Piano Locale di Sviluppo Rurale 2007-2013. La Conferenza ha quindi esercitato la funzione di momento di “ascolto” per acquisire da tutti i soggetti pubblici e privati indicazioni, suggerimenti, proposte. Tuttavia, è anche bene sottolineare come lo strumento del PLSR non sia in grado di soddisfare tutti i fabbisogni e gli obiettivi di sviluppo del sistema agroalimentare e rurale senese, dovendo rispondere a requisiti e spazi di manovra limitati e determinati a livello regionale in conseguenza di una necessaria coerenza richiesta con quanto stabilito in materia di sviluppo rurale a livello nazionale e, ancor prima, comunitario. Per tale motivo, il Piano Locale di Sviluppo Rurale rappresenta il principale ma non l’unico strumento operativo in grado di implementare strategie di sviluppo di lungo periodo in ambito agricolo, alimentare e rurale. Alla luce di tali considerazioni e del percorso intrapreso ed iniziato con la Conferenza Agraria provinciale del 2006, si è ritenuto quindi opportuno realizzare il seguente Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese affinché possa essere delineato - in un orizzonte di lungo periodo - un obiettivo di crescita e di sviluppo del suddetto sistema provinciale che, seguendo l’iter di condivisione e concertazione Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 5 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE avviato con le istituzioni, gli attori economici, le associazioni e le organizzazioni di rappresentanza, possa condurre le imprese e il territorio ad una sostenibilità economica ed ambientale in grado di autorigenerarsi in un contesto di supporto “parziale” derivante dal Piano Locale di Sviluppo Rurale. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 6 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 2. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO Al fine di inquadrare in un contesto competitivo le peculiarità, i punti di forza e quelli di debolezza del sistema agroalimentare e rurale senese, occorre innanzitutto identificare i principali fattori in grado di influenzare lo scenario concorrenziale e normativo di riferimento per le imprese agroalimentari. Tale descrizione – per quanto sintetica – risulta inoltre necessaria per la definizione degli obiettivi di sviluppo del sistema provinciale in un ottica di lungo periodo. Innanzitutto è bene premettere come negli ultimi tempi l’agricoltura sia tornata ad occupare lo spazio centrale del dibattito politico ed economico in virtù della propria funzione produttiva di beni alimentari e, secondariamente, energetici. Ciò è avvenuto in quanto l’intensità della crescita economica a livello globale di questi ultimi anni ha reso sempre più evidente e preoccupante il problema dello squilibrio tra sviluppo e risorse utilizzate e disponibili. Da qui l’incremento nei prezzi dei prodotti agricoli: basti infatti pensare che dal 2003 ad oggi i prezzi delle principali commodity sono più che raddoppiati, quelli di burro e latte quasi triplicati, il prezzo del riso ha subito incrementi intorno al 50% solo negli ultimi cinque mesi. Il rialzo dei prezzi è principalmente la conseguenza dello squilibrio tra domanda e offerta e dei ridotti livelli delle scorte alimentari. I tre grandi temi che condizionano il presente e sono destinati a condizionare in futuro i modelli di crescita sono quelli energetico, ambientale e, appunto, alimentare. Grandi questioni tra loro intimamente connesse e rispetto alle quali ha progressivamente acquisito importanza il ruolo del settore agricolo, anch’esso protagonista di enormi cambiamenti in questi ultimi anni. Sono mutati il ruolo e il peso dell’agricoltura in termini economici e sociali e nel rapporto con l’ambiente; è profondamente cambiata l’articolazione dei rapporti tra produzione, trasformazione, distribuzione e consumo. In merito a quest’ultimo punto occorre infatti sottolineare come l’evoluzione dei consumi alimentari sia contraddistinta da forti cambiamenti nei gusti e negli stili di vita degli stessi consumatori. Un’evoluzione che si ripercuote su tutti gli stadi della Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 7 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE filiera agroalimentare con impatti più significativi sulle fasi di produzione. Nello specifico, vi è una forte influenza dei recenti modelli organizzativi dell’economia e della società sull’evoluzione dei consumi alimentari, specie nei paesi più sviluppati. Le principali tendenze in atto attengono alla crescente attenzione verso gli aspetti dietetico salutistici dei prodotti, alla continua omologazione dei comportamenti di consumo e di acquisto ma, in termini complementari alla globalizzazione dei comportamenti, si affermano anche stili alimentari con elevato grado di personalizzazione, fortemente condizionati da variabili di carattere sociodemografico, culturali e geografiche. Il risultato delle dinamiche descritte è una maggiore articolazione dei segmenti di mercato e dei modelli di consumo alimentari, sempre più influenzati da un mix di variabili, oltre a quella reddituale che però, in considerazione di una fase economica stagnante che perdura ormai da diversi anni, conduce ad importanti riorganizzazioni del paniere di spesa alimentare (beni primari assumono quasi carattere voluttuario e prodotti tecnologici diventano necessari a scapito di alcuni di natura alimentare). Queste spinte producono chiaramente effetti diretti sui sistemi produttivi locali, imponendo azioni di adeguamento e ristrutturazione della componente produttiva in direzione delle recenti dinamiche di consumo. Accanto a questo occorre segnalare la centralità ormai assunta dalla Distribuzione Moderna nel veicolare il prodotto alimentare al consumo: nell’ambito delle vendite alimentari presso tale tipologia commerciale, in Italia il 30% risulta ormai di pertinenza di appena 5 imprese (a livello europeo, la concentrazione della quota arriva al 98% in Svezia ed è comunque superiore al 50% nella gran parte dei Paesi UE). E’ bene poi sottolineare come le insegne estere coprono quasi il 25% del mercato italiano e la quota delle centrali di acquisto legate a gruppi internazionali arriva al 58%. Anche questo aspetto ha un forte impatto sui modelli organizzativi e produttivi delle fasi a valle, fino a determinare vere e proprie opzioni di riposizionamento funzionale delle unità produttive in favore delle logiche delle moderne catene distributive. La liberalizzazione dei commerci, la progressiva apertura del mercato comunitario e lo sviluppo del sistema dei trasporti e delle comunicazioni a livello mondiale stanno inoltre portando una maggior pressione competitiva sui prodotti alimentari italiani, sia sul mercato interno che su quelli esteri. In particolare, relativamente a questi ultimi, occorre inoltre sottolineare come stiano sempre più affermandosi nuovi mercati Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 8 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE profittevoli e dinamici – ma geograficamente distanti dall’Italia - in considerazione degli importanti cicli di sviluppo economico cui risultano interessati, ormai da diversi anni, alcuni grandi Paesi Emergenti, la cui domanda alimentare è in larga parte fonte delle pressioni inflazionistiche che si sono verificate sui prezzi di molti prodotti agricoli. Infine, ma non meno importante, il capitolo normativo. Dopo la radicale modifica della PAC del 2003, meglio nota come Riforma Fischler, l’agenda delle riforme nel quadro di regolamentazione del settore agroalimentare europeo è risultata, in questi ultimi tempi, molto fitta: dalle nuove OCM ortofrutta e vino all’healt check dell’attuale PAC, dal prossimo avvio della programmazione dei fondi strutturali al riesame intermedio delle spese e risorse comunitarie. Accanto a queste modifiche ed appuntamenti, la sempre minor certezza di un budget dedicato al settore agricolo (per lo meno nelle stesse dimensioni di quello attuale) dopo il 2013, non fa che proiettare diverse ombre sul futuro del settore, inducendo le imprese e le istituzioni nazionali, regionali e locali ad interrogarsi sui possibili percorsi di crescita e di sviluppo da intraprendere nel prossimo futuro per garantire una continuità di lungo periodo all’intero sistema. Più in particolare, le evoluzioni normative richiamate si inseriscono in un contesto di continua liberalizzazione del commercio imposto in sede WTO (World Trade Organization) alle economie partecipanti, allo scopo di ridurre il livello di distorsione nel commercio, migliorare il livello di competizione e, in definitiva, il benessere delle popolazioni coinvolte. Come accennato, però, le questioni sul tappeto sono molteplici e di importanza cruciale per il futuro sviluppo dei sistemi agroalimentari e rurali europei. Senza la presunzione di assegnare ordini di priorità ai diversi temi, è indispensabile comunque riconoscere un ruolo di primo piano a due aspetti fondamentali: 1. Il continuo processo di riorientamento della PAC verso un modello di politica che non produca effetti distorsivi sul commercio internazionale e sulle scelte produttive e strategiche dei produttori agricoli e che, allo stesso modo, risulti attenta a tutta una serie di nuove istanze collettive demandate al settore primario. Infatti, se è vero che riacquistano centralità molti aspetti di carattere produttivistico legati ai vecchi obiettivi identificati nei documenti di istituzione della politica agricola comunitaria (essenzialmente per le questioni legate ai recenti problemi di approvvigionamento alimentare determinati dalle spinte di Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 9 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE nuovi consumi delle economie emergenti nonché per gli obiettivi legati alle energie rinnovabili di natura agricola e ad elementi di natura congiunturale), è anche vero che la ristrutturazione dell’economia e della società ha portato ad identificare una serie di questioni nuove che possono essere efficacemente demandate al settore primario: solo per citare alcuni esempi la salvaguardia ambientale, il presidio territoriale nonché la partecipazione ad obiettivi di natura climatica e di gestione di risorse strategiche come acqua e energia portano il settore verso una nuova centralità e definiscono un nuovo protagonismo delle aree rurali europee, identificabili non più esclusivamente come spazi di produzione, ma sempre più come spazi di produzione e consumo. 2. Il secondo punto attiene a quelle che sono le previsioni finanziare legate al bilancio della PAC; infatti, come accennato, esistono una serie di spinte verso un continuo calo delle risorse finanziarie da destinare a tale politica nel suo complesso e, contemporaneamente, uno spostamento di risorse dalla politica dei prezzi e dei mercati alla politica di sviluppo rurale. Da più parti sono arrivate pressioni sulla necessità di ridurre le risorse a disposizione della PAC (una delle politiche più importanti dell’Unione Europea considerato che assorbe circa il 50% dell’intero budget comunitario); tuttavia, oltre a ridurre le ingenti risorse è anche necessario qualificare ulteriormente le azioni che tale politica incentiva: infatti, è ipotizzabile quasi con certezza che le uniche azioni compatibili con i nuovi scenari di regolamentazione del commercio internazionale saranno quelle destinate a favorire lo sviluppo rurale e di forme di gestione del rischio attive da parte delle aziende agricole. Questi saranno probabilmente le questioni più urgenti e delicate che la PAC dovrà affrontare nel prossimo futuro, di cui in parte si hanno già i primi segnali nel processo di health check in corso, in particolare nella possibilità di incrementare il tasso di modulazione obbligatorio delle risorse dal primo al secondo pilastro in favore dello sviluppo rurale. Si tratta di aspetti fondamentali, che avranno un impatto forte sui sistemi agroalimentari e rurali europei, poiché si rafforza il percorso di orientamento al mercato avviato con la Riforma Fischler del 2003. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 10 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 3. 3.1. IL SISTEMA AGROALIMENTARE SENESE I CARATTERI STRUTTURALI L’analisi dei dati relativi all’evoluzione delle aziende agricole in provincia di Siena, in particolare di quelle iscritte alla CCIAA, mette in luce come l’evoluzione intervenuta negli ultimi anni (2000-2007), seppur di carattere negativo, posizioni la provincia in termini migliori di quanto accade invece nella regione Toscana e in Italia. In particolare, si nota come nell’intervallo di tempo considerato, a fronte di diminuzioni per tutti e tre gli aggregati territoriali individuati, la provincia di Siena lasci registrare la minore contrazione percentuale. Nello specifico, tra il 2000 e il 2007 la diminuzione percentuale delle aziende agricole senesi è del 4,7%, mentre nella regione Toscana e in Italia si registrano tassi di decremento rispettivamente del 10,3% e del 13,1% (figura 1). Figura 1 – Andamento delle imprese agricole (imprese attive, 2000 = 100) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Movimprese. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 11 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Per quanto attiene invece la verifica legata all’evoluzione della Superficie Agricola Utilizzata (SAU), è necessario in questo caso basarsi su dati censuari, l’unica fonte in grado di restituire la reale evoluzione intervenuta. Dai dati riportati nella tabella 1 si nota come la provincia di Siena confermi in parte la sua tenuta relativa rispetto alle dinamiche regionali e nazionali; infatti, nel decennio intercensuario le variazioni della SAU, sia in Toscana che in Italia, hanno fatto registrare dati poco confortanti: nello specifico, a livello nazionale si registra una contrazione del 12,2%, mentre nella regione Toscana la variazione tra il 1990 e il 2000 è del 7,5%. Nella provincia di Siena, che detiene il 21,5% della SAU regionale al 2000, la contrazione intervenuta è invece del 5,4%, ben inferiore al dato nazionale e regionale, a testimonianza di un settore vitale e in grado di mantenere le proprie posizioni, testimoniato appunto dalla ridotta variazione della SAU. Tabella 1 – Trend della SAU in provincia di Siena e in regione Toscana SAU 1990 SAU 2000 Var. % (HA) (HA) 1990/2000 Siena 195.446 184.800 -5,4% Toscana 927.568 857.699 -7,5% 15.045.525 13.206.297 -12,2% Italia Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Accanto al comparto primario, il sistema agroalimentare senese vede una ridotta presenza di un’industria di trasformazione alimentare, principalmente focalizzata sulla produzione dolciaria (tabella 2). Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 12 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Tabella 2 – L’industria alimentare senese (imprese registrate, 2007) Provincia di Siena Imprese di trasformazione dei prodotti agricoli e forestali (unità) 489 di cui: Produzione, lavorazione e conservazione di carni 53 Lavorazione e conservazione di pesce 1 Lavorazione e conservazione di frutta ed ortaggi 3 Produzione di oli e grassi vegetali ed animali 18 Industria lattiero casearia e dei gelati 46 Lavorazione granaglie e prodotti amidacei 15 Prodotti per l'alimentazione degli animali 10 Altri prodotti alimentari* 311 Industria delle bevande 32 * pane,pasta, prodotti dolciari, ecc. Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CCIAA. 3.2. GLI ASPETTI PRODUTTIVI Passando ad analizzare invece la composizione tipologica della SAU, ossia la sua destinazione fra i diversi tipi di attività colturali, si nota come la destinazione prevalente in termini di superficie investita sia legata, nel 2007, alla produzione di frumento duro, con oltre 32.000 ettari (tabella 3). Sebbene tale estensione denoti una variazione negativa del 19% rispetto alla SAU del 2000 e dopo aver toccato il suo massimo nel 2004 con ben 49.000 ettari, le stime relative alle semine del 2008 evidenziano una forte ripresa della coltivazione di tale coltura a seguito del favorevole momento di mercato che, come descritto precedentemente, segnala importanti aumenti dei prezzi di vendita. Occorre ricordare come l’abbandono della coltivazione nelle aree più marginali della provincia a partire dal 2005 sia stata principalmente determinata dalla riforma PAC (disaccoppiamento degli aiuti). Una diminuzione testimoniata anche dal contestuale incremento delle superfici a foraggere (oggi seconda coltura per superficie investita in provincia), i cui costi di produzione sono notoriamente più ridotti di quelli del frumento duro. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 13 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Un’altra coltura molto importante per il sistema agroalimentare senese è rappresentata dalla vite che, con 18.812 ettari nel 2007 occupa il terzo posto in termini di destinazione di SAU, con una variazione positiva rispetto al 2000 del 5,7%. Questa produzione è di assoluto rilievo per il sistema territoriale nel suo insieme, sia perché la maggior parte della produzione vitivinicola può vantare un riconoscimento di qualità apprezzato in tutto il mondo sia perché questo tipo di produzione attiva la valorizzazione di altre risorse territoriali di indubbio valore. Anche le produzioni olivicole, con una SAU di 15.200 ettari al 2007, rappresentano una coltivazione molto diffusa per il territorio senese, la cui produzione risulta di buona qualità (sul territorio insistono 2 Dop e 1 Igp) seppure i quantitativi commercializzati risultano esigui rispetto al potenziale ottenibile nell’area. In particolare c’è stata una diminuzione degli ettari coltivati ad olivo, ma un incremento del numero di piante. Tabella 3 – Superficie investita per principali coltivazioni in provincia di Siena (ettari) Var. % 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Frumento duro 40.000 40.000 41.000 41.000 49.000 33.000 33.500 32.385 -19,0% Pascoli 27.000 27.000 27.000 24.400 24.200 24.500 1.900 4.181 -84,5% Vite 17.791 18.255 18.490 18.439 18.653 18.665 18.845 18.812 5,7% Olivo 24.289 24.300 24.450 14.200 14.100 14.750 15.200 15.200 -37,4% 2000/2007 Foraggere temporanee 9.908 8.988 8.988 9.650 9.380 8.980 14.420 31.411 217,0% 10.000 9.000 9.000 9.000 9.000 8.200 8.250 4.374 -56,3% Mais 3.500 2.700 2.700 4.850 3.000 1.600 2.600 3.279 -6,3% Orzo 3.000 1.000 1.100 1.000 1.000 850 4.690 5.290 76,3% Avena 2.900 300 300 300 300 260 3.400 5.046 74,0% Girasole Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. 3.3. GLI ASPETTI SOCIOECONOMICI Al fine di comprendere la specializzazione e la vocazionalità produttiva del sistema agroalimentare senese, è utile analizzare il valore della produzione agricola e la sua composizione percentuale. Nel 2006, tale valore è risultato pari a 286 milioni di euro, con un impatto sul totale della produzione agricola toscana del 12,5%. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 14 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE La verifica della composizione percentuale indica come il maggior contributo al risultato finale è dato dalle produzioni vitivinicole che, con un’incidenza del 34,1% sul totale, si collocano al primo posto nel panorama produttivo provinciale; segue, seppur a distanza, il comparto delle carni, che arriva ad incidere sul totale della produzione agricola per il 18,9%. Con circa il 12% di peso sul totale figurano i cereali, mentre le produzioni olivicole e le altre legnose agrarie, incidono per un altro 6,6% (figura 2). Figura 2 – Composizione della produzione agricola senese (2006) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istituto G. Tagliacarne. La figura 3 mostra invece l’andamento delle principali colture nel periodo 2000-2006, dove si evince in particolare la performance altalenante dei cereali; infatti, ai valori maggiori registrati nel 2001 e nel 2004 si contrappongono anni difficili, come il 2003 e il 2005-2006, dove evidenti sono gli effetti del riorientamento della PAC. Tuttavia, le prime stime sugli anni successivi ipotizzano una netta ripresa per questo comparto, tenuto conto delle dinamiche di prezzo che stanno riguardano i cereali a livello internazionale negli ultimi periodi. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 15 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Figura 3 – Evoluzione del valore della produzione per comparti principali (2000-2006) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istituto G. Tagliacarne. In termini occupazionali il settore agricolo riveste un ruolo di primo piano nell’economia provinciale, fino a collocarsi tra i primi posti nella graduatoria delle province del centro-nord in termini di percentuale di addetti in agricoltura sul totale dell’occupazione; in questa sede (figura 4), il confronto viene proposto esclusivamente con le province del centro-nord, più simili alla realtà senese in termini di sviluppo e di terziarizzazione dell’economia (è infatti risaputo che nelle regioni del Meridione il diverso grado di sviluppo economico complessivo porta ad avere ancora un’alta percentuale di occupati in agricoltura rendendo di fatto il paragone falsato). Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 16 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Figura 4 – Percentuale di occupati in agricoltura sul totale occupati (2005) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT Come si nota dalla figura riportata (figura 4), la provincia di Siena si colloca al secondo posto tra le province del centro-nord in termini di importanza del settore agricolo sul complesso dell’economia in termini occupazionali; infatti, con una percentuale dell’8,9% di occupati in agricoltura è seconda solo alla provincia di Cuneo (10,3%). Seguono, comunque con valori importanti, la provincia di Grosseto (a pari merito con l’8,9%), di Imperia (8,4%) e di Asti (8,0%). Si tratta di dati estremamente significativi, che testimoniano come il settore primario sia una componente essenziale dell’economia locale senese, anche tenuto conto che lo stesso dato a livello di regione Toscana è pari al 2,9%, mentre a livello complessivo Italia è del 4,1%. 3.4. LE ALTRE PECULIARITÀ TERRITORIALI Siena, con una superficie di 3.821 kmq, è la seconda provincia della Toscana per estensione territoriale. La popolazione residente nel territorio della provincia di Siena supera le 260.000 unità, cioè un numero pari a circa il 7% del totale della Toscana. La quasi totalità dei comuni (cioè 33 su 36) ha meno di 20.000 abitanti. Siena e la sua provincia occupano però più del 16% della superficie regionale, evidenziando pertanto una densità Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 17 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE abitativa tra le più basse della regione, superiore solo a quella della provincia di Grosseto 1. Accanto alla bassa pressione antropica che contraddistingue il sistema rurale della provincia di Siena, occorre ricordare la consistente superficie boschiva presente: oltre 110.000 ettari di cedui e quasi 19.000 di fustaie tra semplici e composte, intendendo compresi in tale area anche i giovani cedui e le giovani fustaie (tabella 4). Tabella 4- La superficie boschiva in provincia di Siena Provincia di Siena (ettari) Fustaie: 18.896 di cui: Conifere 2.240 Latifoglie 1.472 Miste conifere e latifoglie 4.144 Cedui: 110.928 di cui: Semplici 47.472 Composti 32.576 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat. I dati ISTAT non tengono conto di circa 11.000 ettari di terreni “saldi”, a tutti gli effetti considerati bosco. Allo stesso modo, analizzando le peculiarità ambientali della provincia di Siena nella logica di una corretta gestione del territorio e delle sue risorse, vanno segnalate le aree cui è garantita una rigida protezione ambientale (tabella 5) nonché la presenza di tre parchi per una superficie complessiva di oltre 62.000 ettari (tabella 6). 1 La densità abitativa è il rapporto degli abitanti per Kmq ed è pari a 68,5 ab/kmq per la provincia di Siena e 47,9 ab/kmq per quella di Grosseto (Istat – Censimento sulla popolazione 2001) a fronte di 154,3 ab/kmq della Toscana. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 18 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Tabella 5 - Superficie ed aree protette Provincia di Siena Superficie aree (ettari) protette di cui: Riserve naturali 71.281,2 9.071,9 Alto Merse 1.952,1 Basso Merse 1.418,5 Bosco di S. Agnese 261,7 Castelvecchio 628,1 Cornate e Fosini 393,1 Crete dell'Orcia 521,1 Farma 86,2 Il Bogatto 588,1 La Pietra 102,5 Lago di Montepulciano 455,0 Lucciola Bella 1.183,0 Pietraporciana 336,5 Pigelleto 871,9 Ripa d'Orcia 274,2 Superfici ANPIL 62.209,3 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ARTEA. In dettaglio, le aree protette – 14 riserve naturali e 3 aree ANPIL - coprono poco meno del 20% della superficie provinciale. In particolare, le sole riserve naturali si estendono su oltre 9.000 ettari, una superficie pari al 2,4% della superficie provinciale. Tabella 6- Parchi nazionali, regionali e provinciali Provincia di Siena Parchi provinciali di cui: Parco dell'Elsa Val d'Orcia Lago di Chiusi Ettari 62.209,3 203,3 61.188,0 818,1 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Regione Toscana – D.G. Politiche Territoriali Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 19 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Accanto a tali riserve ed aree protette, è poi importante ricordare la particolare attenzione posta dalla provincia di Siena alla valorizzazione degli alimenti sani e di qualità che ha dunque favorito il diffondersi di metodi di coltivazione eco–compatibile in generale, biologici in particolare. L’opzione biologica costituisce una forma di differenziazione dell’offerta agricola locale, dal momento che, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, la sensibilità dell'opinione pubblica per il modo in cui il sistema primario coltiva le materie prime è mutata. In particolare, si presta una maggiore attenzione alle tematiche dell'ambiente, della produzione eco-compatibile, del benessere degli animali, e, di riflesso, anche il mercato chiede risposte concrete su queste problematiche. La SAU investita a tale metodologia di coltivazione ammonta infatti ad oltre 28.000 ettari, facendo di Siena la prima provincia a livello regionale e nazionale per superficie biologica. Per le dimensioni economiche dei comparti che lo compongono e le professionalità imprenditoriali coinvolte, anche il sistema zootecnico svolge un ruolo importante nel panorama agro-alimentare senese, soprattutto in quelle aree più marginali dove non risulta sviluppata la vitivinicoltura. La zootecnia rappresenta oggi una delle principali voci che concorrono alla definizione del valore complessivo della produzione agricola locale. In particolare, il dato relativo alla consistenza ovi-caprina (122.800 capi) dimostra il persistere di una vocazione pastorale nel territorio della provincia. La mandria bovina è invece molto più contenuta, intorno ai 12.000 capi, prevalentemente da carne, parte dei quali allevati allo stato semibrado (tabella 7). Tabella 7 - Il patrimonio zootecnico in provincia di Siena (2007) Capi (n.ro) Patrimonio zootecnico (n.ro capi) di cui: Bovini Ovi-caprini 134.796 12.608 122.188 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati USL 27- Siena Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 20 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Tra le attività di natura multifunzionale riconducibili al settore agricolo una delle più diffuse è sicuramente l’agriturismo. In tale ambito, la Toscana e in particolare la provincia di Siena, vantano una forte diffusione di questa attività grazie a strutture ricettive che sono tra le più numerose a livello nazionale. Nel corso del tempo, in provincia di Siena le aziende agrituristiche sono infatti progressivamente aumentate di numero. L’unicità del paesaggio e del territorio senese unito alle bellezze architettoniche ed artistiche di Siena e di altri centri artistici della provincia (San Gimignano, Pienza, Montalcino, ecc.) hanno indubbiamente favorito lo sviluppo di tale attività tra le aziende agricole. Le attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli sono dunque oggi in un rapporto di stretta connessione con quelle legate alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura ed all’allevamento degli animali. La figura 5, che riporta l’evoluzione del numero di aziende agrituristiche tra il 1997 e il 2007, mostra come questo tipo di attività ha conosciuto uno sviluppo notevole, passando dalle 374 unità del 1997 alle 1.072 del 2007. Figura 5 – Evoluzione del numero di agriturismi in provincia di Siena 1200 1072 943 1000 801 800 667 600 400 492 374 200 0 1997 1999 2001 2003 2005 2007 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Osservatorio turistico provinciale. All’evoluzione del numero di esercizi preposti all’ospitalità rurale si affianca lo sviluppo del numero dei posti letto dedicati; anche in questo caso il dato provinciale mostra come gli operatori rurali hanno cercato di cogliere tutte le opportunità derivanti dallo sfruttamento dei flussi turistici presenti in provincia, poiché il numero di posti letto in Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 21 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE agriturismo ha conosciuto una crescita notevole. Infatti, come sintetizzato in figura (figura 6), tra il 1997 e il 2007 il numero di posti letto dedicato è quasi triplicato, passando dai 4.424 unità a oltre 13.000. Per il prossimo futuro è ipotizzabile una crescita meno sostenuta delle attività agrituristiche, mentre risulta indispensabile lavorare maggiormente sulla qualificazione delle strutture già operanti, con l’obiettivo di migliorare il livello dei servizi offerti nonché incrementare il livello di collegamento tra l’attività primaria e la ricezione turistica. Figura 6 – Evoluzione del numero dei posti letto in agriturismo in provincia di Siena 14000 13220 11789 12000 9882 10000 8010 8000 5658 6000 4424 4000 2000 0 1997 1999 2001 2003 2005 2007 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Osservatorio turistico provinciale. 3.5. LE PRINCIPALI FILIERE PRODUTTIVE E I PRODOTTI DI QUALITÀ CERTIFICATA Il vino, che è tra i più antichi ed importanti derivati della trasformazione delle materie prime agricole territoriali costituisce un elemento distintivo della produzione agroalimentare senese. In particolare, il territorio di Siena è da sempre tra quelli che possiedono una maggiore vocazione per il vino all’interno dell’intera regione Toscana nonché nel panorama vitivinicolo nazionale e garantisce un’offerta ampia ed articolata. La posizione raggiunta dalla provincia di Siena è stata favorita da un’intelligente Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 22 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE applicazione delle opportunità fornite dall’Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) di settore tramite la quale, allo scopo di favorire la concentrazione della produzione nelle zone più tipiche dei territori dei singoli stati membri dell’Ue, sono stati sostenuti finanziariamente molteplici progetti per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti senesi. Il risultato più evidente è stata la progressiva diminuzione della produzione di vino da tavola ed Igt a vantaggio di Doc e Docg, che rappresentano oggi la quota più consistente dell’offerta di vino della provincia di Siena (figura 7). Figura 7 – Andamento della produzione di vino per tipologia in provincia di Siena Ettolitri 750.000 DOCG IGT Da tavola 600.000 450.000 300.000 150.000 0 1999 2001 2003 2005 2006 2007 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Anche l’olivicoltura riveste un ruolo economico di rilievo per il sistema agricolo della Toscana in generale e della provincia di Siena, in quanto la presenza di questa pianta caratterizza molte zone marginali, visto che si adatta ad essere coltivata anche su terreni inadatti a venire sottoposti ad altre pratiche colturali. In particolare, sono molte le imprese che presentano l’olivo come coltura secondaria nei propri Orientamenti Tecnici Economici. Il patrimonio della provincia è dunque ricco e diversificato, potendo disporre di varietà autoctone di elevato pregio e spiccata tipicità che possono contribuire all'affermazione di un'olivicoltura di qualità. In effetti, allo stato attuale, la Toscana contribuisce solo per il 3% alla produzione nazionale di olio d’oliva ed in ambito regionale, la produzione olivicola senese rappresenta circa il 12% Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 23 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE del volume totale, anche se una quota importante di questa produzione è costituita da oli certificati Dop e Igp. L’offerta provinciale ha nelle produzioni a marchio tutelato a livello comunitario, Dop dell’’Olio Chianti Classico’ e ‘Terre di Siena’ i suoi fiori all’occhiello. L’offerta è poi completata dall’’Olio Toscano’ Igp. In generale, il comparto olivicolo senese è condizionato nei suoi risultati economici dall’eccessiva frammentazione delle aziende. La consistenza produttiva di molte imprese, al netto del fabbisogno della famiglia, è infatti di pochi quintali di prodotto, motivo per cui è essenziale è che la ‘forbice’ tra costi di produzione e ricavi non si restringa oltre un determinato limite. D’altra parte, gli imprenditori agricoli spesso sono chiamati a lavorare su terreni collinari, che necessitano di macchinari particolari, con costi di manodopera elevati. Inoltre, le piccole dimensioni delle imprese sono un ostacolo alla certificazione del processo di tracciabilità del olio prodotto, che costituisce un fattore di competitività irrinunciabile sul mercato moderno. Basti infatti pensare, a tale proposito, che la produzione attuale certificata di Terre di Siena e Chianti Classico Dop è appena un quarto di quella che annualmente viene ottenuta a livello provinciale. In questo contesto, la scelta di puntare su una ‘produzione di eccellenza’ grazie ad un ‘territorio di eccellenza’ costituisce un valido percorso di valorizzazione della produzione: la garanzia dell’origine ‘locale’ della materia prima garantita tramite la Dop e l’Igp - è dunque il contributo del territorio di Siena alla collocazione di uno dei suoi prodotti più caratteristici. Figura 8 – Superficie e produzione di olio in provincia di Siena 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 2003 2004 S.A.U. (000. Ha) 2005 2006 Olio (000. q.li) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 24 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Nel corso degli ultimi anni, la SAU ad olivo in provincia di Siena è diminuita, attestandosi attorno ai 15.000 ettari. Con una produzione di olio pari a circa 18.000 quintali, Siena contribuisce al 12,8% della produzione totale regionale. Le forti oscillazioni della produzione di olio registrate da un anno all’altro vanno considerate come fisiologiche, in considerazione del fatto che l’andamento della produzione alterna annate di ‘carico’ produttivo ad altre di ‘scarico’. In ultimo, vale la pena di spendere alcune parole anche sulla filiera cerealicola dal momento che tra tutte le province toscane quella di Siena è, insieme a Pisa, quella che maggiormente contribuisce alla produzione regionale di cereali. In effetti, se l’analisi viene spostata sul medio periodo, la produzione e la coltivazione di cereali ha subito negli ultimi anni una contrazione sia in termini di superfici che di quantità prodotte in tutto il territorio nazionale. Il motivo è collegato all’introduzione del disaccoppiamento degli aiuti comunitari previsto dalla revisione di medio termine della Politica Agricola Comune (reg. CE 1782/2003). L’andamento provinciale riflette dunque quello nazionale, anche se le dimensioni delle fluttuazioni sono diverse. In particolare, la provincia di Siena appare come l’area della Toscana dove maggiore è la superficie coltivata a cereali (31,9% della regione) e più elevati sono i livelli di produzione (26,2% del totale). In particolare, circa i quattro quinti della SAU cerealicola sono coltivati a grano duro, che costituisce il oltre il 70% della produzione raccolta. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 25 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Figura 9 – Superficie e produzione di cereali in provincia di Siena .000 ha .000 q.li 3.000 70 60 2.500 50 2.000 40 1.500 30 1.000 20 500 10 - 2000 2001 2002 2003 SAU 2004 2005 2006 Produzione Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Come dimostra l’analisi della filiera del vino, dell’olio e dei cereali, il rafforzamento del sistema produttivo locale deve comunque andare di pari passo con quello dell’organizzazione commerciale soprattutto per la crescente importanza che vanno assumendo i mercati esteri quale destinazione finale dei prodotti agroalimentari. In generale, la bilancia commerciale esprime l’apprezzamento degli altri paesi per la produzione alimentare italiana. In tal senso, il comparto agro-alimentare senese ha compiuto uno sforzo importante di riscoperta del patrimonio culturale della tradizione locale, cogliendo dei risultati importanti che si sono sostanziati in un costante incremento delle esportazioni. Tale risultato favorevole si deve anche al dinamismo dell’industria alimentare che a livello provinciale ha evidenziato una significativa crescita in termini strutturali, addirittura superiore a quella regionale (figura 10). Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 26 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Figura 10 - La dinamica delle imprese alimentari nella provincia di Siena ed in regione (imprese attive nel settore alimentare, indice 2000= 100) 130,0 125,0 120,0 115,0 110,0 105,0 100,0 95,0 90,0 2000 2001 2002 2003 2004 Siena 2005 2006 2007 Toscana Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Movimprese. Tuttavia, analizzando l’andamento delle esportazioni agroalimentari della provincia senese, si scopre una forte specializzazione verso l’export solamente di vino, relegando le altre produzioni alimentari a ruoli secondari della bilancia commerciale (tabella 8). Tabella 8 - Le esportazioni alimentari della provincia di Siena (euro) Prodotti Prodotti dell'agricoltura Prodotti dell'industria alimentare di cui: - vino e bevande - oli e grassi - altri prodotti alimentari* - carni e prodotti a base di carne - prodotti della macinazione, amidi e fecole - lattiero caseari e gelati - preparati e conserve di frutta e ortaggi TOTALE EXPORT AGROALIMENTARE 2007 (euro) 2006 (euro) Var. 07/06 (%) 2.296.474 241.328.386 2.421.797 243.946.151 -5,2% -1,1% 217.023.156 13.802.797 6.864.078 1.784.989 1.130.890 561.958 146.259 207.860.822 24.507.022 7.843.069 2.387.171 753.019 411.923 180.677 4,4% -43,7% -12,5% -25,2% 50,2% 36,4% -19,0% 243.624.860 246.367.948 -1,1% * prodotti da forno, dolciari, ecc. Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 27 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE In effetti, con oltre duecento milioni di euro di valore esportato il vino rimane il prodotto ‘leader’ dell’export alimentare della provincia di Siena. Una produzione export-oriented che nell’ultimo quinquennio non solo ha consolidato le proprie posizioni sui mercati internazionali “tradizionali” ma è riuscita ad incrementare le in quelli emergenti. Basti infatti pensare, a tale proposito, che rispetto al 2000, le esportazioni di vini senesi sono cresciute complessivamente del 10% in valore, grazie soprattutto ad un incremento di oltre il 35% delle vendite negli Stati Uniti Alle spalle dell’export di vino, seppur a grande distanza per il giro d’affari generato, si collocano gli oli e grassi vegetali. E’ importante sottolineare, a tale proposito, come la vendita oltre frontiera di quest’ultima produzione riguardi sostanzialmente quantitativi di olio importato e lavorato sul territorio (basti infatti pensare che le importazioni superano l’export), senza alcun collegamento con le olive ottenute dalle imprese locali. La presenza sul territorio provinciale di un’importante impresa specializzata nella lavorazione e confezionamento di olio d’oliva (anche per c/terzi) fornisce così una visione distorta della propensione all’export di tale prodotto ed accentua una volta di più lo scarso collegamento con il mercato delle produzioni locali, evidenziando la necessità di una maggior organizzazione di filiera per valorizzare l’olio di qualità senese. Con la normativa comunitaria sulle Denominazioni di origine protetta (DOP) e le Indicazioni geografiche protette (IGP), sono tutelati i prodotti tipici originari di ristretti ambiti territoriali. In provincia di Siena insistono 19 denominazioni registrate attinenti vini (su un totale regionale di 45 denominazioni) e 11 riferite a prodotti alimentari Dop e Igp (rispetto a 19 denominazioni il cui disciplinare prevede la produzione nel territorio toscano). E’ doveroso sottolineare come dei 11 prodotti Dop e Igp realizzabili nel territorio senese, solamente l’Olio Terre di Siena e lo Zafferano risultano di esclusiva pertinenza del territorio provinciale; altri 5 prodotti sono “condivisi” con altre province toscane (Olio Toscano, Olio Chianti Classico, Pecorino Toscano, Prosciutto Toscano, Suino Cinto Toscano e Castagna dell’Amiata), mentre i rimanenti 3 prodotti (Mortadella di Bologna, Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale e Salamini Italiani alla Cacciatora) sono di carattere interregionale, nel senso che il disciplinare ne prevede la produzione in diverse regioni italiane. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 28 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Un quadro di sintesi dei principali dati economici e strutturali di alcune produzioni Dop e Igp della Toscana e della provincia di Siena è riportato nella tabella 9. Tabella 9 – Caratteri quantitativi ed economici di alcuni prodotti Dop e Igp toscani e senesi TOSCANA SIENA Produzione Valore al certificata consumo Valore alla trasform. (Mln. Euro) Imprese di trasform. (n.) Produzione certificata 2006 (tonn.) Valore al consumo (Mln. Euro) Valore alla trasform. (Mln. Euro) Prosciutto Toscano 24 2.600 65,0 22,1 1.690 - 42,3 14,4 Pecorino Toscano 14 1.965 29,5 14,7 227 8,8% 3,4 1,7 247 2.759 33,1 24,8 198 -38,7% 2,4 1,8 Olio Terre di Siena 23 42 1,0 0,8 42 -27,3% 1,0 0,8 Olio Chianti Classico 30 150 1,5 1,1 62 - 0,6 0,5 PRODOTTI Olio Toscano 2006 (tonn.) (Mln. Euro) Var.% 06/05 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Consorzi di Tutela. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 29 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 4. I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL SISTEMA In questa parte del Piano Strategico, tenuto conto delle evidenze emerse nei paragrafi precedenti, si cercherà di riassumere in modelli solitamente utilizzati in analisi di questo tipo i principali punti di forza e di debolezza del territorio provinciale nel suo complesso, in particolare per quanto attiene agli aspetti produttivi agroalimentari, ambientali e rurali/multifunzionali. Questa operazione utilizza lo strumento della SWOT analysis, che consente di organizzare le informazioni statistiche precedentemente illustrate e commentate in uno schema di più facile lettura e interpretazione: la SWOT analysis infatti altro non è che la traduzione delle informazioni statistiche in punti di forza e di debolezza relativamente al sistema territoriale indagato. Inoltre, i punti di forza e di debolezza così individuati sono analizzati anche in rapporto alle principali minacce ed opportunità di contesto con cui i territori rurali nel loro complesso devono confrontarsi. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 30 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Tabella 10 – SWOT Analysis aspetti produttivi del sistema agroalimentare senese PUNTI DI FORZA Elevata specializzazione qualitativa delle agricole rappresentative del tessuto provinciale PUNTI DI DEBOLEZZA produzioni produttivo Ridotta incidenza dei processi di ricambio generazionale in agricoltura e conseguente invecchiamento dei conduttori agricoli Territorio ad elevata ruralità caratterizzato da una ridotta pressione antropica sul territorio di riferimento (bassa densità abitativa) Insufficiente qualificazione professionale degli addetti del settore agricolo e forestale Contrazione delle aziende impegnate nell’allevamento Alto tasso di attività in agricoltura con una “tenuta” del numero degli addetti in agricoltura rispetto al contesto regionale e nazionale Elevata diversificazione dei modelli aziendali all’interno dell’area provinciale Incremento della popolazione di riferimento: assenza di fenomeni di abbandono territoriale e tenuta dei livelli di presidio ambientale-territoriale Riduzione consistente del numero dei capi zootecnici, con una tenuta relativa rispetto all’andamento regionale solo per ovicaprini ed equini Alta frammentazione e carattere artigianale dell’industria alimentare, associata però alla presenza di alcune imprese grandi con scarso collegamento territoriale Crescita consistente di strutture ricettive collegate all’attività agricola e conseguente diversificazione reddituale degli operatori primari Aumento del numero di presenze turistiche Elevata distintività ambientale-paesaggistica Sostanziale tenuta delle aziende agricole provinciali, specie in relazioni alle dinamiche regionali e nazionali Contrazione della SAU inferiore alla variazione regionale e nazionale Presenza di produzioni zootecniche e lattiero-casearie con elevata distintività sui mercati di riferimento Produzioni olivicole di buona qualità ma con evidenti difficoltà in termini di organizzazione e di approdo sui mercati Significativa propensione all’export per le produzioni vitivinicole con denominazioni di origine Incremento negli ultimi cinque anni delle superfici a legnose agrarie collegate anche alla forte valorizzazione mercantile, sia nazionale che internazionale, delle produzioni di qualità Sostanziale tenuta del valore aggiunto agricolo e incidenza percentuale doppia sul totale dell’economia rispetto alla regione Consistente patrimonio di produzioni con marchio di Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 31 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE denominazione di origine e di carattere tradizionale Buona presenza di aree forestate Elevata superficie destinata ad agricoltura biologica, in particolare cereali, vite e olivo MINACCE Continua liberalizzazione degli scambi fenomeni di concorrenza sui mercati OPPORTUNITA’ e crescenti Incremento significativo dei costi legati all’energia con conseguenti riflessi sui prezzi dei prodotti agricoli e alimentari Evoluzione delle norme comunitarie relative al settore agricolo e rischi di abbandono (settoriale e territoriale) per alcune colture/produzioni in vista di una continua riduzione del sostegno finanziario Incremento degli standard di riferimento relativi alla difesa dell’ambiente, al benessere degli animali e alle norme di sicurezza sul lavoro e relative alla sicurezza alimentare Difficoltà nel creare e mantenere rapporti di filiera equilibrati tra i diversi segmenti: sempre maggiore supremazia delle fasi a valle dell’agricoltura Maggiore sensibilità sociale nei confronti dell’ambiente, dello spazio rurale e di una maggiore sostenibilità dell’attività agricola Aumento della domanda legata alle recenti attività di diversificazione sviluppo rurale e conseguente economico-reddituale delle aziende agricole Incremento della domanda di prodotti agricoli veicolati al mercato attraverso forme di coordinamento innovative come ad esempio la vendita diretta o i farmer markets Innovazione e personalizzazione consumo alimentare delle abitudini di Forte attenzione per le fonti di energia rinnovabile specie per quelle collegate al comparto agricolo e forestale Incremento della domanda legata alle produzioni tipiche, biologiche o comunque con una forte connotazione territoriale Incremento dei prezzi per alcune produzioni agricole (cereali in particolare) Possibilità di innescare fenomeni di trascinamento tra prodotti: quelli ad elevata distintività possono fungere da traino per altre produzioni provinciali Possibilità di riconvertire alcune superfici rispetto ad usi e produzioni più in linea con le recenti istanze collettive Crescente attenzione delle politiche in favore del ricambio generazionale e di una maggiore qualificazione professionale degli operatori primari Aumento delle superfici nelle moderne catene distributive destinate ai prodotti regionali e con forte connotazione territoriale Possibilità di incrementare la competitività del sistema attraverso una maggior diffusione delle conoscenze tecniche, economiche, ambientali e di mercato mediante i servizi di consulenza e le azioni di formazione Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 32 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Tabella 11 – SWOT Analysis Siena: aspetti ambientali PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Diffusa presenza di aree ad elevato valore naturalistico e ambientale, con elevati livelli di conservazione delle biodiversità Fenomeni di abbandono dell’attività agricola in alcune aree più marginali con conseguenze di carattere negativo per ciò che attiene la conservazione della biodiversità e del presidio territoriale Alta diffusione di aree forestate Buona presenza di aziende agricole che utilizzano metodi di produzione biologici o di lotta integrata Presenza di azioni di recupero e valorizzazione in favore della flora e fauna autoctona, anche per via del legame presente con molte produzioni tipiche locali Utilizzo molto contenuto di biomassa per via di una serie di limitazioni, sia di carattere politico che economico Utilizzo della risorsa acqua non ottimale, sia per via di problemi strutturali che gestionali Diffusa presenza di aziende agricole sul territorio in grado di offrire un servizio di presidio territoriale e paesaggistico Presenza diffusa di elementi paesaggistici ad elevata caratterizzazione territoriale con buoni livelli di valorizzazione Alta differenziazione colturale, a garanzia di una maggior biodiversità MINACCE OPPORTUNITA’ Problemi connessi alla frequenza e intensità degli incendi Diffusione continua di tecniche colturali a basso impatto ambientale Concorrenza continua nell’utilizzo della risorsa acqua fra settori economici Sempre maggiore instabilità climatica e ripercussioni negative sulla disponibilità di acqua e sul settore agricolo Rischio di diminuzione dell’attività agricola e forestale nelle zone montane e svantaggiate con conseguenti problemi di presidio territoriale e ambientale Concorrenza nell’uso del suolo, specie immediatamente vicine ai grandi centri nelle zone Possibile modificazione dei tratti caratteristici paesaggistico-ambientali come conseguenza dell’abbandono dell’attività agricola nelle aree più marginali e con problemi complessivi di sviluppo Riforme delle politiche agroambientali in direzione di una maggior attenzione nei confronti delle tecniche di gestione ambientale e di sostenibilità dell’attività agricola Sempre maggiore attenzione nei confronti bioenergie, sia in termini politici che sociali delle Incremento notevole della sensibilità sociale verso aspetti legati alla gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali Incremento della domanda dei prodotti ottenuti con metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente Concreta attenzione delle politiche economiche di riferimento in favore della forestazione di aree agricole e non e sostegno alla funzione di assorbimento di CO2 Regolamentazioni comunitarie sempre più vincolanti e restrittive nei confronti dell’utilizzo di input chimici in agricoltura La presenza di un paesaggio e di un ambiente naturale ben conservato può favorire l’incremento della domanda legata al turismo ambientale o comunque legato alle forti specificità territoriali Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 33 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Tabella 12 – SWOT Analysis Siena: aspetti rurali e multifunzionali PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Territorio ad elevata ruralità con diffusa presenza di aziende con produzioni tipiche locali, biologiche e con denominazioni di origine Presenza di popolazione con elevati livelli senilizzazione, specie nei territori più marginali di Ridotta qualificazione delle attività agrituristiche termini culturali, ambientali, artistici, storici in Sviluppo delle attività agrituristiche comunque connesse all’agricoltura dell’ambiente e del paesaggio e e di attività rispettose Presenza di aziende di eccellenza per alcuni comparti produttivi (vino) Ridotte possibilità di occupazione e di impiego per le fasce di popolazione più giovani Ottima presenza e diffusione di amenità paesaggistiche e ambientali Presenza di fenomeni di controurbanizzazione per alcune aree Elevato patrimonio ambientale, storico e culturale Alta disponibilità di biomasse da poter eventualmente utilizzare per la produzione di energia per le comunità rurali MINACCE OPPORTUNITÀ Riduzione dell’occupazione legata alle attività rurali di carattere tradizionale Possibilità di sviluppare ulteriormente le attività commerciali, artigianali, sociali e turistico-ricreative collegate alle aziende agricole Ridotti livelli di servizio alla popolazione e alle imprese, specie nei comuni più marginali Dotazione infrastrutturale limitata in termini di supporto al sistema economico-produttivo territoriale Continua riduzione e possibilità di eliminazione degli incentivi pubblici a sostegno dello sviluppo dei territori rurali Possibilità di abbandono per le aree più impervie con conseguenti rischi in termini di presidio territoriale Espansione edilizia ed urbana poco attenta a vincoli e norme ambientali e urbanistiche Possibilità di migliorare il livello di conoscenza del territorio e delle sue eccellenze agricole attivando contatti con altre attività economiche: ristorazione e attività commerciali Rinnovata attenzione sociale per aspetti legati all’ambiente, alle tradizioni, ai saperi locali e alle produzioni agroalimentari specifiche di un territorio Sostenere lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione e informazione a sostegno dello sviluppo dei territori rurali Forte espansione del turismo rurale con elevate presenze sul territorio Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 34 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 5. GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DI LUNGO PERIODO I repentini cambiamenti in atto nello scenario economico mondiale rendono difficile se non effimera in molti casi la programmazione produttiva di lungo periodo. E ciò è ancor più vero per il settore agricolo i cui cicli di produzione – almeno nel breve periodo - sono scanditi dai ritmi biologici delle colture e dagli andamenti climatici più che dall’evoluzione del mercato. Tuttavia, è altrettanto vero che in mancanza di un disegno progettuale di ampio respiro, un settore statico come quello agricolo rischia di doversi trovare ad “inseguire” logiche di mercato con tempi di reazione molto più lunghi rispetto a quanto invece necessariamente richiesto. Ecco perché l’individuazione di obiettivi di crescita di lungo periodo a cui far ricondurre indirizzi strategici di sviluppo appare, in momenti di forte evoluzione come quello attuale, non solo necessario ma anche fondamentale per garantire una continuità futura al sistema delle imprese agroalimentari. Una continuità che, alla luce delle rilevanti interrelazioni detenute dall’agricoltura nei sistemi rurali – sia con i settori economici del turismo, dell’artigianato, del commercio che in merito agli aspetti “trasversali” delle risorse strategiche (energia, acqua, suolo, ecc.), dell’ambiente e del paesaggio – rappresenta la vera chiave di volta per garantire uno espansione di lungo periodo all’intero sistema locale. Come evidenziato nei capitoli precedenti, il sistema agroalimentare e rurale senese poggia la propria competitività su alcuni fondamentali pilastri: qualità delle produzioni, tutela e cura del paesaggio, identità e distintività territoriale. Si tratta di fattori tra loro strettamente interconnessi: il paesaggio attuale è il frutto di continue modificazioni che avvengono per mano dell’agricoltore che a sua volta risponde alle sollecitazioni del mercato che richiede prodotti in grado di soddisfare i bisogni dei consumatori. Una rappresentazione schematica di tale “circolo virtuoso” è riportata nella successiva figura 11. Ciò sta a significare che le attività esistenti nei territori rurali e considerate come esternalità positive che non trovano riconoscimento economico non possono comunque prescindere da una attività primaria che generi reddito per l’agricoltore, sia Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 35 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE che si tratti di produzione di beni agroalimentari sia che riguardi altre attività “multifunzionali” (che a loro volta però, per condizione normativa o funzionale, dipendono strettamente dall’esercizio dell’attività agricola). E senza tali esternalità, anche gli effetti economici che si generano su altri settori di attività a livello locale (come nel caso del turismo, del commercio, dell’artigianato) vengono a cadere o comunque a mitigarsi. Figura 11 – I pilastri del vantaggio competitivo del sistema agricolo e rurale senese Fonte:elaborazioni Nomisma. Questo circolo esistente tra attività agricola, cura dell’ambiente e del paesaggio e relazioni economiche con altri settori extra-agricoli deve comunque trovare un equilibrio al fine di poter esprimere impatti positivi nel lungo periodo. In altre parole, deve continuare ad essere “virtuoso”, trovando una sua sostenibilità autonoma, ed evitando così di trasformarsi in un circolo “vizioso” che all’opposto porterebbe in breve Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 36 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE tempo alla distruzione di quel vantaggio competitivo che il territorio senese vanta attualmente e che si riflette sulle proprie produzioni. Alla luce di tali considerazioni, dello scenario evolutivo in atto e delle peculiarità che contraddistinguono il sistema agroalimentare e rurale provinciale, gli obiettivi e gli indirizzi strategici cui tendere possono essere così identificati: 1. Consolidare e rafforzare la competitività delle imprese e delle relative attività e produzioni agroalimentari. 2. Tutelare e valorizzare le risorse strategiche naturali e paesaggistiche. 3. Sviluppare i servizi, le infrastrutture e le reti relazionali in ambito rurale tra e per le imprese e con la collettività locale. 4. Valorizzare il capitale umano. Ognuno di questi quattro obiettivi generali si declina in una pluralità di indirizzi strategici e di relativi interventi che possono riguardare singole filiere o settori produttivi oppure essere di natura “trasversale”, attinenti cioè l’intero sistema agroalimentare e rurale. Si tratta quindi di indirizzi che, anche attraverso lo strumento di programmazione provinciale in favore dello sviluppo rurale (ma non solo), devono guidare l’evoluzione del sistema agroalimentare e rurale verso una sostenibilità economica ed una vitalità delle zone rurali di lungo periodo, mantenendo quell’equilibrio virtuoso tra attività agricole, tutela del paesaggio e relazioni con altri settori economici locali di cui si faceva riferimento in precedenza. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 37 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 5.1. OBIETTIVO 1 Consolidare e rafforzare la competitività delle imprese e delle relative attività e produzioni agroalimentari Come evidenziato precedentemente, il mantenimento di un’attività agricola sul territorio in grado di autosostenersi economicamente (e quindi di creare redditività per l’agricoltore) è condizione necessaria per garantire quel circolo virtuoso finalizzato a generare un vantaggio competitivo per le produzioni locali e rendere “vivo” il sistema rurale provinciale. Il rafforzamento della competitività passa attraverso una serie di interventi identificati alla luce dell’attuale situazione che connota il settore provinciale e, soprattutto, in considerazione dello scenario evolutivo di riferimento. in particolare, per quanto riguarda i singoli comparti produttivi, di seguito si individuano i diversi indirizzi strategici ed interventi specifici per il settore. Seminativi - Segmentazione dell’offerta in linea con la domanda attraverso investimenti e ammodernamento delle strutture di stoccaggio in grado di valorizzare le produzioni locali; - Rafforzamento della filiera attraverso una maggior integrazione con le fasi a valle; - Incrementare la qualità delle produzioni anche attraverso investimenti tecnologici per la conservazione del prodotto. Vitivinicoltura - Consolidare la qualità e la reputazione acquisita a livello internazionale; - Sviluppare la ricerca e l’innovazione al fine di meglio rispondere ai cambiamenti in atto nella domanda; - Favorire la vendita diretta; - Migliorare l’organizzazione commerciale delle imprese anche attraverso un maggior presidio diretto dei mercati esteri; Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 38 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE - Sostenere i piccoli produttori attraverso processi di aggregazione a monte e a valle della filiera; - Rafforzare l’attività dei Consorzi di Tutela in tema di controlli, promozione e informazione; Olivicoltura - Ampliare gli oliveti (incrementando le superfici olivicole) favorendo al contempo la razionalizzazione e la specializzazione degli impianti; - Migliorare l’organizzazione di filiera attraverso un efficientamento della raccolta, della molitura e della vendita; - Favorire la vendita diretta; - Incentivare l’aggregazione dell’offerta; - Incentivare l’adesione dei produttori a disciplinari di qualità certificata Dop; - Rafforzare l’attività dei Consorzi di Tutela in tema di controlli, promozione e informazione; - Sviluppare la promozione commerciale e l’attività di scouting sui mercati esteri; - Sviluppare l’assistenza tecnica ai piccoli produttori e verso la meccanizzazione e l’irrigazione. - Coordinare le strategie di sviluppo del settore attraverso il contributo dato dal Piano Olivicolo Provinciale. Zootecnia di carne (bovini e suini) - Favorire la vendita diretta; - Incentivare l’adesione dei produttori a disciplinari di qualità certificata e sostenere i percorsi di riconoscimento Dop/Igp per le razze autoctone e locali; - Incentivare l’aggregazione dell’offerta; - Rafforzare l’attività dei Consorzi in tema di controlli, promozione e informazione; Zootecnia da latte (ovino) - Favorire la vendita diretta; Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 39 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE - Incentivare l’adesione dei produttori a disciplinari di qualità certificata e sostenere i percorsi di riconoscimento Dop/Igp per le razze autoctone e locali (in particolare per il Pecorino Terre di Siena Dop); - Incentivare l’aggregazione dell’offerta; - Favorire la vendita dei prodotti derivati dal latte nel territorio attraverso la diffusione presso la rete degli agriturismi, delle mense scolastiche, ecc; - Sostenere lo sviluppo di caseifici aziendali; - Sviluppare l’assistenza tecnica, la formazione e la consulenza alle imprese sui temi della salubrità e sicurezza alimentare. Agriturismo e fattorie didattiche - Razionalizzare l’offerta, in particolare per quanto riguarda i posti letto; - Differenziare e qualificare i servizi offerti; - Promuovere i prodotti agroalimentari locali, anche attraverso uno sviluppo dell’attività di ristorazione e somministrazione pasti e lo sviluppo di accordi di vendita con imprese agricole provinciali per prodotti non ottenuti direttamente in azienda (integrazione dell’assortimento). - Diffondere la conoscenza, la promozione e la visibilità delle fattorie didattiche presenti nel territorio provinciale. Altre produzioni e piccole filiere - Incentivare l’adesione dei produttori a disciplinari di qualità certificata – anche attraverso il sostegno nella riduzione dei costi di certificazione - e sostenere i percorsi di riconoscimento Dop/Igp per altre produzioni tipiche locali in grado di esprimere un forte collegamento con il territorio di produzione; - Informare e promuovere presso i consumatori le produzioni certificate e tipiche locali; - Valorizzare le piccole filiere locali (tartuficoltura, apicoltura, prodotti del sottobosco) attraverso interventi a sostegno dell’organizzazione produttiva e commerciale. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 40 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 5.2. OBIETTIVO 2 Tutelare e valorizzare le risorse strategiche naturali e paesaggistiche In maniera complementare a quello precedente, l’obiettivo 2 è finalizzato a mantenere (ed incrementare) il “patrimonio” naturale e paesaggistico di cui gode il sistema rurale senese. Un patrimonio che, come ricordato precedentemente, è in larga parte frutto dell’opera dell’agricoltore: basti infatti pensare che nel corso degli anni le variazioni colturali che si sono succedute hanno plasmato il paesaggio rurale fino ad arrivare alla situazione attuale. In considerazione di tali evoluzioni è altresì errato pensare che anche in futuro tali cambiamenti non si verificheranno: le sollecitazioni che arriveranno soprattutto dalle modificazioni nella domanda dei prodotti agricoli e del quadro normativo di regolamentazione comunitario finiranno infatti con l’influire sulle scelte produttive degli agricoltori, producendo effetti a cascata sul territorio e sul paesaggio. Alla luce di tali ineluttabili evoluzioni, è comunque importante considerare che questi cambiamenti sono anche il risultato di comportamenti che possono determinare impatti più o meno rilevanti sull’ambiente e sul territorio. Comportamenti già oggi in qualche maniera regolamentati (l’erogazione del premio unico aziendale è infatti vincolato alla cosiddetta eco-condizionalità ed al rispetto di buone pratiche agricole), ma che possono risultare ulteriormente premianti se inseriti nell’ambito di un disegno strategico di valorizzazione dell’intero sistema rurale cui fanno riferimento. Diventa così fondamentale la nuova concezione di imprenditore agricolo multifunzionale, capace di sfruttare le nuove opportunità di contesto, normative e mercantili, che gli si presenteranno. Queste disposizioni tuttavia non devono prestare il fianco allo sviluppo indiscriminato e poco qualificato di quelle che possono essere definite attività collegate all’agricoltura, ma lo sviluppo di questi nuovi ambiti di azione deve essere in grado di poter garantire sostegno ad attività economiche qualificate, integrate con le risorse locali, sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. È fondamentale cioè evitare fenomeni di speculazione che utilizzano le opportunità e le semplificazioni offerte al comparto primario per ottenere permessi, licenze, concessioni finalizzate ad attività che nulla hanno a che spartire con la funzione agricola (ristorazione o ricettività scollegata dalle pratiche agricole, speculazione edilizia, ecc). Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 41 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE In considerazione di tali finalità, gli ambiti di intervento collegati all’obiettivo suddetto riguardano: Produzioni biologiche e a basso impatto ambientale (lotta integrata) - Favorire l’aggregazione dell’offerta; - Sviluppare la vendita diretta e forme di commercializzazione di tali produzioni al livello locale (ad esempio attraverso spacci rurali, consorzi di imprese, farmer market, agriturismi, mercatali, ecc.) - Diffondere il consumo di tali prodotti nelle mense scolastiche pubbliche e private; - Proseguire e sostenere le attività dello Sportello Biologico provinciale. Risorse strategiche naturali (boschi, foreste, acqua, suolo, ecc.) - Valorizzare le produzioni forestali, sia in una logica di mercato (legname di pregio) che a fini ricreativi e turistici; - Favorire l’imboschimento in zone non produttive al fine di mitigare i mutamenti climatici; - Mantenere la biodiversità vegetale ed animale; - Sostenere l’utilizzo razionale e il risparmio delle risorse idriche; - Sviluppare l’utilizzo di biomasse – in particolare derivanti da scarti di lavorazione o sottoprodotti dell’attività agricola - per la micro generazione di energia; Agriturismi ed altre attività multifunzionali - Valorizzare ed incentivare le attività agricole multifunzionali in grado di generare ricadute positive sul paesaggio (manutenzione delle cavedagne, dei fossi di scolo delle acque piovane, cura delle siepi, ecc); - Regolamentare la nuova apertura o diffusione di attività agricole extraproduttive (agriturismi) che hanno ricadute ambientali negative sulla base di vincoli comportamentali in grado di mitigare tali esternalità sfavorevoli. Si pensi infatti che lo sviluppo delle attività agrituristiche genera impatti ambientali significativi in termini di produzione di rifiuti, utilizzo di acqua (soprattutto in Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 42 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE strutture dotate di piscine), consumo di energia ed incremento di traffico automobilistico su strade rurali secondarie. Al fine di mantenere inalterato (o comunque attenuare) l’impatto di tali attività sul territorio, potrebbero essere introdotte alcune condizioni (una sorta di “stanze di compensazione”) da rispettare nell’attività agrituristica (parametrate al numero di alloggi disponibili) riguardanti, ad esempio, il riciclo e lo stoccaggio delle acque piovane, la raccolta differenziata dei rifiuti e la produzione di compost organico, la generazione ed utilizzo di energia rinnovabile (fotovoltaica o da biomassa), l’imboschimento di determinate superfici in grado di assorbire anidride carbonica, ecc. - Valorizzare gli investimenti produttivi e strumentali all’attività agricola che contestualmente attivano processi di risparmio energetico ed idrico (ad esempio, nella ristrutturazione o costruzione di capannoni agricoli o altri impianti, valorizzare gli investimenti che contemporaneamente installano pannelli fotovoltaici o per il recupero di acque piovane); Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 43 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 5.3. OBIETTIVO 3 Sviluppare i servizi, le infrastrutture e le reti relazionali in ambito rurale tra e per le imprese e con la collettività locale L’agricoltura, per la propria sopravvivenza e competitività, richiede un sistema territoriale organizzato ed economicamente forte. Esiste una sorta di relazione biunivoca tra il settore agricolo e il sistema rurale: se l’agricoltura è vitale, anche il sistema rurale in cui si trova inserita può godere di effetti positivi e viceversa. Questo perché gli agricoltori, per espletare in maniera efficace ed efficiente la propria attività, necessitano di servizi e di infrastrutture insite nel territorio di pertinenza. Inoltre, questa forte interrelazione, se ben governata e sviluppata, può produrre risultati e vantaggi competitivi sia per le imprese agricole che per l’intero sistema economico locale (si pensi alle possibili sinergie tra il settore primario e il commercio o il turismo, ecc). Rispetto a tale obiettivo, i principali indirizzi strategici riguardano: sviluppare le infrastrutture agricole e per le aree rurali (ad esempio casse di espansione per l’accumulazione idrica, diffusione delle reti informatiche e tecnologiche, servizi di base, di trasporto, ecc-) favorire la politica del credito alle imprese agricole (tramite accordi istituzionali con gli istituti bancari locali, lo sviluppo e l’aggregazione dei confidi) favorire lo sviluppo di centri interaziendali comuni per le lavorazioni e la commercializzazione di prodotti agricoli ed alimentari; sviluppare forme di agricoltura sociale; favorire l’assistenza tecnica e la consulenza alle imprese agricole, soprattutto in merito ai mercati di sbocco e alle potenzialità commerciali dei prodotti locali; sviluppare accordi con gli operatori turistici e commerciali per la promozione, diffusione e commercializzazione delle produzioni agroalimentari locali, migliorare il sistema della governance locale in ambito rurale attraverso la semplificazione e lo snellimento delle procedure, il consolidamento e la valorizzazione dei tavoli di concertazione con le istituzioni, le associazioni, i sindacati dei lavoratori. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 44 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Coordinare ed organizzare l’attività di controllo tra le istituzioni e gli organismi preposti. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 45 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 5.4. OBIETTIVO 4 Valorizzare il capitale umano L’evoluzione repentina dello scenario agroalimentare, l’ampliamento dei mercati di sbocco a livello internazionale, le forti interrelazioni con altri settori economici, il progressivo passaggio da strategie product oriented a market oriented determinate in primis dalle modifiche nel quadro di regolamentazione comunitario, il rispetto di vincoli ambientali e di altri parametri legislativi rappresentano solamente alcuni dei fattori in grado di produrre effetti sulla competitività delle aziende agricole e che negli ultimi tempi stanno acquisendo sempre più rilevanza nella gestione delle medesime imprese, richiedendo al contempo capacità professionali evolute e specializzate. La questione della valorizzazione del capitale umano rappresenta un obiettivo di sviluppo per il sistema agroalimentare e rurale senese di tipo “trasversale” e, soprattutto, centrale per il processo di crescita: ogni comparto produttivo infatti presenta necessità che per quanto specifiche sono riconducibili sia all’esigenza di sviluppare la formazione e le conoscenze professionali dei conduttori e della manodopera per garantire un riposizionamento di qualità alle imprese del settore, oltre che – dall’altro lato – di poter meglio qualificare gli aspetti collegati alla sicurezza sui luoghi di lavoro al fine di ridurre gli infortuni. Inoltre, è importante evidenziare come risulti strategico, al fine di garantire una continuità futura al settore agroalimentare provinciale, valorizzare il lavoro agricolo, migliorando la qualità e la quantità dello stesso: sovente infatti molti comparti soffrono della mancanza di ricambio generazionale e di disponibilità di manodopera in quanto non attrattivi rispetto ad altre attività (si pensi al caso dell’allevamento). E’ necessario incentivare i giovani lavoratori ed imprenditori che intendono instaurare e consolidare un rapporto di lavoro in agricoltura, con l’obiettivo di realizzare in esso le proprie aspettative professionali, culturali e sociali. Uno strumento utile e’ sicuramente il Contratto provinciale dei lavoratori agricoli, la cui ipotesi e’ stata sottoscritta nel luglio 2008 da cgil cisl uil e associazioni di categoria e al cui interno ritroviamo aspetti interessanti per la valorizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici dell’agricoltura. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 46 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Alla luce di tali considerazioni, i principali interventi collegati al tema della valorizzazione del capitale umano nel sistema agroalimentare e rurale senese dovrebbero quindi riguardare: sviluppare ed incrementare i livelli occupazionali,anche attraverso percorsi di stabilizzazione, da realizzarsi prestando attenzione ad aspetti quali la sicurezza sui luoghi di lavoro, la regolarità contrattuale, lo sviluppo di servizi interaziendali per i /le lavoratori/ici e per le aziende (es. asili nido); in sostanza, all’elevata qualità delle produzioni dovrebbe corrispondere un’alta qualità del lavoro necessario all’ottenimento di tali prodotti; qualità del lavoro che e’ determinata dall’applicazione di tutti i punti contenuti nel capitolo; contrastare il “lavoro nero”; favorire il processo di integrazione dei lavoratori immigrati (ad esempio attraverso corsi di formazione, di lingua italiana, supporto alla mobilità, una maggior sinergia con l’Università per Stranieri, ecc.); investire sulla qualificazione professionale del personale (imprenditori e maestranze); sviluppare la formazione (anche per l’individuazione di nuovi profili professionali derivanti dalle nuove richieste dei consumatori in ambito agroalimentare e dei servizi rurali) nonché l’aggiornamento delle competenze e conoscenze tecniche. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 47 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 6. I PRINCIPALI STRUMENTI A SOSTEGNO A completamento delle attività e considerazioni svolte nelle pagine precedenti, in questa sezione vengono elencati i principali strumenti che possono essere utilizzati a sostegno dello sviluppo dei territori rurali e del sistema agroalimentare, facendo menzione anche di fondi non direttamente collegati con il settore primario ma che, per via delle azioni che tali strumenti sostengono, si candidano a poter essere inquadrati tra quelli che potenzialmente possono favorire un recupero di competitività dei territori rurali, il tutto in un’ottica di sviluppo complessivo e di coesione economicosociale 2. In particolare, sono gli stessi Orientamenti Strategici Comunitari (OSC) in materia di sviluppo rurale che evidenziano l’opportunità di sviluppare forti livelli di sinergia e complementarietà tra la politica di sviluppo rurale e le altre politiche strutturali e ambientali dell’Unione Europea. È necessario dunque sostenere azioni coerenti e convergenti fra le idee progettuali supportate tramite l’utilizzo del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e quelle a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), sul Fondo Sociale Europeo (FSE) e sul Fondo Europeo per la Pesca (FEP). Inoltre, un altro livello di integrazione è ipotizzabile anche con tutti gli interventi di carattere nazionale in favore dei sistemi agroalimentari e rurali contenuti nella recente manovra finanziaria 2008-2010 e riconducibili nel filone della c.d. “finanziaria agroalimentare”, nonché con le azioni e le misure contenute nel Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS) e con interventi quali contratti di filiera, di programma, riordino fondiario, ecc.. Infine, complementarietà e sinergie vanno sviluppate anche con gli strumenti e le politiche agricole e territoriali di livello regionale e provinciale. L’obiettivo finale di tale integrazione è quello di razionalizzare le azioni di sviluppo, evitare duplicazioni e in definitiva accrescere l’efficacia delle azioni che si vanno a realizzare sui territori. 2 Nel proseguo non viene presa in considerazione la politica dei mercati agricoli, ossia il primo pilastro della PAC, poiché le politiche di sviluppo rurale sono state concepite per operare in maniera sinergica e accompagnare il processo di riforma del primo pilastro. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 48 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE La finalità di questo capitolo è quindi quella di evidenziare i possibili strumenti che potrebbero essere utilizzati per sostenere gli interventi identificati nelle pagine precedenti, nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo per il sistema agroalimentare e rurale senese. Alla luce di tali finalità, i principali strumenti utilizzabili a livello locale con cui incrementare i profili di competitività tout-court sia delle imprese che dei territori rurali sono: La programmazione di sviluppo rurale regionale (e provinciale): in questo ambito rientrano tutte quelle azioni di sviluppo direttamente a sostegno del settore primario e dei territori rurali (finanziate dal FEASR) che vengono suddivise in tre Assi principali di intervento: 1) Incremento della competitività del settore agricolo e forestale; 2) Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale; 3) Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale. Per ogni Asse di intervento vengono poi identificate una serie di misure di azione funzionali al raggiungimento dell’obiettivo generale di Asse. Per una comprensione maggiore dei contenuti e delle azioni finanziabili si rimanda ai documenti programmatici di riferimento e, in particolare, al PLSR di Siena e al PSR Toscana 2007-2013. FESR (attuato tramite il Programma Operativo Regionale (POR)): nell’ambito dei POR, organizzati per Assi e obiettivi, deputati all’attuazione delle azioni sostenute attraverso il FESR, rientrano una serie di attività (che in pratica sostituiscono le misure dei PSR) la cui azione può essere ritenuta funzionale al raggiungimento di obiettivi che vengono individuati anche nella programmazione di sviluppo rurale. Ad esempio, vi si possono trovare azioni a sostegno di una maggiore qualificazione professionale degli imprenditori, della promozione mercantile delle produzioni, in favore dell’ammodernamento strutturale, della difesa ambientale attiva e in favore dello sviluppo di una rete di servizi, aspetto particolarmente dedicato per le aree rurali, specie le più marginali. In linea generale il FESR finanzierà azioni di sistema e di ampia scala, mentre quelle di carattere aziendale e con localizzazione marginale saranno a carico del FEASR. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 49 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE FSE: Il Fondo Sociale Europeo è un fondo che ha l’obiettivo di sostenere le politiche formative tramite il finanziamento di azioni volte all’incremento del profilo professionale. All’interno del sistema agroalimentare, le cui recenti evoluzioni stanno determinando una continua esigenza di profili innovativi (basti pensare alla sicurezza alimentare, alle biotecnologie, alla qualità dei prodotti, alle bioenergie, ecc.) l’azione del FSE potrebbe aiutare a colmare lacune formative altamente specifiche, anche se poco vicine al settore primario in senso stretto, ma sempre più prossime dal punto di vista delle recenti istanze sociali e della promozione della multifunzionalità (ad esempio formazione ambientale volta al risparmio energetico). Queste nuove sfide determinano una continua domanda di innovazione professionale e necessitano di aspetti di formazione continua, elementi realizzabili con l’azione del FSE, che si pone come obiettivo la valorizzazione del capitale umano. Quindi, tramite le azioni del FSE dovrebbero trovare risposta una serie di esigenze formative mirate, volte ad esempio a formare nuove figure professionali che si renderanno utili nel prossimo futuro (addetti nel campo delle tutela ambientale, agro energetica, ecc.) o atte a contribuire alla qualificazione/riqualificazione degli addetti del sistema agroalimentare. Finanziaria Agroalimentare 2008-2010: in questo capitolo rientrano tutte quelle misure di livello nazionale che vengono identificate e sostenute per offrire un contributo allo sviluppo competitivo del settore agroalimentare, delle foreste e della pesca; tenuto conto che alcune misure di intervento devono ancora essere completamente operative, in questa sede si riportano esclusivamente quelli che sono stati definiti come assi di intervento di livello nazionale, dove ognuno di essi contiene specifiche azioni che vanno in direzione del raggiungimento dell’obiettivo generale. In particolare, sono stati identificati otto assi di intervento: 1) Competitività delle imprese: aspetti fiscali e societari; 2) Integrazione nel mercato e crescita internazionale; 3) Sviluppo delle filiere, dei settori agroalimentari e forestale; 4) Filiere agroenergetiche e no-food; Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 50 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 5) Rilancio degli investimenti, dell’innovazione e della ricerca; 6) Competitività del territorio e sviluppo sostenibile; 7) Trasparenza e sicurezza per il consumatore, semplificazione ed efficienza dell’amministrazione; 8) Lavoro, risanamento e aumento della trasparenza del settore. Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS): questo fondo, di carattere integrativo nazionale, trova la sua declinazione operativa nel Programma Attuativo Nazionale (PAN) “Competitività sistemi agricoli e rurali” e opera in maniera coordinata ed integrata con gli indirizzi contenuti nel Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale (PSN). In linea generale il PAN si concentra su obiettivi generali e operativi e trova implementazione per il tramite di misure correlate agli obiettivi; le misure previste sono: 1) Sostegno all’innovazione e alla competitività delle filiere, dei distretti agroindustriali e agroalimentari; 2) Sostegno alla ricerca, all’innovazione e al trasferimento tecnologico per la competitività del settore agricolo, agro-industriale e forestale; 3) Azione di sistema per il sostegno alla realizzazione di interventi per la competitività del sistema agricolo, forestale ed agroindustriale mediante l’attivazione di procedure negoziali con le amministrazioni centrali e regionali interessate e coinvolte nella politica regionale unitaria; 4) Azione di sistema e sostegno alla progettualità; 5) Sostegno al ricambio generazionale. Le misure summenzionate potranno trovare attuazione tramite “il filtro” di priorità settoriali, tematiche o territoriali. Altre Politiche a carattere regionale e provinciale: diversi interventi evidenziati nel capitolo precedente possono poi trovare sostegno in alcuni strumenti a carattere regionale e provinciale, tra i quali si ricordano, ad esempio il Piano Olivicolo Provinciale, la legge regionale che istituisce il marchio Agriqualità, il PASL, il Piano Energetico Provinciale, il PTCP. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 51 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE 7. CONCLUSIONI Quello senese rappresenta ormai un modello di sviluppo agroalimentare e rurale consolidato che ha dimostrato negli anni valide capacità di generare ricchezza per il territorio preservandone le peculiarità naturali e paesaggistiche, tra l’altro esse stesse pilastri di questo schema virtuoso. In altre parole, un modello efficiente ed efficace di sviluppo conservativo. L’isolamento del quale ha sofferto la provincia di Siena dai fenomeni di industrializzazione diffusa e sviluppo infrastrutturali del cosiddetto “boom economico” –un tempo ritenuto più come una condizione sfavorevole che un vantaggio per la preservazione del territorio – non rappresenta l’unico fattore che ha permesso di giungere alle condizioni attuali di bellezza paesaggistica riconosciuta universalmente alla provincia senese. Una specificità tale da ricondurne l’immagine territoriale ad icona, a creare un’identità del paesaggio nota in tutto il mondo ed anche tutelata dall’Unesco. Ma se si è potuti arrivare a questo traguardo lo si deve soprattutto all’opera degli agricoltori ed a quell’equilibrio tra produzione agricola e salvaguardia ambientale raggiunto nel corso degli anni. Se così non fosse stato, paradossalmente, dopo gli anni dell’espianto dei vigneti a Montalcino e dell’abbandono delle zone più marginali nella Val d’Orcia, forse si avrebbero avute maggiori estensioni di superfici boscate (e quindi, secondo punti di vista ecologici, più ambienti naturali), ma con quale risultato? Si sarebbe arrivati allo stesso successo di immagine - e di riflesso positivo sulle attività economiche - di cui gode oggi il territorio senese? Si sarebbe riusciti ad arginare il continuo esodo delle popolazioni rurali e collateralmente gli effetti negativi di abbandono ed erosione delle aree più fragili dal punto di vista ambientale nonché di eccessivo inurbamento degli abitanti? Certo è che oggi, questo modello di sviluppo rurale ha permesso di salvaguardare i livelli di popolazione nelle campagne (negli ultimi dieci anni gli abitanti in provincia di Siena sono aumentati del 5%, con incrementi sensibili anche nelle singole Comunità Montane), grazie soprattutto alla vitalità economica dell’agricoltura e degli altri settori economici (turismo, ristorazione, commercio) che proprio dall’agricoltura e dal territorio rurale traggono forza e vantaggio competitivo. La rilevante crescita delle produzioni di qualità certificata, delle superfici coltivate a biologico, delle aziende Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 52 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE agrituristiche testimoniano la fiducia del sistema agroalimentare locale in questo modello di sviluppo endogeno basato sulla qualità e sulla cura e tutela del paesaggio. D’altro canto, l’obiettivo della qualità e della distintività territoriale sembra essere ormai diffusamente inculcato nelle menti degli imprenditori agricoli locali, i quali ben conoscono i limiti –soprattutto naturali ed orografici - del proprio sistema produttivo e territoriale che molto difficilmente potrebbe essere in grado di sostenere una competizione basata solamente sui costi di produzione. Un modello però che, se si vuole che continui ad essere efficace nel lungo periodo, deve essere attentamente monitorato nelle sue diverse componenti e “governato” secondo obiettivi di sviluppo sostenibile. Detto in altro modo, un modello di sviluppo localmente radicato e socialmente controllato. E questo, come esplicitato nel presente Piano Strategico, si traduce in indirizzi e linee guida in grado di migliorare l’efficienza del sistema locale, ridurre le criticità e prevenire, per quanto possibile, i rischi congiunturali di natura esogena. E’ secondo questa chiave di lettura che devono essere interpretati i quattro obiettivi di sviluppo contenuti nel Piano e i sottostanti interventi strategici. Così, a titolo di esempio, lo sviluppo del settore olivicolo attraverso una maggior efficienza ed organizzazione di filiera deve essere valutato alla stregua di un duplice obiettivo di incremento delle produzioni trasformate di qualità locali (è bene infatti che il vino non rappresenti, ai fini di una diversificazione del rischio di mercato, il solo ed unico motore trainante l’economia locale ma che anzi, sfruttando la notorietà raggiunta dallo stesso prodotto, si possano sviluppare altri comparti e prodotti di qualità) e di valorizzazione paesaggistica; il sostegno alla zootecnia deve essere interpretato anche alla luce del presidio territoriale delle zone più marginali, di rigenerazione ambientale e della minor attrattività del comparto verso le nuove generazioni di agricoltori; il monitoraggio delle attività agrituristiche e il governo delle esternalità negative collegate devono essere presi in considerazione alla luce della sostenibilità del territorio rurale senese in merito ai maggiori consumi di acqua ed energia, di incremento nella produzione di rifiuti e del traffico automobilistico sulle strade secondarie; la valorizzazione del capitale umano come garanzia di sostenibilità autonoma del sistema produttivo, di continuità futura delle attività agricole e soprattutto, di miglioramento della qualità della vita dell’intera collettività senese. Senza avere la pretesa di prevedere con assoluta certezza lo scenario futuro, è però evidente che se il sistema produttivo e socio-istituzionale senese riuscirà a mantenere nei prossimi anni questo equilibrio tra produzione e territorio secondo il paradigma Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 53 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE illustrato precedentemente, governando in particolar modo le direttrici di sviluppo che potrebbero mutare questa stabilità (ad esempio contenendo le attività non sostenibili nel lungo periodo in grado di intaccare e sminuire il patrimonio degli asset naturali e paesaggistici locali), allora il livello di sviluppo economico raggiunto dal sistema agroalimentare e rurale provinciale potrà essere consolidato ed ulteriormente incrementato. Tenendo presente che questo tipo di governance non deve significare “preservazione” incondizionata dell’esistente dato che, come abbiamo ricordato precedentemente, il valore degli asset su cui poggia il modello di sviluppo locale è principalmente frutto dell’opera dell’agricoltore, la cui continuità futura è, in primo luogo, determinata dalla redditività. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 54 ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE La redazione del documento è stata curata da: NOMISMA – Società di studi economici s.p.a. Palazzo Davia Bargellini Strada Maggiore, 44 – 40125 Bologna tel +39-051.6483149 fax + 39-051.6483155 www.nomisma.it IL GRUPPO DI RICERCA “AGRICOLTURA E INDUSTRIA ALIMENTARE” DI NOMISMA Ersilia DI TULLIO (Responsabile area), Denis PANTINI (Coordinatore), Stefano BALDI, Paolo BONO, Romina FILIPPINI, Fabio LUNATI, Massimo SPIGOLA, Andrea ZAGHI, Silvia ZUCCONI, Patrizia GOZZI (Segretaria) Denis PANTINI e Massimo SPIGOLA hanno curato la redazione del presente documento. Per la Provincia di Siena il documento è stato curato da: Servizio Sviluppo Rurale Dirigente Dott. Paolo Bucelli Strada Massetana, 106 53100 Siena tel. 0577-241615 Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 55