Rassegna del 27/04/2015 - Azienda Ospedaliero

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Rassegna del 27/04/2015 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 27/04/2015
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 27/04/2015
SANITÀ NAZIONALE
Avvenire
25/04/15 P. 15
Malaria, la speranza in un vaccino
Paolo M. Alfieri
1
Corriere Della Sera
25/04/15 P. 44
Farmaci, acquisti, ricoveri e ricette Nella sanità tagli per 2,6 miliardi
Margherita De Bac
3
Giornale
25/04/15 P. 6
Scatta l'allarme sanitario: incubo scabbia e tubercolosi
Tiziana Paolocci
4
Io Donna
25/04/15 P. 164 152
Italia Oggi
25/04/15 P. 11
Maugeri: 21 ospedali, 3900 addetti
Italia Oggi
25/04/15 P. 26
L'Enpam
Italia Oggi
25/04/15 P. 27
Detrazioni sotto la lente
Andrea Bongi
8
Italia Oggi
25/04/15 P. 33
Infermieri, riforma ferma
Benedetta Pacelli
9
Milanofinanza
25/04/15 P. 69
Un respiro di sollievo
Cristina Cimato
Repubblica
25/04/15 P. 25
Vaccini, "Sì al ritorno dell'obbligo se è necessario"
Repubblica
25/04/15 P. 26
Londra, il boom degli infermieri made in Italy "Siete i più bravi"
Repubblica
25/04/15 P. 26
Preparati affidabili ecco perché i cercano"
Repubblica
25/04/15 P. 52
Per la ricerca l'Italia si fa bella
Vera Schiavazzi
16
Sole 24 Ore
25/04/15 P. 12
Sì alla descrizione «generica»
Mario Cerofolini
Lorenzo Pegorin
22
25/04/15 P. 23
Cellule staminali adulte, Avvenire non dice la verità
Gilberto Corbellini
23
5
Bonifacio Borruso
6
7
10
12
Michele Bocci
13
15
RICERCA
Cronache Del Garantista
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
Maka, la speranza .n un vacciv3
«Funziona in un terzo dei casi». La G: avra
PAOLO M. A LFIERI
er ora è una solida promessa, una speranza clinica. Protegge meno del previsto, è vero, ma è pur sempre il primo vaccino al mondo contro la malaria a intravedere
il traguardo dell'approvazione. Potrebbe salvare ogni anno milioni di
bambini l'Rts,S/As01,
sviluppato dall'azienda
britannica GlaxoSmithKline (Gsk) con il finanziamento della Bill & Melinda Gates Foundation: è il
più avanzato dei diversi
potenziali vaccini antimalaria in fase di sviluppo. La comunità scientifica ne ha parlato ieri Giornata mondiale della
malaria - dopo i risultati
di uno studio pubblicati su Lancet. l'immunizzazione si è rivelata efficace in circa il 30% dei
bambini quando la prima dose viene somministrata nei primi mesi dopo la nascita (tra il
quinto e il diciassettesimo), del 26% in quelli
più piccoli. Non è appunto l'antidoto definitivo, ma se si pensa che oltre 1.200 bambini
muoiono ogni giorno per la malaria, 50 ogni ora, ecco che anche una soluzione parziale riveste uri importanza enorme.
Il vaccino potrebbe essere disponibile già a partire dal mese di ottobre e la Gsk si è impegnata
a rendere il prodotto «disponibile a prezzo not
for profit». «Abbiamo in vista un candidato vaccino che potrebbe avere un reale impatto su
questa terribile malattia che colpisce moltissimi bambini nel primo anno di vita- Kwaku Poku
Asante, principale ricercatore dello studio condotto su 16mila bambini in sette Stati africani
-. L'ampio numero di bambini affetti da malaria, anche diverse volte l'anno, fa pensare che
questo candidato vaccino potrebbe prevenire
milioni di casi se distribuito correttamente».
Lo studio è stato effettuato su due gruppi di
bambini, quelli a cui è stata data la prima dose
del vaccino tra le 6 e 12 settimane di vita e quelli a cui è stata somministrata tra i 5 e 17 mesi.
Ad un gruppo sono state date tre dosi, all'altro
anche una dose di richiamo. Si è così visto che
l'efficacia era del 30% in quelli che avevano avuto anche la dose di richiamo, ma la protezione è calata gradualmente nel tempo. 1 ricerca-
Sanità nazionale
prezzo non profit
tori hanno cercato di sostenerla con una dose
di richiamo, ma la protezione non ha mai raggiunto il livello offerto dalle dosi iniziali, senza
contare che si sono avuti vari effetti collaterali,
tra cui 22 casi di meningite.
L'Agenzia europea dei medicinali (Ema) dovrà
ora rivedere i dati e, se soddisfatta, il vaccino riceverà l'autorizzazione per essere messo in
commercio. In tal caso l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe raccomandarne l'uso già da questo ottobre, anche se aveva stabilito come obiettivo per il 2015 di avere un vaccino efficace al 50% con una protezione di durata superiore a un anno. In tutto il
mondo il 73% delle morti nei bambini al di sotto dei 5 anni è attribuibile a sole sei cause, quattro delle quali di tipo infettivo, quindi trasmissibili.
Tra di esse la malaria, che resta ai primi posti nonostante i notevoli successi degli ultimi anni
principalmente legati agli investimenti fatti per
distribuire a larghe fasce
di popolazione colpita le
nuove terapie di combinazione contenenti l'artemisina. Si calcola che
nel 2014, nel mondo,
ancora 200 milioni di
persone sono rimaste
infettate e circa un milione sono morte, di cui
il 78% bambini. Tra il
2001 e il 2013, 4,3 milio-
ni di vite sono state salvate grazie ad un migliore accesso a prevenzione, diagnosi e trattamento. «Dipende da tutti noi - sottolinea
Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia - governi, comunità internazionale, operatori sanitari o donatori, mettere in atto le
misure per sconfiggere questa devastante malattia un volta e per tutte».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Una bimba karen thailandese si sottopone ai test perla malaria
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I BAMBINI CHE MUOIONO OGNI
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LE VITE SALVATE, TRA IL 2001
IL 2013 , GRAZIE
AD UN MIGLIORE ACCESSO
A PREVENZIONE , DIAGNOSI
E TRATTAMENTO
Sanità nazionale
Pagina 2
Farmaci, acquisti, ricoveri e ricette
Nella sanità tagli per 2,6 miliardi
Fitch conferma il rating all'Italia: «Più stabilità, avanti con le riforme. Crescita debole»
La vgcei c a
È attesa
per il 29 aprile
l'intesa tra
Stato e Regioni
che potrebbe
decidere sui
tagli alla sanità
*li
sottosegretario
alla presidenza
del Consiglio
Claudio De
Vincenti (foto)
sostiene che se
si è in grado «di
spendere
meno risorse
per dare più
servizi, è un
vantaggio per
cittadini»
Farmaci,
prescrizioni di
visite
specialistiche
ed esami
ambulatoriali
i settori in cui
si concentrano
i tagli
ROMA Prendono forma i tagli alla sanità, due miliardi e 6oo milioni per il 2015 se si include la
riduzione del fondo per l'edilizia sanitaria già concordato a
febbraio. L'intesa tra Stato e Regioni potrebbe arrivare il 29
aprile. La discussione era prevista l'altro ieri, ma l'appuntamento è slittato, segno che il
braccio di ferro continua.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De
Vincenti preferisce parlare di
«razionalizzazione. Se si è in
grado di spendere meno risorse per dare più servizi è un vantaggio per i cittadini». Facile a
dirsi. La percezione da parte di
chi la sanità la vive tutti i giorni,
quindi malati, medici, infermieri, è tutt'altro che efficienza
e crescita. I comparti interessati dalla stretta non sono nuovi
alle manovre. Farmaceutica,
dispositivi medici (ampia categoria di prodotti che vanno
dalla siringa alle apparecchiature), acquisto di beni e servizi,
prescrizioni di visite specialistiche ed esami ambulatoriali
inappropriati, cioè non giustificati dalla reale necessità del
paziente.
Medicine, il risparmio stimato è di 235 milioni. Deriva
tagli alla Sanità
La proposta alle Regioni
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De
Vincenti
Spendere
meno per
dare più
servizi, è un
vantaggio
per i
cittadini
dArco
dalla revisione del prontuario
da parte dell'agenzia nazionale
Aifa anticipata al 30 giugno. In
realtà è difficile che in così poco tempo i tecnici riescano a
compiere un vero e proprio giro di boa. Verrà rivisto l'elenco
dei prezzi di riferimento che
indicano il prezzo massimo di
rimborso per i farmaci «terapeuticamente assimilabili».
Più responsabilità per le aziende produttrici, chiamate a intervenire in caso di superamento dei tetti di spesa: 310
milioni in meno. Attenzione al
fondo per i farmaci innovativi,
istituito dalla legge di Stabilità
per rimborsare le nuove cure
contro l'epatite C. La spesa in
più incide sul tetto territoriale.
Rientrata la «patrimoniale»
sui medici che prescrivono esami sproporzionati. Non pagheranno personalmente. Ne risponderanno i direttori generali delle Asl alla verifica di fine
nomina. E ancora, taglio alle
convenzioni con le cliniche private al di sotto dei 40 posti letto
a meno che non si tratti di centri specialistici, ad esempio solo oftalmologia, odontoiatria,
ortopedia. Tra i punti, la «riduzione progressiva delle centrali
del 118», conseguenza della
riorganizzazione della rete
ospedaliera. Alcune Regioni
hanno cominciato a unificarle.
In Toscana le centrali sono scese da 12 a 6, in Emilia Romagna
da 12 a 3, Lombardia da 9 a 4 e
Piemonte da 8 a 4.
Un incoraggiamento è arrivato ieri sera da Fitch che ha
confermato il rating all'Italia
sulle considerazioni di una
maggiore stabilità anche se, ha
rilevato l'agenzia americana, le
riforme vanno completate e la
crescita è ancora fragile.
Margherita De Bac
mdebac@a corriere.it
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I risparmi
stimati dalla
manovra sono
pari a 2,6
miliardi nel
2015 se si
include anche
la riduzione del
fondo per
l'edilizia
sanitaria
Sanità nazionale
Pagina 3
Scatta l'allarme sanitario:
incubo scabbia e tubercolosi
Paura per le condizioni igieniche di centinaia di disperati. Dopo i casi
sospetti a Roma quattro persone a Milano messe sotto osservazione
di Tiziana Paolocci
emergenza è anche sanitaria. Queste sono le
malattiedell'immigrazione di massa. Spaventano più
dei barconi avvistati in alto mare, pronti a sbarcare centinaia di
profughi nelle nostre coste. Sono la scabbia e la tubercolosi,
compagne affezionate di centinaia di disperati, che fuggono
dailoropaesiperprendere d'assalto il nostro. Sono i compagni
diviaggio e di approdo dellapovertà, i segni di una precarietà
umana da disperati chetornano
negli angoli di un Occidente un
tempo ricco e senza fantasmi.
L'allarme malattie torna a risuonare pesantemente in questi giorni in cui l'Unione Europea è divisa sul concedere o meno l'asilo. Giovedì quattordici
migranti sono stati visitati dai
medici dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, perché si temeva
potessero essere affetti da scabbia. E in realtà le verifiche medichehanno confermato per sette
di loro la malattia, mentre i restanti secondo i sanitari restano
«casi sospetti», quindi da tenere
sotto osservazione. Stando a
quanto riferito si trattava di persone che provenivano da Salerno ed erano ospiti del centro di
accoglienza Villa Spada in via
Sant'Annibale Maria di Francia.
Dopo le opportune terapie, tutti
sono stati dimessi dal nosocomio.
Ma il problema è assai più vasto di quello che si pensi, perché
poche oreprima lo stesso era accaduto aMonza (due casiall'asilo) e a Milano, dove gli operatori
sanitari avevano individuato altri quattro casi sospetti tra i profughi in attesa di essere trasferiti
dalla Stazione Centrale al Centro diviaCorelli. Purtroppo ilnodo dolente è che spesso non esistono presidi permanenti nei
luoghi dove spontaneamente i
profughi arrivano. Questo per-
gia, che si trasmette per contatto. Lo sanno bene gli operatori
della Polizia municipale, che
chiedono al Governo italiano di
correre airipari e trovare soluzioni urgenti per tutelare anche gli
agenti. «I lavoratori della polizia
municipale impiegati nei centri
di accoglienzahanno pauraperché sono arischio di malattie - dice Franco Cirulli, responsabile
dellaUilpolizialocale diRoma -.
Prima di arrivare nelle strutture
andrebbe fatta una profilassi
preventiva negli ospedali, come
ad esempio al Celio per avere
una anamnesi generale. Oggi si
parla di casi di scabbia, ma domani potrebbe trattarsi ditubercolosi». La scabbia è un'infezione contagiosa della pelle. L causata daun parassitamolto piccolo e di solito non direttamente vi-
sibile, l'acaro Sarcoptes scabiei, chesiinoculasottolapelle
del soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico.
La malattia può essere trasmessa da oggetti, ma più spesso dal
contatto diretto pelle-pelle,
con un elevato rischio dopo un
contatto prolungato. L'infezione iniziale richiede da quattro
a sei settimane per diventare
sintomatica. Poiché si riscontrano sintomi allergici, oltre al
ritardo nella presentazione si
ha anche un significativo ritardo nel sollievo dopo che !parassiti sono stati sradicati. Un certo numero di farmaci risultano
efficaci nel trattamento della
scabbia, tuttavia, il trattamento deve spesso coinvolgere tutta la famiglia o la comunità per
prevenire una nuova infezione.
metterebbe di intervenire immediatamente appena toccano
il suolo italiano, invece di accorgersene soltanto quando sono
II contagio favorito dalla
mancanza di presidi
dove arrivano i migranti
già stati smistati neivari centri di
accoglienza delle varie regioni.
Solo in Lombardia su quasi
5000 soggetti presenti al 31 marzo 2015 presso i centri attivati
dalle Prefetture è stato necessario effettuare quasi 700 prestazioni di prevenzione. Ma purtroppo bisognerebbe agire prima, perché con il passare delle
ore aumenta il numero dei soggetticontagiati daquestapatolo-
Sanità nazionale
ITTh:m
Sono la scabbia
e la tubercolosi,
le compagne
ullla Pnllarnm vmilmin
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di centinaia
di disperati,
che fuggono dai
loro paesi
per prendere
d'assalto
il nostro
Pagina 4
X52
milioni circa la spesa
annuale delle Asl per
gli animali domestici.
La gran parte dei costi
è dovuta alla gestione
dei canili rifugio,
definite strutture per
ora indispensabili,
ma «fallimentari
rispetto a obiettivi
di benessere animale
e di contenimento
della spesa». Dal
rapporto Animali in
città di Legambiente
(legambiente.it).
B.V.
Sanità nazionale
Pagina 5
La Regione Lombardia ha fczcilitato la possibilità di un concordato preventivo in continuità
Maugeri: 21 ospedali, 3900 ad letli
Resta a b occa asciutta c i voleva s artrsi le spoglie
Di BoNIFACTo B®RRUSo
a missione impossible del professore
bocconiano Gualtiero
Brugger , ossia salva-
re dal fallimento la Fondazione Maugeri da lui presieduta
e cioè 21 ospedali e 3.900 addetti in tutta Italia, oberata
da circa 300 mi-
lioni di debiti,
si
fa sempre
più possible.
Ieri, infatti, la
fondazione pavese, coinvolta
in procedimenti giudiziari
che travolsero
il governatore
Roberto Formigoni, si è
vista ratificare da Regione
Lombardia un
accordo transattivo che le
permetterà, di
qui alla fine del
mese, di accedere a un concordato preventivo in continuità,
la cui procedura preliminare
era stata aperta il primo novembre scorso presso il Tribunale di Pavia.
Nell'accordo si prevede che
la Regione ritiri l'azione contro la stessa Maugeri, in via
subordinata come datore di
lavoro del direttore generale
Costantino Passerino, attualmente a giudizio presso
il Tribunale di Milano. E il
processo scaturito dall'inchiesta che ha riguardato la
sanità lombarda e il ruolo
del faccendiere Pierangelo
Daccò come facilitatore, corruttore, ha sostenuto la Procura, della stessa Maugeri e
del San Raffaele, ottenendo
accreditamenti in quantità.
Sanità nazionale
La fondazione, che è
uscita dal processo patteggiando e pagando nove milioni di euro, si poteva infatti
trovare responsabile nel caso
il suo dipendente fosse stato
condannato e il danno relativo, oltre 300 milioni di cure
erogate secondo il sistema
incriminato, avrebbero potuto sommarsi ai debiti verso
banche e fornitori. Brugger,
navigato ristrutturatore
degli anni '80, che lavorò a
crisi durissime come quella
della Bastogi e della Rizzoli,
è riuscito a convincere Regione a ritirare la citazione nel
processo in questione, contro
il pagamento di una ventina
di milioni, di cui 2,5, in contanti, e il resto in crediti regionali cui la Maugeri rinuncerà. Trattativa laboriosa e
seguita personalmente dal
governatore Roberto Maroni, che ha imposto scrupolose verifiche dell'avvocatura
regionale presso la Corte dei
Conti e, si dice, anche presso
i pubblici ministeri che stanno sostenendo l'accusa.
Il presidente della
Maugeri ha però offerto
una garanzia che né i giudici contabili né la Procura
hanno potuto contestare alla
Regione: la fondazione dà in
pegno tutte le azioni della costituenda società per azioni
alla quale, nell'imminente
ristrutturazione prevista
nel piano concordatario,
andranno tutte le attività
sanitarie. Se l'ex-direttore
generale fosse condannato e
il danno fosse quantificato,
la Regione potrà acquisire il
pacchetto azionario per rivalersi. «Tenendo al centro
l'interesse pubblico», dicono
alla Maugeri, «la Regione
ha mostrato di riconoscere
la bontà del lavoro di Fondazione Maugeri per superare le difficoltà finanziarie
continuando a garantire
l'elevata qualità dei servizi
offerti".
Furibonda Iolanda
Nani , coriacea consigliera
regionale grillina pavese,
che aveva richiesto un'audizione dei vertici di Mau-
geri in commissione sanità:
per due volte il presidente,
il leghista varesino Fabio
Rizzi , l'aveva calendarizzata ma, per altrettante
volte, l'ultima mercoledì
scorso, l'audizione era stata rinviata, probabilmente
per la moral suasion esercitata da Maroni stesso,
cui premeva l'accordo e il
futuro di 3.900 addetti, per
la maggior parte dei quali
lombardi. Una prima vitto-
ria per «Mr. Brugger», come
lo chiamava polemicamente
su Facebook la consigliera
grillina.
La seconda arriverà
quando il Tribunale pavese , ai primi di maggio,
darà il via libera al concordato in continuità, che
prevede la creazione di un
fondo immobiliare dove
confluiranno le mura dei
21 centri ospedalieri, una
newco per le attività di riabilitazione, di cui Maugeri
è leader, con oltre 300 milioni di fatturato annuo: una
struttura societaria che, con
un sistema di garanzie e rivalutazioni, permetterà di
rimodulare i debiti con banche e fornitori. «E far crescere ancora la fondazione»,
dicono dall'entourage del
professore. Restano al palo
i numerosi gruppi sanitari,
italiani e stranieri, che avevano messo l'occhio sui pezzi
pregiati della fondazione.
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Pagina 6
L'Enpam, l'Ente nazionale di previdenza e
assistenza dei medici e
degli odontoiatri, ha lanciato un progetto pilota
per semplificare la vita
dei camici bianchi che
si ammalano o s'infortunano. Grazie, infatti,
ad un accordo con le Asl
di Varese e di Milano
non sarà più necessario presentare l'originale
del certificato medico né
le fotocopie dei cedolini
dei tre mesi precedenti
all'infortunio. «I medici
coinvolti dall'iniziativa»,
ha fatto sapere l'Enpam,
«dovranno solo compilare
la domanda scaricabile
dal sito (www.enpam.it)
e inviarla insieme alla
copia del documento di
identità».
Sanità nazionale
Pagina 7
La circolare 17/E delle Entrate sulle questioni interpretative dell'Irpef
Detrazioni sotto la lente
Fattu ra ,
s
olo
i
nte s taz i one spec ifi c a
DI ANDREA BANGI
etraibile la fattura del
dentista a condizione
che da essa si evinca
in modo univoco la
natura sanitaria della prestazione eseguita. Via libera alla
detrazione irpef per le prestazioni rese dai massofisioterapisti anche in assenza di specifica prescrizione medica. Sono
inoltre da considerarsi spese
di istruzione, con la relativa
detrazione, le somme pagate
per la frequenza degli istituti
tecnici superiori - c.d. V livello
formativo - che si collocano a
metà tra l'istruzione secondaria e universitaria. In tema di
detrazioni irpef per il recupero del patrimonio edilizio, lo
sconto fiscale spetta anche nel
caso in cui sull'immobile venga
eseguito un nuovo intervento,
autonomo rispetto a quelli realizzati nel passato. Sono questi,
in estrema sintesi, i principali
chiarimenti forniti dall'Agenzia delle entrate nella circolare
n. 17/e di ieri interamente dedicata a questioni interpretative
in materia di Irpef prospettate
Sanità nazionale
Fattura dei medico La descrizione «ciclo di cure mediche odontoiatriche
specialistiche» consente la detrazione Irpef dei 19°%a;
odontoiatra
Prestazioni dei
massofisioterar7isti
Possono essere ammesse in detrazione anche in assenza di prescrizione
Ristrutturazioni
edilizie
Possibile usufruire di più detrazioni sullo stesso immobile
a patto che siano interventi distinti fra loro e scollegati
nel tempo;
dal Coordinamento nazionale
dei Centri di assistenza fiscale
e da altri soggetti.
Spese sanitarie . Per poter
dare diritto alla detrazione irpef del 19% occorre che nella
fattura del medico odontoiatra - si legge nella circolare in
commento - nella descrizione
della prestazione resa si evinca in modo univoco la natura
«sanitaria» della prestazione stessa, così da escludere
quelle meramente estetiche
o di carattere non sanitario.
La classica dicitura «ciclo di
cure mediche odontoiatriche
specialistiche» consente al
contribuente di poter usufruire dello sconto fiscale. Sempre
in materia di spese sanitarie
la circolare di ieri ha chiarito
che anche le spese relative alla
crioconservazione degli ovociti effettuata nell'ambito di un
percorso di procreazione medicalmente assistita possono rientrare tra le spese sanitarie
detraibili. Ciò a condizione che
il centro presso cui è eseguita
la prestazione sanitaria rientri
fra quelli autorizzati e che dalla fattura risulti la descrizione
della prestazione eseguita.
Altri chiarimenti , In tema
di ristrutturazioni edilizie la
circolare ha chiarito che, poiché l'articolo 16-bis del Tuir
non prevede la necessità che
debba trascorrere un periodo
di tempo minimo tra diversi interventi di recupero del
patrimonio edilizio per poter
beneficiare nuovamente della
detrazione, se su un immobile
già oggetto in passato di bonus
per recupero edilizio viene effettuata una nuova ristrutturazione che non sia mera prosecuzione degli interventi già
realizzati, il contribuente potrà
avvalersi della detrazione nei
limiti in vigore al momento 1
dell'esecuzione dei bonifici.
Pagina 8
In regola solo poche regioni. E i medici chiedono l'abrogazione della norma
Infermieri, riforma ferma
In s tand-b y le c omp ete nze sp ec ia list i ch e
DI BENEDETTA PACELLI
e nuove competenze degli infermieri restano
al palo. L'attuazione del
principio contenuto nella legge di Stabilità del 2015
(comma 566) che ridisegna la
professione infermieristica
affidandogli competenze specialistiche in sei distinte aree
di sviluppo, rimane fermo al
punto di partenza. E mentre
il governo cerca la difficile
quadratura del cerchio con
i medici, le regioni in ordine
sparso stanno di fatto già applicando quel nuovo modello
per la sanità.
La manovra in questione prevede «ferme restando
le competenze dei laureati
in medicina e chirurgia in
materia di atti complessi e
specialistici di prevenzione,
diagnosi, cura e terapia», un
accordo stato-regioni, che di
fatto aveva già ricevuto il via
libera dei governatori diverso tempo fa e che definisca
«i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di
équipe su compiti, funzioni
e obiettivi delle professioni
sanitarie infermieristiche,
ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione,
Sanità nazionale
anche attraverso percorsi formativi complementari». Dunque accordi che innanzitutto
amplino le attuali competenze di infermieri e in seconda
battuta delle altre professioni
sanitarie, attuando nello stesso tempo quella riforma attesa da quasi dieci anni (legge
43/06).
La norma
prevede inoltre l'elaborazione di
protocolli
concordati e condivisi tra
le professioni
interessate, con
cui definire ulteriori
competenze
avanzate e
specialistiche. Si tratta,
come affermato più volte dal
governo, di
uno snodo
decisivo
per l'attuale modello sanitario finalizzato in particolare
alla riorganizzazione del lavoro nelle strutture pubbliche,
dove il dispiegamento delle
diverse professioni, a cominciare da quella infermieristica, consentirebbe di recuperare efficienza anche a livello
di risorse. Ed è quello che
sta accadendo in molte
regioni. L'ultima in
ordine temporale è
la regione Lazio
che richiama
le esperienze toscana
ed emiliano
romagnola
già vagliate
dalla magistratura
e fa riferimento
al modello
anglosassone di gestione dei
pazienti in pronto soccorso. Si
tratta del «See and treat», un
modello di riorganizzazione
sanitaria che abilita gli infermieri a fare diagnosi per
piccoli casi. Questo modello
adottato in Toscana su proposta della locale Società di
medicina d'urgenza consente
già a infermieri, debitamente formati, di gestire nei Dea
i codici bianchi, mentre in
Emilia di svolgere il trattamento perioperatorio. Ma la
novità per ora è destinata a
livello centrale a rimanere
nel cassetto. Dopo le sigle
sindacali dei camici bianchi
che in una lettera al ministro
della salute Beatrice Lorenzin e al presidente della conferenza stato-regioni Sergio
Chiamparino hanno chiesto
di abolire il comma poiché
«un pilastro dell'ordinamento
professionale viene apoditticamente e strumentalmente
vivisezionato», arriva la protesta di 26 ordini territoriali
dei medici che hanno chiesto
al presidente della Federazione nazionale (Fnomceo)
Roberta Chersevani di convocare un consiglio urgente
per proporre l'abolizione della
norma.
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Pagina 9
Vuove molecole e soft surgery per le riniti, acqua di, mare e vasca senza ozono
di Cristina Cimato
A tudi promettenti su nuove moleco` le e su immunoterapie specifiche,
•
ma anche ricerche sulle terapie
biotecnolgiche. Se la bella stagione per tutti è fonte di rinnovamento, per
alcuni porta con sé l'acuirsi di patologie
come la rinite e l'asma di tipo allergico.
La prima incide per il 25% circa sulla
popolazione ed è in aumento costante
per una somma di fattori , fra cui il mutamento climatico che induce un prolungamento della stagione di pollinazione. «Di
recente sono stati immessi sul mercato
antistaminici di ultima generazione in
grado di preservare l'efficacia a fronte
dell'eliminazione degli effetti collaterali.
In particolare si è distinta la bilastina»,
ha commentato Walter Canonica, presidente della Società italiana allergologia
asma e immunologia clinica , «mentre per
le forme più severe in cui non basta un
solo farmaco , e da una survey del 2014 è
emerso che la maggior parte dei pazienti
necessita di una terapia combinata con
uno steroide nasale ( azelastina e fiuticasone) e il risultato è ottimo». Gli studi
su nuove immunoterapie mirano invece
a diminuire il periodo di trattamento
con una migliore efficacia e maggiore
sicurezza. «Per quanto riguarda l'asma,
che colpisce il 6% della popolazione circa
con un aumento anche fra gli anziani, esiste una nuova combinazione di farmaci
che si compone di un broncodilatatore e
uno steroide in monosomministrazione
invece delle tradizionali due al giorno»,
ha precisato Canonica . Di recente a Milano sono state organizzate due giornate
di consulti e visite gratuite alla Uoc di
Allergologia e immunologia clinica della
Fondazione Irccs Ca' Granda Ospedale
Maggiore Policlinico, fra i centri di riferimento per la rinite allergica , che si stima
colpisca un lombardo su cinque.
Sanità nazionale
Liberi come l'aria. Una possibilità
annoverabile fra le chirurgie mininvasive per ridurre i sintomi nel caso di
riniti , sinusiti e asma ma anche di altre
patologie dell'apparato respiratorio, è la
risonanza quantica molecolare (Rqm),
una radiofrequenza di terza generazione
che viene erogata attraverso manipoli specifici sui pazienti ipersensibili e
allergici. È terminato venerdì 24 aprile
il congresso di Sidero Onlus , Società
italiana diffusione endoscopia e ridotta
invasività operatoria , in cui sono stati
presentati nuovissimi dispositivi americani. «Questo trattamento non solo
ripristina la funzione fisiologica, ma
permette anche di ridurre gli attacchi
di asma o i sintomi della rinite e riduce
al contempo la sensibilità delle mucose
così che, una volta esposto nuovamente
agli allergeni scatenanti, il paziente
manifesta reazioni ridotte in termini di
intensità e frequenza », ha spiegato Lino
Di Rienzo Businco , dirigente dell U.o.
di Otorinolaringoiatria dell'Ospedale
Santo Spirito di Roma e presidente
Sidero. Un altro metodo di derivazione emodinamica approdato anche in
ambito respiratorio è quello basato
sull'utilizzo di palloncini balloon che
vengono posizionati nella aree che si
sono ristrette per permettere aerazione,
ventilazione e drenaggio delle cavità
naso-sinusali o della tuba di Eustachio.
«Il palloncino può essere usato solo
come dilatatore o anche come veicolo
di farmaci a lento rilascio , che avviene
nel sito da trattare evitando sovradosaggi ed effetti collaterali», ha spiegato
l'esperto , «attualmente si tratta di antinfiammatori , ma in futuro potranno
essere utilizzati anche antistaminici».
Entrambi gli interventi sono effettuabili una tantum con una lieve redazione. «Con questa soft surgery abbiamo
dimostrato un miglioramento della
respirazione anche a lungo termine»,
ha concluso Di Rienzo Businco.
Mare amico. Oltre a immunoterapia,
farmacologia e chirurgia esiste anche
una via naturale per cercare di contrastare i sintomi fastidiosi delle allergie
stagionali . Un programma intensivo che
passa dal mare e dai suoi benefici sali è
stato messo a punto all 'interno del Tombolo Talasso Resort in Toscana , vicino
a Bolgheri . Il pacchetto di trattamenti
prevede una parte di respirazione ed
elioterapia sia in riva al mare sia all'interno delle grotte del centro benessere,
dove si crea un aerosol naturale. Il
percorso di talasso nelle cinque piscine e l'idromassaggio con alghe e limi
aumenta l'effetto decongestionante, a
cui si aggiunge la detersione attraverso
lavaggi nasali che purificano l'apparato
respiratorio . Attraverso l'elioterapia e la
balneoterapia vengono assorbiti rame,
zinco e magnesio, che sono antibatterici,
lo zolfo che disintossica, il selenio che
ha azione antiossidante e il cromo che
aumenta il metabolismo basale. La
struttura è appena diventata anche
day spa e offre, al costo minimo di 290
euro per dieci ore, l'accesso ai servizi
dell'hotel, dal ristorante alla spa, dalla
piscina alla spiaggia e la possibilità
di beneficiare dell'uso di una camera
con letto matrimoniale , bagno e collegamento wi-fi . La formula prevede,
inclusi nel prezzo, un percorso talasso,
pranzo light, spa kit, uso della palestra
e parcheggio.
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Speleoteraia e relax. Un'antica miniera di rame in disuso è ora un luogo
destinato alla prevenzione e cura delle
malattie respiratorie e allergiche. Al
Predoi, in provincia di Bolzano, è stato
realizzato un Centro Salutare Climatico nel quale l'aria è pura e ha una
temperatura costante di 9 gradi, un
tasso di umidità relativa vicino al 100%
e un'umidità assoluta bassissima. Qui
c'è assenza pressoché totale di polveri e
pollini, e si accede attraverso un trenino
che conduce i pazienti in una zona relax
dove possono sostare circa due ore al
giorno dedicandosi alla lettura, al relax
totale o all'ascolto della musica Tra le
patologie più comuni che migliorano in
seguito a sedute di circa due-tre settimane, quelle ostruttive acute delle
vie respiratorie, l'asma bronchiale e i
sintomi post infettivi come quelli che
possono derivare dalla pertosse. Nelle
vicinanze del centro climatico sorge la
struttura ricettiva Krahbichl, situata in
un'area classificata come zona dall'aria
pura. Fa parte dei 10 masi attivi della
Valle Aurina ed è stata inserita all'interno dell'associazione Respiration hotels.
Nelle strutture che fanno parte di questo
network è possibile essere sottoposti a
una visita medica approfondita eseguita
da un medico naturopata.
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Sei tappe anti-allergie. Sempre nella stessa zona, anche gli amanti della
natura possono trovare in campagna
strutture ad hoc. Ci sono alcuni masi
dell'Associazione Gallo Rosso ubicati in
posti con una fioritura breve e quindi una
presenza di pollini contenuta. Grande
attenzione anche ai tessuti, che sono
anallergici, e ai materiali, rigorosamente
naturali. In Veneto alla Medical spa di
Galzignano Terme Spa&Golf Resort è
attivo il Revital Center, che ha il fine
di contrastare le allergie da polline e
le ipersensibilità agli acari attraverso
un percorso in varie tappe, che include
un drenaggio del tessuto connettivale
dove sono concentrate le tossine, per
poi procedere a una de-sensibilizzazione
sull'allergene. Quelli a cui la persona è
sensibile (individuati grazie a esame chimico e microscopico delle urine ed esami
del sangue) vengono diluiti e dinamizzati omeopaticamente e somministrati
per un breve periodo, così da ridurre
l'ipersensibilità nell'organismo. La terapia costa 250 giuro a persona al giorno,
comprensive di soggiorno in pensione
completa. (riproduzione riservata)
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Vaccini,' Si al rito o
dell'obbligo
se e nec
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RR. «Governo e Regioni moltiplichino gli sforzi perché le vaccinazioni sia obbligatorie che raccomandate raggiungano una copertura appropriata», ripensando alla possibilità di introdurre
l'obbligo in caso di necessità. É
questo il contenuto di una mozione del Comitato nazionale di
bioetica approvata in concomitanza con l'avvio della settimana
mondiale sulle vaccinazioni. Il
Cnb siè detto «fortemente preoccupato» peri dati in calo sullevaccinazioni in Italia e ha auspicato
che «in c aso di all ar me o necessità
si pongano in essere anche eventuali interventi legislativi non
escludendo, nelle regioni dove è
venuta meno, l'obbligatorietà».
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Da Milano a Palermo, agenzie specializzate britanniche organizzano colloqui
con giovani laureati. Viaggio e un mese di affitto pagati per convincerli al trasferimento
Una manager: "Indispensabile la conoscenza della lingua, in un anno ne abbiamo già assunti 300"
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DAL NOSTRO INVIATO
MICHELE BOCCI
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un piano, l'ospedale del Suffolk è quasi nascosto dentro a un parco di 19 ettari. È il punto di
riferimento sanitario delle circa 300 mila persone che abitano in una zona di paesini nati intorno alle abbazie gotiche, a 50 chilometri da
Cambridge. In questo periodo ha una carenza
di personale, sta cercando infermieri per la
chirurgia, la cardiologia, il pronto soccorso.
Non in Inghilterra però. A Palermo. Dal 28 al
30 aprile prossimi, in un albergo della città siciliana si terranno i colloqui per le assunzioni.
Ce la farà chi ha in tasca la laurea triennale e
parla un buon inglese di base. Ai primi di maggio arriverà il responso, i selezionati firmeranno il contratto e partiranno subito, con biglietto aereo e primo mese di affitto pagati.
Il Regno Unito è a caccia di infermieri italiani. Da alcuni mesi i giovani appena usciti
dall'università, ma anche professionisti con
più esperienza, sono nel mirino di agenzie private di reclutamento, che per chiudere i contratti scendono a Milano, Roma, Bologna, Firenze e fanno le "interview" ai candidati. Solo
nelle prossime due settimane sono previsti
quattro appuntamenti. Gli italiani sono ambiti, e in questo periodo non è complicato convincerli: da noi è sempre più difficile trovare
un buon lavoro, a causa delle assunzioni bloccate dalla crisi. Molti di quelli che restano devono accontentarsi di contratti a termine in
cliniche private. Così centinaia di infermieri
ogni anno lasciano l'Italia, ai primi posti nella
classifica dei paesi europei che rimpolpano il
servizio sanitario di Sua Maestà insieme a Portogallo, Spagna, Grecia, Polonia. Non è difficile immaginare perché francesi, tedeschi o
Sanità nazionale
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olandesi non si sognerebbero mai di
andare a lavorare nel Suffolk,
«L'anno scorso abbiamo reclutato
nel vostro Paese tra i 250 e 300 infermieri, La
maggior parte giovani». Golette O'Neill è una
manager dell' agenzia Kate Cowhig, una delle
più attive all'estero, con sedi a Dublino e Londra. È questa l'azienda che tra pochi giorni
manderà i suoi collaboratori a Palermo. Ci sono molte altre realtà del genere nel Regno Unito, ad esempio Cpl , che ha in programma colloqui a Roma e Milano nelle prossime tre settimane per conto di un ospedale londinese e di
uno del Devon. «Un tempo gli italiani disposti
a spostarsi in UK per fare gli infermieri non
erano molti - spiega sempre Colette O'Neill
- Il fenomeno è cresciuto nell'ultimo anno,
anno e mezzo. Facciamo prima colloqui telefonici con chi ci manda il curriculum, poi c'è
l'intervista, dove vengono scartati, soprattutto per problemi con la lingua inglese, circa
il 40% dei candidati». Lo stipendio di ingresso
è 21,600 sterline l'anno , poi c 'è possibilità di
progredire. Cifre più alte di quelle pagate in
Italia, che convincono molte persone a spostarsi. E a fare comunità.
Fabrizio Benatti ha aperto una pagina Facebook dedicata agli infermieri in UK con migliaia di visitatori. «Quando pubblico i bandi
delle agenzie ho un sacco di contatti- spiega
-Aogni colloquiovedo iscriversidecinedicolleghi. Da un anno e mezzo nel Regno Unito c'è
un'invasione di italiani». Il sistema sanitario
locale si regge da tempo sugli immigrati. Le
stime parlano di un 40% di stranieri che lavorano in corsia. Fabrizio è uno di "vecchi", nel
sensocheè arrivatoprimadelboom, nel 2011.
E in organico all'ospedale di Chelmsford nell'Essex. «Lavoravo a Guastalla, al pronto soccorso, e ho deciso di cambiare a 34 anni. L'inglese? L'ho migliorato con i videogiochi in reteoppure guardando i film in l ingua originale.
L'importante è essere "fluent", parlare senza
incespicare». Un consiglio da tenere a mente
per chi vuole raggiungere il verde del Suffolk.
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Salario annuale lordo
di un infermiere
appena assunto in UK
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L'aumento dello stipendio
dopo 8 anni di lavoro
senza promozioni
20%
La tassa Paye,
paragonabile
all'Irpef
italiana
(al 27%)
32,5
Le ore lavorate
in una settimana
27
Giorni di ferie più
8 festività
Gli infermieri in Italia
tra liberi professionisti,
dipendenti dei privato,
dei pubblico e pensionati
Gli infermieri dipendenti
del Sistema Sanitario
Nazionale
I laureati in infermieristica
triennale in un anno in Italia
Gli occupati
a un anno
dalla laurea
triennale,
di cui circa
un terzo
a tempo indeterminato.
Nel 2009 il dato era al 94%
Lo stipendio netto
2
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Le nuove
assunzioni
in programma
nel
a un anno dalla laurea
triennale in un ospedale italiano
Regno Unito
fino al 2016
Gli infermieri italiani
che si presentano
in media ai colloqui delle
agenzie britanniche in Italia
41.I dipendenti
dei sistema
sanitario che
provengono
dall'estero
I professionisti
scartati,
quasi sempre
per problemi
con la lingua
inglese
Regno Unito: si stima
ci siano quattro stranieri
su dieci al lavoro
negli ospedali pubblici
"2 diventato fenomeno
dall'inizio del 2014.
I prossimi reclutamenti?
Entro la fine di irraggio"
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Preparati
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DAL NOSTRO INVIATO
LONDRA, «Siamo preparati
bene grazie alla laurea e abbiamo bisogno di lavoro. Cosi il Regno Unito ci cere a sempre di più». Raffaele Sorvillo
ha 25 anni ed è dipendente
con altre ottomila persone
del grande ospedale Saint
George, nella sud di Londra.
Perché ha deciso divenire in
Inghilterra?
«Facevo l'infermiere in
una clinica privata campana, ero precario. Nei primi
mesi del 2014 ho mandato il
curriculum a uri agenzia inglese, poi ho fatto un colloquio in un albergo di Milano.
La settimana dopo mi hanno
chiamato per dirmi che ero
assunto».
Che lavoro fa?
«Adesso sono infermiere
di sala operatoria al Saint
George. Prima lavoravo fuori Londra. Il trasferimento è
stato facile».
Quanto guadagna?
«Tra stipendio ed extra arrivo a circa duemila sterline
al mese. Una cifra nemmeno
paragonabile a quella che
prendevo
quando ero
ancora in
Campania».
Perché secondo lei
la Gran
Bretagna
habisogno
di tanto
personale
sanitario e
cerca gli
italiani?
«Qui l'università è molto
costosa e in pochi possono
permettersi gli studi. Inoltre
c'è un numero chiuso molto
selettivo. Così da sempre si
cerc ano l avoratori fuori e noi
siamo preparati bene e disponibili a spostarci perché
in Italia non troviamo il lavoro per cui abbiamo studiato.
Comunque negli ospedali
vedi un sacco di stranieri. Io
ad esempio lavoro con un
gruppo di filippini».
Ha idea di tornare in I talia in
futuro?
«Non so. Il fatto è che qui
ho delle prospettive di crescita professionale interessanti, che il mio Paese al momento non mi può dare».
(m.b. )
«RIPRODUZIONE RISERVAM
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r rain drain, fuga di cervelli, un Paese seni aprospettive nei tr attenere
le proprie menti migliori. Così, per
molto tempo, l'Italia è stata descritta innanzi tutto dagli italiani
.
stessi come uno dei Paesi verso il fondo di ogni
classifica relativa alla ricerca. Eppure gli ultimi dati dell'European research council raccontano come, in particolare, i contributi continentali per la ricerca non spingano gli studiosi all'estero, né li incoraggino a restare.
Tutto dipende dalle possibilità di lavorare nel
campo per il quale si è studiato. Le ricerche di
Erc dal 2008 al 2014 raccontano come le borse europee abbiano registrato un numero di
partecipanti italiani per metà all'estero e per
metà nei confini del Paese. Nel 2013, sette italiani hanno ottenuto uno Starting Grant per
restare in Italia e dieci per oltrepassare i confini, mentre con i Consolidator Grant, destinatia chiha giàavviatolapropriacarriera, dieci sono rimasti in Italia e 18 sono andati (o più
spesso erano già) in altri Paesi. C'è ancora un
futuro, insomma, per l'Italia. Ma per consolidarlo occorrono risorse, fondi e procedure
chiare, e unavisione di insieme su come orientare gli sforzi. Così la pensano, tra l'altro, alla
Fondazione Veronesi, che ha appena celebrato i propri Grant: «Non c'è progresso senza ricerca, non c'è ricerca senza un sempre nuovo
vivaio di giovani di diversi Paesi, che scelgono
di venire in Italia». È il senso principale dei fondi del 2015 della Fondazione Umberto Veronesi, impegnata per il dodicesimo anno nella
selezione di 139 borse di ricerca a singoli ri-
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cercatori post-dottorato, 21 dottorandi alla
Scuola europea di medicina molecolare
(Semm) e 19 borse di formazione clinica. L'altro ieri, i 179 medici e ricercatori selezionati su
oltre 600 domande sono stati premiati nell'aulamagnadell'Universitàdegli Studi di Milano. E a queste borse si aggiungono 17 progetti di ricerca già in corso dal 2014.
I numeri dell'offerta messa a disposizione
dalla Fondazione Veronesi sono triplicati in
cinque anni, grazie al crescente interesse di
aziende e privati. E i ricercatori della Fondazione lavorano negli ambiti di maggiore interesse della ricerca biomedica: oggi 128 tra
quelli post-dottorato e dottorandi sono impegnati nell'ambito dell'oncologia, di cui 39
sul tumore al seno; 13 lavorano sulle malattiecardiovascolariecroniche, 24 nell'ambito
delle neuroscienze, nove nell'area della nutrigenomica e della prevenzione delle malattie e cinque, appartenenti alla Scuola Europea di Medicina Molecolare, si occupano di
bioetica, soprattutto applicata alle cure e alla gestione del paziente oncologico.
Il professor Umberto Veronesi è soddisfatto: «Sono 12 anni che lavoriamo per far progredire la scienza in Italia lungo tre diverse direzioni separate, incoraggiando ricercatori e
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scienziati sui grandi temi come la fame, la
mortalità infantile, le energie alternative,
l'ambiente, le malattie come l'Aids o il cancro.
Il nostro secondo terreno sono i diritti civili: la
pace nel mondo e la lotta agli armamenti, ma
anche il fronte del fine vita, il testamento biologico, l'eutanasia, tutti temi complessi e di
grande valore. Infine il terzo valore è quello di
potenziarelaricercainItalia, dandovita auna
specie di grande vivaio: giovani che, a differenzadi chi decide di andarsene, vengono nel
nostro Paese e decidono di restarci, continuando a lavorare fino a quando non diventeranno adulti e potranno compiere grandi scoperte. Non c'è solo l'esodo, e lo dico senza nulla togliere a chi vuole andare altrove, ma c'è
ormai una grande quantità di giovani selezionati da Paesi del mondo occidentale come Stati Uniti, Francia, Olanda, Germania, e altri di
aree diverse, dal Brasile al Giappone all'India
alla Cina». Un grande gruppo che convive secondo quali principi? «Come una comunità
della scienza», risponde il professore, «che
non guarda né al colore della pelle né alle religioni o alle ideologie, ed è in se stessa un importante tassello per la pace nel mondo».
Scegliere non è facile, dovendo individuare
un borsista ogni 3-4 candidati, tutti di altissimo livello. Come spiega Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Veronesi e Prorettore alla ricerca dell'Università degli Studi. «Abbiamo scelto borsistiintuttelebranche, dall'oncologiaallacardiologia alle neuroscienze, partendo da curriculum tutti eccellenti», dice Tonelli. «Molti si
sono presentati con progetti di ricerca innovativi. I primi sono entrati a gennaio. E come
spesso succede le donne sono più del 60 per
cento E bello vedere che arrivano da Paesi di
ogni angolo del mondo, comprese le nazioni
dove la ricerca è già molto avanti. Questo ci
inorgoglisce, ma soprattutto ci convince che
l'Italia è tuttora, e deve restare, un grande
Paese per la ricerca scientifica». E la "comunità" della Fondazione Veronesi, impegnata
su tutti i tipi di tumore (solo per quello al seno
sonoallavoro 20nuoviricercatori) edelleneuroscienze (cinque sono appena entrati per
aggiungersi a chi lavora sull'Alzheimer) è
sparsa un po' ovunque nei migliori istituti e
università d'Italia: Torino, Genova, Milano,
Brescia, Verona, Padova, Trento, Aviano
(Pn), Trieste, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Camerino (Me), Urbino, Ancona, Firenze,
Siena, Roma, Perugia, Isernia, L'Aquila, Napoli, Salerno, Bari, Lecce e Catanzaro. Inoltre,
la Fondazione Veronesi ha deciso di sostenere
alcuni ricercatori italiani che svolgeranno un
periodo di lavoro all'estero, in modo da favorire la formazione e l'accrescimento professionale e culturale dei nostri cervelli, che potranno poi riportare in Italia il know-how acquisito. L'elenco degli istituti stranieri che ospiteranno i ricercatori di Fondazione Veronesi nel
2015 include laYale School of Medicine, il Dana-Farber Cancer Institute e la University of
Connecticut negli Stati Uniti, la University of
Oxford nel Regno Unito, l'Università di Berna
in Svizzerael'UniversidadMiguel Hernandez
di Alicante in Spagna.
a cnsi peggiora
le abitudini alimentari
ii
La dieta mediterranea ci protegge dal le principali malattie croniche. Si
sta registrando, però, un calo di consumi di pesce, olio d'oliva, frutta e
un au mento d i carnee prodotti di bassa qua I ità. Ce me mai?
L'epidemiologa Maria Laura Bonaccio, nell'ambito dello studio "MoliSani", farà una valutazione scientifica del ruolo della crisi economica sulle
recenti abitudini alimentari. «Stimeremo l'adesione alla dieta
mediterranea e cercheremo di capire se l'abbandono di questo modello
alimentare può essere im putato a nche a ragioni economiche. Sono dati
importanti per chi si occupa di salute pubblica percomprendere perché
stiamo perdendo un fattore di protezione importante che per secoli ha
(v.f.)
garantito lunga vita ai popoli del bacino del Mediterraneo».
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Unasondamolecolare
perdiagnosi più facili
Sia la chemio che la radioterapia sono meno efficaci in presenza di
ipossia, ovvero una bassa concentrazione di ossigeno ai l'interno di un
tessuto, tipica di molti tumori. Enza Di Gregorio, dottore di ricerca in
scienzefarmaceutichee biomolecolari sta sviluppando una nuova
procedura per la visualizzazione dell'ipossia edel volumevascolare in
modelli di tumorealla prostata attraverso la risonanza magnetica.
«Abbiamo sviluppato delle sonde molecolari sensibili a marker
biochimici tipici del tumore. L'obiettivo è correlare i dati ottenuti con
l'uso di queste sonde al grado di sviluppo della malattia perottenere una
diagnosi non invasiva, precoce edettagliata. Ciò rappresenta un valido
aiuto nella scelta della terapia più idonea al paziente».
(v.f.)
Progetto.L- - Pink is-<o- od
ii
lotta al tumore
atv VILI-1 Io-I tumore maligno più comune nelle donneèquelloal seno,con
un'incidenza di 1,7 milioni di nuove diagnosi all'anno nel mondo.
Alessio Molfino, specialista in medicina interna, sta portando avanti il
progetto Pinkisgood. «Con la supervisione dei professori Rossi Fanelli e
Muscaritoli stiamo osservando come in donne, con o senza familiarità
pertumore al seno, sono presenti alterazioni del metabolismo che
determinano una differente composizionedi specifici acidi grassi delle
membranecellulari con conseguenze sull'efficacia della terapia
antitumorale. I risultati della ricerca potrebbero essere utili nelleterapie
oncologiche per affiancare alle cure tradizionali terapie metaboliconutrizionali per migliorare gli effetti della chemio e radioterapia». (v.f.)
per chi
e fumatore
erchèalcune persone pur non fumando sviluppano un tumore
polmonare in giovane età? Aquesta domanda cerca di rispondere la
ricerca della biologa Elisa Frullanti : «Lo studio si incentra sulle basi
genetiche che predispongono i non fumatori al tumore polmonare.
Sequenziamo il Dna di pazienti non fumatori e dei rispettivi fratelli o
sorelle sani al fine di determinare quanti equali geni siano coinvolti nello
sviluppo del tumore . Abbiamo dimostrato che l'insorgenza della
malattia è influenzata da più geni che risultano alterati nel paziente
rispetto al fratello sano ; q cesti geni, però, sono d iversi da paziente a
paziente. Ci proponiamo di tracciare un'impronta genetica in grado di
(v.f.)
rivelare la predisposizione individuale al tumoreal polmone ».
Sanità nazionale
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"
Analfabeti
*
sc enza
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inaumento 55
Z i secolo che stiamo attraversando è quello delle
Scienze dellavita: ogni giorno non solo gli scienziati ma tutte le persone discutono di fecondazione eterologa, Ogni consentiti o meno, cibi che mettiamo nel piatto, testamento biologico, eutanasia».
Carlo Alberto Redi, professore di Biologia dello Sviluppo, membro dell'Accademia dei Lincei, è componente del Comitato etico della Fondazione Veronesi.
Oggi l'analfabetismo scientifico, ovvero la mancanza
di informazioni corrette sui grandi temi della ricerca,
lo preoccupa più che in passato. Perché attraverso i
media e chi si occupa di giustizia la stessa "cura miracolosa" contro la sclerosi a placche o le convinzioni
ideologiche intorno al punto di fine della vita umana
possono diffondersi e affermarsi senza contrasto.
Non è facile scrivere su temi così rilevanti documenti comprensibili da tutti, ma è ciò che il Comitato
si sforza di fare. «Oggi il problema non è più la casalinga di Voghera, cioè l'esemplare classico del buon
senso comune, ma chi studia legge, chi siede nei comitati etici degli ospedali, i giovani, i genitori, i parenti di chi è malato. Per questo ci sforziamo di scrivere esponendo tutti gli elementi dei singoli casi e indicando un atteggiamento laico sul quale ragionare e
decidere caso per caso». Chi è cittadino, oggi, nonpuò
ignorare i fondamenti della biologia: «Occorre conoscenza scientifica perpotervivere fino infondo inuna
comunità che tiene conto dei pregiudizi ideologici e
morali di ciascuno, ma che implica una vita e delle regole da osservare tutti insieme».
Medicina genomica, sofferenza degli animali, regole di produzione e di scambio dei generi alimentari
e delle materie prime sono temi su cui ognuno deve
poter accedere a informazioni di base. «La democrazia che dobbiamo cercare di costruire», continua Redi, «è prima di tutto cognitiva. Per questo porre sul
campo la riflessione teorica è importante quanto far
crescere un vasto numero di giovani ricercatori impegnati in Italia. Io posso avere un atteggiamento di
fede, o quasi, verso il Bosone di Higgs. Ma la conoscenza scientifica è importante se due donne vogliono scambiarsi gli ovociti senza trasmettersi malattie
mitocondriali, o se si deve decidere se dare il via alla
produzione di organismi sintetici per recuperare aree
agricole devastate in passato». Cittadinanza scientifica per tutti, insomma, ma con due testimoni specia-
li: gli operatori dei media e del diritto, senza i quali la
"lotta all'analfabetismo" è impossibile.
(v.s. )
OR PRODUZIONE RISERVATA
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Trend positivo
Comítatoefico
perle a' io i tre anni
dal cancro
ggi più della metà delle
persone che si ammalano di
tumore guariscono, circa il doppio di
quanto accadeva appena 40anni fa»,
ha spiegato il professor Umberto
Veronesi nell'introduzionedei Grant
2015. La riduzionedi mortalità per
tumore sia in Italia che negli altri Paesi
Occidentali ècostanteesignificativa.
Il motivo principaleè una maggiore
conoscenza della malattia unita
a politichedi prevenzione primaria
edidiagnosi precoce che funzionano
evengono messe in pratica dai
cittadini. A muovere la ricerca
c'èquindi una grande speranza:
«Comprendendo meglio
i meccanismi con cui la malattia
si manifesta avremo maggiori
possibilità di contrastarla edi
diagnosticarla prima»,aggiunge
Veronesi. «Se poi a queste
conoscenze si aggiungerà la
consapevolezza di quanto siano
importanti gli stili di vita corretti,
a livello collettivo e individuale,
possiamo davvero pensare di colpire
il cancro alla radice, evitandone
l'insorgenza».
(valentinaferlazzo)
Centosettanta nove borse di ricerca edi formazionea medici
e ricercatori italiani e stranieri con progetti all'avanguardia
incentrati su oncologia, malattiecardiovascolari ecroniche,
neuroscienze, prevenzione e nutrigenomica. È il numero dei
premiati ai Grant 2015 di Fondazione Umberto Veronesi
assegnati l'altro ieri all'Università degli studi di Milano. Dal 2003
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di interventi
T re anni fa la Fondazione
Umberto Veronesi fondò il suo
primo Comitato Etico con lo scopo
di avviare un dibattito pubblico,
aperto, libero e coraggioso sulle
conseguenze etiche del progresso
scientifico, ma anche sui diritti
fondamentali di ogni essere
vivente. Il Comitato si avvale di una
commissione formata da illustri
esperti appartenenti ad ambiti
diversi sia del mondo della scienza
che della cultura. Ha stilato la Carta
dei principi edei valori e pubblica
documenti ufficiali su grandi temi
di bioetica. Trai Decaloghi c'è
ad esempio il diritto dei malato
in carcere e quello nella fase finale
della vita; tra i Pareri l'utilizzo dei
placebo nella sperimentazione
clinica e il testamento biologico.
Il prossimo in uscita è la Prospettiva
di medicina genomica (Pareri)
che esprime la propria opinione
sulle conseguenze della
conoscenza delle interazioni
fra Dna e ambiente esaminandone
le implicazioni sia a livello etico
che sociale.
(v.f.)
la Fondazione investe sul futuro della ricerca eogni anno riesce
ad aumentare il numero dei beneficiari (in totale 912 ricercatori
e89 progetti) grazie anche al sostegno di donatori eaziende
private. Come l'evento di oggi durante la Regata dei Traghetti:
l'Associazione dei gondolieri di Venezia rinnova il contributo
finanziando una borsa di ricerca. www.fondazioneveronesi.it
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PREVENZIONE INNANZIT OSopra,
il professor Umberto Veronesi
con il ricercatore Daniele Frangioni
Sanità nazionale
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Ammesso lo sconto per la prestazione odontoiatrica
Si alla descrizione «generica»
Mario Cerofolini
Lorenzo Pegorin
www Sono detraibili in dichiarazione dei redditileprestazioniodontoiatrichecon descrizione generica, gli oneri sostenuti per la procreazione medicalmente assistita, le spese per trasporto disabili
volontariamente pagate alle Onlus
e le spese per massofisioterapia
con un diploma triennale. Sono i
principali chiarimenti sulle spese
sanitarie detraibili (articolo 15,
comma i, lettera c del Tuir) contenuti nella circolare 17/E/2015.
Le spese del dentista con l'indicazione riportata in fattura riguardante «ciclo di cure mediche
odontoiatriche specialistiche»
sono detraibili pur nella genericità della descrizione resa dal professionista. Nel caso prospettato,
la circolare ricorda che con la precedente risoluzione 111/E/1995
era stata messa in discussione, ai
fini Iva, la mancata concordanza
ditaletipo didescrizione conleregole previste (requisiti minimi da
indicare nel documento) dall' ar-
Sanità nazionale
ticolo 21 del Dpr 633/1972, secondo cui si deve puntualmente indicare in fattura «natura e qualità
della prestazioni rese», evitando
ossia rappresentazioni generiche
che non permettono la reale identificazione dell'attività svolta.
Tuttavia le Entrate chiariscono
ora che t ale dizione aifini delle imposte dirette è da ritenersi sufficiente per identificare la natura
sanitaria della prestazione, per
cui tali fatture vanno comunque
ammesse alla detrazione.
Anchele spese riconducibili alla
procreazione medicalmente assistita possono rientrare fra quelle
sanitarie detraibili se opportunamente descritte in fattura, poiché
riconducibili sulla base di quanto
chiarito dal ministero della Salute
fra le specialità farmaceutiche ammesse alla detrazione.
I contributi che vengonovolontariamente erogati alle Onlus per il
trasporto dei disabili che necessitano di cure mediche periodiche
sono detraibili come spese mediche, a p atto che ilvers amento effet-
tuato sia il corrispettivo per il servizio di trasporto reso (per esempio, spostamento in ambulanza) e
non sia in alcunmodo riconducibile ad una erogazione liberalegenerica concessa all'associazione.
Per quanto riguarda la detraibilità delle spese sostenute presso
un massofisioterapista con formazione triennale in regime liberoprofessionale, le Entrate hanno
chiarito che i possessori di tale titolo di studio sono da equiparare a
tutti gli effetti a quelli che detengono un titolo universitario abilitante all'esercizio professionale
di fisioterapista. Entrambi rientrano a pieno diritto fra gli esercenti le professioni sanitarie elencate nel Dm Salute-Università 29
marzo2001 quali operatori del settore le cui prestazioni vengono
ammesse alla detrazione d'imposta (rigo E1 del 730 e rigo RP1 del
modello Unico). Richiamando il
precedente chiarimento di prassi
(circolare 19/E/2012), la circolare
17/E/2o15ricorda chetali spese sono detraibili anche senza una spe-
cifica prescrizione medica. Nel
documento di certificazione del
corrispettivo il massofisioterapista dovrà comunque sempre attestare il possesso del diploma con
formazione triennale conseguito
entro il17 marzo 1999, nonché descrivere la prestazione resa.
Altri familiari a carico
Infine la circolare per quanto attiene alle detrazioni per altri familiari a carico ricorda che le stesse
vanno applicate nell'odine previsto dall'articolo 12 del Tuir, ossia
coniuge (lettere a, b) figlio (lettera
c) altro familiare (lettera d).
Pertanto nel caso in cui all'interno di uno stesso nucleo famili are in
assenza di reddito da parte del padre, quest'ultimo dovrà essere
considerato a carico dellamoghe e
non del figli o qualora questi siano
in possesso (entrambi) di redditi
superiori a 2.840,51 euro. Tuttavia
eccezionalmente le Entrate animettono che, nel caso specifico, il
padre possa essere considerato a
carico del figlio solo se quest'ultimo possiede un reddito superiore
a quello della madre ed effettivamente ne sostiene il carico.
0 RIPROOII ZIO NE RISERVATA
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Cellule staminali adulte,
Avvenire non dice la verità
di Gilberto Corbellini*
i giornalisti ed editorialisti di Avveproprio non va giù che qualcuno non li riconosca unici e autentici portatori del verbo etico. Non sono abituati e si scandalizzano se uno scienziato,
Michele De Luca, non si lascia manipolare
per i loro fini propagandistici. Cioè se rispedisce al mittente, in un articolo uscito sul
supplemento culturale del Sole24Ore di
domenica scorsa, dei complimenti che erano finalizzati a far credere che le sue ricerche, che hanno portato al primo prodotto
farmaceutico mondiale a base di cellule staminali, fossero la prova che le cellule staminali embrionali non servono allo sviluppo di terapie rigenerative. Ad Avvenire farebbero bene a fare quel che dalle loro parti si chiama "esame di coscienza".
Conservo tra le slide che uso per fare lezione una pagina del giornale, che è organo
della Conferenza Episcopale, di quasi dieci
anni fa, in cui si diceva che le staminali
adulte curavano 70 malattie. E quelle embrionali zero. Erano bugie che nei loro contorti ragionamenti dovevano servire a salvare embrioni umani. In realtà quella pagina,
e tutta l'insulsa e falsa propaganda integralista fatta da Avvenire a favore delle cosiddette staminali adulte hanno preparato il
terreno per il caso Stamina. Vogliamo dirlo? E vogliamo dire che a dimostrare che
staminali adulte che non siano quelle ematopoietiche possono curare delle malattie è
stato uno scienziato che rifiuta l'idea che
esistano staminali più "etiche" di altre. Devono rosicare molto per tutti i soldi che
hanno sprecato a provare su poveri pazienti staminali adulte senza alcun risultato. In
pratica per essersi dimostrati, quelli delle
staminali etiche, non solo falsi e illogici, ma
anche scientificamente scarsi.
Il giornalista di Avvenire che si scandalizza
perché De Luca non ci sta a lasciarsi strumentalizzare, collega questo fatto con la sua
carica di co-presidente dell'Associazione
JLX
A
Ricerca
Luca Coscioni, che avrebbe «per obiettivo
la promozione della ricerca senza alcun
vincolo etico», e che, scandalo degli scandali, cerca di ottenere l'estensione della fecondazione assistita, negata dalla famigerata legge 40 per le coppie portatrici di malattie genetiche. Il giornalista la fa lunga sugli
embrioni umani che sarebbero scartati, senza farsi il problema che se si prendessero
sul serio le credenze religiose cristiane, è
proprio il loro Dio che ha previsto nel disegno naturale lo scarto degli embrioni umani (aborti spontanei) perché siamo molti di
più coloro che vengono al mondo in salute
piuttosto che con terribili malformazioni e
sofferenze. La diagnosi preimpianto è una
conquista morale straordinaria, perché consente di prevenire con certezza la nascita di
bambini affetti da malattie devastanti, che
sono qualcuno con una buona dose di malvagità può augurarsi che vedano, come si
suol dire, la luce.
L'uomo ha dunque fatto un buon uso della
ragione - che un tempo i teologi come Tommaso d'Aquino apprezzavano - per fare in
modo che vi sia ancor meno distruzione e
scarto di embrioni umani, e maggior benessere per chi nasce e per i genitori. Questa è
etica. A tutti gli effetti. Forse il giornalista
ha un'idea generica o da bar dello sport di
cosa sia l'etica. In realtà, l'Associazione Luca Coscioni, da quando esiste, si è battuta
perché la scienza continui ad alimentare
anche in Italia, come accade in tutti i paesi
civili, l'etica pubblica promuovendo l'uso
della razionalità, cioè del metodo scientifico, e la sincerità. L'idea che la scienza possa funzionare senza un'etica è talmente priva di senso che non meriterebbe commenti. Coltivare tale idea significa però essere
rimasti mentalmente ai tempi di Galileo Galilei. E non avere neppure capito che come
nella metafora kantiana della colomba, che
preferirebbe volare in assenza di aria, la
scienza non potrebbe neanche esistere se
non fosse sostenuta dall'etica.
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