Rassegna del 27/04/2015 - Azienda Ospedaliero
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Rassegna del 27/04/2015 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 27/04/2015 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 27/04/2015 SANITÀ NAZIONALE Avvenire 25/04/15 P. 15 Malaria, la speranza in un vaccino Paolo M. Alfieri 1 Corriere Della Sera 25/04/15 P. 44 Farmaci, acquisti, ricoveri e ricette Nella sanità tagli per 2,6 miliardi Margherita De Bac 3 Giornale 25/04/15 P. 6 Scatta l'allarme sanitario: incubo scabbia e tubercolosi Tiziana Paolocci 4 Io Donna 25/04/15 P. 164 152 Italia Oggi 25/04/15 P. 11 Maugeri: 21 ospedali, 3900 addetti Italia Oggi 25/04/15 P. 26 L'Enpam Italia Oggi 25/04/15 P. 27 Detrazioni sotto la lente Andrea Bongi 8 Italia Oggi 25/04/15 P. 33 Infermieri, riforma ferma Benedetta Pacelli 9 Milanofinanza 25/04/15 P. 69 Un respiro di sollievo Cristina Cimato Repubblica 25/04/15 P. 25 Vaccini, "Sì al ritorno dell'obbligo se è necessario" Repubblica 25/04/15 P. 26 Londra, il boom degli infermieri made in Italy "Siete i più bravi" Repubblica 25/04/15 P. 26 Preparati affidabili ecco perché i cercano" Repubblica 25/04/15 P. 52 Per la ricerca l'Italia si fa bella Vera Schiavazzi 16 Sole 24 Ore 25/04/15 P. 12 Sì alla descrizione «generica» Mario Cerofolini Lorenzo Pegorin 22 25/04/15 P. 23 Cellule staminali adulte, Avvenire non dice la verità Gilberto Corbellini 23 5 Bonifacio Borruso 6 7 10 12 Michele Bocci 13 15 RICERCA Cronache Del Garantista Indice Rassegna Stampa Pagina I Maka, la speranza .n un vacciv3 «Funziona in un terzo dei casi». La G: avra PAOLO M. A LFIERI er ora è una solida promessa, una speranza clinica. Protegge meno del previsto, è vero, ma è pur sempre il primo vaccino al mondo contro la malaria a intravedere il traguardo dell'approvazione. Potrebbe salvare ogni anno milioni di bambini l'Rts,S/As01, sviluppato dall'azienda britannica GlaxoSmithKline (Gsk) con il finanziamento della Bill & Melinda Gates Foundation: è il più avanzato dei diversi potenziali vaccini antimalaria in fase di sviluppo. La comunità scientifica ne ha parlato ieri Giornata mondiale della malaria - dopo i risultati di uno studio pubblicati su Lancet. l'immunizzazione si è rivelata efficace in circa il 30% dei bambini quando la prima dose viene somministrata nei primi mesi dopo la nascita (tra il quinto e il diciassettesimo), del 26% in quelli più piccoli. Non è appunto l'antidoto definitivo, ma se si pensa che oltre 1.200 bambini muoiono ogni giorno per la malaria, 50 ogni ora, ecco che anche una soluzione parziale riveste uri importanza enorme. Il vaccino potrebbe essere disponibile già a partire dal mese di ottobre e la Gsk si è impegnata a rendere il prodotto «disponibile a prezzo not for profit». «Abbiamo in vista un candidato vaccino che potrebbe avere un reale impatto su questa terribile malattia che colpisce moltissimi bambini nel primo anno di vita- Kwaku Poku Asante, principale ricercatore dello studio condotto su 16mila bambini in sette Stati africani -. L'ampio numero di bambini affetti da malaria, anche diverse volte l'anno, fa pensare che questo candidato vaccino potrebbe prevenire milioni di casi se distribuito correttamente». Lo studio è stato effettuato su due gruppi di bambini, quelli a cui è stata data la prima dose del vaccino tra le 6 e 12 settimane di vita e quelli a cui è stata somministrata tra i 5 e 17 mesi. Ad un gruppo sono state date tre dosi, all'altro anche una dose di richiamo. Si è così visto che l'efficacia era del 30% in quelli che avevano avuto anche la dose di richiamo, ma la protezione è calata gradualmente nel tempo. 1 ricerca- Sanità nazionale prezzo non profit tori hanno cercato di sostenerla con una dose di richiamo, ma la protezione non ha mai raggiunto il livello offerto dalle dosi iniziali, senza contare che si sono avuti vari effetti collaterali, tra cui 22 casi di meningite. L'Agenzia europea dei medicinali (Ema) dovrà ora rivedere i dati e, se soddisfatta, il vaccino riceverà l'autorizzazione per essere messo in commercio. In tal caso l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe raccomandarne l'uso già da questo ottobre, anche se aveva stabilito come obiettivo per il 2015 di avere un vaccino efficace al 50% con una protezione di durata superiore a un anno. In tutto il mondo il 73% delle morti nei bambini al di sotto dei 5 anni è attribuibile a sole sei cause, quattro delle quali di tipo infettivo, quindi trasmissibili. Tra di esse la malaria, che resta ai primi posti nonostante i notevoli successi degli ultimi anni principalmente legati agli investimenti fatti per distribuire a larghe fasce di popolazione colpita le nuove terapie di combinazione contenenti l'artemisina. Si calcola che nel 2014, nel mondo, ancora 200 milioni di persone sono rimaste infettate e circa un milione sono morte, di cui il 78% bambini. Tra il 2001 e il 2013, 4,3 milio- ni di vite sono state salvate grazie ad un migliore accesso a prevenzione, diagnosi e trattamento. «Dipende da tutti noi - sottolinea Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia - governi, comunità internazionale, operatori sanitari o donatori, mettere in atto le misure per sconfiggere questa devastante malattia un volta e per tutte». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 1 LO NO' Una bimba karen thailandese si sottopone ai test perla malaria \ RIELL NE . REF\ (Ansa) E\ \.. . • I BAMBINI CHE MUOIONO OGNI GIORNO PER GLI EFFETTI DELLA MALARIA, 50 OGNI ORA àc.MENI E ffi khk 1 1 ma '\unca\'àw , ma wwì 'w\, di, Là NE 1 '1 0512 o LE VITE SALVATE, TRA IL 2001 IL 2013 , GRAZIE AD UN MIGLIORE ACCESSO A PREVENZIONE , DIAGNOSI E TRATTAMENTO Sanità nazionale Pagina 2 Farmaci, acquisti, ricoveri e ricette Nella sanità tagli per 2,6 miliardi Fitch conferma il rating all'Italia: «Più stabilità, avanti con le riforme. Crescita debole» La vgcei c a È attesa per il 29 aprile l'intesa tra Stato e Regioni che potrebbe decidere sui tagli alla sanità *li sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti (foto) sostiene che se si è in grado «di spendere meno risorse per dare più servizi, è un vantaggio per cittadini» Farmaci, prescrizioni di visite specialistiche ed esami ambulatoriali i settori in cui si concentrano i tagli ROMA Prendono forma i tagli alla sanità, due miliardi e 6oo milioni per il 2015 se si include la riduzione del fondo per l'edilizia sanitaria già concordato a febbraio. L'intesa tra Stato e Regioni potrebbe arrivare il 29 aprile. La discussione era prevista l'altro ieri, ma l'appuntamento è slittato, segno che il braccio di ferro continua. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti preferisce parlare di «razionalizzazione. Se si è in grado di spendere meno risorse per dare più servizi è un vantaggio per i cittadini». Facile a dirsi. La percezione da parte di chi la sanità la vive tutti i giorni, quindi malati, medici, infermieri, è tutt'altro che efficienza e crescita. I comparti interessati dalla stretta non sono nuovi alle manovre. Farmaceutica, dispositivi medici (ampia categoria di prodotti che vanno dalla siringa alle apparecchiature), acquisto di beni e servizi, prescrizioni di visite specialistiche ed esami ambulatoriali inappropriati, cioè non giustificati dalla reale necessità del paziente. Medicine, il risparmio stimato è di 235 milioni. Deriva tagli alla Sanità La proposta alle Regioni ?rune Quuudlano -an _ol` -01 De Vincenti Spendere meno per dare più servizi, è un vantaggio per i cittadini dArco dalla revisione del prontuario da parte dell'agenzia nazionale Aifa anticipata al 30 giugno. In realtà è difficile che in così poco tempo i tecnici riescano a compiere un vero e proprio giro di boa. Verrà rivisto l'elenco dei prezzi di riferimento che indicano il prezzo massimo di rimborso per i farmaci «terapeuticamente assimilabili». Più responsabilità per le aziende produttrici, chiamate a intervenire in caso di superamento dei tetti di spesa: 310 milioni in meno. Attenzione al fondo per i farmaci innovativi, istituito dalla legge di Stabilità per rimborsare le nuove cure contro l'epatite C. La spesa in più incide sul tetto territoriale. Rientrata la «patrimoniale» sui medici che prescrivono esami sproporzionati. Non pagheranno personalmente. Ne risponderanno i direttori generali delle Asl alla verifica di fine nomina. E ancora, taglio alle convenzioni con le cliniche private al di sotto dei 40 posti letto a meno che non si tratti di centri specialistici, ad esempio solo oftalmologia, odontoiatria, ortopedia. Tra i punti, la «riduzione progressiva delle centrali del 118», conseguenza della riorganizzazione della rete ospedaliera. Alcune Regioni hanno cominciato a unificarle. In Toscana le centrali sono scese da 12 a 6, in Emilia Romagna da 12 a 3, Lombardia da 9 a 4 e Piemonte da 8 a 4. Un incoraggiamento è arrivato ieri sera da Fitch che ha confermato il rating all'Italia sulle considerazioni di una maggiore stabilità anche se, ha rilevato l'agenzia americana, le riforme vanno completate e la crescita è ancora fragile. Margherita De Bac mdebac@a corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA I risparmi stimati dalla manovra sono pari a 2,6 miliardi nel 2015 se si include anche la riduzione del fondo per l'edilizia sanitaria Sanità nazionale Pagina 3 Scatta l'allarme sanitario: incubo scabbia e tubercolosi Paura per le condizioni igieniche di centinaia di disperati. Dopo i casi sospetti a Roma quattro persone a Milano messe sotto osservazione di Tiziana Paolocci emergenza è anche sanitaria. Queste sono le malattiedell'immigrazione di massa. Spaventano più dei barconi avvistati in alto mare, pronti a sbarcare centinaia di profughi nelle nostre coste. Sono la scabbia e la tubercolosi, compagne affezionate di centinaia di disperati, che fuggono dailoropaesiperprendere d'assalto il nostro. Sono i compagni diviaggio e di approdo dellapovertà, i segni di una precarietà umana da disperati chetornano negli angoli di un Occidente un tempo ricco e senza fantasmi. L'allarme malattie torna a risuonare pesantemente in questi giorni in cui l'Unione Europea è divisa sul concedere o meno l'asilo. Giovedì quattordici migranti sono stati visitati dai medici dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, perché si temeva potessero essere affetti da scabbia. E in realtà le verifiche medichehanno confermato per sette di loro la malattia, mentre i restanti secondo i sanitari restano «casi sospetti», quindi da tenere sotto osservazione. Stando a quanto riferito si trattava di persone che provenivano da Salerno ed erano ospiti del centro di accoglienza Villa Spada in via Sant'Annibale Maria di Francia. Dopo le opportune terapie, tutti sono stati dimessi dal nosocomio. Ma il problema è assai più vasto di quello che si pensi, perché poche oreprima lo stesso era accaduto aMonza (due casiall'asilo) e a Milano, dove gli operatori sanitari avevano individuato altri quattro casi sospetti tra i profughi in attesa di essere trasferiti dalla Stazione Centrale al Centro diviaCorelli. Purtroppo ilnodo dolente è che spesso non esistono presidi permanenti nei luoghi dove spontaneamente i profughi arrivano. Questo per- gia, che si trasmette per contatto. Lo sanno bene gli operatori della Polizia municipale, che chiedono al Governo italiano di correre airipari e trovare soluzioni urgenti per tutelare anche gli agenti. «I lavoratori della polizia municipale impiegati nei centri di accoglienzahanno pauraperché sono arischio di malattie - dice Franco Cirulli, responsabile dellaUilpolizialocale diRoma -. Prima di arrivare nelle strutture andrebbe fatta una profilassi preventiva negli ospedali, come ad esempio al Celio per avere una anamnesi generale. Oggi si parla di casi di scabbia, ma domani potrebbe trattarsi ditubercolosi». La scabbia è un'infezione contagiosa della pelle. L causata daun parassitamolto piccolo e di solito non direttamente vi- sibile, l'acaro Sarcoptes scabiei, chesiinoculasottolapelle del soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico. La malattia può essere trasmessa da oggetti, ma più spesso dal contatto diretto pelle-pelle, con un elevato rischio dopo un contatto prolungato. L'infezione iniziale richiede da quattro a sei settimane per diventare sintomatica. Poiché si riscontrano sintomi allergici, oltre al ritardo nella presentazione si ha anche un significativo ritardo nel sollievo dopo che !parassiti sono stati sradicati. Un certo numero di farmaci risultano efficaci nel trattamento della scabbia, tuttavia, il trattamento deve spesso coinvolgere tutta la famiglia o la comunità per prevenire una nuova infezione. metterebbe di intervenire immediatamente appena toccano il suolo italiano, invece di accorgersene soltanto quando sono II contagio favorito dalla mancanza di presidi dove arrivano i migranti già stati smistati neivari centri di accoglienza delle varie regioni. Solo in Lombardia su quasi 5000 soggetti presenti al 31 marzo 2015 presso i centri attivati dalle Prefetture è stato necessario effettuare quasi 700 prestazioni di prevenzione. Ma purtroppo bisognerebbe agire prima, perché con il passare delle ore aumenta il numero dei soggetticontagiati daquestapatolo- Sanità nazionale ITTh:m Sono la scabbia e la tubercolosi, le compagne ullla Pnllarnm vmilmin nirobuswbbivi eLLiherwl di centinaia di disperati, che fuggono dai loro paesi per prendere d'assalto il nostro Pagina 4 X52 milioni circa la spesa annuale delle Asl per gli animali domestici. La gran parte dei costi è dovuta alla gestione dei canili rifugio, definite strutture per ora indispensabili, ma «fallimentari rispetto a obiettivi di benessere animale e di contenimento della spesa». Dal rapporto Animali in città di Legambiente (legambiente.it). B.V. Sanità nazionale Pagina 5 La Regione Lombardia ha fczcilitato la possibilità di un concordato preventivo in continuità Maugeri: 21 ospedali, 3900 ad letli Resta a b occa asciutta c i voleva s artrsi le spoglie Di BoNIFACTo B®RRUSo a missione impossible del professore bocconiano Gualtiero Brugger , ossia salva- re dal fallimento la Fondazione Maugeri da lui presieduta e cioè 21 ospedali e 3.900 addetti in tutta Italia, oberata da circa 300 mi- lioni di debiti, si fa sempre più possible. Ieri, infatti, la fondazione pavese, coinvolta in procedimenti giudiziari che travolsero il governatore Roberto Formigoni, si è vista ratificare da Regione Lombardia un accordo transattivo che le permetterà, di qui alla fine del mese, di accedere a un concordato preventivo in continuità, la cui procedura preliminare era stata aperta il primo novembre scorso presso il Tribunale di Pavia. Nell'accordo si prevede che la Regione ritiri l'azione contro la stessa Maugeri, in via subordinata come datore di lavoro del direttore generale Costantino Passerino, attualmente a giudizio presso il Tribunale di Milano. E il processo scaturito dall'inchiesta che ha riguardato la sanità lombarda e il ruolo del faccendiere Pierangelo Daccò come facilitatore, corruttore, ha sostenuto la Procura, della stessa Maugeri e del San Raffaele, ottenendo accreditamenti in quantità. Sanità nazionale La fondazione, che è uscita dal processo patteggiando e pagando nove milioni di euro, si poteva infatti trovare responsabile nel caso il suo dipendente fosse stato condannato e il danno relativo, oltre 300 milioni di cure erogate secondo il sistema incriminato, avrebbero potuto sommarsi ai debiti verso banche e fornitori. Brugger, navigato ristrutturatore degli anni '80, che lavorò a crisi durissime come quella della Bastogi e della Rizzoli, è riuscito a convincere Regione a ritirare la citazione nel processo in questione, contro il pagamento di una ventina di milioni, di cui 2,5, in contanti, e il resto in crediti regionali cui la Maugeri rinuncerà. Trattativa laboriosa e seguita personalmente dal governatore Roberto Maroni, che ha imposto scrupolose verifiche dell'avvocatura regionale presso la Corte dei Conti e, si dice, anche presso i pubblici ministeri che stanno sostenendo l'accusa. Il presidente della Maugeri ha però offerto una garanzia che né i giudici contabili né la Procura hanno potuto contestare alla Regione: la fondazione dà in pegno tutte le azioni della costituenda società per azioni alla quale, nell'imminente ristrutturazione prevista nel piano concordatario, andranno tutte le attività sanitarie. Se l'ex-direttore generale fosse condannato e il danno fosse quantificato, la Regione potrà acquisire il pacchetto azionario per rivalersi. «Tenendo al centro l'interesse pubblico», dicono alla Maugeri, «la Regione ha mostrato di riconoscere la bontà del lavoro di Fondazione Maugeri per superare le difficoltà finanziarie continuando a garantire l'elevata qualità dei servizi offerti". Furibonda Iolanda Nani , coriacea consigliera regionale grillina pavese, che aveva richiesto un'audizione dei vertici di Mau- geri in commissione sanità: per due volte il presidente, il leghista varesino Fabio Rizzi , l'aveva calendarizzata ma, per altrettante volte, l'ultima mercoledì scorso, l'audizione era stata rinviata, probabilmente per la moral suasion esercitata da Maroni stesso, cui premeva l'accordo e il futuro di 3.900 addetti, per la maggior parte dei quali lombardi. Una prima vitto- ria per «Mr. Brugger», come lo chiamava polemicamente su Facebook la consigliera grillina. La seconda arriverà quando il Tribunale pavese , ai primi di maggio, darà il via libera al concordato in continuità, che prevede la creazione di un fondo immobiliare dove confluiranno le mura dei 21 centri ospedalieri, una newco per le attività di riabilitazione, di cui Maugeri è leader, con oltre 300 milioni di fatturato annuo: una struttura societaria che, con un sistema di garanzie e rivalutazioni, permetterà di rimodulare i debiti con banche e fornitori. «E far crescere ancora la fondazione», dicono dall'entourage del professore. Restano al palo i numerosi gruppi sanitari, italiani e stranieri, che avevano messo l'occhio sui pezzi pregiati della fondazione. Riproduzione riservata Pagina 6 L'Enpam, l'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri, ha lanciato un progetto pilota per semplificare la vita dei camici bianchi che si ammalano o s'infortunano. Grazie, infatti, ad un accordo con le Asl di Varese e di Milano non sarà più necessario presentare l'originale del certificato medico né le fotocopie dei cedolini dei tre mesi precedenti all'infortunio. «I medici coinvolti dall'iniziativa», ha fatto sapere l'Enpam, «dovranno solo compilare la domanda scaricabile dal sito (www.enpam.it) e inviarla insieme alla copia del documento di identità». Sanità nazionale Pagina 7 La circolare 17/E delle Entrate sulle questioni interpretative dell'Irpef Detrazioni sotto la lente Fattu ra , s olo i nte s taz i one spec ifi c a DI ANDREA BANGI etraibile la fattura del dentista a condizione che da essa si evinca in modo univoco la natura sanitaria della prestazione eseguita. Via libera alla detrazione irpef per le prestazioni rese dai massofisioterapisti anche in assenza di specifica prescrizione medica. Sono inoltre da considerarsi spese di istruzione, con la relativa detrazione, le somme pagate per la frequenza degli istituti tecnici superiori - c.d. V livello formativo - che si collocano a metà tra l'istruzione secondaria e universitaria. In tema di detrazioni irpef per il recupero del patrimonio edilizio, lo sconto fiscale spetta anche nel caso in cui sull'immobile venga eseguito un nuovo intervento, autonomo rispetto a quelli realizzati nel passato. Sono questi, in estrema sintesi, i principali chiarimenti forniti dall'Agenzia delle entrate nella circolare n. 17/e di ieri interamente dedicata a questioni interpretative in materia di Irpef prospettate Sanità nazionale Fattura dei medico La descrizione «ciclo di cure mediche odontoiatriche specialistiche» consente la detrazione Irpef dei 19°%a; odontoiatra Prestazioni dei massofisioterar7isti Possono essere ammesse in detrazione anche in assenza di prescrizione Ristrutturazioni edilizie Possibile usufruire di più detrazioni sullo stesso immobile a patto che siano interventi distinti fra loro e scollegati nel tempo; dal Coordinamento nazionale dei Centri di assistenza fiscale e da altri soggetti. Spese sanitarie . Per poter dare diritto alla detrazione irpef del 19% occorre che nella fattura del medico odontoiatra - si legge nella circolare in commento - nella descrizione della prestazione resa si evinca in modo univoco la natura «sanitaria» della prestazione stessa, così da escludere quelle meramente estetiche o di carattere non sanitario. La classica dicitura «ciclo di cure mediche odontoiatriche specialistiche» consente al contribuente di poter usufruire dello sconto fiscale. Sempre in materia di spese sanitarie la circolare di ieri ha chiarito che anche le spese relative alla crioconservazione degli ovociti effettuata nell'ambito di un percorso di procreazione medicalmente assistita possono rientrare tra le spese sanitarie detraibili. Ciò a condizione che il centro presso cui è eseguita la prestazione sanitaria rientri fra quelli autorizzati e che dalla fattura risulti la descrizione della prestazione eseguita. Altri chiarimenti , In tema di ristrutturazioni edilizie la circolare ha chiarito che, poiché l'articolo 16-bis del Tuir non prevede la necessità che debba trascorrere un periodo di tempo minimo tra diversi interventi di recupero del patrimonio edilizio per poter beneficiare nuovamente della detrazione, se su un immobile già oggetto in passato di bonus per recupero edilizio viene effettuata una nuova ristrutturazione che non sia mera prosecuzione degli interventi già realizzati, il contribuente potrà avvalersi della detrazione nei limiti in vigore al momento 1 dell'esecuzione dei bonifici. Pagina 8 In regola solo poche regioni. E i medici chiedono l'abrogazione della norma Infermieri, riforma ferma In s tand-b y le c omp ete nze sp ec ia list i ch e DI BENEDETTA PACELLI e nuove competenze degli infermieri restano al palo. L'attuazione del principio contenuto nella legge di Stabilità del 2015 (comma 566) che ridisegna la professione infermieristica affidandogli competenze specialistiche in sei distinte aree di sviluppo, rimane fermo al punto di partenza. E mentre il governo cerca la difficile quadratura del cerchio con i medici, le regioni in ordine sparso stanno di fatto già applicando quel nuovo modello per la sanità. La manovra in questione prevede «ferme restando le competenze dei laureati in medicina e chirurgia in materia di atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia», un accordo stato-regioni, che di fatto aveva già ricevuto il via libera dei governatori diverso tempo fa e che definisca «i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di équipe su compiti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, Sanità nazionale anche attraverso percorsi formativi complementari». Dunque accordi che innanzitutto amplino le attuali competenze di infermieri e in seconda battuta delle altre professioni sanitarie, attuando nello stesso tempo quella riforma attesa da quasi dieci anni (legge 43/06). La norma prevede inoltre l'elaborazione di protocolli concordati e condivisi tra le professioni interessate, con cui definire ulteriori competenze avanzate e specialistiche. Si tratta, come affermato più volte dal governo, di uno snodo decisivo per l'attuale modello sanitario finalizzato in particolare alla riorganizzazione del lavoro nelle strutture pubbliche, dove il dispiegamento delle diverse professioni, a cominciare da quella infermieristica, consentirebbe di recuperare efficienza anche a livello di risorse. Ed è quello che sta accadendo in molte regioni. L'ultima in ordine temporale è la regione Lazio che richiama le esperienze toscana ed emiliano romagnola già vagliate dalla magistratura e fa riferimento al modello anglosassone di gestione dei pazienti in pronto soccorso. Si tratta del «See and treat», un modello di riorganizzazione sanitaria che abilita gli infermieri a fare diagnosi per piccoli casi. Questo modello adottato in Toscana su proposta della locale Società di medicina d'urgenza consente già a infermieri, debitamente formati, di gestire nei Dea i codici bianchi, mentre in Emilia di svolgere il trattamento perioperatorio. Ma la novità per ora è destinata a livello centrale a rimanere nel cassetto. Dopo le sigle sindacali dei camici bianchi che in una lettera al ministro della salute Beatrice Lorenzin e al presidente della conferenza stato-regioni Sergio Chiamparino hanno chiesto di abolire il comma poiché «un pilastro dell'ordinamento professionale viene apoditticamente e strumentalmente vivisezionato», arriva la protesta di 26 ordini territoriali dei medici che hanno chiesto al presidente della Federazione nazionale (Fnomceo) Roberta Chersevani di convocare un consiglio urgente per proporre l'abolizione della norma. C Riproduzione riservata Pagina 9 Vuove molecole e soft surgery per le riniti, acqua di, mare e vasca senza ozono di Cristina Cimato A tudi promettenti su nuove moleco` le e su immunoterapie specifiche, • ma anche ricerche sulle terapie biotecnolgiche. Se la bella stagione per tutti è fonte di rinnovamento, per alcuni porta con sé l'acuirsi di patologie come la rinite e l'asma di tipo allergico. La prima incide per il 25% circa sulla popolazione ed è in aumento costante per una somma di fattori , fra cui il mutamento climatico che induce un prolungamento della stagione di pollinazione. «Di recente sono stati immessi sul mercato antistaminici di ultima generazione in grado di preservare l'efficacia a fronte dell'eliminazione degli effetti collaterali. In particolare si è distinta la bilastina», ha commentato Walter Canonica, presidente della Società italiana allergologia asma e immunologia clinica , «mentre per le forme più severe in cui non basta un solo farmaco , e da una survey del 2014 è emerso che la maggior parte dei pazienti necessita di una terapia combinata con uno steroide nasale ( azelastina e fiuticasone) e il risultato è ottimo». Gli studi su nuove immunoterapie mirano invece a diminuire il periodo di trattamento con una migliore efficacia e maggiore sicurezza. «Per quanto riguarda l'asma, che colpisce il 6% della popolazione circa con un aumento anche fra gli anziani, esiste una nuova combinazione di farmaci che si compone di un broncodilatatore e uno steroide in monosomministrazione invece delle tradizionali due al giorno», ha precisato Canonica . Di recente a Milano sono state organizzate due giornate di consulti e visite gratuite alla Uoc di Allergologia e immunologia clinica della Fondazione Irccs Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, fra i centri di riferimento per la rinite allergica , che si stima colpisca un lombardo su cinque. Sanità nazionale Liberi come l'aria. Una possibilità annoverabile fra le chirurgie mininvasive per ridurre i sintomi nel caso di riniti , sinusiti e asma ma anche di altre patologie dell'apparato respiratorio, è la risonanza quantica molecolare (Rqm), una radiofrequenza di terza generazione che viene erogata attraverso manipoli specifici sui pazienti ipersensibili e allergici. È terminato venerdì 24 aprile il congresso di Sidero Onlus , Società italiana diffusione endoscopia e ridotta invasività operatoria , in cui sono stati presentati nuovissimi dispositivi americani. «Questo trattamento non solo ripristina la funzione fisiologica, ma permette anche di ridurre gli attacchi di asma o i sintomi della rinite e riduce al contempo la sensibilità delle mucose così che, una volta esposto nuovamente agli allergeni scatenanti, il paziente manifesta reazioni ridotte in termini di intensità e frequenza », ha spiegato Lino Di Rienzo Businco , dirigente dell U.o. di Otorinolaringoiatria dell'Ospedale Santo Spirito di Roma e presidente Sidero. Un altro metodo di derivazione emodinamica approdato anche in ambito respiratorio è quello basato sull'utilizzo di palloncini balloon che vengono posizionati nella aree che si sono ristrette per permettere aerazione, ventilazione e drenaggio delle cavità naso-sinusali o della tuba di Eustachio. «Il palloncino può essere usato solo come dilatatore o anche come veicolo di farmaci a lento rilascio , che avviene nel sito da trattare evitando sovradosaggi ed effetti collaterali», ha spiegato l'esperto , «attualmente si tratta di antinfiammatori , ma in futuro potranno essere utilizzati anche antistaminici». Entrambi gli interventi sono effettuabili una tantum con una lieve redazione. «Con questa soft surgery abbiamo dimostrato un miglioramento della respirazione anche a lungo termine», ha concluso Di Rienzo Businco. Mare amico. Oltre a immunoterapia, farmacologia e chirurgia esiste anche una via naturale per cercare di contrastare i sintomi fastidiosi delle allergie stagionali . Un programma intensivo che passa dal mare e dai suoi benefici sali è stato messo a punto all 'interno del Tombolo Talasso Resort in Toscana , vicino a Bolgheri . Il pacchetto di trattamenti prevede una parte di respirazione ed elioterapia sia in riva al mare sia all'interno delle grotte del centro benessere, dove si crea un aerosol naturale. Il percorso di talasso nelle cinque piscine e l'idromassaggio con alghe e limi aumenta l'effetto decongestionante, a cui si aggiunge la detersione attraverso lavaggi nasali che purificano l'apparato respiratorio . Attraverso l'elioterapia e la balneoterapia vengono assorbiti rame, zinco e magnesio, che sono antibatterici, lo zolfo che disintossica, il selenio che ha azione antiossidante e il cromo che aumenta il metabolismo basale. La struttura è appena diventata anche day spa e offre, al costo minimo di 290 euro per dieci ore, l'accesso ai servizi dell'hotel, dal ristorante alla spa, dalla piscina alla spiaggia e la possibilità di beneficiare dell'uso di una camera con letto matrimoniale , bagno e collegamento wi-fi . La formula prevede, inclusi nel prezzo, un percorso talasso, pranzo light, spa kit, uso della palestra e parcheggio. Pagina 10 Speleoteraia e relax. Un'antica miniera di rame in disuso è ora un luogo destinato alla prevenzione e cura delle malattie respiratorie e allergiche. Al Predoi, in provincia di Bolzano, è stato realizzato un Centro Salutare Climatico nel quale l'aria è pura e ha una temperatura costante di 9 gradi, un tasso di umidità relativa vicino al 100% e un'umidità assoluta bassissima. Qui c'è assenza pressoché totale di polveri e pollini, e si accede attraverso un trenino che conduce i pazienti in una zona relax dove possono sostare circa due ore al giorno dedicandosi alla lettura, al relax totale o all'ascolto della musica Tra le patologie più comuni che migliorano in seguito a sedute di circa due-tre settimane, quelle ostruttive acute delle vie respiratorie, l'asma bronchiale e i sintomi post infettivi come quelli che possono derivare dalla pertosse. Nelle vicinanze del centro climatico sorge la struttura ricettiva Krahbichl, situata in un'area classificata come zona dall'aria pura. Fa parte dei 10 masi attivi della Valle Aurina ed è stata inserita all'interno dell'associazione Respiration hotels. Nelle strutture che fanno parte di questo network è possibile essere sottoposti a una visita medica approfondita eseguita da un medico naturopata. Sanità nazionale Sei tappe anti-allergie. Sempre nella stessa zona, anche gli amanti della natura possono trovare in campagna strutture ad hoc. Ci sono alcuni masi dell'Associazione Gallo Rosso ubicati in posti con una fioritura breve e quindi una presenza di pollini contenuta. Grande attenzione anche ai tessuti, che sono anallergici, e ai materiali, rigorosamente naturali. In Veneto alla Medical spa di Galzignano Terme Spa&Golf Resort è attivo il Revital Center, che ha il fine di contrastare le allergie da polline e le ipersensibilità agli acari attraverso un percorso in varie tappe, che include un drenaggio del tessuto connettivale dove sono concentrate le tossine, per poi procedere a una de-sensibilizzazione sull'allergene. Quelli a cui la persona è sensibile (individuati grazie a esame chimico e microscopico delle urine ed esami del sangue) vengono diluiti e dinamizzati omeopaticamente e somministrati per un breve periodo, così da ridurre l'ipersensibilità nell'organismo. La terapia costa 250 giuro a persona al giorno, comprensive di soggiorno in pensione completa. (riproduzione riservata) Pagina 11 Vaccini,' Si al rito o dell'obbligo se e nec 'o i' RR. «Governo e Regioni moltiplichino gli sforzi perché le vaccinazioni sia obbligatorie che raccomandate raggiungano una copertura appropriata», ripensando alla possibilità di introdurre l'obbligo in caso di necessità. É questo il contenuto di una mozione del Comitato nazionale di bioetica approvata in concomitanza con l'avvio della settimana mondiale sulle vaccinazioni. Il Cnb siè detto «fortemente preoccupato» peri dati in calo sullevaccinazioni in Italia e ha auspicato che «in c aso di all ar me o necessità si pongano in essere anche eventuali interventi legislativi non escludendo, nelle regioni dove è venuta meno, l'obbligatorietà». © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 12 Da Milano a Palermo, agenzie specializzate britanniche organizzano colloqui con giovani laureati. Viaggio e un mese di affitto pagati per convincerli al trasferimento Una manager: "Indispensabile la conoscenza della lingua, in un anno ne abbiamo già assunti 300" d 44 7 r,,,,,,,,,,,,,,,. iii i,üüüiqio/// -. DAL NOSTRO INVIATO MICHELE BOCCI , Circondato dagli alberi, alto appena un piano, l'ospedale del Suffolk è quasi nascosto dentro a un parco di 19 ettari. È il punto di riferimento sanitario delle circa 300 mila persone che abitano in una zona di paesini nati intorno alle abbazie gotiche, a 50 chilometri da Cambridge. In questo periodo ha una carenza di personale, sta cercando infermieri per la chirurgia, la cardiologia, il pronto soccorso. Non in Inghilterra però. A Palermo. Dal 28 al 30 aprile prossimi, in un albergo della città siciliana si terranno i colloqui per le assunzioni. Ce la farà chi ha in tasca la laurea triennale e parla un buon inglese di base. Ai primi di maggio arriverà il responso, i selezionati firmeranno il contratto e partiranno subito, con biglietto aereo e primo mese di affitto pagati. Il Regno Unito è a caccia di infermieri italiani. Da alcuni mesi i giovani appena usciti dall'università, ma anche professionisti con più esperienza, sono nel mirino di agenzie private di reclutamento, che per chiudere i contratti scendono a Milano, Roma, Bologna, Firenze e fanno le "interview" ai candidati. Solo nelle prossime due settimane sono previsti quattro appuntamenti. Gli italiani sono ambiti, e in questo periodo non è complicato convincerli: da noi è sempre più difficile trovare un buon lavoro, a causa delle assunzioni bloccate dalla crisi. Molti di quelli che restano devono accontentarsi di contratti a termine in cliniche private. Così centinaia di infermieri ogni anno lasciano l'Italia, ai primi posti nella classifica dei paesi europei che rimpolpano il servizio sanitario di Sua Maestà insieme a Portogallo, Spagna, Grecia, Polonia. Non è difficile immaginare perché francesi, tedeschi o Sanità nazionale • J ra, il boom n 1fl I • • • _, 1 r. „/ 1,55 DraVI olandesi non si sognerebbero mai di andare a lavorare nel Suffolk, «L'anno scorso abbiamo reclutato nel vostro Paese tra i 250 e 300 infermieri, La maggior parte giovani». Golette O'Neill è una manager dell' agenzia Kate Cowhig, una delle più attive all'estero, con sedi a Dublino e Londra. È questa l'azienda che tra pochi giorni manderà i suoi collaboratori a Palermo. Ci sono molte altre realtà del genere nel Regno Unito, ad esempio Cpl , che ha in programma colloqui a Roma e Milano nelle prossime tre settimane per conto di un ospedale londinese e di uno del Devon. «Un tempo gli italiani disposti a spostarsi in UK per fare gli infermieri non erano molti - spiega sempre Colette O'Neill - Il fenomeno è cresciuto nell'ultimo anno, anno e mezzo. Facciamo prima colloqui telefonici con chi ci manda il curriculum, poi c'è l'intervista, dove vengono scartati, soprattutto per problemi con la lingua inglese, circa il 40% dei candidati». Lo stipendio di ingresso è 21,600 sterline l'anno , poi c 'è possibilità di progredire. Cifre più alte di quelle pagate in Italia, che convincono molte persone a spostarsi. E a fare comunità. Fabrizio Benatti ha aperto una pagina Facebook dedicata agli infermieri in UK con migliaia di visitatori. «Quando pubblico i bandi delle agenzie ho un sacco di contatti- spiega -Aogni colloquiovedo iscriversidecinedicolleghi. Da un anno e mezzo nel Regno Unito c'è un'invasione di italiani». Il sistema sanitario locale si regge da tempo sugli immigrati. Le stime parlano di un 40% di stranieri che lavorano in corsia. Fabrizio è uno di "vecchi", nel sensocheè arrivatoprimadelboom, nel 2011. E in organico all'ospedale di Chelmsford nell'Essex. «Lavoravo a Guastalla, al pronto soccorso, e ho deciso di cambiare a 34 anni. L'inglese? L'ho migliorato con i videogiochi in reteoppure guardando i film in l ingua originale. L'importante è essere "fluent", parlare senza incespicare». Un consiglio da tenere a mente per chi vuole raggiungere il verde del Suffolk. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 13 21-28 rnna Salario annuale lordo di un infermiere appena assunto in UK . r ne L'aumento dello stipendio dopo 8 anni di lavoro senza promozioni 20% La tassa Paye, paragonabile all'Irpef italiana (al 27%) 32,5 Le ore lavorate in una settimana 27 Giorni di ferie più 8 festività Gli infermieri in Italia tra liberi professionisti, dipendenti dei privato, dei pubblico e pensionati Gli infermieri dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale I laureati in infermieristica triennale in un anno in Italia Gli occupati a un anno dalla laurea triennale, di cui circa un terzo a tempo indeterminato. Nel 2009 il dato era al 94% Lo stipendio netto 2 ila Le nuove assunzioni in programma nel a un anno dalla laurea triennale in un ospedale italiano Regno Unito fino al 2016 Gli infermieri italiani che si presentano in media ai colloqui delle agenzie britanniche in Italia 41.I dipendenti dei sistema sanitario che provengono dall'estero I professionisti scartati, quasi sempre per problemi con la lingua inglese Regno Unito: si stima ci siano quattro stranieri su dieci al lavoro negli ospedali pubblici "2 diventato fenomeno dall'inizio del 2014. I prossimi reclutamenti? Entro la fine di irraggio" Sanità nazionale Pagina 14 LIEWER " Preparati ili ff ecco erc é s! c l cerca DAL NOSTRO INVIATO LONDRA, «Siamo preparati bene grazie alla laurea e abbiamo bisogno di lavoro. Cosi il Regno Unito ci cere a sempre di più». Raffaele Sorvillo ha 25 anni ed è dipendente con altre ottomila persone del grande ospedale Saint George, nella sud di Londra. Perché ha deciso divenire in Inghilterra? «Facevo l'infermiere in una clinica privata campana, ero precario. Nei primi mesi del 2014 ho mandato il curriculum a uri agenzia inglese, poi ho fatto un colloquio in un albergo di Milano. La settimana dopo mi hanno chiamato per dirmi che ero assunto». Che lavoro fa? «Adesso sono infermiere di sala operatoria al Saint George. Prima lavoravo fuori Londra. Il trasferimento è stato facile». Quanto guadagna? «Tra stipendio ed extra arrivo a circa duemila sterline al mese. Una cifra nemmeno paragonabile a quella che prendevo quando ero ancora in Campania». Perché secondo lei la Gran Bretagna habisogno di tanto personale sanitario e cerca gli italiani? «Qui l'università è molto costosa e in pochi possono permettersi gli studi. Inoltre c'è un numero chiuso molto selettivo. Così da sempre si cerc ano l avoratori fuori e noi siamo preparati bene e disponibili a spostarci perché in Italia non troviamo il lavoro per cui abbiamo studiato. Comunque negli ospedali vedi un sacco di stranieri. Io ad esempio lavoro con un gruppo di filippini». Ha idea di tornare in I talia in futuro? «Non so. Il fatto è che qui ho delle prospettive di crescita professionale interessanti, che il mio Paese al momento non mi può dare». (m.b. ) «RIPRODUZIONE RISERVAM Sanità nazionale Pagina 15 nn Sono ha detto fl p rofessor " a F , UrribertoVeronesí p resentando í nuoví Grant , le borse í stud í cc che cerchíamo dí rafforzare fl vivaio y d í stud í osí che vengono nel nostro e restane a lavorare ' //üü ^ i //rr„. % Jio VERA StHIAV I r rain drain, fuga di cervelli, un Paese seni aprospettive nei tr attenere le proprie menti migliori. Così, per molto tempo, l'Italia è stata descritta innanzi tutto dagli italiani . stessi come uno dei Paesi verso il fondo di ogni classifica relativa alla ricerca. Eppure gli ultimi dati dell'European research council raccontano come, in particolare, i contributi continentali per la ricerca non spingano gli studiosi all'estero, né li incoraggino a restare. Tutto dipende dalle possibilità di lavorare nel campo per il quale si è studiato. Le ricerche di Erc dal 2008 al 2014 raccontano come le borse europee abbiano registrato un numero di partecipanti italiani per metà all'estero e per metà nei confini del Paese. Nel 2013, sette italiani hanno ottenuto uno Starting Grant per restare in Italia e dieci per oltrepassare i confini, mentre con i Consolidator Grant, destinatia chiha giàavviatolapropriacarriera, dieci sono rimasti in Italia e 18 sono andati (o più spesso erano già) in altri Paesi. C'è ancora un futuro, insomma, per l'Italia. Ma per consolidarlo occorrono risorse, fondi e procedure chiare, e unavisione di insieme su come orientare gli sforzi. Così la pensano, tra l'altro, alla Fondazione Veronesi, che ha appena celebrato i propri Grant: «Non c'è progresso senza ricerca, non c'è ricerca senza un sempre nuovo vivaio di giovani di diversi Paesi, che scelgono di venire in Italia». È il senso principale dei fondi del 2015 della Fondazione Umberto Veronesi, impegnata per il dodicesimo anno nella selezione di 139 borse di ricerca a singoli ri- Sanità nazionale //U//1 cercatori post-dottorato, 21 dottorandi alla Scuola europea di medicina molecolare (Semm) e 19 borse di formazione clinica. L'altro ieri, i 179 medici e ricercatori selezionati su oltre 600 domande sono stati premiati nell'aulamagnadell'Universitàdegli Studi di Milano. E a queste borse si aggiungono 17 progetti di ricerca già in corso dal 2014. I numeri dell'offerta messa a disposizione dalla Fondazione Veronesi sono triplicati in cinque anni, grazie al crescente interesse di aziende e privati. E i ricercatori della Fondazione lavorano negli ambiti di maggiore interesse della ricerca biomedica: oggi 128 tra quelli post-dottorato e dottorandi sono impegnati nell'ambito dell'oncologia, di cui 39 sul tumore al seno; 13 lavorano sulle malattiecardiovascolariecroniche, 24 nell'ambito delle neuroscienze, nove nell'area della nutrigenomica e della prevenzione delle malattie e cinque, appartenenti alla Scuola Europea di Medicina Molecolare, si occupano di bioetica, soprattutto applicata alle cure e alla gestione del paziente oncologico. Il professor Umberto Veronesi è soddisfatto: «Sono 12 anni che lavoriamo per far progredire la scienza in Italia lungo tre diverse direzioni separate, incoraggiando ricercatori e Pagina 16 scienziati sui grandi temi come la fame, la mortalità infantile, le energie alternative, l'ambiente, le malattie come l'Aids o il cancro. Il nostro secondo terreno sono i diritti civili: la pace nel mondo e la lotta agli armamenti, ma anche il fronte del fine vita, il testamento biologico, l'eutanasia, tutti temi complessi e di grande valore. Infine il terzo valore è quello di potenziarelaricercainItalia, dandovita auna specie di grande vivaio: giovani che, a differenzadi chi decide di andarsene, vengono nel nostro Paese e decidono di restarci, continuando a lavorare fino a quando non diventeranno adulti e potranno compiere grandi scoperte. Non c'è solo l'esodo, e lo dico senza nulla togliere a chi vuole andare altrove, ma c'è ormai una grande quantità di giovani selezionati da Paesi del mondo occidentale come Stati Uniti, Francia, Olanda, Germania, e altri di aree diverse, dal Brasile al Giappone all'India alla Cina». Un grande gruppo che convive secondo quali principi? «Come una comunità della scienza», risponde il professore, «che non guarda né al colore della pelle né alle religioni o alle ideologie, ed è in se stessa un importante tassello per la pace nel mondo». Scegliere non è facile, dovendo individuare un borsista ogni 3-4 candidati, tutti di altissimo livello. Come spiega Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Veronesi e Prorettore alla ricerca dell'Università degli Studi. «Abbiamo scelto borsistiintuttelebranche, dall'oncologiaallacardiologia alle neuroscienze, partendo da curriculum tutti eccellenti», dice Tonelli. «Molti si sono presentati con progetti di ricerca innovativi. I primi sono entrati a gennaio. E come spesso succede le donne sono più del 60 per cento E bello vedere che arrivano da Paesi di ogni angolo del mondo, comprese le nazioni dove la ricerca è già molto avanti. Questo ci inorgoglisce, ma soprattutto ci convince che l'Italia è tuttora, e deve restare, un grande Paese per la ricerca scientifica». E la "comunità" della Fondazione Veronesi, impegnata su tutti i tipi di tumore (solo per quello al seno sonoallavoro 20nuoviricercatori) edelleneuroscienze (cinque sono appena entrati per aggiungersi a chi lavora sull'Alzheimer) è sparsa un po' ovunque nei migliori istituti e università d'Italia: Torino, Genova, Milano, Brescia, Verona, Padova, Trento, Aviano (Pn), Trieste, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Camerino (Me), Urbino, Ancona, Firenze, Siena, Roma, Perugia, Isernia, L'Aquila, Napoli, Salerno, Bari, Lecce e Catanzaro. Inoltre, la Fondazione Veronesi ha deciso di sostenere alcuni ricercatori italiani che svolgeranno un periodo di lavoro all'estero, in modo da favorire la formazione e l'accrescimento professionale e culturale dei nostri cervelli, che potranno poi riportare in Italia il know-how acquisito. L'elenco degli istituti stranieri che ospiteranno i ricercatori di Fondazione Veronesi nel 2015 include laYale School of Medicine, il Dana-Farber Cancer Institute e la University of Connecticut negli Stati Uniti, la University of Oxford nel Regno Unito, l'Università di Berna in Svizzerael'UniversidadMiguel Hernandez di Alicante in Spagna. a cnsi peggiora le abitudini alimentari ii La dieta mediterranea ci protegge dal le principali malattie croniche. Si sta registrando, però, un calo di consumi di pesce, olio d'oliva, frutta e un au mento d i carnee prodotti di bassa qua I ità. Ce me mai? L'epidemiologa Maria Laura Bonaccio, nell'ambito dello studio "MoliSani", farà una valutazione scientifica del ruolo della crisi economica sulle recenti abitudini alimentari. «Stimeremo l'adesione alla dieta mediterranea e cercheremo di capire se l'abbandono di questo modello alimentare può essere im putato a nche a ragioni economiche. Sono dati importanti per chi si occupa di salute pubblica percomprendere perché stiamo perdendo un fattore di protezione importante che per secoli ha (v.f.) garantito lunga vita ai popoli del bacino del Mediterraneo». Sanità nazionale Pagina 17 Unasondamolecolare perdiagnosi più facili Sia la chemio che la radioterapia sono meno efficaci in presenza di ipossia, ovvero una bassa concentrazione di ossigeno ai l'interno di un tessuto, tipica di molti tumori. Enza Di Gregorio, dottore di ricerca in scienzefarmaceutichee biomolecolari sta sviluppando una nuova procedura per la visualizzazione dell'ipossia edel volumevascolare in modelli di tumorealla prostata attraverso la risonanza magnetica. «Abbiamo sviluppato delle sonde molecolari sensibili a marker biochimici tipici del tumore. L'obiettivo è correlare i dati ottenuti con l'uso di queste sonde al grado di sviluppo della malattia perottenere una diagnosi non invasiva, precoce edettagliata. Ciò rappresenta un valido aiuto nella scelta della terapia più idonea al paziente». (v.f.) Progetto.L- - Pink is-<o- od ii lotta al tumore atv VILI-1 Io-I tumore maligno più comune nelle donneèquelloal seno,con un'incidenza di 1,7 milioni di nuove diagnosi all'anno nel mondo. Alessio Molfino, specialista in medicina interna, sta portando avanti il progetto Pinkisgood. «Con la supervisione dei professori Rossi Fanelli e Muscaritoli stiamo osservando come in donne, con o senza familiarità pertumore al seno, sono presenti alterazioni del metabolismo che determinano una differente composizionedi specifici acidi grassi delle membranecellulari con conseguenze sull'efficacia della terapia antitumorale. I risultati della ricerca potrebbero essere utili nelleterapie oncologiche per affiancare alle cure tradizionali terapie metaboliconutrizionali per migliorare gli effetti della chemio e radioterapia». (v.f.) per chi e fumatore erchèalcune persone pur non fumando sviluppano un tumore polmonare in giovane età? Aquesta domanda cerca di rispondere la ricerca della biologa Elisa Frullanti : «Lo studio si incentra sulle basi genetiche che predispongono i non fumatori al tumore polmonare. Sequenziamo il Dna di pazienti non fumatori e dei rispettivi fratelli o sorelle sani al fine di determinare quanti equali geni siano coinvolti nello sviluppo del tumore . Abbiamo dimostrato che l'insorgenza della malattia è influenzata da più geni che risultano alterati nel paziente rispetto al fratello sano ; q cesti geni, però, sono d iversi da paziente a paziente. Ci proponiamo di tracciare un'impronta genetica in grado di (v.f.) rivelare la predisposizione individuale al tumoreal polmone ». Sanità nazionale Pagina 18 " Analfabeti * sc enza i inaumento 55 Z i secolo che stiamo attraversando è quello delle Scienze dellavita: ogni giorno non solo gli scienziati ma tutte le persone discutono di fecondazione eterologa, Ogni consentiti o meno, cibi che mettiamo nel piatto, testamento biologico, eutanasia». Carlo Alberto Redi, professore di Biologia dello Sviluppo, membro dell'Accademia dei Lincei, è componente del Comitato etico della Fondazione Veronesi. Oggi l'analfabetismo scientifico, ovvero la mancanza di informazioni corrette sui grandi temi della ricerca, lo preoccupa più che in passato. Perché attraverso i media e chi si occupa di giustizia la stessa "cura miracolosa" contro la sclerosi a placche o le convinzioni ideologiche intorno al punto di fine della vita umana possono diffondersi e affermarsi senza contrasto. Non è facile scrivere su temi così rilevanti documenti comprensibili da tutti, ma è ciò che il Comitato si sforza di fare. «Oggi il problema non è più la casalinga di Voghera, cioè l'esemplare classico del buon senso comune, ma chi studia legge, chi siede nei comitati etici degli ospedali, i giovani, i genitori, i parenti di chi è malato. Per questo ci sforziamo di scrivere esponendo tutti gli elementi dei singoli casi e indicando un atteggiamento laico sul quale ragionare e decidere caso per caso». Chi è cittadino, oggi, nonpuò ignorare i fondamenti della biologia: «Occorre conoscenza scientifica perpotervivere fino infondo inuna comunità che tiene conto dei pregiudizi ideologici e morali di ciascuno, ma che implica una vita e delle regole da osservare tutti insieme». Medicina genomica, sofferenza degli animali, regole di produzione e di scambio dei generi alimentari e delle materie prime sono temi su cui ognuno deve poter accedere a informazioni di base. «La democrazia che dobbiamo cercare di costruire», continua Redi, «è prima di tutto cognitiva. Per questo porre sul campo la riflessione teorica è importante quanto far crescere un vasto numero di giovani ricercatori impegnati in Italia. Io posso avere un atteggiamento di fede, o quasi, verso il Bosone di Higgs. Ma la conoscenza scientifica è importante se due donne vogliono scambiarsi gli ovociti senza trasmettersi malattie mitocondriali, o se si deve decidere se dare il via alla produzione di organismi sintetici per recuperare aree agricole devastate in passato». Cittadinanza scientifica per tutti, insomma, ma con due testimoni specia- li: gli operatori dei media e del diritto, senza i quali la "lotta all'analfabetismo" è impossibile. (v.s. ) OR PRODUZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 19 Trend positivo Comítatoefico perle a' io i tre anni dal cancro ggi più della metà delle persone che si ammalano di tumore guariscono, circa il doppio di quanto accadeva appena 40anni fa», ha spiegato il professor Umberto Veronesi nell'introduzionedei Grant 2015. La riduzionedi mortalità per tumore sia in Italia che negli altri Paesi Occidentali ècostanteesignificativa. Il motivo principaleè una maggiore conoscenza della malattia unita a politichedi prevenzione primaria edidiagnosi precoce che funzionano evengono messe in pratica dai cittadini. A muovere la ricerca c'èquindi una grande speranza: «Comprendendo meglio i meccanismi con cui la malattia si manifesta avremo maggiori possibilità di contrastarla edi diagnosticarla prima»,aggiunge Veronesi. «Se poi a queste conoscenze si aggiungerà la consapevolezza di quanto siano importanti gli stili di vita corretti, a livello collettivo e individuale, possiamo davvero pensare di colpire il cancro alla radice, evitandone l'insorgenza». (valentinaferlazzo) Centosettanta nove borse di ricerca edi formazionea medici e ricercatori italiani e stranieri con progetti all'avanguardia incentrati su oncologia, malattiecardiovascolari ecroniche, neuroscienze, prevenzione e nutrigenomica. È il numero dei premiati ai Grant 2015 di Fondazione Umberto Veronesi assegnati l'altro ieri all'Università degli studi di Milano. Dal 2003 Sanità nazionale di interventi T re anni fa la Fondazione Umberto Veronesi fondò il suo primo Comitato Etico con lo scopo di avviare un dibattito pubblico, aperto, libero e coraggioso sulle conseguenze etiche del progresso scientifico, ma anche sui diritti fondamentali di ogni essere vivente. Il Comitato si avvale di una commissione formata da illustri esperti appartenenti ad ambiti diversi sia del mondo della scienza che della cultura. Ha stilato la Carta dei principi edei valori e pubblica documenti ufficiali su grandi temi di bioetica. Trai Decaloghi c'è ad esempio il diritto dei malato in carcere e quello nella fase finale della vita; tra i Pareri l'utilizzo dei placebo nella sperimentazione clinica e il testamento biologico. Il prossimo in uscita è la Prospettiva di medicina genomica (Pareri) che esprime la propria opinione sulle conseguenze della conoscenza delle interazioni fra Dna e ambiente esaminandone le implicazioni sia a livello etico che sociale. (v.f.) la Fondazione investe sul futuro della ricerca eogni anno riesce ad aumentare il numero dei beneficiari (in totale 912 ricercatori e89 progetti) grazie anche al sostegno di donatori eaziende private. Come l'evento di oggi durante la Regata dei Traghetti: l'Associazione dei gondolieri di Venezia rinnova il contributo finanziando una borsa di ricerca. www.fondazioneveronesi.it Pagina 20 PREVENZIONE INNANZIT OSopra, il professor Umberto Veronesi con il ricercatore Daniele Frangioni Sanità nazionale Pagina 21 Ammesso lo sconto per la prestazione odontoiatrica Si alla descrizione «generica» Mario Cerofolini Lorenzo Pegorin www Sono detraibili in dichiarazione dei redditileprestazioniodontoiatrichecon descrizione generica, gli oneri sostenuti per la procreazione medicalmente assistita, le spese per trasporto disabili volontariamente pagate alle Onlus e le spese per massofisioterapia con un diploma triennale. Sono i principali chiarimenti sulle spese sanitarie detraibili (articolo 15, comma i, lettera c del Tuir) contenuti nella circolare 17/E/2015. Le spese del dentista con l'indicazione riportata in fattura riguardante «ciclo di cure mediche odontoiatriche specialistiche» sono detraibili pur nella genericità della descrizione resa dal professionista. Nel caso prospettato, la circolare ricorda che con la precedente risoluzione 111/E/1995 era stata messa in discussione, ai fini Iva, la mancata concordanza ditaletipo didescrizione conleregole previste (requisiti minimi da indicare nel documento) dall' ar- Sanità nazionale ticolo 21 del Dpr 633/1972, secondo cui si deve puntualmente indicare in fattura «natura e qualità della prestazioni rese», evitando ossia rappresentazioni generiche che non permettono la reale identificazione dell'attività svolta. Tuttavia le Entrate chiariscono ora che t ale dizione aifini delle imposte dirette è da ritenersi sufficiente per identificare la natura sanitaria della prestazione, per cui tali fatture vanno comunque ammesse alla detrazione. Anchele spese riconducibili alla procreazione medicalmente assistita possono rientrare fra quelle sanitarie detraibili se opportunamente descritte in fattura, poiché riconducibili sulla base di quanto chiarito dal ministero della Salute fra le specialità farmaceutiche ammesse alla detrazione. I contributi che vengonovolontariamente erogati alle Onlus per il trasporto dei disabili che necessitano di cure mediche periodiche sono detraibili come spese mediche, a p atto che ilvers amento effet- tuato sia il corrispettivo per il servizio di trasporto reso (per esempio, spostamento in ambulanza) e non sia in alcunmodo riconducibile ad una erogazione liberalegenerica concessa all'associazione. Per quanto riguarda la detraibilità delle spese sostenute presso un massofisioterapista con formazione triennale in regime liberoprofessionale, le Entrate hanno chiarito che i possessori di tale titolo di studio sono da equiparare a tutti gli effetti a quelli che detengono un titolo universitario abilitante all'esercizio professionale di fisioterapista. Entrambi rientrano a pieno diritto fra gli esercenti le professioni sanitarie elencate nel Dm Salute-Università 29 marzo2001 quali operatori del settore le cui prestazioni vengono ammesse alla detrazione d'imposta (rigo E1 del 730 e rigo RP1 del modello Unico). Richiamando il precedente chiarimento di prassi (circolare 19/E/2012), la circolare 17/E/2o15ricorda chetali spese sono detraibili anche senza una spe- cifica prescrizione medica. Nel documento di certificazione del corrispettivo il massofisioterapista dovrà comunque sempre attestare il possesso del diploma con formazione triennale conseguito entro il17 marzo 1999, nonché descrivere la prestazione resa. Altri familiari a carico Infine la circolare per quanto attiene alle detrazioni per altri familiari a carico ricorda che le stesse vanno applicate nell'odine previsto dall'articolo 12 del Tuir, ossia coniuge (lettere a, b) figlio (lettera c) altro familiare (lettera d). Pertanto nel caso in cui all'interno di uno stesso nucleo famili are in assenza di reddito da parte del padre, quest'ultimo dovrà essere considerato a carico dellamoghe e non del figli o qualora questi siano in possesso (entrambi) di redditi superiori a 2.840,51 euro. Tuttavia eccezionalmente le Entrate animettono che, nel caso specifico, il padre possa essere considerato a carico del figlio solo se quest'ultimo possiede un reddito superiore a quello della madre ed effettivamente ne sostiene il carico. 0 RIPROOII ZIO NE RISERVATA Pagina 22 Cellule staminali adulte, Avvenire non dice la verità di Gilberto Corbellini* i giornalisti ed editorialisti di Avveproprio non va giù che qualcuno non li riconosca unici e autentici portatori del verbo etico. Non sono abituati e si scandalizzano se uno scienziato, Michele De Luca, non si lascia manipolare per i loro fini propagandistici. Cioè se rispedisce al mittente, in un articolo uscito sul supplemento culturale del Sole24Ore di domenica scorsa, dei complimenti che erano finalizzati a far credere che le sue ricerche, che hanno portato al primo prodotto farmaceutico mondiale a base di cellule staminali, fossero la prova che le cellule staminali embrionali non servono allo sviluppo di terapie rigenerative. Ad Avvenire farebbero bene a fare quel che dalle loro parti si chiama "esame di coscienza". Conservo tra le slide che uso per fare lezione una pagina del giornale, che è organo della Conferenza Episcopale, di quasi dieci anni fa, in cui si diceva che le staminali adulte curavano 70 malattie. E quelle embrionali zero. Erano bugie che nei loro contorti ragionamenti dovevano servire a salvare embrioni umani. In realtà quella pagina, e tutta l'insulsa e falsa propaganda integralista fatta da Avvenire a favore delle cosiddette staminali adulte hanno preparato il terreno per il caso Stamina. Vogliamo dirlo? E vogliamo dire che a dimostrare che staminali adulte che non siano quelle ematopoietiche possono curare delle malattie è stato uno scienziato che rifiuta l'idea che esistano staminali più "etiche" di altre. Devono rosicare molto per tutti i soldi che hanno sprecato a provare su poveri pazienti staminali adulte senza alcun risultato. In pratica per essersi dimostrati, quelli delle staminali etiche, non solo falsi e illogici, ma anche scientificamente scarsi. Il giornalista di Avvenire che si scandalizza perché De Luca non ci sta a lasciarsi strumentalizzare, collega questo fatto con la sua carica di co-presidente dell'Associazione JLX A Ricerca Luca Coscioni, che avrebbe «per obiettivo la promozione della ricerca senza alcun vincolo etico», e che, scandalo degli scandali, cerca di ottenere l'estensione della fecondazione assistita, negata dalla famigerata legge 40 per le coppie portatrici di malattie genetiche. Il giornalista la fa lunga sugli embrioni umani che sarebbero scartati, senza farsi il problema che se si prendessero sul serio le credenze religiose cristiane, è proprio il loro Dio che ha previsto nel disegno naturale lo scarto degli embrioni umani (aborti spontanei) perché siamo molti di più coloro che vengono al mondo in salute piuttosto che con terribili malformazioni e sofferenze. La diagnosi preimpianto è una conquista morale straordinaria, perché consente di prevenire con certezza la nascita di bambini affetti da malattie devastanti, che sono qualcuno con una buona dose di malvagità può augurarsi che vedano, come si suol dire, la luce. L'uomo ha dunque fatto un buon uso della ragione - che un tempo i teologi come Tommaso d'Aquino apprezzavano - per fare in modo che vi sia ancor meno distruzione e scarto di embrioni umani, e maggior benessere per chi nasce e per i genitori. Questa è etica. A tutti gli effetti. Forse il giornalista ha un'idea generica o da bar dello sport di cosa sia l'etica. In realtà, l'Associazione Luca Coscioni, da quando esiste, si è battuta perché la scienza continui ad alimentare anche in Italia, come accade in tutti i paesi civili, l'etica pubblica promuovendo l'uso della razionalità, cioè del metodo scientifico, e la sincerità. L'idea che la scienza possa funzionare senza un'etica è talmente priva di senso che non meriterebbe commenti. Coltivare tale idea significa però essere rimasti mentalmente ai tempi di Galileo Galilei. E non avere neppure capito che come nella metafora kantiana della colomba, che preferirebbe volare in assenza di aria, la scienza non potrebbe neanche esistere se non fosse sostenuta dall'etica. Pagina 23