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12 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 9 SETTEMBRE 2012 Economia [email protected] www.ecodibergamo.it/economia/section/ a Sorpresa: siamo bravi a esportare anche nella casa Studio dell’ente camerale di Milano per il Macef In provincia vendite oltre confine salite del 7,3% FERNANDA SNAIDERBAUR a Quando si parla di vendere all’estero il complemento d’arredo, Bergamo è fra i migliori della Lombardia. Anche rispetto a Milano. Questo è quanto emerge, dati alla mano, dall’analisi svolta dal Servizio studi della Camera di commercio di Milano in occasione del Macef sui risultati delle aziende del comparto nel primo trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo 2011. «Contro ogni cliché che la vorrebbe solo terra di costruttori e muratori, Bergamo é tra le province lombarde con la più alta percentuale di crescita dell’export nel settore dei complementi d’arredo. Una vera, bella sorpresa», ha commentato a caldo Marco Accornero, consigliere della Camera di commercio di Milano per il settore artigianato. Comparando i risultati ottenuti dalle province lombarde operanti nel settore infatti, salta subito all’occhio il più 7,3% ottenuto dalle imprese e dagli artigiani bergamaschi contro il più 3,5% di Milano, il più 4,8% della media lombarda e il più 2,3% della media italiana. L’export bergamasco nel settore, che conta 2.700 imprese, vale 233 milioni di euro solo nel primo trimestre. «Il dato evidenzia la capacità e lungimiranza degli imprenditori bergamaschi. Professionisti volti all’export e attenti alle nuove esigenze del mercato mondiale per sfruttarne tutte le occasioni», continua Accornero. In generale dalla statistica risulta che le categorie merceologiche dove l’export è maggiore, e i risultati più incoraggianti, sono quelle posizionate nella fascia più alta del mercato. Gioielleria e bigiotteria segnano un più 11,7%, gli apparecchi per l’illuminazione un più 19,5% mentre le pietre tagliate, modellate e finite vedono salire l’esportazione oltre il più 31% rispetto al 2011. La musica cambia quando si guardano i dati sull’import. Con un meno 6,8% nel primo trimestre, Bergamo si posiziona poco sotto la media lombarda (meno 7,1%), pressoché in linea con la media nazionale che si attesta a meno 7,3%. «L’import è negati- È uno dei migliori risultati regionali, battiamo anche il capoluogo lombardo Scelta utile con un mercato domestico in affanno, ma si può fare ancora di più vo perché è il Paese intero ad avere gravi problemi economici e il settore ne è un ottimo termometro», spiega Accornero. «Il complemento d’arredo è costituito da beni di lusso o comunque voluttuari. Il consumatore non li compra perché non ne può fare a meno, come succede invece per i beni di prima necessità, ma perché ne vuole di migliori o diversi rispetto a ciò che già ha. In tempi di crisi quindi, questo è il primo acquisto che si rimanda». A complicare la situazione si aggiunge il mercato immobiliare che è in fase di forte rallentamento. «Quando si cambia casa è di solito il momento in cui si spende di più anche per l’arredo. Ora che ci sono poche compravendite le conseguenze si sentono anche in questo campo», continua Accornero. «Il mondo degli artigiani, che vive su commesse a 3-6 mesi, è molto preoccupato perché gli ordinativi italiani sono crollati e il mercato interno non accenna a migliorare». Solo l’export procede ma i prodotti lombardi venduti all’estero rappresentano il 20% del totale. «Bisogna puntare ancora più risolutamente sui mercati oltre confine», suggerisce quindi Accornero. «Ricordando però che non siamo la Cina. Per competere e vincere noi dobbiamo indirizzare gli sforzi su qualità e saper fare, elementi che anche oggi stanno continuando a premiare il made in Italy nel mondo». ■ Sopra, visitatori in coda per entrare al Macef che chiude i battenti oggi a Milano: tra gli espositori bergamaschi c’è chi guarda anche all’analoga fiera di Parigi. A sinistra, il porta smart phone presentato alla fiera del complemento d’arredo dalla Outlook Design di Presezzo. A destra, i gioielli di Olga Uboli, nome d’arte di due giovani designer di Cologno al Serio, Martina Pogliani e Anita Ubbiali Il complemento d'arredo per la casa in Lombardia Andamento dell'export, dati 1˚ trimestre, valori in milioni di euro Var. % 12/11 Milano Brescia Monza e Brianza Varese BERGAMO Como Lecco Mantova Pavia Cremona Sondrio Lodi Lombardia 606,7 429,8 419,1 286,1 233,0 184,6 121,5 93,0 41,4 35,0 30,4 14,1 2.494,9 +3,5 -0,9 +8,8 +9,1 +7,3 +8,5 -8,5 +8,9 +12,2 -3,5 +34,3 +13,8 +4,8 Fonte: elaborazione Servizio studi Camera di commercio di Milano ©RIPRODUZIONE RISERVATA a Cereria Bertoncini in fiera da sempre Ma Parigi incalza a «Quest’anno non ero sicuro di venire, poi la Fiera mi ha chiamato facendomi un’offerta e alla fine ho deciso di dare ancora una possibilità a questo Macef. Del resto ci vengo da quando ero bambino e accompagnavo mio padre». Così esordisce Davide Bertoncini, a capo di una cereria che ha 291 anni di storia - «le prime fatture per le nostre candele sono datate 1721» - e che in fiera viene fin dalla prima edizione. A gennaio dell’anno scorso ha anche ricevuto un premio in occasione del 90° Macef (ogni anno le edizioni sono due). «Con questa sono 93. In tutto il Macef siamo solo in tre ad esserci sempre stati», aggiunge Bertoncini. L’indecisione in merito alla partecipazione all’edizione di settembre di quest’anno è presto spiegata. «Io espongo anche a Parigi e i miei clienti, nel 70% dei casi italiani, li incontro tutti in quell’occasione. A Milano non vengono quasi più perché dicono che la città meneghina è più cara e meno ospitale di Parigi». Al Macef che si è chiuso ieri al polo milanese di Rho, Bertoncini ha deciso di portare la storia dell’azienda, esponendo alcune candele piatte, decorate con presepi, ricavate da modelli e stampi originali del secondo dopoguerra: «Abbiamo deciso di far vedere al pubblico della fiera tutta la nostra storia e ar- tigianalità. Noi non importiamo nulla, produciamo tutto a Grassobbio». In effetti oltre alle candele in esposizione, nello stand campeggia in bella vista una macchina per fabbricarle. «Si tratta di un modello dello stesso periodo del dopoguerra, un macchinario comprato dalle Officine Meccaniche di Pontida», spiega Bertoncini. «Ancora oggi noi usiamo le loro macchine, nelle versioni più aggiornate, con stampi da 500 candele alla volta». E mentre si appresta a chiudere questa edizione, Davide Bertoncini non si sbilancia ancora sul suo futuro al Macef: «Certo bisognerà pensarci…». ■ F. S. Un particolare dello stand della Cereria Bertoncini ©RIPRODUZIONE RISERVATA 13 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 9 SETTEMBRE 2012 a Se la crisi diventa opportunità Fantasia e stile tra gli stand C’è chi dà un taglio ai prezzi e chi crea oggetti inaspettati Viaggio fra i bergamaschi, con un occhio rivolto Oltralpe a In tutti i corsi di gestione aziendale insegnano che la crisi può essere un’opportunità, basta saper cogliere le occasioni che nascono dai cambiamenti creati dalla crisi stessa. Guardando i bergamaschi al Macef, sembra che gli imprenditori della nostra provincia abbiano imparato la lezione. Ognuno con un suo personale stile, i partecipanti alla 93ª fiera del complemento d’arredo e bijoux che si chiude oggi a Milano, hanno infatti risposto al duro periodo presentando proposte che sono state ben accolte dal pubblico in fiera. «La situazione è molto difficile ma scoraggiarsi non serve, meglio ingegnarsi e fare del nostro meglio per portare a casa il risultato», dice emblematicamente Luca Mazzoleni della Mazzoleni T. & C. srl, azienda produttrice di oggettistica in legno di Mapello. Dopo tre anni di trattative, per la Mazzoleni si profila all’orizzonte un contratto con una grande catena francese del fai da te per vendere in tutta Italia orologi da muro. a Da Cologno i gioielli selezionati per stupire a Nell’area «Racconti di seduzione», una delle nuove isole espositive create quest’anno al Macef, campeggiano le creazioni di «Olga Uboli», nome d’arte che nasconde due giovani designer di Cologno al Serio che hanno immaginato delle creazioni di pelle, carta di giornale e tulle per presentarsi alla fiera di Milano. Martina Pogliani e Anita Ubbiali, questi i nomi delle due giovani bergamasche di Olga Uboli, nascono creativamente parlando nel 2009, quando decidono di partecipare a un corso per orafi e gioiellieri organizzato dalla Confartigianato di Bergamo. In seguito perfezionano la tecnica «a cera persa» per i gioielli in argento presso l’orafo Piergiorgio Gatti, titolare di una oreficeria a Cologno al Serio, e a gennaio 2012 partecipano al concorso indetto dalla Fiera di Milano Creazioni Giovani. «Non abbiamo vinto ma siamo state notate e la fiera di Firenze ci ha chiesto di partecipare alla loro esposizione di aprile», ricorda con visibile orgoglio Anita Ubbiali. «Qualche mese fa il Macef ci ha ricontattato e ci ha chiesto di presentare delle proposte per quest’area della fiera, la Visioni Design Lab, dove si entra solo a invito e dopo una selezione. Noi infatti esponiamo qui oggi perché alcune nostre nuove creazioni hanno passato il giudizio della giuria preposta a questo evento». I gioielli di Olga Uboli sono in argento, con forme importanti e inserti di tulle e velluto. «Volevamo dei monili che invadessero la mano, che stravolgessero un po’ classica dell’aAnche tulle l’idea nello», dice Ubbiali. e velluto «Sappiamo che il non è facile nei preziosi mercato oggi - aggiunge - ma d’argento di crediamo nelle nostre e qui in fiera abOlga Uboli idee biamo già avuto buoni contatti con vari negozi in Italia. Adesso incrociamo le dita e aspettiamo di vedere come andrà dopo la fiera». E nel frattempo, nel corso della penultima giornata della fiera, che chiude i battenti oggi a Rho dopo quattro giorni di esposizione, è giunta la notizia che sono state selezionate anche per il concorso Macef «The best of Bijoux», nella categoria new gotico. ■ F. S. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Mazzucchetti. «Anche i nuovi tessuti shabby chic di Rachel Ashwell, di cui siamo esclusivisti per l’Italia, sono molto apprezzati». In fiera c’è poi chi continua nel solco della tradizione di alta artigianalità come Fiorenzo Natalini con le sue cornici intarsiate, Sd Laser di Treviglio con oggetti decorati con tagli al laser personalizzati e Franco Mascaro che con i suoi bronzi d’arte consolida il fatturato. «Lo scorso anno, con un più 30%, le uniche difficoltà che ho incontrato sono state quelle di trovare manodopera per star dietro alle richieste», ammette soddisfatto. Il dibattito sul futuro 1 2 Il volano del made in Italy «Il mercato della bigiotteria sembra tornare a volere made in Italy e noi abbiamo ripreso a produrlo con tecnologie al laser», racconta invece Maurizio Fabbri, proprietario della Fabbri srl di Bagnatica. Molti puntano sull’ampliamento della gamma di prodotti. Alcuni con articoli dai prezzi più contenuti. «Il costo dell’argento è molto salito, usando altri metalli per l’oggettistica riusciamo a mantenere la clientela», dice il responsabile delle vendite della Bagutta srl di Comun Nuovo, Luca Rota Nodari. Altri offrono invece oggetti inaspettati: «Quest’anno abbiamo proposto un porta smart 3 1. Un dettaglio della H.F.T. 2. La libreria in marmo e legno del designer Bettera portata da Newsystem e Alimonti 3. Lo stand della Sd Laser phone multimediale di plastica dal look retró e un orologio da parete che ricorda il quadrante di un orologio da polso», dice Brenno Arsuffi della Outlook Design di Presezzo: «Su questi articoli sono fioccati gli ordinativi». Da quest’anno la Outlook aprirà anche una sezione e-commerce sul sito aziendale. Novità anche dalla Mvh di Bergamo, con due nuove linee di prodotti dal Nord Europa, e dalla H.F.T. di Alzano Lombardo, azienda specializzata in telerie e prodotti per mercerie e negozi di hobbistica, dove il kit per realizzare magliette personalizzate, nato dall’idea della creativa aziendale Sara Mazzuchetti, ha avuto un ottimo riscontro. «I kit sono andati a ruba», conferma Quando si parla di prossimo futuro i bergamaschi non sono però tutti sicuri di ripetere l’esperienza al Macef. «Le date si sovrappongono con la fiera di Parigi (la Maison et Objet in corso da venerdì e fino a martedì, Ndr), dove i compratori stranieri sono molti di più che qui», ammette Cristiano Pernici, dell’omonima cereria di Bergamo. «I miei figli oggi sono nel nostro stand in Francia». Gianni Mazza della Sebino Arte di Villongo, pure con uno stand Oltralpe, pensa che «se Parigi porterà i risultati sperati forse non esporremo più a Milano». Mentre alcuni bergamaschi pensano di andare altri invece restano, come la Kenty di Bergamo e la Falpa di Sergio Gori, e altri ancora si affacciano al Macef per la prima volta. «Sono stato invitato a partecipare alla nuova area Opere d’Arti insieme a galleristi da tutta Italia», dice Marco Fioretti dell’omonimo studio d’arte di Bergamo. «È sicuramente una bella esperienza, da ripetere». ■ F. S. ©RIPRODUZIONE RISERVATA a E la Minipack Torre torna con il sottovuoto a Il Macef sta cambiando pelle. Dopo le ultime edizioni in chiaroscuro, la fiera ha iniziato infatti a coinvolgere architetti e designer per ripensare i propri spazi espositivi e quest’anno sono state create delle aree sperimentali per presentare diversamente alcune proposte legate ai settori merceologici del Macef. In molti di questi progetti hanno lavorato a vario titolo anche aziende bergamasche. Nell’allestimento dell’area lega- ta al verde, per esempio, lo studio bolognese B-scape ha coinvolto i Vivai Rota di Bergamo e la Granulati Zandobbio Spa di Zandobbio, che hanno fornito i materiali. Nell’area dedicata alla storia dell’argentiere De Vecchi invece, la Luxit di Presezzo ha fornito l’illuminazione per gli stand mentre nello spazio permanente di Metaenergia, la Newsystem di Cazzano Sant’Andrea e la Alimonti di Romano di Lombardia si sono unite per presentare la libreria di marmo e legno fatta dal designer, bergamasco anche lui, Iriam Bettera. Grazie ai nuovi modelli espositivi si sono avvicinate alla fiera anche altre due realtà bergamasche: la Minipack Torre di Dalmine e la Logics di Fara Gera d’Adda. «Siamo tornati al Macef dopo anni perché coinvolti nel progetto Negozio Incontro», spiega Giuseppe Rivoltella, manager Italia di Minipack. «Si tratta di un’area in cui macchine di alta qualità per la cucina domestica vengono presentate da professionisti del settore. Noi abbiamo aderito esponendo la nostra nuova macchina sottovuoto a campana per conservare gli alimenti. È la più piccola del suo genere che sia mai stata creata. Per noi era un’ottima occasione per far conoscere questo prodotto con cui intendiamo proporci anche al mercato domestico oltre che al nostro abituale della ristorazione». Per la Logics di Matteo Redaelli invece, si tratta di una prima assoluta in fiera: «Il nostro designer Giorgio Caporaso è stato coinvolto per partecipare all’area Muse d’Italia, immaginando un possibile merchandising museale». Dall’idea di Caporaso è nata la linea Lessmore, contenitori polifunzionali in cartone, metallo e legno con stampe decorative a motivi di quadri e opere d’arte. ■ F. S. ©RIPRODUZIONE RISERVATA